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16.6.24

Sondaggio Miglior Film distribuito in Italia nel 2020, finalmente i Risultati Finali !!!!




 E così finalmente ce l'abbiamo fatta, il Sondaggio del 2020 saltato per mal d'amore è stato recuperato e ancor più finalmente (visto che sono due mesi che dovevo farli, mortacci mia) abbiamo anche i risultati!

Ovviamente - ma lo sapevamo - non c'era alcuna possibilità che questo sondaggio avesse l'adesione di uno "normale" di fine anno (per tantissimi fattori) ma è andata comunque benissimo con ben 82 giurati e, quindi, risultati finali "blindati" (nel senso che anche con i soliti 130 votanti bene o male sarebbe andata così) e di grande qualità.

Il 2020 è stato ovviamente un anno strano, quello del primo terribile Covid.
Quasi la totalità dei film l'abbiamo visti a casa, pochissimi in sala, pochi italiani (perchè gli italiani senza sala hanno davvero pochissimo spazio) ma la qualità è stata comunque alta.
E niente, vi lascio alle sempre laboriosissime classifiche ricordando che il numerino che trovate dopo ogni titolo è quello del numero di segnalazioni e che dopo le classifiche se scorrete ancora troverete come sempre alcune curiosità e statistiche.

Daje!
Siamo in pari, vi voglio bene.

113° 2 punti
Ultras
Antebellum
Figli
Galveston

108° 3 punti
La Candidata Ideale
Enola Holmes
L'anno che verrà
Georgetown
Piccole Donne

101° 4 punti
Villetta con Ospiti
Eurovision song contest
Lontano Lontano
Notturno
Wasp Network
Un divano a Tunisi
The Hater

99° 5 punti
Bombshell
Ma Rainey's black bottom (2 segnalazioni)

97° 6 punti
Hamilton
Il Grande Passo

92°  7 punti 
Underwater
Gamberetti per tutti
Padrenostro (2)
La verità su La Dolce Vita
Nessuno sa che sono qui (2)

91° 8 punti
Borat - Seguito di film cinema (2)

84° 9 punti
Doppio Sospetto
I predatori (3)
Dopo il matrimonio (2)
Time
Siberia
Guns Akimbo (2)
In viaggio verso un sogno

82° 10 punti
Midnight Sky (2)
Bliss (2)

74° 11 punti
The Beach Bum
Found (di Scott Schirmer) (2)
The Call
The Hunt (2)
La storia dei Beastie Boys
Il Giorno Sbagliato
Tyler Rakke (2)
They shall not grow old - Per sempre giovani

73° 12 punti
Semina il vento (2)

69° 13 punti
18 regali
Zio Frank (2)
Cosa sarà (2)
Greyhound - Il Nemico Invisibile

66° 14 punti
Palm Springs (2)
Gretel e Hansel (3)
Assandira (2)

63° 15 punti
Hammamet
L'hotel degli amori smarriti (3)
Queen & Slim 

60° 18 punti
Da 5 bloods - Come Fratelli (3)
Un'intima convinzione (3)
Antrum (3)

58° 19 punti
L'incredibile storia dell'isola delle rose (4)
His House (3)

56° 21 punti
La Gomera - L'isola dei fischi (2)
Il colore venuto dallo spazio (3)

52° 22 punti
Non conosci Papicha (4)
Odio l'estate (2)
Onward - Oltre la magia (3)
Il Re di Staten Island (3)

TOP 50

48° 24 punti
The Specials - Fuori dal comune (5)
Cattive Acque (4)
Little Joe (4)
Il diritto di opporsi (3)

47° 25 punti
Honeyland (4)

46° 26 punti
Monos - Un giorno da ragazzi (2)

45°  29 punti
Varda par Agnes (3)

43° 30 punti
Miss Marx (4)
Muori papà muori (5)

42° 33 punti
Labyrinth of cinema (3)

41° 35 punti
Il Lago delle oche selvatiche (7)

40° 38 punti
Il Talento del Calabrone (6)

39° 39 punti
Volevo Nascondermi (6)

38° 40 punti
The Invisible Man (8)

37° 41 punti
Matthias & Maxime (7)

36°  43 punti
Doppia Pelle (7)

34° 45 punti
Mank (7)
The Gentleman (7)

33° 48 punti
The Lodge (10)

32° 52 punti
Tigers are not afraid (6)

31° 57 punti
Vitalina Varela (7)

TOP 30

30° 58 punti
Hagazussa (8)

29° 63 punti
Richard Jewell (11)

28° 69 punti
Alla mia piccola Sama (8)

27° 70 punti
Wolfwalkers - Il popolo dei lupi (10)

26° 74 punti
Mai raramente a volte sempre (14)

25° 76 punti
Soul (12)

24° 78 punti
Le sorelle Macaluso (10)

23° 82 punti
High Life (14)

21°85 punti
L'immensità della notte - The vast of night (11)
Undine - Un amore per sempre (12)


TOP 20

20° 86 punti
I Miserabili (13)

19° 94 punti
Tenet (12)

18° 105 punti
Il processo ai Chicago 7 (18)

17° 109 punti
Sound of Metal (17)

15° 122 punti
Ema (15)
A sun (14)

14° 127 punti
Roubaix, una luce (15)

13° 130 punti
Swallow (17)

12° 132 punti
Dogtooth (13)

11° 135 punti
Un lungo viaggio nella notte (14)


LA TOP TEN

10° 138 punti

IL BUCO - EL HOYO (21)



9°  146 punti

LA VITA NASCOSTA - HIDDEN LIFE (14)



8° 164 punti

SORRY WE MISSED YOU (20)




7°  182 punti

1917 (23)



6° 227 punti

JOJO RABBIT (24)



LA TOP 5

5° 234 PUNTI

LA RAGAZZA D'AUTUNNO - DYLDA (22)



4° 266 PUNTI

FAVOLACCE (35)



3° 273 PUNTI

STO PENSANDO DI FINIRLA QUI (33)



2° 314 PUNTI

DIAMANTI GREZZI - UNCUT GEMS (36)


1° 387 PUNTI

THE LIGHTHOUSE (42)



Film più menzionato

42 THE LIGHTHOUSE
36 DIAMANTI GREZZI
35 FAVOLACCE
33 STO PENSANDO DI FINIRLA QUI
24 JOJO RABBIT

Miglior Film Italiano (regia)

FAVOLACCE
LE SORELLE MACALUSO
VOLEVO NASCONDERMI
IL TALENTO DEL CALABRONE
MISS MARX

Miglior Cartone Animato o Stop Motion

 SOUL
 WOLFWALKERS
 ONWARD

Media Punti (almeno 5 menzioni)

10.66 DYLDA
10.42 HIDDEN LIFE
10.15 DOGTOOTH
9.64 UN LUNGO VIAGGIO NELLA NOTTE
9.45 JOJO RABBIT
9.21 THE LIGHTHOUSE

Maggior numero di primi posti

THE LIGHTHOUSE 11
STO PENSANDO DI FINIRLA QUI 5
 LA RAGAZZA D'AUTUNNO 5
 UN LUNGO VIAGGIO NELLA NOTTE 5
FAVOLACCE 4
HIDDEN LIFE 4
DOGTOOTH 4
JOJO RABBIT 4

Film più in alto in classifica senza alcun primo posto

1917 (7imo)
IL BUCO - EL HOYO (10imo)
SWALLOW (13imo)
UNDINE - UN AMORE PER SEMPRE (21imo)
LE SORELLE MACALUSO (24imo) 

E FINALMENTE COPRIAMO IL BUCO DELL'ALBO D'ORO!!

2016 Il Figlio di Saul
2017 Arrival
2018 Il Sacrificio del Cervo Sacro
2019 Parasite
2020 THE LIGHTHOUSE
2021 E' stata la mano di Dio
2022 Spencer
2023 As Bestas

13.6.24

Recensione: "Kinds of kindness" - Al Cinema 2024

 

L'ultimo Lanthimos è - per me che ho amato ogni sua opera - una piccola delusione.
Un ritorno alle origini, vero, almeno nelle tematiche, nella reticenza, nello stile.
Eppure un'opera interessantissima che, però, ho fatto fatica a vedere fino in fondo, per una questione di ritmo (percepito) davvero sbagliato.
Film a episodi con tematiche molto suggestive (principalmente la dipendenza, la manipolazione e l'idolatria) in cui si muovono personaggi manichini pronti sempre a fare di tutto per il proprio amato manipolatore.
Di cose da dire ce ne sono tantissime, in questo Kinds of kindness è un film perfettamente riuscito.
Ma forse l'eccessiva ironia che stempera e depotenzia alcuni inquietanti accadimenti, la durata eccessiva di ogni singolo episodio e la ridondanza di alcuni aspetti non me l'hanno fatto amare quanto avrei voluto.
In ogni caso mi ha stimolato molto scriverne, ed è sempre la cosa più bella che si può chiedere a un film.


Essermi ritrovato 15 volte a guardare l'ora in un film di Lanthimos è qualcosa che non posso non ignorare.
Sapevo che all'incirca ogni episodio doveva durare sui 50 minuti, eppure mi ritrovavo anche nel singolo episodio a controllare quanto potesse mancare per concludersi.
Figuriamoci "l'intero" film, due ore e 40 per me veramente faticose.
E chi l'avrebbe mai detto che Lanthimos tornasse il vecchio Lanthimos e io ne potessi rimaner deluso.
Intendiamoci, Kinds of kindness è un bel film, interessantissimo nelle tematiche che espone, abbastanza reticente come i primi film di Lanthimos, pieno di soggetti assurdi e surreali tipici del regista greco (la cosa che adoro più di lui, forse perchè mi ricorda Saramago) e uno di quei film che obbliga lo spettatore (o almeno quello non pigro che si va a leggere cose su internet ancora prima di stare giorni a pensarci da solo) a fare un grandissimo "lavoro" per provare a capirlo e decifrarlo tutto.
Insomma, tutto quello che volevo da un film di Lanthimos (anzi, dai film in generale) c'era.
Eppure il film mi ha preso abbastanza poco, come dicevo.
Perchè?
Provo(iamo) a capirlo.


Innanzitutto per me c'è un grande problema di ritmo.
Come diciamo sempre il ritmo non è la velocità "oggettiva" di un film, di una narrazione o di un montaggio, ma quello che lo spettatore percepisce.
Per capirsi se guardo 5 minuti di Formula 1, vista magari anche da "dentro" la pista, con quei bolidi che sfrecciano a 300 all'ora, io mi annoio dopo 10 secondi.
E anche un montaggio serratissimo può annoiare.
Il ritmo è quindi la capacità del film di tenerti con sè, di cullarti, di non farti mai "fermare", di tenerti sveglio, e questo può farlo un'inquadratura ferma di 5 minuti senza che accada nulla e può non farlo un film dove in quei 5 minuti accadono 10 cose alla velocità della luce.
Il ritmo, insomma, è stimolo.
In Kinds of kindness non riesco a contare le volte in cui la mia testa, invece, si "staccava" dal film, percependo la noia.
I motivi possono essere tanti, come l'eccessiva lunghezza di ogni episodio, come l'incapacità in alcuni momenti di "andare avanti", come la banalità di alcune scelte (anche questo conta nel ritmo percepito, la qualità delle cose).
E dire che trovo il film a livello psicologico davvero bello, una fucina di stimoli e suggestioni.
Erano quelle, infatti, a tenermi sveglio, era il pensare "cosa significa questo?" "cosa rappresenta questo rapporto?", tutte queste domande che ho trovato molto più interessanti delle immagini in movimento che vedevo.
Il problema, però, è che più pensavo alle tematiche del film, più le percepivo "pesanti", più ne intravedevo l'inquietudine più il film me le faceva crollare, con quel suo essere (troppo) ironico, col suo avere personaggi non troppo complessi, con alcune sue scelte banalissime.
Ecco, se poi ripenso al Cervo Sacro allora sì che capisco quanto disagio e inquietudine possa nascondersi dentro un film.
Vero, Kinds of kindness è più scanzonato del Cervo Sacro ma a differenza anche di altri film di Lanthimos, vedi The Lobster, in cui l'ironia è presente, non è un'ironia che rende il film più complesso e straniante ma che lo banalizza e depotenzia.

Ma di che parla Kinds of kindness?
Di tantissime cose ma è evidente che principalmente racconta di dipendenze affettive, di manipolazione e di idolatria.
In tutti e 3 gli episodi c'è la presenza di un "guru", di qualcuno che vuole essere idolatrato.
Nel primo episodio è il personaggio di Dafoe, un ricchissimo uomo che si circonda di persone che lo amano e che, per questo, vivono una "falsa" vita completamente "scritta" da lui.
Una specie di Truman Show a pensarci bene dove il Creatore scrive una vita per la propria creatura.
E' molto interessante notare subito una cosa.
Questo personaggio di Dafoe, pur in circostanze diversissime, è lo stesso personaggio che Dafoe interpreta nel terzo episodio, ovvero una specie di capo culto con tutti i sui adepti.
Tutti i personaggi del primo episodio, alla fine, sono identici a quelli del terzo, ovvero seguaci di Dafoe pronti a fare di tutto per lui.
Ma, in questo bell'incrocio di episodi (la cosa migliore del film) è invece il personaggio di Plemons del secondo episodio (il poliziotto cui ritorna a casa la moglie) ad essere il più simile al primo Dafoe, ovvero un uomo che costringe chi lo ama a fare cose incredibili per lui.
Alla fine i foglietti con le "cose da fare" del primo Dafoe sono esattamente le cose che Plemons nel secondo episodio dice di fare alla Stone.
Potremmo FORSE intravedere in queste "cose da fare" i "kinds of kindness" del titolo, ovvero le "gentilezze", le "carinerie" che alcuni personaggi fanno per ingraziarsi il proprio guru/amato/manipolatore o per tornare da lui.

Nel primo si arriva addirittura ad uccidere per "lui" (ci prova la Stone, ci riesce alla fine Plemons), nel secondo ci si suicida per lui, nel terzo si causa la morta di addirittura due sorelle, sempre per "lui".
Sono "favori" che i manipolatori richiedono e che i manipolati, vuoi per idolatria vuoi per amore vuoi per altro, si sentono in dovere di fare.
E' anche interessante notare come queste "gentilezze", queste atrocità fatte per accondiscendere il proprio manipolatore, hanno effetti diversi, sempre più negativi.
Nel primo episodio la cosa riesce, Plemons - uccidendo l'omino fil rouge - riesce finalmente a riconquistare il suo amato, in quell'ultima immagine di grandissima serenità a letto.
Nel secondo episodio (psicologicamente di gran lunga il più interessante) la situazione e l'esito sono più ibridi.
La Stone, per grandissimo amore verso suo marito, arriva addirittura ad uccidersi per lui.
Per poi "riapparire" un secondo dopo alla porta.
Come se fosse sì riuscita a riconquistarlo ma solo "uccidendo" quello che era adesso, per tornare quella che lui ha sempre voluto.
Nel terzo episodio, invece, c'è un fallimento totale, la Stone dopo lunghissime ricerche trova davvero "LEI" ma quando sta per portarla dal guru (e avremmo così avuto il terzo ricongiungimento in tre episodi) fa un incidente in cui la ragazza muore.
La Stone sarà così "per sempre" sola, con anche la beffa che colei che riporta in vita i morti è morta lei stessa.
Quindi, un favore che funziona, uno che funziona a metà, uno fallimentare.
Tre personaggi (il primo Plemons, la seconda Stone, la terza Stone) pronte a tutto per non perdere la loro (malata) luce (Dafoe, Plemons, Dafoe).
Tre personaggi quindi completamente dipendenti affettivamente e/o psicologicamente da altri.
Anche qui con differenze.
Il primo Plemons è un uomo che fuori dalla sceneggiatura di Dafoe è completamente perso.
Imita goffamente i vecchi consigli del suo amato (come quel ridicolo infortunio per abbordare) ma fallisce miseramente fino a quando non incontra la Stone che, guarda caso, era anch'essa un' "attrice" di Dafoe, a rimarcare ancora di più quando anche senza sceneggiatura niente funziona fino a quando la sceneggiatura non ritorna.
Lui non sa cucinare nemmeno un omelette a casa (omelette che torna in tutti e 3 gli episodi, come tante altre cose), tutto gli gira male (il colloquio saltato).
Niente, senza Dafoe è completamente perso.
E per questo uccide, senza pietà poi.
Sembra uno di quei rapporti malati in cui uno (di solito uomini banali e non interessanti) senza l'altro si sente così inutile e perso che a costo di tornare indietro sarebbe capace di qualsiasi cosa.
Meglio una vita fittizia, decisa da altri ma non solitaria e in cui c'è qualcuno a cui interessi  che una autentica ma dovendo fare i conti con te stesso.


Nel secondo episodio la manipolata è una persona meno "manichino" di Plemons nel primo, nel senso una donna che comunque (probabilmente) è riuscita a sopravvivere ad un naufragio (mentre Plemons non riusciva a sopravvivere da solo nemmeno alla cucina di casa), una ricercatrice, una persona, insomma, di valore e capace potenzialmente anche di vivere da sola.
Eppure è talmente tanto "l'amore" per il proprio marito o talmente tanta la manipolazione nel passato che, anch'essa, è disposta a tutto.
Qui abbiamo un tipo di amore secondo me diverso, ovvero quello di alcune persone valide e meravigliose che avrebbero tutte le capacità e le forze per stare bene anche da sole (il naufragio) o farsi una nuova vita ma sono comunque ormai troppo dipendenti da una persona sbagliata.

Nel terzo episodio la manipolata (sempre la Stone) è un gradino ancora sopra come indipensenza, ovvero una persona coi controcoglioni, paradossalmente libera, una che guarda tutti dall'alto verso in basso, una dura che, però, davanti al proprio guru diventa comunque la bambina piangente che non accetta di perderlo.
Ancora un altro tipo di persona, quindi, ovvero quelle meno poco empatiche, realizzate, dure, crudeli ma che comunque in un rapporto d'amore diventano debolissime e dipendenti.
Quindi in tre episodi un manichino senza spina dorsale, una persona bellissima, una persona pessima e realizzata ma tutti e 3 accomunati dall'essere "manovrati" dalla persona che amano o idolatrano.

Ci tengo un attimo a tornare al secondo episodio, come detto per me il più interessante.
Ci sono 3 letture possibili.
Quella per cui la prima Stone è un'impostora e quella che entra la reale.
Quella per cui la prima Stone è la reale e quella che entra nel finale l'impostora.
Quella - per me "sicuramente" la più giusta - per cui la prima Stone era davvero quella reale, mentre il finale una metafora (anche perchè non ha alcun senso pensare che la seconda Stone - impostora o no che sia - fosse stata lì pronta sull'uscio).
Plemons "amava" sua moglie per come lui l'aveva "creata".
Ritrovarsi quindi una donna cambiata (a causa del terribile shock e trauma) lo destabilizza.
Non accetta che lei sia diversa, non accetta che non ricordi la sua canzone preferita o che le piaccia il cioccolato, che prima detestava.
E' come se quell'uomo ormai vedesse sua moglie dentro dei binari prestabiliti, un essere umano sempre uguale a sè stesso e alla sua mercè.
Quindi che la moglie ritornata sia una donna amabilissima, dolcissima, innamoratissima, a lui non cambia niente, perchè lui rivuole solo e soltanto quella che lei era.
Come se le dimenticanze di adesso o le abitudini diverse (cioccolato) o i cambiamenti fisici (quella scarpa che non entra può anche rappresentare quei cambiamenti fisici che alcuni uomini non accettano) rappresentassero una sorta di indipendenza/cambiamento da lui non accettata, un uscire fuori da schemi cui lui era abituato, schemi che (probabilmente) aveva deciso lui in passato.
Ed ecco che adesso le chiede di tutto, persino amputarsi (proprio pochi giorni fa avevo condiviso su Instagram una frase dello splendido Spaceman, frase in cui si diceva che in amore spesso si amputano parti di sè stessi per diventare tutt'uno con l'altro, ma se l'altro non è disposto ad amputarsi niente allora niente ha senso).
Fino a farla poi uccidere.
E così, uccidendo quella "nuova" donna - meravigliosa - che ha avuto però l'ardire di essere diversa da prima lui può, metaforicamente, abbracciare subito la vecchia versione di lei.
Ma, ecco, sappiate che io son sicuro che la Stone ritrovata nell'isola fosse veramente sua moglie, anche perchè altrimenti il lucidissimo discorso che fa al padre (Dafoe) riguardo al sogno dei cani non avrebbe alcun senso.

Ho citato il sogno dei cani, un altro degli aspetti ricorrenti negli episodi.
Anche qui stessa cosa ma modalità diverse.
Nel primo un sogno banale e "fattuale" (lui che va incontro a Dafoe in macchina), nel secondo un sogno completamente metaforico (i cani buoni padroni) nel terzo uno metaforico e fattuale insieme (le due ragazze che la salvano dalla piscina, ragazze che in realtà esistono davvero).
Elementi ricorrenti ce ne sono davvero tanti, come ovviamente l'omino che dà il titolo agli episodi (cercate in rete se ha qualche significato, come sapete io scrivo solo cose che penso da solo), come il continuo riferimento al cibo, come la presenza del sesso (vero must dei film di Lanthimos, un sesso mai veramente canonico ma o surreale, o forzato, o squallido o estremo o stupro), come la presenza di auto che sfrecciano (nel primo loro che causano incidente al semaforo, nel secondo dei ragazzi che anch'essi sono passati col rosso, nel terzo lei che guida come una pazza e causa anch'essa un incidente), o Plemons che nel secondo e terzo episodio ha due scene identiche in cui "spiega" cose al personaggio della donna asiatica (senza che lei gli creda in entrambe), o la figlia della Stone nel terzo cui il padre inventa che si è rotta un piede come era accaduto veramente a Plemons nel secondo, o la presenza di aborti nel primo e nel secondo, o come -  ovviamente - la presenza della morte (in tutti e 3 gli episodi muore qualcuno, anche qua sempre qualcuno con un ruolo diverso, ovvero l'omino fil rouge - solo strumentale -, una dei due protagonisti nel secondo e un personaggio secondario ma più "importante" di tutti nel terzo).


Inutile parlare degli attori (Plemons sempre più grande).
La regia non resta addosso, nè minimale nè esagerata, fa il suo.
Certo meglio 100 volte film come Kind of Kindness con la sua reticenza e i suoi simbolismi rispetto ai disastrosi 10 minuti finali di Poor Things (film però, per me, che resta abbastanza nettamente superiore nel complesso).
Di altri aspetti, specialmente di tanti simboli disseminati nel film, ci sarebbe da dire ma poi rischio lo stesso errore del film, andare troppo lungo.

Chiudiamo con una battuta/metafora (e vi risparmio - anzi, la sto dicendo - quella che nel secondo episodio c'era un piatto con-dito).
Ad un certo punto si vede la racchetta rotta di McEnroe, forse il tennista più geniale della storia del tennis.
Tennista che però, a volte, sbagliava qualcosa.
E si incazzava a bestia, sbraitando con l'arbitro o rompendo racchette.
Ecco, forse Kinds of kindness è la racchetta rotta di McEnroe.
La prova che anche un regista talentuosissimo può sbagliare.
Magari anche facendo una volee perfetta stilisticamente.
Ma che va fuori di mezzo cm.

6.5 / 7

9.6.24

Recensione: "The Watchers - Loro ti guardano" - Al Cinema 2024

 

Dopo più un mese (35 giorni) torno a scrivere una recensione, amen.
La prima regia della figlioletta di M.Night Shyamalan è un bel film che "copia" in tutto e per tutto i film del padre (attenzione, questo aspetto potrebbe essere anche lettura dello stesso The Watchers).
Una location (e non solo quella) alla The Village, spruzzate di Signs e Lady in the water e altri piccoli rimandi a M.Night per un film dalla bella atmosfera, con tanti bei concetti messi dentro e tante suggestioni ma che ha il problema di non essere scritto troppo bene, confondersi e confonderci, avere situazioni dentro poco coese o coerenti e altre quasi inspiegabili.
Senso di colpa, imitazione, essere sè stessi, le tematiche ci sono ma non ce n'è solo una portata davvero a compimento o veramente incisiva.
Resta una piacevole visione da sala e un esordio più che
promettente.

presenti spoiler sin da subito

 Sono abbastanza orgoglioso di avere "capito" il film dopo nemmeno 5 minuti.
I primi 4 appunti che faccio nel taccuino sono:

"Camaleonte"
"Pappagallo"
"Ritratto" (i disegni che lei fa)
"Finge di essere un'altra" (la parrucca e le bugie al bar)

Come fosse L'eredità (era quello il programma vero?) mi ritrovo lì ad unire questi 4 elementi e dirmi che tutti hanno una caratteristica comune, ovvero "l'imitazione" e/o la copia di sè.
Il Camaleonte e il suo caratteristico mimetizzarsi con l'ambiente, il pappagallo che imita e copia le frasi degli umani, il ritratto che cerca di replicare le fattezze degli esseri umani e lei che si mette una parrucca e finge di essere un'altra.
Poco dopo, in macchina, altra imitazione, quella di lei alle parole della sorella al telefono.
Molto più avanti, nel flash back principale del film - quello dell'incidente - lei che causa lo stesso incidente perchè stava ripetendo...a pappagallo le frasi di rimprovero della madre.
Ecco, prima ancora che a metà film di scoprisse che cosa facevano le creature del bosco mi dicevo continuamente "In qualche modo deve entrarci l'imitazione, per forza, è un continuo accenno a questa".

E così sarà, quelle creature osservano noi umani più che possono per poi poterci "sostituire", camaleonti, pappagalli, nostri ritratti, nostre ripetizioni, tutto quello che il film simbolicamente ci aveva suggerito.
Per farlo escono dopo il tramonto, si mettono davanti quella baita a specchio e ci osservano.
E' per questo motivo - ma lo capiremo solo poi - che l'anziana (che poi si rivelerà una di loro, da qui il suo consiglio) dice agli altri "comportatevi come sempre, come se loro non esistessero", proprio perchè le creature, per copiarci nel migliore dei modi, hanno bisogno di vederci "al naturale".
Un pochino quello che accadde se vogliamo al primo Grande Fratello (non a caso nella baita hanno le vhs di una trasmissione molto simile), ovvero quello di mettere persone dentro una casa e spiarle nei loro normali comportamenti.


Questo qua è forse l'aspetto più interessante di un film - esordio della figlioletta di Shyamalan alla regia - assolutamente piacevole e riuscito ma con tante, troppe pecche.
E paradossalmente questo film sull'imitazione lo è anche a livello metacinematografico visto che The Watchers imita perfettamente tutti i film del padre (The Village, Signs, Lady in the Water e spruzzate di altri) come se, in qualche modo, quello che fanno le creature del film fosse quello che ha fatto la stessa Ishana Shyamalan, ovvero osservare per tutta la sua vita le opere del padre per poi imitarlo e "sostituirlo".

(considerazioni venute fuori "in team" post visione)

Come dicevo i problemi sono tanti.
Innanzitutto (e anche questo accade spesso col padre) la costruzione di personaggi che non ti restano dentro, più che mal caratterizzati direi incapaci di sradicarsi dal ruolo di "personaggi da thriller" e acquistare profondità.
Eppure il desiderio di empatizzare con loro nella scrittura del film c'è, visto la protagonista ha un forte trauma alle spalle che, vero e proprio fil rouge, ci viene ricordato e ripresentato continuamente.
Forse è un problema di recitazione, di regia, di flash back poco emotivi, non so, ma sto dolore di Mina a me non è arrivato.
Come non arriva nemmeno la "complessità" del ragazzo, il senso di abbandono della ragazza nera e via dicendo.
No, non ci si emoziona, bisogna ammetterlo.
Il problema è che sto senso di colpa della protagonista è così importante che noi ad un certo punto siam sicuri che possa essere la "spiegazione" del film, la sua metafora, per poi arrivare invece alla fine con la triste constatazione che serviva poco a niente.
Anzi, in maniera precaria si prova proprio nel finale a renderlo importante con lei che - per non essere uccisa da Madeleine/mostro - le dice che loro sono uguali, entrambe umane, entrambe con sofferenze, bla bla bla.
No, male.
Altro problema è che il film è pieno di situazioni difficilmente concepibili, o mal spiegate o veri e propri errori.
La questione ad esempio degli "operai" è disastrosa, per almeno 4 motivi.
Ci sarà voluto almeno un mese a costruire quella cosa là. Un mese per 13 operai al giorno fa 400 operai morti. Ma niente, scompaiono 400 persone in un mese tutte in un luogo ristretto e la vita va avanti, anzi, continuano tutti ad andarci.
E come faceva "il professore" a contattare poi sti operai se i cellulari non vanno e internet non funziona?
E come potevano gli operai trovare quella foresta visto che (anche questa cosa assurda) l'intera foresta non esiste nelle mappe? 
E come potevano portare tonnellate di materiali, macchinari e gru per costruire quell'immenso bunker?
E perchè tutti sti operai venivano uccisi invece che "imitati" ?

Ma poi che il professore "rapisca" una creatura in quel modo per ricreare la moglie (mi pare morta da 8 anni) si fa davvero fatica a crederlo.
Tra l'altro come ha realizzato la "copia" se la moglie non era presente?
Con qualche foto?
Ma se per tutto il film ce la menano che queste creature per copiarci devono osservarci "dal vivo" mesi e mesi...
E perchè Madeleine se aveva scoperto di essere "diversa" (resiste alla luce) non era andata nel nostro mondo prima?
Non sapeva forse della via d'uscita che conosceva lo stesso professore?
Tante cose mal spiegate, alcune non accettabili (gli operai), altre semplicemente che non funzionano.
Con questo tentativo, tipo Lady in the water, di unire il mondo magico al nostro (ma con i personaggi rinchiusi dentro casa e queste creature fuori che richiama anche tanto Signs).
Affascinante sì, come del resto sono sempre affascinanti queste leggende, questo folklore.
Eppure è tutto maledettamente mal spiegato e mal costruito, anche nel quarto d'ora finale, davvero debolissimo.
Peccato perchè nella prima mezz'ora in cui avevamo messo nel piatto tanti bei concetti, come quello dell'imitazione (coi simboli che dicevo), come quello dell'osservare, come quello del "Sii te stessa" (lo dice Madeleine a Mina, io ero convinto che potesse essere la frase chiava del film, invece per nulla), come quello di questa unione tra mondo umano e mondo fatato, era davvero un gran bel tavolo apparecchiato.



Restano delle gran belle immagini (ho adorato quello di Mina duplicata orizzontalmente allo specchio), una location favolosa (ma i boschi lo sono sempre), delle creature riuscite e abbastanza inquietanti, il concetto di tane molto interessante (anche lì, però, ci sono tutte quelle tane no? E allora la grande "tomba" chiusa con tanto di lapide che differenza ha con le altre tane?), dei momenti suggestivi (vedi quello della telecamerina), un continuo gioco con lo spettatore a cogliere cose del padre (The Village su tutti).
E quella scoperta della botola che, anche come inquadratura, mi ha ricordato tantissimo Lost.
Però, diciamocelo, è incredibile come The Watchers ad un certo punto diventi una copia quasi carbone dell'Us di Peele.
Qualcuno che sta nel sottosuolo, qualcuno "uguale a noi", qualcuno che poi esce fuori e ci imita, la stessa Madeleine che si rivela un'infiltrata "speciale" come lo fu la bimba nel magnifico film di Peele, questa volontà delle creature di andare in superficie e sostituirci.
Non so, mi sembra che si sia andati anche troppo pesanti con le somiglianze :)
Da apprezzare il cameo di Nicholas Cage, presenza discretissima per l'intero film ma quasi sempre in scena.
Ok, mi riferisco alla "gabbia" del pappagallo che non si capisce perchè Mina la porti sempre con sè.
Lei, la Fanning, fa il suo ma non mi resterà.
Nel finale tutto se possibile diventa ancora più confuso.
Non si sa perchè la creatura doveva per forza uccidere Mina o, al contrario, perchè poi non lo faccia più.
Perchè questa le ha rivelato che ci sono altri "Halfling"?
Perchè le ha detto che lei è mezza umana?
E allora?
E perchè Madeleine creatura continua ad osservare Mina per il resto della sua vita?
Alla fine, sta creatura, se pò sapè che cazzo vole?

6.5 / 7