Continua l'appuntamento con le recensioni e gli articoli scritti da voi.
Stavolta è il turno di Romina Bracchi, ragazza che in realtà qua nel blog non ha mai commentato ma fa parte della decina di nuovi lettori che si sono formati con l'entrata su fb. Romina poi è delle mie parti, credo proprio di Perugia (o forse di Todi), finalmente un lettore che volendo potrei conoscere di persona.
Questo è infatti un pò il paradosso di questo blog visto che in questi 5 anni a parte parenti, amici più stretti e persone care (diciamo 6,7 persone in tutto) nessuno che conosco, anche solo sommariamente, si è mai fatto vivo.
La rece è molto bella e il film interessantissimo.
Buona lettura.
EREDITARE
L'ASSENZA.
Riflessione
su "Paesaggio nella Nebbia" di T. Anghelopoulos
Due
bambini, fratello e sorella di undici e cinque anni, corrono sulla
strada bagnata, al buio. Sono diretti, come ogni sera, alla stazione,
dove sembra sempre che stiano per partire, salire su uno di quei
treni, quello diretto in Germania. Ma per farlo occorre il
coraggio, subito. E un giorno quel coraggio lo trovano.
''Hai
paura?'' - ''No.''
Da
Atene, una sera un treno parte per la Germania e i due fratellini sono lì', sul vagone, piangono e si abbracciano,
-
''Siamo saliti'' dice entusiasta uno dei due. Sono saliti di nascosto sull'Internazionale 290 ma ben presto verranno fatti scendere
dal controllore. Decidono allora di continuare il loro viaggio a
piedi, sotto le intemperie. E' l'inizio di un viaggio alla ricerca di
un padre di cui non sanno nulla ma che possono solo immaginare attraverso i vaghi racconti della madre o per mezzo dei loro sogni
ricorrenti nei quali lui è lì, gli appare e parla. Nel corso del
loro cammino incontrano Oreste, un giovane attore che viaggia, sempre col sorriso, su un bus sgangherato, e decidono di proseguire insieme a
lui, anima a loro affine che recita una sola commedia, la sua. In una
scena particolarmente significativa Oreste regala ad Alexandros un
frammento di pellicola cinematografica nel quale sembra esserci solo
nebbia ma a ben guardare si può immaginare ci sia impresso un grande
albero. Lo stesso albero che troveranno poi navigando su una
barchetta senza remi alla fine del film, l'albero della vita. E' un
viaggio importante il loro, con tutti i pericoli e le bellezze della
ricerca. Li seguiamo muti attraverso scenari bellissimi e
desolati, li osserviamo mentre incontrano personaggi che restano immobili in quei
paesaggi quasi a voler mettere in evidenza e in contrapposizione il
movimento di Voula e Alexandros. Nella nebbia o sotto la neve lunghi
piano sequenza seguono i loro passi, come ingranaggi piccolissimi di
una macchina cosmica, alla ricerca di un orizzonte di assoluta
libertà. I novelli Telemaco, vulnerabili, indifesi e quasi nudi in un mondo così crudele e difficile, scoprono che c'è qualcosa che si riesce
ad afferrare meglio nel sogno che nella realtà. Assomiglia
infatti a un sogno il loro andare avanti che non arriva mai a
destinazione, perchè l'orizzonte è sempre un po' più lontano, e la
ricerca di un'ipotetica ''Germania'', così come il crescere, non
finisce mai. Ma è così bello perdersi...
Film-fiaba poetico e
brutale, cosceneggiato da Tonino Guerra, Leone d'argento al Festival
di Venezia 1988.
''E'
ciò che nel mondo si muove, come il vento, è ciò che crea e guida
con pensieri invisibili e immagini d'aria'' (jung, sul padre)
i film minori di Theo Anghelopoulos sono bellissimi, gli altri sono capolavori :)
RispondiEliminace l'ho fatta a recuperare il vecchio account :)
Eliminaconcordo Ismaele, non ha sbagliato un colpo :)
Eliminabravisima romina,bellissima recensione!
EliminaEh, ma anche se non fai login il nome mettilo sennò chi ringrazia?
Elimina:)
ahahahaaha grazie caro sconosciuto :)
EliminaLa recensione è molto evocativa, vien proprio voglia di cedere il film, e questo magari, se sono fortunato, lo posso recuperare in mediateca. Mi sembra uno di quei film dove sembra che non accada nulla e invece .... ho l'idea che visivamente, grazie alla nebbia, si possa avere l'illusione che lo schermo si stia dilatando, come se stesse respirando.... chissà? è così? insomma, s'ha da vedere :)
RispondiEliminaesatto Giovanni, sembra che non accada nulla e invece è un'esperienza visiva pienissima di cose e particolari, tutti inglobati nella nebbia.
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