25.4.15

BuioLibri (N°1) Murakami - L'uccello che girava le viti del mondo



Scrissi il post sui libri con la malinconia derivante dalla forte sensazione di un amore ormai finito, come un ricordo, un omaggio, ad un mondo che non mi apparteneva più. La vostra partecipazione ed il vostro entusiasmo sono stati impressionanti.
Solo grazie a voi, a questa ondata di calore, ho avuto forza e stimolo di leggere di nuovo. Con il tentativo di scriverne poi, cominciando da oggi.
E se è vero che le recensioni dei film le scrivo per me, perchè mi fa bene, questo spazio invece esiste solo per voi.
E grazie a voi.


Ho cercato in ogni pagina, in ogni personaggio, in ogni vicenda, in

ogni sviluppo di trovare un senso a quello che stavo leggendo.
Uomini che amano stare in fondo a un pozzo, sogni ricorrenti, personaggi dai nomi di isole che appaiono e scompaiono, gatti che scappano e poi tornano, incontri casuali, una mazza da baseball che diventa filo rosso di capitoli e capitoli, racconti di guerre lontane, macchie viola che appaiono sul viso.
Ho cercato e sperato che poi, in qualche modo, tutto avesse una spiegazione.
Poi sono arrivato alla fine, e questo senso evidente che tanto speravo Murakami mi sbattesse in faccia non c'era.
Ed è solo qui, in questa mancanza, in questo lasciarti così che ho capito quanto l'Uccello che girava le viti del mondo sia un capolavoro.
La grande letteratura, i grandi scrittori sono quelli che potrebbero regalarti pagine su pagine anche sul nulla. Quelli che riescono a dare densità a vicende monodimensionali, quelli che penetrano ed espandono una materia anche piccola e banale.

E la magia di questo libro è che non solo sarebbe potuto essere di 100 pagine in meno (delle oltre 800) ma anche, volendo, 100 in tutto. O 1500. Perchè non c'è un tempo fisico qua, qui c'è il tempo delle vicende, quello della mente e quello del cuore, 2,3,4,5 dimensioni che si incrociano continuamente. E Murakami sta sopra a manovrare questi pupazzi del tempo e dello spirito come un burattinaio che gestisce sì ogni mossa, ma allo stesso modo sembra lasciarsi trascinare anche da loro, dai suoi pupazzi, da suoi sogni, dalle sue ossessioni.
L'Uccello che girava le viti del mondo non è altro che la storia di 3 soli personaggi, non uno di più.
Una coppia in crisi e il fratello di lei, un uomo nero dentro capace di plagiare e rovinare le vite degli altri.
E una vicenda così diventa nella mani di Murakami un libro enorme pieno di personaggi, pieno di temporalità, pieno di realtà alternative a quella reale. Tutto al contempo sembra vero e metaforico, tutto è banale e spiritualmente inafferrabile.
Un gatto è scappato di casa.
Toru Okada, trentenne felicemente sposato, non riesce a trovarlo.
Poi, pochi mesi dopo, scappa anche sua moglie Kumiko.
Toru vuole trovarla. E riconquistarla.
Iniziano ad accadere piccoli avvenimenti, sempre più inspiegabili. Toru incontra persone, parla con loro, fa telefonate, prepara caffè (centinaia e centinaia di caffè), fa tutto questo cercando piano piano (l'apatia è quasi motore delle cose) di capire non solo il mondo che lo circonda, ma anche sè stesso, Kumiko e quello che loro due erano in realtà.
C'è un filo conduttore che attraversa tutto il romanzo, ed è l'oscurità, il buio.
Il buio di una stanza in cui vengono spente le luci, come quella del cantante di piano bar che con una candela mostra a tutti l'esperimento della condivisione del dolore. O come la sala prove, nella quale qualcuno entra e, non si sa perchè, ha bisogno di toccare la voglia di Toru.
C'è poi il buio degli occhi chiusi, quello nel quale decine e decine di volte Toru cerca di concentrarsi.
C'è il buio della notte, vero e proprio personaggio del film.
C'è il buio del sonno, dimensione decisiva nel libro, l'unica nella quale Toru riesce forse, faticosamente, a riavvicinarsi a Kumiko. Ma c'è anche il sogno di un bambino, un terribile sogno (straordinario capitolo) che priverà quel bambino della parola per sempre.
C'è, se vogliamo, anche il buio degli occhialini da nuoto che Toru deve indossare la prima volta che si trova ad usare il suo "potere".
E c'è poi il buio più importante, quello in fondo al pozzo, quello che fu per la prima volta sperimentato dal tenente Mamiya il giorno che la luce lo svuotò della vita.
"La luce viene ad illuminare le azioni della vita per un periodo di tempo limitato e brevissimo. Per qualche decina di secondi soltanto, forse. Passati i quali se ne va, e se uno non è riuscito ad afferrare la rivelazione che gli veniva offerta in quel momento, non avrà una seconda opportunità"
Ed è il buio che adesso va continuamente a ricercare Toru.
Nel suo pozzo.
Il buio in questo libro è in realtà luce, l'unica dimensione nella quale veramente si è in grado di vedere.
E di capire.
Ci sarà anche un settimo buio, quello del coma, un buio che in qualche modo dovrà essere interrotto...
Questo è un libro lynchiano che sembra scritto da Hemingway.
Il significante è sempre abbastanza semplice ma il significato, se abbiamo la voglia e la pazienza di ricercarlo, complessissimo.
Murakami, a livello narrativo, eccelle in ogni situazione.
Nella descrizione dei personaggi e del loro passato ad esempio, veri e proprio inserti nel libro che valgono di per sè.
Le storie delle sorelle Malta e Creta, quelle del sergente Honda e del Tenente Mamiya, quelle, magnifiche, di Nutmeg, di suo padre e di suo figlio Cinnamon, sono vere e proprie perle.
Soprattutto ho trovato veramente da pelle d'oca i racconti di Mamiya e di Nutmeg, inumani e indimenticabili spaccati di guerra e atrocità davvero formidabili. Dall'uomo scorticato vivo nel deserto al massacro degli ufficiali giapponesi vestiti da giocatori di Baseball, dallo sterminio degli animali allo zoo allo spuntare dal mare del sottomarino, dal racconto dei giorni passati nel pozzo alla storia, bellissima e terribile, della prigionia in Siberia, con quel Boris che si fa sparare da 2 metri senza essere ucciso semplicemente perchè "Tu non puoi uccidermi". E quella maledizione che Boris lancia a Mamiya mi ha ricordato con un brivido il terribile racconto kafkiano de La Condanna. Ecco, il "guscio vuoto" che diventa Mamiya, ossia un corpo ormai incapace di provare emozioni è espressione che tornerà decine di volte, nei luoghi più disparati. E' ad esempio lo stesso guscio vuoto che diventò Creta. O quello che, forse, è diventato Kumiko adesso.
In realtà questo è un romanzo in cui sono decine e decine le cose che tornano, come se in qualche modo l'umanità fosse tutta collegata nel tempo e nello spazio.
Leggendo questo libro è come se noi avessimo in mano una piccolissima sfera che appena la sfioriamo ne forma una più grande che ci circonda.
Un microcosmo di piccole cose e piccole vicende che crea un macrocosmo gigantesco di possibili letture e significati.
Tutto è molto sobrio, perchè lo stesso Toru racconta i fatti con estrema semplicità, quasi come uno scienziato che prova ad analizzare le cose. E le emozioni, di conseguenza, sono sempre trattenute, sia quelle dei personaggi che le nostre. Ma sono le emozioni più trattenute, quelle che si fermano apparentemente sull'epidermide ad essere poi invece quelle che vanno più nel profondo del nostro inconscio.
Si potrebbero scrivere altre mille cose su un libro che tratta così tante tematiche (la politica, la storia, la solitudine, l'incapacità di cogliere i segni, la violenza, i traumi, persino la magia e, sottotraccia, gli abusi famigliari) e lo in così tanti stili (narrazione classica, sogno, lettere, racconti, articoli di giornale e altro) ma c'è un personaggio però che più di tutti non riesco a togliermi dalla testa.
May.
Una 17enne ribelle e probabilmente psicolabile ma così vera, tenera e indifesa che ogni cosa che fa e dice senti un volergli bene che trascende le pagine del libro.
May e le sue parrucche.
May che fece morire un ragazzo chiudendogli gli occhi.
May che dice le cose semplicemente, come una bambina, ma ogni volta che dice qualcosa sembra conoscere il senso della vita.
May che si chiede se nel caso in cui noi fossimo immortali staremmo tutto il giorno a pensare e farci domande. La filosofia, la psicologia, la logica, la religione, tutti discorsi che affrontiamo solo perchè un giorno moriremo, perchè invecchiamo, perchè deperiamo.
May che poi un giorno andrà via.
E rivelerà infine che soltanto all'apparenza lei è sempre felice, svampita e senza pensieri. Perchè in realtà piange, piange spesso.
E forse una notte le sue lacrime alla luna diverranno l'acqua tornata in un pozzo.
May guarda uno stagno ghiacciato e pensa alle anatre, a dove saranno volate via.
Fece lo stesso pensiero, e alla sua stessa età, anche un altro ragazzo.
Si chiamava Holden.
Chissà, magari insieme sareste stati bene.

E magari anche qualcun altro starà di nuovo bene insieme, solo il tempo lo dirà.
Tanto il mondo, finchè ci sarà un uccello a girare le viti del suo meccanismo, andrà avanti in eterno.

31 commenti:

  1. Di Murakami ho letto solo "1Q84", che ho trovato a tratti bellissimo, ma il finale mi ha lasciato abbastanza basito. Sicuramente dovrò leggere altro di suo.
    E prima o poi dovrò leggere anche "Il giovane Holden", cosa che mi prometto di fare ormai da dieci annetti...

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    1. 1Q84 hai letto tutti e 3 i libri vero?
      No perchè essendo diviso in più volumi non si sa mai :)
      No, anche per me era solo il secondo Murakami (l'altro una raccolta di racconti) e non credo sia superabile.

      Alla fine Il Giovane Holden c'entra nulla, però quella cosa che si chiede quella ragazza è per forza un riferimento al libro di Salinger.
      E in quel momento l'ho trovato bellissimo :)

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    2. Ovvio, tutti e due/tre (nell'edizione che ho io i primi due libri sono stati accorpati XD)
      Comunque domani, appena esco da lavoro, vado a comprarlo. Deciso!

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    3. Sono molto curioso Giacomo, perchè vedi, questo è un libro che se non accetti e vivi per quello che è, può addirittura risultare non solo noioso, ma incongruente, quasi "sbagliato". Un ammasso di cose che non porta quasi a niente, un "allungare il brodo" inutile.
      Qualsiasi giudizio io possa leggere su questo libro non mi stupirebbe.
      Ma se ci entri dentro e, come Murakami, ti lasci portare avanti e indietro, sensatamente o no, dalle pagine diventa stupendo.

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    4. In realtà mi riferisco a "Il giovane Holden", ma prima o poi leggero anche questo XD anche se di Murakami ha la precedenza "Kafka sulla spiaggia.

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    5. Ammetto che non ci avevo capito nulla ;)

      Holden lo lessi, come tutti, a 16 anni come testo liceale.
      E' incredibile come non ricordi nulla tranne quel passaggio che ho ritrovato anche in Murakami ;)

      Insomma, leggerai Il Castello a Riccione?

      non sprecare manco la risposta...

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  2. Stupendo! Il capolavoro di Murakami. E uno dei miei libri preferiti.
    Ti consiglio anche Dance Dance Dance.

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    1. Ciao Rta!

      Sì, credo che sia diventato anche uno dei miei preferiti... :)

      per il resto ne ho letti solo due ma li ho tutti.
      E Dance Dance Dance era proprio il prossimo che intendevo leggere

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    2. il mio consiglio per il prossimo è Kafka sulla spiaggia oppure L'incolore... Dance dance dance è bellissimo ma non arriva ai livelli dell'Uccello, di Kafka o di 1Q84 (gli altri al cui filone appartiene, insieme al Paese delle meraviglie, il primo).

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  3. Cominci a scrivere di Libri...e parti da Murakami! Non smetterò mai di amare il tuo blog. Questo romanzo mi manca, ma ne ho letti molti. Il preferito "A sud del confine, a ovest del sole", magnifico...sono sicuro che lo ameresti. Quello a cui sono più affezionato "Norwegian Wood", un libro semplice, delicato, ma che riesce a creare un'atmosfera stupenda, fatta di malinconia e ricordi sfumati. Menzione d'onore per "Dance dance dance". Adesso invece sto leggendo "L'incolore Tsukuru ed i suoi anni di pellegrinaggio" che dopo poche pagine si è già prenotato un posto sul podio... :-) A quando, Caden, il prossimo Murakami?

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    1. Grazie amico mio.
      Ma sai che pur avendo 5,6 Murakami a casa e avando letto più volte la sua bibliografia quel titolo non l'avevo mai visto?
      Bene, ora lo so.

      Il prossimo Murakami potrebbe essere anche il prossimo libro :)

      ma prima ce n'è uno che ha una storia incredibile dietro.
      Un libro praticamente sconosciuto di un autore praticamente sconosciuto morto suicida a 26 anni.
      Poi dirò come l'ho scoperto :)

      ti giuro entro la fine di questa estate ti vengo a trovare, meglio se a Firenze

      un abbraccio

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    2. Ma dai, più che volentieri, mi farebbe strapiacere. E scusami se ultimamente passo un po' più di rado di queste parti... Nel frattempo aspetto a gloria la recensione di questo libro praticamente sconosciuto!! Un abbraccione anche da parte mia!!

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    3. Ma scusa di che, non riesci nemmeno ad aggiornare il tuo di blog, figurati se ce la fai a seguire gli altri...
      Ti capisco benissimo, è capitato tante volte anche a me.
      E ricapiterà, ne sono sicuro.
      Ci vediamo sì. E da domani mi metto a leggere quel libro, non ci vorrà molto credo

      ciao!

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  4. L'uccello giraviti è un capolavoro a cui hai reso giustizia; ma quando leggerai Kafka sulla spiaggia ti accorgerai che è ancora più bello, e poi, con 1Q84, ti sembrerà impossibile che Murakami possa essere ancora più bello. Sublime.

    Fai caso a una cosa: Murakami alterna da sempre un libro "realista" e uno "fantastico". Quelli del secondo tipo sono più lunghi. E sono ritenuti i suoi capolavori (come i 3 di sopra, fra cui questo che hai letto). Ma l'altro suo filone non è da meno: appartiene ad esso il suo libro più letto (Norwegian Wood) ma anche due autentici capolavori che ti consiglio risolutamente, e che si leggono anche in poco tempo:
    - A sud del confine, a ovest del sole
    - l'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio (l'ultimo che ha scritto ad esser pubblicato in italiano: che è pari a 1Q84 per quanto è sublime).

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    1. Grazie Stefano!
      Cavolo, ora ho un vademecum stringato e perfetto per riuscire a muovermi in Murakami.
      Credo che "L'incolore..." e "A sud..." (oh, nemmeno li conoscevo questi due) sono adesso tra le priorità visto che non solo te, ma anche Vittorio qua sopra (ragazzo che stimo molto) me li presentate come formidabili.
      Però è come se stessi ricominciando adesso la mia seconda vita da lettore, quindi credo che all'inizio mi muoverò su autori diversi ogni volta.
      Ma i Murakami ce li ho già praticamente tutti comunque :)

      A presto!

      (e non preoccuparti, arrivo su Mia Madre prima o poi..)

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  5. Io con quest'autore mi sa che ho chiuso,almeno per un po' di tempo,se non mi capitano altri suoi libri tra le mani.Troppo furbo e ruffiano,troppo semplice,troppe poche pretese,nelle parti fantastiche lascia tutto lì,senza la minima (e sottolineo minima) spiegazione.Ho letto Kafka Sulla Spiaggia,La Fine del mondo e il paese delle meraviglie,Norwegian Wood.I primi due sono comunque buoni,ma nulla più,pieni di difetti come alcune descrizioni che riescono ad essere persino irritanti e che ammazzano completamente l'atmosfera che si era creata.Kafka Sulla Spiaggia poi eccelle nel campo di mancare di spiegazioni,TUTTI gli eventi surreali del romanzo e dico TUTTI sono lasciati senza spiegazione (che sia una spiegazione realistica o fantastica) ma anche alcuni realistici sono lasciati lì senza che portino a nulla,voglio dire che in tutto il libro le azioni dei personaggi ma anche gli eventi che li coinvolgono portano ad un effetto ma manca SEMPRE la causa.E dopo un po' ci si sente presi per il culo.La fine del mondo e il paese delle meraviglie è,dei tre,quello che mi è piaciuto di più,anche se poco convincente in alcune descrizioni della parte fantascientifico-tecnologica e troppo smielato in quella fantastica.Norwegian Wood invece mi è sembrato proprio mediocre,un abbaglio collettivo.
    Questo era uno dei suoi che mi attirava di più ma un libro così lungo di un autore che finora non mi è piaciuto lo rinvio a data da destinarsi

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    1. Che bello avere una risposta fuori dal coro, ne vorrei sempre una.
      Commento molto ben articolato nel quale spieghi benissimo perchè non sopporti (più) Murakami.
      Guarda, avendo letto solo un romanzo suo (e una raccolta) non posso tanto controbattere ma volevo dirti che, in generale, io amo moltissimo libri e film che non ti danno la minima spiegazione, proprio perchè poi mi costringono a un "terzo tempo" in cui io cerco disperatamente di trovarne una.
      Anzi, ti dirò, i libri che mi attirano di Murakami sono proprio questi fantastici, forse in quelli più realistici avrei problemi anche io.
      Ad esempio, nella rece non l'ho scritto, ho trovato anche io troppo dettagliate e alla fine stancanti le descrizioni fisiche dei personaggi, anzi, non quelle fisiche (ottime) ma quelle, ad esempio, sul loro vestiario. Ogni volta la telecronaca di ogni capo dalla testa ai piedi.
      Ed ho trovato delle parti troppo simili a delle altre, cose già viste e lette.
      Ma è proprio nel suo essere inafferrabile che ho amato così tanto questo libro.
      No Michele, lascia perdere qua, ci sono troppi libri per leggere quelli che non si vogliono leggere.
      Grazie dell'ottimo intervento ;)

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    2. Beh rinvio a data da destinarsi perché nonostante tutto questo continua ad incuriosirmi,solo che non avrà la priorità sul listone dei millemila libri che voglio leggere;)

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    3. Credo che la migliore ipotesi sia 2021. Ti aspetto

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  6. oh cavolo, mi ha svampato 2 volte il commento lungo che avevo scritto, ti faccio una sintesi:

    1: che scrivi di cinema o di libri, beh, wow! è sempre un piacere leggerti

    2: se ti è piaciuto tanto il libro in questione (che non ho letto) ti consiglio di leggere Dance dance dance. dalla descrizione che fai ritroverai quel senso onirico e surrealista misto a tanta intimità e realtà rarefatta.
    Non subito però, come dice il commento sopra di me, Murakami è un autore furbo e ruffiano, questo suo continuo non spiegare e lasciare sospesi alla lunga può infastidire.
    io metterei in mezzo qualcosa di più leggero o quantomeno lineare

    3: sono davvero contenta che tu sia tornato a leggere, perchè a mio modesto parere il mondo dei libri è più di quello del cinema (bannami pure!) quello che riesce a farci andare "oltre". non riesco a rispiegare il concetto, e sicuramente non c'ero riuscita prima, ma ora proprio non ho più tempo, ma intendo che come i libri ti trasportano in altri luoghi, ti fanno diventare altri personaggi, ti fanno vivere altre avventure nient'altro riesce a fare.
    ci riesce il cinema, in maniera alternativa, certo, ma non così a fondo.

    e meno male che ra una sintesi! ecco se me lo cancella ancora questo mio commento resterà nell'aere e forse sarebbe pure meglio perchè sono arrivata alle banalità!

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    1. Ho risposto a Michele, ricarico la pagina e appari tu, a sto punto rispondo subito ;)

      1 cioè, tu sei riuscita dopo due cancellazioni di messaggi a scriverne un terzo? complimenti, io mi sarei incazzato come una iena già dopo il primo. Ma Tullipan (scusa, non so il tuo nome) tu devi SEMPRE fare copia del testo prima di inviare, specie quelli lunghi

      2 grazie! ed è un piacere immenso che me lo dici (dite)

      3 se leggi tutti i commenti credo che Dance Dance Dance sia il più gettonato. E tutti mi avete dato "consigli" sul come muovermi ora. Sono consigli a volte contrastanti ma tutti ben articolati e assolutamente pertinenti. A sto punto andrò a sensazioni, anche se prima di un altro Murakami credo che ci saranno almeno 5,6 libri di altri autori.
      Molto interessante il tuo metodo, per non finire come Michele :)

      4 Hai assolutamente ragione ma c'è una spiegazione razionale (ahimè, il discorso è talmente bello che farlo diventare razionale mi scoccia).
      I film sono l'universo che qualcun altro ha creato per te.
      I libri sono l'universo che crei anche te insieme all'autore.
      E' per questo che vanno oltre, perchè c'è tanto di nostro, la nostra immaginazione.
      Gli altri luoghi, gli altri personaggi, le altre avventure sono anche i TUOI luoghi, personaggi e avventure.
      Nel cinema qualcuno li ha già reificati

      se si cancellava anche questo lo andavo a cercare io nell'aere con la maschera antismog!

      ciao!

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    2. ecco
      I film sono l'universo che qualcun altro ha creato per te.
      I libri sono l'universo che crei anche te insieme all'autore.
      hai detto quello che cercavo affannosamente di spiegare (ma è una citazione giusto, mi sa di deja vu) senza riuscirci, io preferisco creare insieme all'autore e infatti spesso ci rimango male quando qualcuno immagina cose diverse da me.

      eh ma io sono un tantino testarda, non è andata una, eh vabbè, se non va la seconda diventa questione di principio ehehe!
      hai ragione sul copia, mi scordo sempre

      p.s. se togli p e n trovi il mio nome ;

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    3. No, non è una citazione, l'ho scritta di mio, ma credo che in mille salse diverse almeno 5,6 milioni di persone l'avranno detta :)
      Insomma, basta solo pensarci, una volta che la pensi la direbbe chiunque.
      Nome importante!

      P:S. ricorda il copia perchè alla fine anche le testarde hanno il loro punto di rottura e di vaffanculo ;)

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  7. Eccomi ...Come prima recensione hai scelto proprio un bel tomo....e mi riferisco più all'autore che al numero di pagine scritte. Già nel tuo post sui 15 libri avevo accennato al fatto che ho letto qualche libro di Murakami e che nonostante abbia apprezzato qualche sua idea qualche cosa alla fine mi ha lasciata insoddisfatta, quasi infastidita. Ci pensai su tempo fa , specialmente dopo la lettura di 1Q84 , poi lasciai perdere ogni approfondimento .
    Ora tu commenti in modo così appassionato questo libro e così mi è tornata la voglia di capire perchè ne ero insoddisfatta, oddio , non è che mi venga sempre sta voglia , se uno scrittorte non mi convince spesso lo mando nel casino e basta , altre volte il perchè è evidente ....secondo me scrive da schifo,lo trovo banale , inutile ( che poi sull'inutilità ci sarebbe da aprire un mare di discorsi ed è una delle componenti più personali che ci possano essere ... indipendentemente che si parli di un autore indiscutibilmente di valore o meno) insomma non c'è sempre un gran discorso da fare.
    Ora c'è il fatto che mentre leggevo il tuo commento mi si è accesa una lampadina in testa ed ho iniziato a rimuginare ....bene sono arrivata alla conclusione che Murakami , pur essendo certamente un grande affabulatore , riesce a trasmettermi sempre un senso di apatia , per me una tremenda sensazione, devastante, proprio contronatura. Tu , fra le altre cose, dici che questo libro avrebbe potuto essere indifferentemente di 100 pagine in meno ...solo di 100 pagine ....oppure di 1500....ecco i libri di Murakami sono tutto così, e non ci avevo pensato prima che tu lo dicessi. Non ho letto tutti i suoi libri ma stando a quelli che conosco ( Dance Dance Dance ; La Ragazza dello Sputnik; 1Q84; After Dark ; La Fine del Mondo e il paese delle Meraviglie ) hanno in comune un senso di infinito ed allo stesso tempo un senso di inutilità.
    Ho detto tutti .più o meno , a parte La fine del Mondo eccc. che rimane per me il migliore, quello che per un momento mi vaveva fatto sperare di aver trovato uno scrittore più che interessante.

    Alla fine , oltre a quella sensazione di apatia che dicevo prima e che sicuramente incide sul giudizio , nel senso che per quello che mi riguarda io cerco sempre nelle storie un certo grado di grinta , di rivalsa , magari di cattiveria e infine pure di rinuncia, ma mai apatia , che può parere simile alla rinuncia ma non lo è , almeno per me , Murakami pare sempre girare intorno alle storie con il gusto di girare intorno ai problemi universali ( ed in questo accalappia bene il lettore perchè nessuno potrebbe dire che non tratta argomenti " alti" ...) con perfidia o semplicemente con ironia , come per sfidare il lettore e vedere fino a dove lo seguirà , ben sapendo che potrebbe non portarlo da nessuna parte,. Malizia ? ....effettivo problema suo ?....incapacità di fare altro ?....non ne ho idea, davvero .
    Alla fine ho la sensazione che , proprio come L'Uccello che girava le viti del mondo, i suoi protagonisti e le loro storie si lascino vivere tanto ci sarà sempre chi fa girare le viti....
    Un saluto dalla Dolly

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    1. Che bel intervento Dolly...

      Come con Michele mi trovo in difficoltà a rispondere perchè è difficile farlo con chi ha letto molto più di te di un autore.
      Ma, ti giuro, capisco ogni tua parola.
      Non solo la capisco, ma in qualche modo la condivido.
      Tu hai scritto tutto quello che la mia parte veramente critica, se esistesse, avrebbe scritto.
      Ma io al 93% ho una parte che fa diventare quello che in teoria non mi piace di qualcosa o qualcuno, il motivo per farmela piacere...
      L'apatia, cavolo se ce n'è. Un personaggio che sembra far cose così tanto per, a cui ne accadono tante ma sembra non reagire mai in maniera forte, conclamata, violenta. Uno che sembra raccontar tutto con la flemma di chi o ha una serenità interiore pazzesca oppure sembra non esser completamente "dentro" la vita, subirne gli spasmi.
      Ed è un pò paradossale, perchè accanto a questa apatia c'è dall'altra parte un grandissimo approfondimento psicologico/filosofico.
      Le cose accadono, sembrano non sfiorarlo, però ognuna diventa occasione per parlare, soprattutto in modo implicito, dei massimi sistemi.
      Io rimanevo basito da alcuni comportamenti, da alcuni personaggi, da alcuni snodi narrativi.
      E siccome non riuscivo a capacitarmi di tutto ciò ho iniziato ad immaginare che questo libro, e questo autore, fossero in qualche maniera "superiori", in grado cioè di parlare di tutto facendo finta di non parlare di niente.
      Non riesco a capire se Murakami sia furbo, se sia tutto studiato, o se veramente sia uno spirito "eletto" la cui scrittura fa diventare trascendentale anche la cosa più banale e insensata dell'universo.
      Ma se prendo per vero il tuo assunto, e potrebbe esserlo, non capisco come un autore possa fare un libro così lungo e così sbagliato.
      Quasi disastroso a quel punto.
      E allora propendo per ritenerlo superiore a me, come Lynch, come certo Trier.
      Ma è un mio problema, non posso farci niente.

      Bellissima la tua chiusa, andremmo su discorsi molto importanti come il libero arbitrio.
      Magari un giorno se ne parla :)

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  8. Stanotte sono approdata a questo incredibile - nel senso che non credevo potesse esistere - blog dopo aver chiuso alle 4.30 l'ultima pagina del mio primo libro di Murakami. Ero un po' triste sia perché il lungo viaggio con il Signor Uccello-gira-viti era terminato, dopo 10 giorni che lo portavo con me anche quando non avrei potuto leggerlo, sia perché navigando sin dall'inizio nel mare del web alla caccia di condivisioni, non avevo trovato nulla che ne rendesse la magnificenza. Solo qualche recensione sui consueti canali di vendita e una poco curata descrizione in Wiki. Sono planata qui nel buio dopo aver constatato l'inutilità del web e finalmente ho letto nelle tue parole tutto quello che mi aveva scosso di questo libro. Tutto , comprese le parti sulla guerra e il post guerra (di cui conoscevo meno di nulla) che qualcuno aveva descritto come inutili e ridondanti. Tracce di storia, di luoghi mai sentiti, di abitudini e riti che ora mi chiamano. Io amo i libri ricchi di storia e racconti e profondità, sono una lettrice un po' onnivora e a tratti mi dedico con ossessione a segmenti monotematici, ma la ricchezza del leggere che mi danno libri così completi e gonfi di umanità è impagabile e ogni volta sorprendente. In qualche parte mi ha ricordato La Storia di Elsa Morante, che non ho visto nei tuoi 15 capolavori, chissà se lo hai letto. E' scritto da una donna, in alcune parti sul ripetuto quotidiano, in certe analisi sulla vita breve ed evanescente degli ultimi che muoiono in guerra durante rapidi domini crudeli, nelle oniriche descrizioni dei sentimenti umani mi ricorda a volte la penna di Murakami. Quindi, in estrema sintesi, grazie per la tua descrizione, la stamperò per inserirla nel libro con il tuo nome e link, e grazie per questo bellissimo luogo che mi apre un mondo sui film e sui libri così come lo sognavo.

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    1. beh, commento bellissimo, grazie infinite

      bellissimo per le cose che dici, per come le dici, per la competenza e tutto il resto

      ahimè, il buio in sala al 95% è solo cinema, anche se io una volta ero solo libri, molto più dei film

      sono almeno 6 anni che fatico a leggere e che dico "tornerò" pensando anche che questo spazio possa diventare uno spazio anche di libri, mia prima e più grande passione

      per il resto dobbiamo dirci poco su sto libro a sto punto ;)

      e no, non ho mai letto la Morante, pensa

      grazie

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  9. Semplicemente il commento più bello e oserei dire "giusto" che ho letto su questo libro.
    Detto ciò, io quando l'ho finito non capivo se mi fosse piaciuto o meno, ma una cosa paradossalmente mi era chiaro, tutte quelle storie a tratti incomprensibili ti rimangono dentro quasi ti accarezzano l'anima; Murakami o si ama o si odia in tanti l'hanno detto, io dopo il terzo libro suo che ho letto, quello che hai commentato in maniera superba,non posso che essere d'accordo.

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    1. Ti ringrazio infinitamente.

      E che bello che mi hai ricordato questo libro di buio e luce in questo periodo così buio ma così buio ma così buio che, paradossalmente, mi fa vedere la luce davanti solo più forte

      grazie

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  10. Diosanto, l'ho appena finito e, preso dallo sconforto (come immagino a molti), ho cercato qualcuno che avesse avuto la mia stessa sensazione. Ed il primo risultato interessante l'avevi pubblicato tu 7 anni fa. Che roba! :D

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