tag:blogger.com,1999:blog-4868944372350456450.post3908959749199729656..comments2024-03-28T23:25:50.939+01:00Comments on IL BUIO IN SALA: Recensione: "Fallen Angels" - Passeggiate, il cinema della poesia - 22 - di Roberto FlautoCaden Cotardhttp://www.blogger.com/profile/07422140243813864819noreply@blogger.comBlogger10125tag:blogger.com,1999:blog-4868944372350456450.post-57863140073323354632024-01-22T23:32:28.609+01:002024-01-22T23:32:28.609+01:00Ti devo contattare anche perchè c'è altra roba...Ti devo contattare anche perchè c'è altra roba tua che devo capire se rimettere. Se posso controllo da solo, domani guardo!Caden Cotardhttps://www.blogger.com/profile/07422140243813864819noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4868944372350456450.post-47531629462809817472024-01-22T22:37:48.947+01:002024-01-22T22:37:48.947+01:00Sì, ricordo quei giorni: stavamo impazzendo per ca...Sì, ricordo quei giorni: stavamo impazzendo per capire che fine facessero i commenti! Che bello che siano stati ritrovati, anche perché le riflessioni di Nicola erano davvero eccellenti (come suo solito).<br /><br />E grazie per il grande lavoro di riesumazione commenti!Robrzfhttps://www.blogger.com/profile/03862595117428956931noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4868944372350456450.post-53034546571630149102024-01-22T15:50:18.201+01:002024-01-22T15:50:18.201+01:00Anche qui riesumati due commenti di Nicola ;)
per...Anche qui riesumati due commenti di Nicola ;)<br /><br />per fortuna Roberto aveva fatto in tempo a rispondere, ma anche la sua risposta si era cancellata<br /><br />uffCaden Cotardhttps://www.blogger.com/profile/07422140243813864819noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4868944372350456450.post-10692173253599670222022-12-06T14:43:39.404+01:002022-12-06T14:43:39.404+01:00Cara Francesca, perdona il ritardo con cui ti risp...Cara Francesca, perdona il ritardo con cui ti rispondo. Purtroppo, questo sembra esser un post "maledetto": commenti che spariscono, che non vengono pubblicati, che non possono essere inviati. Dal telefono, poi, non riesco a inviare commenti, cosa stranissima perché in passato l'ho fatto. Insomma, questo sciocco preambolo per spiegarti le difficoltà tecniche riscontrate. Tra l'altro in questi ultimi giorni sono stato fuori casa senza pc, ma avevo letto subito il tuo commento. A ogni modo, ora ti rispondo (sperando vada tutto bene).<br /><br />Comincio col ringraziarti per questo tuo prezioso commento, che aggiunge valore alla discussione. Sì, il silenzio della riflessione è quasi necessario, fisiologico, dopo l'impatto della poesia. E quella di Fallen Angels, di Hong Kong Express, e più in generale del cinema di Wong Kar wai (vedi anche il bellissimo Happy Togheter), è tanto dolce quanto profonda, nel senso di àncora (e di ancòra) che affonda nella profondità dell'oceano che è il cuore dell'uomo. Perché, come dici opportunamente tu, il tutto è più della somma delle singole parti. Che trovano senso solo nella relazione con l'altro, e l'altro che dà senso al tutto è quello che di solito chiamiamo "amore mio". E forse, così, in qualche modo, per qualche effimero istante eterno, possiamo muoverci senza paura tra le "molteplici solitudini" che ci portiamo dentro.<br /><br />Grazie, Francesca :)Robrzfhttps://www.blogger.com/profile/03862595117428956931noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4868944372350456450.post-48496497081283630062022-11-30T00:37:14.689+01:002022-11-30T00:37:14.689+01:00Ciao Roberto,
Dopo tanta poesia che dire, bisogner...Ciao Roberto,<br />Dopo tanta poesia che dire, bisognerebbe lasciar spazio al silenzio della riflessione.<br /><br />Visto su Mubi in sequenza, prima Hong Kong Express e poi questo, senza sapere che erano legati. Ho scoperto dopo leggendo quà e là che dovevano esser un unico film ma questa storia è cresciuta e aveva bisogno dei suoi spazi. <br />Tanti elementi, dettagli adoro i dettagli, saltano da un film all'altro e come un alfabeto compongo un linguaggio, che anche se concitato, piano piano prende forma. Il tutto è più della somma delle singole parti.<br />È un viaggio ipnotico tra molteplici solitudini, l'incomunicabilità di chi pensa tanto e non può parlare ma anche di chi parla troppo.<br />France Basil<br /><br /><br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4868944372350456450.post-11372415904361673542022-11-14T12:25:22.708+01:002022-11-14T12:25:22.708+01:00E' tutto surreale, ahah, un post dove alcuni c...E' tutto surreale, ahah, un post dove alcuni commenti sono scomparsi, poi ricomparsi, poi scomparsi quelli che ci sono sempre stati<br /><br />peccato, il vostro scambio era molto bello ed è stato rovinato nei tempi e nei disagi da blogger<br /><br />ma, in qualche modo, è riuscito lo stesso (sempre che non si ricancelli)Caden Cotardhttps://www.blogger.com/profile/07422140243813864819noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4868944372350456450.post-39111263543732052292022-11-14T09:08:12.872+01:002022-11-14T09:08:12.872+01:00inserisco di nuovo il commento che si è cancellato...inserisco di nuovo il commento che si è cancellato e al quale qui è sopra è pubblicata la risposta di roberto. diciamo che leggendo dal basso verso l'alto la discussione rimane coerente!<br /><br /> ***<br /><br />Dopo aver letto le tue Passeggiate su The father e Irreversibile (gli unici che ho visto dei film nella tua rubrica) non posso non imbattermi in Angeli perduti, intenzionato a leggerti dopo averlo visto. E appena trovato l’ho fatto. Il film è di grande impatto emozionale essendo innanzitutto arte dell’immagine; lo è al punto che la maggior parte del parlato è fuori campo: mi pare che l’estetica visiva non dovesse subire la contaminazione prosaica del dialogo (salvo dove indispensabile). Spesso opere del genere tendono ad apparirmi statiche non trovando (nella mia ottica) l’evoluzione dei personaggi pur nella loro profondità. Il film mi è rimasto in altrettante visioni incastonate nella memoria di una bellezza violenta e persistente. Ho quindi “percorso” la tua passeggiata. E hai spiazzato – ancora una volta – il mio approccio (in parte innato, in parte dovuto alla mia formazione) che si cimenta a decodificare i significanti per comprendere i contenuti della narrazione nelle diverse stratificazioni. Il tuo approccio invece mi pare l’inverso ed è ciò che lo rende unico (almeno per me); perché l’emozione precede sempre il pensiero razionale, anzi se ne appropria dal livello della poesia visiva a un altro livello di poesia, quello della parola e quindi dell’immagine interna. E’ una chimica delle parole che le lega al film generando una nuova composizione e l’inatteso dono di una nuova appropriazione. Frequento raramente la poesia (tranne poche e importanti eccezioni), ma cerco il poetico perché è sempre e comunque necessario; è un discorso di sensibilità linguistica e quindi di proprietà di pensiero. Per questo in un’operazione come la tua ho trovato qualcosa di speciale. Mi è sembrato a suo modo sorprendente accostare due momenti di scrittura che alludono a significanti abbastanza analoghi ma con tutta la differenza linguistica che rilevo, proprio inerenti alla mia Melancholia e al tuo Follen Angel; non so quanto sia calzante fino in fondo, ma non ho potuto fare a meno di rilevarlo a mera didascalia di ciò che intendo:<br />“La luce è parte integrante della narrazione, protagonista vera e propria. Contorna i dialoghi, colora il buio, estingue la cecità. Sprazzi di luce in cornici di buio e viceversa”.<br />[Follen angel, R.F.]<br />“[…] oscurità la cui purezza è casomai sfondo ideale al riverbero delle nostre vite […] Può annullarci o essere l’unico fondale su cui scoprirsi finalmente visibili.<br />[Melancholia, N.C.]<br />Un Saluto, Nicola C<br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4868944372350456450.post-55947806665722249522022-10-18T17:32:50.867+02:002022-10-18T17:32:50.867+02:00Nicola!
Roberto ti aveva mandato una lunga rispos...Nicola!<br /><br />Roberto ti aveva mandato una lunga risposta ma non gliel'ha presa, è arrivata solo a me nell'editor<br /><br />solo ora mi sono accorto che qui non è apparsa<br />è un problema che capita solo a lui e non capisco perchè<br /><br />aveva risposto subito, ahah<br /><br />te la incollo!<br /><br />"Le tue riflessioni, mio caro Nicola, sono sempre preziose. Arricchiscono ed esplodono le mie scintille. Grazie davvero. Hai fatto sorgere in me una serie di pensieri, alcuni dei quali assolutamente lontani dal cinema, che tenterò di riassumere. Parto dalla fine. Fallen Angels e Melancholia, luce e oscurità, riflessi e ombre: sono più complementari che analoghi, più metafora che similitudine. La luce di Fallen Angels colora la notte, l’oscurità di Melancholia invade il giorno, entrambe però illuminano la strada che conduce verso casa. Con destinazioni e percorsi diversi. (Tra l’altro, l’ “oscurità“, la stessa che Montale ha invocato per tutta la sua vita, è uno dei luoghi in cui il poetico rivela il suo potenziale, una delle sua modalità manifestanti più forti, ed è uno strumento da maneggiare con estrema cautela, perché il rischio di cadere e scadere nell’impalpabile è altissimo). “L’emozione precede sempre il pensiero razionale”, dici riferito al mio approccio. E’ una cosa molto vera. Precede e accompagna, perché, almeno credo, ho imparato, o sto imparando, a utilizzare l’emozione come attrezzo per scolpire il pensiero (e viceversa), disciplinando quello che Gottschall chiama l’istinto di narrare. Ammesso che abbia davvero capito qualcosa. Ma le tue parole danno senso alle mie, ne ampliano la portata, almeno per me, e mi fanno riscoprire, mostrandomela da un’altra luce (e un’altra oscurità), la strada che ho percorso: diventa una “passeggiata” sulle scale di Escher. Insomma, è davvero bello incrociarsi negli interstizi dei significati e dei signifi-canti e quindi melodia. Hai parlato opportunamente del rapporto tra l’immagine e il parlato in Fallen Angels, il secondo sembra subordinato alla prima, ed è sostanzialmente così. Il rischio è quello di mortificare la narrazione per un vezzo estetico, ma qui invece, a mio avviso, il racconto ne esce rafforzato, come spesso accade nel cinema di Wong Kar-wai (vedi per esempio Happy Togheter). E questo in qualche modo si collega anche al possibile rischio che tu richiami brevemente: la staticità dei personaggi. Dici bene: opere del genere possono apparire statiche. Naturalmente, a prescindere dai gusti e dalle inclinazioni di ognuno. Ma qui l’operazione riesce: l’apparente staticità trova dinamicità nell’alternarsi di momenti che sembrano slegati ma che invece sono parte della stessa storia: la ricerca degli uomini di una "cura" alla precarietà esistenziale. E tutti i personaggi sono in realtà frammenti di uno stesso mosaico, tasselli che da soli sono scintille incapaci di diventare fuoco, ma che insieme diventano incendio che brucia il mondo e lo rende vivo. Vorrei dire ancora tante cose ma mi fermo qui. Grazie Nicola, un abbraccio :)"Caden Cotardhttps://www.blogger.com/profile/07422140243813864819noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4868944372350456450.post-58642043795098352472022-10-01T10:44:53.294+02:002022-10-01T10:44:53.294+02:00Le tue riflessioni, mio caro Nicola, sono sempre p...Le tue riflessioni, mio caro Nicola, sono sempre preziose. Arricchiscono ed esplodono le mie scintille. Grazie davvero. Hai fatto sorgere in me una serie di pensieri, alcuni dei quali assolutamente lontani dal cinema, che tenterò di riassumere. Parto dalla fine. Fallen Angels e Melancholia, luce e oscurità, riflessi e ombre: sono più complementari che analoghi, più metafora che similitudine. La luce di Fallen Angels colora la notte, l’oscurità di Melancholia invade il giorno, entrambe però illuminano la strada che conduce verso casa. Con destinazioni e percorsi diversi. (Tra l’altro, l’ “oscurità“, la stessa che Montale ha invocato per tutta la sua vita, è uno dei luoghi in cui il poetico rivela il suo potenziale, una delle sua modalità manifestanti più forti, ed è uno strumento da maneggiare con estrema cautela, perché il rischio di cadere e scadere nell’impalpabile è altissimo).<br />“L’emozione precede sempre il pensiero razionale”, dici riferito al mio approccio. E’ una cosa molto vera. Precede e accompagna, perché, almeno credo, ho imparato, o sto imparando, a utilizzare l’emozione come attrezzo per scolpire il pensiero (e viceversa), disciplinando quello che Gottschall chiama l’istinto di narrare. Ammesso che abbia davvero capito qualcosa. Ma le tue parole danno senso alle mie, ne ampliano la portata, almeno per me, e mi fanno riscoprire, mostrandomela da un’altra luce (e un’altra oscurità), la strada che ho percorso: diventa una “passeggiata” sulle scale di Escher. Insomma, è davvero bello incrociarsi negli interstizi dei significati e dei signifi-canti e quindi melodia.<br />Hai parlato opportunamente del rapporto tra l’immagine e il parlato in Fallen Angels, il secondo sembra subordinato alla prima, ed è sostanzialmente così. Il rischio è quello di mortificare la narrazione per un vezzo estetico, ma qui invece, a mio avviso, il racconto ne esce rafforzato, come spesso accade nel cinema di Wong Kar-wai (vedi per esempio Happy Togheter). E questo in qualche modo si collega anche al possibile rischio che tu richiami brevemente: la staticità dei personaggi. Dici bene: opere del genere possono apparire statiche. Naturalmente, a prescindere dai gusti e dalle inclinazioni di ognuno. Ma qui l’operazione riesce: l’apparente staticità trova dinamicità nell’alternarsi di momenti che sembrano slegati ma che invece sono parte della stessa storia: la ricerca degli uomini di una "cura" alla precarietà esistenziale. E tutti i personaggi sono in realtà frammenti di uno stesso mosaico, tasselli che da soli sono scintille incapaci di diventare fuoco, ma che insieme diventano incendio che brucia il mondo e lo rende vivo.<br />Vorrei dire ancora tante cose ma mi fermo qui. Grazie Nicola, un abbraccio :)<br />Robrzfhttps://www.blogger.com/profile/03862595117428956931noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4868944372350456450.post-44489813016983994922022-09-30T10:57:39.417+02:002022-09-30T10:57:39.417+02:00Dopo aver letto le tue Passeggiate su The father e...Dopo aver letto le tue Passeggiate su The father e Irreversibile (gli unici che ho visto dei film nella tua rubrica) non posso non imbattermi in Angeli perduti, intenzionato a leggerti dopo averlo visto. E appena trovato l’ho fatto. Il film è di grande impatto emozionale essendo innanzitutto arte dell’immagine; lo è al punto che la maggior parte del parlato è fuori campo: mi pare che l’estetica visiva non dovesse subire la contaminazione prosaica del dialogo (salvo dove indispensabile). Spesso opere del genere tendono ad apparirmi statiche non trovando (nella mia ottica) l’evoluzione dei personaggi pur nella loro profondità. Il film mi è rimasto in altrettante visioni, nella memoria di una bellezza violenta e persistente. Ho quindi “percorso” la tua passeggiata. E hai spiazzato – ancora una volta – il mio approccio (in parte dovuto alla mia formazione) che si cimenta a decodificare i significanti per comprendere i contenuti della narrazione nelle diverse stratificazioni. Il tuo approccio invece mi pare l’inverso ed è ciò che lo rende unico (almeno per me); perché l’emozione precede sempre il pensiero razionale, anzi se ne appropria dal livello della poesia visiva a un altro livello di poesia, quello della parola e quindi dell’immagine interna. E’ una chimica delle parole che le lega al film generando una nuova composizione e l’inatteso dono di una nuova appropriazione. Frequento raramente la poesia (tranne poche e importanti eccezioni), ma cerco il poetico perché è sempre e comunque necessario; è un discorso di sensibilità linguistica e quindi di proprietà di pensiero. Per questo in un’operazione come la tua ho trovato qualcosa di speciale. <br />Mi è sembrato a suo modo sorprendente accostare due momenti di scrittura che alludono a significanti abbastanza analoghi ma con tutta la differenza linguistica che rilevo, proprio inerenti alla mia Melancholia e al tuo Follen Angel; non so quanto sia calzante fino in fondo, ma non ho potuto fare a meno di rilevarlo a mera didascalia di ciò che intendo:<br /><br />“La luce è parte integrante della narrazione, protagonista vera e propria. Contorna i dialoghi, colora il buio, estingue la cecità. Sprazzi di luce in cornici di buio e viceversa”.<br />[Follen angel, R.F.]<br /><br />“[…] oscurità la cui purezza è casomai sfondo ideale al riverbero delle nostre vite […] Può annullarci o essere l’unico fondale su cui scoprirsi finalmente visibili.<br />[Melancholia, N.C.]<br /><br />Un Saluto, Nicola C<br />Nicolahttps://www.blogger.com/profile/02955840142635915087noreply@blogger.com