Pagine

22.2.11

Recensione: "Three...Extremes"



Non posso nascondere una certa delusione. Eppure l'operazione era molto interessante, un trittico di film "de paura" firmato da 3 importantissimi registi orientali, l'immenso Park della trilogia della vendetta, il regista cult Takashi Miike (che a forza di 2,3 film all'anno ha comunque nel suo background più di qualche perla) e l' "a me sconosciuto" Fruit Chan.
Korea, Giappone e Cina insomma. Se non sbaglio solo Miike aveva già avuto esperienze di genere mentre per gli altri è una prima volta. Le mie impressioni:

RAVIOLI (di Fruit Chan) VOTO 5
L'idea di partenza per quanto aberrante era senz'altro ottima ed "estrema" come il titolo dell'operazione suggerisce. Il fatto è che ho trovato tutto molto confuso, appena abbozzato, scolastico. Il finale poi è davvero affrettato malgrado abbia una certa coesione col resto. Nota senz'altro più positiva è il disturbante uso del rumore della masticazione specie perchè il regista ci aveva già rivelato (particolare importantissimo) in cosa consisteva il cibo.

TAGLIO (di Park Chan Wook) VOTO 6,5
A livello visivo è un'autentica meraviglia. Park riprende il gusto un pò kitsch già visto in Lady Vendetta e tra inquadrature incredibili, virtuosismi di regia, pulizia di fotografia ed effetti visivi seminascosti ma notevoli, ci offre un mediometraggio che è un piacere per gli occhi.Il difetto più grande è la faciloneria con la quale sono descritte le psicologie dei personaggi e le motivazioni alle proprie azioni. Futilissimo il motivo della vendetta (sempre lei...) della comparsa, assurdo il perchè voglia sterminare la propria famiglia, quasi inconcepibile, gratuito, cinematografico il finale dello scambio di ruoli. Interessante il discorso metacinematografico e quello della distruzione in 10 minuti di una coppia apparentemente solida. Tanto sangue nel finale. Curioso come il cinema horror orientale non possa fare a meno di usare i bambini; anche in questi 3 piccoli film, da semplici feti ad adolescenti, sono assoluti protagonisti.

SCATOLA (di Takashi Miike) VOTO 7
E' senz'altro l'episodio migliore e quello che riesce a raggiungere maggior profondità. Del resto la materia trattata, cioè lo scavo nella propria psiche, nei propri ricordi, nel senso di colpa, non può che dare profondità. Episodio di grande classe ed eleganza, intelligente, quasi colto, anche se un pochino confuso. Notevoli le scene mostrate nel silenzio assoluto, nessun rumore di scena, nessuna musica. Non sono sicurissimo di averlo capito fino in fondo e forse questa molteplice possibilità di darne un senso se da un lato depone a favore, dall'altro potrebbe dimostrare una non definitiva compiutezza.

Insomma, se ci fosse stato un film con il coraggio e il potere disturbante di Ravioli, la bellezza visiva di Taglio e la profondità psicologica di Scatola avremmo avuto un capolavoro. Magari i 3 possono rincontrarsi e pensare a qualcosa del genere.

( voto 6 )

7 commenti:

  1. Mica bruscolini no! L'episodio di Park è esteticamente una bomba. E mi pare che verrà ripreso anche in I'm a Cyborg...

    RispondiElimina
  2. Eh sì, veramente notevole. Un pò banalotto però, siamo lontani dal tratteggio psicologico del mio nick. Il tempo, 40 minuti, è quello che è ma si poteva far meglio.

    RispondiElimina
  3. Tra l'altro ho messo te ed Einzige in blogroll anche perchè visioni come le vostre mancavano negli amici di sala, ciao!

    RispondiElimina
  4. Allora ricambio! Per quanto riguarda i 3 film, beh, non mi ricordo una beata fava! Ad ogni modo, come magari già sai, questa è la seconda raccolta "extreme", nella prima c'è un episodio di Kim Ji-woon che mi pare di ricordare molto bello.
    Qui in Italia è stato distribuito prima questo che hai visto e successivamente quello di cui ti ho appena parlato che in realtà è antecedente. Insomma, hanno fatto un casino. E in più hanno pure invertito i nomi!

    (vado a memoria e potrei sbagliarmi ma che la distribuzione ita abbia fatto un bordello ne sono sicuro)

    RispondiElimina
  5. Dae, come Eraserhead, anche io mi ricordo poco e nulla, dovrei rivedermi il dvd, con la scusa che Julez ancora non ha affrontato la visione.

    Devo però ancora digerire la delusione di Thirst per tornare dal buon vecchio Park, che, se non ricordo male, ai tempi della visione di questo "terzetto" fu quello che mi colpì maggiormente.

    RispondiElimina
  6. condivido in pieno i tuoi pareri. Comunque sia un trittico molto interessante, la prova che il cinema d'oriente fa le scarpe a molti.

    RispondiElimina
  7. La qualità media del cinema orientale è altissima, almeno nelle produzioni che arrivano fino a noi. Resta il fatto che questi ultimi 10 anni almeno 3 film con gli occhi a mandorla sono probabilmente nella mia top ten: Old Boy, Ferro 3, In The Mood for Love.

    RispondiElimina

due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

2 metti la spunta qui sotto su "inviami notifiche", almeno non stai a controllare ogni volta se ci sono state risposte

3 ciao