presenti spoiler
Dopo lo splendido film di
Alemà, spinto da una rinnovata euforia ultranazionalista decido di vedermi
un horror low budget made in Italy che a differenza di At the end of the day
non è stato praticamente distribuito. Parlo di "Radice quadrata
di 3" ma, senza sottotitoli, avrei forse avuto meno difficoltà con
l'aramaico rispetto al dialetto friulano. Interrompo dopo 7 minuti. Mi butto
allora, per restare nel range che mi ero prefissato, ne Il Bosco fuori di
Gabriele Albanesi.
E anche stavolta rimango colpito
molto favorevolmente.
Film la cui analisi è un continuo
paradosso.
E' una scopiazzatura e citazione di
mille altri (su tutti Non aprite quella porta con la famiglia di pazzi, la
motosega, la roulotte e la cena) ma al contempo ha uno dei suoi punti di forza
proprio nell'originalità delll' assemblaggio.Credo addirittura che se fosse più
conosciuto potrebbe anche interessare gli americani per un remake.
Ha un uso delle luci pessimo (tanto
da incorrere in errori di notte/giorno madornali) ma ha un paio di sequenze
meravigliosamente fotografate come la fuga della ragazza al buio nella strada
bianca.
Ha personaggi allucinanti, assurdi,
pacchiani e assolutamente inverosimili come il trio
di coattoni romani o i due fratelli handicappati acquisiti, ma
proprio in tali personaggi Il Bosco fuori racchiude la sua particolare
"magia".
Offre una recitazione a tratti
imbarazzante (per esempio nella pseudo professionista Rocchetti) ma in
alcuni casi talmente buona (vedi il padre) da farci dimenticare l'amatorialità
del tutto.
Regala momenti di (in)volontaria
comicità (vedi la battuta del coatto post-sbudellamento o lo scoppio del
mega-bubbone) ma ha la forza di mantenere un fondo di serietà davvero notevole.
E' tutt'altro che una commedia horror a dir la verità.
Spinge moltissimo sul grottesco,
sullo splatter, sull'esagerazione ma di fondo (di fondo proprio, nessuna
pretesa autoriale) tratta argomenti delicati e importanti come quello del
diverso, dell'amore cieco per il proprio figlio, della violenza come
divertissement e della scoperta di sè. A questo proposito mi è piaciuto
moltissimo il personaggio di Giulio, un bimbo sì diverso, ma tutt'altro che
mostro, che con ingenuità e innocenza inizia a conoscere e convivere con la propria
natura. Per restare a visioni recenti c'è qualcosa di The Hamiltons
in tutto questo.
In definitiva un buon
prodotto che trasuda passione scena dopo scena. Albanesi ha coraggio e, a
proprio rischio e pericolo, non tira mai il freno e arriva fino in fondo
in ogni aspetto o situazione che propone, sia grottesca che più seria. Come
detto non mancano, anzi abbondano, errori tecnici e di scrittura (la ragazza
che alla fine invece di fuggire, va in cantina...) ma c'è la netta sensazione
che non si poteva far meglio, che si sia raggiunto il 100% dei risultati che
mezzi e storia potevano garantire.
Gli effetti, avendo Stivaletti in
troupe, non potevano che esser buoni, a parte quello finale bimbo
mutilato, con un corpo evidentemente finto messo davanti a sè. Il massacro
finale che ci troviamo in casa però è da Serie A del genere.
Bravo Albanesi, speriamo che anche
lui approfitti di quest'aria nuova che si inizia a respirare e venga aiutato in
un lavoro futuro.
(voto 7)
Lo vidi anni fa, e mi colpì, nonostante i numerosi limiti, la voglia di sperimentare un certo tipo di horror come da tempo non si vedeva in Italia.
RispondiEliminaTi consiglio, in questo senso, anche Radice quadrata di tre.
Ma dicevi che già lo stavano a fa il remake?
RispondiElimina*james: mi sa che della recensione hai letto solo il titolo però, altrimenti la tua proposta non l'avresti fatta :)
RispondiElimina*john: no, è stato distribuito in Usa, ma non remekkato. A curar la distribuzione c'ha pensato addirittura Raimi intitolandolo The last house in the wood (infatti se ti ricordi era quello il sottotitolo).
Ha avuto poi un successo strepitoso in Giappone, addirittura decimo!! dvd più venduto di quell'anno.
Anche io lo ricordo con piacere! Avevo sentito dire che Stivaletti oltre ad occuparsi degli sfx, aveva dato anche una mano qui e una là a livello generale. Comunque di Albanesi ne ha fatto un altro di recente sempre sullo stesso tono (credo).
RispondiEliminami sono divertito tantissimo con questo film :)
RispondiEliminaalterna dei momenti incredibili ad altri davvero imbarazzanti, però aveva ritmo e sono rimasto fino alla fine con piacere.
io sono convinto che Albanesi, con il budget giusto, ha la stoffa per tirare fuori film interessanti, che diano una scossa all'ambiente.
comunque, d'accordissimo con te: Radice quadrata di Tre non me lo sono goduto per niente nemmeno io col fatto del dialetto furlan (si scriverà così?).
Dae, ma sai che ho dovuto rileggere il post tre volte anche ora prima di vedere il riferimento a Radice quadrata di tre!?!?
RispondiEliminaIl caldo mi ha dato alla testa, evidentemente. O forse l'età comincia a farsi sentire! ;)
Ad ogni modo, non hai la versione sottotitolata? Perchè effettivamente il friulano è praticamente incomprensibile!
Era: sì, in effetti ieri mi è sembrato di scorgere Stivaletti più volte nei credits. Credo che sia addirittura uno dei produttori.
RispondiEliminaEinzige: d'accordo con te su tutto.
Te l'hai finito senza sottotitoli? Complimenti!
James: capisco l'età, ho gli stessi problemi tuoi. Vediamo che si può fare per i sottotitoli, mi piacerebbe vederlo perchè la trama mi intriga. Comunque a detta di miei amici "esperti" il migliore dei giovani è Zuccon.
vi faccio una traduzione in simultanea!
RispondiElimina(non è vero, son brocca con il friulano...)
e cmq non l'ho visto. io lidris non lo riesco a trovare...
come non detto. l'ho trovato :-)
RispondiEliminaMi piace Zuccon, ma preferisco Bianchini...e anche io ti consiglio Radice quadrata di tre, e di seguito tutti gli altri...in fila però: Radice quadrata, poi Custodies Bestiae, Film Sporco e l'ultimo Occhi
RispondiEliminadei primi due ho i dvd e fortunatamnete ci sono i sottotitoli
*Runes: terrò presenti i tuoi consigli. Sinceramente gli ultimi due non li avevo nemmeno mai sentiti.
RispondiEliminaQuel "fortunatamente" parla da solo...