presenti spoiler
Film di algida, raggelante, bellezza.
Non riscalda il cuore ma tende così a
raffreddarlo che ogni piccola emozione regalata divampa con ancor maggior
intensità.
"Non lasciarmi" è un film
quasi unico nel suo genere, capace di trattare tematiche importantissime in una
maniera mai vista in precedenza. Certo il merito va al grande talento di
Ishiguro (l'autore del romanzo) ma anche la trasposizione filmica di Romanek è
straordinaria.
Distopia sì, ma distopia
assolutamente sui generis. Non si parla di un' indesiderabile futuro possibile,
ma di vicende (non)accadute nel passato. Se da un lato tale scelta ci mette sin
dall'inizio in una condizione di irrealtà, dall'altro rende ancor più
coinvolgente e "fastidiosa" la vicenda, perchè riguarda noi, la
nostra generazione, il nostro passato prossimo e il nostro presente.
"Bisogna sempre fare la domanda
giusta" dice Woo-jin ad Oh Dae-soo. "La domanda giusta non è perchè
ti ho imprigionato, ma perchè ti ho lasciato andare".
La domanda giusta, già. In "Non
lasciarmi" è inutile chiedersi perchè i ragazzi non scappino, perchè
nessuno si ribelli, perchè non ci sia nemmeno una voce dal coro, perchè tengano
così "rapprese" le proprie emozioni.
La domanda giusta è: "di cosa
parla Non Lasciarmi?".
E così ci accorgeremo che accanto
alla miriade di tematiche forti, come il senso della vita e dell'amore, il
cinismo umano e la ricerca delle emozioni, c'è un altro tema, minore, ma decisivo,
quello dell' Educazione, l'educazione così "totale", continua e
psicologicamente devastante (chiamarla plagio?) che porta i ragazzini di
Hailsham a credere soltanto quello che altri vogliono fargli credere. Per
questi ragazzi la fuga è inconcepibile, il sottrarsi al proprio ruolo
"sacrificale" neanche preso in considerazione. L'unico mondo
conosciuto, fisico e no, è quello che gli è stato creato intorno. Non ci sono
soltanto le recinzioni oltre le quali non si può andare ( "protette"
da terribili leggende come in The Village) ma tante piccole recinzioni mentali
per quei ragazzi. Capendo questo tante domande avranno le proprie risposte.
Il modo freddo, apparentemente
"piatto" con il quale viene narrata la vicenda è in perfetto connubio
con la materia trattata, quasi che alla regia ci fosse proprio uno dei ragazzi
di Hailsham. Come in Lourdes, credo che non poteva esser stata fatta scelta
migliore.
Per restare alla filmografia presente
c'è un pò del già citato The Village, un pò di Moon (il cinismo del programma
di sfruttamento dei cloni), di Repo Men ( il miglioramento scientifico della
vita degli uomini a scapito dell'uomo stesso), di Apri gli Occhi (l'illusione
di una vita che in realtà non è tale) e di Dogtooth (riguardo il plagio di cui
sopra).
Tornando al film, è il meraviglioso
monologo finale a svelarci del tutto l'anima della pellicola e a darci il
maggior insegnamento.
Tutte le vite hanno una scadenza, più
o meno lunga, più o meno conosciuta, più o meno segnata.
Kathy ce lo dice, non conta tanto il
"quanto abbiamo vissuto?", ma il "come abbiamo vissuto?".
La domanda giusta, ricordate?
Il tempo è relativo, quel che conta è
come questo tempo viene speso. I pochi momenti passati insieme, immersi in un
amore di cui neanche loro conoscono probabilmente il significato, un amore
vero, naturale, che non ha le nostre convenzioni e derive (quelle che un pò noi
stessi, un pò la società in cui viviamo ci portano a vivere), un amore puro
come solo quello che un uomo e una donna fuori dal mondo e dal tempo possono
provare, forse, quel sentimento ha reso la loro vita lunga abbastanza per
renderli felici.
Con un unico rimorso però, quello che
Kathy (come fa con tutte le proprie emozioni e pensieri) non esplicita
chiaramente: se non fosse fuggita sarebbero stati anni, e non soltanto giorni,
meravigliosi
"Non lasciarmi", avrebbe
potuto dire al tempo Kathy a Tommy.
"Non lasciarmi", avrebbe
potuto dire al tempo Tommy a Kathy.
E sarebbero stati insieme vivendo al
massimo una vita innaturale, una vita che l'Uomo per il proprio progresso e
cinismo aveva creato per loro.
E se loro non si fossero lsciati quello stesso Uomo, quell'uomo
che sperimenta a scapito di suoi simili, lo
avrebbero sbeffeggiato ancora di più. Tenetevi i votri 100 anni, tenetevi i
tumori debellati, tenetevi la scienza, tenetevi il cinico progresso. Noi,
teniamo le nostre mani intrecciate tra loro.
(voto 8,5)
Un ottimo film, in grado di emozionare e toccare nel profondo.
RispondiEliminaFece una grande impressione anche a me, quando lo vidi.
Ce l'ho in coda da 1245 anni e non l'ho mai guardata. Vaccalogia. Ma vedi che recupero e poi ti dico! Cmq avevo sentito che era un gioiellino...
RispondiEliminaSpero di vederlo presto. Ho atteso con ansia che uscisse perché il romanzo è uno dei più belli ed intensi che abbia letto negli ultimi anni. Non un capolavoro forse, ma un'opera in grado di lasciare qualcosa dentro (il titolo, anche in questo senso, mi sembra emblematico, almeno per quanto mi riguarda) :-D
RispondiEliminaPensa che lo lessi due anni fa, eppure ancora oggi ne parlo come se l'avessi terminato ieri, con tutte le emozioni ancora vivide.
Tu il romanzo l'hai letto?
(se ti interessa ne scrissi una recensione tempo addietro:
http://ildolcedomani.blogspot.com/2011/03/non-lasciarmi-di-kazuo-ishiguro-e.html)
Sono curiosissima di vedere il film, che purtroppo non ho fatto in tempo a vedere al cinema. Ti farò sapere.
Ciao :-)
un film splendidamente in bilico tra freddezza e sentimentalismo. senza esagerare con la prima, e senza mai scadere troppo nel secondo.
RispondiEliminanon male i paragoni con the village e dogtooth, che in effetti ci possono stare.
quanto alle meraviglie di carey mulligan poi non posso che essere d'accordo :)
*Biancaneve: no, non l'ho letto. Complimenti per la rcensione! Guarda, credo che anche il film lasci molti strascichi, è due giorni che ci penso continuamente.
RispondiElimina*Marco: devi ancora votare il Boia!
D'accordissimo con la tua analisi.
Ma la Mulligan da te aveva vinto qualche premio, sbaglio?
*James: insomma, è piaciuto molto a tutti, sono contento. Bella analisi la tua a dimostrazione che il film presta il fianco a moltissime riflessioni, non ho ancora trovato una recensione uguale ad un'altra.
RispondiElimina*Eddy: che aspetti? E "famola" ogi tanto 'na pausa dai nostri horroracci!
un film doloroso.
RispondiEliminala cosa terribile, fra le altre, è la rassegnazione, la mancanza dell'idea di ribellione, di cambiamento.
anch'io ci ho pensato per giorni, dopo il film, ti resta in testa.
dopo qualche giorno l'ho associato a "Lasciami entrare", hanno una cosa un comune, sono bombe, non film normali, ben vengano.
lo sgomento che ti prende è che ci delinea un futuro nel quale siamo già, ho paura.
non è fantascienza.
Ciao Ismaele!
RispondiEliminaMa infatti io ho impostato la recensione proprio su quello. Non l'ho chiamata però rassegnazione perchè in realtà più che rassegnati sono stati così educati e preparati al loro ruolo che neanche concepiscono l'idea della ribellione. Il massimo che possono chiedere è un rinvio perchè ad un certo punto della vicenda credono che questo faccia parte delle "regole possibili". Tutto quello che è fuori da tali regole è inconcepibile per loro, per questo non si parla tanto di rassegnazione da frustrazione, ma rassegnazione come presa di coscienza in tutta tranquillità del proprio ruolo. Se ci hai fatto caso da Madame Kathy accoglie la notizia della non veridicità dei rinvii in tutta tranquillità. Se da un verso questa consapevolezza del proprio ruolo è un bene per i ragazzi, perchè non li porta a fantasticare chissàche per poi restar delusi, dall'altro rende il film ancor più terribile.
Lasciami entrare magnifico.
Bellissima recensione!
RispondiEliminaTi ringrazio moltissimo Antonella. Spero che tu abbia visto il film, credo di sì ma non l'ho trovato tra le tue recensioni.
RispondiEliminaA presto e grazie ancora.
Giusè! non è che siamo in disaccordo totale. riconosco lo spessore del film che parte da un'idea di distopia( se è di tua penna complimentissimi, me lo sono dovuto cercare il significato filosofico...) e mantiene un taglio coerente sia sul piano visivo che mimico-sentimentale(mi riferisco alle interpretazioni degli attori). Proprio questo però, personalmente, sebbene mi faccia riflettere su tale condizione di anacrisi, cioè senza vie di fuga, come il guardarsi intorno e scorgere baratri ovunque, allo stesso tempo mi ha reso un clone-spettatore con l'idea che l'inevitabile non si potesse evitare! in poche parole ho accettato il suo "essere scontato", la sua unica strada percorribile, senza nemmeno la dolce illusione di un bivio.
RispondiEliminaPiù che un film da guardare, un film da recensire. non so se ho reso l'idea...
Insomma, riconosco i meriti di mourinho che è un vincente, ma veder giocare le sue squadre mi piace poco... non so se regge ma mi è venuta questa!
spero di essermi spiegato,
ciao giusè!
No, che dire, ti sei spiegato benissimo.
RispondiEliminaIn effetti è vero che manca un pò il turning point o un qualsiasi colpo di scena, ma c'è molta più coerenza così. Tutto è segnato in partenza in non lasciarmi, è vero. Ci sarebbe solo la piccola deviazione del rinvio, ma anche quella viene cinicamente cancellata.
Mi fai i complimenti per distopia e poi scrivi anacrisi?
ahahaha! pensa che è un termine letto ai tempi dell'esame su tozzi! ricordi? non me lo sono più scordato!grande tortora!
RispondiEliminaMi ricordo perfettamente Tozzi, così bene che l'ho citato nella recensione di un film (ora vatte a ricordà quale...).
RispondiEliminaGrande Tortora, hai ragione, ma quando disse anacrisi probabilmente o dormivo o stavo pensado a quanto tu fossi uguale a Sam Rockwell.
Bella recensione Giuseppe!
RispondiEliminagrazie per i complimenti "di là"!
Ciao
jackSte
Grazie a te! Ci sentiamo presto.
RispondiEliminaOvunque sarà...
Grande Giuseppe! Con questo film mi è successa una cosa stranissima: sono partita molto prevenuta, perché non avevo affatto apprezzato il romanzo, troppo concentrato sui piccoli drammi individuali e poco sulla cornice, troppo "sentimentale" e sdolcinato. Del film ho amato l' apparente freddezza, che in realtà mi è parso più un volersi trattenere, un voler rispettare i personaggi e la loro tragedia senza voler obbligare lo spettatore a commuoversi a forza. Cosa che invece nel libro è presente quasi a ogni pagina.
RispondiEliminaComunque ottima recensione, come al solito. Fa piacere notare come questo film ottenga sempre maggiori apprezzamenti un po' ovunque.
Ah, davvero il romanzo era molto più "caldo"? Non lo sapevo, un punto ancora in più a favore di Romanek.
RispondiEliminaTi ringrazio moltissimo per i complimenti anche se qua l'unica che fa recensioni come si deve (non parlo solo di qualità, ma di completezza di analisi, quasi scena per scena) sei te.
Oh, devi votare anche te per il boia, mi scoccia doverlo dire io ma ormai voglio vedere come va a finire...
Ciao!
Ciao,
RispondiEliminami avevi detto di farti sapere quando avessi visto il film perché avevi qualche domanda da farmi, e così ti annuncio che ho appena pubblicato anche la mia recensione, ed invero una recensione un po' anomala in quanto, non potendo proprio esimermi dal confronto con il romanzo, ho insistito molto sulle analogie e divergenze.
So bene che questo tipo di analisi è poco "professionale" in quanto film e libro sono due opere distinte e come tali dovrebbero essere analizzate, tuttavia mi andava di fare così... :-DDD
Quando vuoi, sono a tua disposizione :-)
Buona giornata
Molto bello e commovente, sia per la loro condizione di ''distributori d'organi'' che per la storia d'amore.
RispondiEliminaLa cosa che mi ha dato fastidio è la presenza di Andrew Garfield, che proprio non sopporto.
A me piace molto!
EliminaL'hai visto Boy A?
Magari cambi idea...
Guarda, ci ho provato.
EliminaMa ancora una volta il doppiatore del protagonista mi ha fatto attorcigliare le budella e l'atmosfera...non so, mi ha dato un senso di disagio.
Però ce l'ho ancora sul computer e quando sarò in vena finirò di guardarlo.
Magari sì, potrei cambiare idea. Ma sono una testa dura.
Ah ah, cn gli attori mi sa che sei una testa durissima...
EliminaNon lo so, a me piace molto Garfield, specie qua.
Ma se hai avuto quelle sensazioni credo sia inutile riprovare
Rita, potresti mettere il link alla recensione del film? io ho letto il libro su tuo consiglio (il mio primo libro su e-reader, un'esperienza di per sé coinviolgente ishiguro ha un inglese raffinato e preciso fino al microscopico. direi che - a differenza di quanto è stato notato sopra - anche il libro sia notevolmente distaccato e anodino (piuttosto che freddo) nel trattare i sentimenti. L'anacrisi è quella che viviamo tutti i giorni, e che quasi tutti di noi non sirendono conto di (soprav)vivere, facendo scelte che non sono scelte, e preeferendo non sapere su che cosa si appggiano le loro esistenze
RispondiEliminaBellissimo commento, vallo a mettere da Rita.
EliminaCredo che basta che tu scriva IL DOLCE DOMANI NON LASCIARMI su google e sei a posto :)
Oggi, visto che ti ho fatto visita, ho letto anche il tuo ultimo post. Così, prepotentemente, e' tornato in superficie il film da te citato "Non lasciarmi". Particolare fu ciò che avvenne qualche giorno dopo la visione. Particolare perché cozza con l'umanità di cui ti ho parlato oggi e di cui ti ho riconosciuto come sincero possessore. Appiccico qui quel mio commento, che poi era un mio pensiero, un bene che mai avrei pensato qualcuno potesse depredare per attribuire a se stesso.
RispondiElimina"In questo film il clone non è altro che l’immagine speculare delle nostre esistenze. Proprio come loro infatti, anche noi tendiamo a non sottrarci a quello che è il nostro destino, il nostro percorso, lo accettiamo passivamente. “L’infanzia finisce quando scopri che un giorno morirai“. Credo che questa frase, presa in prestito da IL CORVO, accosti l’immagine dei tre protagonisti con il nostro percorso esistenziale. I tre protagonisti hanno un vissuto alle proprie spalle che sa di incompiuto, infatti tra amori non confessati, tra incertezze e paura dell’abbandono e della solitudine, questi personaggi, giunti alla fine del proprio ciclo, non potranno far altro che rimpiangere, come tutti, le occasioni mancate. Vorrebbero poter avere altro tempo, vorrebbero poter recuperare ciò di cui loro stessi si sono depredati. Ma è troppo tardi. E’ il ciclo della vita, crudele e cinica questa prospettiva è l’unica realtà alla quale purtroppo ognuno di noi non potrà sottrarsi.Siamo una barca arenata nella sabbia in prossimità del mare, e purtroppo della nostra incompletezza, della nostra mancata realizzazione, riusciremo a rendercene conto quando la sabbia avrà esaurito i suoi granelli nella clessidra del tempo."
Ma ti riferisci alla vicenda per cui avesti l'incomprensione anche con mio fratello?
EliminaComunque solito bellissimo e profondo commento.
Difficile commentarlo sia perchè non ce n'è bisogno sia perchè ricordo troppo poco per intervenire.
Ma molte di queste frasi ora che ci penso starebbero benissimo anche su Moon, a proposito di film messi sulla lista
Non ricordarmelo, una c.....a di proporzioni epiche. Sono stato impulsivo e stupido, ma tant'è ,non si può tornare indietro per poter cambiare le cose. Chissà se avrò chiesto abbastanza volte scusa a tuo fratello!!!....a proposito , salutamelo calorosamente ;-)
RispondiEliminaBastava una di scusa, avanza.
EliminaTi saluta e ti legge sempre, anche qua
...pensa che a suo tempo lessi pure il libro...di quel tal Kazuo Ishiguro che scrisse quel popò di romanzo " Quel che resta del giorno"....
RispondiElimina...mi taccio ....
Ecco, brava, fateme arrivà prima a martedì per mettermi in paro con tutti i commenti...
EliminaPensando poi che stanotte ritorna il quizzone, oddio...
però con te siamo in pari mi sembra, incredibile