Dopo l'ottimo, quasi perfetto
(mannaggia a quel finale...) L'Ultimo
treno della notte e il personalmente deludente L'ultima
casa a sinistra di Wes Craven, prosegue la breve (?) capatina nel pazzo,
sporco e violentissimo mondo del cinema di genere anni 70. Non essendo nè un
amante nè un conoscitore di tale mondo proseguo la navigazione facendomi
indicare le rotte più importanti da veri lupi di mare di questa parte
dell'Oceano cinematografico.
Il Grande Racket di Enzo Castellari,
il regista de "Quel maledetto treno blindato", il film ispiratore
degli Ingloriuos Basterds tarantiniani che, ahimè, a sua volta hanno spinto
Castellari a tornare dietro la macchina da presa (a 15 anni dall'ultimo film)
in
questo modo..., mi era stato dipinto come una delle massime vette che
il cinema di genere italiano, in particolar modo il poliziesco, avesse mai
raggiunto.
Niente di più vero.
Se c'è una cosa che non sopporto nel
cinema sono:
A le storie d'amore (quelle banali
e lacrimevoli)
B gli spari, le pallottole (se parte
una sparatoria mando avanti veloce, una noia terribile)
C le scazzottate (per non parlare
delle arti marziali, vade retro!)
D le automobili (inseguimenti, scene
d'azione, gare etc...)
Ne Il Grande Racket i punti B,C e D
coprono praticamente il 75% dell'intera durata ma è tale la bellezza del film
da avermi fatto completamente dimenticare i miei "dettami",
soprattutto perchè è così forte il realismo delle vicende da rendere
maledettamente vere e funzionali tutte quelle scene che nella maggior
parte delle pellicole sarebbero soltanto inserti spettacolari fini a se stessi.
Il Grande Racket è un film violentissimo
perchè porta tutte le vicende che racconta alle loro estreme conseguenze. Non
c'è salvezza nè redenzione nè perdono. Tutti i personaggi coinvolti precipitano
in una spirale di violenza dalla quale è impossibile uscire ed il finale
non è che la triste conferma di tutto ciò.
Un padre che perde la propria
figlia, suicida dopo una terribile violenza subita; un
marito che vede la propria moglie essere stuprata e uccisa davanti ai suoi
occhi, ragazzi linciati per strada, sparatorie-massacri come se piovesse, non
c'è davvero un limite che non si oltrepassi. In particolare i due
stupri, ripresi in maniera completamente diversa- campo lungo il primo, un
concitatissimo camera a mano ravvicinata il secondo- sono
davvero incredibilmente realistici e umanamente devastanti. Merito anche
delle grandi, grandissime interpretazioni di tutti gli attori, tutti perfetti,
dai quattro pazzi delinquenti (straordinaria la ragazza) al protagonista Fabio
Testi; dalla ragazzina figlia del ristoratore fino ad arrivare a tutti i
componenti della squadra di "vendicatori" organizzata dall'ispettore.
La regia, tutt'altro che classica, si
districa alla grande tra ralenti e scene d'azione perfette, tra inquadrature
dall'alto e serrati corpo a corpo. Assolutamente pazzesca la scena dell' auto
ribaltata, superiore a qualsiasi effetto visivo degi anni 2000.
Di pari livello la
sceneggiatura, fitta come detto di piccole vicende che poi collimeranno
perfettamente nella giustizia privata organizzata da Palmieri. Dialoghi mai
banali capaci di oscillare dal comico al tragico, da quelli di routine ad
altri molto impegnati, anche politicamente. Fulcro di tutto è il personaggio
dell'ispettore, forse un tantino esagerato nel voler a tutti i costi, con
metodi non convenzionali e contrari al suo ruolo, riuscire a chiudere il
racket. Paradossalmente è tanto integerrimo e coerente nelle proprie idee
quanto non lo è nel proprio ruolo. In realtà è ogni singolo personaggio a
racchiudere in sè un fortissimo dramma, aleggia sulla testa di ognuno un'aura
fosca, esiziale. Castellari riesce benissimo a farci presagire ciò che verrà,
l'atmosfera è densa, pregna della tragedia finale e definitiva.
Forse si potrebbe imputare a
Castellari e al suo film un eccessivo autocompiacimento alla violenza ma non
c'è nulla in quello che Il Grande Racket racconta che non si possa collegare
alla purtroppo tristissima realtà.
( voto 9)
Bravissimo, questo é un capolavoro del genere, tra l'altro scomparso per anni, si poteva vedere solo tramite antiche registrazioni televisive, ritornato in circolazione grazie alla benemerita edizione in dvd della Blu Underground di William Lustig, che fu una delle prime. Grande film, il migliore di Enzo Girolami Catellari, con un cast strepitoso, la "cattiva" é Marcella Michelangeli. Stai scegliendo praticamente i film migliore della decade settantesca, i gironi infernali del bis sono altra cosa, onore a te e sempre lucido nelle recensioni, ti consiglio, se ti è piaciuto questo film, "Il Cittadino si ribella" e, soprattutto, "Keoma" sempre di Castellari, il piu' grande tecnico tra gli italiani, usciti regolarmente in dvd. Un grande saluto!
RispondiEliminaGrazie Belushi, veramente di cuore. Sì, come ho scritto sto andando abbastanza sul sicuro, sotto consiglio di un amico malato del genere (pensa che avrà visto massimo una decina di film dagli anni 90 in poi...).
RispondiEliminaOvviamente ha tutti i dvd originali e me li sta prestando uno a uno.
I prossimi dovrebbero essere Milano Odia e Il Boss, ma voglio comunque andare con calma. Grazie dei consigli e dei complimenti, saranno ricambiati il "famoso" giorno della controvisita!
Ciao!