Come l'immortale regista francese Bertrand
Tavernier si sia trovato a 70 anni a girare negli USA un thriller su un serial
killer della Louisiana è davvero particolare (se non è il suo primo film
extraeuropeo poco ci manca). Anche perchè In The Electric Mist è un film che
sprigiona americanità da tutti i pori, sia nella materia trattata, sia nella
struttura, sia, giocoforza, nelle meravigliose ambientazioni, tutte incentrate
dentro e intorno la New Orleans post Katrina. Piccola digressione: credo che la
Louisiana sia una delle zone cinematograficamente più belle che il cinema possa
sfruttare specie, purtroppo, dopo il terribile uragano che l'ha sconvolta. Non
parlo soltanto dei luoghi però, è meraviglioso ed affascinante anche il suo popolo
così radicato nelle tradizioni, nei riti, nel misticismo, un popolo che ha una
profonda storia di schiavitù alle spalle (storia che in maniera nemmeno troppo
velata entra prepotentemente anche in The electric mist) e che rappresenta uno
strano mix tra due culture così differenti come la statunitense e la francese.
Poi, c'è qualcosa di più bello della pioggia nelle paludi? Io mi chiedo: perchè
Nostro Signore ha creato le paludi? E perchè la pioggia? Semplice, per il
Cinema!
Comunque... film particolarissimo perchè
ad una struttura che più classica non di può (omicidi-vecchio ispettore che
indaga-serial killer) affianca una venatura paranormale davvero interessante
che a sua volta affonda le sue radici nella Storia Americana, inevitabilmente
visto il luogo dove ci troviamo, alla Guerra di Secessione.
Sarà per la presenza del grande Tommy Lee
Jones ma a me In the electric mist pare in tutto e per tutto una specie di Non
è un paese per vecchi parte seconda, non tanto nel plot o nella qualità
dell'opera (il film dei Coen è sicuramente superiore, e non di poco) quanto nel
cuore stesso della pellicola, nella riflessione di un mondo che più va avanti
più si sta distruggendo con le sue mani, nella constatazione del protagonista-e
in questo senso i due personaggi interpretati da Lee Jones nei due film sono
praticamente identici- che i tempi che furono non torneranno mai più, che
questo è ormai un mondo dove le prevaricazioni, la violenza, la mancanza di
valori ed ideali la facciano ormai da padrone. Lui stesso, a proprie spese
(sarà coinvolto più o meno direttamente nell'omicidio di due ragazze) sarà
costretto ad adeguarvisi. La vena malinconica del film è inframmezzata (come
nei Coen) così da sprazzi di violenza purissima ( a dir la verità tutte le
migliori scene sembrano essere proprio quelle di ammazzamenti vari). Splendido
Goodman, forse persino superiore a Lee Jones. Ad una prima parte molto
imbolsita, segue una seconda davvero buona.
Si vede che il film è tratto da un romanzo, non mancano due o tre dialoghi veramente stupendi e alcune riflessioni (specie quella sulla salamandra) veramente profondissime. Molto contorto e a tratti quasi indecifrabile il rapporto tra le vicende che vedono coinvolto il vecchio detective e le apparizioni che ha, specie quella reiterata del vecchio Generale Confederato, una specie di coscienza privata e storica che aiuterà il detective nella sua ricerca. Tavernier ci ricorda come ogni americano racchiuda dentro di sè un passato macchiato di sangue, come tutto quello che ora sono gli Stati Uniti siano venuti fuori da un processo lungo e sanguinoso. Il detective è così profondamente legato alle proprie radici che, in un finale che ricorda Shining in maniera impressionante, sembra quasi averne" fatto parte". Un film probabilmente più intelligente e profondo di quello che pare, forse proprio per questo thriller atipico che sarà apprezzato da pochi.
Si vede che il film è tratto da un romanzo, non mancano due o tre dialoghi veramente stupendi e alcune riflessioni (specie quella sulla salamandra) veramente profondissime. Molto contorto e a tratti quasi indecifrabile il rapporto tra le vicende che vedono coinvolto il vecchio detective e le apparizioni che ha, specie quella reiterata del vecchio Generale Confederato, una specie di coscienza privata e storica che aiuterà il detective nella sua ricerca. Tavernier ci ricorda come ogni americano racchiuda dentro di sè un passato macchiato di sangue, come tutto quello che ora sono gli Stati Uniti siano venuti fuori da un processo lungo e sanguinoso. Il detective è così profondamente legato alle proprie radici che, in un finale che ricorda Shining in maniera impressionante, sembra quasi averne" fatto parte". Un film probabilmente più intelligente e profondo di quello che pare, forse proprio per questo thriller atipico che sarà apprezzato da pochi.
( voto 7 )
Curiosa materia, per Tavernier.
RispondiEliminaMa a questo punto sono più che sicuro di un tentativo.
Film solido, a prova di bottigliate :)
Eliminadavvero un ottimo film, con un Lee Jones fantastico e John Goodman in formissima.
RispondiEliminai dialoghi (non so, li chiamiamo surreali?) col vecchio confederato sono stati la molla che mi ha fatto amare il film: grande trovata. ma è tutta la struttura narrativa ad essere efficace.
ottima rece: un film (e un regista) che vanno davvero recuperati.
E' vero, sono quel quid in più che lo rendono un thriller molto atipico e interessante. Niente di memorabile ma cinema fatto come si deve.
EliminaGrazie...