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27.1.14

Recensione "Nebraska"



Stavolta di strade laterali non ce ne sono perchè non si va mica dove ti porta il vino, qua e là, ma dove ti manda, perlopiù precisamente, con tanto di indirizzo, un biglietto vincente.
Nessuna sideways insomma ma solo una lunga via principale, una highway di centinaia di km per andare a ritirare un milione di dollari, quel milione di dollari che tutti noi vinciamo ogni giorno, che se una volta era su un biglietto adesso è un banner che ci appare sul pc da cliccare. Vinciamo sempre, ogni giorno, sempre noi, che culo.
Ma Woody è sull'80ina, quel premio da ritirare è molto di più di quello che (non) è, quel premio è una ragione di vita, quel premio è qualcosa cui appigliarsi per sognare ancora, per porsi un obbiettivo un pò più grande di quello di arrivare vivo a letto la sera.
Woody prova a piedi, sono circa 900 miglia (credo), che vuoi che sia.
Lo portano a casa disperati.
Poi riprova a piedi, ancora e ancora.
E allora portiamocelo a Lincoln, pensa suo figlio.
E partono.
Padre e figlio

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Payne ci racconta un altro viaggio ma stavolta è un viaggio diverso, forse l'ultimo.
Woody sembra un pò Harold Fry, il suo arrivare a destinazione diventa una missione ma al tempo stesso è pretesto per sentirsi ancora, e forse per una delle ultime volte, vivo.
Non è un viaggio di riscoperta di sè stessi ma semmai del contrario, del far scoprire agli altri chi sei. E come in Still Life capitò a John, stavolta è David, il figlio di Woody a ripercorrere la vita di suo padre, a conoscerlo meglio, nei pregi e nei difetti.
Nebraska non è un classico road movie, alla fine 700 miglia volano in un ellisse e poi, destinazione finale a parte, c'è una sola fermata, un solo luogo, quello del paese natale di Woody.
Le sue radici.
E qui Payne si ferma, qui il viaggio si ferma per 4,5 giorni dell'intera settimana di durata dello stesso.
E ci regala delle sequenze di squisita finezza comica, come il primo incontro con la famiglia del fratello di Woody con quei due cugini che guardano fisso David interessati solo (non lo vedono da 30 anni) a quanto ci ha messo ad arrivare fin lì in macchina; la scena, strepitosa, della riunione di famiglia, con quella decina di fratelli che guardano il televisore con una birra in mano e si fanno sincopate domande e risposte; il furto del compressore sbagliato, questo sì momento comico tout court da piegarsi in due (ma attenzione, non gesto banale, ma di unione di due fratelli che a malapena si parlano in onore del padre) battute alla Allen ("sono a fare volontariato in autostrada, cioè, in realtà sono ai servizi sociali per un'accusa di stupro" "A me piaceva scopare e lei era cattolica, fai la somma, due figli li avevo messi in conto").

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L'aria è malinconica ma il tono di commedia brillante non si appassisce mai.
E più che Woody, personaggio tragico che ce n'è uno, spiccano dei personaggi secondari perfetti, come i due sopracitati cugini, grassi e uguali, che guardano sempre nella stessa direzione; la moglie di Woody, vero collante del film, grossolana, sguaiata, maleducata, dura, grezza, ma capace di accarezzare i capelli di Woody e dargli alla fine un bacio di dolcezza infinita; l'ex socio di Woody, vecchio bossetto del luogo, un luogo pieno di vecchi e di ricordi, gonfio di nulla e di vuoto (e non è un caso, forse, la scelta del bianco e nero, non solo stilistica ma più vicina alla materia, il ricordo, e ai personaggi presenti).
Woody, come accennato, è invece personaggio tragico, defilato, ed in lui va ricercato tutto il senso del film.
Woody che cade, si apre la testa ma va avanti lo stesso.
Woody che durante le riunioni se ne sta sempre da una parte senza parlare. Con la testa altrove.
Woody che al cimitero mentre la moglie e il figlio parlano se ne torna in macchina. Perchè quelli sono sempre i suoi genitori morti, quello il suo fratellino di 2 anni morto, quella la sua sorella di 19 anni morta, e ci si può scherzare quanto volete, ma questo è un dolore per me, un dolore grande, vi aspetto in macchina.
Woody che nel ritorno alla sua prima casa si emoziona ad entrare nella camera da letto dei genitori e torna ancora, l'ennesima volta, in disparte.

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Woody che accarezza il biglietto ritrovato.
Woody che nel momento più bello del film incrocia lo sguardo di una ex fiamma di 50 anni prima e chissà quante cose gli sono venute in mente in quel momento. E chissà quante ne sono venute in mente a lei.
Woody è tragedia pura, fa ridere sì, ma non come gli altri.
Perchè lui in quella lettera ci crede davvero e ora che si sente alla fine di tutto, rendere credibile un sogno è meglio di aspettare la fine in un divano.
E quello che rappresenta e ha provato Woody non l'ho visto solo dentro il film ma ancor di più fuori.
Esco dal cinema. C'era un bellissimo signore di una 80ina d'anni che avevo notato anche all'entrata, capelli lunghi raccolti in una coda, vestito elegante, un signore distinto che sembrava un ex attore di cinema.
L'ho visto fuori, dopo il film, staccarsi dal suo folto gruppo e andare a piangere a dirotto.
Gli sono passato vicino apposta sperando di incrociarne lo sguardo.
L'ho incrociato.
E Nebraska mi è entrato dentro.
Perchè non puoi avere la malinconia della fine vita se non sei alla fine vita.
Perchè, lo spero, tutti noi arriveremo a quell'età in cui le piccole cose, le cose insensate ci sembrano grandi cose.
Le piccole conquiste ci sembrano grandi conquiste.
Non come da giovani in cui quasi sempre i grandi sogni, le grandi conquiste si rivelavano poi piccole.
Da vecchi sono le piccole che si rivelano grandi.
E tutti noi alla fine ci accorgeremo che ci basta inseguire poco, anche una chimera, per sentirci ancora vivi.
Anche se un milione di dollari diventa poi un brutto cappello con scritto "Vincitore del premio".


Tutti noi avremo un Nebraska, un ultimo luogo, un ultimo desiderio.
E più ci avviciniamo a quel Nebraska, come quel signore fuori dal cinema, più l'intensità dello stesso acquista valore. Acquista bellezza, ma anche dolore.
Avrei voluto esser vecchio ieri, molto vecchio.
Perchè solo loro possono capire.

( voto 8 )

31 commenti:

  1. Pubblicazione in stereo per conclusioni davvero simili.
    Ottimo film.

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  2. spero non sia un film troppo da "vecchi" e da ford per me ahahah
    alla fine però, chissà, potrebbe anche piacermi...

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    1. Dai, Cannibal Kid non c'è più, ora c'è Goi, puoi farcela...

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  3. Niente, questo mi tocca recuperarlo appena possibile, ché dalle mie parti o non escono i film o se escono non si trova gente per andarli a vedere T__T

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    1. Ah, guarda, io sulla gente ormai ho rinunciato, degli ultimi 10 film ne avrò visti 7 da solo.
      Meraviglioso :)

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  4. in certi momenti sembra quasi un documentario, non c'è bisogno di fingere, la realtà coincide col cinema

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    1. A leggere quello che ha scritto Kelvin qui sotto direi che hai proprio ragione...

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  5. non ti leggo! prima lo voglio vedere. spero al più presto...

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  6. Uno dei più bei film dell'anno. Che ha il merito di farci scoprire un'America ai più sconosciuta, quella dei grandi stati del midwest, desertici, spopolati, ultraconservatori. Un'America fatta di gente ottusa, retrograda, che non vede aldilà del proprio naso. Per questo Woody non vuole fermarsi al suo paese natale, perchè conosce fin troppo bene la sua gente...
    Qualche anno fa feci un viaggio negli Usa, passando per lo Utah (che quasi 'confina' col Nebraska). Ebbene, preoccupato perchè non si riusciva a telefonare in Italia chiesi informazioni: mi sentii rispondere, candidamente, che per chiamare in Europa era necessaria la teleselezione (come da noi negli anni '70) il motivo era semplice: nello Utah a nessuno interessa chiamare all'estero, i cellulari non sono abilitati. Il loro mondo è quello, finisce lì, a nessuno interessa vedere oltre il proprio naso. L'unico passatempo è la birra al pub, magari inframezzata da un bel discorso sulla cilindrata della tua macchina.
    Esistono molte Americhe, quella di Nebraska fa spavento... il bianco e nero è davvero necessario.

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    1. Sie sempre una fucina inesauribile di informazioni Kelvin...

      Praticamente hai vissuto la stessa identica realtà del film e mi dai conferma che quella realtà non ha niente di esagerato o esasperato ma è assolutamente veritiera.

      Addirittura le birre e i discorsi sulle cilindrate.

      Credo allora che tu lo abbia vissuto ancora più intensamente.

      Un'altra visione del bianco e nero, io la rimandavo al ricordo, ai vecchi, a un mondo che non c'è più, te anche alla tristezza, alla vita spenta.
      Ottimo.

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  7. Ieri sono andato al cinema e sala uno questo, sala due A proposito di Davis.
    Finisco a vedere i Coen, così, stile lancio monetina.
    Bah che delusione.
    Battutine sciocche, nemmeno un po' di empatia verso il personaggio, espediente del gattino che boh, musica risibile in contrasto con l'atteggiamento mostrato verso la stessa (parlo nel film neh, non il genere in sè...), personaggi caricaturali, luoghi comuni, musicista trasandato e senza casa pulitissimo e barbettina perfettina..
    Commenti in giro e reazioni: capolavoro ennesimo dei Coen. Mah, avrò visto un film diverso?

    Monetina balorda. Avrei potuto vedermi questo Nebraska invece.

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    1. E che ne sai?

      Magari non ti sarebbe piaciuto nemmeno Nebraska

      ma dubito :)

      sai, a me quello dei Coen ispira e come al solito sono sicuro che me lo farò piacere, e non poco

      e' questo che non mi piace di me e invidio a tenti di voi

      non riesco ad avere un senso critico completamente oggettivo, sono sempre dalla parte del film, per criticarlo aspramente (come ora te) lo devo proprio odiare e non salvargli nulla

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  8. Ci credi se ti dico che la tua recensione mi ha portato alle lacrime? Nebraska, più che un film, è un'esperienza ed io questa esperienza l'ho vissuta diverse settimane fa, dopo aver visto questa meraviglia. È tutto tremendamente perfetto, di una tenerezza e malinconia disarmante, dove un momento prima ridi di gusto e quello dopo ti verrebbe da piangere a dirotto. È la vita e Nebraska racconta in modo fantastico un viaggio che, speri, non finisca tanto presto. Per me, questo, è un film da 10 pieno, davvero.

    P.S. Spero non sia un problema se uppo vecchi post, ma quando leggo una recensione simile, ho il dovere di scrivere un commento.

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    1. Prima mi scrivi su Testament (film di grandissima profondità , poi mi scrivi, e in questo modo, qua).
      Mica vorrai diventà uno dei lettori preferiti in 1 giorno?
      Ahah, son veramente contento ti sia piaciuto così e grazie infinite per quello che hai scritto.

      Ma guarda che ricevere commenti su cose vecchie è 100 volte più gratificante che nelle nuove eh.
      Che le nuove ti "arrivano addosso", le vecchie vuol dire che l'hai cercate

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    2. Ahah, troppo gentile, grazie! :D

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  9. Ciao
    dicevi che questo sarebbe stato sicuramente un film per me , non era così scontato !

    spesso certi registi se ne approfittano un po con scene esageratamente lente , come se maggior lentezza fosse segno di maggior introspezione , e lì mi incazzo , lo sai , a me poi ci vuole poco ;)
    ad ogni modo qui il lavoro è ben fatto e molto "sentito" , ma più di tutto mi è piaciuto come ha saputo " raccontare" una comunità ; ed ecco perchè ti dicevo che ho pensato a Trilobiti ;

    quando ho iniziato a vedere il film ero preparata in un certo senso ad una storia di padre e figlio , vecchiaia , ecc. ecc. , perchè pur non avendo letto tanto sulla trama , era ormai risaputo di cosa trattasse , a volte è difficile restare completamente all'oscuro di certi film ;

    ebbene qua il discorso è, secondo me , ben più triste , più squallido ; qui non si tratta solo di una crisi d'età , di sogni irrealizzati , qui siamo in un ambiente dove anche per i giovani non c'è storia , è tutto talmente squallido e privo di significato da desiderare di morire o fuggire ;
    chi resta è rassegnato ad una vita inutile dove si da per scontato che si debba continuare a fre quello che tutti prima di loro hanno sempre fatto , vissuto per nulla ;
    qui non ci sono stati veri sogni , questo è il dramma ;

    quell'auto ora, arrivati a questo punto, è poca cosa o meglio , è la conferma di quanto poco abbia sognato di fare nella vita , di costruire qualche cosa per il futuro ;
    tu come te lo immagini se lui molto prima di invecchiare avesse davvero vinto una lotteria ?
    in quel contesto ?
    cosa fanno i personaggi di Trilobiti ?
    generazione dopo generazione ripetono per filo e per segno ciò che hanno fatto i genitori senza mai cercare di correggere il tiro e in caso qualcuno riesca a fuggire lo fa realmente ? o solo come ripicca o vendetta ?, deve sapere cosa fare e sapere che ovunque incontrerà sempre ostacoli altrimenti tornando poi sarà visto solo come uno fortunato che torna per sfoggiare la propria fortuna e il meglio che gli possa capitare è che gli saltino addosso come sanguisughe oppure che lo snobbino addirittura e lui si sentirà sempre fuori posto e insoddisfatto.
    in questo film l'unico che si salva è il figlio perchè comunque ha saputo portare in fondo un piccolo progetto :
    mettere suo padre di fronte ad un fatto reale , dimostrandogli che vuole aiutarlo a prescindere .
    resta il fatto che in quella comunità così com'è concepita avere o non avere denaro conta il giusto ... ossia poco .... continuano a recriminare contro tutto e tutti , ad attendere che qualche cosa scenda dal cielo , senza slancio, passione sia nel lavoro che nei rapporti personali .
    quindi ripeto , qui il problema non è tanto o solo la vecchiaia , perchè come dico spesso quando mi sento ripetere " bisogna ascoltare i vecchi perchè dispensano saggezza " ... se uno era stupido da giovane diventerà un vecchio stupido ..
    poi certo , concordo con te quando dici che bisognerebbe fare tesoro delle piccole conquiste , perfetto , mattoncino su mattoncino ; il problema qui è molto molto più grave !!
    e magari arrivato al punto in cui si trova ovviamente anche quel giro in auto è meglio di nulla.


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    1. Credo che la scelta del bianco e nero e della lentezza qui siano un vestito perfetto, quello più pendant col protagonista, con la sua età, con la sua malinconia.

      Leggo il tuo commento a pezzi, come sempre, ci guadagno nel rispondere ma ci rimetto di senso globale

      e sì, non ci avevo per niente pensato alla portata sociale del film, mi sembrava tutto, come dicevi, un film su un'età della vita e su un rapporto.
      E in questo senso che hai trovato te, più grande e collettivo, capisco benissimo il paragone con Trilobiti.

      più leggo più devo darti ragione, si somigliano moltissimo i due contesti. Ma chissà quanti film ho visto che raccontano l'immobilismo di Trilobiti, l'imbarbarimento della stanzialità, l'uccisione di sogni e il desiderio, come ultima spiaggia, di andar via perchè tanto là niente può cambiare

      e sì, quella macchina e quel giro è una medaglia dalla doppia faccia

      una piccola, emozionante e orgogliosa conquista

      ma, dall'altra parte, c'è da constatare quanto piccola, quasi inutile e triste sia questa conquista

      e il film ti porta talmente tanto dentro quel tipo di ambiente che io non mi sono accorto dello squallore di quelle vite e di quanto quel poco alla fine non sia nulla

      è come se avessi accettato lo status quo e essermi detto sì, hai avuto quello che volevi, anche da vecchio in qualche modo questa piccola felicità può essere una grande felicità

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    2. ...ecco .. chissà quanti film abbiamo visto che trattano questo argomento ??

      a volte , come in questo caso , ci si fa prendere da un aspetto , forse quello più eclatante ed immediato di un racconto e perdiamo di vista il contesto , il prima , il perchè si è arrivati a questo...
      personalmente ci penso abbastanza spesso per diverse ragioni ( esperienze personali , o forse, meglio, una mia insofferenza verso una facile decadenza ) e quindi mi riesce spontaneo soffermarmi su certi aspetti sociali intrinsechi ...
      come ad esempio il confronto tra una casa modesta ma non miserabile ... la differenza è notevole ma raramente ne sento parlare ...
      lo stesso dicasi per le persone ...
      si potrebbe pensare ad una lista ...partendo da trilobiti ... e poi , appunto ai film ....

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    3. Mi sembri talmente ferrata e interessata a questo (interssantissimo) aspetto che la lista, come t'ho già chiesto, la devi fa te

      punto

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    4. ...eccomi ..
      allora ,si , l'argomento mi prende molto eppure devo pensarci con calma
      il fatto che avessi ripreso la tua frase ... chissà quanti film avremo visto che trattano questo argomento.. seguita da punti interrogativi
      stava a significare che davvero me lo chiedo ... e quindi devo fare mente locale ...
      appena ho un poco di calma ...

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  10. ...ahh dimenticavo di dire che questo è già il quarto film di Payne che vedo e sono molto soddisfatta !

    tra le altre cose lui è stato l'unico in grado di dirigere Jack Nicholson in un ruolo completamente diverso dal suo solito e lo ha fatto magistralmente !!

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    1. Verissimo...

      anche io ne ho visti 4, credo gli stessi 4

      però i mie due preferiti sono i due road movie, questo e Sideways

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    2. ahh.. si si ... senza dubbio questo e Sideways sono i migliori

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  11. Sai che ai tuoi bei commenti arrivo sempre tardi ;)

    ma arrivo, credo tra oggi e domani

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  12. Bellissima recensione, per me la più bella fra quelle lette.
    Mi hai commosso quasi quanto il film, un film bellissimo, malinconico e dolce.
    Ripensando alle recensioni che mi son piaciute di più
    (vedi Arrival ad es. => ti ho scoperto grazie a qs meraviglioso film)
    credo che il punto sia la tua empatia e la sottile capacità di saper comunicare, di fare da cassa di risonanza a ciò che di più prezioso il cinema ci può offrire: emozioni e pensiero.
    Grazie

    ... e cmq la Ramazzotti rimane pessima ;)

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    1. grazie mille per le bellissime parole

      ovviamente mai complimento, per me, può essere migliore visto che sì, provo a far quello che dici ;)

      ma senza "testa", lo faccio perchè mi viene così

      sarà pessima ma è abbastanza bona

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

2 metti la spunta qui sotto su "inviami notifiche", almeno non stai a controllare ogni volta se ci sono state risposte

3 ciao