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19.3.14

Recensione "Alps"




Va bene, non faccio diventare la Trilogia Greca del Padre (Miss Violence, Dogtooth, Attenberg) una
quadrilogia, o.k, ma che Alpis sia un'altra meraviglia del portentoso cinema ellenico questo è fuor di dubbio.
Più che altro nello specifico è talmente evidente che questo sia un film di Lanthimos (regista di Dogtooth) da gridare quasi al miracolo per aver trovato nel cinema moderno un regista capace di scrivere e realizzare film talmente nuovi, talmente pieni di significati, talmente disturbanti da renderlo con solo due pellicole uno dei più grandi autori moderni.
Un pò ho capito cosa mi affascina di Lanthimos. E' il suo tratto saramaghiano, quello di costruire vicende al limite dell'assurdo (o che lo oltrepassano) vendendocele per dati di fatto, verosimili, accettabili.
Ma quello che è davvero portentoso in questo cinema (tutto questo greco) è la capacità di emozionarti senza toccarti il cuore. C'è uno stranissimo sentimento puramente intellettivo, un disturbo che ti colpisce alla testa molto prima che allo stomaco. La freddezza con la quale i fatti vengono narrati, questa incredibile glacialità sono qualcosa di portentoso. E Lanthimnos in più riesce a creare dei soggetti del tutto nuovi, geniali.
Qua si parla di una "società" di sole 4 persone che dietro compenso "interpreta" il ruolo di persone morte, per far vivere alla famiglia più gradualmente e senza stacchi netti l'elaborazione del lutto. Il ruolo dell'"attore" è predominante. 

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Molte volte vi si fa riferimento, si chiede ai morenti chi sia l'attore preferito, in una scena la vecchia cieca di tutte le notizie della rivista vuole che le sia letta l'intervista a Wynona Ryder, gli "impersonificatori" (i 4) fanno delle prove prima di recitare le parti o giocano al gioco del "chi sono"?. Il ruolo dell'attore quindi, di colui che interpreta una parte, della finzione, è predominante. E il bravo attore può interpretare chiunque, anche il ruolo di una ragazza 16enne a 30 anni e passa. Lo stesso nome che i 4 si danno, Alpi. sta a significare che qualsiasi montagna delle Alpi può sostituire un'altra montagna ma non viceversa. Ed anche questo è affascinante perchè tale cosa non è assolutamente vera, ma Monte Bianco sembra avere una visione limitata e limitante del mondo, un pò come i protagonisti di Dogtooth.
Ancora una volta il sesso è mostrato in maniera disturbante e disturbata, ancora una volta il ballo (incredibile anche qui l'importanza che gli si dà) è al centro delle scene più grottesche, ancora una volta c'è un'aria torbida, malata ma di un fascino incredibile.
E sono geniali alcuno passaggi di sceneggiatura, come lei che si "compra" una parte all'insaputa di loro, come la ragazza ginnasta talmente plagiata da tentare il suicidio non tanto per l'orrenda vita che fa ma per aver fatto male il suo lavoro (e la metafora della ginnastica è perfetta dato che forse è lo sport con più disciplina e crudeltà nell'apprendimento). Anche per questo come per i film della Trilogia potremmo parlare di Quadrilogia dell'Educazione...



C'era di tutto per fare un film che colpisse anche le corde emotive dello spettatore. L'elaborazione del lutto, il tentativo di colmare un vuoto, il non voler guardare in faccia la realtà, il tema della perdita e del dolore, c'erano tutti gli elementi per emozionare. E invece no, tutto è trattato in un modo freddo, grottesco, una specie di teatro dell'assurdo. Ad esempio la prova di litigata tra il venditore di lampade e sua "moglie" e la successiva immediata rappresentazione mettono i brividi. E' un cinema a tesi, che vuol dimostrare qualcosa, forse un cinema colto e superbo, ma di una bellezza a mio vedere unica.
Gli ultimi 10 minuti, apparentemente ostici, secondo me sfiorano la perfezione.
Monte Rosa non fa più parte della società (in una scena che per violenza e glacialità ricorda come non mai quella di Niente da nascondere di Haneke).
Ha solo due altre possibilità.
La prima è continuare la recita della giovane tennista, quella che aveva intrapreso da sola. Ma la società nel frattempo l'ha saputo e sostituita con la ginnasta (ah, a proposito, fantastiche le due attrici, che altro non sono poi che la protagonista di Attenberg e la sorella maggiore di Dogtooth).
Ormai le resta solo casa sua, quella vera (vera? qualche dubbio ce l'ho). E in un disperato e paradossale tentativo tenta davanti suo padre di interpretare sua madre defunta. Monte Rosa non può vivere la sua vita vera, ha bisogno di essere qualcun altro.
Un altro film su cui si potrebbe scrivere un libro.

( voto 8 )

27 commenti:

  1. Ancora mi manca. Ma spero di poterlo recuperare presto.

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    1. Sai che mi sa si trova male?
      Ma te sei avanti in questo.
      Però se già Dogtooth ti aveva fatto storcere il naso beh, qui te lo rompi...

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  2. "'gne lò fatta l'altra sera..." ma giuro di rimettermi in paro il prima possibile

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  3. praticamente sulla stessa lunghezza d'onda. Come sempre del resto. E se fossimo stati gemelli in una vita precedente?

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  4. mi trovo d'accordo con tutto quello che hai detto, eh, davvero, ma a me dal punto di vista emozionale non ha detto nulla. zero. l'ho finito e mi son chiesta: e quindi? non per la freddezza della narrazione, eh. è solo che mi pare un film fine a se stesso.

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    1. Ma infatti l'ho scritto, ho provato un'emozione puramente "intellettiva", non so come spiegarlo.
      Nel senso che questi film mi fanno funzionare le sinapsi e ti assicuro che è un miracolo :)

      Sì, e quindi?

      Nulla.
      O tutto.
      Nel senso che sono film che attraverso il paradosso e il nulla cercano di porre domande e analizzarci.
      O almeno credo :)

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  5. Alla fine visto. Che dire, un film curioso e disturbante ma, forse perché sono troppo razionale (o ignorante, non lo escludo) mi fa sembrare che in mezzo a tutto quel bello manchi qualcosa che gli dia vera e propria coerenza.

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    1. Non c'è bisogno di essere ignoranti come te per fare una critica intelligente e condivisibile come questa :)

      Domani vengo a leggerti, ho visto qui a destra che hai recensito.
      Ciao!

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  6. Un grandissimo film, che conferma la straordinaria bravura di Lanthimos (che, dopo questo, è praticamente diventato uno dei miei registi preferiti).
    Questo è un film che mostra eventi che modificano la realtà, trasformandola in finzione, un po' come in Dogtooth. Ma in Alps questo concetto viene rafforzato e assistiamo quindi ad una sorta di doppia finzione. C'è anche una sorta di annullamento dell'identità e Monte Rosa ne è l'esempio perfetto. Come dici tu, lei non può essere se stessa, deve continuare ad assumere altre identità. Io la vedo come una fuga dalla vita "reale": forse i quattro "attori" hanno visto nella compagnia un metodo per evadere da una realtà che probabilmente non apprezzavano. Ma queste sono solo supposizioni, dato che nel film non mi è parso di vedere nessun accenno al loro passato (e forse è meglio così).

    Questo, come dici tu, è un tipo di cinema freddo e distaccato dal punto di vista emotivo. Talmente freddo e distaccato che certe volte sconfina nel surreale e si avverte come non mai quel senso di "finzione" di cui parlavo prima. E in questo film diventa poi finzione dentro la finzione, una sorta di matrioska.


    Ormai voglio approfondire il più possibile il cinema greco: sono riuscito a trovare Attenberg, Sto Lyko e Kinetta.

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    1. Ah, ma allora hai cominciato con il mondo dello streaming o download eh?
      hai fatto bene, è l'unica maniera per vedere sti film

      sì sì, è indubbio, la "finzione" in questi film la vedi tutta, ma è proprio il renderla così palese che poi ti destabilizza. Se un film prova ad essere vero e poi noi lo percepiamo finto è un conto ma se uno si vende già per finto o comunque surreale o improbabile a noi va in pappa il cervello, non possiamo più accusarlo di quello ma, anzi, siamo portati ad entrare in quella finzione come fosse vera.
      Spero si è capito.

      Guarda, non rileggo la rece, ma non ricordo se avessi fatto supposizioni, come te, sul "perchè" loro fanno quella cosa, non credo.
      E adesso a distanza di tempo davvero non saprei che dire, in realtà ricordo pochissimo. Tutta la struttura sì, tutte le scene di loro in palestra etc... ma quasi niente di quello che accade nel film, che strano...

      Eppure mi piacque non poco.
      Aspettiamo con ansia l'ultimo Lanthimos, che dice esser bellissimo.
      Volevo andare a vederlo a Roma ma poi non ce l'ho fatta.
      In ogni caso è stato preso per la distribuzione, bene ;)

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  7. "E adesso a distanza di tempo davvero non saprei che dire, in realtà ricordo pochissimo. Tutta la struttura sì, tutte le scene di loro in palestra etc... ma quasi niente di quello che accade nel film, che strano..."
    diventa inutile commentare mi sa...
    anche perché la parte interessante sta proprio nel capire il perché si sostituiscono alle persone e,credo che la risposta sia nell'ultima scena del film.


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    1. Ancora Rachele che tenta di razionalizzare Lanthimos, ormai l'abbiamo capito ;)

      Uff, ho riletto la recensione e sul finale dico quelle cose, credo che la mia risposta sia là.
      Provare a dire altro adesso sarebbe un inutile arrampicarsi sugli specchi.
      Tra l'altro notevole " E in un disperato e paradossale tentativo tenta davanti suo padre". Dovrei togliere uno dei due "tenta" e mettere "a" dopo il secondo "tenta".
      Ovviamente non lo farò

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  8. Il film non l' ho ancora visto, ho un rapporto amore/odio con Lanthimos: ho apprezzato Dogtooth, non altrettanto Lobster. Ok, rapporto è una parola grossa, con soli 2 film visionati, ma credo di aver già individuato lo stile. Tra l' altro nell' estremizzazione del surreale/grottesco molto simile a Sion Sono. Lo cito non a caso perché già dopo la visione di Lobster, prima visione assoluta del cinema di Lanthimos per me, il paragone m' è sorto spontaneo (e qui sta il fatto curioso): lo vidi a un cineforum e parlando con un ragazzo tirai fuori questo discorso e gli consigliai di vedere Noriko's Dinner Table se proprio volesse farsi del male :) Guarda caso al centro del film c' è proprio una vicenda di famiglie in affitto, quindi anche affrettatamente già li avevo collegati. Son tutti e due pazzi furiosi :D Però continuo a preferire il grottesco di Sono: l' estremezzizazione di Lanthimos tende a lasciarmi completamente indifferente, che poi sarebbe lo scopo del grottesco, o meglio, il grottesco dovrebbe distaccare per poter fare un' analisi più lucida, l' indifferenza mi toglie qualsiasi voglia di ragionarci su (e qui sta la mia "critica" a Lanthimos). Invece quello di Sono certe volte ha l' effetto opposto, ti porta sempre più dentro le vicende, più rincara la dose e più te le senti addosso.

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    1. intanto ti dico che, a pelle, allora io lascerei perdere Alps ;)

      io invece conosco Sono pochissimo (due o tre film) ma il suo grottesco mi sembra molto più ridondante (in senso buono), debordante, visivo

      Lanthimos invece tende ad asciugare tutto e anche quando mette dentro roba lo fa in modo molto più freddo

      Ovviamente io la penso al contrario, pochi registi mi "interessano" più di Lanthimos. Magari non mi coinvolgono eh, ma intellettualmente sono proprio all'opposto dell'indifferenza ;)

      mi ricordo che parlai del grottesco, o almeno credo, nella recensione del Piccione di Andersson

      ciao!

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    2. Sì, certo, per simili intendevo come "livello" di grottesco, in termini quantitativi, poi chiaro che lo sviluppino in maniera differente. Per Alps, ci proverò a vederlo prima o poi, pure io ho la mia lista di film che si sta accrescendo sempre più, quindi uno più uno meno... :) Poi magari mi piace pure, altrimenti pazienza.

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    3. Pensa che proprio ieri volevo vedermi Kinetta, che ho registrato con MySky tempo fa ;)

      Invece alla fine mi sono visto tipo 5 puntate di Delitti, una eccezionale rubrica del canale Crime sui più grandi delitti della storia italiana, Via Poma, Mostro di Foligno, Olgiata, Circeo, Marta Russo etc...

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    4. Sì, quei cavolo di mini-documentari sono una droga. Anche io ora su tutto sui serial killer americani e altra varia umanità :D

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    5. Ma io ne vedo tanti ma sto Delitti è davvero formidabile...
      Tutti i filmati dell'epoca, ricostruzioni perfette, cornologia degli avvenimenti chiarissima. E giornali e interviste, tutto. Tra l'altro alla fine di un episodio alla fine lessi che alla regia c'era Infascelli. Chissà se era solo per quell'episodio o per tutti.
      DIventato regista cult con Almost Blue poi ha fatto anche un bel pò di cacate (non che Almost Blue fosse sto filmone eh).
      Ma adesso con quel doc su Kubrick è tornato fuori alla grande.
      Ma, insomma, con Delitti grosso lavoro

      è na droga, sì

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    6. Eh niente, dopo tutti questi commenti mi son rivisto Noriko, se non l' hai già fatto aggiungilo alla tua lista (poi chissà quando lo guarderai, ma almeno non lo dimentichi ;) ). Credo che lo apprezzerai, non è una visione facile ma credo che questo non ti spaventi :)

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    7. ahah, inserito

      tra l'altro prima che ne parlavi te non l'avevo mai sentito nominare...

      ah, le visioni facili mi mettono difficoltà ;)

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  9. Buonasera a tutti!!! Dopo aver visto LOBSTER al cinema ed esserne uscita assolutamente entusiasta, mi sono lanciata alla ricerca di tutti i film di Lanthimos...dire INTROVABILI è un eufemismo...vi dico solo che ho appena finito di vedere ALPS in greco (fortunatamente coi sottotitoli in italiano).
    Concordo con chi lo descrive un film disturbante e asciugatutto, dove l'apatia dei personaggi principali la fà da sovrana.
    Dove posso trovare DOGTOOTH, in qualsiasi lingua ma con almeno i sottotitoli italiani??
    Ho voglia di ampliare i miei orizzonti e immergermi ancora di più nella mente contorta di questo malsano regista!!

    Alessandra

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    1. Si trova in streaming sul sito Horror Pills , in greco ovviamente, con i sottotitoli italiani. Cerca il titolo originale: Kynodontas.

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    2. Tranne Lobster gli altri Lanthimos sì, sono tutti in greco.
      Come sono in greco gran parte di tutti i film...greci di questa nuova ondata che ormai da 10 anni ci ha regalato almeno 6,7 grandissimi film

      ma la cosa buffa è che li scopri proprio adesso e, ad esempio, definisci Alps introvabile quando proprio in questi giorni è addirittura al cinema ;)

      a Perugia ancora c'è

      vai, buona visione, specie di Dogtooth

      io proverei anche Luton, Attenberg, Miss Violence

      Sto Lyko invece, senza conoscerti, non è consigliabile ;)

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  10. Il cinema di Lanthimos non si smentisce, grottesco, metaforico, freddo, criptico, i suoi film non hanno eguali, una concezione di cinema diversa, che piace o si odia, senza vie di mezzo. Alps (ΑΔΠΙΣ), un passo indietro rispetto ai precedenti Dogtooth e The Lobster, ma pur sempre straordinario nella sua particolarità, sia registica che di scrittura, un soggetto assolutamente surreale, dove persone ne sostituiscono altre morte per alleviare il dolore dei parenti, una sorta di recita macabra che ha l'unica limitazione nel non farsi coinvolgere emotivamente, coscienti del fatto di essere semplici surrogati e di non poter sostituire l'unicità dell' individuo defunto. Violenza psicologica, straniamento, allontanamento dalla realtà, cinico approccio verso i sentimenti, considerati impossibili e puniti con ferocia. Film di nicchia, assolutamente non per tutti, per chi vuole sperimentare qualche cosa di diverso.

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

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3 ciao