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3.3.15

Recensione "Vizio di forma" (Inherent Vice)


Si vede che con gli Anderson io debba avere un rapporto particolare.
Wes, il pastellaro, riesce sempre ad affascinarmi ma mai a farmi innamorare.
Paul Thomas invece non sbaglia mai, ogni suo film è per me la conferma di trovarmi davanti uno dei più grandi ma poi, alla fine, resto sempre sulle soglie del capolavoro senza (quasi) mai entrarvi.
Magnolia, capolavoro intendo, lo è.
Ubriaco d'amore per me è bellissimo ma non lo è.
Il Petroliere per me è bellissimo ma non lo è.
The Master per me è bellissimo ma non lo è.
E Vizio di forma? lo stesso.
Siamo dalle parti di The Master, ossia di quei film apparentemente semplici ma in realtà complessissimi dentro, quasi inafferrabili.

La storia di questo investigatore privato hippie e fattone (bastava hippie?) che senza volerlo e, forse, solo per amore si ritrova invischiato in una storia molto più grande di lui, una storia che soltanto al'inizio pareva una piccola vicenda di uomini e tradimenti ma che poi, passo dopo passo, diventa una matrioska con processo contrario, di quelle che metti la più grande sopra la più piccola.


E' fortissima, direi predominante, la presenza del romanzo dietro, di questo scrittore tanto misterioso quanto -dicono- grandissimo (e dopo aver visto il film non stento a crederci). Un intreccio pauroso, dialoghi formidabili, frasi su frasi in voice off talmente importanti e belle che un primo ascolto te le fa volar via senza che tu riesca ad afferrarle.
C'è questa sensazione che Anderson abbia adattato come meglio non si poteva un romanzo che riesce però comunque ad essere più grande dell'adattamento, a "superare" cioè il film, a farlo sembrare suo figlio.
Siamo negli anni 70, gli anni del peace and love ma anche delle derive oscure che ne scaturirono, Manson su tutte. Come mi ha fatto notare una signora settantenne all'uscita del cinema questo è un film che ha tutta l'America del periodo dentro. Le libertà, Manson (appunto), le Pantere Nere e il razzismo, l'abusivismo edilizio, la fobia del comunismo, le droghe e la psichedelia, le lobby, un certo decadentismo.
Tu segui la vicenda che pare personale di Doc Sportello e ti ritrovi invece a vedere e scovare tutta l'America.
Io ho trovato un accostamento particolare, una fulminazione che mi è arrivata durante il film. E che probabilmente è ridicola.
Ma del resto io sono quello che accostai Hobo a Gesù Cristo e Wrong a Synecdoche New York.
Pennac.


Ecco, l'ho detto. Il fatto è che ho provato la stessa sensazione, anche se raccontata con modalità, stile, ambientazioni e contesto completamente diverso. Vedevo la storia di quest'uomo e delle sue passioni che piano piano nascondeva al suo interno lobby massoniche, intrighi, omicidi, il Male.
Sempre in un'atmosfera ironica (si ride moltissimo in Vizio di Forma, specie col personaggio straordinario di Brolin) e apparentemente "personale (Malaussene come Sportello) alla fine il film narra invece di come la rete del male dell'uomo sia ramificata ovunque, e raggiunga le peggiori aberrazioni.
Anderson è Anderson, che gli vuoi dire? qui grazie alla grana e ai colori riesce a farci trovare, anche fotograficamente, negli anni 70. Cura la sceneggiatura nel minimo dettaglio, mette dentro il romanzo dapertutto ma fa una scelta molto particolare, quello di affidare la voce narrante (quella che riporterà le frasi più belle del libro) a un personaggio secondario, laterale.
Personaggio che, secondo me -lo dico dagli sguardi- è segretamente innamorato di Doc mentre lui invece ama l'altra, la bellissima Shasta (interpretata da un'attrice nuova a me sconosciuta, Katherine Waterstone, davvero notevolissima, straordinaria ad esempio nella scena del nudo integrale).
Regia perfetta come al solito ma sempre abbastanza sobria, priva di virtuosismi. Io amo, ho sempre amato, le lentissime carrellate avanti, quelle che senza che te ne accorgi partono lontane e poi arrivano addosso al protagonista. Ce n'è una sulla scena della panchina con la Witherspoon notevolissima.




E Phoenix? è sempre Phoenix, ovvero il meglio che puoi avere adesso senza più Seymour Hoffmann.
Troverete dialoghi straordinari, scoprirete personaggi dalle mille sfaccettature (quello di Brolin su tutti, poliziotto tutto d'un pezzo, durissimo, che nasconde invece fortissime turbe e sensi d'inferiorità), faticherete, a volte, a seguire la trama, vi annoierete e vi entusiasmerete, sarete presi dalle vicende e anche lasciati.
Avrete a che fare con un film psichedelico come il suo protagonista.
E forse, come me, penserete che tutto st'ambaradan, tutto sto ammasso di nomi, fatti, intrighi e topoi americani non è altro in fondo che una storia d'amore.
La storia di un uomo che vuole soltanto due cose.
Riportare un uomo dalla propria famiglia e ritrovare lei, la ragazza che si accorse di amare sotto la pioggia in una notte da sedute spiritiche.
In mare si dice che il vizio intrinseco, l'inherent vice, sia quello che contempli tutte quelle cose che l'assicurazione non può pagare perchè impossibili da evitare, come uova che si rompono, cioccolata che si scioglie o bicchieri che si frantumano.
E anche nella nostre vite e soprattutto nelle nostre storie d'amore, di vizi intrinseci, di cose inevitabili, ce ne sono.
Forse nella storia di Doc e Shasta il mare ha fatto rompere loro centinaia di bicchieri, decine di uova.
E' inevitabile, soprattutto quando su quella nave che è la vita è salita a bordo una ragazza così bella.
Forse, però, c'è ancora il tempo di raggiungere riva insieme.



44 commenti:

  1. Bellissimo post; il mio è più sintetico, ma in sostanza siamo sulla stessa lunghezza d'onda, anche sul discorso dei capolavori sfiorati.
    Doc for President!

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    1. Grazie!

      Vengo subito alla teiera (che poi amo il thè da morire)

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  2. Le recensioni come questo alzano l'asticella dell'interesse e delle aspettative.
    Spero di vederlo presto.

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    1. Uno che ama come te l'America, i grandi scrittori e i personaggi borderline lo amerà James. Magari anche te ne sarai un pò confuso e stordito ma troverai tantissime cose belle dentro.
      Vediamo se ci prendo

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  3. Sono uscita dalla sala un po' perplessa, poi adesso, mentre stavo scrivendo il post - che, se vuoi, potrai leggere domani - mi sono resa conto che, alla fine, mi è piaciuto molto di più di quanto non mi fosse sembrato inizialmente.
    Joaquin Phoenix semplicemente immenso. E colonna sonora da urlo.

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    1. Poison, stessa identica sensazione.
      Lo vedi e sei solo stranito, ci pensi e ti sembra sempre più bello.
      Solo i film non banali riescono in questo.
      Ma perchè non parlo mai della colonna sonora? incredibile, nemmeno qui

      a domani allora

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  4. Un capolavoro assoluto come Magnolia l'ha firmato. E non è poco.
    Per il bis vediamo...
    Questo ancora mi manca.

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  5. NO VABBÈ TU SEI IL TOP!!!
    Sono appena rientrata da una sadomasochistica visione in seconda serata in un banale giorno feriale (quindi lavorativo) con tanto di ulteriore mezz'ora di critica e dissertazione in macchina con la mia amica.. E non paga di questo mi son detta "chissà cosa dice Giuseppe!" perché io, prima ancora di qualsiasi commento sul film, ho il problema che credo proprio di non avere capito nulla! Ogni frase/nome/scena sfuggiva alla mia comprensione: 2 ore e mezza difficili, specie se appunto è martedì ed è l'una di notte e pensi alla sveglia imminente!
    Quindi appunto, volevo troppo chiederti cosa ne pensassi e son venuta a veder qui e ovviamente... Puntualissimo! E si è ripetuta la stessa identica vicenda dopo aver visto Her!!!!!!!!! Anche quella volta, non paga di oltre un'ora di discussione con amici, son venuta a veder cosa dicevi tu e infatti ne avevi appena scritto come qua.. E altra coincidenza incredibile: entrambi i film si reggono su Phoenix (che, concordo con te, è il massimo e non serve sprecare parole perché parla da solo per due ore e mezza), ed entrambi i film mi hanno lasciata amareggiata e insoddisfatta mentre tu li hai acclamati!!! Nonché ci hai visto gran storie d'amore mentre io manco l'ombra! In questo film, stasera, io non ho trovato NULLA DI NULLA se non un bel film con bravi attori e come dici tu tanta America dentro e un 'amore' disperato ma tutto questo si riduce (per me) a un semplice accenno/sfondo che non aggiunge o toglie nulla al nulla.
    Ma non volevo far sta filippica..
    Volevo solo dirti di come sono colpita dal fatto di venire a cercare qualcosa e di trovarla!!! Non è banale come dinamica e neanche a farlo apposta c'entra col nostro amico "doc" che cerca cerca e.. Cosa trova? Tante cose ma poi.. Cosa se ne fa? Al di là di tutto però, Doc un grandissimo, sia chiaro, indipendentemente dal mio giudizio sul film complessivo!

    Va beh, la mia sveglia è sempre più vicina e ho usato seimila parole per dire semplicemente: sei ottimo.
    Ciao!!

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    1. Allora, con calma.

      1 vizio di forma non l'ho acclamato, un 7.5 sarebbe il voto giusto. Ma alla fine parlo sempre delle cose che mi piacciono, è questo il punto.

      2 non sono storie d'amore?? a parte Her dove è palese, anche qua la storia di un uomo che rischia di morire, sfida un'intera organizzazione, si avventura in amicizie e vicissitudini pericolosissime solo, ripeto solo, per ritrovare lei non è amore? te lo dimostra poi la prima scena, e l'ultima, e quella della pioggia. Questa è una storia d'amore a cui hanno messo sopra così tanti vestiti che a toglierli tutti non ci capisci na sega.

      3 io credo sia un film importante, labirintico, pieno di cose. Però ti capisco, nell'eccesso alla fine uno rischia che non gli rimane nulla in mano

      4 confuso sono stato anche io, e parecchio :)

      5 cosa trova? tutto, lei

      6 ahah, sì, ci sono molte coincidenze. E' anche vero che io vedo i film in sala, e anche te, quindi trovare qualcosa in comune gli stessi giorni ci sta...

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  6. Capisco sia un film importante e che lui attraversi tutto quel delirio per lei.. Ma.... Più ci penso più questo film non mi ha lasciato NIENTE.
    Inoltre quelle specie di storie d'amore basate più su odori e attrazioni animali che su altro a me non dicono nulla. I rapporti tra due zoppi che rimangono zoppi mi sanno più di "compagnia" compensatoria che di amore. L'amore aiuta a vivere, per la mia esperienza.

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  7. (Sì la scena della pioggia è vera e fresca e dice di qualcosa di reale che c'era tra loro ma poi tutto il resto del film sembra confermare che quel seme di verità non c'è più, che è stato soffocato! La scena di nudo di lei è agghiacciante e conferma quel nulla (secondo me eh) e non azzecca nulla con quel finale finto girato in uno studio finto...)

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    1. L'amore potrà ancha aiutare a vivere ma è pieno di vizi intrinseci, di difficoltà, ellissi e cadute che fanno parte del gioco, inevitabili. Non ci sono amori che fanno solo vivere e che portano solo benefici. Bisogna cadere più volte per poi avere le gambe ferme di arrivare al traguardo.
      In più in questo film e in quest'epoca è tutto diverso, non si possono analizzare le cose freddamente. E' un film e un'epoca confusa, "drogata", in cui la vita ha ritmi e aspetti che con la nostra c'entrano poco.
      però mi piace sempre quando uno con convinzione conferma il suo dissenso, specie se in qualche modo motivato

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  8. Oilà! magari è scontato, però mi sono trovato d'accordo con chi dice che la storia d'amore (perduta, snaturata, corrotta) e il ricordo della pioggia raccontino l'illusione della rivoluzione e del 68. Tutti i personaggi del film sono bambini sperduti che non sanno nemmeno chiedersi cosa siano gli ideali, e possono solo malinconicamente sognare.
    Per me, capolavoro a mitragliate proprio, ficata assurda, perfetto. Magari a una seconda visione non sarà più così, ma per ora sono estasiato!

    PS: dimentichi un grande Anderson! (-: http://it.wikipedia.org/wiki/Paul_W._S._Anderson

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    1. Ahah, hai ragione. Che poi c'è caso che ha fatto più soldi lui che gli altri.
      Ho visto solo il primo Resident Evil suo. Almeno Death Race si dice sia buono, in videoteca andò benissimo.

      Molto bello il paralleismo tra le dinamiche della storia d'amore di Doc e Shasta e il 68, ottima!
      Io purtroppo non leggo mai niente, mannaggia, meno male ci siete voi a darmi o riportarmi altre interpretazioni.
      io invece credo il contrario, alla eventuale seconda visione mi piacerebbe di più!

      (ancora non sono riuscito a sdoganare il termine filmorri, ci sono andato vicino nel post dei film più brutti, ma prima o poi arrivo...)

      ti arriveranno soldini per i diritti

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    2. Hahah aspetto gli assegnoni proprio! Comunque del terzo Anderson Death Race è da vedere, è un action cialtronissimo ma molto divertente, e Event Horizon è un filmorro niente male, anche quello molto caciarone ma con delle trovate mitiche

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    3. Punto di non ritorno mai sentito, nè in italiano nè in originale. Dev'essere proprio un filmorro...
      Però voglio la defnizione precisa di filmorri, e i suoi confini

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  9. Ciao! Ho scoperto il tuo blog da poco. Bella recensione! Interessante il volo pindarico Anderson-Pennac. A me invece ha ricordato molto Il Grande Lebowski... con la differenza che il film dei Coen mi invischiò fin da subito con la sua aura "fattona", mentre guardando Vizio di Forma mi sono sentito come un non fumatore alla festa del raccolto.
    P.s. Per cortesia, vediamo di cambiare al più presto l'immagine principale del blog :)

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    1. Ciao e grazie!

      Sì, di Drugo ho letto l'accostamento anche da altre persone, ci sta, cert,. molto più del mio :)
      Ahhh, capisco perfettamente la metafora, perfetta :)

      Non è che fai l'arredatore o l'architetto no? arrivi e mi dici come cambiare casa. Almeno presenta la parcella!

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  10. Al massimo un agente della buoncostume! Perdona il commento acidulo, sulla scia di un post altrettanto acidulo su "Mommy" che ho pubblicato di recente. Casomai ti interessasse. A rischio di sembrare snob, invidioso o mammone :)

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    1. See, te sei matto... Già devo farmi forza a leggere una stroncatura di Mommy, poi pure in inglese divento scemo. O mi fai la traduzione ad hoc o mi fai il riassunto.

      (a parte gli scherzi, riesco abbastanza bene a leggere l'inglese ma sempre in maniera meccanica, non discorsiva. Ci rimetteresti e basta)

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  11. Giuseppe per me questo film è un capolavoro. Che butti piogge di acqua o di rane, PTA per me resta sempre un autore di quelli incredibili, che ti sembra che ti stia raccontando una storia, invece sta facendo una sinfonia di significati solo per come aggiusta l'inquadratura, proprio da cinema moderno. E, infatti, lui a quello scenario attinge spessissimo. A me piace anche Pynchon, tra l'altro e qui si ritrova tutta la sua ironia triste e malinconica e lo spaesamento dovuto alla tensione assurda che c'è tra la voglia di cambiare e l'incapacità di farlo e all'infrangimento dei sogni che a questa tensione consegue.
    A livello di significato lo trovo coerentissimo con The Master.
    E Phoenix è gigante, ora che PSH non c'è più.
    bellissimo post :)

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    1. E' vero, Anderson nasconde sempre tantissima roba ma ha la capacità incredibile di farti sembrare che non sta nascondendo nulla. La sua autoralità non è manifesta ma da cercare.
      In poche righe hai detto tutto, si capisce benissimo che conosci perfettamente sia PTA che Pynchon e che entrambi sono perfettamente nelle tue corde.
      Aspetto una tua rece per ogni possibile approfondimento :)
      E grazie, ma la mia è poca cosa

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  12. Come "The master" - anche se un poco meno - mi ha lasciato molto perplesso. Il che è anche meglio di vedere un bel film, alle volte, perché porta la mente a interrogarti su confini che prima non avresti mai osato varcare.
    Certo che però a leggere le tue recensioni mi rendo conto di non capire proprio un cazzo...

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    1. E perchè io che avrei scritto di così interessante?
      No, il fatto è che Anderson mi mette sempre a disagio, penso sempre di non comprenderlo fino in fondo, come te.
      Ma lo amo lo stesso perchè anche se mi dà questa sensazione non ha l'arroganza dell'autore, anzi, i suoi film li trovo molto "pop". Però dentro hanno per forza di più di quello che colgo

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  13. Recuperato finalmente (a proposito è il 4° film che vedo della mia promessa 2016 ;) e devo dire che durante e a post visione mi sembrava di essere ubriaco e strafatto come il protagonista! Trama intricatissima, minestrone di personaggi e situazioni da perdere letteralmente il senno. P.T. Anderson è un grande ma anche su di me spesso mi lascia esterrefatto, stordito a post visione, questo e The Master su tutti mi hanno messo al tappeto nel loro sperimentalismo sfrenato, soprattutto questo che lo debbo dire, reputo forse l'opera che mi è piaciuta meno di tutta la filmografia di questo cineasta moderno. Vedremo l'effetto che mi farà ad una seconda visione.

    Di Phoenix non parlo perchè sarei superfluo, ma per ritornare a ciò che dicevi ad inizio rece, per me minimo Anderson ha sfornato due capolavori che sono Boogie Nights e Magnolia, poi lo ha sfiorato con Il Petroliere e ha fatto più che discreti o buoni film come Sydney, Ubriaco D'Amore e The Master. Ovviamente mia personalissima opinione ci mancherebbe ;)

    Voto: 7+

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    1. Sì, fai benissimo ad accomunare questo e The Master. Sono due film grandi, forse grandissimi, ma così particolari, inafferrabili ed intricati che a noi, secondo me, arrivano solo in piccola parte.
      Guarda, chiunque mi dicesse che sti due film sono capolavori non solo non ci troverei niente da dire, come sempre, ma crederei che abbia ragione lui.
      Beh, credo che sulla carrellata la pensiamo in maniera quasi identica visto che ancora Boogie Nights non l'ho visto.
      A proposito, BN è proprio sulla Promessa, dove te sei già a 4 ed io, sono arrivato a solo 2 proprio ieri notte. Ad Aprile devo aumentare la media...

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  14. Verissimo ciò che dici e sono d'accordo con te, i film di P.T. Andersson sono talmente densi di cose, situazioni, temi, gesti, dialoghi che non riusciamo a coglierli fino in fondo. Però sei sicuro che il fatto che non riusciamo a comprenderli/coglierli del tutto non sia un limite del suo cinema e non un nostro limite? Voglio dire, la sua coralità di situazioni, personaggi e temi non dovrebbe essere più immediata e comprensibile? Con una sua linearità e non spezzettata e in parte irrisolta come è capitato per me con The Master e soprattutto con questo Vizio Di Forma? Secondo me ci sarebbe da rifletterci su, secondo me Andersson da The Master in poi è un pò cambiato nel suo fare cinema, là dove con le prime sue opere era più diretto e pungente, con storie si sempre corali e dense ma più compatto, con le sue ultime due opere secondo me è andato più a briglia sciolta toccando forse tanti e troppi temi senza definirli tutti allo stesso modo e perdendosi e annacquandosi in fase di sceneggiatura. Boh non so, non so se mi sono spiegato, è solo uno dei pensieri che mi sono fatto vedendo e conoscendo un autore cmq grande.

    Aspetta non ho capito, ma hai visto proprio ieri notte Boogie Nigths e quindi sei a 2 oppure ancora lo devi vedere? Io sto cercando di vederne in media uno al mese di quelli della promessa, vediamo se ce la faccio ;)

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    1. Io credo fortemente che Anderson sia una mente superiore, e un uomo di cinema superiore.
      Credo quindi che il problema sia il "nostro".
      Tra l'altro non è un Lynch, non è uno che ci preclude a tavolino il significato di alcune cose.
      No, lui è un regista debordante, da accumulo, e noi ci perdiamo. Impossiible notare tutto, seguire il filo, capire i rimandi, entrare nei suoi cunicoli. Sono opere colte, ma di una cultura non urlata, nascosta.
      A me dispiace non poterlo amare come vorrei, lo sento a pelle che questo è uno dei 5 più grandi nel cinema emerso.
      Ecco, questa è la risposta alla tua prima parte.
      La seconda.
      Sì, Anderson pare camnbiato, diventato quello di cui parlo e parliamo qua sopra.
      Credo che sia un'evoluzione, un di più, non un passo indietro.
      Purtroppo ci rimettiamo noi che non abbiamo le armi per seguirlo del tutto. Ma io credo che questi ultimi due film siano persino più potenti dei precedenti. Meno belli, ma più potenti. E' un discorso di ambizione certo, ma anche di altro.
      Per riassumere tutto io amo più il vecchio Anderson ma sono più affascinato da questo, è quasi una sfida.

      No no, ho visto We are still here ;)

      eh, anche io pensavo uno al mese (che poi manco basta), infatti ad Aprile tenterò con altri due almeno ;)

      ciao boss

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    2. Sicuramente il problema sarà il nostro, anch'io credo sia un grande autore, però non penso del tutto che nelle sue due ultime opere si sia evoluto, forse ha fatto più quello che voleva fare, si è espresso con più libertà ma non è detto che questo corrisponda necessariamente ad un'evoluzione nel suo cinema, che ripeto, lo reputo importante e a tratti unico nel panorama attuale.

      Ciao caro

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    3. ah dimenticavo... a questo punto non vedo l'ora che tu veda Boogie Nights e discuterne, e per paragonare il "vecchio" Anderson e il "nuovo".

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    4. Ah, ma vedrai che mi piacerà molto più BN che gli ultimi due, ne sono convinto.
      Ma vedi, è come quando incontri dei pittori che hanno avuto due fasi, una più immediata ed una più ermetica (di significato eh, non di roba messa dentro, Anderson è debordante).
      A te piaceranno di più i primi quadri, ma forse resterai più affascinato dai secondi.

      Comunque son d'accordo con quello che dici, assolutamente. La risposta definitiva la sa solo Anderson

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  15. Capolavoro secondo me il secondo film migliore (dopo The master e prima del petroliere).

    Raccontato in maniera semplice (trama a mio avviso che sembra confusionaria ma , non per vantarmi, molto trasparente e assimilabile)

    Atmosfere: ecco questa è molto strana è 'hippie' a me ha dato un senso di anni 70 seppur con alcune incertezze (ad esempio quando si entrava nella caserma di polizia sembrava un atmosfera alla cos è non più anni 70)

    Poi il romanzo di cui è tratto il film l ho letto ed è molto più complicato

    Grande Phoenix e fotografia alla Robert Altman (mi è venuto in mente Il Lungo Addio), anche il Grande Sonno con Bogart è però molto riscontrabile nel film

    Forse pecca nella scena del nudo....però l atmosfera è pazzesca

    Bellissime le musiche quella prima del titolo del film è una canzone memorabile così come quelle di Young che ti fanno addentrare di più nel contesto sia storico che Americano (vedi l Oregon e quindi California)

    Grande film

    P.S.: non batte Gone girl quindi significa che non è il mio film preferito però ci va vicinissimo

    A presto Giacomo

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    1. Io invece continuo a preferire l'Anderson un filo più accessibile, il primo Anderson.
      Anche se sono convinto che questi due ultimi film probabilmente siano molto più grandi di come l'ho percepiti io (e comunque l'ho percepiti come bellissimi eh).

      Ah, hai addirittura letto il romanzo, complimenti ;)

      Sì, dentro c'è proprio tutta la cultura americana del periodo, le musiche, i luoghi, gli ideali, i look, la psichedelia. Un film particolarissimo, dalla trama sì abbastanza semplice ma talmente piena di arzigogoli e labirinti da farti perdere a volte (e affascinare però).

      beh, come due migliori film due film particolari ;)

      ma hai una vita davanti per cambiare le tue classifiche ;)

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    2. E si , the master e vizio di forma sono due grandi film

      Ho ancora tempo per cambiRe classifica di P. T.Anderson però sono tutti belli anche ubriaco d amore ....mi manca il suo primo film

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    3. No no, ma io intendevo che avrai tempo per cambiare la classifica di sempre, non di Anderson...

      forse tra 4 anni di Gone Girl manco ti ricorderai

      non sai in quanto poco tempo uno può cambiare e stravolgere queste classifiche

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  16. Ah...ok capito

    Beh speriamo che non mi dimentichi di Gone girl ( l'avrò visto 5 volte )

    Sicuramente cambierò la classifica mi mancano un sacco di film e libri ;)

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    1. Sì sì, per dimenticare infatti intendevo che a forza di centinaia di film che vedrai, di te che crescerai e tutto il resto poi quel film sparirà dalle tue classifiche

      ma nella tua testa non lo dimenticherai mai

      io, ad esempio, ricordo bene o male ogni film che ho visto

      a presto, tanto ho visto che già sei capitato da un'altra parte ;)

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  17. Scrivo qui, da un PC non mio, perchè vorrei dissipare un dubbio (posto a fine mio commento). HELP Me


    Dopo che quest’inverno ho visto “Il Labirinto del Fauno”, “Vizio di Forma” è subentrato all’opera di G. Del Toro sul mio personalissimo podio dei film assolutamente da recuperare (gli altri 2 sono “Silence” di Scorsese e “Il Cavallo di Torino” di Tarr); così ecco che, ieri sera, c’è stata l’occasione per poterlo vedere in pace (eh si sono quasi 2 ore e mezza di film).

    Consapevole che potesse non convincermi, in quanto:
    - pur riconoscendo tutte le alte qualità di PT Anderson, si sa che i suoi film non sono nelle mie corde (ho apprezzato “Il Petroliere”, un gradino sotto “Il Filo Nascosto” e “Magnolia”, il resto mmmmhh … così così),
    - pur apprezzando molto altro nel cinema, rimango tra quelli che “una trama ben sceneggiata” è già metà film e in “Vizio di Forma” la trama è un “vizio di forma”.
    …mi sono posto davanti allo schermo con tutte le migliori intenzioni

    Difficile catalogare “Vizio di Forma”, PT Anderson camuffa da “noir” un pseudo thriller che non si risolve, se non attraverso il girovagare di un improbabile, ma arguto new “drugo” (incredibilmente ben interpretato da J. Phoenix), tra le pieghe e le piaghe di un’epoca in fase decadente, ma rivoluzionaria come gli anni ’70. Anni pieni, di amore libero (forse meglio usare il termine “sesso”), di uso di droghe (largo uso ne fa il protagonista e non solo), di ribellione (“Black Panther”, movimenti femministi, ecc..), di sette (“Manson”, “fratellanza ariana”), di guerre (Vietnam), di abusi edilizi, di politica e tanto tanto altro.
    Così, attraverso la visione spesso distorta dalle droghe del nostro J.Phoenix, PT Anderson con colori e fotografia adeguati, ci pone davanti un affresco dell’America di quegli anni.
    Il risultato? Film difficile da seguire pieno di troppo (di nomi, di situazioni, di intrecci, ecc..) per essere compreso appieno. Bello se si cerca la messa in scena (accompagnata da una ottima colonna sonora originale), pessimo se si cerca un senso.

    Valutazione personale? Non un “mio” film, quindi …
    VOTO ***+ (stando già largo, ma il voto sarebbe 6,5), rimane che ho un dubbio che non riesco a dissipare, che potrebbe alzare il voto… SPOILER, ma il personaggio interpretato da Brolin è solo l’antitesi di quello interpretato da Phoenix o è il suo alter ego. O meglio siamo dalle parti di “Fight Club” o è solo una mia alterata interpretazione

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    1. anche io prima o poi devo vedere Tarr, specie il Cavallo di Torino...

      malgrado consideri forse P.T. Anderson il più grande regista vivente capisco benissimo i tuoi giudizi e le tue perplessità, ne ho alcune volte avute anche io coi suoi film. Come ho scritto spesso lo considero più grande di me

      molto bello il tuo commento!

      riguardo il tuo dubbio per tutti i motivi che hai detto sopra io de sto film ricordo pochissimo!

      ma se riesco te mando qua a legge uno che lo ama molto, Enrico, un mio amico, magari lui te risponde ;)

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  18. magari .... grazie

    ho letto un po' in giro (nei giorni scorsi) e solo su filmscoop ho trovato un'altro che ha ipotizzato questa teoria.

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    1. Ciao Stefano, sicuramente è un film in cui la trama è puramente accessoria, un pretesto per perdersi in quella miriade di situazioni, personaggi e atmosfere, però il film secondo me è più organizzato e coerente di quanto possa sembrare a una prima visione, forse non a livello di trama ma a livello tematico e "emotivo". L'ipotesi che citi è molto affascinante, e non è lontana da come la penso io, anche se con conclusioni differenti. Anderson ama spesso confrontare due personaggi apparentemente antitetici che in realtà rappresentano due facce della stessa medaglia, come nel Petroliere, in cui avevamo Daniel Plainview e il prete a confronto, in The Master, in cui c'era stata la sublimazione di questo "scontro di personalità", tanto che l'intero film si poggiava solo su quello. In più occasioni in Vizio di Forma ci viene raccontato il personaggio di Bigfoot come più complesso di quello che appare, anche per il suo passato drammatico, in cui aveva perso il partner (e ci sono varie allusioni ad una sua presunta omosessualità, ma potrebbe essere una falsa pista), e viene spiegato di come in realtà lui invidi profondamente lo stile di vita di Sportello, la sua libertà , e soprattutto il suo "centro morale", mentre lui sente di aver smarrito la strada nel corso del tempo. Alla fine, anche se non sappiamo se è un'allucinazione di Sportello, lo vediamo addirittura divorarsi il posacenere pieno di hashish di Doc, come per fare qualcosa fuori dagli schemi, per riappropriarsi della sua vita. Sono anche accomunati dal fatto di essere due uomini "in via d'estinzione",l'hippie e il "Detective Rinascimentale", come Bigfoot si definisce, perduti in un mondo che sta cambiando e che loro non comprendono più. Anche per questo lo spettatore finisce per smarrirsi, perché percorre lo stesso viaggio dei protagonisti in un mondo incomprensibile e assurdo, dove l'unica cosa che rimane certa sono le nostre relazioni e i nostri affetti. Perciò forse rappresentano più che altro due modi diversi di affrontare quel mondo, anche se noi la vediamo dal punto di vista di Doc, che cerca di "combatterlo" facendo quello che crede sia giusto, e Bigfoot, che invece ha cercato di adattarcisi, di mescolarsi fra la folla, rimanendo però con il rimpianto di una vita diversa. Non penso ci sia una risposta univoca, ogni interpretazione è aperta ed è giusto che sia così. Spero di essere stato di aiuto ;)

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    2. alla faccia della risposta...

      stefano, hai avuto la risposta del migliore, più non puoi chiedere ;)

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due cose

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3 ciao