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22.4.15

Recensione "Mia madre"


Credo, a posteriori, che io sia stato lo spettatore ideale di Mia madre.
Purtroppo, per quanto possiamo sforzarci di fare tabula rasa ogni volta che ci mettiamo davanti ad una pellicola, non ci sarà mai nessun film che riusciremo a giudicare senza, consciamente o no, ripensare a sensazioni, (pre)giudizi, visioni e confronti passati.
Quel regista non mi ha mai detto nulla.
Quell'attrice non la sopporto.
In questo genere c'è di meglio.
Quella scena è già vista.
Etcetera.
Io ho visto un solo film di Moretti, uno. Chi mi conosce non farà fatica ad immaginare quale.
E non ho mai visto un film della Buy, o almeno nessuno dove fosse protagonista assoluta.
Nel primo caso tutto è dovuto alla mia stupida idiosincrasia verso il cinema impegnato, idiosincrasia pari solo all'amore assoluto che ho invece per quello impegnativo.
Nel secondo caso, quello della Buy, non ci sono tante spiegazioni, se non che il 90% del cinema che fa lei non mi interessa, e il restante 10% (perchè di bei film ne ha fatti) per un motivo o per l'altro non mi è mai capitato sottomano.
Quindi io l'odio o la venerazione a prescindere per Moretti non ce l'avevo.
E non avevo, quindi, nemmeno mai visto la Buy nel ruolo che interpreta ormai da 20 anni, quello di donna isterica. Che, ca va sans dire, fa anche qua.
Avevo davanti a me solo un film, un regista e un'attrice, tutti nuovi per me.
In realtà, a questo punto lo svelo, di Moretti avevo visto La Stanza del figlio, un film che con grandissima asciuttezza ed essenzialità raccontava di quel dolore lungo che è l'elaborazione del lutto.
E mi ritrovo adesso Moretti che mi parla di un altro dolore lungo, ma quello diametralmente opposto all'elaborazione del lutto, ossia la preparazione ad una morte ormai sicura.
Risultati immagini per mia madre

L'aspettare la morte di qualcuno o l'elaborarla.
Una madre adesso, un figlio allora.
Due temporalità dense e vuote allo stesso tempo, due scorrere del tempo fisico e psicologico che molte volte sono tra le prove più dure che in vita potremo mai sopportare.
Diciamolo subito, ho trovato il film bellissimo.
E la Buy (con questo viso ormai odiato da tanta critica sopraffina) un'attrice formidabile, probabilmente non talentuosa, ma una che onora il mestiere dell'attore, un mestieraccio che per chi non ha talento è davvero durissimo.
Moretti è stato sempre tacciato di autoreferenzialità.
C'è poco da commentare, impossibile dire il contrario. In realtà mettere sè stessi, sia fisicamente che attraverso le proprie idee, dentro i film è qualcosa che non necessariamente sbagliato, anzi, di fondo credo che sia una delle cose più importanti che un autore debba fare. Il rischio semmai è la glorificazione di sè stesso, ecco, lì sta semmai l'errore.
Se possibile qua Moretti ha messo due volte sè stesso dentro il film, quasi 3.
Una nel personaggio della Buy, regista del film nel film, chiarissimo alter ego Morettiano (lo si capisce praticamente in ogni battuta).
L'altra nel personaggio che si ritaglia, quello di un figlio (e fratello) che cerca in maniera il più possibile matura e lucida di prepararsi alla morte della madre. Autoreferenziale perchè il film, lo dice lo stesso Moretti mi pare, dalla morte della madre del regista trae spunto.
Due fratelli diversissimi l'uno dall'altro, ma tutti e due sono Moretti.
E lo sono sopratutto "insieme", l'unione dei due.
Sinceramente la prima mezz'ora del film mi aveva fatto storcere il naso più volte.
Scene riuscite e altre no, personaggi riusciti e altri no, battute riuscite e altre no, attori capaci e altri meno, mi trovavo a cambiare continuamente giudizio. E anche la stessa sceneggiatura contribuiva a darmi questo senso di film poco coeso, perchè non solo alternava in modo continuo le due vicende principali del film (i figli con la madre morente e il film nel film) ma metteva dentro anche sogni, flash back e qualche piccola vicenda laterale non troppo interessante.
Poi però si inizia a vedere tutto l'insieme in maniera più omogenea, e il film, almeno personalmente, decolla.


Dal trailer credevo che avrei odiato il personaggio di Turturro (oddio, mi sembrava una vera e propria macchietta) e invece l'ho trovato perfetto. Probabilmente è il personaggio più profondo e sfaccettato del film, caciarone, sfacciato e sulle nuvole sì, ma anche umile e profondamente umano. Sono gli occhi a parlare per lui. E' un uomo solo che cerca di mascherare profonde insicurezze sotto le spoglie del divo. Uno che fa capricci e insulta, ma lo fa quasi per dovere, per ruolo ("voglio tornare alla realtà!", dirà) mentre proprio in quella realtà dove vuole tornare è tutt'altra persona.
Turturro istrioneggia, sembra quasi improvvisare (come il suo personaggio) e almeno nella scena del camera car raggiunge vette comiche davvero impensabili.
Ma questo, lo dicevamo, è un film sul dolore, tutto il discorso metacinematografico è molto interessante sì, ma non sempre riuscito (quando vedo Moretti che affida la "sua" parte da regista ad una donna come non ripensare al finale di Synecdoche New York..., e il confronto è impietoso).
Nel secondo tempo è come se accada una strana cosa.
Il titolo del film resta sempre "Mia madre" sì, ma se nel primo tempo la protagonista era quella a cui quel "Mia" si riferiva (la Buy), nel secondo invece è la seconda parte, la "madre" a venir fuori.
Ed ho capito quello che mi ha così affascinato di questo film.
Anche prima ho trovato tanto di buono, come ad esempio la scena dell'allagamento dell'appartamento (possibile metafora della situazione psicologica della Buy, con quel dolore impossibile da arginare e quella vista che sta letteralmente esondando) o quel saluto di Moretti da dietro il vetro alla mamma allettata, con quel viso che poi, quando torna dalla nostra parte, racconta tutta la tristezza e le difficoltà.
Ma la magia del film è nella madre.
E non nel modo, a mio parere molto umano ed essenziale, con il quale Moretti ci racconta l'avvicinarsi alla morte.


La magia di "Mia madre" è in uno degli aspetti più apparentemente marginali del film, nell'amore della stessa per la lingua latina.
Quando l'ultimo giorno ce ne andremo noi non siamo solo chi abbiamo amato, ma anche cosa abbiamo amato.
E allora vedere quei libri che nessuno ormai leggerà più disposti sul tavolo, vedere lei che legge i nome dei medicinali, questi nomi quasi sempre derivanti dal latino, vedere quello che una persona che ha amato profondamente qualcosa ha provato ad insegnare ai suoi allievi, sono le cose che più mi porterò dietro di questo film.
E, in questa lettura, ho trovato una scena da pelle d'oca.
La nonna torna a casa, ha il suo librone di latino sulle gambe.
Sul divano c'è la nipote.
Insieme riusciranno a tradurre una frase.
E' una scena che ha dentro tutto. Una vita che se ne sta andando ed una che si sta formando, un rapporto meraviglioso tra nonna e figlia, una donna che nei suoi ultimi giorni è là, con la passione più grande della sua vita, il latino, e prova ad aiutare una ragazzina che quella lingua proprio non riesce ad amarla.
Forse perchè ha avuto la fortuna di avere quella nonna, ma non un'insegnante come lei.
E' una piccola scena di una potenza spaventosa.
Ed è una scena decisiva, perchè è quella che ci prepara nel vederne un'altra, quella in cui una ragazzina sente una telefonata e si tuffa sotto le coperte a piangere il suo dolore.

56 commenti:

  1. Gran bella recensione, per un film che è indiscutibilmente "morettiano", anche se più intimo. E' piaciuto molto anche a me, ne ho parlato qua:

    http://viaggiandomeno.blogspot.it/2015/04/mia-madre.html

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    1. Bene, vengo subito a vedere.
      Anche perchè ho il vago sentore che nella blogosfera sarà più chi ne parla male che bene

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  2. Ciao Giuseppe ,per quanto riguarda la visione di questo film io rappresento sicuramente lo spettatore tipo con tanti pregiudizi :))
    Da anni ornai il cinema italiano mi delude parecchio : attori , storie scenografie , tutto mi lascia insoddisfatta. La Buy ...l'ho vista in diversi film e non riesco a farmela piacere, Moretti , di suo ho visto credo quattro film ,e non lo giudico un genio e nemmeno un cane , raggiunge in qualche caso la sufficenza p poco più , ma nulla di chè, piuttosto son convinta che abbia costruito attorno a se una certa aura di autore/politico/impegnato/originale/ e che abbia fatto del suo carattere malmostoso un punto di forza .
    Ora questo film lo vedrò solo in dvd ma approfitto dell'occasione e del fatto che tu con pazienza mi segui nei miei discorsi un pò maccaronici.....per parlare del mestiere dell'attore e di come la vedo io.Tu, parlando della Buy dici ...una che onora il mestiere dell'attore, un mestieraccio che per chi non ha talento è durissimo ....Allora ogni mestiere è durissimo, e posto che il massimo nella vita sarebbe poter fare un lavoro che oltre a farci vivere potesse pure piacerci e darci modo di soddifare le nostre aspirazioni, e posto che ad ogni modo ogni lavoro ha una sua dignità e ndrebbe fatto come si deve , se non altro per poter dire che ci ho messo del mio in ogni caso, ......per alcuni mestieri la componente talento o predisposizione fa una grossa differenza....vogliamo parlae di un cantante che non " sente " la musica, di un cuoco che non senta se c'è sale o no ; hai voglia studiare ed impegnarti....certamente il giudizio su di un attore è molto soggettivo, però in Italia ormai da anni ci si accontenta e non so spegarmi se proprio non cìè alternativa o se sta bene così, ad ogni modo per me spettatore che ho modo di fare confronti e posso vedere molto altro , visto che il mercato offre di tutto e di più ,sto lasciando sempre più in disparte quello che ho iniziato a definire il " genere " italiano, così come ci son persone che pur vedendo ed apprezzando tanto il cinema , hanno magari problemi a guardare fil horror semplicemente per un fatto psicologico :))
    Ora dopo tutto sto pippone spero che ti divertirai a rispondere a tono a sta matta della Dolly.

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    1. In realtà i pregiudizi non hanno per forza accezione negativa.
      I pregiudizi possono essere visti anche semplicemente come giudizi precedenti, non come giudizi a priori.
      Io credo che una con la tua intelligenza e sensibilità questo film lo debba vedere, poi sbaglierò :)

      sull'attore mi sono spiegato mala
      Con "mestiere durissimo" intendevo la difficoltà, per chi non ha talento, per uscir fuori ed essere riconosciuto. Di mestieri più duri il mondo non solo ne è pieno, ma lo sarebbero quasi tutti...

      Capisco perfettamente il tuo discorso, questi anni ci ho riflettuto parecchio.
      Io credo che il mestiere dell'attore sia, appunto, un mestiere che potrebbero imparare quasi tutti.
      Quel quasi presuppone un minimo di predispozione.
      Il problema è che quando impari un mestiere come questo poi la differenza tra te che lo hai imparato e chi ce lha naturalmente la vedi, di brutto.
      Ecco, in Italia i "mestieranti", quelli a cui non basta alzare un sopracciglio per comunicare qualcosa, sono la maggior parte, indubbio.
      Penso anche all'ostinazione di recitare in italiano perfetto, quando in realtò la naturalezza presupporrebbe altro.
      Però.
      Però mi è venuto questi anni un atroce dubbio.
      Ma non è che io veda l'attore italiano inferiore all'altro perchè sono italiano? non nel senso che amo quindi parlar male di noi, ma che se sento un attore recitare in italiano riesco perfettamente a capire quanso sia falso e costruito, quanto sia cane o no.
      A volte vedo horror scrausi in inglese e gli attori mi sembrano comunque cavarsela.
      Credo che un inglese invece li massacri.
      Ecco, almeno per quanto riguarda la recitazione "parlata" vederne una nella tua lingua ti porta ad avere i fucili spianati contro l'attore credo.

      Siamo compagni di pipponi, tranquilla

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    2. ........ di fatto le voci degli attori stranieri che noi ascoltiamo sono di nostri doppiatori.....e di questo ne sono consapevole, allora visto che per me sarebbe davvero impossibile seguire decentemente un discorso con sottotitoli , tantomento in lingua originale , la mia insoddisfazione principale resta nell'espressività degli attori italiani e ripeto nei movimenti del corpo.....ti faccio un esempio , ho visto ed apprezzato in modo esagerato True Detective , il doppiatore di McConaughey era Adriano Giannini che vidi un paio di volte di sfuggita recitare ed al confronto ......lasciamo stare altrimenti divento ripetitiva , insomma niente , dunque dicevo l'impegno messo in quel doppiaggio è stato enorme , io ho seguito uno special ed ho sentito la voce originale , ho ascoltato le indicazioni del direttore del doppiaggio, il lavoro sul respiro, sul non volere , giustamente imitare un certo dialetto che diversamente sarebbe risultato una macchietta, ecco , quella è professionalità , allora io dico , perchè dall'attore italiano che recita senza doppiaggio non è possibile raggiungere certa professionalità ....si va dal romanesco che fa tanto burino/ de noantri / e simil naturale , il toscanaccio tanto simpatico a tutti, il meridionale pittoresco e naturale, poi in anni passati il milanese , ma che in italiano normale no ???? e parlo dell'italiano di strada che se magari non ha una vera e propria inflessione dialettale non pronuncia perfettamente ogni sillaba , e qui chiudo il discorso sul " parlato " , sul l'espressione del viso e del corpo è unn dramma e lì non ci può essere rimedio con un doppiaggio......si vede che recitano .......non dico tutti ma la maggiorparte; in questi giorni ho visto due puntate del tanto acclamato 1992 .....dopo due puntate ho buttato tutto alle ortiche perchè mi è venuto il nervoso, tanto per usare una frase dialettale; una per tutti, a parte Accorsi che ...lasciamo andare, la Falco .....allora non so se hai avuto occasione di vedere la serie Banshee oppure The Bridge ( quello originale svedese) ecco lì ci sono due esempi di ragazze fuori fase e smaronate come possono esserlo certe ragazzine che non sanno che fare della vita con alle spalle situazioni familiari dure , e le interpreti sono due ragazze sconosciute , che recitano con quella naturalezza e spontaneità che ti fan credere davvero a ciò che sono , tu finisci di guardare e pensi a loro non come attrici ma come a quelle ragazze .Ecco io ho bisogno di questo , e ribadisco , so che la cosa è soggettiva , però il confronto è impietoso.
      Un saluto dalla Dolly

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    3. Ma se per una volta non commento in maniera articolata e lascio perdere?

      perchè che vuoi aggiungere a tutto sto flusso di pensieri che hai scritto? niente!

      davvero, non prendertela a male, vai solo letta

      (comuqnue quando io mi riferivo ai film stranieri ovviamente parlavo di lingua originale eh, altrimenti se doppiato tutto il mio discorso non aveva alcun senso)

      complimenti

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    4. sono d'accordo parola x parola con la Dolly pure tantissimo sul doppiaggio di true detective... ho visto quasi tutti i film di moretti (quello sul papa non ce l'ho proprio fatta) e l'ho sempre amato per il suo incazzo sociale ora però sta diventando parecchio noioso e secondo me lui sta noioso a se stesso e lo fa capire in diverse battute del film.... la morte di un'anziana anche se è sua madre non è così interessante da farci tutto un film... lo salva turturro e qualche battuta sempre relativa alla sua natura "superincazzosa" per il resto sbadigli...e da come l'ho visto parlare del film in qualche intervista sembra che lui lo sappia

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    5. Ti capisco benissimo ma ognuno ha tematiche che preferisce.
      Io ad esempio non ho mai visto Moretti proprio per il suo incazzo sociale, l'ho visto solo nei suoi due film sul dolore, questo e La stanza del figlio. Non so dove renda di più (la carriera dice nel primo caso) ma a me interessava solo nel secondo.
      Poi sul fatto che lui "lo sappia" non so che dire, trovo strano fare un film, scriverlo, girarlo, produrlo e tutto il resto con la noia addosso, come se non si volesse fare. Io credo invece che lui avesse bisogno di farlo, parecchio.

      Ma grazie del commento ;)

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    6. http://emergeredelpossibile.blogspot.it/2015/04/mia-madre.html
      l'hai letto questo? immagino di si... è un po' forte ma ci trovo del vero.
      si credo che lui avesse bisogno di farlo ma perché ha bisogno di continuare ad essere Nanni Moretti per se stesso più che per il pubblico e se non ci riesce muore come sua madre.... secondo me da vecchio non sta più benissimo... come si fa ad essere così intelligenti e capaci e voler continuare ad essere al centro del mondo senza accorgersi che c'è tanto di più e di nuovo? mi sembra di conoscerlo bene perché così lui ha voluto negli anni e attraverso i suoi film e per me lui è un mito (ho chiamato mia figlia Bianca).... mai avevo sbadigliato guardando l'orologio ahimè

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    7. Sì, lo conosco ;)

      Ma ricordo che mi fermai alla quinta riga.
      Vedi, purtroppo io unisco molto la vita alla scrittura, come scrivo sono.
      E pur riconoscendo grande intelligenza, cultura, scrittura e soprattutto tanto studio allo Yorick non sopporto così tanto la sua arroganza e maleducazione che il resto va in secondo piano.
      Se lo leggo tutto è solo per gusto del trash (ossai ricercare risse).
      Ma capisco perfettamente chi lo legge, in molte cose c'è davvero da imparare.

      Molto interessanti le tue riflessioni caro Anonimo (anche senza account un nome o nick potresti metterlo in fondo, si dialoga meglio), specie perchè te conosci Moretti enormemente più di me.
      Io, come ti dicevo, mi sono approcciato a lui proprio nel lato che te hai sopportato meno. E siccome quelle tematiche mi piacciono e ho trovato i due film "veri" non mi sono affatto dispiaciuti.
      Ma non ho dietro il percorso che hai te con Moretti e non cerco le stesse cose che cerchi te e non odio quelle che odi te.
      Quindi difficilmente troveremo un punto comune.
      Ma quello che scrivi è assolutamente sensato e, come sensazione, pare pure "giusto".

      A presto

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    8. Caden ma quali sono le cose che cerco e/o odio? e perché non potremmo trovare punti in comune? C. (quella di forza maggiore)

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    9. Ahahm ciao ;)

      mi riferivo a questo scambio, tutte le cose che piacciono a te di Moretti o ricercavi nei suoi film sono quelle invece che odio, o non sopporto, io

      o veiceversa

      "e l'ho sempre amato per il suo incazzo sociale ora però sta diventando parecchio noioso"

      ecco, per me è l'opposto ;)

      " la morte di un'anziana anche se è sua madre non è così interessante da farci tutto un film."

      ecco, per me è l'opposto ;)

      "lo salva turturro e qualche battuta sempre relativa alla sua natura "superincazzosa" per il resto sbadigli.."

      ecco, per me è l'opposto ;) (Quando nel film fa il "moretti" non mi fregava nulla)

      "mai avevo sbadigliato guardando l'orologio ahimè"

      ecco, per me è stato l'opposto ;)

      l'ho messa così, per ridere, ma tutto quello che a te non piace più di lui è quello che piace a me che, prima, proprio perchè non sopportavo la sua natura incazzosa e le sue istanze sociali, l'avevo sempre evitato.

      A te piace probabilmente di più il cinema impegnato, a me quello impegnativo

      sta di fatto che te conosci molto meglio di me Moretti e che il tuo quadro è senz'altro più completo del mio

      a me dei registi interessa poco, io cercavo un film sul dolore e l'ho trovato

      per questo, dicevo, mi sembra che su sto film trovare punti di contatto sia assolutamente impossibile

      ciao!

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    10. mah!.... secondo me Moretti è sempre stato impegnato soprattutto su se stesso essendo un artista e comunque mi sembra che non si possa prescindere dall'artista se intendiamo i film come opere d'arte... non so cosa intendi per cinema impegnativo se intendi che deve coinvolgere le emozioni con me sfondi una porta aperta io piango e rido peggio di un clown... troveremo punti di contatto su altri film dai!... e anche se no trovo interessantissimo questo confronto perché non ho mai abbastanza "compagni di cinema"
      a presto! C.
      PS non essendo pratica di blog non conosco la deontologia del caso quindi mi sorge un dubbio: quando saluti con " a presto" ti aspetti una risposta e quando saluti con "ciao" no? è che non vorrei mai rompere i coglioni.....

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    11. Ahah, sta cosa dell'" a presto" e del "ciao" è spettacolare, e dimostra un certo acume (tuo, non mio).
      Comunque no, io che arrivino nuovi commenti o si prosegui la discussione ci spero sempre, ho solo trovato due alternative di saluto ;)

      Assolutamente, non si può prescindere dal'artista. Quello che volevo dire io è che se ho visto questo film è perchè cercavo un film sul dolore, non l'ultimo di Moretti. Una volta visto però, quando se ne parla, l'artista deve essere assolutamente messo in primo piano (anche se io nelle mie rece a volte manco lo nomino...).

      Mmm, a rileggermi sembra quasi che io ti accusi di non vedere film impegnativi, non sia mai...
      E' che intendevo dire che magari a te, rispetto a me, interessano anche film "impegnati", ossia che portino avanti battaglie, denunce, ideologie. O le combattino. Io invece cerco sempre film che mi impegnino mentalmente, che mi facciano riflettere e soffrire, possibilmente senza bandiere o battaglie dietro, ossia che raccontino l'uomo nel modo più universale possibile.
      E certo, piacciono anche a te, ma in questo caso, con Moretti, forse prendiamo due approcci diversi.
      Guarda carissima C., io prego sempre di trovare commenti dissonanti dal mio, perchè solo con le diverse opinioni vengono fuori cose molto interessanti.
      E poi con me puoi anche offendere, fare quello che vuoi, ma avrai sempre una persona che anche in quel caso discuterà senza perdere un minimo la calma (l'unica cosa che posso fare semmai è perculare, prendere in giro sottilmente, ma non a persone inteligenti come te, lo capiresti).

      Oh cazzo, e adesso?

      cia..
      a pres...

      a quando vuoi!

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    12. bene! che divertente! allora per farti capire un po' meglio quello che mi sembra vero di moretti ti voglio dire che guardando un paio di video di Yorick mi sembrava di vedere Michele Apicella di Ecce Bombo certo in versione contemporanea ma come si assomigliano! e ce lo vedi Yorick a parlare del dolore per la morte della mamma?? non credo...Yorick però dice qualcosa che mi sembra giusto e cioè che il cinema è anche politica e filosofia e veicola in vari modi anche gli ideali del regista se ne ha,,,
      comunque io non mi permetto di offendere chi così educatamente ti ospita a parlare di cinema a casa sua anzi gli sono grata per il confronto che, come dici tu, su posizioni di verse è ben più arricchente.
      ...ora sono indecisa su Youth ( ma sorrentino non mi piace) e leviathano...andrò a leggere cosa ne dici domani
      a presto! C:

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    13. Co sto sillogismo ormai m'hai fregato, alzo bandiera bianca...

      Yorick è come il primo Moretti
      Yorick non può parlare del dolore
      Il primo Moretti non può parlare del dolore

      niente, affondato, hai ragione

      sì, Yorick di cose giuste ne dice tante, sempre troppo intellettuali e pochissimo umane per me, ma molto interessanti

      no, ma a me piacerebbe essere offeso, sono botte di vita che non riesco mai a meritarmi ;)

      va sul Leviathano...

      (oh, ma un account in cui ti chiami semplicemente C. non puoi farlo? non metti nessun'altra informazione. Ma eviti il robot...)

      a la prochaine!

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    14. Ciao bella gente ;)
      Sono stata assente per un pò e guarda che roba , una fila di dialoghi da perderci la testa.
      Ciao Anonimo ....C: effettivamente con il cinema di Moretti il mio rapporto è altalenante , inoltre , come dicevo non sono arrivata mai a giudicarlo un genio. Ha fatto cose interessanti ma quello che mi ha impedito di apprezzarlo come tanti è quel tono saccente , del tipo io so io e voi non siete un cazzo ( pur essendo romagnola adoro G. Gioacchino Belli ....)
      Sul concetto di " impegnato " ed " impegnativo " ....eh eh eh ...Giuseppe c'ha na testa tanta e se esce con 'ste perle di cultura che m'ammazza :))) , di fatto in linea di massima io mi faccio coinvolgere di più da film impegnativi nel senso che mi appassionano di più le persone ,ma in ogni modo su tutto poi prevale sempre la recitazione , il dialogo , i gesti , ed è qui che , tornando al cinema italiano , da tempo sono insoddisfatta .
      Su questa "Madre " comunque ci tornerò così vedremo se anche qui Moretti ha messo in pratica il suo modo di fare o se , magari, si è messo un pò in disparte lasciando spazio alla storia , che certamente immagino sentita .
      Ahh ...appuntamento con Sorrentino.
      Un saluto dalla Dolly

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    15. Oggi sto rispondendo a tutti "al volo", un pò perchè mi trovo qua e un pò perchè ho paura che fino a domani poi non potrei.
      C. è una donna, ci sono un pò di aggettivi con la "a" a dimostrarlo :)

      Ripeto, non posso dire nulla di Moretti, non lo conosco, ho sempre rifuggito il suo cinema credendolo, forse con troppo pregiudizio, troppo legato alla politica e al "sociale".
      A me, e Dolly lo sa, interessano gli uomini, come lei, non tanto i contesti storici e le battaglie. Io sarei capace di vedere un film sul nazismo e parlare solo di quello che poteva avere in testa o pensare il Baffetto, tacendo tutto il resto.
      Sì, recitazione, sguardi, dialoghi (meglio se non tantissimi) e gesti sono aanche per me i veri e unici effetti speciali ;)

      Io ormai sto film lo guarderei Dolly perchè non c'è niente di più bello che cambiare opinione.
      E niente di più bello che confermarla.
      Quindi come fai non sbagli, ma fai.

      Ah, Sorrentino, anche là c'è da prendere gli scudi...

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    16. ciao dolly e caden vedo i vostri commenti e non posso fare a meno di stare zitta...
      moretti io lo trovavo geniale lo ammetto e certe sue frasi di ecce bombo o bianca le cito ancora e quelli della mia età (47) le sanno eccome! e quanto mi ha fatto ridere ... secondo me chi è molto intelligente e ha coraggio e tanto senso dell'umorismo può anche permettersi l'arroganza...boh... vabbè io mi divertivo con nanni
      non a questo giro qua
      sono d'accordo con voi sulla recitazione dialoghi e gesti degli attori italiani in media abbastanza scarsi ma non capisco come possiate scindere così decisamente gli uomini e le loro battaglie o l'eventuale impegno politico... ecco questo non lo capisco
      C.

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    17. allora io il cazzo di account l'ho fatto ma qua sotto nel "rispondi come:" non esce... c'è un Unknown (Google) e altre storie... mannaggia....che urto! fuck!
      C.

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    18. ...anche a me ha fatto penare 'sto account e se ti devo dire in che modo alla fine ci sono arrivata ti verrebbe da ridere , mi ha pure aiutato mio figlio , alla fine nonostante avessi seguito tutto l'iter la prima volta ho provato a pubblicare anteprima e poi solo in un secondo momento il " pubblica" ...alla fine ci sono arrivata ...ma una roba assurda...credo che caden potrà spiegarti meglio.

      Sul fatto che si possa scindere gli uomini dalle loro battaglie in teoria non è possibile , in pratica , ma qui parlo per me sia chiaro, spesso mi trovo più a mio agio e addirittura più coinvolta , con storie intime e personaggi piccoli , con i quali confrontarmi , anche se alla fin fine ogni storia ha in se una parte dei grandi dibattiti , solo che meno pilotata dai media o dalla massa che spesso finisce col banalizzare il tutto , o perlomeno , rischia di farne un discorso di parte , politico o meno, e tanti schieramenti diventano più di parte che di passione vera , anche scomoda magari , ma più vera.
      Ecco , solo in questo senso faccio distinzione tra impegnato ed impegnativo, e ti dirò che ultimamente questa cosa mi torna anche dando un'occhiata ai social, dove vedi migliaia di persone che partono in quarta con crociate e slogan a non finire , con discorsi che vorrebbero essere impegnati ma che in quel contesto perdono valore o peggio ne risultano frasi fatte o peggio ...
      Con il cinema mi capita spesso, non sempre eh, di vedere film che in teoria rientrerebbero nel filone impegnato ma alla fine è un casino approfondire tutto con un certo equilibrio , o si sta sul politicamente corretto o si va sul didascalico oppure si sbraca dall'altro ...
      Mentre prese un poco alla volta le nostre vite hanno all'interno tutto, ma proprio tutto, ciò di cui si dovrebbe discutere però con più calma ed obiettività, logicamente fermo restando che si voglia fare ...altrimenti anche lì vien fuori la banalità o la ricercatezza fine a se stessa ....
      Un saluto dalla Dolly

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    19. Cazzo, la Dolly m'ha rubato tutte le parole di bocca, assurdo.
      E io a quest'ora che posso aggiungere? niente

      magari ci riprovo domani (sta di fatto che per me quasi tutte le battaglie mi sanno di ipocrita, demagogico o banale).

      L'account...

      C., che sia facile lo sai anche te, altrimenti non sarebbe riuscito a tutti no?

      ma c'è qualcosa che non capisci, sarà una cavolata

      non so, forse davvero conviene che mi chiami quando ci sei sopra, altrimenti, più che come in mail non so aiutarti. E sennò non ci pensi più e resti con l'anonimo, non muore nessuno

      domani mi rileggo tutto e vedo se devo fare aggiunte :)

      notte a tutte

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  3. Abbiamo in comune il fatto di aver visto solo La stanza del figlio di Moretti, la Buy invece credo di averla vista in tutte le salse (ma che davero non hai mai visto "maledetto il giorno che ti ho incontrato??") e ammetto di aver pensato "ecco farà l'isterica come al solito" (anche se la sua isteria mi piace già di più di quella ad esempio sempre uguale della Morante).
    detto coò la tua recensione e quella di poison di ieri mi stanno facendo venire comunque voglia di provare a vederlo, sempre coi miei tempi biblici...

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    1. No, nemmeno "maledetto il giorno che ti ho incontrato" :)

      ahaha, credo di averla vista solo in due particine, una ne "Il siero della vanità", l'altra non ricordo...

      no, il film è in sala adesso, non esistono tempi biblici, ci si va entro 10 giorni e zitta

      :)

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    2. eh magari! ma la sera è critica e non posso abusare dei nonni, ho un paio di problemi logistici che mi sgambettano per casa, ormai devo ricorrere al piccolo schermo!
      ma dammi un paio d'anni che torno in sala coi miei ritmi!

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    3. O.k, metto il cout down nel cellulare, ti dò 2 anni al massimo.
      Ho come l'impressione che quei problemi logistici hanno la stessa età, ma è solo una sensazione.
      Stessa età o no, problemi logistici che sgambettano per casa rimangono :)

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    4. no ma hanno solo un anno e mezzo di differenza, se no sarei già stata attiva! imposto il countdown anch'io sai mai!
      p.s.
      sto leggendo i tipi da videoteca e mi sto spaccando dal ridere!

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    5. Allora hai fatto come la mi mamma che appena ne partoriva uno se rimetteva subito al lavoro...

      Buffo che sti discorsi proprio nel post di "mia madre" sono.

      Ahah, buoni Tipi!

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  4. Innanzitutto complimenti, sinceri, per la bellissima recensione: non è facile scrivere di un film come questo (io spero di riuscirci nel weekend).
    L'ho visto ieri sera, e mi è piaciuto tantissimo.
    Forse non è il più bello (continuo a preferire 'Bianca' e 'Caro Diario'), ma di sicuro è il film più personale di Moretti, il più autobiografico, il più coraggioso (soprattutto verso di sè, il coraggio di 'spogliarsi' e fare autocritica, cosa che in pochi si aspettavano).
    Ma, anche se in pochi lo hanno detto, per me è anche un film profondamente politico: quel film sugli operai che la Buy tenta di girare, senza passione e nell'indifferenza della troupe, la dice lunga su come Moretti vede la politica attuale...

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    1. E' vero, ne ho scritto sempre all'impronta e subito, appena tornato a casa, ma ammetto che gli argomenti e le possibilità di scrivere cose in più o dversamente erano infinite.
      Quindi mi sono affidato al mio solito metodo, ossia accendi il pc, vai davanti la pagina bianca ed inizia a scrivere senza pensare :)

      Io, e la mia premessa iniziale lo fa capire, non riesco quasi mai a intravedere letture politiche o sociali nei film.
      Quindi le leggo da chi, come te, riesce a coglierle :)

      grazie!

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  5. Io sono fra quelli che Moretti non ha molta simpatia, anche se l'antipatia va più per il personaggio che per l'artista.
    Il film in questione, però, mi ispira molto.

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    1. Se l'antipatia è più per il personaggio qui vai tranquillo, si ritaglia uno spazio davvero limitato.
      E' un film che racconta qualcosa di ognuno di noi.
      Bisogna solo vedere se lo fa in modo buono o no

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  6. Da grande amante delle catene di domande virtuali quale so che sei, hai un liebster da me!:D

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    1. Ahahah, ormai non ho più posto in bacheca, sembro tipo Mike Bongiorno e i Telegatti.
      Ma il Liebster era quello con le domande vero?
      Dai, almeno ha qualcosa di carino e attivo dentro, vengo a vedere e forse rispondo pure ;)

      giusto perchè sei te

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  7. Eccomi finalmente qui.
    Che dire, anche se io c'ho trovato dei difetti che mi hanno allontanato dal film e dalla sua forza emotiva, tu mi ci hai riportato. Bellissime parole, riflessioni e appunti, pur restando del mio parere (un'emozione non si cancella) i brividi me li hai fatti tornare :)

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  8. film deludente , credevo si elaborasse quello che un figlio vive aspettando la morte di una madre amatissima invece tutto è sfociato nella noia nella superficialità, chi ha vissuto questa drammatica esperienza avrebbe molto più da dire-

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    1. Riflessione assolutamente legittima però di fatto "sbagliata".
      Nel senso che Moretti quella cosa l'ha vissuta veramente, e quasi nello stesso identico modo del film.
      La pellicola è stata realizzata proprio per ricordare quel momento.
      Quindi semmai direi che anche chi l'ha vissuto non sa poi riportarlo ;)

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  9. Io conosco troppo poco Moretti, sinceramente, per dire cosa sia morettiano e cosa no. Ho recuperato Mia Madre, ieri, per la curiosità legata ai tre italiani a Cannes. Se Sorrentino mi manca e Garrone mi ha incantato, ho trovato invece che Moretti sposasse in pieno il pregiudizio di chi al cinema italiano rimprovera la regia standard, l'autoreferenzialità, il nascere quasi già vecchio. E io mi emoziono pure se passa a tradimento la pubblicità di C'è posta in tivù, con la melodiosa voce della De Filippi in sottofondo, pensa te, ma da figlio e da spettatore devo dire che l'ho trovato gelido. Su Filmscoop, se non sbaglio, molti lo paragonavano ad Amour. Ma Amour mi ha angosciato, mi ha tolto il sonno, questo è semplicemente come lo immaginavo. Il drammone esistenzialista tanto caro ai nostri registi. Bella la scena finale - che è ancora più bella descritta da te - ma mi ha ricordato l'ammmericano The Judge (ruffiano, sì, ma si piange il mare) e l'ultimo film di Avati, Un ragazzo d'oro (con un'inutile Sharon Stone, un bravo Scamarcio e un rapporto padre-figlio che ho trovato più dettagliato e credibile, anche se non così capillare). Qui, non so dirtelo, mi è mancato proprio il senso di bene, di famiglia. Tant'è vero che non ho capito le motivazioni per cui il figlio perfetto interpretato da Moretti, a sessant'anni suonati, abbandoni il lavoro per il lutto imminente. Troppo legato alla madre e attaccamento troppo poco descritto? Troppo cinico io?

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    1. Io ti sto facendo troppi complimenti Mr Ink, anche ieri da te su It Follows.
      Il problema è che te sei veramente "incontestabile" perchè scrivi con una tale padronanza, originalità e, soprattutto, personalità e "verità" (nel senso che si capisce che non scrivi prendendo qua e là) che oltre a leggerti poco si può fare.
      Ti stimo molto. Anche perchè sai avere idee granitiche e anche un pò stantie (come quelle sul cinema italiano) ma le sai rielaborare con freschezza e personalità-
      Sei su filmscoop? ci ho scritto per anni (ohdaesoo)

      ho capito perfettamente quello che dici. E in effetti è vero, il film racconta di un rapporto fortissimo ma dà a volte sensazioni di freddezza o comunque di qualcosa di troppo pensato, intellettivo.
      Ma questo è il mondo degli adulti, e secondo me Moretti lo restituisce motlo bene.
      Te non sei Moretti, te sei la bambina che si gira nel letto e piange.
      Un giorno, probabilmente, tra 40 anni, assomiglierai più a Moretti.
      E non so se per qualcosa di inevitabile, per una maggiore conoscenza e controllo della vita oppure per una maschera adulta che ogni tanto dobbiamo metterci addosso, ma questo credo accadrà.
      Intanto goditi tutte le emozioni che puoi

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  10. Tutti i film di Moretti sono autobiografici, anzi ombelicali.
    E tutti sono costruiti per raccontare i diversi passaggi esistenziali, le differenti fasi di crescita (si fa per dire) dell’autore: dalle confusioni adolescenziali di Io sono un autarchico del 1976, ai vitellonismi postsessantotteschi di Ecce bombo del 1978, fino all’età della creatività frustrata di Sogni d’oro del 1981, al periodo delle deviazioni nevrotico-maniacali di Bianca del 1984, alle crisi d’impotenza depressiva di La messa è finita del 1985, agli stalli ideologici di Palombella rossa del 1989 e de La cosadel 1990, per arrivare infine ai ripensamenti intimistici di Caro diario del 1993 e di Aprile del 1998 e allo sgomento per gli smottamenti etico-politici ne Il caimano del 2006.
    Un percorso in discesa umorale, a ben riflettere, dal giovanilismo un po’ insolente all’avvilimento crepuscolare.
    I primi segni di smottamento (o, meglio, di smussamento) il regista romano (incolpevolmente romano) li aveva manifestati in alcune sue ultime opere (La stanza del figlio del 2001 e Habemus papam del 2011) nelle quali aveva attenuato la sua insopprimibile supponenza (che lui sapeva travestire abilmente di noia esistenziale) e aveva dimostrato di saper riflettere con più onestà su alcune sue risapute insicurezze (le stesse che nei film precedenti aveva di volta in volta camuffato sotto maschere stravaganti o rappresentato con ironia autoassolutoria o sbandierato con la sicumera del fanfarone egocentrico).

    L’età che avanza fa anche di questi strani scherzi; e qualche volta perfino a un presuntuoso può capitare di perdere i tratti sgradevoli dell’arroganza (caratteriale o intellettuale, di sostanza o di facciata) e trovarsi a fare i conti con la propria fragilità, magari per interposto personaggio.
    Questo succede oggi a Nanni Moretti, il principe degli arroganti e dei narcisisti.
    L’ossessione autoreferenziale, sempre assai evidente, non si è del tutto smorzata, ma col passare degli anni si comincia ad esprimere in forme differenti e si colora di tinte diverse, ovviamente sempre meno sgargianti; e gli arcobaleni dell’altezzosità giovanile, ingoiati dalla nuvolaglia e dal crepuscolo, si stemperano gradualmente fino ad assumere il grigiore cupo di Mia madre.

    Inquesto ultimo film Moretti è sempre in vetrina, ovviamente, ma si analizza scomponendosi in due ruoli: come attore presta la faccia ad un personaggio un po’ defilato (quello di un ingegnere che, a scanso di equivoci, si chiama Giovanni); riversa invece la sua ingombrante nevrosi dentro ad un personaggio femminile, Margherita (Margherita Buy), sorella dell’ingegnere, che di mestiere – per chi fosse tardo a collegare – fa la regista cinematografica.
    [Mi chiedo se questo sdoppiamento sia la messa in pratica di quella strana raccomandazione registica che Margherita ripete ossessivamente ai suoi allibiti attori invitandoli a "interpretare un personaggio ma pure stargli accanto"].
    I due devono affrontare le ultime fasi della malattia della madre, una dolce vecchia signora, già insegnante emerita di latino e greco (di quelle che sanno il dativo di possesso, per intenderci). Mentre Giovanni accetta la realtà, razionale e meticoloso, e lascia il lavoro per accudire la madre preparandole perfino i pasti da portare in ospedale, Margherita non vuol capire o non accetta, rifiuta la realtà (“due passi, accidenti, sono due passi”), sbrocca, mette in crisi le sue relazioni affettive (coll’ex-marito, con il compagno, con la figlia adolescente, coi colleghi e coi collaboratore) e si concentra sul lavoro dedicandosi con accanimento sterile a dirigere un film di impegno civile e politico (già, di impegno civile, capito?, proprio nel momento in cui è assillata da privatissime questioni).

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  11. Il film – disseminato di picchi emozionali e siparietti comici – ha un substrato tragico: parla infatti della inevitabile decadenza che sopraggiunge per ragioni anagrafiche; della vita come graduale eterno abbandono; del presente che procede consumando il futuro ed estinguendo il passato. Parla dei giorni che avanzano (Domani è un giorno in meno) e rotolano, inghiottono prospettive e annichiliscono speranze; degli anni che trascorrono e lasciano dietro di sé paesaggi sempre più lontani e nebbiosi; dei ricordi confortanti che si perdono e si annullano; dei riferimenti affettivi che si consumano e svaniscono; delle vive emozioni dei tempi migliori che si prosciugano e avvizziscono. Parla soprattutto della consapevolezza di questo sfacelo e dell’incapacità a comprenderlo, dell’inefficacia dell’ironia o della filosofia e dell’impotenza ad affrontare la degenerescenza (questo dice lo smarrimento per un allagamento incontenibile, questo spiega la incomprensibile disperazione per una stupida bolletta introvabile).
    Il tempo che cancella le persone che rappresentano il passato non solo fa il deserto dietro le nostre spalle ma riverbera i suoi effetti sul presente (come accadeva in Ritorno al futuro) ne guasta i rapporti, congela gli affetti, paralizza l’emotività, tarpa la creatività; e pregiudica il futuro, lo rende vuoto di attese e di speranze, inutile, indesiderabile. Come succede ad un albero al quale si tagliano le radici.
    Non serve dimettersi dal lavoro quasi come per volersi dimettere dalla vita, o arrendersi come per non esserci (come fa Giovanni); non aiuta urlare e ribellarsi, inveire e scaricare le tensioni contro l’universo (come fa Margherita); e la realtà non la si modifica nemmeno singhiozzando con la testa sotto il cuscino (come fa la figlia di Margherita).

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    1. Sai cosa penso Omero?

      che questo modo di fare sia controproducente.
      Se commentiamo in un blog un minimo riferimento a quello che si dovrebbe esser letto andrebbe fatto.
      Tu hai solo copia-incollato le tue recensioni senza nemmeno aggiungere una riga.
      E la cosa che mi dispiace è che a me piace molto che altri mettano le loro cose qua, anzi, faccio rubriche esterne apposta.
      E le tue rece sono davvero ottime.
      Ma sarebbe bastato scrivere due cose, anche pro forma, e mettere il link al tuo blog (che consiglio, ci arrivate tramite il nome).
      Così invece, questo freddissimo copia incolla, senza nemmeno una riga di confronto o di presentazione dà l'idea di uno che vuole solo far leggere a tutti quanto è bravo senza un minimo confronto.
      Detto questo grazie della visita, e prometto di leggere con attenzione le rece e poi risponderti, qua o da te.

      Con stima

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    2. Touchè.
      Mi scuso del copia-incolla.
      Ma era solo un sistema per esplorare la possibilità di essere qui.
      Ora che vedo che funziona (ORA CHE TI VEDO ATTENTISSIMO), sarò più leale: leggerò quello che viene scritto su questo tuo blog, magari proverò a "confrontarmi" e - se avrò voglia di mettere le mie rare recensioni o le mie rarissime stroncature (io scrivo solo dei film che amo o odio intensamente) - userò il link. Grazie per la cortesia (io al posto tuo sarei stato più tranchant). Ciao.

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    3. Oè, beninteso: mi scuso anche con i tuoi amici e lettori e collaboratori.
      E anche con quelli che passano di qui per caso.

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    4. No, ma il paradosso è che non volevo "scovarti" per poi dirti quelle cose ma tutto l'opposto, ovvero, ho cliccato sul tuo nome proprio perchè, leggendo le prime righe, mi sembrava davvero ottimo quello che scrivevi.
      Poi arrivo là e mi ritrovo le due rece pare pare ai commenti qua.
      E, ti dirò di più, potresti anche non leggere nulla di quello che scrivo e linkare e basta le tue rece ma quello che semmai dava fastidio era far passare recensioni per commenti, solo quello.
      Puoi addirittura veramente copia-incollare, anche solo scrivendo sopra "io ne scrissi questo".
      Insomma, il confronto non deve nemmeno necessariamente esserci, basta solo essere "puliti" ;)

      Detto questo prometto di leggere domani con attenzione le rece. A volte arrivo tardi ma arrivo sempre, lo sa anche la ragazza che ha scritto qui sotto.

      (Dolly, 50 euro per "ragazza", o.k?)

      alla prossima

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    5. Eccomi finalmente Omero, sperando che tu sia in qualche modo ancora collegato a questo post.
      La rece non solo è bella ma mi sento di dire la migliore che ho letto sul film.
      Competente (ai limiti del parossismo la carrellata sulla filmografia), scritta benissimo (credo che per studi o lavoro tu sia del "mestiere", acuta (nelle metafore che propone) ed esauriente come poche.
      Analizzarla rigo per rigo ci porterebbe troppo lontano e sarebbe, credimi, inutile dato che approvo tutto quello che hai scritto.
      Mi piace perchè è una rece sì "accademica" per precisione e competenza, ma anche molto molto personale e ricca di spunti.

      Appena posso vado anche da Youth

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  12. La risposta che hai dato ad Omero potrebbe essere un compendio di tutte le ragioni per cui , dopo un folgorante incontro che non necessariamente avrebbe potuto portare oltre, ho continuato e continuo a seguirti.

    Son felice .

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    1. Seguirmi mi fa paura come cosa, mi mette ansia.
      Diciamo che leggi le cavolate che scrivo.
      E che ancora stai reggendo.

      Son felice che sei felice, un abbraccio

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    2. ah ah ah ah ah ah ....ok 50 euro !!!!

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  13. ...visto che effettivamente ti è impossibile rispondere a tutti e tutto ed io ti avevo scritto una battuta sul sito a proposito di questo film visto da me solo in questi giorni eccoti servito .... ih ih ih

    ...allora.. il " vedremo " è diventato " ho visto "................................................................................................................................................................
    Ricordi la citazione di Gianluca ( mi pare si chiami così..) sul blog ...." Del mordersi la lingua "... da Palomar ...?


    ...poi con più calma ne riparleremo... e forse troverò il tempo di scrivere un mio commento...che abbia un senso....

    Se la montagna non va a Maometto .....

    Unn saluto dalla Dolly

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    1. Sono andato a vedere e ti ho risposto là :)

      se ne scriverai ho paura dovrò prendere un giorno di ferie per rispondere

      aiuto...

      a dir la verità era l'opposto, ossia "Se Maometto..." ma il senso è lo stesso

      speriamo nessuno vada da nessuno, morditi la lingua!

      Elimina
  14. Ciao
    torno qui dopo essermi morsa la lingua parecchio ...
    e non solo ..ho riletto la tua recensione con grande attenzione non tanto per cercare di convincere me stessa a cambiare opinione ma proprio per cercare di risponderti con un certo equilibrio.
    Difficile ( perchè non sono molto brava ad argomentare le mie posizioni )
    Sono tornata pure su alcuni scambi di battute e vorrei ribadire un paio di cose ( che poi troverai anche nel mio breve commento )
    Non è sufficiente trattare di un argomento importante ed universalmente condivisibile per riuscire a fare un film o scrivere una sceneggiatura , ma su questo so già che sarai d'accordo e che il fatto che secondo me Moretti non sia riuscito in questo è soggettivo, però , magari sbaglio poi mi dirai, ho avuto netta la sensazione che abbia inciso moltissimo il fatto che lui avesse perso la madre in quei tempi ( non ti immagini quanti sul sito abbiamno ragionato così ...? ) e quindi ??
    Sul discorso "...del mestieraccio dell'attore senza talento ..." per me una continua conferma e te lo dico , credimi , sinceramente dispiaciuta che qui si continua così; Moretti per primo che , se non mi ha sempre convinta come regista resta comunque un autore interessante , ma come attore non ha nemmeno una vaga idea della postura e della voce , e resto con la speranza che un giorno giri un film solo da regista , così , almeno per provare ....
    Sulla Buy non si può nemmeno più parlare di ruolo da isterica o meno , magari in questo caso è a tratti pure meno del solito , ma davvero procede come alla catena di montaggio, sei lì ti muovi, tanto bene o male sei fotogenica riesci a tenere un minimo di ritmo e ripeti ciò che è scritto nel copione .
    Quindi come vedi tutto molto soggettivo , però davvero ....dimmi la verità ...per te è stato determinante il fatto che Moretti volesse trasportare al cinema la sua esperienza personale e che , il fatto che si sapesse potesse dare al lavoro un valore aggiunto ?
    Sulla scena della nipote con la nonna nulla da eccepire ..diversamente il film sarebbe stato , per me , quasi inclassificabile .

    Ora ti lascio con il mio breve commento non tanto perchè ci sia chissà quale verità , così , mi fa piacere fartelo leggere.

    http://www.filmtv.it/film/67087/mia-madre/recensioni/849307/#rfr:user-53898

    Un saluto dalla Dolly


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    1. Nonn ho capito Dolly, il fatto che lui abbia perso la madre e in qualche modo questo lo abbia portato a realizzare questo film non lo sopporti? io credo sia una bellissima cosa invece. Certo, ai fini valutativi sta cosa non andrebbe nemmeno essere presa in considerazione. Su quelli emozionali sì però, ogni volta che sappiamo che un film, una canzone o un quadro sono dedicati a qualcuno un pò la cosa ci tocca.

      Su Moretti attore concordo. Ma a volte è "affascinante" vederlo proprio perchè pare un non attore che fa l'attore. Paradossalmente Moretti è più attore di qualsiasi attore proprio perchè è completamente sciolto, naturale. E pochissimi attori riescono ad uscire dal recitare. Il problema è che questa sua naturalezza è sì un pregio ma anche la cartina di tornasole che l'affossa, lo vedi benissimo che non è un attore tout court.

      Sulla Buy sono combattuto. Purtroppo o per fortuna ne ho visti pochissimi suoi (2? 3?) quindi può ancora colpirmi in positivo

      ah, ecco, questo ti dimostra di come io risponda a pezzi sui commenti lunghi, non dopo averli letti interamente.
      Mi poni proprio dopo la domanda cui ho risposto prima ;)

      insomma, come dicevo 10 righe fa, questo fatto non può e non deve incidere minimamente sul valore oggettivo del film
      però può incidere moltissimo su quello emotivo e personale

      se io dolly sapessi di una mia amica, mettiamo il caso, che ha scritto una lettera al suo figlio che non c'è più (scusa per il dolore e la retorica della cosa) non potrei solo soffermarmi su come è scritta la lettere. O meglio, potrei farlo, con sforzo ma potrei farlo.
      Ma è molto facile che la cosa mi emozioni a prescindere, anche se avesse dentro le k invece del che.
      Se poi diamo un giudizio letterario e cinematografico super partes a queste cose la vicenda personale non conta

      vengo a leggere

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    2. ...allora ...al passo ...
      no no no ....non è il fatto che la perdita della madre lo abbia spinto a fare un film sull'argomento che io non sopporto e per cercare di spiegarmi meglio vado subito al tuo esempio della lettera perchè avrei proprio cercato un esempio simile
      la lettera della madre io la immagino come un gesto personale , privato , un modo per superare il dolore ed in quel caso non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello di notare errori grammaticali cancellature sgorbi macchie di inchiostro lacrime , tutto appiccicato sopra ....sarei presa solo ed esclusivamente dal pensiero di lei e del suo dolore e sul fatto che in quel dolore lei è e sarà sempre sola nonostante trovi il modo di condividerlo con altri ...
      Moretti avrebbe potuto e magari lo avrà fatto , non lo sappiamo , scrivere lettere a sua madre e condividerle , magari , con un amico un familiare o nessuno , semplicemente scriverle e lasciarle in un cassetto....ma nel momento in cui prepara un lavoro / film per un pubblico io lo guardo come un lavoro da professionista indipendentemente dal fatto che lui racconti di un fatto vissuto in prima persona o meno , poi , ovviamente , come ho fatto notare anch'io se l'argomento è di questa portata sentimentalmente può emozionare di più rispetto al raccontare di una vendemmia o di una gita in campagna ...resta il fatto che saper racontare e saper interpretare in modo forte e coinvolgente una storia non è da tutti ed in certi casi autori e attori hanno saputo farmi morire di dolore e piangere forte e non avevo la più pallida idea e , francamente non mi interessava, di cosa avessero vissuto loro ...se sai fare bene il mestiere non è necessario che tu in prima persona abbia subito quel lutto o altro ....

      quindi ecco, tornando al noi, a me non ha convinto il "lavoro " mentre a te si , indipendentemente dal resto ..

      su Moretti attore sciolto perchè non attore ...oddio...davvero ??? sciolto ??? era sua la famosa frase riferita ad un politico di sinistra ..." mi si nota di più se dico qualche cosa di sinistra ..." ...ecco io lo vedo sempre in quel modo " ... mi si nota di più se mi metto così o cosà..."

      ahh a proposito del sito ...non volevo costringerti a ritornare perchè capisco sia uno sbattimento seguire tutto , per questo ora cerco di risponderti qui ... comunque grazie ...ahh ...sono tranchant.. ah ah ah ah !!!





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    3. Moretti è sciolto nel senso che non sapendo recitare non è legato ai legacci del mestiere dell'attore. Quindi il suo essere sciolto poi magari lo può portare anche ad essere impacciato e "legato" (anche se sembra una contraddizione) ma, insomma, è lui, questo volevo dire.
      Diciamo che è natualmente non sciolto ;)

      capisco benissimo che dici

      io dico che un artista deve, non può, ma deve mettere la sua vita, le sue emozioni e i suoi pensieri dentro quello che fa.
      Quindi l'operazione di Moretti secondo me non deve essere personale.
      Lui è un artista, un regista, è il suo lavoro, e quindi sublimare il suo vissuto nella sua arte (a prescindere dal giudizio) credo sia doveroso.

      E qui credo non concordiamo...

      Però concordo sul fatto che poi una cosa debba essere fatta nel modo migliore possibile. E sì, anche io ho trovato difetti, ma te lo consideri proprio un pastrocchio.

      Ed è difficile trovare un punto comune in questo ;)

      anche perchè se noti le imperfezioni poi depotenzi del tutto anche le eventuali emozioni che il film può darti ;)

      no no, figurati, se ti fa più comodo rispondermi là o preferisci che io lo faccia là va benissimo eh

      solo che qui anche per metodo non perdo un commento, là ogni tanto mi confondo e lascio le cose indietro

      e certo, tranchantissima!

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

2 metti la spunta qui sotto su "inviami notifiche", almeno non stai a controllare ogni volta se ci sono state risposte

3 ciao