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12.6.15

BuioLibri (N°3): Mary Shelley - Frankenstein



Torna la neonata rubrica dei libri (la pagina è qua sopra).


So che sembrerà strano ma nella rece sono presenti... spoiler


E così ti ritrovi a 37 anni convinto, te come quasi tutti gli altri del resto, che la storia di quella Creatura la conosci, che se ti dicono "Frankenstein" te, un pò per il cinema, un pò per sentito dire, un pò perchè icona troppo grande, sei sicuro di sapere tutto o quasi. Anzi, fai anche il figo con quelli che ancora si confondono e chiamano "Frankenstein" la creatura e non il Creatore, "Ma come si fa " dici  "a commettere ancora questo errore?".
E stai là, immaginandoti quel mostro altissimo fatto da tanti pezzi umani, te lo immagini anche coi bulloni, ti immagini il fulmine che l'ha creato, e quel suo incedere goffo e la paura che trasmette.
E invece poi a 37 anni leggi questo meraviglioso romanzo e ti accorgi che non hai mai saputo un cazzo, che nessuno, se non ha letto quelle pagine, ha mai saputo un cazzo.
Frankenstein è uno dei più importanti libri di sempre, non tanto per il testo in sè, ma per tutto quello che ha intorno, uno dei più incredibili e non c'è nemmeno l'ombra di un dubbio nel dire questo.
La sua genesi è già mito, con questa ragazzina di 19 anni che in villeggiatura col marito Shelley e altre persone (tra cui Byron) ha questo incubo terribile, e poi ci butta già il primo racconto, nient'altro che una divertente sfida di racconti in quelle notti di, stranamente, piovosa estate ginevrina.
Poi il racconto lo termina, diventa un romanzo, esce anonimo e crea subito un caso.

Poi uscirà col tuo nome, e il tuo nome è quello di Mary Shelley, e te hai solo 21 anni (e sei una donna!) ma sembri già conoscere tutto della vita, tutte le emozioni, tutti i vertici e gli abissi umani, hai una cultura spaventosa che spazia dalla letteratura alla filosofia, dalla fisica alla geografia, con quei luoghi raccontati come se te stessi là veramente (ma del resto sono tutti luoghi che la Shelley conosceva benissimo, specie l'Italia, le Alpi e la Svizzera).
E quello che hai creato, questa figura incredibile, questa creatura nata dalla morte, diventerà una delle figure più importanti della storia (letteraria, cinematografica e degli uomini tout court), una di quelle capaci di penetrare nell'immaginario collettivo in modo così massiccio che non ti stupiresti possa essere conosciuta dall'ultimo aborigeno d'Australia.
Sì, però st'archetipo non è come il vampiro o il lupo mannaro, st'archetipo l'hai creato te, giovane ragazza, non la leggenda. E così te in una notte piovosa ginevrina hai inventato qualcosa che resterà per sempre.
Ma poi arrivò il cinema e trasformò quello che avevi scritto in qualcos'altro di altrettanto potente, ma traditore.
Quanti sanno che Frankenstein è ambientato al Polo Nord?
Quanti sanno che la Creatura non è un ammasso di più pezzi umani?
Quanti sanno che parla in maniera più forbita del suo Creatore?
E soprattutto quanti sanno che questa Creatura è la più agile tra gli esseri viventi, capace di scalar ghiacciai come uno stambecco e dalla "velocità sovrumana"?
Noi abituati a vederla goffa, lenta e molte volte rappresentata come un mentecatto...

Forse la cosa più incredibile e curiosa è stata nello scoprire come nel libro non ci sia il minimo accenno al modo con cui Frankenstein abbia creato il suo mostro. Nessun fulmine, nessun assemblamento di pezzi di cadavere, niente. Solo questo:

"Era già l'una del mattino; la pioggia tamburellava con un suono cupo sui vetri e la mia candela era quasi consumata, quando, in quella luce tremula e agonizzante, vidi aprirsi gli occhi smorti e gialli della creatura: respirò a fatica, e un moto convulso le agitò le membra"

Queste tre righe sono tutto quello che sappiamo sulla creazione. Certo, prima Frankenstein ci aveva parlato dei suoi studi ed interessi, ci aveva descritto come lo affascinasse il concetto di vita e morte, come fosse rimasto folgorato dalla visione di un fulmine, come i suoi studi lo portassero verso terreni oscuri e quasi magici. Ne abbiamo tanti di elementi, ma ci lasciano solo supposizioni.
Facciamo un passo indietro.
Walton è un giovane avventuriero che vuole arrivare all'estremità del mondo, non solo al Polo Nord ma più in là di qualsiasi essere umano prima di lui. La sua nave rimane incagliata nei ghiacciai. Ad un certo punto vede, a quelle latitudini impossibili per l'uomo, una slitta guidata da una creatura mostruosa. Poi, dopo qualche tempo, una nuova slitta, questa guidata invece da un uomo.
E' Frankenstein.
Il romanzo non è altro che tutto il racconto che lui fa a Walton della propria vita (con la nascita nienetepopòdimeno che a Napoli), della sua creazione e delle sue tragedie. Lo chiameremmo flash back al cinema. Tornando a sopra, alla fine del libro, quando Walton chiede a Frankenstein qualche specifica in più su come avesse fatto a infondere vita alla creatura lo scienziato non glielo dirà, adducendo la motivazione che la cosa sia stata abietta e abominevole, qualcosa che non deve essere raccontata per non poter essere emulata.
Questa è la conferma di come la Shelley volesse assolutamente tacere su quello che poi, nel cinema, è diventato forse il momento più suggestivo.
Addirittura la creatura sarà sempre e solo chiamata "Diavolo" o "Demonio" da Frankenstein, come a confermare l'assoluta distanza e pentimento da quello che in teoria era il culminare di tutto il suo percorso di studi.
Ma di cosa parla il romanzo?
Dovete aver pazienza, perchè qua dentro c'è di tutto.
Intanto, e lo capiamo dalla prima parte, quella ambientata al Polo, i due personaggi, Walton e Frankenstein, pur così apparentemente diversi, alla fine vogliono la stessa cosa, ossia superare i limiti umani, addentrarsi nei più profondi recessi della Natura, sfidare le conoscenze acquisite, ricercare l'Incredibile, andare oltre.
Ecco, l'andare oltre è il simbolo di tutto.
E questo "sfidare" le leggi umane sarà poi il pegno da pagare per Frankenstein.
E il conto sarà pesantissimo.
Ma del resto le straordinarie capacità dell'intelletto umano sono qualcosa di molto importante per la Shelley ed i suoi personaggi. La giovane scrittrice ha una profonda ammirazione dell'Uomo anche se, e nel libro verrà fuori in maniera prorompente, ne conosce perfettamente anche tutti i vizi e i lati più orribili.

"Ahimè" Perchè l'uomo vanta delle forme di sensibilità superiori a quelle che si manifestano nei bruti? Questo fa di noi solo degli esseri più bisognosi. Se i nostri impulsi si limitassero alla fame, alla sete e al desiderio, potremmo essere quasi liberi"

La nostra intelligenza, la nostra capacità di analisi, le nostre conoscenze e finanche i nostri sentimenti sono la causa principale della nostra dannazione.
In realtà questa profonda analisi dell'Uomo è a mio parere quello che il libro restituisce meglio.
A tal proposito, avevo sempre immaginato Frankenstein come esempio, se ce n'è uno, del gotico. In realtà mi sono ritrovato un romanzo che di gotico ha pochissimo, se non qualche suggestione. Le ambientazioni, il fantastico, il magico, l'inquietante e il macabro sono senz'altro presenti ma in una forma molto più verosimile ed umana di quanto si possa pensare. C'è più gotico in un racconto breve di Poe che nel romanzo della Shelley.
Come sapete le mie rece sono scritte all'impronta, senza struttura, quindi torniamo ancora indietro.
Sapete qual è la parte del romanzo dove si riesce ad analizzare meglio l'Uomo?
Quella in cui a parlare è la Creatura.
Qui sta il paradosso e la magia del romanzo.
Dopo circa 3 anni dalla sua creazione (Frankenstein scappò inorridito alla vista di quello che aveva creato, e non rivide più il mostro fino a questo incontro molto tempo dopo) scienziato e creatura si incontrano in una montagna innevata.
E qui, come una matrioska c'è il flash back del flash back, nel senso che sarà il mostro a raccontare a Frankenstein tutta la sua vicenda, vicenda che potremmo anche chiamare semplicemente "vita" visto che quella creazione come una nascita deve essere considerata
.
(Quindi, ricapitolando -perchè la struttura in questo romanzo è fantastica- abbiamo la Cornice al Polo Nord, poi il racconto di Frankenstein della sua vita, all'interno di questo l'incontro col Mostro e la storia nella storia, poi torniamo di nuovo al racconto "principale" di  Frankesntein, e, infine, alla cornice del Polo, con sorpresa).

E qui, nel racconto del Mostro, abbiamo forse le pagine più belle del romanzo, le più intense, e umanamente le più straordinarie.
Il Mostro è come un bambino che cerca di imparare le cose piano piano. Dopo alcune vicissitudini si troverà in un capanno da dove, attraverso una fessura, sbircia in un altro capanno, dove vive una famiglia poverissima.
La Creatura, osservandoli, scoprirà tutto, dalla Natura all'uso degli oggetti, dall'Arte alla Musica, dal linguaggio alla Letteratura. Si innamorerà dell'animo dei tre abitanti (un vecchio cieco e i suoi due figli), desidererà ardentemente conoscerli, attraverso grandi libri scoprirà gli spiriti elevati de "Le vite di Plutarco", l'afflizione e la malinconia de "I dolori del giovane Werther", e una condizione simile alla sua, ma per certi versi opposta, con l'Adamo de il "Paradiso Perduto" di Milton. Ma osservando e ascoltando quelle 3 persone scoprirà anche che nella vita esiste l'amore, che l'esser bimbi è un privilegio, che il contatto umano è meraviglioso. E queste conoscenze, e torniamo a quanto detto sopra, non faranno altro che trasformarsi in una maledizione perchè lui capirà di essere irrimediabilmente solo, abbandonato, rifuggito da tutti per il suo aspetto, destinato all'infelicità.
La Creatura quindi, solo attraverso la fessura in un asse di legno, scoprirà tutto quello si può scoprire sull'essere umano, persino tutta la millenaria Storia dello stesso.
E' ovvio come tutta questa parte sia un'iperbole, ma la resa è straordinaria.
Ma quello di più importante che il mostro, sulla sua pelle, scoprirà è una terribile verità, ossia il pregiudizio della bruttezza e della deformità. Il suo essere mostro, capisce, lo priverà per sempre della possibilità di avere un minimo contatto umano. Non serve a niente il suo animo, la sua bontà, la sua assoluta voglia e capacità di dare, perchè il suo aspetto mostruoso lo condannerà a vita (non è un caso che solo il vecchio cieco parli con lui senza scappare o attaccarlo).
E qui cambia tutto, la Creatura comincia ad odiare l'essere umano e in particolar modo il suo creatore, Frankenstein, reo di averlo messo in un mondo che non potrà mai amarlo.
C'è un solo modo quindi per essere forse felici, avere vicino un essere come lui. Per questo il Mostro chiederà a Frankenstein di creargli una "donna", un essere che possa capirlo e vivere con lui il resto dei suoi giorni. Se non  lo farà porterà distruzione nella vita dello scienziato.
E distruzione sarà.
Del resto questo è un romanzo sull'infelicità umana, sul cinismo del Destino, sull'incapacità di raggiungere la serenità. In questo lo scienziato e mostro sono uguali, condannati per sempre, ormai, ad essere infelici. E' talmente forte il richiamo a questo destino comune che non è un'eresia parlare di Jekyll e Hyde a mio parere. A livello metaforico il mostro è sicuramente reificazione del senso di colpa dello scienziato. Quest'ultimo ha voluto sfidare le leggi eterne della vita e della morte e ne paga così il prezzo. E questo mostro che piano piano gli distrugge tutti (ma proprio tutti...) i propri affetti non è altro, forse, che lo scotto da pagare per non aver saputo viverli quegli affetti, subordinati a una debordante necessità di dedicarsi ai suoi studi.
Non a caso la morte per me più devastante, quella dell'amata cugina Elizabeth (meraviglioso esempio di donna, virtuosa e capace di amare di quell'amore settecentesco, quello assoluto, cortese, quasi privo di qualsiasi fisicità o intelletto) avviene appena Frankenstein esce un attimo per controllare il corridoio. Questa scena, se ce n'è una, è la dimostrazione di come tutte le morti siano state realmente colpa sua, direttamente o indirettamente.
A tal proposito, in questa "scena" c'è la prima e vera immagine horror del romanzo, veramente terribile, con quel mostro che ridacchia fuori dalla finestra ed indica il corpo di Elizabeth. Forse anche poche pagine prima, con la distruzione, facendola a pezzi, della creatura "femmina" avevamo avuto righe altrettanto mostruose.
Il finale, l'inseguimento di Frankenstein alla propria creatura, l'ultimo scopo di una vita di cui non è rimasto altro, regala altre pagine memorabili.
Ormai nemmeno più la Natura può offrire serenità allo scienziato.
Lo dico perchè nel romanzo la potenza dello spettacolo della natura non solo è presente quasi dapertutto, ma è quasi personaggio a sè. Anche nei momenti più terribili la vista di un ghiacciaio, di un'aurora, di un tramonto, di un lago, il sentirsi il vento o il gelo sulla pelle, le freschezza di un prato, tutto può essere così forte da calmare qualsiasi tristezza o inquietudine. Forse, nell'intero romanzo, è proprio il rapporto con la Natura quello che lo scienziato riesce a vivere a pieno, a differenza di quelli umani che, a causa del suo terribile segreto (che Frankenstein rivelerà solo alla fine a pochissimi personaggi) creano tra lui e tutte le persone amate un "muro" impossibile da buttar giù.
Sono quindi rimasti solo loro due.
Ed entrambi hanno bisogno dell'altro in qualche modo, a confermare quella sensazione di "sdoppiamento" di cui parlavo prima.
Ed ecco così che arriveremo al Polo, e all'inizio di tutto.
E alle ultime 10 pagine di una bellezza sconfortante.
Un mostro che piange sul cadavere di chi l'ha creato e di chi ha odiato per tutto il corso della sua vita.
E che piange ancora il suo destino, piange quello che avrebbe potuto essere ma non è mai stato.
Addio Frankenstein, addio vita miserabile.

"Dicendo questo, balzò dalla finestra della cabina sulla zattera di ghiaccio che si era accostata alla nave. Fu presto portato via dai flutti e si perse nel buio e nella lontananza"

49 commenti:

  1. Bellissima rece, bella perché di getto e destrutturata, per un romanzo a cassetti che invece ha molta struttura. Mary era una poetessa doc, e - chicca! - figlia d'arte. Sua madre, che però lei non conobbe, si chiamava come lei, e fu una delle prime femministe! Per finire il commento, a ben pensarci, il fraankenstein più fedele a quello letterario, secondo me, è stato quello di mel Brooks , anche con tutti i suoi balletti e le gag comiche 😀

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    1. Il destrutturata in alcuni casi può essere pregio, con me è solo difetto. Quello che mi viene in mente dico, fregandomene di tornare indietro o non scrivere in maniera omogenea.
      Ma grazie ;)

      Sì sì, questi giorni mi sono letto tutto di lei, davvero una vita, delle parentele e delle conoscenze (e dei luoghi, vedi l'Italia) che sono romanzo già di per sè.

      No dai, quello di Brooks è parecchio diverso... ;)

      Ho appena scoperto che uno che rispetta quasi del tutto il romanzo è quello di Branagh

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    2. Secondo me, uno scrive così come fai tu, quando l'argomento gli sta a cuore 😀 la. Ita delle due Mary w mamma e figlia, è stata da romanzo, hai proprio ragione! Ti consiglio anzi proprio il romanzo intitolato a indicativo, bio più di Mary w madre 😀

      Vabbè, Brooks straforo un po', però la sua creatura parla e fa discorsi filosofici, proprio come quello del libro, e lì il divertente, Che dici? 😆

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    3. E' vero, quell'aspetto della creatura è molto simile, hai ragione ;)

      nel libro è veramente il depositario di tutto il sapere umano, forse non prettamente culturae, ma uno che come nessuno ha compreso la natura dell'uomo e il suo ruolo nel mondo

      ora vado a vedere di que libro

      t'è venuto fori sto commento assurdo, me sa che lo smart te svalvola...

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    4. oddio mio me se svalvolano davvero tuttigli apparati tech. cheppalle. meno kale cher l'essneaziale s'è capito lo stesso. sono d'axccordo, la creatura, comprende benissimno sia se stessa, che la forza delle emozioni, che la vera essenza dell'uomo ( non per forza e e non ttutta così bella, come ci paice credere)

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    5. E il bello è che la comprende piano piano...
      Prima solo le meraviglie dell'animo umano, poi anche i lati più complesso, poi tutta la Storia (e in questa scopre le atrocità) e poi, sulla sua pelle, il rifiuto e il rigetto.
      Bellissimo

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  2. Recensione interessante in molti passaggi; mi ha colpito, in particolare, il discorso iniziale sulla figura di Frankestein (che in tanti, appunto, scambiano per il mostro) nell'immaginario collettivo: un destino comune a tanti personaggi letterari divenuti icone. Riporto qui, così per ampliare il discorso, due stralci su altri due figure indimenticabili: Sherlock Holmes e Dottor Jekyll/Mr. Hyde.

    "Se è possibile vorrei iniziare da Sherlock Holmes.
    Una cosa interessante, a proposito di Sherlock Holmes, è che non c'è una sola pagina, scritta da Arthur Conan Doyle, in cui il famoso detective pronunci la frase: "Elementare, Watson".
    Potrei aggiungere qualcosa sul fatto che, a voler restare fedeli ai libri scritti da Conan Doyle, il celebre detective non fuma una pipa ricurva e una sola volta indossa, forse, quel ridicolo cappello con la visiera davanti e anche dietro. Ma in realtà può bastare, nella sua limpida sintesi, quel primo esempio: Sherlock Holmes non ha mai detto la frase "Elementare, Watson".
    Il che aiuta a ricordare come la vita postuma di un personaggio, al di là e dopo i testi che l'hanno creato, ottenga spesso di arricchirne il profilo originario fino a renderlo pressoché irriconoscibile.
    Non che quella vita postuma sia insignificante. Anzi: si potrebbe dire che essa dispieghi le verità nascoste di quelle figure. Ma resta il fatto che in origine quelle erano figure magari celibi ma nettissime. Misteri molto chiari. A volte, tornare nella tersa provvisorietà di quegli esordi può servire a pronunciarli con una ripristinata meraviglia." - A. Baricco -

    "Nati dalla fantasia degli scrittori e fatti vivere nelle pagine di un libro, certi personaggi della letteratura hanno un destino singolare: col passare del tempo assurgono all'altezza di caratteri universali e, tralasciata del tutto la loro matrice artistica, cominciano a vivere una vita propria e imbarazzantemente perenne, fino ad entrare nel linguaggio di tutti i giorni.
    Quanti usano termini come "donchisciottesco", "bovarismo", "edipico" serva aver mai letto Cervantes o Flaubert o Sofocle? La stessa sorte è toccata al dottor Jekyll: in inglese l'espressione <> è comunissima e viene usata per indicare che qualcuno ha una personalità ambigua o conduce una doppia vita. Ma certo non tutti coloro che usano quella frase hanno letto il pur famosissimo racconto di Stevenson. Non solo. Del "doppio" di Jekyll, Edward Hyde, si è creata un'iconografia popolare che ben poco ha a che vedere con l'immagine che l'autore ne dà nella sua storia. Hyde evoca nella fantasia dei più la figura di un mostro peloso e feroce, bieco e terrificante: una specie di sanguinaria belva umana assai vicina al vampiro o al licantropo. A ciò hanno notevolmente contribuito le trasposizioni hollywoodiane del racconto di Stevenson...
    Hyde in realtà non è affatto un mostro in senso tradizionale: l'immagine che Stevenson ne fornisce è assolutamente svincolata sia dall'iconografia del demonismo medioevale che dalla prassi del racconto nero o "gotico" del romanticismo inglese avente per caposcuola la Mery Shelley di 'Frankestein'. Il 'male puro' che Hyde incarna traspare all'esterno, nella sua persona, in qualcosa di indefinibile, una forte repulsione fisica che chiunque lo avvicini avverte senza saperne spiegare il motivo preciso ed è perciò tanto più forte: il perfido Hyde emana e riflette sugli altri il male che ha dentro, ma il corpo non mostra alcuna apparente deformazione." - V. Razzini -

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    1. Rispondo a Giovanni, metto "pubblica" e appare il tuo commento ;)

      Come al solito il Re delle citazioni e degli stralci Gianluca aveva roba anche per questa materia.
      Interessantissimo e molto piacevole leggerne.
      Su Holmes lo ammetto, non sapevo assolutamente nulla. Mi piace che ne parli Baricco, ho passato almeno 3,4 anni della mia vita a leggerlo ;)

      Su Hyde invece (ho letto il libro) ricordo perfettamente quella sensazione " una forte repulsione fisica che chiunque lo avvicini avverte senza saperne spiegare il motivo preciso ed è perciò tanto più forte: il perfido Hyde emana e riflette sugli altri il male che ha dentro" ma non mi ricordo assolutamente all'epoca che aspetto "mentale" io gli abbia dato mentre lo leggevo.

      Però che queste aggiunte non siano per forza traditrici ma "accrescano" il personaggio mi piace, è come se i libri diano delle basi, delle crete che poi noi e i nostri tempi modelliamo

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  3. una lettura che ho sempre avuto intenzione di fare. forse dovrò aspettare i 37 anche io ;-P
    Comunque una volta ho visto uno spettacolo teatrale tratto dal libro che effettivamente raccontava una storia un po' diversa da quella che il cinema mi aveva fatto conoscere. Concentrandosi su uomo e mostro,che poi sono una cosa sola.

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    1. Non so quanti te ne mancano a 37 ma io farei prima...
      Esatto, questo è un libro incentrato quasi completeamente sull'uomo, sulle sue paure e sui suoi lati oscuri.
      Tra l'altro l'immagine che ci ha regalato il cinema della creatura è veramente molto diversa da quella che mi sono fatto leggendo.
      Ma anche quella più fedele (de niro nel film di Branagh) non mi convince per niente....

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    2. me ne mancano abbastanza, decisamente meglio fare prima!
      Quello di Branagh bel film comunque, se non ricordo male tre grosse interpretazioni e Branagh stra in forma. :)

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    3. pensa che io ne ho scoperto l'esistenza ieri di quel film (anche se vedendo de niro ricordo che mi capitò sott'occhio all'epoca)

      leggendo la trama è fedelisso al testo tranne che per una cosa nel finale, mooolto diversa

      se ti prende lo leggi in 4,5 giorni, ciao!

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  4. Beh, mai pensare di conoscere qualcosa da riassunti o spiegazioni altrui! Bel libro.

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    1. No, certo, ma da 30 anni sento, vedo e leggo di Frankenstein, poi uno un'immagine e un pensiero se lo fa per forza (immaginario collettivo no?).

      Io direi libro straordinario. Magari "solo" bello di per sè ma se pensi al contesto in cui fu scritto, all'età di lei, al fatto che fosse donna (all'epoca), alla genesi del romanzo (quella notte nel castello), alla sua gestazione e soprattutto a quello che ha "creato" e che sarà tramandato in secula seculorum, beh, diventa un romanzo di un'importanza capitale

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    2. Giusto, mi correggo: fantastico libro.
      )

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    3. e sì ;)

      parliamo di dati oggettivi, poi come scrittura e tutto il resto può più o meno piacere, certo ;)

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  5. Lo lessi anche io pochi mesi fa, tratta veramente tanti argomenti, vendetta, responsabilità, i limiti della scienza, bellezza, amore, suicidio.

    Un romanzo che credo sia riconducibile al "sublime" del romanticismo, Frankenstein è il folle conscio di poter raggiungere un qualcosa che varcasse la sua normale esperienza, un Assoluto, il territorio successivo ai limiti umani.

    Lo scienziato ha varcato il confine, superando i limiti imposti dalla sua Natura e come ovvia conseguenza viene sopraffatto e annichilito dalla potenza che ha osato controllare.

    L'Assoluto genera terrore nell'uomo solo alla vista, un po' come l'idea della creatura di Frankenstein, ma se un uomo, in questo caso uno scienziato, ha la possibilità di fare esperienze di questo Assoluto, al terrore viene mischiato un fortissimo desiderio, si avverte una potenza distruttiva incredibilmente affascinante e se si cede al richiamo si cade nel baratro.

    Ma la figura del dott. Frankenstein è ammirevole, incarnando la scienza ed il dovere della scoperta, rischia il salto e, come un folle, prova spostare il confine dei suoi sogni nel territorio del reale.

    Apre dunque un discorso sul potere della scienza e su una possibilità che ci siano dei confini oltre i quali questa non dovrebbe spingersi, discorso sempre attuale, tutto ciò fermandosi solo sulla figura dello scienziato, perché se si vuole parlare della creatura Mary Shelley ha fatto un lavoro ancora più interessante incarnando (proprio come hai detto tu) in un mostro gli aspetti più umani di tutto il libro.

    Poi va bè, magari ho passato gli ultimi 5 minuti della mia vita a tirare testate alla tastiera ed è uscito questo stralcio, quindi non dargli troppo peso.

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    1. Esatto.
      In realtà quello che cerca Frankenstein è bellissimo.
      Lui è un vero amante della scienza, della filosofia, dell'uomo e della natua.
      Non è affatto un esempio sbagliato.
      Solo che decide di cimentarsi nel campo più pericoloso, quello della vita e della morte, probabilmente la legge più "ferrea" in natura.
      E lì pagherà il suo dazio,

      E' proprio questo desiderio del "non conosciuto" la molla irrefranabile. la stessa tra l'altro che muove Walton al Polo Nord. Sono uomini che vogliono scrivere una pagina non ancora scritta.

      "Ma la figura del dott. Frankenstein è ammirevole, incarnando la scienza ed il dovere della scoperta, rischia il salto e, come un folle, prova spostare il confine dei suoi sogni nel territorio del reale."

      ecco, appunto (te devi capire che io rispondo ai commenti come scrivo le rece, in maniera estemporanea. Quindi nemmeno leggo tutto prima ma pezzo per pezzo. E qui hai praticamente detto tutto quello che stavo dicendo io ;)

      Ci sono terreni dove l'uomo non può spingersi?
      credo di sì

      alla fine Frankenstein può essere anche visto come la clonazione dei nostri tempi, un qualcosa che travalica qualsiasi legge etica e morale

      tra l'altro proprio oggi leggevo qualche critica al libro (come per i film amo leggere dopo) e si dice anche che l'ossessione per la vita-morte sia dovuta all'esistenza di Mary. Nascendo sua madre morì durante il parto e successivamente a Mary morirono non so quanti figli piccoli, mi pare 3.
      Arrivò a 19 anni con un'idea della morte incredibile, specie nel parallelo con la vita, delle cui bellezze era molto affascinata.

      Anche il fatto che il mostro distrugga tutta la famiglia di Frankenstei credo derivi da tutta la distruzione patita dalla sua autrice.

      Un libro profondissimo

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    2. Cioè scusami ma a Mary Shelly già a 19 anni erano morti 3 figli?
      Allora sì certo si spiegano un po' delle idee e del pessimismo che è nel libro.
      Un dolore che una ragazza ha saputo sublimare in arte.

      Respect.

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    3. Tre figli (una un mese prima di nascere) e una sorella.

      tra il 1816 (anno della notte in cui concepì il racconto iniziale) e il 1819, quando pochi mesi prima l'aveva finalmente completato

      e, ricordiamo, la sua vita, la sua nascita aveva causato la morte della madre (ora che ci ripenso anche nel libro avviene che per accudire la sua "figlia" Elizabeth muore la madre di Victor, Caroline

      difficile arrivare a 21 anni con tutte ste cose dietro

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  6. Ossignore .....sento che qualsiasi cosa dica possa risultare una cazzata tanto è l'emozione che hai trasmesso nel raccontare di questo romanzo .
    Un romanzo che certamente va letto , anche solo per il fatto che davvero , come hai detto tu, nell'immaginario collettivo la figura del mostro è completamente diversa . E che dire del contesto in cui è nata l'idea ...

    Impressionante.

    Io vidi il film di Branagh e mi piacque parecchio, così ora a quanto sento penso possa essere la versione che più si avvicina all'originale , pur non raggiungendo , immagino, le vette emotive del romanzo.

    Della simpatica e , secondo me , intelligente versione di Brooks che dire ....tu sai, vero , cos'è per me quel film :)) ...quando si dice le coincidenze ....

    Un saluto dalla Dolly

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    1. Sì sì, ho letto tutta la trama su wiki e a parte il finale le vicende sono praticamente identiche...
      Certo, ci sono decine e decine di cambiamenti (magari nei rapporti tra i personaggi, nei luoghi etc...) ma tutti marginali.
      Solo alla fine c'è un cambiamento gigantesco, ossia quando Victor prova a far "resuscitare" Elizabeth attraverso il corpo della creatura femminile che prima aveva creato e poi distrutto.
      Insomma, un ibrido abbastanza disgustoso che sinceramente trovo fuori luogo, troppo di genere (e degenere ;) ).
      Nel libro lui perde Elizabeth, come perde tutti, è una drammatica vicenda umana che non ha niente a che fare con l'horror.

      Ti ringrazio moltissimo

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  7. Dovevo dirtelo( anche nella distanza temporale): bel post! Libro riletto di recente, mi ha ispirato il post della domenica, non Milton, ma Clare. Il destino è reso dalla Shelley in modo assolutamente lucido. E in questo viaggio con la Creatura, mi sono imbattuta in una serie che sono curiosa di vedere, Penny Dreadful. Mi piace molto! Che dire anche per me... "Il mondo (è) un mistero da scoprire. Curiosità, bruciante volontà di impadronirmi delle leggi segrete della natura, e una felicità vicina all'estasi quando esse mi si svelavano..."

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    1. Assolutamente, Penny Dreadful è una delle poche serie che mi sono appuntato anche io. E ovviamente non solo per il genere, capirai che c'è pure altro che attira là.

      Sì, è vero, c'è lucidità, almeno nel senso di saperne riconoscere le vette e gli abissi. E di solito uno non lucido o vede tutto bianco o tutto nero.

      Grazie!

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  8. Eccomi finalmente

    Allora come già immaginavo con la tua rece hai saputo mettere in evidenza tutti i tratti salienti di questo romanzo che , come già detto da te ed altri, ha poco in comune con l'immaginario collettivo , grazie ovviamnete alle trasposizioni cinematografiche .

    Effettivamente è un gran romanzo e nonostante tutto il suo aspetto romantico ( romanticissimo !!!!) mi abbia messo in crisi più di una volta ( ho grossi problemi con la letteratura del sette/ottocento .. mi prendono attacchi di glicemia con estremo bisogno di insulina :) :P .....), devo dire che è stata una lettura interessante.

    Sulla figura di Frankenstein ci sarebbe tanto da dire specialmente alla luce della vera storia della Shelley, perchè se è vero che siamo davanti al classico esempio dello scienziato votato alla causa , all'abbattimento delle barriere tra se e l'ignoto, ad accrescere la conoscenza dell'uomo in ogni campo, sfidare i limiti umani , cercare l'incredibile , ecc.., quello che più colpisce però, e qui sta il pregio maggiore del libro, è il fatto che lo scienziato si butta a capofitto nell'esperimento con una sorta di ingenuità incredibile ; lui che annovera tra i suoi studi ogni sorta di disciplina , e quindi anche la filosofia, non prende in considerazione nemmeno per un momento ( almeno è quello che secondo me traspare dal racconto ..) le sue responsabilità nei confronti del genere umano prima ancora che della Creatura.

    Tutto ciò che fa è spinto da un egoismo incredibile e , ripeto, tanta incoscienza .
    Quindi , per collegare il tutto alla ormai scontata domanda ...fin dove è lecito spingersi nella ricerca scientifica , c'è un limite ?...certo che c'è perchè non si tratta solo di responsabilità oggettiva , su ciò che si pensa di sapere sui possibili esiti, ma sopratutto perchè raramente ci sarà qualcuno che davvero sarà responsabile dei futuri effetti .

    All'epoca la Shelley non poteva certo sapere più di tanto , quindi la sua storia è permeata da un alone di drammaticità e romanticismo sfrenato, ma col tempo la cosa è diventata realtà in molti campi ma sinceramente credo che molto più spesso di quanto noi si possa sapere , gli esperimenti sono fatti più in nome di velleità personali ( o...peggio speculative ....) che in quello del bene umano.

    Eppure alla fine quella frase " Ahimé. Perchè l'uomo vanta delle forme di sensibilità superiori.....", è quella che meglio risponde ad ogni domanda .

    Trovare un compromesso tra l'istintività primordiale e la sensibiltà acquisita col tempo sarebbe la migliore delle soluzioni ma tant'è.....

    Anche la Creatura in fondo , molto ingenuamente crede di poter mettere fine alla sua sofferenza con la sola presenza di una creatura come lui non immaginando che a lungo andare , proprio quel tanto di conoscenza che nel frattempo ha acquisito del mondo finirà per far si che non possa bastare , sempre ammesso poi ,come presume Frankenstein, che l'altra creatura possa apprezzare lui e la loro esistenza .

    Tornando al modo in cui è stato scritto il romanzo , le pagine più belle per me , sono senz'altro quelle sulle descrizioni della natura e naturalmente la presa di coscienza della creatura, anche se inizialmente la velocità con cui il tutto si sviluppa è sinceramnet troppo " veloce e facile " ( ...in più di un occasione mi è tornato in mente Chappie .........so che farò inorridire più di una persona con 'sta uscita ma tu mi conosci ....non potevo non dirtelo ;) ..)







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    1. Allora ;)

      Te hai problemi con la letteratura settecentesca/ottocentesca?

      io la odio...
      E con lei anche il cinema di costume ambientato in quel periodo, vallo a dire a Ciku e alla recensione che gli scrissi su L'età dell'innocenza

      amo dell'800 solo i russi, ma non i russi di corte alla Guerra e Pace, quelli poveri, quelli di strada, i contadini
      per il resto rifuggo da quel periodo

      però questo è un romanzo "gotico" (metto le virgolette perchè, l'ho spiegato, per me lo è solo in parte) con un mostro e via dicendo, quindi la cornice di amor cortesi e gonne lunghe andava in secondo piano

      Hai ragione, ma la febbre che lo ha preso era più forte di qualsiasi studio o responsabilità. La cosa incredibile semmai è che appena la creatura prende vita, un secondo dopo, Frankenstein già la odia e si rende conto di tutto quello di cui non si è reso conto prima

      Certo che c'è un limite: E anche un altro libro meraviglioso che prima o poi volevo recensire, Le Particelle Elementari, in parte affronta tematiche simili
      La conoscenza unita alla scienza può portare ad aberrazioni, si sa. Del resto dietro c'è tanto studio, tanta fatica, tanta "testa", quindi se poi ste caratteristiche finiscono nella persona sbagliata i rischi sono enormi.
      Uno scienziato è una persona come un'altra, ma se un "uomo della pietra" può limitarsi a dare una coltellata a qualcuno, l'uomo di scienza può far male attraverso quello che sa.
      Come per tutti solo la coscienza può fermarlo.

      Sì, lo dimostrano le spendide pagine centrali, finchè alla primordialità si unisce la sensibilità la Creatura è un essere meraviglioso., è la conoscenza a corromperlo

      Molto interessante il tuo paragone con Chappie.
      Potremmo metterci anche Pinocchio dentro.
      Ma l'apprendimento della Creatura è molto molto più tragico e bello perchè è un qualcosa che lui fa tutto da solo, dalla A alla Z. Negli altri due casi ci sono state delle educazione che, gioco forza, fanno perdere di naturalezza il processo.
      La Creatura è l'evoluzione allo stato brado, autodidatta.
      E certo, impara i segreti del mondo da una riga all'altra ma ho trovato questa specie di iperbole grandiosa


      grazie Dolores


      (sto leggendo un romanzo meraviglioso)

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  9. Giusè, per pura curiosità, hai ripreso a leggere? O la crisi del lettore ancora non è andata via?

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    1. Niente...
      Ho provato almeno con 5 romanzi, di uno avevo letto addirittura quasi 600 pagine.
      Tra l'altro era uno dei più grandi romanzi che stessi mai leggendo in vita mia, Viaggio al termine della notte di Celine.
      Ma niente, poi la testa si blocca e non vado avanti

      e siamo quasi a 4 anni senza libri ;)

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    2. Ma scusa, questi del buiolibri non li hai letti lo scorso anno? Perchè dici 4?
      Ma come si fa a ritrovare la passione?
      Pure a me è capitato, ma al massimo 4/5 mesi!
      Forse sbagli libri!!!
      E adesso non stai più provando con nulla? Avevo letto, non ricordo sotto quale post, che stavi leggendo "la trilogia della citta di k", nulla pure con quello?
      Sembra strano dirlo, ma mi dispiace XD

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    3. Sì, li ho letti l'anno scorso ma per uno che leggeva 50 romanzi l'anno 3 in 3 anni sono come non aver letto, a malapena li considero. Uno poi era una raccolta di racconti.
      Non è questione di passione, ma di testa. Con il cinema mi estranio e penso solo al film (che poi la visione del film è una cosa tremendamente più passiva e facile del leggere un libro), con i libri niente, non ce la faccio più.
      Libri non li sbaglio sicuro, come ti hi scritto, anzi, quello di Celine era forse la cosa più grande che stessi mai leggendo.
      Ma del resto anche Fargo era una serie che mi piaceva moltissimo e l'ho abbandonata a due puntate dalla fine.
      Sono fruizioni che non riesco più ad avere, pace, un giorno sarà diverso.
      Almeno con i libri spero

      sì, quello è l'ultimi che ho abbandonato

      e, per restare a sopra, mi piaceva moltissimo

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    4. La trilogia della città di k voglio leggerla anch'io.
      Quello di Celine mai sentito ( in realtà non conosco nemmeno Celine).
      Adesso sto leggendo, finalmente, la strada!!! Un po' a rilento, ma procede.
      Guarda, io ho avuto sta crisi del lettore in concomitanza alla scoperta del buio in sala. I primi mesi, se ricordi, guardavo un casino di film e non avevo le forze mentali per leggere un libro, adesso la situazione si è riequilibrata, anche se sto vedendo pochissimi film. Insomma, non conosco vie di mezzo!!!

      Ah, mo che ci siamo, mi devi fare un favore ( eeeh che favorone che ti sto a chiedere, ahahahah)
      Ho bisogno delle tue capacità da sensitivo , per scegliere un film da vedere al cinema, o meglio, devi dirmi se meritano o meno, così se riesco li guardo entrambi o nessuno.
      La canzone del mare e segreti di famiglia.

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    5. ...ciao ...scusate se mi insersico ma è da un pò che pensavo anch'io di fare la stessa domanda al Beppe ;)

      lui mette sul piatto pietanze interessanti , stuzzica e poi ci abbandona ...

      certo è verissimo che guardare un film è un atto tremendamente più passivo che leggere un libro !!!


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    6. ....il bello della lettura è proprio quel coinvolgimento mentale profondo ...mmmmhhhh....
      dove ci si fa viaggi tutti nostri ...e magari leggendo tra le righe si ha l'opportunità di tirare fuori considerazioni anche lontane dalla storia stessa , solo perchè una frase , un luogo, un personaggio , casca a fagiolo con qualche nostra perplessità oppure , per restare nel leggero, perchè non è detto che si debba sempre tagliarsi le vene ;) trovare uno spunto per saper meglio ironizzare sulla vita di tutti i giorni ....

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    7. ...ahhh altra cosa ...vabe' sto scrivendo a rate perchè sono in attesa di rispondere al telefono ...beghe ...volevo dire che Rachele non ha tutti i torti quando dice che forse sbagli libri ..nel senso che magari tu ti senti attratto da un determinato argomento , un autore , vuoi per sentito dire , vuoi per una ricerca tua che ti pare interessante a prescindere e altrettanto a prescindere scarti un autore che ritieni non idoneo mentre magari uno scarto potrebbe farti bene e potresti trovare ciò che non penseresti mai ....a me è successo ...credimi

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    8. Ciao Dolly:)
      Di Giuseppe, in questi mesi che lo sto "frequentando", ho capito una cosa: la poca costanza con le rubriche del blog, ahahha
      Mi ha abbandonato i calci di rigore (che adoravo), dopo solo 2 puntate!!!
      Il punto è capire se è così anche nella vita, perchè se lo è, non ci sono speranze di ripresa ;)

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    9. Concordo su tutti Dolly! Io amo i film, ma la sensazione di straniamento, in senso positivo, che mi da la lettura, non è minimamente paragonabile a quella dei film. Leggendo risco veramente ad isolarmi dalla realtà, e a non pensare a null'altro se non alla storia che ho in mano.
      Concordo anche sulla "terza rata", magari i libri che legge sono bellissimi, ma non sono adatti per quel momento!!!

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    10. 1 ragazze, dovrei aver letto nella mia vita circa mille libri/romanzi (facendo una media di una 40ina l'anno per 25 anni, diciamo minimo 800 massimo 1000)
      Quindi è molta tenera la cosa che dite sullo sbagliare libri, dopo 25 anni di lettura e 1000 letti credo che tutto non posso sapere dalla vita tranne che quali libri leggere. Mesi fa ho riprovato anche con Pennac e la saga Malaussene, che sono sempre stati per me sinonimo di "star bene" data la straordinaria piacevolezza della scrittura. Niente

      2 Se c'è una cosa bella in questo blog, ma una proprio (oltre voi dico) è che è gestito tutto a casaccio. Le rubriche possono nascere e morire lo stesso giorno. Alcune sono durate due puntata, altre, vedi Visti per voi, ferme due anni, tantissime ne ho abbandonate. Mi piace così, tutto a caso ed estemporaneo. Credo che tutti i blog dovrebbero esserlo, perchè i blog sono estensione di chi scrive, non un posto organizzato dove farlo. Con il torneo e basta ho dovuto per forza essere più serio, ma faticando ;)

      3 Per me semmai è proprio il contrario, ossia che con i film ADESSO riesco ad isolarmi dalla realtà, coi libri no. E' tutto lì il problema ;)

      4 Beh, quel libro di Celine è qualcosa di impressionante. E la sua scrittura lo stesso

      5 le doti di sensitivo funzionano solo con me...
      Però, boh, io non andrò a vedere nessuno dei due. Se dovessi scegliere a sensazioni e a locandine direi il cartone, sembra avere molto cuore ;)

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    11. ...per quanto mi riguarda , e lo sai ormai mi conosci , la mia considerazione sui "libri giueti2 era proprio l'espressione di una mia esperienza personale eh..non volgio assolutamente insegnare o pontificare ...io parlo dal trespolo dei miei anni che sono un tot oltre i tuoi e della mia esperienza di lettrice ( ho superato i 1000 libri da molto tempo ...)

      ...a differenza di te col tempo la lettura è diventata per me sempre più importante ...anzi no ...sbagliato ....tornando al discorso di libri giusti libri sbagliati lo è sempre stata per me ...molto ...è che col tempo , col cambiare delle situazioni , epserienze , necessità , delusioni , fallimenti , conquiste , ...la vita insomma ...mi rendevo conto di volta in volta che in fondo spesso leggiamo ciò che vogliamo sentirci dire ( fermo restando che parliamo di lettori ...lasciamo stare i perditempo ...quelli che leggono perchè non c'è altro da fare ...non so cosa sia non aver altro da fare ...e chi è stato lettore anche solo per un periodo lo resta ...tipo te ...) ..mi spiego meglio ..si rischia spesso di leggere qualche cosa che confermi ciò che pensiamo a prescindere ..perchè magari è difficile mettere in discussione altro ...questo te lo dico sempre per esperienza e perchè io sono una lettrice accanita ma anche libropatica ( tipo metereopatica...) quindi posso trovare il massimo della soddisfazione nel leggere un Harry Potter come nella Peste di Camus tanto per rendere l'idea ...perchè ho imparato a seguire il momento , il mio stato d'animo , e più ancora cercare ovunque senza sosta ..poi ho anche mandato nel casino autori da cui non ho ricevuto nulla ...ma a questo ci sono arrivata col tempo eh...più di una volta sono andata in crisi ...eppure era sempre più forte la mia esigenza di leggere e poi ..ecco...saltava fuori un innamoramento coi fiocchi che mi faceva gridare di gioia e, per tornare a quanto dicevo, ho percorso strade talemnte differenti che non puoi immaginare ...e continuo così tra vecchi e nuovi amori , per certo nelgi ulimi anni prediligo chi sa scrivere profondamente , intensamente , con poche parole , difficile che mi si intorti solo perchè si sa usare mezzo vocabolario e lo si riversa tutto in un libro ...nnaaaa.....queste cose mi potevano bastare a vent'anni ora no ....e insisto...questo indipendentemente dall'argomento trattato ...cosidetti leggeri e non ....

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    12. ...libri "giusti"....non giueti2...per la miseria

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    13. Oddio, rispetto a voi 2 sono proprio una "neonata" della lettura allora!!!
      Forse avrò letto un centinaio di libri in totale:(
      Giusè, ma con i libri funziona come con i film? Cioè, guardi solo la copertina e il titolo senza leggere la trama? :D
      Mi sa che andrò a vedere entrambi, il film d'animazione in compagnia, forse( con the neon demon mi sono giocata il mio accompagnatore ufficiale,ahahah) e l'altro da sola.

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    14. Proprio non riesco a farmi capire ;)

      Il tuo commento è bellissimo Dolly, e molto interessante.
      Ma io non ce la faccio più a leggere, stop, non c'è altro.
      Ho provato con libri leggeri e altri no, con quelli nuovi e con quelli che in vita mia ho sempre riletto con piacere.
      Poi, ripeto, due esempi per tutti.
      Il libro di Celine che stavo leggendo mi procurava sensazioni incredibili, straordinario.
      E l'ho abbandonato.
      Pennac per me è il piacere assoluto della lettura.
      E l'ho abbandonato.
      Insieme ad un'altra quindicina in questi ultimi 4 anni.
      Non sono i libri, sono io. E credo di sapere anche i motivi.
      Anche io ho letto Harry potter e Camus, anche io ho sempre letto un pò di tutto

      per rispondere a Rachele diciamo che moltissimi libri li sceglievo per l'autore, altri per la trama, altri per il genere. Comunque sì, in libreria stavo molto più tempo a scegliere e valutare, non come i film

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  10. ... no no ..chiarissimo eh...era solo per condividere il senso del "piacere "...per il resto ti capisco benissimo ...a me è successo e succede sia per i libri sia per i film che per altre cose ..quando non ci sei con la testa per una cosa non esiste nulla e nessuno ...ci si ferma e basta ...si vedrà ...

    ..anch'io dico la mia alla Rachele sulla scelta dei libri ;)
    proprio perchè ormai ho letto tanto e poi l'età ..sai com'è....ovviamente conosco molti autori e quindi su alcuni vado davvero sul sicuro perchè magari dopo anni e ..tipo 10/20 e oltre libri di un autore che non mi ha mai delusa capisci che appena ne esce uno dei suoi !!!
    ..stesso discorso al contrario per chi mi convince solo a tratti....ma comunque leggo molte recensioni ed anche lì sto attenta che non si mettano a "raccontare" il libro che altrimenti mi fermo subito ( ottimo per questo L'inserto settimanale della Stampa ..TTL..con ottimi recensori che trattano veramente di tutto e di più non solo le ultime eclatanti uscite ..per intenderci..)... e poi ... a pelle ..secondo la libropatia del momento ;) ed un occhio lo butto anche al risvolto di copertina ma mai alla copertina..potrebbe essere parecchio fuorviante :D
    ..diverso è per la saggistica ..lì ogni tanto cerco di appofondire un argomento sociale e in quel caso è un esigenza particolare e non per diletto personale ...

    Ciao ragazzi e ...divertitevi come vi pare purchè vi divertiate davvero ;)

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    1. Dolly,consigliami qualche libro allora:)
      Non mi piacciono ne il fantasy, ne il romanzo storico e sono pigra con i classici.

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    2. C'è un fantastico post sui libri nel blog, fu un successo incredibile.
      168 commenti pieni di centinaia di consigli, classifiche, di tutto, probabilmente l'area commenti più "alta" della storia del blog.
      Oltre i consigi della Dolly vedi anche là

      dolly, visti Moon e Departures, mi dò sempre il minimo di 1 giorno, il massimo di 5

      anche se domani dovrei mettere il penultimo turno del torneo, sarebbe bene rispondere ai commenti prima di domani... ;)

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    3. Lo so, ma io li volevo qui, in diretta, ahahah proprio per evitare di leggere millemila commenti ;)

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    4. ..ohi.. allora ti metto alcuni titoli ..tutti diversi uno dall'altro tanto per darti un'idea di come mi muovo ;)
      primo tra tutti uno dei miei preferiti Simenon , conosciuto ai più per la marea di indagini di Maigret e che però ha scritto anche molto altro ( io mi godo un sacco ogni suo scritto...) e qui ti consiglio appunto due suoi romanzi extra commissario " Gli intrusi" " La finestra dei rouet", stringato e penetrante conoscitore delle persone !!
      di Nick Hornby ti consiglio " Non buttiamoci giù" perchè è un esempio rarissimo di come si possa parlare di vita vera , problemi sociali visti da diversi punti di vista , e utto con un'ironia intelligentissima , un storia splendida da leggere tutta d'un fiato...io l'ho pure l riletto...che è tutto dire visto la voglia di scoprire sempre nuove letture !!
      poi uno scrittore di storie nostrane esilaranti e vere , è Andrea Vitali , son tutti buoni ma due su tutti son memorabili ...roba da ridere fino alle lacrime " Olive comprese" e " Il segreto di Ortelia"
      altra cosa è Camilleri...per me i suoi romanzi extra Montalbano sono ottimi , degni eredi di un Sciascia, però qui ovviamnet non so se hai problemi con frasi dialettali allora salta ...altrimenti per iniziare ti consiglio " Il Birraio di Preston" , " La concessione del telefono " e " La stagione della caccia ",
      poi una gran bella soprpresa degli ultimi tempi sono questi tre di seguito :

      Andrea Molesini con "Non tutti i bastardi sono di Vienna" ...roba da segnarsi le pagine...
      Benedetta Cibrario con " Sotto cieli noncuranti" bell'esempio di indagine poliziesca non banale con introspezione personale non d'accatto..
      Sandro Veronesi (..c'entra nulla con registi vari ehh...solo un caso di omonimia ) con un interessante "XY" ... ehehehe ..qui proprio non si può anticipare nulla ..o ti butti e provi altrimenti niente ;)
      poi vabe' ..io adoro Cormac McCarthy ...però lì capisco che siamo in un tipo di scrittura che ...mi pareva di aver letto che stavi leggendo il suo The road ...ecco per me capolavoro ...poi però gli altri sono tutta un latra cosa ancora ...ogni tema da òui trattato è diverso eppure uguale ...
      così come apprezzo tanto Saramago ...
      se vuoi stare in un giallo italiano intelligente e originale una delle mie ultime scoperte è Strefano Piedimonte con " L'assassino non sa scrivere"...e via discorrendo ...mi fermo qui altrimenti faccio notte :D

      vedi tu se qualche mio consilgio ti stuzzica poi mi dirai ...ne ho tanti altri in mente diversi ....

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    5. ..ahhhh no spetta ...questo te lo devo assolutamente segnalare .." Veleno d'amore" di Eric Emmanuel Schmitt ...per quanto è breve tanto è intenso , ecco un esempio di come si possa dire tanto con poche parole , quelle giuste ...io lo segnalai a suo tempo su instagram dedicandolo a tutte le adolescenti ed alle loro madri ...."Amiamo amare o stiamo semplicemente seguendo un ineluttabile istinto che ci farà soffrire ?"....

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    6. Di Simenon ho la camera azzurra, ancora non l'ho letto, però.
      Di Hornby, invece, tutto per una ragazza,letto al liceo. Ho sempre pensato di voler continuare, ma poi non l'ho fatto. Magari il prossimo sarà proprio questo.
      Allora, non sono molto interessata a storie come quelle di Montalbano e co., quindi li escluderei. Leggo un po' le trame degli altri

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    7. Quello di schmitt può essere nelle mie corde.
      Sei su instagram? Ti cerco come dolly fc? Così ti aggiungo:)

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

2 metti la spunta qui sotto su "inviami notifiche", almeno non stai a controllare ogni volta se ci sono state risposte

3 ciao