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30.7.17

Recensione: "Anguish" (Angoscia - 2015, Italia in sala 2017)




Un altro bel thriller.
Una ragazza morta in un incidente.
Un'altra che arriva nella stessa cittadina poco dopo.
Abulica, ai limiti della depressione, malata.
In qualche modo le due ragazze verranno in contatto.
Ed è questo che nell'ultima parte fa diventare un film discreto come Anguish davvero un bel film.
Qualcosa di molto profondo e doloroso

spoiler dopo ultima immagine

Cavolo, son passati 3,4 giorni dalla visione del film, arrivo solo adesso a scriverne.
Vorrà dire che al limite andrò corto, pace.
E niente, siamo a tre thriller/horror consecutivi, non so da quanto tempo non mi capitasse.
Ma questo è il genere di certi periodi, sempre così con me.
Quello che però è più interessante è come questo trittico che ho visto - A Dark Song/Starry Eyes/Anguish- abbia al suo interno tre pellicole per almeno 3 aspetti assolutamente comparabili.
Il primo è che in tutti e 3 ci sia una protagonista assoluta femminile.
Il secondo è che tutti parlino, in maniera molto diversa, della sofferenza.
La sofferenza morale e fisica della madre di A Dark Song.
La sofferenza morale e fisica (tremenda nella seconda parte) dell'aspirante attrice di Starry Eyes.
La sofferenza morale e fisica della giovanissima Tess, un'adolescente alla presa con una malattia difficilmente definibile che la porta ad una depressione molto evidente.

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Ma l'aspetto più affascinante, e solo chi hai visto tutti e 3 i film in qualche modo potrà darmi ragione o no, è che in tutti e 3 i film, in qualche modo ci sia il tema della morte e della successiva "rinascita"o, in senso più lato, del ritorno.
Anguish, tra i tre, è quello che ha il passo più del drammatico. Se uno non vedesse la locandina o non sapesse niente della trama per almeno un tempo potrebbe scambiarlo per un "semplice" dramma.
Una 16enne muore nel prologo, in maniera terribile e molto ben realizzata.
Un'altra 16ene arriva, credo poco tempo dopo, nella stessa cittadina.
Ha grandi problemi, se psicologici o fisici è difficile da capire (e, al solito, rimando a Magic magic...).
 Sta di fatto che è una ragazza molto sola, piena di paure e assolutamente priva di slanci vitali.
Film con tantissima sofferenza dentro.
Quella delle due figlie sì, ma anche quella delle due madri. 
Una che chiama continuamente al cellulare (sempre in carica) la figlia morta solo per poterne sentire la voce, l'altra che ha a che fare con una ragazza che dovrebbe spaccare il mondo a quell'età e invece è completamente abulica. Non solo, soffre di brutte allucinazioni (forse la parte più debole del film).

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E la parte più interessante sarà proprio il confronto/unione tra le due madri e tra le due figlie.
Il primo è ovvio, sono due persone colpite dallo stesso medesimo lutto.
Il secondo è invece il tratto che innalza un film che, per il resto, soffre di un ritmo non esaltante e pare non dire niente di nuovo.
Anche se ha qualche movimento di macchina interessante (specie quello sul mega prato all'inizio) e un'ottima colonna sonora.
E invece no.
La scena madre, o se non scena madre, quella del turning point, è quella della visita alla croce lungo la strada di Tess.
Da quel momento la ragazza inizia ad avere comportamenti sempre più strani e a stare sempre peggio. Si sente perseguitata, ossessionata.
All'inizio si pensa soltanto ad un peggioramento della sua malattia, poi scopriremo la verità.
E questa verità, dicevo, è ciò che ricorderemo nel tempo di questo bel film.
Qualcosa di molto profondo.

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La ragazza morta all'inizio, Lucy, era un'adolescente tremendamente attaccata alla vita, euforica.
Tess, invece, non ha nulla che la renda felice, la sua esistenza è solo una sofferenza fisica e mentale, un incubo.
Ma ha un dono, quello di poter "traghettare" le anime.
E l'anima di Lucy vuole tornare su questo mondo, non ce la fa a stare solo nell'altro.
E così entra in Tess.
Ne nasce un'ultima mezz'ora umanamente fortissima, con due madri che vedono, nello stesso corpo, le proprie due figlie.
Una è ormai solo l'involucro, l'altra solo la coscienza.
Un film che potrebbe portare a riflessioni davvero altissime.
La madre di Lucy la prega di uscire da Tess, che tanto facendo così prolunga solo la sua sofferenza.
E Lucy, in questi dialoghi davvero commoventi, lo capisce, tanto da chiederle solo un'ultima notte, un'ultima notte soltanto in cui sentirsi viva.
Gli ultimi 10 minuti dovrebbero portare ad un colpo di scena che io, ma credo anche voi, avrete capito molto prima.
Chi canta quella canzone non è Tess, ma Lucy, del resto è la stessa canzone che cantava anche nell'altalena.
Ed è qui il significato più straziante del film, quello di constatare come questa scelta, quella di far restare Lucy, sia stata concordata tra le due ragazze.
Una che voleva disperatamente vivere, l'altra che di questa vita non sapeva che farne.
Forse entrambe adesso sono veramente serene.
Ma tutto è tremendamente sbagliato

2 commenti:

  1. Mi segno anche questo che tra un po' vado in ferie ed avrò finalmente del tempo libero... per colpa delle tue recensioni mi toccherà vedere diversi film che ho messo in lista :-)

    Piuttosto, hai visto Raw? credo ti piacerebbe.

    Marco

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    Risposte
    1. Ti giuro che prima di vedere ieri sera il film che ho visto (e che, se trovo le forze, recensisco stasera) avevo messo Raw...

      Ce l'ho ancora qua sopra sul play

      poi conoscendomi anche se è il film che stavo per vedere ieri sera magari passan mesi prima che lo vedo

      speriamo ti piacciano ;)

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