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19.9.17

Recensione: "Gatta Cenerentola"




Meraviglioso.
Qualcosa di mai visto e di quasi inconcepibile da noi. Il Cyberpunk nel porto di Napoli, la malavita e le canzonette, la favola e la tecnologia.
Un progetto folle, quasi senza senso, che fa gridare al miracolo.
Una delle vette di sempre della nostra animazione.

qualche spoiler nelle ultime righe

A metà degli anni 60 un pazzo saltatore in alto decise che, per superare l'asticella, il modo migliore non era farlo da davanti, ventrale, ma da dietro, di schiena.
Lo presero per matto.
Cambiò il mondo. 
Tutti cominciarono a fare come lui, tutti andavano sempre più in alto...
Il suo nome era Fosbury.
Ecco, l'effetto Fosbury è quello che ho avuto vedendo Gatta Cenerentola.
Ho visto qualcosa di diverso, qualcosa mai fatto prima qua da noi, ma un qualcosa che ha portato il livello dell'animazione italiana cm e cm più su.
E sì, come il salto di Fosbury, è un qualcosa fatto di schiena, nel senso che tutto pare tranne che di canonico, di naturale, di ortodosso.
Gatta Cenerentola è una pazzia, una rivoluzione, una cosa che non doveva esistere, un salto dorsale.

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Avevo già visto il precedente lavoro di Rak (qui in co-regia con Cappiello, Guarnieri, Sansone), il bellissimo L'Arte della felicità, lavoro anche quello coraggiosissimo, ma per motivi ben diversi.
Il coraggio di quel cartone stava infatti nella grandezza delle cose di cui parlava, nell'affrontare di petto mille massimi sistemi, nel suo filosofeggiare.
E sta cosa qua, ricordo, molti la sopportarono poco, che pareva troppo pretenzioso, troppo sentenzioso, troppo colto, troppo vate.
Eh, ma si vede che è un vizio de quelle latitudini, voglio dire, Sorrentino non mi sembra mangi polenta e usei.

Ma io amo Rak e amo Sorrentino, ho amato L'arte della felicità e La grande bellezza, ste due cose apparentemente così diverse eppure così simili, questi racconti di due città, di due uomini, di due filosofie.
Ecco, in Gatta Cenerentola non c'è più manco mezzo de discorso sui massimi sistemi, anzi, il tutto è completamente asciugato. Siamo dalle parti del cinema di genere, di quello che non vole per forza insegnacce qualcosa o facce riflette.
I dialoghi sono per la maggior parte gretti e rozzi come gretti e rozzi sono quasi tutti i personaggi di questo capolavoro.
Azz, ecco, m'è scappato guagliò, l'ho detto.
Sì, questo è un capolavoro.
Perchè un cartone animato con una sceneggiatura del genere, un cartone animato così poco identificabile, così rapsodico, così patchwork, boh, io l'ho visto raramente.
Ispirato ad una novella del Basile (sì, quello del racconto dei racconti) Gatta Cenerentola raccoglie, e non so prima di lui chi l'abbia mai fatto, tutto il meglio delle scuole di animazione mondiali, l'orientale, l'americana, l'europea.

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Il lampo di genio più luminoso è aver unito una cornice cyberpunk (ma direi anche steampunk con la nave, il suo motore, i vapori) a Napoli, al porto di Napoli.
La città del degrado per eccellenza (almeno nei media), nel suo luogo più "sporco", il porto, che fa da sfondo ad una storia da futuro prossimo, una storia dove un grande inventore, Basile (omaggio), ha progettato un polo tecnologico di formidabile ingegno proprio nell'area portuale della città.
Sfortuna vuole che la sua promessa moglie sia in realtà la compagna di un terribile criminale. Basile viene ucciso proprio il giorno delle nozze. E la sua figlioletta, Mia, di soli 3 anni, viene presa in custodia dalla "vedova", madre già di 6 figlie. Diventa così la cenerentola del gruppo. Tutti continuano a vivere nella grandissima e futuristica nave progettata da Basile. La madre diventa una specie di maitresse, le sorelle delle prostitute, Mia la sguattera che vive nella sporcizia e deve pulire tutte le stanze.
Sono passati 15 anni dal prologo, Mia ne deve compiere 18...

Impressionante.
Dentro Gatta Cenerentola c'è tutto.
C'è tutto l'immaginario cyberpunk e steampunk dell'animazione giapponese (e se la contrapposizione "tecnologia futuristica - degrado Napoli" all'inizio era solo fuori dalla nave 15 anni dopo sarà nella nave stessa, un relitto decadente e mezzo distrutto ma con ancora vagiti di altissima tecnologia funzionante), c'è il cinema di genere italiano della malavita, c'è la favola, c'è una colonna sonora di devastante bellezza che io, ve lo giuro, ho sognato per una sera intera di voler essere campano, c'è una fortissima componente drammatica, c'è una grandissima opera di denuncia.
Non si riesce a capire se stai vedendo Ghost in the Shell, Paprika, un film Disney o un poliziottesco degli anni 80.

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Ma che sceneggiatura, ma che roba.
I disegni sono molto "colti" anche se, forse, a cercare il pelo nell'uovo gli unici difetti possiamo riscontrarli in questa loro eccessiva spigolosità e in movimenti a volte per niente fluidi, molto meccanici.
Le location, invece, son magnifiche anche se in realtà il film si muove quasi tutto nella nave e intorno ad essa.
Una delle cose che più mi hanno sorpreso è quasi paradossale.
Nel film c'è una denuncia fortissima al degrado morale, etico e urbanistico di Napoli. Eppure più nel film, specie per bocca di Lo Giusto, vengon fuori male parole verso la sua città più c'è la sensazione che sto film, e le mani che lo hanno scritto, la amino perdutamente.
Gatta Cenerentola è un grido d'amore verso Napoli anche quando al posto di parole d'amore mette quelle d'odio. C'è speranza, c'è voglia di appartenenza, c'è orgoglio.
Quasi tutte caratteristiche che erano in Basile, il creatore della nave, uno che credeva fortemente nella sua città.
Ma poi con quelle musiche come fai a non sentire la forza di quel popolo?
Brani originali, vorticosi, uno più bello dell'altro.
Tra l'altro tutto il comparto sonoro è di altissimo livello, ogni minimo rumore come fosse reale.
Ma la cura del dettaglio è evidente. Basti pensare ai riflessi di luce o a quella specie di "polverina" che aleggia sempre dentro la nave, una polverina tecnologica probabilmente, una polverina che rende l'atmosfera quasi magica.
E, in realtà, c'è anche questa specie di componente. La nave registra le cose che accadono dentro e poi ogni tanto le mostra come ologrammi.
E così Gatta Cenerentola diventa anche un film di ricordi, di incroci temporali (che emozione Gemito che rivede sè stesso in sala comandi), di fantasmi.
Non è un caso se a me ha ricordato anche Shining con la nave a sostituire l'Overlook Hotel.
Ma questa compresenza tra i vivi di adesso e i fantasmi del passato, questi corridoi, questo luogo che nasconde crimini orrendi, ecco, la splendida festa di morte kinghiana c'è tutta.
E non è un caso, forse, che il film finisca come il libro di King, con il reparto caldaie che fa saltare tutto.
Come non ricordare poi il massacro finale, anche questo tanto Shining, terribile, sanguinario, devastante.

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Sono arrivato in fondo senza parlare mai dei personaggi.
La dolce Mia, bellissima, impaurita e quasi "handicappata" ragazza, suo padre, grande uomo, Gemito, l'eroe del film, forse il personaggio più amato, il terribile, schifoso Lo Giusto, lui esemplare della Napoli peggiore, lui e e i suoi matrimoni alla Boss delle Cerimonie, lui e la sua assenza di umanità in nome del più sfrenato egocentrismo e ricerca del potere.
E poi quello che è forse il personaggio più bello di tutti, Angelica, il più composito, il più complesso, il più tragico.
Vittima, carnefice, capace di amare e di odiare, splendida.
Viva Gatta Cenerentola, viva l'Italia, viva Napoli, viva il cinema.
E mentre facevo fatica a trattenere le lacrime durante i magnifici titoli di coda, mentre quel merlo che non cantò più per 15 anni - fino a che non rivide Mia- mentre quel merlo, ora libero, volava nel relitto della nave, ecco,  ho pensato di essere uno spettatore delle Olimpiadi.
Ho pensato di aver visto, per la prima volta, il futuro.
Ho pensato di aver visto Fosbury saltare.
Di schiena.
Perchè cambiare è possibile.



32 commenti:

  1. è il primo che andrò a vedere dopo childhood of a leader stasera

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  2. Ha una sintassi interpretabile sto commento.
    Non avevi già visto Childhood?

    intendi quindi che, dopo Childhood non avevi visto altro e questo è il primo?

    oppure che vai a vedere Childhood stasera e poi il prossimo sarà questo?

    vabbeh, per me stiamo parlando di 2 dei migliori 5 film dell'anno comunque

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  3. Oltretutto, nel film il padre della protagonista si chiama Basile, un tenero omaggio al "padre" della storia.
    Sottoscrivo ogni tua parola. In particolar modo quando dici che in questo film, pur mettendo in evidenza tutti i mali di Napoli, traspare l'amore incondizionato degli autori per questa città, così complicata eppure così tremendamente affascinate...

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    1. Di Basile l'avevo scritto anche io ma così incidentalmente che manco se nota...

      "una storia dove un grande inventore, Basile (omaggio), ha progettato..."

      sì, traspare un amore per la propria città impressionante. Sono tutti dei piccoli Basile ;)

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  4. Davvero una sorpresa, davvero un gioiellino. A Venezia è stato giustamente sommerso dagli applausi, un'animazione così, italiana, chi se l'aspettava?
    Sono però curiosa di capire quanto e cosa è stato modificato dall'opera teatrale di De Simone da cui è tratta, certe scelte stilistiche fatico a immaginarle su palcoscenico..

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    1. Sono contentissimo di come è stato accolto, se lo merita come pochi

      pensa, nemmeno sapevo nulla dell'opera teatrale :(

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  5. Mmmmmmm....purtroppo il precedente rak mi spinge a non provarci. anche qui mi pare di capire che potrebbe tirare aria di fritto, spiegone e luogo comune ...però pare ci sia pure altro. Mah

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    1. No no, non c'entra nulla con l'arte della felicità.
      Tra l'altro è diretto da 4 registi e se non sbaglio scritto a 10 manim figurati

      anzi, a te che piacciono le cose "di appartenenza", "etniche", regionali, dovrebbe piacere parecchio

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  6. oooh allora non me lo lascio scappare xD

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    1. Sì, però stavolta se ce lo si ha vicino andiamo al cinema. Aiutiamo almeno i nostri ;)

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  7. Visto anch' io. Ottima sceneggiatura e regia, purtroppo ho sofferto parecchio l' animazione, in particolare delle espressioni, che tendeva a tenermi distaccato da un punto di vista emotivo. Anche se in quel modo guadagna in teatralità che per certi versi è una caratteristica partenopea.
    Scena finale poi bellissima, con la madre che cammina in mezzo alla gente che scappa, poi quella canzone si intona perfettamente.
    Il film fa un grande appello alla memoria, come possibile via d' uscita dal degrado e dalla criminalità. Non a caso c'è l'insistenza degli ologrammi del passato. E non a caso quel padiglione mai inaugurato non è solo della scienza, ma anche della memoria. Sbeffeggiato dai criminali tra l' altro, come si cerca di ridicolizzare ciò che potrebbe contrastarti. Una certa nota di pessimismo alla fine, quando si vede l' insegna della struttura a terra, distrutta.
    E secondo me, sempre su questo punto, c' è anche una critica alla canzone napoletana, come mezzo preferenziale per tramandare storie. Le parole possono essere travisate e mistificate: la canzone che elenca le storture di Napoli viene cantata da chi in quell' ambiente ci sguazza e ne trae vantaggio, e il pubblico non viene indotto a riflettere, ma anzi ne ride. Nel film le azioni concrete derivano dall' osservazione, non dalle parole.
    Belli anche i titoli di coda, per non farsi mancare nulla :D
    Ripeto, peccato per l' animazione, ma peccato unicamente per me che non era nelle mie corde.

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    1. PS: io però non ho avuto la sensazione di steam/cyber punk :D post-apocalittico sì. Gli ologrammi non mi hanno dato un valore tecnologico, ma più umano (ricordo) e cinematografico (forse alludendo all' importanza di film di decuncia come Gomorra e simili)

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    2. E anche te grande commento

      Vero, il punto debole è di sicuro il tratto. Ma molto interessante dire che così lo avvicina alla teatralità partenopea

      "Il film fa un grande appello alla memoria, come possibile via d' uscita dal degrado e dalla criminalità. Non a caso c'è l'insistenza degli ologrammi del passato. E non a caso quel padiglione mai inaugurato non è solo della scienza, ma anche della memoria. Sbeffeggiato dai criminali tra l' altro, come si cerca di ridicolizzare ciò che potrebbe contrastarti. Una certa nota di pessimismo alla fine, quando si vede l' insegna della struttura a terra, distrutta."

      che vuoi aggiunge? niente, te devo commissionà qualche rece

      e anche la parte sulle canzoni è molto interessante. Sì, verissimo, alla fine vengono cantate solo da chi odia Napoli, così da creare un effetto "simpatia" e captatio benevolentiae mentre stai solo raccontando delle tue malefatte. Una cosa un pò da cattivi dineyani se ci pensi

      E ancora più bello è il riferimento che fai alla fine, a quella componente umana che prevarica la tecnologica. E sì, è così, ma del resto la nave stessa è un persnaggio "umano", capace di riflettere, ricordare, aiutare.

      Ma la cornice cyberpunk per me rimane alla grande, pensa anche solo a quel dirigibile che passa sopra la città. E comunque lo stesso Basile lo dice all'inizio di quanto la sua opera sia avanti tecnologicamente

      ma vedere questi aspetti più dal lato umano sai che con me sfondi una porta aperta

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    3. Come al solito troppo gentile Giuse' :D
      A proposito di memoria, mi ero scordato di aggiungere un parallelo post-apocalittico con Angel's Egg, infatti anche qui ci sono dei pesci (ombra in questo caso), a cui dei pescatori danno la caccia, come in un' insensata ricerca di qualcosa ormai perduto per sempre. In una scena bellissima oltretutto (messaggio subliminale di invito alla visione ahah)

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    4. E' un titolo che mi dice qualcosa, uno dei millemila che mi avete dato...

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    5. Sì, infatti ce lo dovresti avere :D

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  8. Visto l’altro ieri, devo dire che mi ha colpito molto. Personaggi splendidi, fortemente e “acutamente”caratterizzati come gli spigoli dai quali sono visivamente composti: da Basile a O’Re, da Gatta alla splendida Angelica.

    Tutti rappresentano qualcosa di Napoli, nel bene e nel male, nobiltà e bassezze, passato e futuro, a parte Angelica, che, per come l’ho vista io, È Napoli stessa.

    Per tutto il percorso della visione sono stato invaso da questa sorta di apnea, questi pesci-ologrammi che si aggirano tra le persone, e quel costante pulviscolo, malinconico, che mi ha tanto ricordato la tragedia di Pompei, quasi a mostrare una realtà nella quale le persone si barcamenano tra le macerie, sempre le stesse.
    Tanta rabbia, rancore, ma anche passione, amore e speranza. Grazie Giuseppe per la dritta, visione assolutamente necessaria ;-)

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    1. Commento splendido Davide.
      E il riferimento a Pompei da brividi.
      Sono contento che anche te ritieni il più gran personaggio quello di Angelica. E non è scontato eh, è comunque una persona per certi versi spregevole. Ma sì, come ho scritto è il personaggio più tragico e completo, quindi il tuo riferimento a Napoli stessa è perfetto

      ancora complimenti

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  9. Ai titoli di coda c'è la sequenza della carrellata su tutti i personaggi del film, ad ognuno viene affiancato un nome, credo si tratti dell'attore che ha prestato le movenze a quel personaggio. Qualcuno ricorda, o conosce di suo, il nome dell'attrice che ha impersonato Mia?

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    1. eh, anche io c'avevo guardato ma niente...
      Non parlando non ha una doppiatrice. Ma sì, credo anche io che ci sia stata una sorta di motion capture con gli attori reali

      di sicuro so che la Mia bambina era una delle figlie del regista, da grande devo cercare

      in realtà ho avuto la fortuna di scambiare due parole col regista dopo aver pubblicato la recensione. Potrei chiederglielo ma sono uno che ha paura sempre di "rompere"

      metti le notifiche, se scopro qualcosa lo scrivo qua

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    2. Sì in realtà basterebbe riguardare la sequenza animata finale del film, la carrellata personaggio per personaggio, lì compare proprio il nome dell'attrice che ha impersonato Mia, così come tutti gli altri, solo che ho qualche scrupolo a tornare al cinema per rivedere solo quella :D
      Grazie intanto!

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    3. Sì, credo che per una cosa del genere possiamo anche permetterci lo streaming per una volta ;)

      ma non ho controllato se c'è, se non c'è è questione di tempo

      anche io durante la carrellata avevo fatto caso a tutti i nomi ma mi sono rimasti impressi solo Gassman (perchè l'unico che conoscevo) e la bimba (perchè ho visto che aveva il cognome di uno dei registi)

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    4. E dire che ovunque si trovano tutti gli attori che hanno prestato voce e volto, tranne appunto Mia. :)
      Lo streaming per ora non c'è mi pare.

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    5. sì sì, cercato parecchio anche io e credo pure l'anonimo

      ma ha ragione, sono quasi sicuro che nella carrellata finale c'era pure il suo nome

      su altri siti di informazione, essendo muta, non compare purtroppo nel doppiaggio

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    6. Io pure l'avevo memorizzato quando è comparso sullo schermo poi appena uscito dalla sala m'è scomparso dalla memoria :D
      E confermo che online ancora non si trova, ho cercato parecchio anche io e sì suppongo sia una questione di tempo solo che mi serviva prima, così ho speravo nella memoria di qualcun altro :)

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  10. Meraviglioso. Una curiosità: gli strumentali del film sono composti ed eseguiti dai Guappecarto', che vivevano a Gubbio venti anni fa, ragazzi del sud venuti in Umbria ad imparare la liuteria. E che si esibivano costantemente per strada a Perugia.
    Poi andarono in Francia, dove credo vivano tuttora

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  11. Finito di vedere ora.
    Ho i brivido.
    E sottoscrivo ogni singola parola.
    Credo che rivaluterò la pena capitale per chiunque non osi dire che questo film è un capolavoro - se scherza, ovviamente ;)

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  12. Finito ora. Commovente.

    Per la cronaca:
    Mia è Mariacarla Norral,
    Mia bambina è Viola Guarneri

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

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3 ciao