La Promessa 1/15
Credo che questa recensione sia totalmente inattendibile.
Perchè, per caso, ho visto le medie di "It comes at night", non arrivano a 6.
E io invece mi sono ritrovato davanti un dramma horror straordinario, umano, colto, girato da dio, fotografato anche meglio, un film in cui si vede un autore che ama profondamente la sua opera e i suoi personaggi.
E io amo lui.
E amo gli occhi di Travis, il ragazzo buono che per soggezione lascia la conversazione con la bella ragazza, il ragazzo buono che non riesce a superare la morte del nonno e del cane, il ragazzo buono che ride della felicità altrui.
Lo dico, sarò ancora meno obbiettivo del solito.
Ma lo sapete, me ne frego di quello che si dice in giro.
Io credo fermamente che Trey Edward Shults sia, con solo due film, uno dei miei 5 giovani registi preferiti.
Le ragioni sono tante, e magari cercherò di approfondirle.
Il fatto è che sto ragazzo di 30 anni ha tutto quello che io cerco in un autore.
Ha mano, ha occhio, ha stile, ha la penna che gli permette di scrivere grandiosi dialoghi, ha "cultura", ha una capacità di creare e gestire atmosfere unica.
Ma, soprattutto, ha tanto cuore, ha un'anima bellissima, ha un attaccamento verso i personaggi che scrive e il loro destino che fa spavento.
E se con Krisha -film personalissimo, praticamente la storia della sua famiglia- era magari anche facile trasmettere queste sensazioni (esplose poi in quella magnifica dedica finale) questo splendido It comes at night (che pare non arrivare alla sufficienza come media quasi ovunque) è la conferma assoluta di un autore che sento mio "fratello", uno che ogni inquadratura che fa, ogni personaggio che scrive, ogni dialogo che costruisce mi crea empatia.
Credo di avere un'affinità elettiva con Shults, quindi, semmai, interrompete la lettura qua e non convincetevi a buttare un'ora e mezza della vostra vita.
It comes at night comincia da dove Krisha finiva, ovvero da un fantastico primo piano.
La macchina da presa piano piano se ne discosta fino a mostrarci infine l'ambiente.
E' il primo piano di un vecchio molto malato, infettato da qualcosa.
Chi gli parla gli vuole molto bene.
"Non lo combattere, abbandonati"
I primi 20 minuti del film sono un trattato di regia, una perfezione di movimenti di macchina, fotografia, atmosfera, volti e luoghi.
Il suddetto prologo, il fuoco, il riflesso dello stesso nella maschera antigas, la lentissima carrellata avanti per arrivare alla porta rossa, il primo incubo/flash back di Travis, tutto magnifico.
Ma del resto a livello di atmosfera, densità e fotografia il film resterà sempre su livelli eccellenti, specie nelle scene notturne, che siano in casa o nel bosco.
(basta vedere la locandina, una delle più belle di questi anni).
Ma cos'è It comes at night?
Ecco, se venisse preso come un semplice post-apocalittico o un virus movie potrebbe deludere molto.
In realtà questo film è molto di più (o molto di meno, dipende cosa cercate).
Innanzitutto c'è una continuità tematica con Krisha davvero sorprendente. Specie nell'aspetto che, ormai l'abbiamo capito, interessa di più affrontare a Shults in questo suo inizio di carriera, ovvero quello della famiglia.
Entrambi i film sono accalorati, difficili, complessi, profondi, delicati e sofferti racconti di famiglie.
E se nel primo si raccontavano ipocrisie, scheletri nell'armadio e sconvolgimenti dovuti all'arrivo della "pecora nera" Krisha, anche qui c'è un "agente" esterno che sconvolge il nucleo famigliare, ma è un agente non umano, mortale e invisibile, un virus (di cui non sappiamo nulla).
E ancora una volta Shults sembra avere grandissima empatia con il figlio (che nel primo film era interpretato da sè stesso, anche se lo seppi solo dopo).
Si vede lontano un km come i suoi film siano visti da quella prospettiva, quella del figlio (anche se Krisha, e scusate il paradosso, raccontava la prospettiva del figlio dalla prospettiva della madre, il film è tutto "dentro lei", è vero, ma è innegabile come il fulcro di tutto fosse il ragazzo interpretato da Shults).
E, in questo senso, l'attore che interpreta Travis è veramente il vero e proprio gioiello del film.
Mi ricorderò gli occhi di Kelvin Harrison Jr per molto molto tempo. Occhi di un ragazzo 17enne che sta (non) vivendo un'esistenza senza futuro, solo un passare le giornate cercando di sopravvivere. E' incredibile come sto ragazzo sappia trasmettere cose. La sua risata quando sente l'altra coppia scherzare in camera è meravigliosa (scena vista 4 volte). I suoi occhi quando si ritrova di notte a parlare con la ragazza (in uno dei tanti grandissimi dialoghi scritti da Shults) sono un qualcosa di incredibile, timidi, impauriti, buoni, gli occhi di un ragazzo che si trova a disagio a parlare con una ragazza così bella.
Ma tutto il film è basato su di lui, sulla sua insonnia che lo porta (e ci porta) a vivere tante cose di notte, che lo porta a quegli incubi continui (a volte desideri, come quello sessuale, inappagabile, altre timori), incubi derivanti dalla paura di morire e dal dolore di aver già visto farlo, morire dico, a suo nonno e al suo splendido cane.
Questo ragazzo sta vivendo un dramma dietro l'altro, il suo nudo e purissimo carattere lo porta a sorridere ma, dentro, e scusate se so fissato, i suoi occhi dimostrano altro.
Shults porta agli estremi le sue riflessioni famigliari unendo due diversi nuclei che gli permettono non solo di creare il clima di sfiducia necessario a portare avanti il film, ma anche di potersi muovere, come in Krisha, tra tutte le generazioni, dai bambini agli anziani, dalla giovane coppia innamorata (che serve anche a Travis per "scoprire" nuove cose, come la leggerezza e il sesso) a quella ormai dedita soltanto alla protezione.
Ma It comes at night è molto altro.
E' la paura dell'ignoto, è la paura dell'altro, è un trionfo del non detto e del non mostrato, è un horror colto, misurato, giocato sugli sguardi, fotografato divinamente, scritto meglio.
Per quanto mi riguarda è come se fosse il terzo pezzo di una mia personale trilogia sul bosco, sull'ignoto, sul metaforico, insieme a The Witch e Sauna.
Tra l'altro c'è una scena molto simile a Sauna, quella del vomito di sangue.
Amerete questo film se amate l'introspezione psicologica, se amate la cura dei dettagli, se amate le opere profondamente sentite e personali.
Dimenticate risposte alle domande (ma che bellezza quella notte di bimbi e cani, quella notte che porterà alla divisione, che sarà mai successo?), dimenticate grandi svolte narrative, dimenticate lo spettacolo o il ritmo.
Soffermatevi invece su Travis, su quello che sta vivendo, immaginate questo film per quello che è, un film di morte, paura, abbandono e dolore.
Se riuscirete a focalizzarvi su questo, magari, lo amerete come me
8 (voto tremendamente personale)
Pensa che io l'ho trovato noiosissimo e presuntuoso, salvo solo la bella regia. Devo ancora parlarne sul blog ma ho la recensione pronta da mesi...
RispondiEliminaAhah, sì, mi ricordo, ne parlammo già
Eliminaguarda, noiosissimo lo posso capire ma presuntuoso è proprio l'opposto di come l'ho percepito io, opposto
ma su The Room siamo stramaledettamente d'accordo almeno ;)
Mi trovo ancora una volta in piena sintonia con te: l'ho visto qualche settimana fa e anche io l'avevo valutato da 8.
RispondiEliminaSicuramente classificabile come film horror (per via del contesto, dell'atmosfera e di alcune scene), It comes at night - come hai giustamente evidenziato - sviluppa fortemente la componente drammatica dei personaggi. In pratica è un film drammatico calato in una realtà orrorifica. Si tratta di un aspetto che ho molto apprezzato perché contribuisce a rendere vera la storia che ci viene raccontata.
Poi mi permetto solo di fare una considerazione. Quando dici "E se nel primo si raccontavano ipocrisie, scheletri nell'armadio e sconvolgimenti dovuti all'arrivo della "pecora nera" Krisha, anche qui c'è un "agente" esterno che sconvolge il nucleo famigliare, ma è un agente non umano, mortale e invisibile, un virus (di cui non sappiamo nulla)", non trovi che in effetti anche in questo caso (considera però che non ho visto Krisha) sono degli umani a sconvolgere l'equilibrio familiare? Mi riferisco sia alla nuova famiglia che "entra", che al nonno morto che "esce".
tra l'altro in recenesione mi son dimenticato di dire che ricorda moltissimo un altro film, irlandese mi pare, The Survivalist
Eliminasì sì, purtroppo sono sempre costretto a dare indicazioni di genere ma questi film sono ibridi che con una parola non di descrivono. In questi casi preferisco sempre fare esempi, come quello qua sopra. Anche The Road è un apocalittico umano che gli somiglia, anche se molto più pieno di eventi
sì sì, ottima annotazione Roman (oddio, il nome era Marco?)
è come dici, senza dubbio. Ma resta il fatto che l'agente che sconquassa è il virus, è colpa del virus poi se accadono quelle cose tra gli uomini, senza di lui quelle dinamiche non esisterebbero
diciamo che è l'unione delle due cose, o che una è "sotto-agente" dell'altra ;)
Esatto Marco ;)
EliminaThe Survivalist mai sentito, andrò a fare una ricerca...
E comunque, leggendo il commento in risposta all'utente Xibalba (che mi sta molto simpatico vista la gif di Laura Palmer), è vero, la locandina e il titolo sono tanta roba. Pensa che per alcuni giorni dopo la visione ripetevo (di tanto in tanto) il titolo ... "it - comes - at night".
è splendio, musicale, evocativo
Eliminasomma locandina-titolo fatico a trovare binomi migliori questi anni
se poi c'è anche il film bingo ;)
e c'è
ieri mi pare di aver letto che quel titolo potrebbe essere un riferimento a un passo biblico, questo
"sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. "
ma non ho fatto ulteriori ricerche
bella rece come sempre, l'aspettavo anche una tua opinione visto quello che si legge in giro di questo film, io ero uno di quelli che l'ha adorato e l'attendevo come non mai (ma vogliamo parlare poi del poster fighissimo a me angosciava già solo quello) la tematica poi "dell'assedio" che si sviluppa nella testa dei personaggi (e non solo a livello mentale ma anche da una minaccia "invisibile" esterna) e come è reso il tutto mi è piaciuto molto, il fatto poi che vengono usati degli elementi mistery senza spiegoni inutili mi hanno fatto immedesimare benissimo alle dinamiche psicologiche e situazionali che mettono in crisi le due famiglie protagoniste.
RispondiEliminaio ho liquidato tutta questa parte in due righe
Eliminaal solito, volevo dire mille cose ma poi son partito su una e finito là
sì, il poster è sublime (l'ho segnalato pure) e il titolo lo stesso. E bastano questi due elementi per descrivere quello di cui parli
vogliamo parlare della scena dove il cane abbaia e scappa?
A cosa?
E' questo "it" del titolo, un qualcosa sempre lì, pronto a minacciarti, ad arrivare da te. Reso ancora più superbamente dal bosco, luogo se ce n'è uno del mistero e delle metafore.
Ma è il personaggio di lui, del figlio, quello che racchiude tutti gli "assedi", la paura del virus, quella del sesso, quella dell'adolescenza, quella della pardita, quella del futuro
un personaggio meraviglioso
e un film che, secondo me, ad una seconda visione potrebbe dare molte più risposte
grazie
Mi è piaciuto!
RispondiEliminaIl non detto non mostrato mi intriga e affascina molto di più dello "spiattellio" al quale ci hanno abituato gli horror mainstream di cineasti alla moda (per fare un esempio catastrofico World war Z).
Sempre che in questo caso di Horror si possa parlare.
Di thriller sicuramente, e a mio avviso di un buon thriller.
A me non servono continue scene d'azione per godere di un film. La lentezza in questo caso la vedo come un enorme pregio votato a creare la tensione, concedetemi, un pò alla maniera Hitchkockiana.
Come per Radius il fatto di non dare spiegazioni sull'evento e sulle sue cause aggiunge invece di togliere.
Poi i gusti son gusti, ma per me è un 7,5 meritato.
Mandi Mandi
Direi che siamo perfettamente d'accordo, sia su voto che su motivazioni
EliminaSì, il non detto, l'asciugato, è per me mille volte meglio del manifesto e del metter cose
In questo senso il film per me è perfetto. E sì, ci sono più di un punto in comune con Radius
Ho finito oggi il recupero dei film di Shults, in seguito al sondaggio su Facebook:)
RispondiElimina3 film che sono uno più dell'altro. il tema è sempre quello della famiglia. ma nell'ultimo si supera di gran lunga secondo me. dopo i primi 5 minuti di Waves ho detto ad alta voce" no ma io una roba così la voglio vedere al cinema!!!!!"
è un regista davvero con i contro c. :D ho letto anche io che alcuni lo ritengono noioso, a me ha affascinato tantissimo invece.
Approfitto di questo spazio per ringraziarti per avermelo fatto conoscere insieme a tanti altri;)
bravissima!
Eliminacredo mi sono proprio convinto a vedere appena posso Waves e proporlo nel Guardaroba ;)
sì, soprattutto it comes at night ricevette critiche gigantesche
posso trovare waves senza problemi con gli schiavi ma se ce l'hai te in buona qualità manda pure
e non c'è bisogno che mi rispondi qua, semmai contattami su fb o telegram
a me è piaciuto tantissimo, non solo per lo stile molto asciutto e l'atmosfera dark, ma anche per come racconta il tema. Non si perde ad affrontare l'eziologia, le cause di quella oscura malattia, ma solo le conseguenze, siamo come già sempre in medias res. E dalle conseguenze paradossalmente sembrerebbe risalire a cause ancora più lontane, quasi archetipiche mi verrebbe da dire, ovvero la profonda ostilità e diffidenza tra gli uomini. Più ci rifletto, più arrivo alla conclusione che la grandezza di questo film dipenda proprio dalla sua semplicità, dalla sua asciuttezza, come se non ci fosse altro da raccontare aldilà di quella ostilità primigenia allo stato di natura.
RispondiEliminabellissimo commento Ro...
Eliminae quando vedrai Krisha (te lo mando) vedrai che sto regista riesce ancora di più in questa sua ricerca dell'essenziale, del cuore delle cose, della natura umana
e, in più, è un regista che sente il bisogno di parlare di "famiglia" come pochi altri ne ho incontrati