E dopo Giorgio Neri torna qua a scrivere anche il nostro giovane musicista Alex Cavani.
Ci tengo a dire che questa recensione qua sotto (identica anche per impaginazione) Alex l'ha già pubblicata altrove, segnatamente nel sito di Shiva Produzioni.
Nelle rubriche esterne di questo blog c'è una sola regola, scrivere qualcosa in "esclusiva", non già pubblicato altrove (ma va bene il contrario, portare poi l'eventuale recensione dove si vuole).
Per una volta, credo l'unica (a meno che qualcuno non mi abbia "fregato") ho disatteso questa regola perchè l'autore, Alex appunto, mi ha privatamente chiesto quanto gli sarebbe piaciuto mettere anche qua la sua recensione.
Di un film poi che l'ha sconvolto e che considera un capolavoro.
Buona lettura, specialmente a chi ama questo connubio tra cinema e musica, tra cinema e vita reale
Premessa: Questo è un film che fa male, malissimo. Non l’avrei mai pensato una volta iniziata la visione, spinto principalmente dalla convinzione di aver davanti agli occhi un bel film dall’anima punk, come non se ne vedeva da tempo. E invece c’è una frase, pronunciata da uno dei personaggi cardine sul finale della pellicola, che fa più o meno così: “con le lacrime agli occhi e il cuore in gola”; ecco, questo era il mio stato d’animo alla fine di questi 95 minuti di film. Volevo scrivere qualcosa subito dopo averlo visto, ma mi sono reso conto che non avevo davvero la necessaria lucidità per farlo, tanto grandi erano le emozioni che provavo; quindi cercherò di farlo ora, a distanza di un paio di giorni, sperando di riuscire a trasmettere un po’ di quello che questo film ha trasmesso a me. Inutile dire che saranno presenti spoiler medio-grandi, ma cercherò di non esagerare perchè desidero che questa storia vi affascini e vi catturi senza saperne troppo, come ha fatto con me. E no, non parliamo di un semplice “punk movie”, questo è molto, ma molto di più.
P.S. Penso che la lettura di questo articolo sia perfetta se accompagnata dalle canzoni che ho messo qui e lì, tutte legate al film. Vi invito a cercare i testi se volete leggerli.
“How’s it going New York? I chose to speak to you in a square because I think we’re kinda conditioned to listen to people when they’re in the shape of a square. And also, here in Hollywood this is where we give people what they want: Violence, I guess that’s what it seems to come down to. What I wanted to talk to everyone today about, I don’t really want to preach, I just want to more bring up some questions and since I always tend to be a scape-goat I thought we’d talk about Blame.
Right now everyone wants to blame music, they want to blame movies. But we’ve forgotten that we have a dead guy hanging from a tree in our living rooms, and that’s something that we’ve worshipped all our lives. If you think about the crucifix, it’s the greatest mass market piece of merchandise in the history of the world. I’ve always found that to be kind of interesting that we haven’t really sat down and talked about that on the news.
And I also wondered why nobody cares when an adult commits some senseless act of violence. They don’t want to have a reason why. It’s only when a kid does it.
But I think what’s really begun to confuse people now, and why we’re in this state of chaos and PC non-sensical uptightness. It’s white teenagers. That’s the real enigma: Why are they mad? They’re middle class, they’re white, they’re spoiled.
Is it because they know America’s a lie? Is it because we make them feel like they’re never good enough. You know? They’re never good enough for the scholarship, for the car, for the girl. Never good enough to be famous for fifteen minutes.
Are we suprised why they’re mad or why they end up dead. Why the violence? You know.. you made them America, what do you expect”?
“Based on a true story”: quando leggiamo questa frase prima dell’inizio di un film, sappiamo già bene o male dove si andrà a parare, quanto le suddette parole possano essere sfruttate per attrarre più spettatori incuriositi dalla presunta verità messa in scena, salvo poi rivelarsi promesse vane nella maggior parte dei casi.