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19.11.18

Recensione: "Tutti lo sanno"




Probabilmente un Fahradi minore.
Ma solo perchè tutti i suoi precedenti erano davvero magnifici.
Al solito l'ennesimo film di pura sceneggiatura, l'ennesimo drammatico che riesce a diventar thriller solo attraverso la scrittura di rapporti, dialoghi e segreti.
A mio modo di vedere film penalizzato dal suo essere internazionale, dall'aver dentro attori famosissimi che hanno distolto l'attenzione dello spettatore dal film.
E i film di Fahradi sono grandi perchè il film stesso deve essere sempre più importante della somma dei suoi elementi

spoiler segnalato a fine recensione


Avete presente quando uno è accecato dall'altro?
Che so, un padre dalla propria figlia, un allievo dal proprio maestro e così via.
Ecco, io sono accecato da Fahradi.
Metto le mani avanti perchè ho avuto voci su quanto questo suo ultimo film sia stato pesantemente criticato.
E probabilmente hanno ragione loro.
Il fatto è che, io, uno che scrive come lui non lo conosco e quindi, niente, sono accecato, non credibile.
Lo dico da subito, "Tutti lo sanno", il primo lavoro non iraniano del Nostro, è leggermente inferiore ai suoi lavori in patria. Anzi, rispetto a un paio di film siamo sicuramente una spanna sotto.
Però m'è venuta in mente una cosa strana, una possibile lettura a tutto questo.
E la lettura è abbastanza psicologica verso lo spettatore.
Secondo me se Tutti lo sanno fosse stato girato in patria, nei luoghi natii e con attori del luogo la critica l'avrebbe amato.


Il fatto è che quando nei film di Fahradi - film fatti quasi di niente che lui rende straordinari nelle piccole pieghe- ci sono attori importantissimi (come in questo caso) lo spettatore subisce una strana sensazione, ovvero vedere attori famosissimi (e già visti da lui in mille altre occasioni) ritrovatisi in un film in cui succede poco e nulla. 

Per capirsi per lo spettatore si innesca uno strano meccanismo in cui da una parte ci sono Bardem e la Cruz, dall'altro un film così basico (apparentemente).

I film di Fahradi sono grandi di per sè, solo loro a comandare, non gli attori.
Qui si crea una collisione tra i due elementi che poi fa soccombere il film.
In più devo ammettere che la prima parte del film mi è sembrata molto televisiva, in tutto eh, recitazione, luoghi, dinamiche, persino fotografia.
Quindi sì, film inferiore rispetto agli altri Fahradi ma secondo me ci troviamo ancora una volta davanti ad una grande sceneggiatura e ad un film rovinato dal suo esser internazionale.
(Tra l'altro nel cinema grande è quasi impossibile trovare opere del genere, accade solo nel cinema indipendente.)


"Tutti lo Sanno" è quasi una summa del cinema fahradiano (non nel senso di risultato finale ma di patchwork) visto che ha dentro di sè elementi di tutte le sue precedenti opere, dalla persona scomparsa di About Elly passando per gli scheletri nell'armadio de Il Passato fino ad arrivare al clima di sospetto de Il Cliente.
E' davvero sempre più sorprendente come Fahradi riesca a tessere dei thriller che di thriller hanno quasi nulla, come solo attraverso piccoli accadimenti, silenzi, dialoghi e segreti i suoi film diventino quasi sempre qualcosa da decifrare, film bagnati dal sole pieni di zone d'ombra.
E' come avere qualcuno che ti mostra un fatto inconfutabile ma te avverti la stranissima sensazione che ci sia qualcosa di molto nascosto dietro.
Siamo in Spagna e c'è un matrimonio alla Sud Italia, una festa di 2,3 giorni in cui ci si diverte, si balla, si passa tempo assieme.
Tutto procede benissimo fino a quando, per colpa di un tremendo temporale (forse...), va via la luce.
Poi, quando questa tornerà, ci si accorge che la piccola Irene, figlia di Laura (la Cruz), è scomparsa.
Ne nasce un film che ha il grandissimo merito di portar avanti mille possibili strade senza mai fartene perdere nemmeno una.
E' stata una fuga col fidanzatino?
Il rapimento di una banda di criminali che già in passato avevano rapito e ucciso una ragazzina in quel luogo?
Un gesto di qualche balordo?
Oppure è qualcosa organizzato dai membri della famiglia?
Insomma, per elementi un giallo-thriller vero e proprio che sarà però odiato dagli amanti dello stesso (e infatti il trailer, che ho visto per sbaglio al cinema un mese fa, è molto furbo in questo).
Fahradi, come sempre, tesse le sue ragnatele dialogiche, costruisce alla perfezione i rapporti famigliari, sfrutta come nessuno le dinamiche che si creano nelle 4 mura.
La regia è come sempre quasi invisibile e le grandi sequenze, anche qui al solito, sono pochissime.
Perchè i suoi film hanno forza nel totale, non nelle singole parti.

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Ho amato molto questo svolgere il film in un piccolo borgo, quel borgo dove "tutti sanno", anche molto di più di noi spettatori.
Adoro le opere che si aggirano nei microcosmi delle piccole comunità, quei film dove ogni viso, ogni personaggio, può risultare importante perchè è come se, in qualche modo, siano tutti alla pari.
E così sarà, visto che non ci sarà un solo personaggio in tutto il film, dai principali ai secondari, che lo spettatore può escludere per risolvere il mistero.
Come detto sopra malgrado l'azzeccata scelta della location e del contesto "Tutti lo sanno" non ha lo stesso fascino esotico dei film iraniani di Fahradi.
Ma questo è uno scotto inevitabile da pagare.
Fahradi inizia a mettere nella sua perfetta sceneggiatura dei piccoli elementi (le terre vendute 20 anni prima, la vecchia storia d'amore tra Paco e Laura, l'incontro tra Irene e il ragazzino, la storia della vecchia banda) che creeranno una riuscita ragnatela per lo spettatore.
Non so se avete fatto caso come nei film del regista iraniano sia quasi impossibile trovare qualche "errore", quanto tutto sia inattaccabile, apparentemente semplice ma complessissimo negli incastri.
Ad ogni modo "Tutti lo sanno" va avanti, diventando un qualcosa di sempre più "largo" (dalla famiglia al paese), mantenendo intatte gran parte delle sue possibilità di soluzione.
Certo, non c'è da gridare al miracolo ed è indubbio che uno spettatore non avvezzo a Fahradi si ritroverebbe un drammatico che tenta di ergersi a thriller senza riuscirci.

SPOILER----------
Nel finale ci sono quelle che considero i due più grandi passaggi di scrittura.
Tutta la famiglia sta vedendo il video del matrimonio, solo una persona si aggira per la casa cercando di non guardarlo, vedete chi.
E quelle scarpe sporche di fango che poi faranno il paio (battuta involontaria) con quell'altre scarpe, sempre sporche dello stesso fango.
Ed ecco così che si crea quella che per me è la scena più emozionante del film, quella in cui la nonna scende le scale mentre tutti in camera piangono e ringraziano Dio di come sia andata.
Quella donna che scende le scale è il tipico personaggio fahradiano, ovvero qualcuno che sa qualcosa e che si porta dentro un dolore e un segreto fortissimo.
Insomma, un gran bel film, inferiore ai precedenti ma ennesima conferma di un autore (scrittore in primis) impressionante

7.5

15 commenti:

  1. parole giuste, le tue, per questo film misterioso

    https://markx7.blogspot.com/2018/11/tutti-lo-sanno-asghar-farhadi.html

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    1. imparo sempre qualcosa dai tuoi minicommenti (mi riferisco alla Deledda)

      sono contento della concordanza, ne sto leggendo di ogni ;)

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  2. naturalmente la citazione di Grazia Deledda era uno scherzo (per quanto verosimile)

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    1. o.k, figura de merda ;)

      però quel borghetto spagnolo poteva richiamà tanto, traslato, qualche suo borgo sardo

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  3. una domanda a te che sei sempre attento ai particolari e che mi è sembrato un grossolano errore tecnico. Se non mi inganno, Bardem va a pagare il riscatto con una utilitaria e poi quando trasferisce la ragazza nella macchina del padre, la sposta da una jeep nella stessa utilitaria e lui va via con la jeep. Non so se sono stato chiaro, arriva con un'auto e va via con un'altra trasferendo praticamente la ragazza nella stessa macchina.

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    1. oddio sarebbe incredibile Maurizio sta cosa :)

      non c'ho fatto caso e ora vorrei tanto rivedella quella scena, ahah

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  4. Una cosa non ho capito nel finale...la moglie di Paco che fine fa? Al suo ritorno non la trova perché lei stufa l'ha lasciato o perché complice del rapimento?

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    1. no no, quella coppia col rapimento non c'entra nulla,il rapimento è tutta opera della ragazza, del suo fidanzato e di un amico, non c'è nessuna "rete"

      ora non ricordo bene ma lo lascia proprio perchè capisce che quasi tutta la vita di Paco è altrove, che probabilmente ama qualcun altro e che tutte le sue energie mentali non sono rivolte a lei

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  5. Risposte
    1. amico, il film l'ho visto due anni fa, una domanda così diretta non ho memoria per risponderti

      se non ho scritto in recensione quello che chiedi non posso far altro :)

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  6. Io non riuscirò mai a ringraziarti abbastanza per certe perle che ho visto leggendoti.. non conoscevo questo regista ed in 3 giorni ho visto quasi tutti i suoi film, livello di cinema altissimo. Per altro in questo film ho rivisto la protagonista di quell'altra meraviglia che è Magical Girl. Grazie infinite o/

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    1. hai beccato il post su Facebook? bene!

      che regista incredibile eh?

      sì sì, lei è fantastica, l'ho rivista pure in Contrattempo e Il Regno

      grazie a te

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  7. Esatto :-D da quel post su fb è partito tutto.. sì guarda, mi ricorda tanto Haneke non tanto per la struttura dei film ma per la capacità di lasciare lo spettatore totalmente in balìa del non detto... ogni film potrebbe diventare un horror un giallo o non so che diavolo, fino all'ultimo istante non c'è un'identità di genere e per riuscire a mantenere l'attenzione occorre un'arte sapiente altrimenti rischi di annoiare... ecco qua la noia è l'ultima cosa che può venire in mente, Arte pura.

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    1. mi ritrovo molto in quello che dici

      tra l'altro nei post che fece su facebook più persone contestarono sta mia cosa riguardo i "segreti" dei personaggi di Farhadi e questo suo quindi oscillare sempre nel giallo o nel thriller emotivo

      dicono che in realtà i suoi film son lineari e senza intercapedini dove andare a cercare

      boh, a me sembra l'opposto ;)
      comunque contentissimo ti sia piaciuto così

      oh, e poi n'altra volta, come la rigiri la rigiri parli di un autore dove gli interni son tutto, con te alla fine ce ricascamo sempre

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    2. uff, post che "feci", non fece

      non correggo mai gli errori a meno che non cambia del tutto significato ;)

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due cose

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3 ciao