Ottavo appuntamento (e sesto o settimo con Lynch) con Edoardo e le sue analisi sui significati nascosti nei film più complessi.
E' il momento di Velluto Blu
David Lynch aveva già realizzato tre lungometraggi
prima di questo capolavoro: Eraserhead, The Elephant Man e Dune, i primi due
straordinari, il terzo m gran film, ma un po’ meno riuscito, complici anche i
tagli imposti dalla distribuzione.
Il termine capolavoro non è usato a caso, questo è
un film impeccabile sotto tutti i punti di vista (regia, sceneggiatura,
fotografia, costumi, recitazione, colonna sonora), un oscuro thriller perverso
oltre il quale si nasconde un vero e proprio weird. Quindi non occorre vi dica
che, se non l’avete ancora visto, fermatevi qui nella lettura, perché gli
spoiler saranno davvero tanti.
La pellicola inizia con un’allegra canzoncina (Blue
Velvet) alla quale si susseguono delle immagini rassicuranti della città di
Lumberton: una staccionata con delle rose, un pompiere che saluta, dei bambini
che attraversano la strada, un uomo che annaffia il giardino.
Già da qui possiamo intuire l’impronta grottesca
che il regista vuole trasmettere, quella di un’immaginaria cittadina “perbene e
felice” in un immaginario mondo ideale. E già da qui percepiamo anche che c’è
qualcosa di strano: David Lynch fa
trasparire una certa inquietudine da questi primi fotogrammi, alla sua maniera
e nello stile tipico che caratterizza la sua filmografia, come se fosse
tangibile che quanto mostrato non sia reale, come se appartenesse a un mondo
incantato, un mondo immaginario e fittizio che mira a nascondere il male.
Ed è all’improvviso che il male arriva: l’uomo che
annaffia il giardino ha un malore, e si accascia al suolo, mentre la telecamera
inquadra una serie di scarafaggi (o formiche) sottoterra, intenti a banchettare
con qualcosa. E’ una tematica ripresa diverse volte in letteratura e nel
cinema, e molto cara a Lynch: il confronto tra un macrocosmo e un microcosmo,
il superamento dei limitati problemi e sentimenti umani per offrire una visione
più ampia del mondo.
Dopo che quest’uomo viene ricoverato in ospedale,
suo figlio Jeffrey (Kyle MacLachlan) torna nella città natale per assisterlo.
Il giorno seguente al suo arrivo, avendo appurato
che il genitore non può neanche muoversi dalla sua stanza, il ragazzo va a fare
una passeggiata. Giunto su un terreno abbandonato, trova un orecchio umano per
terra. Rimane incredulo per qualche secondo, poi lo raccoglie e lo porta a casa
del detective locale John Williams. Qui
fa conoscenza di sua figlia Sandy (Laura Dern).
E’ la ragazza che gli parla delle indagini del
padre, soffermandosi su una certa Dorothy Vallens (Isabella Rossellini), una
donna che lavora come cantante in un nightclub locale. Così Jeffrey, mosso
dalla curiosità, va a farle visita a casa, fingendosi uno della disinfestazione.
Mentre è intento a fingere di fare il suo lavoro, le ruba la chiave
dell’appartamento, poi nota uno strano personaggio che suona alla porta e
inizia a parlare con la donna. E’ vestito con una sgargiante giacca gialla.
Qui per la prima volta lo spettatore può ammirare
lo sviluppo di un tipico esempio di personaggio che caratterizza la filmografia
weird di David Lynch, filmografia costernata da personaggi pittoreschi, dai
comportamenti e dalle sembianze bizzarri.
La sera dopo, Jeffrey e Sandy si recano al
nightclub dove Dorothy si esibisce, e la ammirano cantare una canzone: Blue
Velvet. A un certo punto, nel bel mezzo dello spettacolo, lasciano il locale,
per recarsi di nuovo nel suo appartamento. Arrivati sul posto sarà soltanto
Jeffrey a entrare. La nostra cantante però termina lo spettacolo prima del
previsto, e sorprende il ragazzo in casa propria, costringendolo a fare dei
giochi perversi sotto la minaccia di un coltello. Nel bel mezzo di un rapporto
orale, all’improvviso, Dorothy sente suonare il campanello. A questo punto la
donna cambia totalmente atteggiamento, e presa dal panico fa nascondere Jeffrey
nell’armadio. Quando va ad aprire, entra in scena un altro strano personaggio:
Frank (Dennis Hopper), un criminale locale che prima la insulta, poi la
violenta e la picchia selvaggiamente. Dal comportamento di Frank deduciamo che
l’uomo ha tendenze psicopatiche, ed è stato probabilmente seviziato da sua
madre quando era piccolo (il suo continuo nominare la madre durante l’amplesso
lo testimonia). Quando Frank se ne va, Jeffrey esce dall’armadio e, dopo aver
cercato invano di consolare la donna, lascia anche lui l’appartamento.
Il giorno dopo il ragazzo parla a Sandy
dell’episodio, riflettendo sulla natura umana e sui criminali come Frank. La
ragazza gli racconta di un suo strano e bellissimo sogno, dove c’erano
tantissimi pettirossi, che rappresentavano una speranza per il genere umano.
L’indomani Jeffrey si reca di nuovo al nightclub,
dove Dorothy sta cantando la stessa canzone, e qui vede Frank tra il pubblico.
Intuisce che c’è qualcosa tra i due: probabilmente l’uomo la ricatta, e più
tardi si scoprirà essere effettivamente così (ha rapito il marito e il figlio
piccolo). Nei giorni successivi inizia a spiare Frank, e parallelamente anche l’Uomo
in Giallo che vede spesso con un uomo coi baffi, l’Uomo Elegante, probabile
socio d’affari. Ormai è chiaro che i tre sono complici. Nel frattempo inizia
una relazione sessuale e sadomaso con Dorothy, la quale mostra anche lei dei
turbamenti psichici.
Una sera,
nel bel mezzo di un rapporto sessuale, vengono sorpresi da Frank e dai
suoi scagnozzi. Così vengono caricati tutti e due a forza in macchina, e
portati a casa di Ben, un uomo effeminato dalla faccia truccata di bianco.
Qui, tra minacce, bizzarre battute volte a
terrorizzarli e strane esibizioni canore, a un certo punto lasciano la casa.
Sono di nuovo tutti in macchina, con Frank che corre all’impazzata. A un tratto
l’uomo accosta su un terreno abbandonato, fa scendere Jeffrey, lo pesta
violentemente e lo lascia lì, privo di sensi.
Quando il ragazzo si riprende, ancora tramortito,
torna a casa, per poi recarsi alla
stazione di polizia. Qui vede l’Uomo in Giallo, e capisce che è un collega del
padre di Sandy: il detective Tom Gordon.
Così informa il detective Williams, ma quest’ultimo
sembra già essere al corrente di tutto, e gli intima di stare fuori dalle
indagini della polizia.
Quella stessa sera Jeffrey e Sandy vanno a una
festa e si dichiarano il loro reciproco amore, dichiarazione che porterà a un
inseguimento con l’auto da parte del fidanzato di lei e dei suoi amici. Lo
scontro viene evitato solo dall’apparizione di Dorothy davanti casa di Sandy,
completamente nuda e piena di ferite.
Vedendo la donna ridotta in quello stato, Jeffrey,
temendo il peggio, si reca di corsa nel suo appartamento, seguito dalla polizia
e dal detective Williams. Arrivato sul posto, trova a terra il cadavere del
marito della donna, e l’Uomo in Giallo in stato di incoscienza, con una ferita
alla testa. Non può fare più nulla, non gli resta che andarsene; ma mentre è
intendo a lasciare l’abitazione, vede l’Uomo Elegante (che si rivelerà essere
Frank travestito) salire di corsa le scale. Preso dal panico, usa la radio
dell’Uomo in Giallo e grida alla polizia di sbrigarsi ad arrivare; poi si
nasconde nell’armadio. Nonostante la situazione sfavorevole, con un abile
trucco, alla fine riesce a uccidere Frank, sparandogli in testa (scena epica).
Il giorno dopo, l’incubo sembra finito, e ci
ritroviamo in quell’amato Eden visto all’inizio del film: suo padre sta
miracolosamente bene, lui e Sandy stanno felicemente insieme, un pettirosso
appare alla finestra, e Dorothy può finalmente riabbracciare il suo amato
figlio.
Ma c’è sempre l’altra faccia della medaglia: il
pettirosso sta mangiando uno scarafaggio, che si dimena.
Quell’amato Eden non esiste. La realtà è relativa,
per ottenere la propria felicità (o sopravvivenza) è necessario che qualcun
altro sia infelice. Non possono esistere vincitori senza vinti.
Questa critica, la fortissima critica all’apparente
società ideale e al mondo incantato, fa parte della prima lettura. Una lettura
immediata che ai più non sarà sfuggita.
Ma c’è anche una seconda chiave di lettura, una
chiave di lettura che farebbe quadrare tutto.
Tanto per cominciare, Ben, l’uomo dalla faccia
bianca. Non vi ricorda forse qualcuno?
Ci siamo già conosciuti... a casa tua |
Oppure, dopo casa di Ben, nello stacco di scena
quando all’improvviso tutti (magicamente) spariscono, e li ritroviamo in
macchina, con Frank che guida all’impazzata. La scena della strada non vi
ricorda nulla?
Sul serio devo dirvi di che film si tratta? |
E la scena di Dorothy che canta al club, non vi
dice nulla? Palco, canzone malinconica…
Oppure quelle tende rosse, non vi dicono niente?
Chi ha ucciso Laura Palmer? |
Silencio |
No hay banda |
Jeffrey poi non assomiglia a qualcuno? E Sandy?
Ottimo questo caffè |
Tranquilla, stai solo morendo |
E poi quella canzone. Ma non la canzone che credete, non sto parlando di Blue Velvet. La vera canzone a cui prestare attenzione è un’altra, quella che Ben canta a casa sua, quando Frank e i suoi scagnozzi sequestrano Jeffrey e Sandy: In Dreams.
E per finire, il sogno di cui parla Sandy, quello
dei pettirossi.
E se fosse tutto parte dello stesso sogno, un sogno iniziato con Velluto Blu?
Il mio Lynch preferito, insieme a The Elephant Man.
RispondiEliminaVedo tanti film, belli, meno belli, ma stasera mi ha davvero coinvolto fino alla fine A dark place di Simon Fellows con un Andrew Scott perfetto nella parte. Da vedere, davvero.
Elsa
Non l'ho visto, me lo segno, grazie.
EliminaCiao, lettura interessante, mi hai fatto venire voglia di rivedermi tutta la filmografia di Lynch, un film a sera, per 10 sere, l'11mo giorno il manicomio ;-) anche perchè Inland Empire è veramente da uscirne pazzi
RispondiEliminaNel blog li trovi tutti i suoi film weird (compreso INLAND EMPIRE).....manca solo Twin Peaks, che scrissi l'anno scorso....lo posterò dopo il prossimo articolo.
EliminaIntanto grazie.
Piaciuto meno di Inland Empire e molto meno di Mulholland Drive 🤷 sarò l'eccezione
RispondiEliminaQuesta rubrica era curata da un amico ma rispondo lo stesso io
Eliminala penso come te, ahah