Un giorno Megan, la prima delle due, sparisce.
Aveva conosciuto online una persona, Amy lo sa e prova così a cercare di capire cosa le sia successo.
Poi arriveranno gli ultimi 20 minuti.
E faranno male, troppo male.
PRESENTI SPOILER NELLA SECONDA PARTE
Non sono più abituato.
Non son più abituato a film così.
Anni fa avevo una rubrica qua sul blog, si chiamava Horror Underground (la trovate sotto al titolo del blog).
Siccome all'epoca c'erano pochi spazi che parlassero di film non distribuiti pensai di creare sto spazio dove recensire horror "estremi", poco conosciuti e mai distribuiti.
Poi la interruppi, anche se tantissime volte mi hanno chiesto di riaprirla.
E' che mi sono sempre più allontanato dall'horror disturbante e poi mi ero anche impigrito, anche quando vedevo film che potevano rientrare nella rubrica non avevo voglia di...metterli in rubrica.
Per capirsi di "horror underground" ce ne sono stati altri dopo la chiusura dello spazio, ma non li ho archiviati in quello spazio.
Tutto sto pallosissimo prologo per dire che Megan is missing era un titolo PERFETTO per la rubrica. Piccolo, poco conosciuto, non distribuito e molto molto scioccante.
Il fatto che mi sia allontanato da questi film è perchè si cresce, si ha sempre meno voglia di provare certe visioni, poi a volte capita anche di diventar padri e niente, si cerca altro.
Comuque c'è poco da fare, non sapevo niente del film e quindi l'ho visto.
Megan e Amy sono due amiche quattordicenni (ecco, anche il fatto che il film racconti cose che accadono a questa età, avendo una figlia di 13 anni, è stato terribile).
La prima è disinibita, già esperta sessualmente, vogliosa di sballarsi ogni volta che può.
Credo che questo film, IMPOSSIBILE da consigliare alla visione alle adolescenti, sia invece un film importante da vedere per chi, quelle adolescenti, deve proteggerle ed amarle.
Niente che non si sappia già eh, si sa come a 13-14 anni ci si possa imbattere già nel sesso sbagliato e avvilente, nelle droghe, nel bere e nel distruggersi.
Più volte in questo blog ho parlato di limiti etici da superare o no. Più che di limiti etici oggettivi ho sempre parlato di quelli personali, ovvero quei famosi punti di rottura che ognuno di noi può avere su certi argomenti.
Ancora non l'ho detto, ma Megan is missing è un mockumentary. In realtà più che finto documentario dovremmo parlare di found footage, visto che tutto il film è montato sui filmati che sono stati ritrovati nei vari cellulari o telecamere delle ragazze (e anche di altri).
Uno spettatore superficiale può trovare Megan irritante ma è invece, tra le due, la ragazze più vittima e fragile, quella che ha più bisogno d'amore.
Poi Megan conosce un ragazzo in chat, si "innamora" di lui (anche se questo con la scusa della telecamera rotta non si fa mai vedere) e accetta di vederlo.
Scomparirà.
Ma scomparirà anche lei.
Per circa un'ora Megan is missing sarà "solo" un discreto mockumentary, interessante più per i pericoli di cui parla (attenzione, siamo nel 2011, non è che a quell'epoca eravamo bombardati su questi argomenti) che per il suo effettivo valore.
Anzi, chi non sopporta la tecnica cinematografica e narrativa usata faticherà ad andare avanti.
Poi quando Megan conosce "Josh" capiamo che stiamo entrando nel punto di svolta.
E avremo finalmente cose diverse e che funzionano come i reportage televisivi (da vomito, specie quando fanno la ricostruzione del rapimento con gli effetti sonori) e il filmato reale del rapimento, abbastanza sobrio, non tanto inquietante, ma comunque una spia dei possibili sviluppi.
Siamo portati ad amare Amy incondizionatamente, ragazza veramente dolcissima e bersaglio di umiliazione da parte di tutti.
Quello che poi vedremo nei 20 minuti finali sarà devastante anche e soprattutto per l'empatia che avevamo raggiunto co st'angelo di ragazza.
Ma nell'ultima mezz'ora un film che sembrava "per tutti" diventa per pochissimi.
Poi quelle due maledette foto di Megan che ci vengono sbattute in faccia all'improvviso, senza alcun senso, praticamente uno spoiler di tutto quello che vedremo dopo.
E poi niente, gli ultimi 22 minuti.
Si fatica, tanto, si fatica perchè sto stronzo de regista oltre ad essere, appunto, uno stronzo, riesce ad azzeccare tutto.
La location (una specie di cantina/catacomba), le inquadrature (sia quelle in movimento che a telecamera appoggiata), le azioni (farla mangiare come un cane o quello stupro che ti ammazza), l'empatia (lei e il suo rapporto con l'orsacchiotto, lei e tutti quei "ti amo" nel finale per salvarsi), i tempi (i 10 minuti SOLO sullo scavo della fossa portano lo spettatore ad un livello di disagio incredibile), le immagini shock (quei due secondi che vediamo dentro al bidone vanno nella top ten delle immagini horror di questi nostri anni).
Ventidue minuti "perfettamente terribili" che non si dimenticheranno mai.
Come dicevo l'altro ieri per Dancer in the dark poi diventa dura dirsi "è solo un film".
No, ste cose accadono, e solo il fatto che non possiamo saperle e, soprattutto, vederle, ci fa portare avanti le nostre vite in maniera falsamente tranquilla.
Non riesco nemmeno a dire quello che si prova in quegli ultimi 10 minuti, con la voce di Amy dentro in barile.
Brividi