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10.8.22

Recensione: "Intrusion" e "Dos" - Su Netflix e Rocco's House

 

Due thriller visti su Netflix in questi giorni.
Entrambi mediamente interessanti, entrambi mediamente riusciti.
Il primo, Intrusion, racconta di una coppia che vive in una casa magnifica.
Iniziano a subire furti e intrusioni.
Tutto questo perchè, forse, quella casa nasconde un segreto...
Il film regge, c'è Logan Marshall-Green e già per questo vale la pena.
Sicuramente consigliabile anche se con evidenti difetti.

Il secondo, Dos, ha un soggetto assurdo.
Due persone si risvegliano attaccate tra loro, letteralmente cucite insieme.
Non si conoscono, non sanno perchè sono lì e non sanno chi c'è dietro.
Thriller da camera che per una buona ora regge e interessa.
Poi nel finale, quando prova a diventare "importante" e profondo, crolla quasi del tutto.

PRESENTI SPOILER

Che bello ritrovare il grande Logan Marshall-Green del meraviglioso The Invitation...
A dir la verità ci eravamo già incrociati una seconda volta nell'ottimo Upgrade (davvero consigliato).
Sbarbato, con occhialini da nerd, sempre mezzo clone di Tom Hardy, sempre tanta roba da vedere.
Ma ancora più piacevole è stato ritrovare la bellissima Freida Pinto, l'attrice indiana che 14 anni fa entrò nella case (e nel cuore di tutti) con The Millionaire.
Per quanto mi riguarda, da lì in poi, mai più vista.

Intrusion è un thriller più che discreto, uno di quelli che se un amico appassionato vi chiede cosa vedere su Netflix potete segnalarglielo senza problemi.
Come punto di forza ha il riuscire a trasformarsi (all'inizio sembra un film che parla d'altro) e il cercare di costruire una sceneggiatura non banale, come punto debole ha invece semmai quello, una volta trasformatosi, di svelare troppo presto le sue carte.
Un architetto vive in una casa pazzesca (da fuori sembrano addirittura tre grandi case unite tra loro, mi chiedo che senso abbia che ci vivano due persone...) con la sua bellissima moglie.
Cominciano a subire dei furti in casa.
Un giorno beccano gli intrusi, in piena notte.
Ci sarà del sangue e si inizierà a capire che dietro quell'agguato c'è una storia molto torbida.
Punti di forza del film sono l'ambientazione a Corrales, con queste mega ville in mezzo al deserto (anche l'ospedale, dalle finestra, sembra avere il deserto intorno), l'idea stessa della mega-casa moderna e pulita che può nascondere luoghi dove avvengono cose terribili, il personaggio di lui che per una buona metà film - anche se poi la storia andrà altrove - ci sembra ricalcare quello di Mortensen in A history of violence (che passato ha quell'uomo? è davvero così mite? come ha fatto ad uccidere tre persone in uno scontro a fuoco?), l'atmosfera tesa ma fintamente serena tra lui e lei e la voglia (almeno per metà pellicola) di capire dove si andrà a parare.
Ho trovato davvero ben rappresentato un fatto che appare minore e "invisibile" ma che poi, andando al contenuto del film, manifesta invece delle scelte ben precise.
Mi riferisco a come loro due dormano di schiena, distanti come siano parimenti distanti anche ai pasti. Sembrano scene "normali", di vita quotidiana e magari solo casuali nel film mentre invece, alla luce di tutto, offrono gran parte degli elementi per poterlo leggere.
E leggendolo questa è la storia di una coppia che non si ama, non si tocca (non vedremo mai una scena di sesso e nemmeno di attrazione reciproca) e che fa insieme solo piccole cose di "facciata".
Lei, in realtà, non si rende conto di questo mentre lui, ovviamente, fa tutto scientemente.
Purtroppo un classico, uno dei due - magari ancora innamorato - non si rende conto del distacco dell'altro.


E' anche vero che viene messa in mezzo la storia del tumore, storia che serve sia a giustificare la "testa altrove" e la miopia di lei, sia quel concetto di finta protezione di lui.
Ecco, lui nasconde l'orrore di quello che è e di quello che fa esasperando questa recita della protezione alla moglie.
Non a caso nel finale, come ultime parole, lui dice "E ora chi ti proteggerà?", frase ad effetto ma secondo me completamente sbagliata e assolutamente dissonante con quello che, in realtà, è veramente lui, ovvero un uomo-mostro che ha bisogno di nascondere sotto abbaglianti falsità (che siano la bellissima casa o i suoi comportamenti) il suo lato oscuro. Ecco, nessuno crede che stesse veramente proteggendola.
Tornando al tumore - come scritto sopra inserito in maniera strumentale - devo dire che il film, a livello di contenuto, traballa parecchio e sembra non scritto benissimo.
Funziona più nel suo svolgimento evidente e manifesto, da puro thriller.
Non si capisce nemmeno bene cosa faccia lui con quella ragazzina (ripensando alle scene a letto di schiena con la moglie il motivo potrebbe essere prettamente sessuale ma prove certe non ne ho viste).
Curioso come in questo aspetto (la ragazza legata in cantina) Intrusion ricordi uno stupendo film italiano di quest'anno di cui non dirò il titolo per paura di giganteschi spoiler (mentre se uno ha letto fino a qua di Intrusion gli spoiler, riguardo Intrusion stesso, se li è cercati...).
Nel finale alcuni movimenti/scelte fanno storcere un pò il naso  il finale finale, quello "post-tutto" era del tutto evitabile) ma, insomma, è un thriller piacevole che si guarda volentieri.

6.5/7




Ecco, chi mi conosce sa che amo i soggetti assurdi, quelli dei quali se uno ti racconta anche solo una riga del film te fai subito "Lo voglio vedere!".
Dos fa parte di questa categoria.
Un uomo e una donna si svegliano (in una camera che non conoscono) e scoprono una cosa terribile, ovvero di essere letteralmente attaccati l'uno all'altro, proprio cuciti insieme per l'addome.
Le cose da fare sono o liberarsi (impossibile) o capire perchè è successa questa cosa.
Ovvio che dietro ci sia un'altra persona.
Ma chi?

Peccato, un buonissimo thriller da camera che nell'ultimo quarto d'ora si autosabota e quasi distrugge tutto quello di buono che aveva dentro.
Siamo a metà tra un Saw (due persone che si ritrovano prigioniere in un luogo non conosciuto, vittime di un "gioco" altrui) e Il Gioco di Gerald (essere chiusi in una stanza e dover usare l'intelligenza e il recupero dei propri ricordi per salvarsi).
Il film regge, i dialoghi sono discreti, i movimenti della "coppia" plausibili, così come i loro comportamenti (la diffidenza iniziale, i tentativi che provano a fare per uscire, le supposizioni sul perchè si trovino là etc...).
Non è che ci sia particolare tensione (almeno emotiva, è presente invece una certa tensione "fisica" per come sono conciati) però il film è interessante e la voglia di capire chi c'è dietro e perchè abbia fatto quello che ha fatto è grande.

A volte ci sono delle inquadrature secondo me "sbagliate" (ovvero dove il loro dover essere cuciti di pancia sembra essersi andato a benedire) ma è tutto abbastanza perdonabile.
Avrei evitato (almeno come lunghezza) la scena della pipì, sia smorza-tensione che, francamente, poco credibile (sto vivendo un orrore inumano, sono legato ad un'altra persona e c'è sicuramente un mostro che ha fatto questo, che mi frega di far pipì?).
Stesso discorso sulla scena della lasagna, con q
uei due che sono lì praticamente da un tempo reale (meno di un'ora) è ingiustificabile il bisogno atavico di mangiare o dare di corpo vista la situazione.
Però la visione procede in maniera molto piacevole, la parte (piccola) da body horror funziona (specie il tentativo col vetro) e quell'atmosfera da escape room è sempre stimolante (quei quadri, quella foto, tutti i piccoli indizi che dovrebbero aiutarli a capire).


Fa abbastanza specie il loro approccio e successivo atto sessuale, anche se me l'aspettavo ed ero sicuro sarebbe combaciato con la svolta del film.
Svolta che, però, porta ad un disastro dietro l'altro.
Prima quel "Mario" camuffato, un personaggio che sembra una macchietta.
Poi il suo non morire mai (3 volte).
La sua assoluta assenza di carisma.
Il discorso esistenziale sul Numero 2 che viene voglia di spegnere la tv.
E poi, ahimè, lo svelamento di tutto.
L'aver ritrovato quei suoi due figli perduti.
E, siccome erano siamesi, siamesi devono tornà.
Con la motivazione "in due siete più forti e vivrete qua".
E lei che invece di cercare soluzioni in casa  -casa dove tra l'altro avrebbe avuto - credo - cibo per sopravvivere mesi (altrimenti non ha senso il progetto del padre di vivere lì tutti insieme) -  lei dicevo che invece che cercare salvezza in casa (medicazioni, caldo, cibo, eventuali altri telefoni o telefonini per chiedere aiuto) va a morire di ipotermia nella neve, senza alcun senso e senza alcuna possibilità di salvezza.
Tutto questo per creare l'immagine finale dello yin e dello yang.
No, Dos fino a che fa il suo lavoro da thriller misterioso e "fisico" è davvero godibile, quando invece svela le carte e prova ad essere profondo (la storia dei figli persi e della madre morta) ed esistenziale (i pipponi sul numero 2) crolla miseramente.
Resta una pellicola da vedere per gli appassionati.
E le immagini finali di veri siamesi sono sempre quel weird che ci piace

6/6.5


9 commenti:

  1. Ho visto Dos (indovina con chi 🤪) e, ti dirò, da queste parti lo abbiamo proprio massacrato. 'Na zozzeria incredibile, anche se il soggetto è ingrifante.

    E poi a quei due avrei dato almeno dieci anni in più...

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    1. Io uguale! quando quello dice che ha 38 anni ho detto "7 meno di me???"

      ahaha

      no, per me è intrigante e regge benissimo

      poi a 10 minuti dalla fine DISASTRO

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  2. Per me entrambi i film si fermano alla sufficienza. Intrusion ha qualcosa in più, o forse sarebbe meglio dire che Dos ha qualcosa in meno; insomma, entrambi mi hanno lasciato una sensazione di incompiuto. Il primo l'ho visto per la presenza di Logan Marshall-Green, il secondo perché colpito dal soggetto così particolare. Due visioni che si aggiungeranno al novero dei film anonimi, che comunque vanno bene, sono adatti per quelle serate in cui hai voglia/bisogno di cinema, ma senti di non avere la giusta dose di concentrazione, disposizione mentale, ecc. In ogni caso, ho la sensazione che entrambi avrebbero potuto essere migliori, per ragioni diverse. Intrusion ho sperato fino all'ultimo ci fosse un colpo di scena clamoroso (tipo la moglie di lui che diventa la nuova carnefice di lei), Dos speravo davvero non si risolvesse in quel modo, in maniera così poco bella. Ma anche i film "da sufficienza", senza pretese, hanno il loro perché. E chest'è. Un abbraccio :)

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    1. li abbiamo visti per gli stessi due motivi, ahah

      sì sì, mi ritrovo in tutto, sia nel giudizio (alla fine per me forse sono solo un pelo oltre la sufficienza, ma va bene così) sia nella predisposizione mentale in cui vanno visti sia nel come riescono a sodisfare quella predisposizione sia, soprattutto Dos, in come potevano essere migliori

      Intrusion a metà film ha una svolta ma poi,come ho scritto, diventa di una prevedibilità disarmante

      Dos lasciamo perde il finale ;)

      un abbraccio!

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  3. Visto ieri, mi aveva incuriosito la tua recensione (che novità!). Sì, in effetti il rimando ad America latina è evidente; nel parallelo fra i due c’è tutta la differenza tra il cinema americano (non tutto, per carità) e quello europeo: uno intrattiene sfrecciando in superficie, l’altro indugia circospetto in profondità cercando appunto il lato oscuro. I due finali sono proprio l’epilogo dei due diversi approcci (il primo è adrenalina, il secondo riflessione). Ad essere sincero entrambi non mi hanno convinto, i 2 autori sono reduci da prove migliori (The invitation e Favolacce sono una spanna più in alto rispetto agli omologhi citati, soprattutto il primo è proprio di una categoria superiore rispetto a questo). Intrusion nel complesso fa il suo compito, ma ci trovo cadute di scrittura quà e là nella trama, su tutto: la videocamera scassata, la ragazza che si ferma davanti a una vetrata perché la porta è chiusa (rompi il vetro no?) e tanti altri dettagli (anche banali) che danno una percezione di raffazzonato, superata solo dal thrilling che bene o male funziona. E poi il finale: il solito regolamento di conti a “mazzate” che dovrebbe scaricare la tensione accumulata e invece è fotocopia di genere che disinnesca il thriller invece di risolverlo. In questo l’epilogo di America gli dà scuola, ma sì sono due film diversi tra loro… ma soprattutto da quello a cui avrebbero potuto aspirare.

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    1. Il nome l'hai fatto te, ahah

      Assolutamente, è (quasi) sempre così, inutile negare che come "forma mentis" (traslo il concetto alle filmografie di paesi diversi) il cinema americano e quello europeo sono molto diversi (preferisco in questo aspetto di gran lunga il "nostro")

      beh, mentre puoi (anzi, devi) fare il paragono tra Favolacce e America Latina (a me è piaciuto tantissimo ma lo considero comunque sotto al primo) alla fine quello tra The Invitation e Intrusion non ha senso, li accomuna solo che c'è Marshall-Green!

      ahah, sì, comunque due spanne e mezzo sopra il primo

      sai che quella cosa del "perchè non rompe il vetro???" l'abbiamo detta anche noi

      sì, di problemini qua e là ci sono tanti e anche il finale - fai benissimo a dirlo - ha proprio quel problema (mi sono dimenticato di dirlo)

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    2. ... sì hai ragione, su The invitation ho preso una svista clamorosa... ahah :D

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  4. ...naturalmente il commento è riferito a Intrusion... Dos non l'ho visto ancora.

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    1. Beh, non solo se capiva benissimo ma lo nominavi anche! ahah :)

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due cose

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3 ciao