Pagine

25.8.23

Recensione: "Oppenheimer" - Al Cinema 2023

 

La mia sull'ultimo, portentoso, film di Nolan

Riflettendo sui fatti
Sui modi e sui tempi
C'è da finire matti a pensare che un attimo solo bastò
Adesso lo so
E non è che rimpianga
Nemmeno una volta
E non è la coscienza che brucia, è l'assenza che il buio portò
E che un giorno riavrò
Non c'era nemmeno un segnale
O il tempo di avere terrore
Soltanto l'odore bruciato di plastica
E un cielo che ha sbagliato colore
E la luce che cambia, che cresce che esplode
E la rabbia che sale e col sangue corrode
E intanto intuire o persino sapere
Che niente e nessuno
Potrà mai spiegarmi perché
Ma tornando al presente,
C'è un rumore costante
Una nota stridente che ancora la mente scordare non può
È il regalo che ho avuto,
Da quel giorno per me il mondo è muto
E non chiedo un aiuto, anzi evito meglio di dire di no
A chi cerca in quello che so
Non c'era nemmeno un segnale
O il tempo di avere terrore
Soltanto l'odore bruciato di plastica
E un cielo che ha sbagliato colore
E macine immense che gettavano terra
E il vento, il fuoco, le feste, la guerra
E intanto intuire, o perfino sapere
Che niente e nessuno potrà mai spiegarmi perché


Era il 1996 quando Daniele Silvestri fece uscire questo straordinario pezzo.
Un pezzo che in poche parole racchiudeva tutto il racchiudibile riguardo la bomba atomica.
Quello che ci ha lasciato, le domande alle quali non risponderemo mai, le sensazioni che hanno dovuto vivere le persone che se la videro buttare addosso - con quel cielo che cambiò colore in un istante, senza nemmeno lasciare il tempo di avere terrore - e la coscienza sporca "collettiva" che questo evento - forse uno dei più grandi eventi della storia dell'Uomo - ha inevitabilmente lasciato.
E ora arriva Nolan, questo immenso regista che gira quasi soltanto film straordinari che hanno però la rara capacità di non restarmi nel cuore negli anni successivi, dicevo, e ora arriva Nolan e ci racconta la genesi di quell'arma di distruzione, e lo fa attraverso le ossessioni, le idee e la coscienza dell'uomo che, più di tutti, contribuì alla creazione della bomba atomica, Oppenheimer.

Questo film aveva tutte le caratteristiche per non piacermi.
Innanzitutto è un biopic, genere che non amo (anche se biopic di quelli "corti", che raccontano pochi anni di un'esistenza), ha come tema predominante la scienza (materia che, volendo, può anche affascinarmi ma che, come tutte le cose che non capisco, mi scivola poi addosso), è lunghissimo (3 ore) e parlatissimo (io che solitamente - ma con eccezioni - amo i film fatti di silenzi).
E infatti la prima ora tutti questi difetti (anzi, non difetti, semplicemente cose che non amo io) si sono fatti sentire, eccome.
Il film mi stava sembrando una di quelle cose a La Teoria del Tutto o The Imitation Game, biopic scientifici con una sceneggiatura lineare e quasi "televisiva", film che raccontano esistenze di scienziati attraverso le loro ossessioni, i loro sogni, i loro rapporti interpersonali, annoiandomi non poco.
Ricordo ad un certo punto di aver notato che erano passati solo 35 minuti, e il pensare di dovermene stare altre due ore e mezza a vedere qualcosa di così lontano da me mi sembrava terribile.
Poi, una scintilla.


Il primo dialogo tra Oppenheimer e Groves (Damon).
Arguto, cinico, "importante".
Da lì, con la nascita del progetto Manhattan, con la costruzione di Los Alamos e tutto quello che verrà poi "Oppenheimer" (il film) mi ha piano piano conquistato riuscendo in un qualcosa che forse ha a che fare con le caratteristiche di quelli che poi vengono chiamati capolavori, ovvero che più durano più vorresti non finissero mai.

E così io che dopo mezz'ora volevo uscire sono poi uscito dopo 3 ore volendo restare.

Oppenheimer diventa così un gigantesco film sulla coscienza, sulla morale, sulla "post coscienza" (ovvero quella che può arrivare solo dopo), sul pragmatismo.
Un'opera in cui c'è un continuo scontro tra teoria e pratica, tra quello che in teoria può essere, quello che in teoria dovrà essere e quello poi che in pratica sarà.
E la Bomba Atomica, in questo, rappresenta il non plus ultra, anni di studi, l'unione delle menti più brillanti al mondo, milioni di soldi spesi, miliardi di calcoli per poi arrivare a quella detonazione, detonazione che può funzionare nella maniera in cui si credeva, che può non funzionare o che addirittura può funzionare ancora "meglio" del previsto, tanto da distruggerci tutti (altro grande dialogo in tal senso tra Murphy e Damon).
Chiunque vede il film - se non ipocrita - non può non considerare i dubbi etici e morali che aveva Oppenheimer (e con lui tutta l'America) come dubbi leciti, non banali, "mostruosamente" e inumanamente sensati persino (ogni tanto quando incontro film così ripenso al finale di Snowpiercer, a quel terribile creatore tiranno e assassino che, però, fece davvero in modo che l'umanità esistesse ancora).
E viene un brivido nel dirlo ma il dilemma di fondo del film, ovvero quello che forse solo attraverso il lancio della bomba atomica si poteva costruire un mondo senza bombe atomiche, è un dilemma schifosamente "giusto", un dilemma che portò ad una scelta che nessuno di noi potrà contestare sine dubio, visto che nessuno di noi saprà mai se quello che è successo è stato, davvero, il minore dei mali.
In questo senso è perfetta e magistrale la metafora dei due scorpioni in un vasetto.
Entrambi possono uccidere l'altro sapendo che, facendolo, possono morire essi stessi.
E' in questo clima di incertezza che si muove il film e il nostro personaggio, alla continua ricerca di una scelta "giusta" ma, al contempo, pieno di quell' "ebrezza" che ogni scienziato porta con sè nel vedere sviluppate e realizzate le proprie teorie.
Probabilmente non c'era nessuno scenario possibile per cui una volta iniziato il progetto Manhattan e costruita Los Alamos quella bomba avrebbe potuto non essere sganciata.
E nella straordinaria scena (anzi, un collage di più scene una più belle dell'altra in quel settore di film) del test nucleare nel deserto abbiamo la conferma di come ormai i dubbi etici e morali fossero già stati scavalcati, ormai lo sgancio della bomba era una vittoria scientifica, politica, umana, impossibile da non mettere in pratica.
Andando al film quello che colpisce è la "sobrietà" di Nolan, questo aver girato un film sì in più tratti maestoso, ma in qualche modo "sotto le righe", misurato, un film di uomini, parole tra uomini, ambizioni ed invidie.
Per far questo si serve di un cast impressionante capace, e questo è raro, di eccellere in ogni suo esponente.


Damon (che mi piace più adesso che da giovane) , ovviamente Murphy, una sfuggente, splendida e tragica Pugh, una Blunt al tempo stesso fragile moglie e fortissima donna, un Downey Jr quasi mefistofelico, un Affleck viscido e infido, un Safdie che passa dall'essere il fratello scemo di Pattinson nello splendido Good Time (da lui diretto) ad un genio della scienza come Teller, un Hartnett in uno dei personaggi più trattenuti ma, per certi versi, più umani.
Tra tutti questi personaggi si instaurano amicizie, stime e disistime, gelosie, amori, invidie, a creare un - nel film quasi sempre invisibile  - mosaico di rapporti che, però - come accade spesso nelle nostre esistenze -  modifica o condiziona moltissime delle nostre scelte.
Film quasi tutto al maschile (del resto l'epoca in cui è girato e il mondo che racconta erano completamente maschili) che, come accade spesso in questi film "of men", regala figure di donne magnifiche, spesso "coscienza" o parte razionale degli uomini.
Tecnicamente - non potevano esserci dubbi - ci troviamo davanti ad un'opera di altissimo livello che, secondo me, eccelle soprattutto sul sonoro.
Non a caso le scene più belle sono caratterizzate dalle emozioni date dall'udito, dai silenzi, dalle attese, dagli scoppi, dai ticchettii.
La scena capolavoro del resto - una delle più belle di questi anni - è senz'altro quella del "discorso" post Hiroshima, scena in cui l'orrore di quello che è appena successo travolge Oppenheimer nello stesso istante in cui, quell'errore, lo stava appena glorificando.
Una scena da definirsi tranquillamente "horror" per sensazioni e costruzione, in cui Oppenheimer vive, de visu, quello che probabilmente pensa sia successo ai giapponesi (è una scena se volete paradossale, in cui lui immagina cose che, almeno in quel momento, poteva solo marginalmente immaginare, non certo sapere).
E' come se qui fosse intervenuto Nolan, ovvero un agente esterno, qualcuno che - come tutti noi - sa quello che successe a Hiroshima (la luce accecante, le persone letteralmente "evaporate" e altre carbonizzate) e porta tutto in maniera "perfetta" (alla luce della Storia) nella testa di Oppenheimer.
Come dicevo scena magistrale specie grazie al sonoro e, soprattutto, al non sonoro.
Come del resto su questo "gioco" di silenzio e fragoroso scoppio ruota l'altra scena indimenticabile, quella del test a Los Alamos, 5-10 minuti da pelle d'oca per lo spettatore (la pioggia battente, quello scienziato e quel pulsante da premere, la potenza della deflagrazione, il fungo, il silenzio, e poi i vari punti di vista dei personaggi, difficile far meglio).

Verrebbe da dire che, per una volta, Nolan non ha giocato col Tempo.
Eppure, anche se in maniera per niente invasiva, nè geniale, nè cervellotica, lo ha fatto, e anche qui usando un paradosso.
Ovvero che le due linee narrative più recenti (il "processo" nello stanzino ad Oppenheimer e l'udienza di conferma di Strauss) sono in bianco e nero mentre le vicende più datate a colori.
E, un pò come accadde  - mi pare - in Memento, c'è poi il momento in cui il passato "remoto" a colori incontra il passato più recente in bianco e nero, e le vicende si fondano tra loro, passando definitivamente al colore.
Ecco, una volta attuata questa costruzione mi sarei aspettato che il colore "raggiungesse" anche l'Udienza di Strauss, ma questo non avviene, molto strano.
Inutile dire che, volendo, le tematiche affrontate dal film siano infinite, non ultima - anzi - quella del Potere, sia inteso come Potere politico (pensiamo a Strauss ed altri scienziati arrivisti presenti nel film) sia il Potere in senso più assoluto, ovvero quello acquisito da Oppenheimer con la costruzione della bomba, il potere di dare la Morte e quello di aver regalato agli uomini un'arma mai conosciuta prima (non a caso viene citato più volte Prometeo).
Bello, bellissimo tutto, davvero.
Ed è buffo come un film di guerra non mostri una sola immagine di guerra, non solo "reale" (artificio che più volte viene usato) ma nemmeno nella finzione cinematografica.
L'unica volta che la guerra - o almeno i suoi effetti - fa capolino nel film è quando vengono mostrate le immagini dei giapponesi morti.
Ma noi "vediamo" tutto questo solo negli occhi di chi guarda quelle immagini,  senza vederle noi stessi.

A mente fredda, però, pur vivendo gli ultimi minuti con tale emozione che quando finisce il film davvero ti dispiace, è innegabile che si poteva sforbiciare veramente tantissimo, senza perdere niente.
Questo dispiace perchè ho la sensazione (almeno mia) di aver visto un mezzo capolavoro che, però, stranamente, farò davvero fatica a rivedere.


Il finale, narrativamente, è perfetto perchè recupera una scena "minima" che probabilmente lo spettatore si era dimenticato, l'incontro con Einstein al laghetto.
Conoscendo un pò le dinamiche di scrittura di film ero convinto che quella "rivelazione", sapere finalmente cosa si erano detti Oppenheimer ed Einstein, ci avrebbe portato ad un dialogo "intelligentemente stupido", quello tra due geni che scherzano su qualche loro cavolata.
Ma no, Nolan ha poca ironia ed è da sempre un autore "pesante", serioso, uno che vuole parlare di tutte le cose esistenti nell'Universo (quando non proprio dell'Universo stesso) in maniera il più profonda e autorevole possibile, non prendendosi mai in giro.
Devo ammettere però, pur probabilmente preferendo un finale come l'avevo immaginato io, è indubbio che restano due minuti potenti, potentissimi.
Prima quel "Sarà per loro" a ricordare che, alla fine, se Oppenheimer sarebbe stato glorificato e rivalutato poteva succedere solo "quelli in alto" avessero voluto glorificare sè stessi.
E poi quell'ultima frase che, in qualche modo, se non sconfessa tutto il pensiero di Oppenheimer su quello che hanno fatto (perchè se è vero che si rifiutò di collaborare alla Bomba H, non credo abbia invecemai completamente ripudiato l'atomica che costruì e la scelta di sganciarla), dicevo, se non lo sconfessa sembra comunque la definitiva presa di coscienza in un film in cui la coscienza non fa mai completamente presa.
"Lo abbiamo fatto"
Abbiamo (hanno) distrutto il mondo.
E allora vai a ripensare a tutto quello che il film ti ha mostrato, se quel machiavellico "il fine giustifica i mezzi" in parte fosse sensato, se davvero non usare quell'arma avrebbe solo portato a dei tempi e a delle conseguenze ancora più catastrofiche.
Io non lo so, io non lo so se veramente il nostro mondo, in qualche modo, ha cominciato a distruggersi lì, quando quel cielo ha "sbagliato" colore prima di distruggere migliaia di vite umane.
Ma questo è il mondo che abbiamo, e questo è anche e soprattutto il mondo post Atomica che è stato creato.
Che abbiamo creato.
Tanto vale, in ogni caso, viverlo nel modo migliore possibile



34 commenti:

  1. Ciao Giuseppe, il biano e nero è la visione di Strauss (infatti è in bianco e nero anche la prima sequenza dove lo presenta ad EInstein.

    Per il resto grande recensione, per me il film è un capolvoro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao!

      No, non mi convince amico, ti dico perchè

      1 il bianco e nero è usato anche nel mini processo su stanzino ad Oppenheimer e sembra strano che abbia due usi diversi, uno tecnico e uno psicologico

      2 La scena che dici te è giusto che sia in bianco e nero perchè comunque quell'incontro con Einstein è successivo al 1945 e a tutte le vicende che vediamo nel film. Tutte le scene in bianco e nero sono successive, sia quelle della sezione di Strauss (compreso l'incontro al laghetto) sia quelle del processo in stanza di Oppenheimer

      insomma, l'uso è abbastanza esplicito

      però, ecco, mentre il colore raggiunge uno dei due "futuri" non raggiunge l'altro

      niente di che eh, ma con questa costruzione io l'avrei fatto

      poi magari mi sbaglio!

      grazie Andrea

      se sia il suo capolavoro non lo so, ma se qualcuno lo dice non mi sorprende :)

      Elimina
    2. secondo me si, le scene in B/N nel processino della stanza è nella ricostruzione di Strauss quando ammette di aver ordito il complotto Infatti sono sia a colori che in B/N le scene di quando lui viene umiliato da Oppenheimer per la faccenda degli isotopi, la versione a colori viene da Oppy l'altra da STrauss

      Elimina
    3. Però sul processino Strauss non viene mai nominato. E diventa colorato quando si uniscono le due scene temporali

      no, riguardo quella non capisco proprio il tuo discorso, l'altra (l'udienza a Strauss) al limite posso anche capirla ma poi quando arriva Malek si ribalta completamente e, ecco, non mi sembra una "visione" di Strauss, anzi, è super oggettiva

      rimaniamo delle nostre idee, ahah :)

      Elimina
  2. Ho visto il film di Nolan due sere fa, non mi è piaciuto. Dal momento in cui sono uscito dalla sala la maggior parte di commenti che ho letto sono stati decisamente positivi per non dire entusiasti; sperando di trovare una recensione negativa ed in linea con il mio pensiero ho iniziato a controllare in modo quasi ossessivo "Il buio in sala" confidando nel fatto che qui avrei trovato tutto quello che io di brutto pensavo di questo film, così quando pochi minuti fa ho finalmente visto che avevi pubblicato la recensione sono corso a leggerla ma con mio profondo stupore trovo anche qui la definizione di capolavoro. Come premesso anche da te anche a me non piaccioni i biopic, i film lunghi, i film artificiosi inutilmente e quindi questo aveva tutti gli elementi per non piacermi e così è stato. Le cose che ho trovato terribili, in ordine sparso: personaggi banali e stereotipati nella più becera maniera hollywoodiana (Einstein rappresentato come il genio sociopatico che solo leggendo un foglietto di carta riesce a capire tutto), dialoghi surreali e carichi di patos (non credo che Bohr e Oppeinheimer utilizzassero tutti quegli aforismi e aggettivi emozionanti), personaggi femminili piatti senza un minimo di profondità, musiche eccessive a rendere sensazionale qualsiasi scena; insomma per me è un film tecnicamente ben realizzato, con ottimi attori, con ottimi tecnicismi registici ma rimane un film che pur raccontando una storia reale lo fa in modo profondamente irreale puntando tutto sul sensazionalismo e l'epicità.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Però dimmi chi sei, metti un nome :)

      grazie della fiducia, è "bello" pensare che speravi di trovare qua idee simili alla tua, ma ancora più bello vedere che poi, come è giusto che sia, a volte inaspettatamente troviamo cose molto diverse da quello che pensiamo

      sui difetti

      1 concordo al 41% (einstein)

      2 concordo al 23% (dialoghi)

      3 concordo al 2% (la penso all'opposto, sui due personaggi femminili dico)

      4 concordo al 15% (le musiche, ho adorato il comparto sonoro anche se, forse, un paio troppo magniloquenti le ho trovate anche io)

      per il resto il tuo mi sembra un commento super sincero, spiegato bene e non contestabile ;)

      l'importante è darli così i giudizi :)

      Elimina
    2. Hai ragione scusa ma non riuscivo a loggarmi con google, David :). Comunque tornando sul film il problema è che a me piacciono appunto i film asciutti e crudi, con due personaggi in croce ma scavati fino all'osso da un punto di vista psicologico e zero musiche (per intenderci ho amato gli spiriti dell'isola), questo è esattamente l'opposto e quindi inevitabilmente non lo apprezzo. Riconosco che se incontra il gusto personale può essere un capolavoro.

      Elimina
    3. La cosa buffa è che ce piace lo stesso tipo di film, ahah

      Però, ecco, mentre un film come Gli Spiriti dell'Isola lo adoro perchè lo sento mio questi qua me sovrastano e, anche se per motivi opposti, almeno in sala adoro anche questi

      ma poi non mi restano

      quasi mai almeno

      Elimina
  3. Buongiorno Caden. Semplici impressioni da un appassionato di cinema, non un cinefilo. Io, quest'ultima opera di Nolan l'ho gradita, le tre ore mi sono volate e credo che tra un quindici giorni lo guarderò di nuovo, come ho sempre fatto con le sue precedenti, Tenet a parte che ho mollato a metà e dovrò recuperarlo. Dal lato tecnico è il solito Nolan e vai a trovare un difetto: beato chi è in grado di farlo. Io non me lo permetto. Mi permetto invece di nutrire qualche dubbio sugli scrupoli che i governanti americani, la parte politica, abbia avuto riguardo all'uso della bomba e di come nel film viene trattato. Quello si che ho trovato come la solita americanata. Florence Pugh bravissima ed Emily Blunt altrettanto. Nella tua recensione hai usato il termine Mefistofelico per come R. D. Jr. ha caratterizzato il suo personaggio e credimi ho avuto la stessa impressione, anche perchè è con Oppenheimer che poi si rispecchia e pone il dubbio su di esso. Verità, non verità, quale e di chi. Di chi ha vinto, sempre che poi qualcuno abbia vinto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Niente, solo adesso, dopo ANNI, ho scoperto dove vanno a finire i commenti che scomparivano per colpa di Blogger.
      Anche questo tuo Paolo, come altri 160, era finito chissàdove, l'ho riesumato adesso, sperando che torni a vedere.

      I dubbi che hai sono leciti, anzi, direi obbligatori

      E' che forse non si è capito bene quello che volevo dire in recensione, ma ci sta

      Meravigliose le due attrici e sì, quel personaggio di Downey è decisivo nella sceneggiatura, quasi un villain o comunque un contraltare del protagonista (che, alla fine, è forse lui il villain)

      Elimina
    2. Io amo leggere, oltre le tue recensioni, anche i commenti come gia scritto in altre occasioni e mi sono accorto della tua risposta a un mio precedente, che poi non ricordavo di aver inserito e dunque(donca) ti ringrazio: sei il migliore. Terminati i complimenti avrei da ridire sulla tua risposta al commento seguente visto però che questo non è un social, che io tra l'altro non frequento, mi astengo. E senza polemica, credimi non sono il tipo, ti invito, se lo hai fatto in precedenza un ripasso potrebbe tornare utile, a ricercare l' origine storico, sociale culturale che hanno portato a quella tragedia che si chiama NAZISMO. E di un certo modo di filosofare e poi di pensare e di omologarsi.

      Elimina
    3. Non potevi ricordarti perchè il tuo commento era scomparso e ho riscoperto solo oggi come farlo riapparire :)

      Non so dove sbaglio nel dire certe cose ma io credo fermamente che i nazisti (o qualsiasi gruppo, associazione o altra cosa che hanno commesso crimini indicibili) non erano costituiti da mostri, da migliaia di mostri, da milioni di mostri, ma da gente come noi trovatasi in una ipnosi collettiva che li ha fatti omologare, come dici

      io non mi reputo migliore di nessuno e per quanto solo scrivere nazismo mi faccia vomitare non ho nè posso avere la certezza che se fossi stato un tedesco negli anni 30 non sarei stato anche io del partito

      anzi, molto probabilmente ne avrei fatto parte

      è una questione di umiltà e di ritenermi simile agli altri esseri umani

      certo non sarei mai potuto essere Hitler o un gerarca, ma uno delle decine di milioni di tedeschi che, in quel periodo, credettero a quella cosa forse sì

      ripeto, dal mio divano è difficile giudicare ma se dicessi che io non sarei MAI stato nazista se tedesco negli anni 30 significa considerarmi migliore dell'80% della popolazione in un dato contesto

      e,insomma, non mi sento di essere un eletto ;)

      Elimina
  4. Ottima recensione, vorrei concentrarmi più però sull'aspetto diciamo filosofico (sono lo stesso che aveva commentato Barbie ) da te accennato. È stato "giusto o sbagliato" ? La risposta è nessuna delle due. Col tempo sono arrivato a comprendere che non esiste nessun realistico "giusto o sbagliato" circostanziale, almeno non in senso assoluto, granitico, valido per tutti indistintamente o riferibile a qualsiasi voglia eventuale contesto sociale.
    Ciò che esiste per tutti realmente è invece "opportunità e probabilità". Queste opportunità
    e probabilità poi emotivamente vengono lette e percepite singolarmente o comunemente giudicate in base al contesto in cui si presentano come "giuste o sbagliate". Questo della bomba atomica può essere un esempio calzante, ma potrebbe esserlo anche il nazismo, il comunismo, la guerra, lo stupro, il cannibalismo ecc. Prendiamo lo stupro, argomento sempre attuale purtroppo. Da tutti è giudicato un comportamento assolutamente abbietto, me compreso naturalmente, ma ora mettiamo per assurdo un caso limite, ultime quattro persone rimaste in vita sul pianeta, tre uomini e una giovane donna, un uomo dei tre è il marito, gli altri due perfetti estranei. La coppia non può avere figli lui è sterile. Ora se lei non si sacrificasse volontariamente la specie umana si estinguerebbe. Pertanto se negasse almeno un rapporto consenziente o meno con i due sconosciuti l'umanità cesserebbe di esistere. Ora questo chiaramente non giustifica l'eventuale violenza e abuso fisico e soprattutto psicologico sul singolo essere umano, ma il fatto porterebbe comunque in questo determinato contesto aspetti esistenzialmente negativi al singolo, ma per un fattore comunitario invece essenziali alla sopravvivenza di specie. Questo è un esempio al limite dell'assurdo ovviamente, ma è solo per evidenziare il fatto che nulla può sfuggire ad un duplice punto di vista. Non esiste pertanto una espressione di puro bene o male in natura, esistono invece tali solo come nostre percezioni emotive singole e/o comunitarie coscienti ad esprimere i fatti sotto questi determinati e apparentemente imprescindibili giudizi. Nessuno di noi mangerebbe un essere umano giusto? E se fossimo in due su un isola deserta ed uno morisse? Già una percezione prima granitica viene in qualche modo contestualizzata diversamente. Per qualche tribù aborigena invece non ci sarebbe nessun tabù in questo, dato che non è percepito più come tale da un eventuale loro sistema socioculturale. Noi forse giudichiamo questo un abominio, ma poi noi storicamente siamo gli stessi illuminati che in nome di una diversità abbiamo in passato sterminato intere popolazioni o commesso per una nostra imposizione "civile" genocidi di ogni sorta. Era giusto sterminare milioni di ebrei? Ovviamente no, ma nel contesto dell'epoca per molti tedeschi la cosa acquisiva un valore di supremazia popolarmente accettata e/o condivisa. Per loro evidentemente era effettivamente necessario al loro contesto socioculturale vigente al momento, dato che non è stato certo un solo pazzo a commettere tutto ciò. La bomba atomica per tornare sul pezzo non sfugge allo stesso principio, per molti, me compreso, è stata essenzialmente una dimostrazione di forza eccessiva, e forse, soprattutto la seconda molto probabilmente nemmeno necessaria, oppure potevano essere testate entrambe su obbiettivi militari piuttosto che civili, ma questo non avrebbe ottenuto però sicuramente lo stesso effetto
    Per altri invece i due sganci come tu stesso riportavi hanno invece risparmiato molti più sacrifici umani in termini di vittime di guerra, ma questo non lo sapremo mai con certezza. Pertanto il "giusto o sbagliato" sono solo concezioni emotive dettate di volta in volta dal contesto del singolo o della percezione comune di più singolarità così espresse, ma non sono mai però verità assolute e indiscutibili ed tutti. Non sono pertanto oggettività, ma soggettività. Ciò che risulta oggettivo e comune ad ogni specie vivente invece, è solo un espressione in termini di opportunità e probabilità.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eccomi a rispondere dopo quasi due mesi a questi commenti ;)

      leggo e rispondo pezzo per pezzo

      ecco, grande, hai descritto benissimo anche quello che è il mio pensiero. Troppo facile giudicare ciò che è giusto e sbagliato, bisogna sempre contestualizzare, capire il momento storico, la situazione, la psicologia.
      Ci sono cose che a noi sembrano inumane o impossibili da accettare ma non capiamo che molto probabilmente anche noi, in quelle situazioni, avremmo agito così

      Per le prime penso ad esempio al cannibalismo dei sopravvisttui cileni della squadra di Rugby (da cui un gran film, Alive), per le seconde, come dici te, al nazismo.
      Ecco, due cose lontanissime da noi, le più lontane. Eppure il 90% di noi nel primo caso avrebbe mangiato carne umana e nel secondo scelto il Nazionalsocialismo

      Il tuo esempio, lo ammetto, è estremo, ma hai fatto benissimo a fare un esempio limite per far capire quanto su argomenti meno radicali a maggior ragione debba esserci il doppio punto di vista

      no vabbeh, TI GIURO che quando ho fatto i due esempi qua sopra avevo letto solo le prime tue righe (è il mio modo di rispondere)
      E ore per continuare a fare esempi fai gli stessi due miei, ovvero quello di condizioni estreme che possono portare al cannibalismo (te hai usato un "se", ma come vedi dal mio ci sono già situazioni storicamente avvenute) e quello dell'ipnosi collettiva del nazismo

      potremmo parlare anche delle sette, associazioni dove finiscono spesso anche persone molto intelligenti e sensibili. Ogni cosa andrebbe analizzata nel migliore dei modi senza mai sentirci noi migliori degli altri.

      tornando ad Oppenheimer è esattamente come dici, probabilmente è stata la scelta sbagliata sia vista da qui e ora, sui nostri divani, sia anche rapportata al periodo

      Ma chi ce la dà la certezza? Chi è così sicuro che senza bomba atomica sganciata il nostro mondo sarebbe stato meno sanguinario?

      Chi ci dà la certezza che sarebbe meglio che Israele non risponda ad Hamas per non rischiare una nuova guerra mondiale?

      Se ragioniamo solo con la nostra sensibilità ogni atto contro la morale e violento nella storia dell'Uomo è un atto ignobile, che noi rifuggiamo

      Ma noi non siamo solo sensibilità, siamo anche intelligenza, capacità di analizzare

      E, soprattutto, esseri umani che sbagliano, quasi giornalmente

      Ed è sempre pericoloso giudicare chi "sbaglia più di te", perchè quella persona, un giorno, potresti essere te

      Elimina
    2. Grazie del bellissimo commento, ma metti il nome almeno in fondo!

      Elimina
  5. Concordo al 100% con tua recensione, film che inizia con l'apparizione di matt demon e cioè primi 30 min proprio inutili. Film da sfoltire, per quel che mi riguarda. Tolti questi 2 appunti, biopic quasi perfetto. Peccato che io non ami i biopic e sono andato a vederlo spinto dall'hype. Ps ho avuto l'impressione che ci fosse un eccesso inutile di cgi. Sicuramente non lo rivedrò. Non so perché ma guardando questo film, mi è venuta voglia di rivedere La talpa (lento, cast stellare ma con una trama da spy story di altissimo livello). Paolo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Prime 4 righe sono io, ahah, la penso in maniera identica

      guarda, qualcuno mi diceva che, addirittura, non c'è quasi per niente CGI....

      La Talpa lo persi all'epoca e, visto quanti film vedo l'anno e quanti ne perso settimanalmente, rischio davvero di non recuperarlo mai

      ciao Paolo!

      Elimina
  6. armellini silvestri nolan. che tripudio. grande.

    RispondiElimina
  7. Christopher Nolan non lascia mai indifferenti, e già questo è un merito.
    un gran film pieno di Cinema, quello che durerà, con attori di serie A, convincenti nel loro ruolo.

    RispondiElimina
  8. Appena posso rispondo a tutti, grazie mille dei commenti

    RispondiElimina
  9. Gran filmone: i film lunghi mi piacciono assai e soprattutto se c'è una valanga d'azione. Qui Nolan è riuscito a farmi piacere un film moooolto lungo e praticamente senza azione. C'è tensione palpabile per tutta la durata del film, e questo è l'essenziale. Tutto gira intorno al momento del test Trinity, che è forse il momento più atteso delle tre ore di proiezione.
    Storicamente mi pare del tutto aderente ai fatti e questo è già di suo un grandissimo merito, viste le manchevolezze che spesso e volentieri troviamo in molti film che avrebbero pretesa di storicità (ma non ce l'hanno!). Ho apprezzato anche il montaggio fra i vari filoni narrativi che, se da una parte richiedono una buona dose d'attenzione da parte dello spettatore, dall'altra rendono - a mio parere - la narrazione più interessante .
    Devo dire che la prestazione di R.D. Jr nella parte di Strauss è semplicemente da brividi! Inoltre, la scelta degli attori è tale da renderli (anche senza trucco) somiglianti agli originali.
    La CGI: ho letto da qualche parte che la scena dell'esplosione atomica NON ne ha fatto ricorso, fatto che mi fa apprezzare ancora di più il regista.
    Filmone, quindi, che io promuovo a pienissimi voti; oltretutto c'era proprio bisogno di qualcosa di talmente ben fatto da farti dimenticare la media assurdamente bassa di molti film proposti al cinema.

    Per quanto riguarda l'opportunità o meno di sganciare la bomba la mia personale opinione è che non fosse necessario; questo per vari motivi, che andrebbero però discussi in sede diversa da un blog dedicato al cinema..

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai ragione, è forse uno dei Nolan con meno azione di sempre (a parte i suoi primissimi film)

      e sì, il momento del test è grandissimo cinema

      non potevamo non aspettarci qualche magia di montaggio da Nolan :)
      Forse, anche qui, tutto molto meno esasperato del solito ma comunque super interessante

      anche io ho letto che sia quasi del tutto sprovvisto di CGI, mi sembra quasi assurdo ma mi fido

      assolutamente, poi io di Storia so ben poco, quindi posso solo limitarmi a leggere e pensare

      Elimina
  10. Ciao Caden

    "Fuori nel mondo, chissà dove
    O su nel cielo fra gli eterni eroi
    Ma nel fondo di un profondo eterno
    Vive un uomo, vive il suo inferno
    La sua bocca più non parla
    Le sue notti non le dorme più
    Sta nascosto dietro il suo pensiero
    Muore un uomo, muore senza il vero
    Il pilota di Hiroshima
    Un duro alla maniera di John Wayne
    Ray Ban scuri, il lavoro era guerra
    Ma negli occhi, quel bimbo sulla terra
    Fuori nel mondo, chissà dove
    Nel riflesso del cielo nello stagno
    Striscia ancora la scia di vapore
    Del suo aereo e di quelle ore
    Sente battere le ali
    Sente il freddo tutto intorno a sé
    Vede luci di luce più abbagliante
    Di quel sole esploso in un istante".
    Questa è l'adolescenza negli anni ottanta.

    Per stare in linea alla tua bella intro di Daniele Silvestri, la sua canzone è arrivata dopo. Erano appunto gli anni '80, in estate un cugino m'ha fatto conoscere il disco dei Nomadi "Ci penserà poi il computer”, c'era ancora la voce di Augusto. Quì il punto di vista è quello dei pilota di quel primo volo maledetto del B-29 Enola Gay, nelle sue ultime volontà chiese che non venisse celebrato alcun funerale in occasione della sua morte e che nessuna lapide fosse posta sulla sua tomba.


    Questa volta ho preferito leggere prima la tua recensione per mettere un pò in ordine nel caos, hai già detto tanto e condivido le tue impressioni. Bel filmone.

    Il regista ha gestito molto bene la complessità, la storia e le sue implicazioni, la quantità di personaggi in gioco e come dosarne la presenza in scena.
    Sempre interessante la sua capacità di usare i piani temporali per frantumare la storia, richiede una nostra maggiore attenzione e un bel esercizio di elasticità ma nè vale lo sforzo.
    Per non parlare dell'uso potente del sonoro, fantastico e non fine a se stesso, non ho visto il film nelle sale speciali ma và bene era già coinvolgente così in versione light.

    A parte la scena della prova finale dell'esplosione, sembrava di essere lì con loro. La stessa partecipazione fisica l'avevo provata vedendo le traversate tra le torri gemelle di Petit il funambolo in "The Walk" di Zemeckis. Entrambi registi perfetti nel montare la sequenza dei punti di vista.
    Ho trovato incredibile la scena del discorso post esplosioni in Giappone quando si presenta in pubblico per la glorificazione, il sonoro pulsante degli applausi esagerati, la carrellata del pubblico e le visioni del protagonista, il climax cresce e diventa orrore, perfetta. È bastata questa scena, sarebbe stato superfluo emotivamente vedere anche scene di archivio degli effetti post atomica. Per questo ho ripensato a Garage Olimpo, dove Bechis non ha fatto vedere le torture ma la resa è compensata dalla nostra immaginazione, il nostro archivio mentale personale è già sovraccarico, la nostra mente completa quello che non vediamo e l'effetto è emotivamente più forte.
    France Basil

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ottimo commento, in particolare
      "la resa è compensata dalla nostra immaginazione, il nostro archivio mentale personale è già sovraccarico, la nostra mente completa quello che non vediamo e l'effetto è emotivamente più forte"

      te lo clono

      Elimina
    2. ma il pezzo dei Nomadi è una chicca che assolutamente non conoscevo...

      il sonoro è un aspetto importantissimo del cinema ma anche uno dei più difficili da individuare, quasi solo per addetti ai lavori

      eppure qui se ne "percepisce" la grandiosità, paradossalmente attraverso il suo opposto, il silenzio

      the walk lo sfiorai ai tempi al cinema e poi completamente dimenticato, chissà se recupererò mai ;)

      quella scena che citi è straordinaria, una dele due più belle. E di sicuro la più forte e tragica, oltre ad avere una valenza psicologica eccezionale

      confermo anche io come stefano che quelle 3 righe sono bellissime

      come è bellissimo Garage Olimpo ;)

      Elimina
  11. Quando si commenta un film di Nolan, si parte quasi sempre, come se fosse una regola non scritta, a parlare del regista prima che del film. E così eccomi qui, come altri, a cercare di dare un senso a quanto visto, partendo dal nostro amato Christopher.
    Quando dopo 3 ore ti chiedi "e adesso ...", beh adesso, si cerca di dare un ordine, ma servirebbe un montaggio ad hoc, perchè i pensieri sono troppi e disordinati. Pertanto per una volta, anzi più di altre volte, procedo per pensieri random.

    Il linguaggio. Viviamo in una società dove ci si ferma ai titoli. La soglia di attenzione è quella della scrollata sul telefono, si passa da un video all'altro, le informazioni devono essere brevi. Nolan ci bombarda di micro sequenze pregne di informazioni, sono tutte consequenziali tra loro, ma tutte autonome. Un adattamento cinematografico delle abitudini di chi usa social e web per distrarsi. Ma, nel mentre, le sue informazioni sono chiare, nette, funzionali alla sceneggiatura; quasi a dimostrarci che se abbiamo limiti di attenzione, non è solo colpa nostra, ma anche del messaggio e della sua forma di trasmissione. Nel montaggio c'è tensione e ordine, impossibile "stoppare" altrimenti si perderebbero troppe informazioni importanti (in questo mi ha ricordato la regia dei F.lli Sefdie [diamanti grezzi] ... e, guarda caso, uno dei 2, è qui interprete), ma qualche respiro ci sarebbe, se non che, viene occupato dal rumore, da immagini quasi subliminali, da videoclip, che sul grande schermo (70mm) e l'acustica Dolby Atmos, inchiodano lo spettatore ad una lunga apnea. Più "convenzionale" la seconda parte che gioca con i piani temporali, ma ormai, con l'adrenalina in corpo dopo la magnifica sequenza del test d'esplosione, si rimane concentrati in un crescendo di tensione che, nemmeno gli innumerevoli nomi dei personaggi, possono farci perdere alcuna battuta. ECCELLENTE

    Interpretazioni. Quante volte si contesta a Nolan il non sfruttare il potenziale offerto dagli attori a disposizione (Heath Ledger a parte)? Qui il cast allargatissimo (sorprendente vedere big da Oscar fare quasi dei cameo, lasciando comunque sempre il segno) è "on fire". Tutti clamorosamente nel ruolo, tutti vivi, reali; tutti meritevoli di essere nominati per la loro interpretazione. Sarà la scrittura dei testi, sarà il personaggio carismatico ben scritto, sarà la bravura dell'interprete, ma se tutti girano nel senso giusto, è perchè la regia li ha saputi esaltare. Cast quasi tutto al maschile, ma le 2 figure femminili hanno un ruolo cardine, delicatissimo e fondamentale. Se c'è la tragedia anche tra i personaggi è grazie alla presenza di E. Blunt e F.Pugh.

    Sonoro. Parlando di protagonisti, quello che più mi ha sorpreso è l'attore invisibile, il sonoro; vero fil rouge del film. Capace di scandire il montaggio, di esasperare le situazioni, di sovrapporsi alle parole; esaltando sempre l'azione, il dialogo, in un continuo crescendo di pathos. Così protagonista da lasciare il campo solo quando Lei, "trinity, la bomba", deflagra; dichiarando la sua importanza attraverso la totale assenza.

    Il Film? 3 ore divise in 2 parti. La prima è un biopic limitato ad un arco di tempo, che ha rivoluzionato la Storia. La seconda un'alternanza tra 2 processi. Azione pochissima, dialoghi fitti. Confezione che manco a dirlo. Sequenze e frasi che possono diventare dei cult, musiche molto belle, non invasive.
    Credo che ricorderemo a lungo questo film e lo faremo attraverso il suo nuovo e attualissimo linguaggio, le maestose interpretazioni e il sonoro (che delitto vedere "Opphi" in una tv senza audio performante o peggio con luci accese, rumori di sottofondo, interruzioni o peggio su un device da persona [cellulare, ipad, notebook, ecc..]. Correte al cinema a vederlo, anche se per tema e durata, può non essere adattissimo a chi vuole svagarsi e mangiare i pop corn.

    Voto ****+

    RispondiElimina
    Risposte
    1. molto interessante il discorso che fai sulla prima parte del film, anche se adesso, a memoria, mi ci riconosco poco (ad esempio nel paragone che fai col ritmo dei film dei fratelli Safdie, che mi sembra ben diverso)
      mi servirebbe una seconda visione per capire bene questo tuo pensiero

      sicuramente hai ragione quando parli di sovraccarico di informazioni, di testa che non può prender pause

      sai che non la sapevo sta critica che fanno a Nolan sulla direzione degli attori?
      qui, forse, essendo un soggetto derivato ed essendo quelle persone "reali" la prova degli attori risulta al tempo stesso più sotto le righe di altri film e di conseguenza anche più bella ed empatica

      anche io ho trovato grandiose le due presenze femminili, altrove ho letto che sono macchiette, bah...

      sul sonoro dici perfettamente

      ecco, bravo, Oppenheimer sarebbe proprio uno di quei film "simbolo" di una lista del tipo "film da vedere per forza al cinema"

      ;)

      scusa(te) il ritardo!

      ringraziamo il simpatico lettore di lecce che non ha capito niente di quello che ho scritto

      Elimina
  12. Ciao, io penso che "Oppenheimer" sia fatto benissimo, il problema è che la vita di Robert Oppenheimer non è adatta per essere portata sullo schermo con gli standard narrativi attuali. Se vuoi approfondire questo mio punto di vista, l'ho spiegato meglio in un articolo sul mio blog.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. sì, in effetti è interessante come constatazione, se riesco passo volentieri, sempre sperando che cliccando nel tuo nome arrivo al tuo blog, ora vedo ;)

      Elimina
    2. sono venuto a leggere, ecco quando parli di sta cosa

      ""Oppenheimer" è un capolavoro di regia e interpretazione, in particolare quella di Cillian Murphy e Robert Downey Jr. È però, purtroppo, anche la dimostrazione di come non tutte le vite celebri siano adatte ad essere portate sullo schermo. Di fronte ad un soggetto che presentava una trama "non filmabile", Christopher Nolan ha scelto di utilizzare la struttura base del film occidentale medio: il personaggio principale vive in una situazione di tranquillità, gli si para di fronte un nemico, egli cerca di sconfiggerlo ma non ci riesce, arriva un aiuto esterno e il protagonista vince ritornando allo stato di tranquillità. Non avendo la vera vita di Robert Oppenheimer questa struttura, Nolan ha deciso di stravolgere l'ordine visivo degli eventi e di impostare il film come un "legal thriller", in cui l'azione principale avviene in due "processi", e tutto il resto è visto attraverso i flashback."

      interessante. Non ho le competenze per dire quanto hai ragione ma interessante

      Elimina
  13. Certo che leggere " chi può dire se il mondo senza Hiroshima sarebbe stato meno sanguinario" fa venire una tristezza, uno sconforto desolanti. Mi cadono le braccia. Che gente di merda c'è in giro. Proprio la banalità del male. Io se ero tua moglie dopo una frase del genere avevo fatto le valigie. Brutta testa di cazzo. Chissà , per esempio, Gandhi, cosa penserà nella.tomba, dopo aver dato la vita per la pace e la non violenza assoluta, leggendo roba simile. Povero, sarà morto un'altra volta. Che obbrobrio di pensiero, che desolazione. Che schifo. Esempi estremi dici? Per fare capire meglio? Auguro ai tuoi figli di non vivere mai una bestialità simile io umilmente non riesco nemmeno ad immaginarmi cosa possa essere vivere una radiazione atomica, davvero se penso che c'è gente in giro che la pensa così invece di dire, semplicemente, banalmente, la.bomba atomica non dovrebbe esistere punto, penso che davvero ci meritiamo tutto lo schifo che ci sta devastando in giro per il mondo. Dai bambini che nell'anno del signore 2023 ancora muoiono di fame, si signori, mentre noi si va al cinema in giro c'è un bambino che non mangia e muore. E non sto dicendo che se ci sono queste tragedie nel mondo noi che siamo più fortunati non si debba andare al cinema vivendo la nostra vita, anche qui, banalmente, cercando di viverla al meglio, sto dicendo che però è IMPERATIVO che noi fortunati ci si renda conto di quanto lo siamo e si sia SICURI di affermare che la atomica non debba esistere. Ne ora ne mai. E quelli che mi dicono eh ma senza Hiroshima tu non sai nemmeno se stavi al mondo, magari le SS vincevano la guerra piombando il mondo in un eterno incubo io rispondo: l'atomica non deve esistere. Punto. Questo devi dire testa di cazzo, e mi scuso per testa. Alessandro Ferro, Lecce, Italia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. va bene, ciao Alessandro!

      però almeno sei servito a farmi vedere che devo ancora rispondere a molti, un abbraccio

      Elimina

due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

2 metti la spunta qui sotto su "inviami notifiche", almeno non stai a controllare ogni volta se ci sono state risposte

3 ciao