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28.10.24

Recensione "Smile 2" - Al Cinema 2024


Smile fu un bellissimo horror (l'ho visto 4 volte...)
Il secondo capitolo un po' ce lo aspettavamo tutti, inutile dirlo.
E se è vero che si conferma ad un livello più che buono (direi quasi ottimo per gli horror da sala) è anche vero che è innegabilmente (come nel caso de Il Buco 2) almeno un passo indietro rispetto al capostipite.
Non tanto perchè gli somiglia molto (questo da un lato è anche un bene) ma per una scrittura meno profonda, più confusa e per un finale abbastanza unfair che secondo me prende leggermente in giro lo spettatore.
Eppure per gli amanti dell'horror è un altro titolo da vedere senza nemmeno pensarci, benissimo girato, pieno di scene suggestive, con un paio di spaventi benissimo costruiti, una protagonista (come già successe nel primo) davvero notevole e una storia non originalissima nè troppo solida (noto incoerenze) che però ha il dannato merito di funzionare.


E, dopo Il Buco 2, andiamo ancora di sequel di film che ho amato moltissimo (e pensare che, restando in tema, non ho ancora visto il nuovo Joker).
Il primo Smile fu, per me, una sorpresona.
Un film che a livello di trama aveva davvero poca originalità ma che per regia, estetica, costruzione delle sequenze, attori e una discretissima capacità di rendere empatici i personaggi spiccava - e manco di poco - sull'abbastanza triste media degli horror da sala.
Vi dico la verità, l'ho visto addirittura 4 volte perchè ormai per me è uno i quegli horror che quando sono solo a casa e ho voglia di mettere in tv qualcosa in sottofondo riesce sempre a farmi compagnia.
Smile 2 ha un grande pregio, ovvero quello di mantenere praticamente in ogni aspetto la qualità del capostipite.
Insomma, anche qui grande regia, anche qua una notevole cura estetica, anche qua 4-5 scene davvero efficaci per costruzione ed impatto e anche qua un'attrice protagonista (che nella vita fa veramente la cantante, un pò quello che abbiamo visto due mesetti fa nel bruttino Trap con la figlia di Shyamalan) davvero convincente.
Eppure è proprio qui il problema, ovvero ritrovarci davanti un film dove funziona quasi tutto sì, ma funziona perchè è una mezza copia del primo.
Intendiamoci, la dinamica alla base di Smile (ovvero persone impossessate da un "demone" che poi viene passato alla persona successiva suicidandosi davanti loro) è quella e per quanto si possa cambiare il contesto (e Smile 2 un pochino lo fa) lo schema risulta immodificabile.
Ma del resto qualsiasi grande saga horror del passato (anche se speriamo che Smile si fermi qua in ogni caso...) era contraddistinta da film con pochissime variazioni su un unico tema (vedi i Venerdì 13, i Non aprite quella porta, i Nightmare etc..).
Anzi, mi viene da dire che se uno spettatore si vede sequel su sequel di un format horror in qualche modo lo faccia proprio perchè ha voglia di "sentirsi "a casa", li veda proprio - cioè - perchè ha piacere a ritrovarsi dentro quelle dinamiche che conosce così bene.
Quindi l'assomigliarsi in questi casi è un male necessario che, anzi, per qualcuno è solo positivo, come una coperta di Linus.



Che Smile 2 mantenga inalterato il livello di regia e l'impatto visivo lo capiamo subito dal magnifico incipit, girato (ma non ne sono sicuro, me ne sono accorto troppo tardi) in un unico piano sequenza e culminante in quell'incidente stradale.
(piede staccato, sangue, budella, tanta roba)
Chi aveva visto il primo gode nel ritrovarsi subito così in media res e con una vicenda praticamente attaccata alla fine del precedente (fine che, peraltro, fu molto coraggiosa sia a livello narrativo che visivo).
I pochissimi invece che vedono questo incipit orfani di Smile 1 si troveranno un pò persi nel capire ma, voglio dire, è molto interessante anche così, quante volte abbiamo visto incipit che non abbiamo capito (aka "non potevamo capire") e che necessitavano quindi di andare avanti per essere svelati?
Facciamo poi la conoscenza di Skye, la nostra protagonista, una popstar reduce da un periodo di pausa dovuto ad un tremendo incidente stradale avuto col suo ragazzo, lui morto nello stesso (e interpretato dal figlio di Jack Nicholson, sulle cui somiglianze col padre nemmeno mi esprimo, basta guardare la locandina che ho messo).

Tra l'altro, peccato che sono da tempo in un periodo così di stanca nello scrivere perchè mi sarebbe piaciuto fare una lista su quei film che parlano di popstar, ce ne sono veramente tanti.
Ve ne consiglio comunque due al volo, uno è "Chi canterà per te?", di quel Vermut che girò pure un altro capolavoro, "Magical Girl", l'altro è "Vox Lux", di quel Corbet che girò pure un altro capolavoro, "L'infanzia di un capo" (ho ripetuto la stessa frase apposta eh).

Skye ha tremendi dolori dovuti ai postumi dell'incidente e siccome sta per tornare in scena con un tour ha bisogno di stare meglio.
Si reca così dal suo "spacciatore" di farmaci pesanti e questi chi è? Il ragazzo che nell'incipit aveva assistito agli omicidi.
Insomma, torniamo nella "catena".


Allora, come detto i due film in comune hanno molto.
Intanto la regia (ottima), la scelta delle inquadrature (ad esempio quelle sempre molto suggestive della città "al contrario"), una protagonista femminile veramente convincente e capace di sostenere una parte di grande dolore e sofferenza, delle morti super brutali e più di un jumpscare molto efficace e, ovviamente, il canovaccio di trama del film.
A questo riguardo secondo me in entrambi i film (di sicuro più in questo secondo capitolo) va un pochino sottotraccia un elemento, ovvero quello che chi prosegue la catena non solo lo fa perchè ha assistito al suicidio del "posseduto" precedente, ma anche perchè presenta nel proprio passato un grave lutto, ovvero l'aver assistito de visu (o forse persino provocato) la morte di un suo caro, parente o, come nel caso di Skye, fidanzato/marito che sia.
Ecco, secondo me in questa saga di Smile questa faccenda, che sicuramente dà(rebbe) più profondità all'opera, è stata sempre troppo poco spiegata o messa da parte.
Tanto che ci viene il dubbio se la catena possa proseguire nel caso il nuovo testimone dei vari suicidi non abbia nel passato una morte traumatica.
Ma tant'è.

Sicuramente, o almeno per me, nel primo capitolo c'era una scrittura più emozionale e la faccenda madre-figlia (quel trauma del passato e quel rapporto terribile) era un vero fil rouge, talmente importante da essere assoluto motore del finale, un finale che "sviava" un pochino dalla trama principale per portarsi invece in una dimensione più intima, quella di una ragazza che, più che liberarsi dalla maledizione, cercava di combattere i propri demoni, affrontarli di nuovo (la ricerca della madre nella vecchia casa) e curare ferite mai guarite.
Smile 2 è molto meno profondo, il rapporto di Skye col suo "fantasma" (il fidanzato) molto più strumentale e banale.
Ma il problema più grande (che non so se sia nostro - mio e dei miei amici - o oggettivo) è che, alla luce del finale, lo spettatore si sente preso in giro, molto confuso.
Se quel finale è "reale" (e tutto ci fa pensare che lo sia) da quando tutto quello che vedevamo non lo era più?
Esiste il personaggio dell'uomo che contatta Skye?
Veramente vanno in quell'edificio abbandonato?
Le scene dell'ospedale?


Non lo so, io apprezzo quei film dove "era tutto un sogno" ma qui secondo me la costruzione è tremendamente sbagliata.
Vediamo vicende per tutto il secondo tempo (il flash mob di fantasmi a casa sua, l'ospedale, l'omicidio della madre, la cella frigorifera, il mostro e tanto altro) e ci chiediamo "sono successe veramente?".
Perchè sono tutte scene assolutamente verosimili e coerenti con la trama e la catena di Smile, ma probabilmente mai accadute.
Senza che possiamo capire, nel caso, da quando non lo siano più.
Capite che in un film che è comunque "paranormale" avere la sensazione di aver visto a volte cose paranormali veramente accadute e altre paranormali mai accadute è un tremendo pasticcio, e una mezza presa in giro.
Tra l'altro la faccenda dell'infermiere che la vuole far morire per pochi secondi per fregare il mostro è, se posso dirlo, abbastanza comica e debole, anche nel caso - probabile - che non sia mai successa.
E anche il finale reale (sempre che lo sia) non è molto convincente (lei che muore sbattendosi il microfono addosso - really? - e migliaia di persone che la guardano senza che nessuno distolga lo sguardo).
E non mi hanno convinto nemmeno le troppe sequenze di canto o shooting, mi son sembrate un pò una marchetta della (pur molto brava) cantante-protagonista del film. Un pò quello che avevamo già visto (anche se non l'ho recensito) in Trap.
Per non parlare della decina di volte in cui la vediamo bere acqua (ok, è una cosa che rimarca pure lei ma stigrancazzi alla fine).
No, la sceneggiatura di Smile 2 è notevolmente più debole e raffazzonata del primo, meno pulita, meno coesa, meno profonda.

Ovviamente, però, di cose che lo rendono un horror da sala sopra la media ce ne son tante.
Innanzitutto, come più volte detto, la qualità della confezione.
Poi gli attori (ottima anche la madre).
Poi alcune sequenze, come il suicidio del tossico (ai miei amici ho fatto una battuta per umbri, ovvero "questo è il suicidio più "peso" che abbia mai visto"), la bambina alla firma degli autografi (best personaggio del film), il gala di beneficienza (funziona tutto), il flashback dell'incidente dove capiamo quanto tutto fosse tremendamente colpa sua. (Come nel primo questa faccenda del senso di colpa è al tempo stesso importante ma non incastonata perfettamente nella scrittura), il suicidio (omicidio) della madre (ahimè mai avvenuto probabilmente), la scoperta che alla fine il personaggio di Gemma non era mai stato realmente Gemma (eh, ok, bella sta cosa ma se poi quelle scene non sono comunque mai successe vaffanculo).
Ovvio, è un film che parla di una ragazza in grande crisi, impaurita, piena di farmaci, in preda ad allucinazioni, triste, forse depressa. Tante suggestioni che ovviamente possono essere lettura di quello che accade (o non accade) nel film.
Ma no, tutto questo convince molto poco.


E il finale, se ci pensate, è "sbagliato".
Per prima cosa perchè ci è sempre stato raccontato come quel mostro passasse da persona a persona in un rapporto di 1:1 (e lì invece ci sono migliaia di persone), in più perchè, come dicevo sopra, un'altra conditio sine qua non è quella per cui il nuovo ospite debba aver avuto nel suo passato un fortissimo trauma, l'aver visto morire un caro davanti agli occhi.
Quindi la maledizione tra tutti quegli spettatori colpirà solo chi ha avuto questa condizione?
No, un finale così diventa solo una soluzione apocalittica e spettacolare che, per più di un motivo, prende in giro noi spettatori e la stessa struttura del film.
Ma, come dico spesso, avercene.


7

4 commenti:

  1. A parte che le canzoni mi annoiano, ho visto prima il secondo al cinema, senza sapere nulla del primo, e alla fine lo preferisco. In genere mi pare pensato più in grande, e di maggiore impatto visivo, a cominciare dalla prima sequenza. Alcuni sbrodolamenti o svarioni di sceneggiatura non mi turbano. Un po' troppo affastellata e caotica mi è parsa la parte finale, dopo la fuga dall'ospedale. Qualche giorno dopo ho visto The substance, e notavo una certa analogia tra le scene finali. Ovviamente direi che Smile è un film di cassetta, per quanto ben fatto, mentre The substance è già a un livello superiore. Comunque con Smile ho conosciuto un nuovo strumento, il daxophone.

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    1. Interessante il tuo giudizio avendo visto i film "al contrario".
      RIcordiamo però che in questi casi è sempre avvantaggiato quello visto al cinema eh!

      The Substance visto da 5-6 giorni, ogni volta mi dico "ne scrivo oggi" e poi ancora niente

      sì, come potenziale The Substance è una spanna e mezzo sopra agli Smile, e anche come ambizione

      come riuscita ne parleremo!

      mettete un cavolo di nome però, ahah

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