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3.12.11

Recensione: "Meat Grinder"





 leggeri spoiler

Mannaggia a me mannaggia. Mi ritrovo, una delle prime volte in vita mia, ad aver visto un film in due tempi, addirittura con 2 giorni di intervallo uno dall'altro. Questo è qeullo che succede a voler cominciare la visione di un film all'una di notte... La mia lamentela si riferisce al fatto che vedendolo in due rate sono sicuro di aver perso non solo un pochino d'empatia ma anche di non averlo compreso come meritava.
Sì, perchè almeno a livello puramente narrativo Meat Grinder è un film abbastanza ostico che mischia i piani temporali (almeno 3, presente, passato prossimo, passato più remoto) e il concetto di reale/immaginario più e più volte.
La cosa stranissima di questo cult thailandese è che pur spingendo largamente sul gore (sia nella trama che negli effetti) ha una componente emotiva e drammatica che forse prevale addirittura sul resto. L'ultima volta che ho notato nell'horror un tentativo così autoriale, intendendo per autoriale la ricerca di trattare temi importanti e difficili in un genere che non li richiederebbe, è stato con lo splendido Martyrs di Laugier. Sta di fatto che Meat Grinder, in modo furbetto o no, si eleva dal solito concetto di torture porn e cerca di essere qualcosa di più.

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Boot, una ragazza che nella vita le ha passate di tutte, gestisce un piccolo ristorante. Per tradizione familiare il ristorante presenta un menu alla carta parecchio particolare, diciamo quasi del tutto incentrato sulla carne umana. Boot si innamora di un ragazzo ma alcuni demoni del passato non le permettono di vivere il suo amore, e la sua vita in generale, nel migliore dei modi.
Aiutato da una colonna sonora meravigliosa Meat Grinder è un prodotto senz'altro di qualità. La giovane attrice protagonista è bravissima, la regia regala alcune scene davvero memorabili (la ragazza nella vasca di sangue, la protagonista che cammina nelle rotaie, la corsa nei vicoli, la carneficina dell'affittuario e degli scagnozzi) e il livello degli effetti splatter è di primordine (la gamba tagliata all'inizio, le unghie, le martellate, il palo-spiedo).
Ma, come dicevo, la componente drammatica è predominante. Non è facilissimo ricostruire la storia e non intendo nemmeno farlo nel dettaglio per non rovinare la visione a chi sta leggendo. Sta di fatto che Boot ha alle sue spalle un passato violentissimo fatto di soprusi (anche incesto?), omicidi ed umiliazioni. La ragazza vive come in una specie di trance dovuta ai profondi shock subiti. Per lei fare una vita normale, avere rapporti interpersonali normali è impossibile. La cosa che non mi convince del tutto è l'abbinamento di questa  tragedia umana con la trama principale del ristorante di carne umana. E' vero, il concetto di vedere la carne di quelle persone come "cibo di espiazione" per i loro peccati ci può anche stare ma mi resta la sensazione che una trama del genere non doveva avere questa profondità o, di converso, che una storia così drammatica aveva bisogno di una cornice diversa (sembra lo stesso concetto ma non lo è).

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L'ultimo quarto d'ora è veramente grandioso e il finale l'ho trovato magnifico.
Boot finalmente raggiungerà le uniche due persone che le hanno voluto bene.
Lo scenario è incredibile, tutto l'opposto di quello che ci si aspetterebbe (ed è per questo che molti sono forse caduti nella doppia lettura) ma lo scenario è niente rispetto a quello che la scena significa.
Una scena che probabilmente ognuno di noi desidererebbe poter vivere.
Quando sarà.
Più tardi possibile.

( voto 7,5 )

4 commenti:

  1. Più leggo in giro pareri su Meat Grinder più trovo una duplice interpretazione del finale. A questo punto il dubbio mi viene anche se a me, a fine visione, sembrava tutto chiaro.
    Questa possibile duplice lettura è comunque soltanto un altro merito di questo ottimo film.

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  2. Non lo conoscevo, ma sembra molto interessante. Ottima segnalazione.

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  3. il riferimento alle unghie rende irrevocabile la mia decisione di non vederlo mai e poi mai. sono assai sensibile a occhi e unghie. tagliati la panza e tira fuori l'intestino (cit.) e non faccio una piega. schèggiati un'unghia e io svengo.

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  4. *runes: sì, questo è davvero buono.

    *ciku: allora magari comincia a vederlo dopo un quarto d'ora. Altro che unghie scheggiate... Però ora che ci penso le unghie c'entrano poco, alla fine il problema sono le dita...

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