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22.5.13

Recensione "La grande bellezza"


Credo che raramente mi sia capitato di vedere un film che vuole essere un capolavoro come questo.
No, perchè esistono film che possono esserlo, quelli che ci sperano, quelli seppur piccoli che lo diventano, quelli che, oggettivamente, lo sono.
La Grande Bellezza lo vuole essere, te lo dice ad ogni sequenza, ti guarda negli occhi e fa: "guardami, io sono un capolavoro, qui dentro c'è tutto, guardami quanto sono bello, intenso, profondo, affascinante, intelligente, spiritoso, monumentale, sottile e maestoso."
per farlo ci mette gli occhi, il sorriso e l'illegale bravura di Servillo, è lui è il Suo volto.
ma è il film che parla
e io l'ho guardato, l'ho fissato negli occhi e nelle labbra, mi ha fregato ancora una volta, ipnotizzato e gli ho risposto "Sì, sei un capolavoro"
poi, ripensandoci, qualcosina in quello che diceva non mi tornava ma la trance non è ancora passata
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( non intendo parlare di Fellini, Mastroianni e dolci vite, lo faranno tutti)
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Sorrentino non fa movimenti di macchina, Sorrentino volteggia, accarezza, accelera, rallenta, plana, accompagna, si distanzia e si avvicina, insegue, sfiora.
Non ci sono movimenti di macchina, è un tutt'uno di armoniosa e indescrivibile bellezza.
Le bambine che corrono nel giardino, Jep che costeggia il lungotevere, quei cieli che diventano terra e quelle terre che diventano cielo, tutto si muove, noi ne restiamo cullati, come una montagna russa per una volta non violenta e paurosa ma lenta e rassicurante. Tutto diviene la grande bellezza, lo è quella vera, autentica, quella che Jep crede irraggiungibile perchè sepolta dal chiacchiericcio e dal rumore della vita, dall'imbarazzo dell'uomo a stare al mondo; lo è Roma, magnifica come non mai, una città che vive i suoi contrasti placida e incazzosa, che vede prostitute sotto il Colosseo o gente che si manda apigliasselanterculo vicino al Gianicolo; lo è il film stesso, questa meraviglia di immagini e parole in movimento.


Ed è in questa città tanto eterna e immobile quanto gaudente e lussuriosa che fa finta di vivere la fauna umana raccontata da Sorrentino, un crogiolo di volti, voci, movimenti, apparenze e inganni che va a letto quando il resto della gente si sveglia. E in questa fauna, in questa giungla, il Re Leone è Jep Gambardella, uno scrittore fallito che ha deciso di dedicare la propria vita al Nulla, ma un Nulla così pieno, così lucente e così denso da sembrar Tutto, da far apparire anche il più disperato degli uomini come il più potente.
Sono tanti gli uomini che vivono nel nulla consapevoli di farlo ma qualcuno nel nulla ci affoga, qualcuno dal nulla si fa ipnotizzare, qualcuno nel nulla ci si nasconde e qualcuno, come Jep, nel nulla ci nuota e sguazza.
Se non fosse per il monologo finale, una splendida e terribile disamina della condizione umana, sarebbe quasi da pensare che Jep in questa vita ci sguazzi non solo contento di farlo ma del tutto inconsapevole di come in realtà questa (non)vita sia miserevole.
Eppure Jep a una sua amica, in una delle innumerevoli serate tra amici, in quel sabato perenne di dolce vita, eppure Jep a una sua amica una volta ha mostrato tutto lo sporco sotto il coperchio d'oro dell'apparenza. La demolizione controllata che subisce la donna è terribile, pluff, tutto quello che hai costruito lo vedi ora caduto ai tuoi piedi, anzi, lo vedono gli altri ai tuoi piedi perchè te l'hai sempre saputo che era lì. Pluff.
Eppure Jep, un attimo dopo, lo dice a tutti gli altri, ragazzi, non raccontiamoci storie, diamoci solo affetto tra disperati perchè questo siamo.


Il primo tempo è qualcosa di immenso, una frammentarietà incredibile ma così carica di bellezza, crudeltà, poesia e ferocia da restare storditi.
Ne parlai per Tarantino. Anche Sorrentino (buffo no? uno di Taranto, l'altro di Sorrento) è un regista verticale, uno che sa assemblare scene e dialoghi come nessun'altro ma che quando deve dare orizzontalità al film, quando vuole raccontare una storia, ha dei limiti molto evidenti. Eppure se in Django i limiti non erano voluti -perchè là una storia c'era e in qualche modo la si voleva raccontare- qua quella del regista napoletano è una scelta consapevole. Se mischiassimo a caso le varie scene avremmo quasi lo stesso film.
Ma è proprio quando Sorrentino dà linearità e consequenzialità, quando si concentra soltanto su una sola vicenda, quella della Santa, che il film per una buona mezz'ora perde tantissimo, un errore madornale, un peccato mortale a mio modo di vedere.
Tre scene completamente sbagliate, quella del bacio, con, tra l'altro, quella specie di occhiolino della suora di clausura al mandingo, quella del matrimonio con quel Cardinale troppo pacchiano per essere vero, e quella della cena (non tutta però), prolissa e stanca nell'incedere. Il personaggio interpretato da Herlitzka è davvero fuori luogo,  non credibile. Sorrentino cercava un contrasto con l'assoluta purezza di Fede della Santa ma il contrasto lo si poteva ottenere con meno grossolanità a mio parere.
Fuori da queste tre scene difficile trovare qualcosa di sbagliato: si resta scioccati peggio di un horror a vedere quella bimba che imbratta la tela col suo dolore e la sua ribellione, si resta incantati dal racconto, al momento non terminato, della prima volta di Jep (qui c'è un Servillo da panico), si resta disorientati e schifati dalle sequenze col guru chirurgo plastico o quella del funerale come palcoscenico di sè (anche se quelle lacrime, non previste e da evitare, rimane il dubbio non siano vere), ci si ferma il cuore a vedere quei fenicotteri volare via, simbolo di bellezza ma anche di libertà mentre la santa, quasi per contrasto, dice di mangiare radici perchè le Radici sono importanti.
Le musiche ora nazional-popolari ora liriche accompagnano una galleria d'immagini straordinaria.


Sorrentino rende sublime il trash, pulito e lucente il lordume, elegante il degrado.
E mette in tavola una carbonara piena di Roma, omaggia la città come pochi hanno fatto prima di lui, e non contento della sua ricetta mette ancora più pecorino romano, Verdone qua, la Ferilli di là, Venditti e una notizia di Totti qua e là, perchè Roma ha bisogno delle sue icone e niente più di loro può raccontare meglio Roma.
La Ferilli poi è magnifica, la figura più tragica di tutte, perchè lei la sua sofferenza non la nasconde, lei non mette un vestito moderno alla sua grezza e sboccata romanità, non mette perline davanti al suo cuore o, se lo fa, gli occhi raccontano altro. Però, e qua purtroppo c'è un altro errore di Sorrentino, la sua morte arriva affrettata, una brevissima ellissi che non rende merito al personaggio.
Verdone è tutto in quell'unico suo spettacolo, in quel volto che per un secondo è terrorizzato che gli applausi non arrivino, poi arrivano, quelli che ha sempre aspettato. Ma forse questo momento sperato da sempre non è niente di che, ha atteso tanto tempo un attimo che non valeva quasi niente.
E, anche lui, con la schiena curva dal peso della sconfitta, se ne torna a casa.
Film ambizioso, pretenzioso, chissà quanti lo demoliranno.
E, forse, possono anche aver ragione.
Ma Sorrentino, per me, quella Grande Bellezza l'ha sfiorata, se non raggiunta.
Ed è uno dei pochi che può permettersi di mettere il mare nel soffitto e far credere anche a noi che sì, quel mare è là.

( voto 9 )

80 commenti:

  1. Questa è la seconda recensione lirica (e sottolineo lirica) che leggo su La Grande Bellezza. Se questo è ciò che suscita il film... allora devo vederlo!

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    1. Non so come ringraziarti Veronica, davvero.
      Semmai fammi sapere o linkami la tua.
      Ciao!

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    2. Quando lo vedrò mi farò viva! Nel frattempo, ancora complimenti: hai scritto pura poesia. Ciao!

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    3. Mi raccomando allora. Sarà anche la giusta occasione per venirti a visitare.
      Cioè, lo faccio lo stesso, ma finchè non recensisci questo faccio finta di non esserci :)

      grazie ancora, infinite

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  2. il film non l'ho ancora visto, ma se dovessi dare un voto alla tua rece, bhe un 10 e lode non glielo leva nessuno :-)
    Hai un modo di raccontare, di scrivere davvero bello socio e se prima il nuovo film del bravo Sorrentino mi interessava alquanto, ora, dopo la tua rece mi interessa MOLTISSIMO.
    Spero di aver il tempo di andarlo a vedere, non so se riuscirò, tra una roba e l'altra in sto periodo ho poco tempo, senza contare che la settimana prossima esce "Solo Dio perdona" e quello mi fiondo subito a vederlo.
    In ogni caso, mi sembra di capire che Sorrentino, ha sfornato un altro gran bel film....
    Per fortuna che in Italia abbiamo gente come lui, Sollima o Vicari
    Per fortuna che in Italia non c'è solo FECCIA come Boldi, De Sica, Soliti idioti e Cesaroni vari.....

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    1. Ma grazie Myers!

      Però questo non ti piacerà, fidati.
      Magari prova, vediamo se ci azzecco.

      Sorrentino, Crialese,Garrone, Diritti o anche registi più action come menzioni te.
      Ne abbiamo...

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    2. Fino ad ora i film di Sorrentino mi son piaciuti, quindi sono ben disposto per questo e poi c'è il GRANDE Carlo Verdone, quindi già per questo il film va visto a priori secondo me :-)

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    3. Sì, ma questo è veramente un film a parte.

      Sì, Verdone fa una parte mica da ridere...

      Ti aspetto!

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    4. Infatti son curioso di vedere il grande Carlo in un ruolo drammatico, anche se le sue commedie non sono mai comiche, ma c'è sempre quell'aspetto amaro e triste, ed è questo che, a parer mio, le rende favolose

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    5. Verdone ha una cosa, la malinconia.

      E sto personaggio per questo gli si appiccica addosso come pochi

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  3. Ho letto solo il primo paragrafo, e mi hai già convinto. Il resto lo faccio appena posso, prima voglio vedere il film, per il quale ho già un'hype altissima :)

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    1. Assolutamente, non c'è tanto da spoilerare su sto film ma parlo di quasi tutte le scene.
      Ci risentiamo e leggiamo presto

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  4. direi che anche oh dae -soo ha sfiorato la grande bellezza nella recensione! le perplessità sulla seconda parte ce le siamo dette, concordo. sulla ferilli invece si potrebbe dire che scompaia come la giraffa, perchè in fin dei conti se tutto è un enorme trucco,se la vita è un enorme trucco, allora il cinema è il trucco all'ennesima potenza, e allora anche il personaggio più vero del film può essere inghiottito dalla grande messinscena senza più lasciar traccia.in un certo senso, ne ha piena facoltà. una conferma della vacuità insomma, del grande vuoto, della finzione che risultano essere il cinema in primis, la vita poi. è vero che il cinema di sorrentino lavora forse poco a livello di impatto emozionale, ma forse lascia molto di più sottopelle, lascia sensazioni senza volto, difficilmente riconoscibili a primo impatto,ma che faticano a svanire in fretta. almeno per me è così..

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    1. Assolutamente.
      La cosa del trucco l'ho proprio dimenticata (anche se me l'ero segnata...).
      La lettura tua della morte della ferilli è bellissima fede, ma non so se davvero sia stato per quello che dici.

      Riguardo le emozioni...

      Strano non abbiamo parlato nè ieri nè oggi e io pochissimonella rece ma la cosa straordinaria di Sorrentino è che riesce ad emozionarti con la bellezza, non con le metodologie deglii altri registi.
      E' l'emozione della forma più che del contenuto.
      E come dici agisce sottotraccia e a volte è più difficile da dimenticare di quella classica.

      Grazie per i complimenti brother

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    2. nono, non dico che l'ha fatto apposta, solamente che è in linea con la tematica e con il modo in cui tratta i personaggi sorrentino, specialmente in questo film.. in alcune recensioni ho letto giudizi negativi sul suo essere grande burattinaio e trattare i personaggi come parvenze, fantasmi, ecc.. la sparizione della ferilli mi sembrava in linea, tutto qui. se lo trovo scrivo anche qlcsa su baricco, city, quel pezzo che m'era venuto in mente

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    3. Sì, ho letto anche io quell'appunto su Sorrentino, anche condivisibile.

      In realtà se uno vuole può attaccarlo da più parti ma mi sa tanto di critica snob.

      Io uno così lo porterei in palmo di mano, poi certo, se si crede Dio è giusto dirgli che Dio saprebbe scrivere le sceneggiature ma come Apostolo del gran cinema ci sta, eccome.

      Quando vuoi per Baricco.

      Oh, la finale del calcio a 7 è mercoledì prossimo in teoria... :)

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  5. Bellissima recensione. Non so se 'La grande bellezza' sarà un capolavoro (questo lo dirà il tempo) certo è che è un film magnetico, visivamente magnifico, agghiacciante nel suo messaggio. Un incubo a occhi aperti. Sorrentino, è vero, 'se la tira' molto, ma avercene di film così, che ti fanno commuovere anche solo con la forza delle immagini, e che schierano attori straordinari. Non solo Servillo: anche Verdone ti colpisce al cuore in un ruolo (finalmente) lontano dai sui clichè. Ma la vera sorpresa è Sabrina Ferilli, forse davvero la più brava di tutte. Da rivedere almeno un paio di volte, per afferrarne almeno in parte il senso e la magìa.

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    1. Grande Kelvin, poche righe davvero perfette.

      Le condivido tutte, anzi, praticamente sono la sinossi di quello che ho scritto, siamo sulla stessa lunghezza d'onda.

      Io una seconda me lo vedo, e forse di nuovo al cinema se trovo un'offerta.

      Te ne hai scritto?

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    2. Non ancora, sto elaborando la recensione ma non è facile...

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    3. Io invece ho un grosso pregio/difetto, scrivo sempre a film ancora caldo, al massimo la mattina dopo.
      Questa cosa mi ha creato notevoli problemi con film difficili da elaborare tipo questo ma anche Inception, Dogtooth, Synecdoche e simili, tutti quei film dove le cose da dire sarebbero troppe.
      Magari scrivo cavolate, dimentico cose, sono confusionario etc... ma riesco a scrivere col film ancora davanti agli occhi e le emozioni addosso.
      Sono metodi diversi, certo se questo fosse il mio lavoro mi prenderei molto più tempo e farei tutto un pò più ordinato e, parolaccia, professionale.

      Ciao!

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  6. ANVEDI CHE RECE CHE C'HAI ACCLAPPATO;OH!!!
    Spettacolo! Se il film è la metà di quel che dici, val la pena.
    Dai che forse rivado in sala a guardarmi un italiano.
    DAIDAIDAI.

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    1. Giocher, per quel poco che ti conosco le possibilità che tu lo faccia a pezzettini sono altissime.
      Dipende che rapporto hai con Sorrentino e coi i film ambiziosi.
      Però se lo vedi solo in sala ve bene, altri metodi sarebbero criminali per un tipo di film come questo

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  7. ma che ne so! fino a this must be the place attendevo sorrentino come l'arrivo di san nicolò quando avevo 6 anni. poi se n'è uscito con quella porcheria e ora sto dubbiosa. lo guarderò ma senza fretta.

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    1. Senza fretta de che?

      O lo vedi in sala o dimenticalo, non scherzo

      vai su, te rimborso io semmai

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  8. visto stasera, un film potente, ma...

    devo pensarci, domani ne scrivo

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  9. Gran bel pezzo, Dae. Forse la tua migliore recensione degli ultimi mesi.
    A questo punto la curiosità per il lavoro di Sorrentino aumenta.
    Staremo a vedere cosa smuoverà in me.

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    1. Mamma mia, non avrai mezze misure James, sono sicuro. Oscillerai pericolosamente tra l'abisso e l'infinito, le bottigliate e drink d'ambrosia.

      Grazie per il resto :)

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  10. Non vedo l'ora di vederlo!!!! Anche per me this must be the place è stata una delusione enorme, oltre ad una occasione sprecata di sorrentino di farsi conoscere all'estero come meriterebbe. e poi servillo.. per me è il migliore attore italiano

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    1. Su This must posso darti ragione anche se io, come se vuoi puoi leggere, alla fine me lo sono fatto piacere non poco.

      Su Servillo non c'è nemmeno da discutere :)

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  11. Come mai tutti questi commenti negativi per This must be the place???
    Ok non è certo il suo film migliore, ma secondo me non è manco da buttare

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    1. Ci sta Myers, le aspettative erano altissime e il film fu davvero un pò "strano", prese tutti alla sprovvista nel bene (pochi) e nel male (tanti).

      questo dividerà ancora di più

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    2. si, indubbiamente quel film non è esente da pecche, ma cmq l'ho trovato interessante e Sean Penn è (come sempre) IMMENSO

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    3. this must be the place è una bellissima foto di nulla

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    4. mentre questo è una bellissima foto sul nulla

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  12. Grazie, mi hai trasmesso una grande voglia di andarlo a vedere subito. Grande recensione!

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    1. Ma grazie a te!
      E benvenuto!

      (ora odierai il film e ti maledirai per avermi trovato)

      a presto :)

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  13. spero solo che il film valga un'infinetisima parte di questo tuo post: e già così vorrà dire che è un bel film!

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    1. Se non hai punito l'onnipotenza di Zombie non provare a punire quella di Sorrentino eh, che ti vengo a cercare.

      Mi trovi uno streaming comodo per un cuore in inverno?

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    2. ahahahahh direi che sono due registi un tantino diversi brother ;-)

      Cmq, piccola parentesi, se ti capita tra le mani, dai una letta all'ultimo numero di Nocturno, c'è un intervista a Rob, dalla quale si capisce tutto l'amore che lui ha per un certo cinema, amore che ha voluto omaggiare con le streghette, quindi senza presunzione alcuna, anzi, leggila se hai occasione, è un intervista interessante ;-)

      PS: ieri sera sono andato al cinema per vedere La grande bellezza, arrivo li e la sala era TUTTA piena, zero posti liberi, me ne son dovuto tornare a casa con la coda tra le gambe :-(

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    3. Ma sì, la mia era una provocazione.

      In comune hanno un'autorialità così spiccata che rischiano di perdere di vista il film

      E non ti credere, i due film in un aspetto si assomigliano, entrambi sono quasi privi di sceneggiatura a vantaggio di immagini ed atmosfere.

      Quelle di Sorrentino sublimi, quelle di Zombie... lasciamo perde brother

      ( si scherza eh )

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  14. boh non saprei, quello di Sorrentino è molto introspettivo, quello di Rob è cmq più diretto.

    Ovviamente per me non c'è paragone, Sorrentino è bravo eh, lo rispetto, ma Rob tra film e musica è uno dei miei idoli :-P

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  15. Grazie per quello che scrivi. E' tutto (quasi!) quello che ho provato io guardando questo film ma che non saprei scrivere. Bisogna lasciarsi cullare e incantare dal cinema, sprofondare dentro le immagini di Sorrentino e lasciare che esse a loro volta ci entrino dentro.
    Mi dispiace per la parte finale perché è un pò sbrodolata, la santa è un personaggio sano e di svolta però per me non sufficiente.
    Il pianto del funerale è vero! A dimostrarlo -a parte la bravura di Servillo- è lo sguardo stupito innamorato e tenero della Ferilli proprio perché riesce a vedere nella sua crosta uno squarcio di umanità e 'se ne rallegra' (accenna un sorriso impercettibile quasi).. Secondo me è una delle scene più belle.
    Questa sera l'ho visto per la seconda volta e ne desidero una terza perché un film del genere genera Bellezza, necessaria alla vita.
    Grazie anche perché tanti hanno detto stronzate, o meglio, tanti non sono capaci di lasciarsi cullare e incantare dal cinematografo per cui poi scrivono recensioni che uccidono la semplice e incredibile grazia di poter godere di un'opera d'arte senza doverci sempre aggiungere meschine riduzioni.

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    1. Sono io che ringrazio immensamente te.
      Sono contento che quella mia sensazione al funerale l'abbia condivisa qualcun altro.
      Questo film è pura grazia, concordo.

      ( ma mica sei biancaneve che ha cambiato nome vero?)

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    2. è la prima volta che scrivo! ho spulciato il web per ore in cerca di qualsiasi cosa detta su questo film, così ho trovato il blog!

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    3. E allora sei capitata nel posto giusto Bianca, brava!
      Ogni tanto torna.
      Se cerchi dei film c'è la lista in cima.
      Ciao!

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    4. Grazie! Ci ho già un pò guardato infatti! Non ho trovato Lezioni di piano e La vita segreta delle parole.. Non so se è perché non li hai recensiti o perché non li hai visti.. Guardali!!

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    5. Ho iniziato a recensire solo i film dopo il 2009, quelli che ho visto prima non li ho recuperati.
      Ossia, ho visto Lezioni di piano ma lo recensirei solo se lo riguardo.
      Grandissimo film.

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  16. "Grazie anche perché tanti hanno detto stronzate, o meglio, tanti non sono capaci di lasciarsi cullare e incantare dal cinematografo per cui poi scrivono recensioni che uccidono la semplice e incredibile grazia di poter godere di un'opera d'arte senza doverci sempre aggiungere meschine riduzioni.": pensa, Bianca, che un mio conoscente, alla fine del film, ha detto: "Questa è la grande cagata, altro che bellezza"; eppure, per quanto lo conosca, non è una persona superficiale, non so come mai abbia detto una cosa così insensata. Forse, come dici tu, bisognerebbe essere capaci di lasciarsi incantare dal cinematografaro, e questa non è una capacità spontanea, va allenata gradualmente (so che ognuno, verso un film - come ad un libro, ad un disco o a qualsiasi opera d'arte - deve approcciarsi con totale libertà di gusto, però dovrebbe rapportarcisi anche con un minimo di responsabilità, mai con sufficienza).
    Anch'io non sono ancora riuscito a commentarlo, avrei bisogno di rivederlo più volte (preferibilmente al cinema, a casa forse non renderebbe).
    Verdone poi, con la "malinconia" di cui ha parlato Oh dae-soo, ha fatto breccia una volta di più.

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    1. Discorso perfetto Gianluca.
      La gran cacata non l'ha detto solo il tuo amico e non è nemmeno l'unico non superficiale ad averlo detto.
      Sorrentino ti rapisce, se resisti al rapimento ti fa solo incazzare.

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    2. Che pena chi non si fa rapire da un film... se non ti fai rapire cosa vedi? E comunque parlo di qualcosa che non so perché sono una ontologicamente-rapita ;-)

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    3. Tu stai contenta che ne resti rapita, degli altri fregatene, peggio per loro :)

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  17. http://diobenedicaquestospazio.blogspot.it/2013/05/la-grande-bellezza-di-paolo-sorrentino.html

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  18. Grandissima recensione! l'avevo già letta su filmscoop tra i commenti e mi aveva emozionato, quasi quanto il film(eri te vero, non qualcuno che si è appropriato della tua recensione? :-P) Il mare sul soffitto è pura poesia... forse l'elemento migliore del film insieme al sorriso disperato di Servillo! pellicola straordinaria!

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    1. Grazie Vittorio!
      Sì sì, sono io su filmscoop,te chi sei?
      Oggi torno al mio paesello e vengo a leggerti.
      A proposito, sei toscano di dove?

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  19. E' come una libellula che si posa su un ramo di lilla',come la primavera del Botticelli,come la Pieta' di Michelangelo,come Ave Maria di Shubert.
    Ti tocca il fondo dell'anima e ti lascia il segno,l'abbrutimento lo lasci lontano,dimentichi.

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  20. visto, uhm , mi ha un po deluso, non un brutto film eh, girato divinamente, attori immensi, Servillo sempre grande, idem per il mitico Carlo e ottima e ancora bellissima la ferilli, il problema è che sto giro la lentezza tipica del cinema di Sorrentino, che però negli altri film non annoiava ma anzi coinvolgeva, eh qui si fa sentire, forse è un film troppo complicato, non lo si riesce ad assimilare completamente, ma personalmente è il film che mi è piaciuto di meno della sua altrimenti validissima filmografia.
    Cmq è un film che merita di essere visto e che cmq fa notare come Sorrentino sia uno dei pochi registi italiani che sanno davvero fare cinema

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    1. analisi assolutamente condivisibile Myers. Ma io ne sono stato letteralmente rapito...

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  21. ok, finalmente l'ho visto e sì, decisamente una gran cosa. su due ore e passa almeno 40 minuti sono "di maniera" (cioè, tutto il film è di maniera ma a tagliare alcune sequenze non si stravolge nulla) ma è comunque un gran guardare. non ho ben capito la parte della suora, non ho capito il personaggio, non ne ho capito il senso ma forse un giorno ci arriverò. i miei preferiti: la sguattera e verdone. davvero lo sguardo impanicato al recital è una meraviglia. di sorrentino non parlo, s'è detto tutto ormai.

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    1. Meno male...

      Siamo d'accordo su tutto direi.
      Anche io, come avrei letto, non ho capito le varie sequenze della suora, forse ne avrei preferita una come tutto ll resto, tanti quadri unici messi in galleria.

      Sono contento che anche te sottolinei quel momento di Verdone, l'ho trovato bellissimo.
      Perchè è il raggiungere un obbiettivo e al tempo stesso capire che quello che volevi tanto raggiungere non era quasi niente.
      Bellissimo.

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  22. A me piace molto il fatto che ogni personaggio all'interno del film abbia una sua storia da raccontare, non sembrano solo macchiette di contorno, molti si vedono solo dall'apparenza ma in quasi tutti si avverte che c'è molto di più nel loro carattere, ad esempio la direttrice nana, la pittrice bambina, il ragazzo che si suicida anche il custode di chiavi.
    Tralasciando ovviamente i protagonisti.
    L'unico che mi sembrava un po' troppo stereotipato era il prete/cardinale e a tratti anche la santa che rimane un punto piuttosto ambiguo.

    Bellissima la tua idea di carbonara di Roma con tanto pecorino, sarà perché ora ho fame però rende molto lo spirito del film.
    Secondo me l'oscar se lo prende

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    1. Molto interessante tutto il tuo primo periodo, hai perfettamente ragione. Magari sono tutti personaggi in nuce ma comunque nessuno non è in qualche modo ben caratterizzato.

      Sul prete e sulla suora, come avrai letto, perfettamente d'accordo.

      Sai che te dico? Me la magno stasera la carbonara!

      Se non lo vince ma lo vince Il Sospetto sono contento lo stesso

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  23. credo che si sia superato. sorrentino e' e sara' uno dei piu' grandi registi italiani. e siamo solo al quinto o sesto film. con questo semplicemente si consacra. solo un genio potrebbe fare un film sul tutto e sul niente in una maniera cosi' "semplice". poi il trio regia/fotografia/messa in scena e' come suo solito da manuale. anzi, oltre il manuale. scene studiate nei minimi particolari, costumi e dialoghi che creano un'atmosfera indescrivibile. poi servillo, vabe' lasciamolo perdere. scene come quelle della bambina che dipinge, o della mostra delle fotografie, o della prima festa con arrivo di gep sono difficili da dimenticare. altro capolavoro dopo "le conseguenze dell'amore" e "il divo". senza scordarsi tra l'altro "l'uomo in piu'", un po' dimenticato ma che se la gioca, forse un gradino leggermente piu' n basso, con gli altri suoi.

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    1. Già ero in piena hoffmanite, poi oggi mi torni te e mi commenti il mio film numero 1 e 2 dell'anno scorso con queste parole, mi volete proprio far commuovere :)

      Film straordinario, l'entrata in scena di Jep è la dimostrazione di come con una cosa quasi banale si può creare una sequenza che rimarrà nella nostra piccola storia.

      Se la giocano tutti Ma, tutti.
      Ma qui siamo un passo oltre, forse, come dici, se la lotta con le conseguenze.

      A prop, ma le classifiche le avevi viste? mi confondo ora

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    2. le classifiche le ho viste. solo che non potrei esprimermi molto dato che mi mancano alcuni titoli.

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  24. Il film è una buona accozzaglia di cose già viste, intriso di un certo cinema colto alla Moretti (ma di questo meno convincente). Che dire, è piaciuto agli americano, ha vinto un oscar e allora?

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    1. E allora niente, è piaciuto moltissimo anche a me, mesi e mesi prima degli Oscar, che dire?

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  25. Sono abbastanza in linea con l'ultimo anonimo...Non mi ha stupito, sono storie già raccontate -e meglio- da altri. Il manierismo di regia e scrittura è ben costruito ma non ha stile e spessore intellettuale e artistico personale, o quantomeno è difficile da mettere a fuoco.

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    1. Davanti a queste critiche, che non approvo per nulla, non posso dir niente. Sono ben argomentate, personali, plausibili. Son quelle cattive a prescindere che mi fanno incacchiare.
      Ciao MG!

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  26. La settimana scorsa ho partecipato ad un incontro (bellissimo) con Paolo Sorrentino al Festival del Cinema a Bari, in cui il regista ha parlato parecchio de 'La grande bellezza'; vi riporto vari stralci dei suoi interventi perchè credo siano molto interessanti per la lettura del film:

    - "Con “La grande bellezza” io volevo raccontare tutto (lo dico sempre e la cosa suscita il riso ma è in realtà quello che volevo fare, e in questo senso il film è veramente ambizioso), proprio tutto quello che c’è, non solo Roma, non solo l’Italia, volevo raccontare tutti gli stati d’animo possibili, ovviamente l’ambizione sta non nel riuscirci, sta nello stabilire un tetto e non arrivarci mai, stare molto al di sotto; quindi non è che volevo raccontare una cosa precisa, volevo raccontare tutte le possibili forme di disperazione e di gioia degli esseri umani, tutte le possibili forme di conflitto, tutte le possibili forme di bellezza e di bruttezza, certo ne ho colte alcune, altre non le ho colte, però è questo il tentativo – malsano – che muove questo film. Ovviamente quando cerchi di raccontare il tutto corri seriamente il pericolo di sfociare nel niente, infatti le uniche critiche negative che condivido sono quelle che motivano la superficialità del film, perché quello è un rischio possibile nel quale il film è caduto, cioè nel voler raccontare tutto si finisce per sfiorare superficialmente le cose; però era una cosa che mi andava anche bene perché il protagonista galleggia dentro una superficialità ed ha orrore di qualunque forma di profondità."

    - a proposito del protagonista, Jep Gambardella, Sorrentino ha detto che rientra nella categoria delle figure che lui più ama: gli asociali. “…cioè queste figure - ha aggiunto - che stanno a fatica dentro la società, non che siano trasgressivi o che cerchino di andare contro il sistema, ma che hanno una forma di disagio piuttosto vistosa nello stare in società, quindi creano un minimo di conflitti interni, interiori; perché una delle ragioni dell’asocialità è la paura di affrontare il conflitto col prossimo, quindi lo rimandi dentro te stesso…io ho fatto questo…Andreotti era un asociale, anche se era apparentemente l’uomo più sociale del mondo, ma di fatto lo era molto poco, per tante ragioni, così come lo è il protagonista della Grande Bellezza, che è un grande frequentatore di avvenimenti sociali, che vuole rimandare continuamente l’appuntamento con se stesso. C’è un libro meraviglioso di Garboli che si chiama “Storie di seduzione”, in cui ci sono i ritratti di vari letterati, tra cui un ritratto bellissimo di Delfini, che era uno scrittore che viveva in provincia e che non vedeva l’ora di arrivare a Roma e di tuffarsi dentro la vita mondana dell’epoca; e Garboli spiega come poi Delfini anelasse a queste feste, ma non perché chissà che cosa accadesse, lui non faceva niente, di fatto aveva la possibilità di starsene in disparte a guardare gli altri ballare, ed era sempre quello che non voleva mai che finissero queste serate: c’è sempre, nelle serate fra amici, quello che non vuole che finiscano, perché è quello che ha più problemi a tornare a sé, e quindi in questo senso Gambardella è più asociale di Andreotti, e non si scosta da questa mondanità per orrore, perché poi l’orrore di sé è sempre superiore a quello degli altri, e lui lo sa."

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  27. - "Forse il fatto che Jep faccia discutere, insieme a tutto il film, è proprio perché è un essere umano consapevole dell’errore, ma per tante ragioni persevera nell’errore, e questa è una condizione molto diffusa, sia a volte perché siamo forzati a vivere così, sia perché, pur avendo la libertà di sfuggirvi, non abbiamo la forza; è così: il personaggio persevera nell’errore, pur sapendo che la sua vita è un errore."

    - sempre a proposito della sua ultima opera, Sorrentino ha parlato di quella che potremmo definire una sorta di educazione di chi guarda: "Si dovrebbe partire da un patto tra film e spettatore: il patto è che lo spettatore va a vedere un film: dunque non il catalogo onnicomprensivo di una città o di un mondo, bensì il frutto di quello che chi ha fatto il film vuole o non vuole raccontare; e quindi questa sua scelta va rispettata, nella misura in cui è un gioco: oggi io dico delle cose e tu mi ascolti, la prossima volta tu dici delle cose ed io ti ascolto. Ora poi un film non deve essere necessariamente una rappresentazione veritiera della realtà: questo è pacifico dappertutto, in Italia no. Un’opera cinematografica deve essere coerente, verosimile al suo interno, ma non deve essere la rappresentazione della verità, perché altrimenti il film non potrà mai essere bello: io, volendo rispondere alle critiche per cui ho rappresentato Roma senza i turisti che effettivamente la affollano, i turisti potrei pure aggiungerceli, ma poi uno mi dirà: ‘Eh, e le periferie?’, e poi io metto le periferie e un altro mi dice: ‘Eh, ma le trattorie?’…allora un film è il frutto di quello che pensa chi l’ha fatto, di quello che ha inventato, e non solamente un racconto della realtà: quelli sono documentari o servizi giornalistici. Quindi le critiche, in tal senso, sono il riflesso di un’ignoranza.".
    A questo proposito mi è venuto in mente un parallelismo con lo scrittore Alessandro Baricco: ecco cosa ne pensa lui circa l'essenza letteraria del personaggio di Fantozzi: "Non è il caso di esagerare, ma Fantozzi era geniale, poche storie. Spesso l’ho visto disinnescato da una lode che, per me, suona come un perfido calcio in culo: dicevano che era lo specchio esatto di una certa Italia. Mah. Io lì sono viziato da un pregiudizio che mi è sempre stato caro: non credo si faccia letteratura per specchiare una qualche realtà locale, che sia un quartiere o una nazione. Non credo che Dickens fosse grande per i suoi affreschi della Londra ottocentesca, e se leggo in un risvolto che il tal romanzo mi promette l’affresco mirabile di una certa realtà contadina, scappo. Lo faccio con molto rispetto, ma non riesco a impedirmi di pensare che usare la letteratura per dipingere un paese, villaggio o nazione che sia, non è molto differente dal chiamare Sherlock Holmes per scoprire dove diavolo sono finite le forbicine per le unghie. Cercale, verrebbe da dire. Basta un buon giornalismo, verrebbe da dire, se il problema è raccontare l’Italia. Lascia che i libri, nella loro accezione più ambiziosa, si occupino di altre cose. Paolo Villaggio, ad esempio, si occupava di un’altra cosa. ‘Fantozzi’ rispecchia una certa realtà italiana, ma soprattutto la deforma alla grande, la ridisegna con genio surrealista, e sostanzialmente la restituisce inservibile, quindi preziosissima: una visione. […] non stava raccontando un Paese (o magari sì, ma come pretesto, come motorino d’avviamento). […] stava raccontando, sì, ma un’altra cosa. Se un bambino mi arrivasse con ‘Fantozzi’ in mano e mi chiedesse dritto dritto “Cosa racconta?”, io saprei la risposta. La tristezza, direi."

    Spero siano spunti stimolanti :)

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    1. Grazie Gianluca, è tutto starordinario. Anzi, ora spammo tutto via fb. A proposito, ci sei lì?

      Quando avrò tempo magari scrivo due parole in più, il problema è che è troppo! :)

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    2. Sì ci sono, ma più che altro per 'osservare', non pubblico niente; in ogni caso preferisco seguirti qui sul blog.

      Appena puoi scrivine, sono curioso di sapere cosa ne pensi.

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    3. Ma non era mica per questo, pensa che nemmeno ce l'ho il blog su facebook. Era solo perchè volevo condividere quello che hai scritto in bacheca per farlo leggere. L'ho fatto e qualcuno ha commentato. Comunque per ogni cosa sono Giuseppe Armellini.

      C'è da scrivere un libro qua sopra...
      Vediamo :)

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  28. Ah ok ok, comunque ho visto i vari commenti :)

    E allora, se proprio non vuoi scrivere il libro sulla videoteca (sic), scrivilo su questo... ;)

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    1. Quello sulla videoteca mi tormenterà tutta la vita. Ma ero lì, avevo quel pc davanti e non c'ho pensato un attimo a buttarlo, ho voluto buttar via tutto. E ormai non si torna indietro..

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  29. Guardavo il film e, pausa, sono andato a bermi un bicchiere d'acqua.
    Di là in tele passava Benigni, non so che programma fosse (poi mi è stato venduto come bello), ho avuto solo il tempo di sentire la frase sul comandamento che "in sè, riassume tutti gli altri, e tutti gli insegnamenti biblici: ama il tuo prossimo come te stesso".
    Uh.
    Non so come continuasse il discorso, con commenti positivi o negativi, però tornando alla grande bellezza quelle parole non possono che essere suonate come una condanna.

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    1. Hai una classe nel fare commenti che Sorrentino, per quanto sia bravo, se la sogna.
      Complimenti ;)

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due cose

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