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24.7.15

Recensione: "Big Bad Wolves"


Arriva da Israele un film che per violenza e sarcasmo strizza molto l'occhio a Tarantino.
Un meraviglioso prologo e un gran finale.
In mezzo, purtroppo, una stasi abbastanza evidente che rischia di rovinare premesse e conclusioni.

Il bambino conta appoggiato all'albero.
Le bambine vanno a nascondersi.
Trovano una casa diroccata, vuota, abbandonata.
Una si chiude dentro l'armadio, l'altra decide di tornar fuori e si infila in un tubo di cemento.
"Tana" fa il bambino alla bambina nel tubo.
Nessuna tana per l'altra, nell'armadio è rimasta solo una scarpetta rossa.
Prima del bambino l'aveva trovata un orco.

Un prologo folgorante, uno di quelli che poi per il resto del tempo ti fa quasi campare di rendita, per un film quasi impossibile da catalogare, uno di quelli che vira quasi sul comico quando sta per farsi terribile, e poi torna ad esser cupissimo un istante dopo che ti eri appena rilassato.
Non è solo questo poi, perchè sottotraccia, ma nemmeno così tanto, Big Bad Wolwes ha anche risvolti politici non indifferenti, con questa accusa/parodia alla crudeltà dello Stato Israeliano e a tutte le sue paranoie.
A tal proposito già cult la scena dell'inoffensivo arabo a cavallo di cui il protagonista, un cinico poliziotto israeliano (una specie di mix tra Fassbender e Carrel), si sente minacciato senza alcun motivo.


Storie di bambini scomparsi, altri trovati morti, vendette personali che si mischiano alle indagini, ufficiali e non, della polizia, torture clandestine dei sospettati. Insomma, tematiche affascinantissime che hanno prodotto tanta bella roba questi anni, come Mr Vendetta, Gone Baby Gone e Prisoners (che secondo me per struttura è quello che gli si avvicina di più).
Quello che differenzia questo film da tutti questi citati qua sopra è un humour nero marcatissimo, a volte quasi flirtante col demenziale o col comico. I siparietti famigliari del padre della bambina, alcune battute veramente notevoli ("non troverebbe un cadavere nemmeno al cimitero", "In quel caso dovremmo violare anche ogni foro del suo corpo, lo fai tu?"), un continuo smorzare la tensione quando questa sta per farsi massima (non è un caso che tutte le interruzioni della tortura arrivino un attimo prima dei momenti più forti), insomma, Big Bad Wolwes sembra affrontare il genere con la brillantezza e il sarcasmo tarantiniano, c'è poco da fare.


In realtà questo è un film che avrebbe potuto avere tutto per essere strepitoso ma ha un problema strutturale fortissimo secondo me.
La sceneggiatura, dopo quel fantastico prologo e la prima mezz'ora che ci aveva aperto parecchie strade (seguendo ogni volta personaggi e vicende diverse), di colpo si ferma. E non si ferma solo come brillantezza, ma anche spazialmente visto che un'ora e dieci dell'ora e 40 totale del film la passiamo nello stesso luogo. Niente di male, anzi, amo i film in un'unica location, il problema è che Big Bad Wolwes non va più avanti, è un continuo reiterarsi di situazioni e un allungamento esasperato di altre. Gli unici lampi vengono allora affidati agli intermezzi comici o all'improvviso arrivo del padre/nonno, quasi un deus ex machina visto il rischio noia che quella stasi stava rischiando di farci correre.
Un peccato madornale a mio parere.
I personaggi sono tutti, ma proprio tutti, negativi e violentissimi, anche chi non lo sembra... Ma il sarcasmo del film sta nel renderli ridicoli, grotteschi, macchiette. Ad esempio i due torturatori padre e figlio (ma quello 45 anni? ne dimostra più di 60) sono tenuti a bacchetta entrambi dalla madre/moglie, e solo attraverso il telefono.


Tante le scene molto violente, anche se mai a livelli insostenibili a dir la verità. Molto interessante per lo spettatore non riuscire assolutamente a capire fino in fondo e con certezza se quell'uomo sia colpevole o no, punto di contatto molto forte con il sopracitato Prisoners.
Arriviamo così alla fine e la magia del prologo ritorna ancora una volta.
Un film che ha quindi nei suoi due estremi i momenti migliori.
E che con un pò più di cura ed inventiva in mezzo poteva essere strepitoso.

14 commenti:

  1. Un filmone per cui rendo omaggio a Tarantino, probabilmente senza la sua parola difficilmente sarebbe riuscito a farsi conoscere come si deve.
    Io la stasi non l'ho patita né l'ho trovata un limite, anzi, l'aver saputo mantenere la tensione e l'ironia ad alti livelli pur confinati in un luogo, me lo ha reso ancora più una gran bella visione.

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    1. Ecco, la stasi non l'hai patita, frase perfetta.
      Perchè che la stasi ci sia è dato oggettivo, che poi si patisca no.
      Dico oggettivo Lisa in maniera molto empirica. Se dal minuto 40 (ad esempio) andiamo al 70 possiamo tranquillamente andare avanti. Nessun film, anche quelli in una sola location possono permettersi di non "andare avanti" in qualche modo.
      Per il resto mi è piaciuto moltissimo

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  2. Per me un ottimo film, anche se come giustamente dici anche tu, non perfetto.
    Ad ogni modo, ce ne fossero!

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  3. Ti dirò, la stasi di cui parli non l'ho proprio percepita. Anzi, mi aveva saputo mettere ansia e disagio come pochissimi altri film sono riusciti a fare di recente.

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    1. Addirittura?
      No, forse perchè avvezzo al genere e perchè la parte "comica" secondo me era superiore a quella drammatica devo dire la verità che st'ansia così forte non l'ho provata. Bene così!

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  4. Io non ho percepito nulla, non ho visto il film... la tua recensione m'incuriosisce, il riferimento a Tarantino, prologo, stasi... vedrò. A presto

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    1. L'unica che mi dà ragione al 100% è chi non ha visto il film, emblematico ;)

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  5. Per me è gia strepitoso così, mi è piacuto tanto per quell'ironia cattivissima e quella violenza mai veramente estrema

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    1. E' vero, di estremo non c'è nulla e avrei tanto voluto goderne a pieno come voi senza quella mezzoretta di noia dovuto al blocco di sceneggiatura ;)

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  6. Ciao! Ho visto questo film al TFF e l'incipit mi aveva fatto sperare che il film fosse tutto a quel livello di stile. Cosa che non e`, ma comunque resta uno di quelli che ho piu` apprezzato li`, anche se ci sono dei buchi di sceneggiatura che si mangiano via delle minutate di film non proprio indifferenti. Ma che incipit, accipicchia!

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    1. Miriam, quali buchi?

      Magari se ne parla.
      Meno male che c'è qualcun altro che pur apprezzandolo conferma il calo "interno" e qualche difettuccio ;)

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  7. Visto ieri sera. Beh, che dire. Era in lista da tanto tempo. Già il titolo mi aveva fatto sperare in qualcosa di buono. "Grandi Lupi Cattivi". Ah, quanti ce ne sono. E poi un film israeliano. Ho l'occhio che pende quando si tratta di film che non sono americani. Spagnoli, greci, francesi, australiani (li adoro). Ma americani basta. E dunque, mi ispirava. Comincia davvero magnificamente, come hai detto anche tu. Il prologo è davvero fantastico. Rallentato, con una musica che fa presagire tutto tranne che qualcosa di brutto di sottofondo. E davvero si potrebbe campare di rendita con quello, ma non basta. Nel complesso il film mi è piaciuto, ma niente di particolarmente esaltante. Molto bella la scena in cui il professore ritira i compiti in classe e legge le scritte che lo ritraggono come un mostro. O anche la vignetta del ragazzo, che il professore guarda senza battere ciglio. Ma tutto il resto mi ha dato anche abbastanza fastidio. Il pestaggio del professore sembra estremamente finto e fastidioso, con l'altro poliziotto al telefono che si lamenta e basta. Personaggi assolutamente grotteschi, e questo è un bene. Primo fra tutti il padre quarantacinquenne la cui figlia è stata uccisa. Per una buona parte del film ho pensato che fosse lui stesso l'orco. Per non parlare del padre di quest'uomo. Assolutamente raccapricciante. Scena degna di nota, secondo me assolutamente grottesca, da brividi, è quando la moglie lo chiama al telefono e comincia a chiedergli "se ha mangiato il brodino, ha preso la pasticca, ecc...". Evidenzia un chiaro disturbo, a mio parere. E poi il finale è piaciuto anche a me, sconvolge la situazione. Ciò che si era creduto buono fino alla fine è in realtà un essere spregevole. Ma ripeto, per il resto non mi ha dato niente. Sarà che io il thriller-horror mischiato con il comico non lo sopporto proprio. Fatto sta che è assolutamente una pellicola grottesca e a chi piace il genere magari lo può apprezzare più di me.

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    1. Sai Sofia che quando vidi questo prologo mi era venuta in mente una delle mie solite liste? appunto sui prologhi. Poi pensai che se già per le liste di altro tipo, quelle tematiche, il mio lavoro neuronale era alto (famri venire in mente tutti i film, trovare quelli accomunati da qualcosa) qui diventava pazzesco, non solo dovevo ricordarmi i film, non solo le scene, ma la PRIMA scena. magari farò che ogni volta che me ne viene in mente uno lo appunto da qualche parte, quando arrivo tipo a 10 o 15 lo faccio ;)
      Ti capisco moltissimo... Anche io prediligo di solito il cinema non americano. Ma credo sia un errore eliminarlo del tutto, produce anche perle, e spesso anche coraggiose e piccole. Sì, il cinema australiano è grande.

      Ora non ricordo tutto il film e nemmeno la mia recensione (non le rileggo mai, mi fa strano), quindi non sono sicuro di quello che dico. Ma credo che la penso esattamente come te. Si va troppe volte oltre le righe, si esagera, si perde la misura. Il grottesco e' di per sè un "oltre" ma non può andare oltre a sè stesso. Altrimenti perde anche alcune sue caratterisrtiche (quello che penso sul grottesco l'ho scritto nella recensione de Un piccione seduto...).
      Come al solito hai grande occhio per le piccole cose, ma tanto a complimenti te ne ho fatti pure troppi ;) (ma meritatissimi)

      ecco, io invece ho un buon rapporto con l'horror comedy. Ma se lo è fino in fondo. Quando un film poteva essere altro e poi svacca non lo sopporto. Mi è sembrato troppo disomogeneo

      ciao!

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