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13.4.16

Recensione "Carnage"


Quattro adulti in una stanza.
Uno spiacevole episodio da chiarire, nulla più.
E invece, in solo un'ora, tutto quello che erano o facevano finta di essere crollerà al suolo, lasciandoli stanchi, nudi e veri come forse non erano mai stati prima.

Per deformazione passionale ho sempre adorato i "film di sceneggiatura".
Trovo affascinante che un film possa esser grande basando quasi tutta la sua forza sulla scrittura, senza badare tanto a regia, effetti, movimenti di macchina, location, scene spettacolari o altro.
Per questo mi hanno sempre attirato i film in spazi chiusi, quelli dove lo sceneggiatore deve mettersi là a scrivere potendo fare pochissimo affidamento a vie di fuga, "aiuti dalla regia" o dalla macchina cinema.
Non è un caso che molto spesso i film di sceneggiatura in spazi chiusi vengano da pieces teatrali. Senza generalizzare - che di esempi inversi ce ne son tantissimi - è indubbio che il testo, a teatro, sia quasi sempre più importante che nel cinema.
E di chiara matrice teatrale è questo ennesimo grande film di Polanski, uno dei massimi registi contemporanei, pochi cazzi. Uno che nella vita privata ha avuto così tante vicende pazzesche (i campi di concentramento dei genitori, il massacro di Manson, le accuse di pedofilia e violenza) che a volte ci si dimentica del suo lato artistico.

Io non ho visto moltissimo di suo, lo ammetto(5, forse 6 film), ma quello che ho visto basta.
E avanza.
Polanski va sul sicuro, prende 4 fenomeni d'attori (e certo, che mica solo le sceneggiature bastano) e li mette dentro una bella e grande casa. Devono parlare di un increscioso episodio, ovvero che ha visto il figlio di una coppia dare 'na bastonata in faccia a quello dell'altra, "sfigurandolo", dicono i genitori di questo.
Sembrano tutti essere d'accordo, sembra tutto a posto, la coppia di ricchi se ne può andare, ma per una serie di piccole coincidenze, mezze frasi e mezzi gesti non solo nessuno se ne andrà mai, ma la situazione degenererà in quel "massacro" (psicologico certo, ma non solo) che il titolo richiama.



Arrivo tardi su questo film e quindi è probabile che il primo riferimento che mi viene in mente lo abbiano fatto altri, magari tanti altri. Ma io c'ho visto L'Angelo Sterminatore di Bunuel, specie nella prima parte. Sembra che una forza misteriosa abbia impedito (almeno in 4 occasioni) alla coppia Waltz/Winslet di uscire, sembra che da quella stanza non lo si possa proprio fare. Vi giuro, ho vissuto una sensazione strana, quasi da thriller, perchè io sapevo che questo film fosse ambientato tutto in un interno e allora ogni volta che i due arrivano alla porta, in due casi persino all'ascensore, sentivo una specie di apnea derivante da una forza attraente che li avrebbe riportati dentro. E' difficile descriverlo.
Tra l'altro, se ci pensate, L'Angelo Sterminatore, poteva essere stato benissimo il titolo di questo film, anzi, forse lo sarebbe stato con più facilità di comprensione di quello di Bunuel (sterminatore - massacro, interessante).
Comunque...
Le tematiche dentro Carnage, volendo, sono infinite.
Sociali, di casta, famigliari, psicologiche, di "genere" e, non da ultima (grazie a quel nascosto ma splendido epilogo sul parco), generazionali.
La Foster è probabilmente il personaggio più insopportabile (ma del resto lei è una delle attrici più insopportabili, bingo), una donna frustata che ha sì mille qualità -l'impegno sociale, l'amore per il figlio, un'evidente senso morale- ma le restituisce con una pesantezza ed un egoriferirsi che non se reggono. Una di quelle donne "forti" sì, ma talmente poco elastiche mentalmente che una vita da single, per quanto mi riguarda, sarebbe preferibile.


La Winslet (chetelodicoafacomerecita) è invece una donna molto intelligente che cerca di darsi un ruolo sociale e famigliare che probabilmente, anzi, sicuramente, non la rendono felice. Succuba del marito, riuscirà forse per la prima volta, in questo tempo reale in cui si svolge il film, ad avere una reazione come si deve.
Waltz, suo marito, è un mezzo misogino, una persona che è prima il suo lavoro e poi tutto il resto, un dominante, uno che se ne frega del mondo intero. Ma è innegabile un suo delizioso paraculismo, un suo prendere sottilmente in giro, una sua acutezza che, in alcuni casi, affascinano. Del resto Waltz è la faccia giusta del paraculismo, sempre. Curioso il grugnito che fa quando ride, una sporcatura naturale ed incontrollabile al suo essere tutto di un pezzo.
Reilly almeno per un tempo sembra il personaggio che l'ha reso più celebre, quello di Magnolia. Buono, conciliante, un pò impacciato. Poi verrà fuori anche lui, come la Foster, come la Winslet, esplodendo uno sfogo che covava dentro da anni (Waltz pare l'unico che non ha problemi, nè cose da rinfacciare, nè scheletri nell'armadio, ma fondamentalmente perchè non gliene frega un cazzo di nessuno).

La famiglia come concetto viene distrutta, anche nell'amore filiale.
Il nervosismo sale sempre di più, le facciate vengono divelte, tutti diventano nudi mostri che provano a mangiare l'altro.
La scena del vomito (e tutto quello che ne consegue, comprese anche tutte le liti del finale che altro non sono, se ci pensate, un vomitarsi addosso cose), i dialoghi sul criceto, l'improvvisa alleanza misogina tra Waltz e Reilly, son tanti i momenti di altissima scrittura.
Purtroppo credo che la deriva alcoolica peggiori il film, lo renda a tratti troppo macchietta. Si stavano raggiungendo momenti molto drammatici, in un climax simile ad un altro film di Polanski, La Morte e la Fanciulla. Vedere loro ridere in quella maniera per il cellulare in acqua, ad esempio, mi è sembrato esagerato, un tono da commedia brillante troppo marcato. Perchè Carnage sta sempre lì, a cavallo tra il comico e il drammatico, il brillante ed il profondo, dando però l'impressione, a volte, di una coesione non perfetta. Più che di coesione parlerei di una grandissima occasione mancata perchè io, a quel punto, il climax l'avrei portato sempre più in alto, senza annacquamenti.
Trovo addirittura inspiegabile come Waltz, disperato per la distruzione del cel (perfettamente in linea con tutto quello che c'è prima) dopo 10 minuti non solo se ne dimentichi, ma "tratti" sua moglie meglio di prima. Impossibile una redenzione in un personaggio del genere, impossibile.
Probabilmente nemmeno a uno come me a cui non frega nulla del cellulare non sarebbe passata così presto, figuriamoci ad uno che lo anteponeva a qualsiasi altra cosa (non dimentichiamo poi che lui stesso dice che "ha tutto là dentro").


Insomma, Carnage finisce nel modo stanco, sfinito e quasi surreale con cui finisce una sbronza.
Ma è l'ultima immagine ad essere geniale.
Quattro adulti che si sono massacrati, quattro adulti che hanno distrutto per sempre i loro rapporti.
Per chi? Per due figli che stanno già di nuovo giocando insieme.
Due minuti nascosti nei titoli di coda che hanno dentro più cose sulla differenza tra il mondo adolescenziale e quello adulto di interi film sull'argomento.


(voto 8 )

25 commenti:

  1. Bellissima rece Giusè, come sempre del resto. Complimenti.
    A me il film è piaciuto molto ma per lo più per l'interpretazione dei 4 attori e non tanto per la storia in se visto che al teatro sceneggiature del genere se ne contano zilioni di cui molte sicuramente superiori dal mio modesto punto di vista.
    In lingua originale è fantastico e lo consiglio a tutti.
    Dvd acquistato ed in filmoteca, ma paragonarlo alla morte e la fanciulla secondo me è troppo lusinghiero per Carnage...senza far torto ai 4 grandi interpreti di Carnage l'accopiata Weaver-Kinsley è stata un'altra cosa....Ripley contro Gandhi ha del metafisico :-) Sul tuo voto finale concordo!

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    1. Te rispondo subito Giovà.
      Intanto perfettamente d'accordo, ora non so che voto misi a La morte e la fanciulla ma nella mia testa quest'ultimo è quasi un punto sopra, non foss'altro per la sua atmosfera allucinante e la sua originalità (diciamocelo, di inferni/interni come Carnage ce ne sono tantissimi, di situazioni come l'altro film nessuna, geniale, intensissima e con anche fortissime connotazioni sociali e storiche).
      E poi il paragone stava appunto nel puntualizzare come i difetti riscontrati qua non l'ho invece trovati di là. Insomma, il climax de La morte e la fanciulla è perfetto...
      E lo scontro Weaver-Kingsley è impressionante, non me lo levo dalla testa.
      Mi è dispiaciuto un sacco vederlo doppiato, ma era in full hd e non ho voluto cercar altro. Specie nelle parti ubriache credo che la lingua originale fosse quasi obbligatoria.


      grazie!

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  2. Verissima la considerazione che pare insistere una forza di gravità centripeta che impedisce ai protagonisti di abbandonare/far lasciare la casa costringendoli a restare chiusi in quel cerchio asfittico delle proprie convinzioni che assume i connotati di una prigione a tempo.
    Però è un film a mio parere troppo urlato. Il regista pare perderne il controllo e soccombere sotto gli eccessi dell'istrionismo attoriale.

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    1. Credo che l'ultima tua considerazione sia perfettamente in linea anche con la mia. Come avrai letto anche io ho sopportato meno la parte alcoolica, piena di ottimi momenti, forse un paio anche dei migliori, ma eccessivamente carica e lunga (e in un paio di momenti poco credibile per me).
      Sì sì, centripeta proprio. E la vivevo io stesso, ti giuro che è stata una sensazione strana. "Sapevo" che sarebbero tornati dentro ma non riuscivo a capir come

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  3. Il finale è geniale c'è poco da dire. Non solo per i ragazzi, c'è pure il criceto.

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    1. E' vero.
      Insomma, le due tragedie che sono alla base del film, figli e criceto, in realtà sono due bolle di sapone

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  4. Piú che geniale il finale è reale. Se fosse stato un fatto realmente accaduto si sarebbe concluso così.

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    1. Sì sì, appunto, la mia ultima frase proprio questa "realtà" voleva esaltare.
      Ma resta il fatto che ci viene mostrato in maniera geniale, sui titoli di cosa, quasi fosse uno sfondo, roba che alcuni manco se ne saranno accorti.
      In più io non me l'aspettavo proprio, quindi il "geniale" per me sta anche nella scelta.
      Oh, che poi sarebbe da controllare se tutta sta roba c'è anche nella piece, vallo a sapè...

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  5. Già. Cmq sono d'accordo sul finale narrato in modo originale, tutto fa pensare che sia suo, non è la prima volta che Polanski ci sorprende, specie nel finale.

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    1. Penso al finale de L'inquilino del terzo piano, che finale...

      Così, uno a caso

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    1. Non sapevo l'avessi visto.
      In effetti, credo, mancavo solo io, ahah

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  7. Gran bel film, scritto, girato, interpretato benissimo. Concordo con la tua recensione :)

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    1. Grazie mille Michele.
      Ad un certo punto pensavo che potesse essere ancora più grande. Poi perde un pelo secondo me.
      La morte e la fanciulla invece è un crescendo perfetto.
      Ma, insomma, gusti ;)

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  8. cadencotarde brazdevede

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    1. Rumeno?
      Serbo?
      E' un complimento?
      E' un'offesa?
      Nel primo caso grazie!
      Nel secondo caso Grazie!!

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    2. Ormai sei internazionale. stai attento a quel che vedi stasera il kgb è già sulle tue tracce.

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    3. Una volta era un blog rispettabile, magari non internazionale ma rispettabile

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  9. Carnage è una delle rappresentazioni più fulgide di un film che si svolge tutto in una location, di cui Polanski già ci ha abituati, per esempio anche nel successivo Venere In Pelliccia. Io sono anche più alto col voto e ai tempi mi ricordo che lo vidi al cinema e non mi sembrava il prefinale avere queste dissonanze che metti in evidenza. Cmq grandissimo cinema, quasi un cult.

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    1. Devo vedere Venere in pelliccia ma per la quinta volta ci tengo a dire che secondo me La morte e la fanciulla non si batte ;)

      a un competente come te voglio appuntare il fatto di unica location, ne avevamo parlato in quel post, perchè il termine location può avere anche un significato molto più ampio di una stanza o di una casa

      No no, certto, il prefinale è solo problema mio, mi è sembrato andare un pelo indietro rispetto al clima ormai irrespirabile e pericoloso che aveva creato. Credo che la faccenda del cellulare sia un errore oggettivo ma tutto il resto è solo mia percezione

      grande cinema Revu

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    2. Molto bello ancora Venere In Pelliccia, ma come sai con Polanski difficilmente si sbaglia, negl'ultimi anni per me non ha sbagliato un colpo ;)

      La Morte E La Fanciulla non so se è il migliore di questo trittico ma sicuramente è opera più sconosciuta e per questo deve essere più sponsorizzata perchè altrettanto meritevole, e forse proprio perchè più sconosciuta colpisce ancora di più ;)

      Grazie per il "competente" :)

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    3. Vedi, è proprio il soggetto del film con la Weaver ad essere per me immensamente più interessante e coinvolgente. Geniale come in una sola stanza si possa trattare una cosa grande come quella, gigantesca.
      E quell'atmosfera quasi apocalittica. Mi ricorda molto come atmosfera Una pura formalità.
      Ma gli altri due restano due filmoni, anche se uno non l'ho ancora visto

      vabbeh, se non sei competente te...

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