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23.5.16

Recensione: "Southbound"


Un film a episodi particolare, molto interessante.
Mix di generi, assimilabile per certi versi ad un vecchio Confini della realtà dei tempi che furono (anche se con derive più horror e sanguinolente a tratti).
Assolutamente non perfetto, debole sotto molti aspetti, eppure assolutamente potente e coerente nella tematica e nella metafora che porta avanti.
Vari personaggi si ritrovano in un luogo perso nel nulla, "a sud". Nessuno riuscirà più ad andar via. O forse sì, forse c'è una chiave per riuscirci.



vado molto di letture ed interpretazioni personali, sarebbe più bellino che leggiate, semmai, dopo. In ogni caso ho cercato di spoilerare il meno possibile. Ripeto, il meno possibile, non del tutto...

Ero convinto, dalle due/tre frasi che avevo letto al riguardo, di trovarmi davanti ad un horror antologico ad episodi. E invece mi sono ritrovato davanti un horror antologico ad episodi una cosa abbastanza simile ma sostanzialmente diversa.
Vedete, ci sono horror (o film) antologici in cui ogni singolo episodio è completamente staccato dagli altri (penso a "11 settembre 2001" ad esempio, caratterizzato da 11 film singoli accomunati solo per tematica che, in questo caso, è ovviamente quella dell'11 settembre), antologici in cui c'è comunque una cornice diegetica in cui inserire, in modo più o meno pretestuoso, i vari episodi (penso a V/H/S ma anche al Creepshow dei miei tempi) e poi cose come questo Southbound, ovvero un film senza stacchi tra gli episodi e senza cornice ma da considerare comunque come film a episodi. Insomma, per restare sempre al cinema horror non tanto conosciuto, siamo davanti ad una cosa alla Trick 'r Treat, anche se in quel caso la costruzione temporale e il montaggio erano tutt'altro che lineari.

Qua, per capirsi, abbiamo la prima storia che nel finale si interseca con la seconda che poi, a sua volta, nel suo finale si interseca con la terza e così via, così da darci un film unico senza alcuno stacco. E, alla luce del finale -ottimo- questo concetto di film unico ed omogeneo viene ancora più fuori.
Ma allora cosa lega questi 5 mediometraggi?
La tematica ovviamente. E anche l'ambientazione, visto che per qualche strano motivo ci troveremo sempre in quel pezzo di terra, a "sud", nel bel mezzo del nulla.
La cosa buffa è che la tematica e la location sono praticamente la stessa cosa in questo caso.
Ma andiamo per ordine.


Southbound ha almeno 3 meriti.
Il primo è quello di esplorare diversi generi o sottogeneri.
Abbiamo la fantascienza nel primo episodio, una specie di thriller demoniaco nel secondo, lo splatter nel terzo (ma uno splatter, vedremo, dolorosamente umano), l'horror un pò più classico nel quarto e l'home invasion nel quinto.
Per capirsi, vedendo tutto questo mix di stili e suggestioni, il rimando più forte che mi viene da fare per questo strano film è il "nostro" celeberrimo Ai confini della realtà.
Il secondo merito è quello di portarti piano piano verso quella che poi, in maniera ad un certo punto anche troppo esplicita (peccato) è la tematica principale del film, ovvero l'inferno. Inferno visto come luogo nel quale espiare le proprie colpe o i propri sensi di colpa (oh, son cose diverse, opposte a volte), inferno visto come luogo dal quale è impossibile andar via (e infatti nessuno nel film riesce ad uscire da quella zona), inferno personale o collettivo.
Del resto c'è un elemento comune in tutti gli episodi, ovvero una trasmissione radio con qualcuno che parla di colpe, scelte, inferni e redenzioni.
C'è veramente di tutto. Nel primo episodio i protagonisti hanno fatto qualcosa di veramente sbagliato, un pluriomicidio. E trovarsi là è quello che meritano. Ma cosa sono quei mostri simil-Alien che li seguono? Beh, con una botta di culo io l'ho capito subito, ma non preoccupatevi, prima o poi lo capirete anche voi...
Nel secondo episodio invece la colpa è minore, e anche noi spettatori non riusciamo a capire quanto sia effettiva. Sta di fatto che tre ragazze si ritrovano nella casa di una famiglia di pazzi. Una di loro tre in passato ha commesso un errore che ha costato la vita di un'altra ragazza. Forse, è questo il motivo per cui si trova lì'. Per cui tutte si trovano lì. Per cui tutte devono essere punite.



Nel terzo episodio invece la colpa è ancora meno grave, solo un incidente (stradale). Quindi il protagonista si ritrova in questo inferno (sempre nella mia lettura) senza averne colpa (se non la distrazione). Ed è qui che avviene una cosa interessantissima. Il protagonista fa talmente tanto per riparare al suo errore, si comporta in maniera umanamente talmente coraggiosa ed "eccezionale" che, alla fine, merita di poter andar via. Attenzione, c'è molta coerenza in questo, e il film dimostra con questo episodio di avere una idea fortissima dietro.
Nel quarto episodio la colpa scende ancora meno di intensità, anzi, non c'è proprio.
Ma quell'uomo ha osato entrare in un mondo che non gli appartiene. E quando entri nel regno del diavolo poi uscirne è quasi impossibile.
Nel quinto beh, forse non dovrei dir nulla, ma diciamo che ci sono due protagonisti che fanno qualcosa per cui l'inferno se lo meritano. E il cerchio si chiude alla grande. Anzi, si chiude e riapre ad libitum...
Insomma, nella mia lettura il film, metaforicamente, è quasi perfetto.
Andando, fuor di metafora, più "dentro" ai singoli episodi non dobbiamo certo gridare al miracolo.
Il primo è forse il più debole ed incomprensibile ma c'è un motivo, e lo capiremo poi.
Il secondo ha dentro ottime cose ma è derivativo come pochi. Però un paio di personaggi e di momenti notevoli ci sono.
Il terzo è, di gran lunga, il migliore. L'unico che ha un vero inizio, un vero svolgimento e una vera fine. Quasi straziante, visivamente molto forte. E con un personaggio che anche solo per un quarto d'ora ti entra quasi nel cuore. Davvero inquietante la chiamata al 911 che si protrarrà per tutto l'episodio. E quel chirurgo finale (il Diavolo?) è davvero una scelta molto funzionante.
Specie la scena delle risate è davvero tanta roba, per non parlare di quella dell'ultimo dialogo, il dialogo del "perdono" (preceduto da un "non me lo merito", forse metafora dell'intero episodio).
E non dimentichiamo poi le sequenze, ottime, splatter. Ma, come dicevo, non uno splatter "divertente" ma uno, anzi, davvero molto empatico. Quella ragazza è fonte di sofferenza vera, complimenti.


Il quarto episodio è buono, un pò confusetto e pastrocchiato (non si capisce di cosa parla, butta dentro elementi a caso) però nella chiave metaforica che abbiamo dato al tutto va benissimo.
E l'ultimo, che di per sè è quanto di più "già visto" possa esistere, diventa però un episodio assolutamente vincente, inaspettato, per motivi che vedrete.
I legami tra i vari episodi sono sempre molto deboli, veri e propri pretesti (tranne quello che lega il secondo al terzo, l'incidente).
Sta a voi come giudicare Southbound. Preso solo per quello che è non è davvero nulla di eccezionale. Preso per quello che rappresenta e per il progetto che ha dietro secondo me è un film con un'idea notevole e realizzata con cura e coerenza.
Ed è molto bello quello che scopri nel finale. L'inferno non era solo la metafora (e luogo, per tornare all'identità tra location e tematica) dei singoli episodi, l'inferno era anche il collante che li legava.
Un'idea infernale fuori e dentro il film.
In secula seculorum

( voto 7, anche 7.5 per quello che rappresenta, 6/6,5 se vediamo solo la qualità degli episodi)

7 commenti:

  1. Questo lo voglio vedere tipo subitissimo, ma non posso e quindi slitta al mese di agosto.
    Non sei il primo che ne parla bene(ne parli bene, si? Ho letto solo l'intro) ed era già segnato mentalmente.
    Mi piace questo ritorno agli horror. Gimme 5, man ;)

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    1. Ah, quindi il confine tra 5 minuti e tre mesi e mezzo è così labile?

      Buffo.
      Secondo me lo vedi entro maggio...

      Ahha, è vero, più horror ultimamente, ma è colpa del torneo, gli horror mi rilassano, sono un divertimento, in questo periodo vedere film seri è sempre più dura

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    2. Nono, impossibile vederlo entro maggio, anche perchè maggio finisce tra una settimana e devo vedere dancer in the dark e un film che ho registrato ieri.
      Ti dico solo che in questo mese ho visto 8 film. Sai bene che ho una media più alta :D
      E prevedo che giugno sarà mooolto più magro.

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    3. 8 film è la mia media, non la tua in effetti

      anzi, forse anche 2,3,4 sotto la mia

      ma arriverai almeno a 10

      beh, ma tra giugno e agosto ci sono 60 giorni comunque

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  2. Bello e viva gli horror! Certo più sul Southbound che sul The boy, ma tantè, lunga vita all'orrore.

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    1. Sono tentato di andarlo a vedere al cinema

      ma credo, anzi, ho grossi presentimenti al riguardo, che mi troverei del tutto nella tua frase...

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  3. Un acquisto fatto bene ti premia nel tempo. Prova slitta con volante. Vai su http://www.vitalbios.com/A/MTQ2NTU3MjA1OCwwMTAwMDA1MCxzbGl0dGEtY29uLXZvbGFudGUuaHRtbCwyMDE2MDcwOCxvaw==

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