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10.9.16

Recensione: "Un padre, una figlia" (Bacalaureat)

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L'ultimo Mungiu è l'ennesimo grande film del regista romeno.
Ma una cosa un pò diversa dai precedenti, un film drammatico e teso che però, a differenza degli altri, il pugno allo spettatore non lo dà mai e fatica a coinvolgere emozionalmente.
Un dramma etico e morale tra Cachè e Leviathan.
Una sceneggiatura formidabile.

qualche spoileruccio...

I critici bravi sicuramente diranno che loro, Mungiu, l'hanno riconosciuto subito.
Che dopo 10 minuti era evidentissimo il trovarsi davanti il nuovo film dell'autore de 4 Mesi... e Oltre le colline.

A volte sarebbe bello mettere un film davanti al critico senza che lui sappia nulla dello stesso. Direbbe le stesse frasi? avrebbe le stesse (false) intuizioni?
Intendiamoci, la mia è una sterile provocazione.
Perchè sì, caspita, di elementi mungiani ce ne sono davvero tanti.
La Romania.
Il suo degrado, presente sin dalla prima inquadratura.
La carrellata a seguire alla Van Sant, vero e proprio marchio di fabbrica del regista romeno.
E qualche piccola cosa qua e là.


Però, ecco, poi il film finisce e sembra tanto diverso dai due precedenti. Più che di Mungiu sembra di uno che a Mungiu si ispiri, come ad esempio la nuova ondata greca ispirata a Lanthimos.
Perchè io ho sempre pensato che il marchio di fabbrica de 'sto regista fosse quel suo dare schiaffi allo spettatore, quel suo smuovere dentro, quel suo realissimo scioccare.
E invece Un padre, una figlia (al solito titolo didascalico italiano, molto più bello l'originale Bacalaureat, ovvero l'esame di maturità, perno dell'intero film) è un drammatico che non riesce mai realmente ad esser tale, un thriller in nuce che non sboccia mai definitivamente.
L'atmosfera è anche parecchio tesa, lo spettatore sta per tutto il film pronto a vedersi un nuovo Mungiu, e alla fine niente, lo schiaffo non arriva.
Attenzione, questo è dato di fatto eh, non nota di merito.
Quello che rimane è un bellissimo dramma etico, un thriller morale che coinvolge lo spettatore quasi soltanto nella testa, niente pancia, niente cuore.
Ecco, "interessante" credo sia termine banale ma assai pertinente. Bacalaureat è il film più interessante di Mungiu.
Grande grande sceneggiatura.
Una sceneggiatura, al solito, strutturata molto sul togliere. E sono talmente tanti gli elementi mancanti che assistiamo nel piccolo miracolo di trovarsi davanti ad un film in cui ogni personaggio è al tempo stesso degno di stima e oggetto di critica.
Ovviamente la figura predominante è quella del padre (forse, a memoria, presente in ogni singola scena del film).
Un uomo stimabile, medico talmente incorruttibile che rifiuta persino qualche soldo in più dai pazienti. Padre tremendamente attento e pronto di tutto pur di aiutare la figlia. E (ex)marito capace di interagire sempre con affetto e rispetto con la moglie.
Sì, però è anche un padre che nasconde la storia clandestina alla figlia (non, pare, alla moglie) e che per tutto il film trova metodi alternativi per permettere a sua figlia di avere quei 9 all'esame di maturità che le permetterebbero di andare in Inghilterra a studiare.


E, attenzione, questo "andare in Inghilterra" o "restare in Romania" è forse tema più importante del film. Scappare da questa terra che non dà più nulla e alla quale nulla si può più dare oppure restarsene qui, nelle proprie radici, e cercare di cambiare qualcosa?
A tal proposito mi viene in mente il greco Luton. Lo stesso titolo richiamava la città inglese, simbolo di nuova vita, di fuga dalla disastrata Grecia. Poi vabbeh, il ragazzo di quel film aveva altri problemi...
E, attenzione, abbiamo adesso la figura della figlia. Una ragazza dolce, studiosa, seria ed incorruttibile. Una che vuole farcela da sola.
Ma ne siete sicuri?
Perchè, e qui uno dei meriti di una sceneggiatura interpretabile quasi in ogni scena, non per forza bisogna leggere il rifiuto della figlia ad essere aiutata come una virtù. Al contrario, la ragazza potrebbe essere soltanto una 18enne che preferisce starsene col suo ragazzo in Romania anzichè impegnarsi in un percorso di studi a migliaia di km da casa.
E se quell'aggressione fosse stata pianificata? e se lei e lui fossero d'accordo? (non a caso lui è sul luogo del misfatto) E se tutto il film non fosse che una gigantesca truffa al padre?
In questo senso il finale, con quel padre che non sembra essere contento della figlia che ha fatto il compito (e bene) con le proprie forze, appare come un suo aver definitivamente compreso tutto quello che è successo fino a quel momento.
Tutti i suoi sforzi, tutto il suo oliare i poteri, forti e non, era stato un inutile tentativo. Perchè tutto era già scritto, tutti (figlia, fidanzato, madre, nonna) erano forse d'accordo nel restare là, in Romania.
Attenzione, questa è solo una delle possibili letture eh. Perchè anche quella di una ragazza integerrima e profonda amante del proprio paese è percorribile.

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A me questo film ha ricordato in alcuni aspetti il magnifico Niente da nascondere di Haneke. Anche questo sembra un film in cui uno dei personaggi principali non esiste.
Chi tira i sassi sul vetro della famiglia? (molto probabilmente il figlio della maestra)
Cosa è successo nell'aggressione? chi l'ha compiuta?
Un film in cui succedono fatti strani che non hanno nè un nome nè una spiegazione, in cui il non sapere chi e cosa si erge a vero motore del film.
Ma ci ho visto anche altri riferimenti, ad esempio a Leviathan. Ma anche, per il suo focalizzarsi sulla morale, a Locke e Most Violent Year.
Tutti aiutano tutti. Tutti scambiano favori con tutti. Che poi alla fine son cose deprecabili sì, ma che non uccidono nessuno. La ragazza è una studentessa formidabile, da 9.5 di media. Ma ha bisogno anche del 9 di media degli esami. Per lo shock, il gesso e la testa altrove non può sostenere al meglio gli esami. Da un lato verrebbe da dire che quasi se lo merita l'aiuto. Che il padre alla fine è """solo""" uno che chiede di poter far dare un 9 di media alla figlia al posto di un probabile 8/8.5. E' veramente difficile giudicare questo padre, il preside, l'altro faccendiere (quello che muore), la polizia, la figlia.
Mungiu riesce a tirar su un'impalcatura morale su della fondamenta, francamente, abbastanza deboli.
Non c'è il Grande Caso Etico raccontato in maniera verosimile. Ma qui c'è una piccola faccenda, quasi trascurabile, che un regista riesce ad ergere a paradigma di cose molto più grandi.
Come se le maglie dei poteri forti possano essere viste già in scala anche in queste vicende.
C'è una scena emblematica, quella del confronto all'americana, che secondo me è il più fulgido esempio di questa sceneggiatura a così tante letture.
Per prima cosa, la polizia cercava un capro espiatorio?
Nel caso di risposta affermativa, è il quarto uomo quello che volevano far condannare?
Per questo gli fanno ripetere così tante volte le frasi?
O solo perchè le prime volte le dice in maniera non convincente?
Oppure il "nostro" uomo era il secondo, quello che mirabilmente Mungiu cela dietro il corpo della ragazza?
E, secondo voi, c'era il vero colpevole o no?
E la ragazza non lo riconosce oppure, semplicemente, visto che magari era davvero tutto organizzato, fa finta di non riconoscerlo?
Vedete quante domande in una scena?
Bisogna saperli scrivere i film.
In mezzo a tutte queste dinamiche, a questi inciuci e non inciuci, a questo volere e non volere, a queste finte o vere virtù quasi quasi lo spettatore non riesce nemmeno a pensare a quello che, in altri film, sarebbe stato il tema principale, ovvero il rapporto tra quel padre e quella figlia.
Ma, come per tutto il resto del film, una risposta è impossibile averla.
C'è vero amore? c'è vero affetto? o c'è tanto egoismo, sia da una parte che dall'altra parte?
Tanto lei, ormai, resterà in Romania. Quell'Inghilterra, quel "Luton" non sarà più.
Il sogno del padre non sarà lo stesso della figlia.
Se rapporto vero c'è bisogna dimostrarlo.
Adesso.

55 commenti:

  1. Io non capisco perché devono stravolgere così i titoli, ok che il titolo non è il film e non ne cambia la fruizione, ma appunto per questo, dato che se lo è scelto il regista, perché non essere coerenti con la sua volontà (a maggior ragione quando il titolo non è intraducibile)

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    1. Lasciamo perdere guarda...

      Per quello ho messo anche l'originale.
      Che, tra l'altro, è traducibile facilmente.
      L'Esame di stato, l'esame di maturità, la traudizone letterale avrebbe già portato ad un titolo molto più evocativo

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    2. Mi sa che ancora siamo condannati dalle commediole italiane adolescenziali che andavano (vanno?) di moda, magari han pensato che le parole esame di stato potessero far pensare a quella roba là.
      Ricordo che al film di Kitano Hana Bi lasciarono il titolo giapponese, perché sarebbe stato tradotto in Fuochi d' artificio. Come se uno ci avrebbe rimesso guardandosi quel film per sbaglio anziché quello di Pieraccioni :D

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    3. Ma io credo che L'Esame di Stato con la sua bella copertina tutt'altro che commediacciante sarebbe stato un titolo perfetto e molto interessante (del resto è il vero titolo, ahah)

      e il tuo discorso non fa una piega ma di solito è vero il contrario. Quelle cose le fanno proprio per attirare ;)

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    4. Vi dirò, mi attira maggiormente il titolo in italiano rispetto alla traduzione letterale di quello originale. C'è poesia nelle parole "un padre, una figlia".

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    5. E te pare che te non vai sempre contro a me e Giuseppe? :D

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    6. Non è questione di bellezza, ma di potere evocativo e di pertinenza.
      Anche Il condominio dei cuori infranti era un bellissimo titolo.
      Ma didascalico, voleva spiegare cose, come sempre nei titoli italiani.
      E non c'entrava un cazzo tra l'altro ;)

      Qui, per me, lo stesso

      ma vabbeh

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    7. Claudio, ci sono le prove in cui dico, su questo blog, che il titolo italiano mi piace un sacco.
      Non è fatto a posta il mio andar contro.
      Non stavolta almeno :-p

      Ma a prescindere dalla trama, fai finta che il film non l'hai visto, preferisci ugialmente il titolo "l'esame di stato" a "un padre, una figlia"? Parlo proprio di sensazione che un titolo può dare, anche perchè io non l'ho visto e non conosco la trama.

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    8. Dai Giusè, ci stava il condominio e ci stavano pure i cuori infranti in quel film

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    9. mamma mia no, per me uno dei titoli più arbitrari e insensati di questi ultimi anni...

      per quanto riguarda il film di Mungiu non si può prescindere il titolo dal film altrimenti è una giungla. Cioè, il Condominio dei cuori infranti è anche più bello di Shining ma non credo sia il titolo giusto.
      Tra l'altro quello è anche il titolo originale voglio dire, e solo nel cinema di cambiano titoli alle cose

      però oh, pareri diversi ;)

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    10. Ok, allora vediamo se rimango della stessa opinione dopo aver visto il film ;)
      Però a me piace, pure se non c'entra un cazzo con la trama del film.
      Bo, chissà che film m'immagino con sto titolo.
      Qualcosa alla "Maggie" molto probabilmente.
      Ecco, quello è l esempio di un titolo tradotto alla cazzo di cane


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    11. Il film non l' ho visto quindi sono imparziale :) Però dato che il titolo c'è, se uno lo deve cambiare per dargli poesia è il delirio. A sto punto lo potevano chiamare "Si sta come d' autunno sugli alberi le foglie" :D

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    12. maggie da ergastolo

      e rarissimo esempio di un titolo inglese tradotto noi sempre in inglese

      ma che pro???

      per dare l'alone zombie, ridicolo

      un altro che ricordo tradotto dagli italiani dall'inglese all'inglese è Humandroid, in realtà Chappie

      stesso discorso di Maggie, due nomi propri quindi il pubblico italiano sarebbe andato in panico

      e arrivano le due traduzione esplicative

      gran titolo claudio, lo proporrei

      allora a sto punto anche M'illumino d'immenso. Potevano chiamarci il biopic su Hawking

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    13. tradotto DA noi

      ma A che pro

      e altre cose

      sembra che devo pagarle le lettere oh, non le uso

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    14. Ma io vedo la poesia in quel titolo (qualcosa di personale molto probabilmente), tu e Giuseppe invece no.
      È poesia solo per me insomma :D

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    15. Ma che sia evocativo non lo metto indubbio, ma non è il titolo del film.

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    16. A sto punto l'ideale sarebbe lasciare il titolo nella lingua di appartenenza, senza manco traduzione letterale. Così uno manco lo capisce e si evitano un sacco di discusdioni.
      Il problemo però è quando vai al botteghino e chiedi di vedere il film con un titolo russo...

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    17. ah, fosse per me infatti avrei lasciato bacalaureat ;)

      romeno ;)

      tanto uno le informazioni poi le trova uguale, solo per il titolo credo vadano in pochi...

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  2. Ravel, Faurè, Schmitt e soci han dato un concerto (uno dei primi della SMI, la societe musicale independante) senza dire i nomi degli autori fronte grandi critici ed esperti musicali, chiedendo di collegare opere e compositori.

    Risultato più che imbarazzante (per gli eruditi).
    I collegamenti ci sono e si trovano, ma diciamoli a posteriori vah che è meglio! ;)

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  3. Condivido, bella recensione...hai analizzato il film da un punto di vista esterno, considerando tutte le possibili interpretazioni, e questo proprio per il fatto che accennavi a inizio rece...è un film che prende alla testa, niente cuore e niente pancia. Per questo motivo il film secondo me deluderà gli spettatori meno preparati...
    Dissento però quando consideri un demerito l'assenza dello "schiaffo"...io l'ho amato anche per questo. Sembra quasi che ti prende in giro...penso alla scena, verso il finale, in cui il padre cammina nel buio in mezzo a quelle case, nel quartiere povero (vado a memoria)...sembra che succeda qualcosa da un momento all'altro quasi come fossimo dinanzi a un horror o a un thriller all'americana, per poi ricordarti che ti trovi davanti un ritratto drammatico di una vita ordinaria...è la "piattezza" di Mungiu, e io l'adoro. Qualche settimana fa davano su rai 5 4 mesi...ho rivisto la prima parte e ho riconosciuto gli stessi ritmi, gli stessi tempi.
    Ah, un fattore non trascurabile secondo me è la lingua originale...tutta un'altra storia. Peccato che l'hai visto in italiano

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    1. No, pietrusco, aspetta

      io dopo aver parlato dell'assenza dello schiaffo ho scritto:

      "Attenzione, questo è dato di fatto eh, non nota di merito."

      Insomma, non l'ho considerato un difetto. O se lo è lo è solo per chi con Mungiu ormai vuole trovare solo roba tosta (un pò anche io, lo ammetto).
      Ma in effetti questo suo cambio di registro, questo suo "promettere" nel film sempre qualcosa di grosso per poi non far accadere quasi nulla, può, al contrario, essere nota di merito in positivo

      e la scena che dici te è in questo senso emblema di tutto il film, complimenti

      sì sì, ritmi e tempi sono identici, anche stile di ripresa. Infatti la mia era solo una provocazione all'inizio, poi lo scrivo che i punti di contatto son tanti

      per colpa del mio amico federico l'ho visto doppiato. Proprio non mi ci voleva venire mercoledì a vederlo coi sub ;)

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  4. Visto. Direi che sono più o meno d'accordo con tutto quello che hai scritto. Mi aspettavo qualcosa di più "toccante" a livello emotivo. Resta un film che muove parecchie critiche ad un sistema che vive sull'aiutino (cosa che in Italia alla fine nemmeno sorprende) e che ha un paio di momenti boh? Ma proverò a scriverne domani.

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    1. A sto punto inutile rispondete qua

      la farò là da te quando vengo a leggere ;)

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  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. Patrizia è talmente educata e timida che ha cancellato il commento per paura di spoiler, che dolce...

      ahaha, lo rimetto io

      "Bellissima la tua recensione, come sempre, tanti spunti per continuare a pensare di questo film.
      Al cinema ero con un'amica. Durante la scena in cui l'amante chiede al protagonista se per favore gli tiene il figlio perché deve sbrigare due cosette in ospedale, la mia amica mi sussurra "va ad abortire vero?".
      eh sì, io non ci avevo proprio pensato, ma credo proprio che andasse ad abortire. Lui non si accorge di niente... da quel momento ho avuto i brividi per tutto il film.. Lui vive nel suo mondo (come dici tu: testa, niente pancia, niente cuore..) convinto magari di fare un'altra cosa giusta occupandosi del piccolo. Questa e tante altre scene lasciano il segno e fanno pensare troppo, e non solo di Romania.. "

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    2. Cavolo, ma sai che m'è successa la stessa cosa?
      Ma il paradosso è che m'è successa su un'altra scena.
      Quando lui le tocca la cicatrice sulla pancia la prima volta che li vediamo da soli ho detto al mio amico Federico "questa ha abortito".
      Senza capirci una sega di aborti, se è possibile che un taglio in quella maniera possa entrarci.
      E te, o meglio, la tu amica, invece hai pensato all'aborto su un'altra scena.
      Non ci ho proprio fatto caso...

      ma quante scene da interpretare

      queste sono le sceneggiature che preferisco

      e la prossima volta bona con il delete!

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    3. Santo dio Giuseppe, se quella cicatrice fosse il risultato di un aborto credo che sarebbe la miglior campagna pubblicitaria per impedirlo!!! :)

      Credo che quella cicatrice sia la conseguenza di un incidente (ad un certo punto Romeo, parlando con qualcuno, parla della donna che "ha avuto un brutto incidente sul ponte"... io - magari sbagliando - ho pensato che quella donna fosse proprio Sandra.

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    4. Ahah, ma no, certo, ho visto tante volte come fanno gl aborti. Ma che ne so, ho pensato ad una cosa in stadio avanzato clandestina, ma in effetti non ha senso

      però credo sia anche impossibile che là si parli di quella donna

      ma vabbeh ;)

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    5. Niente, devo vederlo ancora una volta, come l'altro. Proprio per questo apparente cambio di modalità di Mungiu è possibile che mi sia persa un sacco di tanta bella roba dove non me la aspettavo.

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    6. anche questa è una lettura...

      io vorrei capire se la mia idea della messinscena ha fondamenti validi invece

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    7. Ciao, allora, alla fine l'idea della messinscena l'ho avuta anche io... Troppe cose che non tornano (nel senso che il regista non le fa tornare) perché siano casuali. Sono però anche d'accordo con poison: la ragazza del ponte è Sandra (all'inizio quando sono insieme c'è un dialogo in cui pressappoco lei dice ammiccando "è così che curi i tuoi pazienti?").
      Detto questo il film non mi ha convinto del tutto. Non tanto per la mancanza del cosiddetto schiaffo, ma proprio perché un po' esile. Soprattutto l'innesco soffre di quella che io chiamo "la sindrome di dardenne" cioè costruire il tanto dal nulla. Dove uno starnuto diventa sempre una polmonite con annesse gravi complicazioni. Il non essere ammessa all'esame per via del gesso mi sembra davvero pretestuoso (anche in Romania!)
      Ecco questo è l'altro punto che non mi è piaciuto molto: l'insistenza nel ribadire il concetto. (La Romania è un paese di mxxda)
      Detto ancora questo due ultime cose: il tratteggio dei personaggi principali è davvero uno dei punti di forza di nungiu. Ha una sensibilità straordinaria che penalizza a mio parere per contrasto quelli secondari,un po' bozzettistici.
      Giusto il tuo paragone con leviathan che per me però gli è di gran lunga superiore per stile e visione d'insieme.
      Qui nungiu gira (sempre discretamente bene) ma un po' a vuoto.

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    8. Mungiu, non Nungiu, altrimenti pare il Nongio rumeno (se non sai chi è il Nongio meglio per te...)

      ah, vedi, la ragazza del ponte allora è davvero interessante come cosa, non mi era passato nemmeno per l'anticamera del cervello...

      Ti capisco sulla faccenda dei Dardenne e tutto il resto (per me è un merito, ma ti capisco)

      però, vedi, la faccenda del gesso non mi pare buttata là. Cioè, Mungiu mette addirittura il preside a spiegare la normativa. Non lo usa solo come espediente narrativo forzato ma prova a spiegarlo. Se poi dice una cazzata non lo so...

      La faccenda della Romania...
      Sì, assolutamente, Mungiu calca la mano.
      Ma se prendiamo la figura della figlia solo come positiva (non quindi una ragazza immatura che pensa solo a stare col suo ragazzo) allora Mungiu ci racconta di una gioventù integerrima, incorruttibile, pronta a restare e far rialzare un paese. E, insomma, non è poco...

      Molto interessante la questione dei personaggi principali e secondari, non c'ho fatto caso, ce voglio riflette...

      sì, Leviathan è superiore. Ma per me non tanto nel giudizio (forse mezzo punto sopra) ma perchè il film russo ha la capacità di rendere universale, gigangtesca, un "mostro", una questione privata. Il film rumeno è molto più circoscritto invece secondo me

      grazie del bellissimo comemnto e delle locandine!

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    9. e' colpa dei ditiii !!!
      (non lo so - e a questo punto mi sa che mi conviene non saperlo!)

      ecco è su quel circoscritto che io trovo il "difetto" se così vogliamo dire. non che sulle piccole cose non si possano fare dei grandi film... ma questo mi pare ... ecco ho trovato il titolo (visto che li cambiano tutti perché non posso farlo io?!? ;)
      "molto rumore per nulla" !

      lo so che la questione del gesso viene spiegata ma mi pare talmente inverosimile dai ...

      grazie!
      :)

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    10. seeeee, i diti, certo certo

      l'hai scritto due volte su due, ma guarda che birboni sti diti...
      ;)

      beh, dipende sempre dai punti di vista

      perchè il fare molto rumore per nulla potrebbe essere un pregio! un film che più di una volta ti sembra portare a sviluppi più grossi e invece niente, racconta solo una quotidinaità

      dipende dall'approccio, ma ti capisco benissimo

      domani chiamo su qualche scuola rumena per sentire ;)

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    11. ... due indizi fanno una prova eh ... ;) la prego vostro onore invoco la clemenza della corte ... e intanto farò causa alla Motorola!

      Rimane il fatto che trovi il pretesto deboluccio e che quindi anche gli sviluppi successivi siano gravati da questa debolezza.
      Ripeto, sempre a mio parere, questo è il meno riuscito dei tre film di MMMUNGIU!

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    12. Ah, ma dopo tutto sto chiacchierà siamo arrivati a "questo è il meno riuscito dei film di Mungiu".

      Che è la stessa cosa che penso che io.
      Credo.

      ci arriviamo da strade diverse ma ci arriviamo

      si scrive Mungiu eh, non MMMungiu

      ;)

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    13. Ma come ... Una M è per Mungiu le altre due per i Nungiu :)

      Ah, ok ma mi era sembrato che tu fossi un tantino più entusiasta di quanto non fossi perplessa io.

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    14. Ma infatti così è ;)

      abbiamo valutazioni diverse, perplessità diverse (io quasi nessuna) ma alla fine nel giudizio relativo al solo Mungiu, non al film in sè, la pensiamo allo stesso modo

      Viva Nungiu!

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  6. Il film sull'aborto clandestino mi era piaciuto molto, quindi questo voglio vederlo. Non leggo per via degli spoilerucci :-P

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  7. leggo Fofi
    http://www.internazionale.it/opinione/goffredo-fofi/2016/09/13/un-padre-una-figlia-recensione

    il film qui arriva a giorni...

    RispondiElimina
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    1. Eh, sai che io sono all'opposto di questo tipo di recensioni così politiche, ideologiche, sociali.
      Non ne ho proprio le competenze.
      Però è una rece quasi del tutto condivisibile. E le altre 3,4 volte che avevo letto Fofi avevo smesso per il nervoso ;)

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  8. Leggendo te mi pare di non averlo visto il film!!!
    Cioè non avevo MINIMAMENTE pensato tutte quelle cose.. Ho preso su un po' tutto facendomelo andar bene, nonostante nel profondo mi avesse suscitato tanta incredulità per tutto quello che dici anche te ma che li per li non vedevo con chiarezza! Ho capito solo leggendo te, che io ho guardato il film "da rumena". Cioè pensando che "le cose stanno così e ci si deve adeguare". Ho fatto 4 brevi viaggi in Romania e uno lungo: Mi sono trasferita lì un mese nel 2011. Dico trasferita perché non era un viaggio da turista ma proprio un vivere lì, con e come la gente del posto. Anche se 1 mese è poco ho potuto conoscere tante persone e vivere "dal di dentro" quella cultura.. E ti assicuro che quel film non è distante dalla realtà. Ma più che la corruzione o il resto è proprio una questione culturale.. Questo subire le cose a testa bassa, pensare che non c'è altro modo, altra soluzione.. Ed è incredibile che io mi sia immedesimata nel film così, con la mentalità rumena! E' stato bello accorgermene. Forse con me Mungiu ha fatto centro! Anche se in negativo -.-"

    Amo tanto la Romania, per la sua bellezza inconsapevole e per le sue immense contraddizioni. E perché porta in sé volti ora a me cari.. Ma se continuo a parlarne faccio un post dilagante e quindi mi fermo dai.

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    1. Ah una delle cose più belle per me, che apre uno squarcio di speranza in tutto quel marcio senza fondo..
      Non mi ricordo in che scena, forse è un dialogo fra Il Padre e il tizio corrotto che deve fare il trapianto (forse) dice "Poteva andare anche peggio.. Difficile dirlo, difficile capire cosa è meglio..
      Quando le cose sono fatte col cuore allora non bisogna avere dubbi"

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    2. beh, meno male non hai letto la recensione prima allora, avresti visto il film con tutti occhi diversi

      lo dico sempre di leggere dopo, bravissima

      grande testimonianza la tua, 4 volte là son tantissime...

      e aver visto il film con questa esperienza è molto interessante, ho capito perfettamente che intendi

      ma sì, dipende da che lato lo si vede il film. C'è anche un lato in cui questa speranza, personificata dalla figlia, c'è, eccome.
      Ma la stessa figlia può anche significare una gioventù immatura che preferisce starsene ferma lì a godersi la propria età (e come biasimarla) al posto di fare qualcosa per cambiare

      la figlia è l'ago della bilancia

      il padre, invece, non ha dualismi o interpretazioni, rappresenta la romania ormai rassegnata

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  9. Un film che ho dovuto metabolizzare, prima di apprezzarlo come merita.
    Anch'io mi aspettavo che il cazzottone venisse, ma alla fine ho apprezzato ugualmente questo lavoro, anche se "4 mesi, 3 settimane e 2 giorni" è più vicino alle mie corde.

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    1. Sì, è vero, film da metabolizzare.
      Uno di quelli poi sul quale un giudizio netto, a mio parere, non c'è mai.
      Se uno mi dicesse "guarda che è un capolavoro" riflettendoci gli darei anche ragione
      Se uno mi dicesse "mi ha un pò deluso" lo stesso

      su 4 mesi era secondo me molto più facile avere un giudizio sicuro. E ottimo ;)

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  10. Recuperato questo ultimo Mungiu e debbo dire che sono d'accordo quando dici che questo è diverso rispetto ai suoi precedenti film, forse meno diretto, "marcio", senza pugni veri inferti nello stomaco, ma non per questo non apprezzabile, anzi! Pellicola più calibrata, calcolata, sottile se vogliamo, con tantissime chiavi di lettura che tu svisceri benissimo e che secondo me sono il punto di forza di un'opera che è un'analisi sulla Romania attuale, sulle scelte che i padri inducono a fare ai figli e su il sottobosco che ne deriva per cercare di vivere in un paese corrotto, allo sbando e pieno di desolazione. Personaggi reali che trasmettono una inadeguatezza di vivere in certi ambienti quasi agghiacciante. Opera tra quelle di Mungiu che mi è piaciuta meno, ma ce ne fossero di opere "minori" così.

    Voto: 8

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    1. Assolutamente.
      Paradossalmente questo è il film più leggero di Mungiu ma quello più impegnato, almeno socialmente. I primi due raccontavano più un degrado circoscritto, questo credo sia metafora di un intero paese.
      Anzi, senza credo, lo dicono abbastanza esplicitamente ;)

      comunque ripensandoci dopo tempo mi è piaciuta invece molto questa variazione (leggera) di stile e pesantezza. Anzi, è un film che rivedrei

      sarebbe bello che un rumero ci desse il suo parere, il tessuto sociale che viene raccontato è molto lucido e preciso

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    2. rumero è un rumeno sumero


      accidenti a me

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  11. Cosa non si farebbe per un figlio, per permettergli di avere il meglio, per toglierlo dall' immobilismo, dai margini europei, e dare lui opportunità che nella cittadina transilvana di Cluj non avrebbe. Un onesto professionista si trova ad affrontare la delinquenza, il malaffare, la corruzione che il bravo Mungiu mette in scena in questo bel film, molto spigoloso, crudo, la cui realtà è enfatizzata dai frequenti piani sequenza. Altro riconoscimento per il regista rumeno, meritato, conquistato per il coraggio e la schiettezza con cui ci mette a conoscenza di quella parte di europa che si rivela, tristemente simile a quanto accade nel nostro paese.

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    1. Rispetto ai primi due Mungiu questo oltre ad essere meno secco e disturbante è secondo me anche un filino, ma giusto un filino, più costruito, sempre neoneorealista quasi ma un pochino di meno

      ho amato il lasciarci il dubbio sul fatto per cui la figlia o sia una ragazza virtuosa che vuole restare lì per amore del proprio paese o perchè, semplicemente, è un pò immatura e mette davanti a tutto la storiella d'amore

      però oltre ad essere un gran bel film racconta benissimo quelle piccole e grandi "oliature" che anche gente per bene ogni tanto è costretta a ricercare per ottenere un obbiettivo

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  12. Ciao Caden
    Ho rivisto stasera il film e letto la tua recez, al solito utile per metter ordine o disordine utile.
    Non ho visto gli altri film che hai associato, ma ricordo che gia' alla prima visione certe dinamiche padre/ figlia mi avevano ricordato il bellissimo iraniano Una separazione.

    Sempre intrigata dai dettagli, qui son tanti frasi gesti e sguardi, la maggiore empatia forse l'ho sentita per la moglie la figura piu' limpida e riflessiva del film.

    Nella parte finale quando il padre si smolla un po' sul imporsi con la figlia, non capivo dopo tutta quella catena di favori la sua rassegnazione finale. Ma rivedendolo alla fine lui cambia obiettivo punta sul ragazzino tirasassi, infatti inizia ad intromettersi nelle scelte scolastiche che fa' la madre.

    Nott Francesca Basil

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    1. sì sì, questo film, in generale, ricorda molto i Fahradi, non so se l'ho scritto nella recensione ma anche ieri rivedendolo c'ho pensato

      sì, lui si arrende anche perchè ha capito che è da solo contro tutti e che forse deve fare un passo indietro e che la figlia trovi la felicità da sola

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