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16.11.17

La censura in Italia. Illuminante intervista di Alberto Cassani al mitico Alberto Farina (per sapere davvero tutto tutto su come funziona)

Risultati immagini per totò che visse due volte

Qualche mese fa passarono lo splendido Still Life in tv, su RaiMovie. Proprio alla fine, nella scena più bella ed emozionante, misero un taglio pubblicitario assassino, roba da non credere. Mi lamentai. Alla fine in qualche modo arrivai in contatto con Alberto Farina, uno dei consulenti alla programmazione del canale (ma Alberto è anche tante altre cose). All'inizio, giustamente, lui pensava che fossi il solito rompiballe che sparava a caso, poi, parlandoci, raggiungemmo, credo, una grande stima comune.
Alberto Farina per quanto mi riguarda è la persona che, nel cinema, ho trovato più completa.
Competente da morire, memoria storica, umile, simpatico, cortese, educato, intelligente.
E buono.
Voglio dire, è uno che ha fatto di tutto, ha lavorato anche con Landis.
Per colpa de Lo Sciacallo iniziammo a parlare anche di censura. Perchè lui è uno de membri della commissione italiana in tal senso. E lui mi girò questa intervista.
Ho pensato che la cosa migliore fosse pubblicarla integralmente, è molto lunga ma molto interessante e, secondo me, vi dice tante cose che non sapete.
Oltre parecchie chicche.
L'intervista è di Alberto Cassani (milanese, critico cinematografico e fumettistico, traduttore di romanzi e fumetti, da poco nella redazione della Sergio Bonelli Editore) ed è stata pubblicata sul bel sito CINEFILE (CLICCATE QUI)
Magari può nascerne una discussione e, se potranno, gli stessi "Alberti" possono intervenire

Buona lettura

(domande di Cassani, risposte di Farina -del suo sacco- )

Nella presentazione della terza Commissione di Revisione Cinematografica, che assegna i visti di censura, il Ministero dei Beni Culturali ti ha indicato come “esperto di cultura cinematografica”. Diamo però qualche coordinata ai nostri lettori: esattamente di cosa ti occupi, nella vita?

Il 99% del mio tempo professionale è dedicato a Rai Movie, che trasmette film 24 ore su 24. Sulla carta sono consulente alla programmazione, poi in pratica si fanno tante cose diverse. Una cosa fondamentale è scegliere i film da mandare in onda e collocarli là dove possono andare legalmente e dove hanno maggiori possibilità di incontrare il proprio pubblico.

Ma ogni tanto vai anche in video, no?

In video vado su Rai Italia, che viene trasmessa soltanto fuori dall’Europa. È un canale che “reimpacchetta” il meglio della programmazione delle Tv generaliste Rai e ci aggiunge una serie di programmi dedicati esclusivamente al pubblico italofono all’estero. Tra questi c’è “Cinema Italia”, che è sostanzialmente un film in prima serata ogni mercoledì, che io presento. Per Rai Movie, da una settimana registro ogni giorno una minuscola presentazione, destinata a Facebook e Twitter, di uno a mia scelta fra i film della giornata.

Diciamo due parole anche su quello che hai fatto prima.

Ho cominciato a scrivere recensioni cinematografiche all’età di 8 anni, poi ho iniziato a scrivere in maniera più o meno professionale e ho lavorato anche in pubblicità. Sono stato aiuto regista per un minuscolo film italiano mai distribuito e poi, gratuitamente, in due film di John Landis, regista cui ho dedicato un libro per Il Castoro Cinema. Poi ho fondato un canale televisivo che si chiamava Coming Soon Television, che è stato il primo canale italiano incentrato esclusivamente sul cinema e che ho diretto per due anni prima di lasciarlo per via di divergenze diciamo “culturali” con la proprietà. Sono andato a fare altre cose, tra cui il programma “Doppio Audio” per quella che sarebbe poi diventata Rai Movie e che allora si chiama Raisat Cinema World: intervistavo registi italiani mentre vedevamo un loro film. Ne ho fatti una cinquantina, e spero di poterlo riprendere su Rai Movie prossimamente: in questo momento sarebbe la cosa che mi piacerebbe di più fare. Avere un regista tuo “prigioniero” con davanti il suo film, che vuole spiegare e raccontare… Puoi chiedere davvero qualunque cosa…

Dall’inizio del 2016 fai parte, come detto, della terza Commissione di Revisione Cinematografica. Come ci sei arrivato?

Qualche tempo fa Laura Delli Colli ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un post in cui diceva che le precedenti commissioni di censura erano arrivate alla fine del loro mandato biennale e avvertendo che gli interessati avrebbero potuto candidarsi, se ritenevano di averne i requisiti. In ogni commissione devono essere rappresentate certe categorie professionali, così io mi sono proposto come “esperto di cultura cinematografica”. Poi in realtà me ne sono dimenticato, finché a febbraio un amico che faceva parte delle commissioni precedenti non mi ha fatto sapere che mi avevano selezionato.

Quindi non hai idea di come hanno fatto la selezione?

Esatto. Io ho mandato un curriculum e ho spiegato perché mi interessava partecipare, ma non so chi fossero gli altri candidati e non so nemmeno in quanti avessero saputo che erano aperte le selezioni, perché la Delli Colli ha avuto la bontà di segnalare la cosa su Facebook, ma trovare il bando sul sito del Ministero non era facile.

Cosa ti ha spinto a fare richiesta?

Io sono contrario ai divieti: scherzando dicevo «Voglio entrare in commissione per distruggere la censura dall’interno!», sapendo benissimo che non lo potevo fare… A parte gli scherzi, e considerato che non riceviamo alcun compenso, a far parte delle commissioni ci sono solo due vantaggi: uno è che vedi diversi film in anteprima, l’altro – e questo non lo sapevo quando mi sono candidato – è che ti danno il tesserino per entrare gratis al cinema nei giorni feriali. Era il mio sogno da quando ho iniziato a scrivere di cinema, anche se poi riesco ad andare al cinema soprattutto nei fine settimana e quindi continuo a pagare… Da quando ho il tesserino penso di essere entrato al cinema gratuitamente sì e no tre volte, però la soddisfazione di averlo è enorme: adesso posso morire felice!

Alberto Farina e Harpo
Alberto Farina

Come funziona il lavoro delle commissioni di censura?

Le commissioni si riuniscono una volta a settimana, salvo quando c’è bisogno di una riunione supplementare perché i film si sono accumulati. I membri di ogni commissione vedono i film insieme, sempre dall’inizio alla fine, compresi i documentari perché sono film veri e propri. Chi deve distribuire un film in sala è obbligato a sottoporlo alle commissioni di revisione della censura, e questo vale per qualsiasi cosa venga proiettata in pubblico, ma anche per le opere teatrali. Per il teatro ci sono altre commissioni, per il cinema invece ci sono le nostre 7. I film vengono spartiti tra le commissioni in ordine di arrivo, e nella lista entrano anche tutte quelle opere che vengono distribuite per uno o due giorni, quindi concerti, visite a musei, documentari televisivi che restano in sala un solo giorno… Sono tutti da valutare, perché se vengono proiettati in una sala pubblica a pagamento devono obbligatoriamente sottostare alla censura. Invece le opere non destinate alla sala cinematografica, come ad esempio l’home-video, possono passare tra le maglie della censura. A volte succede anche di dover vedere delle cose improbabili, che è persino difficile definire film; cose che devono passare in censura perché magari hanno qualche detassazione o qualche credito d’imposta, e il film “esiste” solo nel momento in cui ha il visto di censura. C’è capitato di vedere della roba veramente improbabile, soprattutto all’inizio…

Le commissioni sono composte tutte allo stesso modo?

Sì. C’è un presidente che è un avvocato, poi ci sono un docente di psicologia o pedagogia, due esperti di cultura cinematografica, due rappresentanti delle associazioni dei genitori, due rappresentanti delle associazioni di categoria e un rappresentante delle associazioni di protezione animali. I rappresentanti delle associazioni di categoria sono persone che si occupano di cinema a livello professionale, per cui rappresentanti di produttori e distributori. I pedagoghi, o comunque gli esperti dell’evoluzione emotiva e culturale dei ragazzi, sono gli unici che non considero antagonisti.

Perché?

Io trovo che l’esistenza dei divieti non abbia senso, per cui partivo dall’idea che fossero tutti miei antagonisti: se uno vuole vietare un film, io devo convincerlo a non farlo. Gli unici colleghi che ascolto davvero con attenzione, e da cui mi faccio più condurre, sono i pedagoghi e quelli che conoscono bene le problematiche relative all’evoluzione dei minori. Se avessi un figlio gli farei vedere quasi tutto, ma mi rendo conto che un bambino dev’essere preparato.

Insisti molto sul fatto che sei contrario ai divieti…

Mi sembra una cosa arbitraria tracciare una riga così, e legalmente mi sembra stupido. Trovo invece che abbia senso dare dei consigli di visione, come vengono dati in televisione, tanto che condizionano pesantemente la programmazione.

In che modo?

Secondo la Legge Gasparri i film che la censura ha vietato ai minori di 18 anni, in Tv non possono andare; i film vietati ai 14 possono andare solo dopo le 23; tutti gli altri vanno valutati dalla redazione e “bollinati” a seconda di quello che noi riteniamo sia il consiglio di visione da dare. Nelle fasce orarie cosiddette “iperprotette” – dalle 7 alle 8 e dalle 16 alle 19 – possono andare solo i film “per tutti” col bollino verde, i film col bollino giallo sono definiti “minori accompagnati” e possono andare nel resto della giornata, mentre i bollini rossi possono essere trasmessi solo dalle 20 in poi. Le fasce orarie sono intese in senso molto rigido: un film con bollino giallo che finisce alle 16:01 è comunque una violazione.

Risultati immagini per nonno scatenato

Invece al cinema abbiamo i divieti. Come vengono assegnati?

Normalmente succede questo: il distributore che deve uscire con un film lo porta al Ministero e aspetta il suo turno, e se vuole può chiedere di essere ascoltato dalla commissione dopo aver fatto vedere il film per perorare la sua causa. Il verdetto può essere “per tutti”, “vietato ai minori di 14 anni” o “vietato ai minori di 18 anni”. Non c’è bisogno si sia tutti d’accordo, basta un verdetto di maggioranza. Se poi il distributore non è soddisfatto può ricorrere in appello, e in questo caso sono convocate altre due commissioni – diverse da quella originale – che rivedono congiuntamente il film e lo valutano nuovamente. Se l’appello viene accettato buon per il distributore, se invece il divieto viene confermato il distributore ha due possibilità: o lo accetta ed esce col divieto, oppure taglia il film e lo sottopone nuovamente al Ministero. A volte capita anche che il film sia proposto già tagliato: per esempio qualche mese fa abbiamo visto Nonno scatenato, con Robert De Niro. Negli Stati Uniti è uscito come Rated R, vietato ai minori non accompagnati, da noi invece il distributore prima ha stemperato il titolo – che avrebbe dovuto essere Nonno zozzone – poi l’ha tagliato di 14 minuti. Quindi Nonno scatenato è un film sì volgarissimo ma “per tutti”, però non è la versione italiana di Dirty Granpa: è un film pesantemente abbreviato per scelta del distributore.

Le commissioni di censura si occupano anche di film vecchi?

Sì, quando qualcuno ne chiede la derubrica. In tempi neanche troppo remoti è capitato che l’abbia chiesta io: avevo un paio di film che avrei voluto trasmettere su Rai Movie ma che erano vietati con dei divieti che secondo me oggi sono abbastanza risibili, e con dei piccoli tagliettini avremmo potuto metterli in prima serata. In questi casi si ripropone il film in commissione concordando dei tagli per avere la derubrica. Bisogna presentare una copia del film con la traduzione di tutti i titoli e indicare esplicitamente la proposta di taglio «da questo secondo a questo secondo» e poi sperare nella derubrica.

Non c’è la possibilità di far derubricare il film senza fare tagli?

No, però spesso bastano dei tagli nominali. Ad esempio a Rai Movie abbiamo Persona di Ingmar Bergman che nella sua versione integrale porta ancora oggi un divieto ai minori di anni 14. Di conseguenza non possiamo trasmetterlo di mattina, e un film come Persona non lo puoi tagliare… Per derubricarlo abbiamo preso il montaggio rapidissimo che c’è all’inizio e abbiamo tagliato forse un secondo e mezzo del dettaglio del chiodo che trafigge la mano di Gesù mentre viene crocifisso. Subito dopo, invece, non è stato tagliato un pene eretto…


Come commissione ti è capitato di fare delle derubriche?

Sì. Ci hanno proposto La vera storia della monaca di Monza di Bruno Mattei, un film con Zora Kerova pieno di scene di lesbismo, e il film di Tinto Brass Fallo!. Nella versione integrale Fallo! dura 90 minuti, la versione che ci hanno fatto vedere ne durava 61. Ma quello che abbiamo visto era comunque un film di Tinto Brass, anche se non aveva più le scene esplicite, così abbiamo deciso di lasciargli il divieto ai 18. Per La vera storia della monaca di Monza mi sono fatto dare prima la lista dei tagli, perché così potevo capire cosa mancava: ogni tanto c’erano personaggi che sparivano o cambiavano completamente, perché mancavano le scene di sesso… Alla fine l’abbiamo derubricato, ma questo non si può fare quando il contratto del regista lo impedisce. Per esempio Mike Figgis, contrattualmente, non permette che Via da Las Vegas – che è vietato ai minori di 14 anni per via della scena dello stupro – sia tagliato.

Risultati immagini per fallo tinto brass

Altrimenti, in generale il distributore può fare quello che vuole…

Il problema è proprio questo. Pongo una domanda di cui non so la risposta. Prendiamo l’esempio di Nonno scatenato: è passato in commissione ed è un film per tutti, quindi in televisione potrà essere trasmesso in prima serata. Ipotizziamo che il film sia stato doppiato tutto, quindi alla televisione sarebbe venduto un film “per tutti” in cui ci sono 14 minuti di scene che la commissione di censura non ha visto. Allora, in televisione cosa stiamo vedendo? Stiamo vedendo il film per tutti o stiamo vedendo un prodotto audiovisivo non destinato alla sala cinematografica e che pur avendo lo stesso titolo è opera cinematografica diversa e più lunga di un quarto d’ora? Non so se qualcuno si è mai posto questo problema, che è grave: nel momento in cui c’è stato un taglio che serviva ad aggirare la censura, la televisione che ha in mano la versione con le scene che la censura avrebbe potuto guardare male, come risolve il problema?

In effetti…

Devi avere mille occhi, e il fatto di essere in censura mi dà un ulteriore occhio per tutelare Rai Movie, perché sono ancora più attento di prima – e già ero attento in maniera abbastanza maniacale. Se dovesse arrivare a Rai Movie Nonno scatenato, io dovrò mettere sul tavolo quello che è successo in censura. Cosa dobbiamo fare? Lo consideriamo un divieto ai 14 o basta il bollino rosso? Cosa dicono gli avvocati? Seguendo la legge alla lettera, la cosa da dirimere è: è lo stesso film, e quindi per tutti, o è un’opera audiovisiva diversa, non destinata alla sala cinematografica? Credo che si giochi un po’ su questo.
Un’altra cosa che capita abbastanza spesso ma di cui non ho mai sentito parlare nessuno, è la censura invisibile. Una decina d’anni fa ho visto Sorrisi di una notte d’estate di Bergman, doppiato in italiano ma con i sottotitoli. Sono rimasto a bocca aperta da quanto la versione italiana fosse lontana da quella svedese, pur non avendo subito tagli: è stupefacente. A un certo punto c’è un personaggio che ruba la donna a un altro: nel film italiano è tipo un nipote che la ruba allo zio, nel film di Bergman è il figlio che la ruba al padre; nella versione italiana lui è un professore di filosofia, nella versione di Bergman è un prete! E c’è una scena in cui una donna parla con una servetta: nella versione italiana parlano della primavera, nella versione svedese parlano di perdere la verginità! È una cosa molto subdola fatta chissà da chi, probabilmente dal distributore per evitare di avere problemi di morale…

A questo riguardo, voi assegnate solo i divieti o avete anche la possibilità di vietare in toto l’uscita del film?

Su questo a me nessuno ha detto niente. Mi pareva di ricordare che il rifiuto del nullaosta fosse stato abolito dopo tutta la polemica in seguito a Totò che visse due volte di Ciprì e Maresco, però nel 2012 fu negato a Morituris di Raffaele Picchio. Questo smentirebbe quindi il fatto che non sia più prevista la negazione, ma sono abbastanza sicuro che noi al massimo possiamo dare un 18. Se è così meno male, però da quando io sono in censura la commissione di cui faccio parte ha dato tre volte il divieto ai 14 e neanche un 18. A parte la conferma dei 18 a Fallo! di Tinto Brass…

Risultati immagini per morituris

E questi tre divieti a cos’erano dovuti?

In realtà non erano dovuti a scene di violenza particolarmente estrema o a scene di sesso particolarmente esplicito. Normalmente il divieto ai minori di 14 anni è dato a film in cui sono raccontati il male o la criminalità con modalità ritenute capaci di suscitare emulazione. Per esempio l’abbiamo dato a Falchi di Toni D’Angelo, che è un film in cui non ci sono eroi e non ci sono cattivi: ci sono poliziotti corrotti, con uno che addestra cani da combattimento… Io ho votato contro, ma capisco le ragioni di chi ha deciso di vietarlo ai minori di 14 anni. Un altro cui abbiamo dato il 14 era Si Vis Pacem, Para Bellum di Stefano Calvagna, in cui il protagonista è un killer prezzolato. È un film in cui l’eroe è un eroe che non è un eroe. A me dà abbastanza fastidio perché non mi va di fare il moralizzatore, ma in questo caso il pedagogo di turno ha detto che il modello per i ragazzi sotto i 14 anni poteva essere pericoloso, e quindi mi sono fidato.

In effetti dà fastidio essere costretti a dare un giudizio morale su un film…

Sì, senza voler attaccare la moralità così per il gusto farlo, che mi sembra sbagliato e pericoloso, penso che qualunque opinione sia legittima e vada sostenuta… ma è vero che un film è un oggetto che vive di suggestione e che quindi un suo effetto pernicioso su spettatori nell’età della formazione può averlo. Ecco, mai e poi mai accetterei di dare un vietato ai 18 per motivi morali, perché un ragazzo di 14 anni ritengo abbia gli elementi per capire quello che vede, ma forse un divieto ai 14 devo accettarlo. Anche il terzo film che abbiamo vietato… Si trattava di Sp1ral di Orazio Guarino, il cui protagonista non fa altro che desiderare la morte dall’inizio alla fine, e mentre desidera la morte si porta a letto tutte le ragazze che incontra, senza troppo badare a se loro siano o meno d’accordo.

Ma voi vi pronunciate solo sul film o anche sul titolo e sul materiale promozionale?

No. Anzi, la cosa che più mi capita e su cui più infervoro nella discussione è quando viene giudicata non tanto la “pericolosità” del film quanto la scelta commerciale. Per esempio, una volta è stato presentato un film horror molto leggero che aveva avuto un divieto ai 14 che non stava né in cielo né in terra. È arrivato il rappresentante del distributore a difendere il film, specificando come il trailer fosse molto spaventoso perché lo volevano vendere così nonostante il film non facesse paura, e quando lui è uscito c’era chi voleva confermare il 14 perché diceva che se lo vendono come una cosa spaventosa si dovevano prendere il divieto. Lì mi sono arrabbiato, perché questo è un problema di rapporti tra il distributore e lo spettatore: se ha visto un trailer spaventoso e poi il film è all’acqua di rose sviterà le poltrone o chiederà i soldi indietro, ma è un suo problema. Noi dobbiamo valutare il film, non il modo in cui è stato venduto! Il film è impressionante? È lesivo alla psicologia del ragazzino? No! In quel caso mi hanno dato ragione, però a volte mi capita di sentire delle posizioni assurde… È per questo che a volte ho un rapporto antagonistico con tutti tranne che con gli esperti dell’età evolutiva, perché loro parlano veramente dello specifico: «questa cosa, questo tema e in particolare il modo in cui è trattato, un bambino potrebbe non capirlo o rimanere stordito…» Gli altri il più delle volte, insomma…

Ma alla fine che tipo di verdetto estendete, esattamente?

Mentre vediamo un film il segretario comincia a compilare il verbale, come si fa nelle riunioni di condominio: «È presente questo, è presente quello… hanno visionato il film…» Dopodiché, se il film è per tutti firmiamo e basta, se invece si decide di dare un divieto diamo una motivazione, perché le motivazioni sono pubbliche. Lo stesso quando c’è una derubrica: quando derubrichiamo un film che aveva un divieto scriviamo una motivazione, altrimenti no.

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Il mio dubbio era se il verdetto, per come lo stilate, può essere utile al distributore in caso volesse fare dei tagli per far derubricare il film.

In teoria sì, se il divieto dipende da una scena in particolare, ma spesso film con delle scene molto impressionanti passano senza divieti. Io sono stato sorpreso di essere riuscito a far passare per tutti Man in the Dark di Fede Alvarez: la scena in cui lui cattura la ragazza, la lega e cerca di inseminarla artificialmente a me sembrava forte… Invece, col fatto che non ci riesce la cosa è passata. Sono rimasto sorpreso che mi abbiano ascoltato, perché non avevo mai visto una cosa simile, al cinema. Poi io parto dal presupposto che non si dovrebbe vietare niente…

Quindi sarai contento che la nuova legge sul cinema abolisce i divieti…

Sì, la speranza è che noi saremo l’ultima commissione. Lo scenario è fascinoso, perché il giorno in cui non ci sono più i divieti che succede? E soprattutto, che succede dei vecchi film che hanno un divieto? C’è una sanatoria generale per cui diventano tutti bollino rosso, quindi liberi tutti e Rai Movie può trasmettere Pasolini integrale?

Il fatto è che la nuova legge cancella i divieti della censura ma non stabilisce cosa andrà a sostituirli…

Sì, la nuova legge abolisce ma non crea. Quindi si dovrebbe andare avanti a interim con un altro mandato delle Commissioni… Ma intanto noi abbiamo tutto un altro anno, davanti.

La tua speranza, in questo senso, qual è?

A me piacerebbe arrivassimo a una situazione un po’ come quella statunitense, in cui non esistono divieti ma solo consigli di visione. Quindi bollino verde, giallo e rosso anche per i cinema. O magari anche cinque colori, perché ci sono dei film che sono vietati ai minori di 14 anni ma sarebbero da vietare ai minori di 7 anni, perché invece un dodicenne potrebbe vederli tranquillamente. Tra un bambino e un preadolescente c’è molta più differenza di quanta ce ne sia tra un preadolescente e un neo maggiorenne, per cui avrebbe senso che esistessero degli “sconsigli” a minori di fasce diverse. Però trovo insensato che le fasce di età siano stabilite dalla legge, dovrebbero essere dei consigli, poi sta al genitore decidere per suo figlio.

Ma secondo te sarebbe meglio che questo tipo di consigli fossero dati dallo Stato o da un codice di autoregolamentazione come in televisione?

Secondo me ci vorrebbe un codice di autoregolamentazione. Io credo che, in queste cose, meno lo Stato ci mette bocca meglio è. Magari può sembrare un punto di vista superficiale, ma secondo me dovrebbe essere il distributore a decidere. Non credo ci sia alcun distributore così cinico o avido, o anche stupido, da cercare di vendere una cosa inadatta: lo puoi fare per un film, ma al secondo hai perso la tua credibilità. Penso sarebbe nell’interesse di chi distribuisce o produce un film dire «Attenzione: questo non è per i ragazzini, questo non è per gli adolescenti, questo è per un pubblico maturo…» Poi ci sarà sempre il padre psicopatico che porta un bambino di 6 anni a vedere Saw perché vuole risparmiare sulla babysitter, però allora dovresti togliergli il patentino di padre, non punire tutti gli altri.


34 commenti:

  1. Dai, commento per primo (anzi, per secondo: avevo già commentato ma blogspot si è magnato tutto senza pubblicare, mortaccisua) per ringraziarti del panegirico di apertura e, soprattutto, per iscrivermi alle notifiche. Ma per rendere meno inutile questo commento aggiorno la risposta alla domanda 2 per segnalare che quei videini che avevo cominciato a girare per i Facebook e Twitter di Rai Movie sono arrivati a 2/300 e la loro produzione non accenna a interrompersi - anche se da quando pubblichiamo quelli con i cineoroscopi di Simon & the Stars le mie qualchecento visualizzazioni medie impallidiscono di fronte alle sue moltemila...

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    1. No, per 4 secondi sei rimasto comunque primo.

      Divento Homer per un secondo

      pa...ne...gi...ri...co
      mmmmmmmmmmmmmmmm

      eh, lo so benissimo, l'ho visti quasi tutti

      e sta contento che invece de Simon non c'avete Paolo Fox altrimenti la tua invidia del pene sarebbe ancora più allarmante

      (e, impara, per rispondere ad personam devi cliccà su "rispondi" nel commento, non in fono. Te devo prende per mano su)

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  2. "Poi ci sarà sempre il padre psicopatico che porta un bambino di 6 anni a vedere Saw perché vuole risparmiare sulla babysitter, però allora dovresti togliergli il patentino di padre, non punire tutti gli altri."

    E quanti ne ho visti, santo cielo. Gli ultimi ancora poche settimane fa.
    Bella intervista, molto illuminante, risponde a molte delle domande che mi ero fatta ma non mi toglie il nervoso cinefilo, ahimé.
    I film dovrebbero venire distribuiti e trasmessi così come sono usciti nel loro Paese d'origine (soprattutto al cinema, dove i bambini dovrebbero entrare in base al buon senso dei genitori se ne hanno) e lo stesso vale per orridi rimaneggiamenti di adattamento, che non dovrebbero neppure esistere.
    Questa cosa di Nonno scatenato poi mi ha sconcertata, nonostante sia un film che non guarderei nemmeno sotto tortura: addirittura tagliato di 14 minuti alla fonte, per "precauzione"? Quando in America era Rated R? Viviamo in una società stranissima, davvero...

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  3. Cara Babol, "così come sono usciti nel loro Paese d'origine"? Giammai: ci saremmo puppati la versione con lieto fine di "Brazil", per dire solo il primo che mi viene in mente. ;-)

    Ma vedo il tuo punto. E purtroppo ci sono nefandezze che da fuori nemmeno ti immagini. I film tagliati dal distributore per avere visti di censura più tolleranti sono legione e li scopri per caso. Un altro che ricordo è "Nightmare - Il nuovo incubo", il ritorno di Craven alla saga di Freddy Krueger, che in Italia arrivò con un minutino abbondante in meno che, infatti, se vai a vedere il DVD, non è doppiato. E poi anche il recente "Two Mothers", anche quello alleggerito mica di poco e che invano ho cercato di recuperare per Movie in versione integrale. E' tagliato, peddìtte, anche su Netflix, eh.

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    1. In realtà avrei voluto scrivere "secondo la visione di chi li ha girati" ma siccome neppure i registi riescono a fare uscire i film come vogliono e sono costretti a sottostare a tagli/censure di produttori ecc. mi sembrava un po' impreciso scriverlo. :)

      E comunque ti ringrazio di nuovo perché mi hai svelato un altra cosa interessante. Credevo che Netflix (e in generale i servizi di streaming che dipendono non da una programmazione "imposta" ma lasciano all'utente la scelta di cosa vedere) fosse libero da censure ecc. invece ciccia.
      E' una cosa non da poco, uno crede di vedere un film nella sua interezza, invece..

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    2. Nel caso di titoli tagliati dal distributore non è tanto questione di "essere liberi da censure" ma di sbattersi - quando a Movie comprammo "I cancelli del cielo" mi feci un discreto mazzo perché trovavo inaccettabile trasmettere la tremenda versione doppiata in italiano e ci pensai io a mettere insieme un'edizione integrale. Ci vuole qualcuno che rompa le scatole al distributore, insista per avere la copia integrale e, se del caso, provveda a sottotitolare eventuali pezzi rimasti solo in versione originale. (Va detto che per "Two Mothers" ci abbiamo provato e non c'è stato verso e non posso escludere che Netflix abbia fatto lo stesso col medesimo risultato)

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  4. Complimenti a rai movie(ma anche a rai4)specialmente per notte cult.
    C'è ancora vero?
    Quanti film che ho scoperto nelle notti insonni estive...

    Sulla censura,spero che qualcosa cambi davvero(ma non ci credo..),
    un film come Non si sevizia un paperino oggi in Italia sarebbe
    inconcepibile.
    Anche chi vorrebbe osare e dire in qualche modo la sua, si sente in qualche modo frenato.
    Peccato...

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    1. a meno che non si affida alla rete

      però tutti vorrebbero i propri film distribuiti ovunque e specialmente nei canali classici

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    2. "Non si sevizia un paperino" uscì con VM18 quindi ancora oggi in TV non può passare, integrale, per nessuno motivo. Ma all'epoca i film guadagnavano soprattutto con la sala, oggi dipendono dalla vendita TV - e un VM18 nessuna TV può comprarlo a meno che non ne chieda la derubrica.

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  5. Madonna siete peggio della santa inquisizione..!!
    Allora i film ,se non ho capito male è meglio vederseli in DVD per avere la certezza che non siano stati censurati.
    Un ultima cosa ,sempre se non ho capito male :
    Morituris l'ho trovato in DVD al supermercato ,versione integrale .
    Non è mai uscito al cinema , ho per le mani uno di quei film che probabilmente ,perdonami l'infausta associazione , se fosse stato un libro ,umbero Eco l'avrebbe fatto bruciare come nel Nome della rosa.
    Potrei ricavarne qualcosa, in un futuro...economicamente parlando?
    Sarà un "pezzo raro" da collezione?
    Grazie
    Massimiliano

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    Risposte
    1. ma non ti ricordi tutta la nostra discussione su Morituris? quando ti raccontai tutto quello che aveva passato quel film e quanto quel tuo dvd fosse raro?

      me pare che me avevi detto che l'avevi buttato sul cestino

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    2. Non si scrive ...nel cestino?
      Sempre colpa delle scienze ecclesiastiche..!
      Comunque quello era Serbian e non l'ho buttato io!
      Comunque volevo sentire anche lui, mica perchè non mi fido di te :)
      Raro ...raro va bhe ma quanto?
      Se me lo traduci in euro mi faresti piu' contento!
      Tanti abbracci

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    3. abbiamo parlato tanto di Morituris, fidati...
      Se non ti fidi ricerco dove.

      si dice nel cestino se...ci prendi

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    4. Morituris sta a 7 euro su amazon :P

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    5. sarà integrale sì?

      anche troppo 7 euri...

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    6. Sono proprio fortunato , ho un film così raro in versione integrale che non mi farà guadagnare un cazzo!!!
      E io che pensavo già ad estinguere il mutuo.
      Claudi potresti comprarlo da amazon e vedere se è tagliato come penso io...!
      Dopodichè bisognerebbe trovare il modo di bruciare il master e sperare che nel tempo venga rivalutato....io ho speso meno di 7 euri quella volta , sta già salendo nvedi..!

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    7. "i film ,se non ho capito male è meglio vederseli in DVD per avere la certezza che non siano stati censurati"

      Diciamo che i film VIETATI AI DICIOTTO è meglio vederseli in DVD. Per dire, "Le iene" è VM18 e in TV non può assolutamente passare in versione integrale. Tipo che non c'è più la scena del taglio dell'orecchio - praticamente si deve tagliare il taglio, cosa molto metacensoriale.

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    8. grazie Alberto per il servizio che stai rendendo

      gratis eh

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    9. Meta che?
      Io le iene l'ho visto in Tv compresa la scena dell'orecchio e non solo...ma son quasi certamente sicuro di averlo visto trasmesso da una TV commerciale e dopo le nove di sera.
      Probabilmente nonostante il vostro operato certosino i divieti come le leggi son fatti per trovare poi la maniera di "glissarli".
      Poi ritengo abbastanza curioso stare qua a parlare di censura ,seppur sia riferito contestualmente a cinema e televisione . Lo trovo anacronistico e contradittorio (per questo parlavo di santa inquisizione)in un epoca dove basta pigiare un dito sul pc per bypassare qualsiasi divieto , non crede?
      Adesso , non vorrei fraintendesse ne pensasse fossi presuntuoso ma non le viene mai il dubbio a volte di lavorare per "niente"?
      Se partiamo dal presupposto che qualsiasi divieto ,come dice lei, non dovrebbe esserci ma invece un ragazzino di 13-14 anni dovrebbe essere correttamente educato e guidato ed avere la possibilità di scegliere ....anche perchè ai giorni d'oggi non puoi vietare ad un ragazzino di "smanettare"con il web che è di per se un territtorio senza censure.
      La si che vedrei più utile una regolamentazione ...

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    10. max, scusa se intervengo, ma che c'entra il fatto che uno il film può vederselo comunque integrale al pc?

      ci sono due errori di fondo

      il primo è che quando si riuniscono le commissioni per decidere i visti non è che gli frega nulla se poi uno a casa li vede integrali. A loro interessa che AL CINEMA o IN TV non si vedano certe cose

      seconda cosa in tanti sottovalutate la tv. Che rimane ancora, e di gran lunga, il canale più potente e dai numeri più grandi. Un film che fa un milione di visualizzazioni in tv in una sera in rete ci mette ANNI a farle.

      Anche su fb, quando metto una recensione di un film visto in rete 100/200 letture (da fb, non totali). Quando metto una segnalazione in tv 600/700 almeno

      la tv e il cinema (e meno male) restano i canali più forti. Ed è normale che ci sia una commissione che li controlla.
      Poi a quelli della commissione se il tu figlio si vede A SERBIAN FILM a 11 anni al pc che glie frega?

      l'importante è che controllino i canali istituzionali

      è come se dicessi "ma che ve frega a scuola sta attenti ai bambini, poi magari a casa prendono un coltello e se ammazzano"

      scusa ma è la stessa identica cosa

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    11. o come se dici

      "perchè mettono le date de scadenza al supermercato se poi uno a casa pò magnà quella roba anche un anno dopo la scadenza e morì?"

      UGUALE

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    12. Non capisco il nesso tra la tua risposta e la mia domanda .
      Io asserivo solo che non ci trovo un vantaggio a censurare un prodotto nello specifico cinematografico e televisivo se poi c’è sempre ‘escamotage per aggirare la censura.
      E una realtà , un dato di fatto che in rete puoi trovare di tutto e di più senz filtri e quindi che senso ha tutelare i minori perché alla fine le restrizioni dovrebbero essere a vantaggio loro se poi c’è una realtà importante come il web che di fatto non ha restrizioni nell’access ai propri contenuti.
      Credo sia frustante lavorare con questa convinzione no?
      Poi tornando sull’argomento credo inutile star la a tagliare minuti di film o cambiare dialoghi solo per farli passare in televisione a determinate ore e comunque “storpi”.
      Svalutando l’opera originale in funzione degli ascolti o del tornaconto economico del distributore.
      Anzi a volte credo sia la censura una manovra mediatica.
      Poi fai degli esempi da chierichetto prossimo al noviziato...���� un po’ assurdi come è assurdo la storiella del padre che porta il ragazzino di sei anni al cinema a vedere Saw per non spendere soldi di babysitter.
      Io credo che i minori vadano tutelati in primis dalla famiglia e daLa corretta educazione che questo dovrebbero insegnare ,poi dalla scuola e da tutte le realtà che girano attorno alla crescita di un ragazzo.
      Ma stiamo parlando di minori a 13/14 anni sei ancora minore ma hai la maturità acerba per carità di decidere quello che è giusto è quello che è sbagliato indipendentemente da chi decide cosa farti o meno vedere.
      Sapendo per di più che censurare è veramente relativo per i motivi che ho esposto prima.
      Io gli yogurt li mangio anche scaduti e son buoni anche una settimana dopo basta tenerli in frigo.
      E non mi han fatto mai male...��

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    13. niente, mi arrendo, ahah

      o se proprio vuoi una risposta riscriverei quella che ho fatto qua sopra, dalla prima all'ultima parola

      via, buoni yogurt ;)

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    14. Mi chiedevo quanto avresti resistito, Caden, prima di giudicare "frustante" la discussione :)

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    15. Giobbe in confronto a me era un istintivo :)

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    16. Grazie comunque di aver letto
      Massimiliano

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    17. Provo a spiegare facile - anche se basterebbe leggere l'articolo per capire tutto, eh.

      1) La cosiddetta "censura" stabilisce le condizioni per il nullaosta a proiezioni in luoghi pubblici.

      2) La programmazione televisiva utilizza, per i soli prodotti usciti precedentemente in sala, i nullaosta della cd "censura" - e pone quindi limiti che escludono i VM18 e costringe i VM14 a dopo le 23 (o al parental control").

      3) Tutto quello che non rientra in proiezione in sala o in programmazione televisiva (YouTube, gli scaricamenti illegali, i DVD eccetera) sono campo libero da condizionamenti statali.

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    18. perchè io non l'avevo spiegato bene? :)

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    19. Mi sento un po’ confuso....potete rispiegare?:)

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  6. Questa cosa della censura ha un che di . piacevole . fatta bene.
    Credo che chiamare un gruppo di persone . intorno a un tavolo.
    Che poi certo cinema dovrebbe al massimo essere fatto con il contributo di chi il film l'ha creato anche . domani a pranzo.
    Pensa un po' roba come l'uomo di neve . . cinema.

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    1. che t'è preso oggi co sta punteggiatura?

      edo. credo. che. vengo. a torino. per. il tff. sto solo. cercando. compagnia. e te lo




      confermo

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    2. Era la censura sul mio messaggio: un punto ogni taglio di frase o parola.


      Il tff? Conosco il tfr, o se è onomatopeico si rifà al tze? O magari essendo un blog di cinema è Torino, film, poi... fobia? faloppa? fiorentini? folk? festival? falsi? farisei?
      Oh dio mio, ho bisogno di un tè.

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    3. sei sempre troppo geniale per me...

      vuoi dirmi davvero che non conosci il Torino Film Festival?

      ma se è la più grande cosa che fate lì. E, forse, qualitativamente meglio de venezia e roma

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

2 metti la spunta qui sotto su "inviami notifiche", almeno non stai a controllare ogni volta se ci sono state risposte

3 ciao