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4.1.19

Recensione: "Suspiria" (2019-Guadagnino)

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La scommessa di Guadagnino di affrontare uno dei cult horror più importanti di sempre è assolutamente vinta.
Il suo Suspiria è puro cinema, pura combinazione di Arti.
Visivamente magnifico, grande atmosfera, regia virtuosa e impeccabile, attori protagonisti eccellenti.
Peccato per una non perfetta gestione dello script, stroppo debordante nel finale e non del tutto convincente nel gestire metafore e sottostorie.
Ma questo Suspiria rimane uno degli horror moderni imprescindibili

Ah che bello che non ricordo niente del Suspiria argentiano...
Visto da adolescente, mai più rivisto (ma questo è un blog di cinema e, per giunta, di un appassionato di Horror? andiamo bene...).
Che bello perchè non devo arrampicarmi in nessun specchio, non devo parlare di lesa Maestà, non devo far confronti con il capostipite e posso fare quello che si dovrebbe sempre fare (ma quanto è difficile farlo...), ovvero giudicare un film per quello che, semplicemente, è (o par d'essere).

In più ho visto il film con l'amico Vincenzo, lui sì esperto del film di Argento.
Troverete le sue considerazioni a fine recensione.

Se poi aggiungiamo che Suspiria è il mio primo Guadagnino bingo, tutte le mie mancanze mi portano ad una condizione ideale per parlare in tabula rasa del film.
Lo dico da subito, Suspiria è un gran bel film, addirittura eccellente in alcune sue componenti.
Non è -per me- ben scritto, non è del tutto coeso e non riesce a raccontare una grande storia.

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E ha il difetto di un secondo tempo abbastanza sensibilmente sotto al primo.
Il passaggio dal thriller psicologico al vero e proprio'horror ci stava, e alla grande (del resto non è che le sceneggiature possano essere stravolte) ma è anche indubbio che la prima parte - così meno debordante, vero, ma più insidiosa - è quella dove possiamo meglio intravedere il talento di Guadagnino.
Suspiria è puro cinema.
C'è una cura maniacale per ogni aspetto, c'è un rispetto per l'operazione pazzesco.
Questi sono i casi in cui anche i detrattori dei remake dovrebbero avere l'onestà intellettuale di apprezzare lo sforzo artistico, al di là del ritenrete l'operazione necessaria o no.
Il cinema, si sa, è somma di tante arti (nessuno come lui) e in questo film tutte vengono esaltate.
A partire dagli splendidi costumi (anche una tuta da ginnastica fa la sua figura) alle stupende location e scenografie, dalla musica originale di Yorke alla straordinaria regia di Guadagnino.
Senza dimenticare una eccezionale prova d'attori.
Ogni sequenza di Suspiria è un piccolo capolavoro di cinema, in tutti questi suoi aspetti messi assieme.
Ovviamente il lato che io amo di più (e quello dove ho qualche competenza) è quello della regia.
Panoramiche a schiaffo, zoom, un movimento "da gru" nell'atrio della scuola di danza da infarto, primi piani emozionali perfetti, montaggio - vedi meravigliosa scena del ballo con annesso omicidio della russa - pazzesco.
Un perfetto mix tra regia moderna e pennellate 70ies.

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Guadagnino mi sembra un malato del montaggio, e lo dimostra da subito, con  quel prologo con la Moretz e il vecchio psicologo (la Swinton...). 
Avrò contato 40 inquadrature in 3 minuti.
Classe, tanta classe.
Ma oltre a tutto questo Suspiria ha il grande merito di saper creare una grandissima atmosfera, insidiosa, malefica, densa.
Siamo nel thriller psicologico al confine con un Evil Movie, quei film sul Male che tanto amo (e unendo Arte e Maleficio io ricordo sempre Starry Eyes...)
In questo primo tempo c'è però una scena tipicamente horror impressionante, la sopracitata audizione di Susie, un ballo di morte a due con la ragazza russa.
Dolorosa, terrificante, senza respiro.
 Fatico a trovare sequenze horror migliori in questo ultimo anno.

Ma funziona veramente tutto, il piano sequenza polanskiano nella cucina degli insegnanti, il ballo di gruppo in cui Angela Winkler sembra manovrare qualcosa "alla Piton", la prima audizione muta di Susie, le psichedeliche sequenze degli incubi (anche qui montaggio...), la ragazza arpionata, il suicidio dell'insegnante depressa (interpretata dalla Testud, meravigliosa attrice dell'indimenticabile Lourdes).
E poi che attrici...
La Dakota Johnson funziona alla grande, Mia Goth è ormai una delle giovani migliori, le "vecchie" reggono e poi c'è lei, la divina Swinton.
Ricordo che una volta, con un pizzico di divertimento ma anche di critica, protestavo per come sta grandissima attrice venga sempre caricata di trucchi e parrucchi pacchiani.
Avevo trovato almeno 6 film quasi consecutivi in cui ciò accadeva.
Stavolta mi son detto "oh, finalmente la vediamo al naturale", per poi scoprire che lei fa anche la parte del vecchio psicologo e quella di Markos ;)
Comunque vederla è sempre tanta roba e la scena della cena al pub, con quelle due donne a capotavola che si guardano, vale per tutte.
Insomma, stiamo parlando di un capolavoro?
No, ahimè...
Perchè Suspiria di difetti ne ha, ed evidenti.
Quasi tutti sono ascrivibili ad una sceneggiatura che cerca di farsi complessa ma non riesce a raggiungere la complessità "positiva", quella che io amo, ma, al contrario, diventa contorta e dispersiva.
Le metafore e i punti in comune tra il film e il periodo di terrorismo tedesco fine anni 70 a me non sono arrivate. Sembra quasi che il film viaggi su due binari paralleli, la storia di streghe principale e la cronaca nera dell'epoca.
Ma non funziona.
Le sottostorie, specie quella dello psicologo e di sua moglie, non reggono. E alla fine a quest'ultima viene data un'importanza incredibile, quasi insensata. Ma io empatia e interesse per la vicenda non l'avevo mai provate.
(come, del resto, con la vera madre di Susie)
In più tutta la parte esoterica è davvero confusa, malscritta. E' anche vero che l'Argento più "horror" non era un maestro di scrittura quanto di atmosfere.
E si vede.

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E poi, dopo altre grandi scene (la Goth che trova le ragazze mutilate, il ballo finale e altro) arriviamo al delirante finale, talmente "oltre" che non riesco a giudicarlo, tante cose mi son piaciute e altre per niente.
Perennemente al confine col trash (la donna-tricheco -Markos- con gli occhiali da sole, la sequenza quasi comica della testa della Swinton che ricade giù, il massacro alla "scanners" intervallato dai voti delle streghe, la Madre che viene dal sottosuolo), dicevo un finale al confine con il trash che però ha il merito di avere un coraggio incredibile.
E visivamente (e fotograficamente) è tutto davvero bello.
Certo, si manda tutto in caciara, tutte le eventuali finezze di script vanno sanguinalmente a puttane.
In definitiva una scommessa vinta, senza appelli.
Ma c'è la forte sensazione che con una maggiore coesione tra le parti, una complessità meno confusa e una capacità di raccontare il Male un pochino più equilibrata avremmo avuto davanti un capolavoro

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ed ecco Vincenzo


Come ci si può approcciare al remake di un film come Suspiria? Un film che anche visto oggi, a quarant’anni di distanza, sembra girato dopodomani, che non ha mai perso estimatori e non ha mai smesso di essere studiato, analizzato, sviscerato. Un film di cui continuano ad uscire nuovi restauri. Insomma un capolavoro considerato fino ad oggi intoccabile. Anche da me, lo ammetto.

C’erano due strade percorribili, per non fallire del tutto e giocarsi una carriera. La prima era quella del remake shot to shot, come Gus Van Sant che di Psycho fece praticamente una versione pop-art, o Haneke che rifece Funny Games con attori americani perché semplicemente gli andava. La seconda, quella che per fortuna ha imboccato Guadagnino, consiste nel discostarsi il più possibile, da ogni punto di vista, dall’opera originale.
Del Suspiria di Argento e Nicolodi resta appena il soggetto -Susie Bannion, giovane americana, va a studiare danza in una prestigiosa accademia tedesca che è in realtà una congrega di streghe- mentre tutto il resto è completamente diverso. Diverso il ruolo dei personaggi nella storia (soprattutto della protagonista!) e diversa l’evoluzione del loro rapporto.
Diversa l’ambientazione: non una Friburgo da favola Grand Guignol, ma la grigia, piovosa e politicamente instabile Berlino degli anni ’70. Perfino l’accademia non è più barocca ma un grigio ed anonimo palazzo in stile DDR.
Non più i colori (ASSOLUTAMENTE inarrivabili)  di Luciano Tovoli ma una desaturazione che ricorda un film di Fassbinder.

Poi la danza, che nel film originale era un puro pretesto (in quell’accademia si sarebbe potuto studiare qualsiasi cosa) qui diventa elemento fondamentale per l’evoluzione dei personaggi e per la messa in scena dei corpi. Ossa e muscoli, dove Argento era soprattutto sangue e viscere.


Il risultato è un Suspiria tutto nuovo, che parte dall’originale per essere qualcosa di completamente diverso. Una scommessa ardua, che Guadagnino ha decisamente vinto.

31 commenti:

  1. Non so se guardarlo. Non so nemmeno se leggere completamente la tua recensione.

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    1. unendo i due "non so" ti direi che se lo vuoi vedere meglio che me leggi dopo ;)

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  2. Scommessa vinta anche per me, che da bambino ho amato il film originale (gran fan del primo Argento mio padre, ma non diciamolo ai servizi sociali) e da grande, precisamente nel gennaio dello scorso anno, di Guadagnino ha amato Chiamami col tuo nome: film languido e soleggiato, agli antipodi rispetto a questo, che con la scusa degli inevitabili confronti fa capire quanto Guadagnino apprezzi il rischio, i salti nel vuoto, le strade imboccate all'ultimo.
    Al cinema ho pensato agli ultimi Refn, Aronosky, Aster: horror d'autore altrettanto strabordanti, altrettanto divisivi e imperfetti nei risvolti più kitsch, ma ai quali tra me e me ripenso ancora. E in tempo di remake, di intrattenimento mordi e fuggi, di spettatori con la memoria da pesce rosso, tanto mi basta.

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    1. al solito un piacere leggerti ;)

      vero, non ho visto Call me ma quel confronto tra soleggiato e cupo (Suspiria) è molto evidente e molto interessante

      e mi associo ai nomi che citi, soprattutto per le perfette motivazioni che adduci (scusa, ho scritto veramente "adduci"? ;) )

      autori visivamente grandi, coraggiosi, che rischiano e sono molto spesso sul confine del buongusto

      ma sono questi i film che vogliamo alla fine ;)

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  3. Vado controcorrente: sì, tanta classe ma anche (per me) una gran rottura di p***e... esteticamente non si discute (ma tutti i film di Guadagnino sono esteticamente bellissimi) ma 152 minuti in cui ci viene mostrato tutto e il contrario di tutto (spie, guerra fredda, olocausto, cacciatori di nazisti... in certi momenti mi sembrava di vedere "I ragazzi venuti dal Brasile") senza arrivare a capo di niente è francamente troppo. Un film bulimico e irrisolto, con tanta, troppa carne al fuoco e un minutaggio eccessivo che diluisce e stempera le pochissime scene di suspance.
    Insomma, per farla breve: un horror che non fa minimamente paura che horror è??

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    1. i difetti che citi sono evidenti Sauro, li ho scritti anche io e, ahimè, devo confermarli tutti ;)

      poi è la solita questioone, alcuni film si amano nonostante difetti evidenti, altri si sopportano poco a causa degli stessi ;)

      però vero, troppe cose e malmesse insieme

      d'accordo anche sul minutaggio eccessivo e su come risulti irrisolto ;)

      l'unico punto su cui non sono d'accordo è l'ultimo

      per due motivi

      uno che no, per me non è vero, ci sono horror straordinari che non mi hanno messo mai paura

      e poi che è un horror lo diciamo noi, che doveva far paura lo diciamo noi

      siamo noi a dare etichette e finalità :)

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    2. Infatti, come ho scritto nella mia recensione, sul concetto di "horror" alzo le mani... non sono un fan del genere e ne ho visti troppo pochi. Anche a Venezia in molti mi dicevano "non è affatto un horror". Però allora, lo dico sul serio, vorrei che qualcuno mi spiegasse cos'è perchè io sinceramente non l'ho capito

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    3. però, te me insegni, che i più grandi film quasi mai possono essere incasellati in un solo genere

      io non so cos'è, magari nemmeno ci penso, quello che conta Sauro è solo se ti piace o no, se ti dà belle sensazioni o no o se analizzandolo ha difetti o no

      e riguardo questo ultimo punto quelli che segnali sono evidenti per me ;)

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  4. ai due cari amici blogger rispondo domani ;)

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  5. Visto ieri sera. Condivido parola per parola il tuo commento, direi che abbiamo visto lo stesso film. Anche per me scommessa vinta, atmosfera pazzesca, e riuscito soprattutto come operazione di "restyling" del film originale, come osserva giustamente Vincenzo. Detto ciò, proprio perché alla fine il film mi è piaciuto, farei qualche tirata d'orecchie a Guadagnino e a David Kajganich (pur restando ammirato dal coraggio e dell'ambizione enorme che hanno dimostrato). Ci vorrà un po' perciò scusami in anticipo per la lunghezza
    LIEVI SPOILER
    1) E' giustissimo fare un aggiornamento tematico di un horror, è un genere che può invecchiare ed è giusto rivisitarlo secondo le angosce contemporanee. Alcuni capolavori del genere sono remake (La Mosca, la Cosa, Terrore dallo spazio profondo) che aggiornano e plasmano il tema in quella maniera, la Cosa si concentra sulla diffidenza e l'individualismo, la Mosca sulle frontiere del corpo e della tecnologia, tutte tematiche che negli anni '80 calzavano alla perfezione. Però se te ambienti il film nel 1977 a Berlino, e ne fai un vanto di sottolineare ogni tre secondi con telegiornali e notizie la situazione politica, i terroristi, le bombe ecc. quale può essere l'incidenza sull'oggi? A quali ansie contemporanee corrispondono quelle situazioni? E perché non hanno la benché minima incidenza sulla trama, ma diventano strani sottofondi ambientali senza nessun significato apparente? (questo almeno a una prima visione)
    2) Il fatto di ancorare così tanto il film a una realtà sociopolitica ha da una parte il merito di rendere la vicenda più affascinante, più realistica; ma ad un certo punto si ha l'impressione che il passaggio da un onirismo indeterminato e vago ai momenti invece più ancorati nella realtà (trama, storia, che cosa sta succedendo in pratica) rende gli eventi estremamente nebulosi. In parte è voluto, certo, ma ad un certo punto i ruoli dei personaggi nella storia ti sfuggono, e la sceneggiatura inizia a mostrare un po' il fianco.
    3) Un'altra tematica che rimane un più come suggerimento che come vera chiave di lettura è quella che poi ho letto in varie recensioni, è quella ovvia del matriarcato, Ok, ma in che senso? Il "matriarcato" in sé e per sé non è un tema. Si vedono una volta le streghe che ridono ai genitali dei poliziotti, in generale vengono viste come un'allegra combriccola di donne che si danno una sorta di sostegno reciproco (?), e alla fine c'è quella frase ambigua di Dakota Johnson che parla della moglie del dottore nel campo di concentramento ("era circondata da due donne che le volevano bene" o qualcosa del genere). Ma poi? Forse era una metafora della resistenza delle donne all'oppressione del potere sotto ogni forma, ma a quel punto la trama delle fazioni interne, delle lotte di potere nell'ateneo mi sfugge. Magari mi sono perso qualcosa per strada.
    4) Fantastica la scena della danza montata in parallelo con il corpo di Olga che si disarticolava, però non si poteva tagliare un po' prima, ottenendo anche un'efficacia maggiore? Ad un certo puto è talmente parossistica che sfocia nel ridicolo, mi immaginavo una parodia alla Scary Movie. Se poi si piscia platealmente addosso mi sembra accanimento ingiustificato.
    5) Ozzy Osbourne come Madre 30 e lode
    FINE SPOILER

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    1. eccoci amico mio, mi prendo una pausa dal delirio classifiche (ma ancora sono in alto mare, mi mancheranno 10 ore minimo..) e finalmente vengo a leggerti

      sai che i tuoi commenti voglio gustarmeli con calma

      ah, mi fa felicissimo questa concordanza

      ma andiamo a vedere tutti i tuoi punti, li leggo e rispondo uno alla volta

      1 madò che classe enrico ;)

      non ci avevo minimamente pensato. Vero, l'ambientazione storica (urlata continuamente) non funziona nè nella diegesi del film nè perchè la sentiamo una cosa molto lontana da noi. E non essendo un film "storico" come operazione non è il massimo, potvano portarlo ai giorni nostri e, come dici, alle paure di adesso.
      Oppure restare ad allora ma migliorare la sceneggiatura

      2 assolutamente d'accordo, è quello che dicevo anche io. C?è questa sensazione di grande importanza del contesto e delle vicende personali ma poi, alla fine, non ce n'è una che ti resta o sembri solida, o non ce ne frega niente o non hanno sviluppi

      3 mah, io sta cosa non l'avevo notata nè credo sia importante

      ragazzi, è un film di streghe. Se vogliamo dire che ogni film di streghe sia metafora del matriarcato o.k (per me no) ma in Suspiria è semmai uguale a tutti gli altri
      boh, a me la scena coi poliziotti è sembrata un filo oltre il confine col trash. Un filo eh, ma un filo sì
      di sicuro una che lo ha oltrepassato di tanto è quella del collo della Swinton

      4 cazzo, te leggo e me pare che hai ragione anche qua

      oh, io so uno che non se fa mai condizionà ma te me freghi spesso...

      5 ahah, nel bene o nel male personaggio che sarà uno degli indimenticabili del 2019 ;)

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  6. Se si tagliava un po' dando meno corda sfilacciata alla trama parallela, intessendo meglio e più a ordinatamente la figura dello psicologo (usando un altro attore per diana!), e se la scena finale fosse stata costruita più assennatamente (il demonio nero di plastica è invendibile, solo per dirne una); ne sarebbe uscito un horror da ricordare e riguardare. Purtroppo questi problemi non sono marginali, e vanno ad inquinare anche il grande lavoro di Guadagnino per quanto riguarda montaggio e atmosfera. Dakota Johnson bona by tutti.

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    1. come darti torto alessio...

      però anche se non marginali secondo me non fanno "scalare" Suspiria dagli horror da ricordare, anzi, secondo me resterà ed è giusto così

      c'ha troppe cose grandi dentro (come dici anche te)

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  7. Visto ieri sera: concordo gran film!
    Esteticamente quasi perfetto, regia sublime, attrici (di fatto non ci sono attori……) superbe.
    Alcune considerazioni/interrogativi a caldo riguardo alle storie descritte/sottese e alle relative possibili interpretazioni/metafore:
    - il film è ambientato a Berlino nel 1977
    - la danza/coreografia si chiama “Volk” che in tedesco vuol dire popolo…quindi in tale contesto “popolo tedesco”
    - la danza è stata inventata (se ricordo bene si parla di anni ’40) da Helena Markos
    Quindi:
    - la Markos rappresenta il fascismo/nazismo (o neonazismo), che apparentemente è ridotto male (addirittura grottesco) ma che ha ancora seguaci nel popolo (che infatti vota lei e non la Blanc) e anzi vuole acquisire nuova ninfa vitale appropriandosi di Susie?
    - Susie rappresenta il cambiamento (non capito dalla madre che la scambia per una sovversiva)? Guarda caso è americana…..cambiamento che in Germania porterà qualche anno dopo alla caduta del muro di Berlino…..
    - il cambiamento spazza via le reminiscenze di “popolo cattivo” e guarda con compassione e tenerezza alle vittime del nazismo (che sono rappresentate dalle tre ragazze Patricia, Olga e Sara che rimandano alla moglie del dottor Klemperer e alle sue due amiche uccise nei campi di sterminio…)
    - si vorrebbero cancellare le nefandezze del passato (vedi scena a casa del dottore) ma ci vuole tempo molto tempo e veniamo così ai giorni nostri con quel cuore e le due iniziali di Josef e Anke che resistono ancora a memoria di un amore spezzato (tra l’altro Anke è interpretata da Jessica Harper che era la Susy del film di Argento…..)

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    1. ormai stefano è L'Omo delle Curiosità

      ADORO

      1977, il mio anno, eheh

      Ah, sta cosa di popolo e della Markos è molto interessante.

      In effetti la lettura politica del film è impossibile non intuirla ma secondo me i sottotesti non funzionano benissimo , o troppo nebulosi o troppo esplicitati ma poco convincenti

      vero, la Markos sembra il dittatore putrefatto e in declino che cerca disperatamente di tornare in auge

      Susie è americana come è americana la ragazza che -forse- avvelena tutti in Climax, ricordi?
      Potrebbero essere due metafore molto vicine...

      molto belle anche tutte le altre cose che dici

      e quel finale credo vada letto come dici. Eppure io un finale su una sottostoria che non mi ha mai preso e secondo me mal collegata al resto l'ho trovato debole...

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  8. La mia interpretazione:

    (SPOILER)

    Il dottor Klemperer rappresenta la Germania (quindi l'Europa) ancora lacerata dalle ferite della seconda guerra mondiale e dagli orrori del nazismo, divisa dal muro, attraversata da inquietudini sociali, debole nelle istituzioni (emblematico il trattamento riservato dalle streghe ai due poliziotti che hanno osato presentarsi all'accademia Tanz...), che attraverso la razionalità umanistica e la cultura (filosofia, letteratura, psicanalisi) cerca di fare i conti con quel passato e trovare un senso nel caos.
    La fazione Markos rappresenta quella parte di società ancora legata al retaggio del nazismo e i suoi risvolti torbidi (non dimentichiamo che nei governi tedeschi del dopoguerra figuravano personaggi contigui al regime hitleriano).
    La fazione Blanc rappresenta il radicalismo protestatario del tempo, in tutte le sue forme e le sue ambiguità: la danza riassume in sé le avanguardie artistiche (le performance contemporanee in opposizione al balletto classico), i movimenti emancipatori (il femminismo della liberazione dei corpi) e finanche l'eversione (con vari parallelismi: Mater-Meinhof, a significare la mobilitazione e il plagio di tanti giovani; la stella e il pentacolo, a saldare simbolicamente terrorismo ed esoterismo; il rosso, che accomuna la lotta armata, lo spettacolo Volk - che non a caso significa Popolo - e il sabba, nel quale Guadagnino fa confluire i finali dell'intera trilogia - l'uccisione di Helena Markos di Suspiria, l'apparizione della morte di Inferno e il convegno stregonesco della Terza Madre - ).
    Susie rappresenta gli Stati Uniti, cioè quella globalizzazione che, sfruttando e strumentalizzando le scosse telluriche di cui sopra, spazzerà via la guerra fredda imponendo un nuovo ordine basato sul disimpegno e sulll'edonismo in un eterno presente (il finale è solo apparentemente liberatorio, perchè in realtà comporta la cancellazione della memoria individuale e collettiva, e quindi delle radici; l'unica flebile speranza che rimanga qualche traccia di noi sta nelle iniziali di due persone sul muro di una vecchia casa, ossia in un gesto d'amore).
    Non dimentichiamo, infine, che il dottor Klemperer, Madame Blanc ed Elena Markos sono interpretati dalla stessa attrice, perciò il tutto si presta ad una lettura freudiana (la triade Io, SuperIo, Es).
    Suspiria è un film intimo e politico, un discorso sul potere e sulle sue logiche coercitive (le elite paramassoniche, la manipolazione del dissenso, l'influenza sui corpi e sulle anime delle persone, le lotte intestine, la natura fondamentalmente anarchica), concettualmente più accostabile (fatte le debite proporzioni) al Salò di Pasolini che al suo modello del 1977 (sostanzialmente una fiaba dark con qualche velleità occultista), ma che paga tributi anche a molto altro cinema, persino insospettabile: solo a me, ad esempio, è balenato in mente il finale di Old Boy?...Dal punto di vista strettamente tecnico siamo nell'eccellenza assoluta (strepitoso il montaggio), e il prefinale tanto criticato l'ho trovato sì eccessivo (per quanto mi riguarda comunque è un altro punto a favore del regista, che, dimostrando personalità e sicurezza nei propri mezzi, ha pigiato il piede sull'acceleratore fregandosene bellamente della misura e del “buon gusto”) ma in realtà molto coerente: Helena Markos si manifesta per quella che è sempre stata, una sorta di imbonitrice di infimo ordine, velato riferimento a quei dittatori che hanno attraversato e insanguinato il ventesimo secolo, i quali, a guardarli bene, erano niente più che delle sinistre e grottesche macchiette; mi è piaciuto poi molto quel ritorno alla quiete (apparente...) dopo la tempesta, a testimoniare forse la solitudine e lo smarrimento dell'uomo di oggi privo ormai di punti di riferimento ideologici quando non affettivi.
    In definitiva, Suspiria 2018 è cinema forse imperfetto, ma importante e potente, che va sostenuto e difeso a spada tratta.

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    1. Ecco, mi sa che hai fatto centro! Avevo in testa qualcosa del genere ma senza la forma coerente che gli ha dato tu, grazie per avermi risolto qualche arrovellamento

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    2. beh, che dire a questo commento?

      niente

      io vivo i film in maniera diversa, più viscerale. Anche a me piace analizzare ma non riesco mai fino a questo punto, specie quando ci sono letture sociali o politiche (che difficilmente colgo)

      quindi niente, standing ovation

      aver capito tante cose un pochino mi fa ricredere su alcuni difetti ma, ahimè, non del tutto.

      Questa tua operazione intellettuale e filologica è per pochi

      complimenti

      oldboy cioè?

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    3. Grazie per i complimenti, in realtà anch'io inizialmente ho un'approccio più viscerale e all'uscita dal cinema ero sicuramente conquistato dalla messa in scena, dalla fotografia, dalle musiche di Thom Yorke ecc. Poi però di fronte a un film tanto complesso e fruibile a più livelli uno sente l'esigenza di decrittarne anche i sottotesti, così servono altre visioni e magari la lettura di opinioni ed analisi; ho trovato molto interessante, ad esempio, questa intervista (non so se si possono mettere link, in caso contrario cancellalo pure): https://www.youtube.com/watch?v=MIbHjdBLaII&t=8s nella quale Guadagnino sviscera la sua idea di cinema e (all'incirca da 1.29.50) fornisce spunti illuminanti sul significato dell'operazione Suspiria (ai quali mi sono agganciato per le mie riflessioni).
      Riguardo a Old Boy, mi riferisco all'espediente della cancellazione della memoria (utilizzato peraltro anche da Bong in Madre, per restare al cinema coreano); non so, magari è un collegamento che non sta in piedi, però da quello che ho capito Guadagnino è un gran cinefilo perciò non escludo che abbia voluto fare anche un rimando/omaggio ai maestri asiatici.

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    4. sì sì, è una cosa che io non faccio mai (io vedo il film, ne parlo con chi lo vede con me, faccio la recensione, rispondo ai commenti, nient'altro, non vado mai a cercar nulla nè prima nè dopo)

      ma mi piace molto quando c'è gente come te che ricerca cose (o dice cose sue) e me le riporta, molto comodo ;)

      puoi mettere tutti i link che vuoi, anche di cose tue, figuriamoci ufficiali ;)

      il buio in sala è aperto a tutti, senza regole, senza controlli, niente ;)

      ma sai che ora su Suspiria non ricordo questa cosa del finale? ahah, figuraccia

      però un film dove avviene una cosa simile a quella di Old Boy è senz'altro Shutter Island

      direi quasi identica, scelta se cancellare o no la memoria, tra il sapere di essere un "mostro" o no ;)

      se posso mi vedo quell'estratto di intervista, grazie!

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    5. Grazie a te, ti consiglio di vederla tutta l'intervista, è un po' lunga ma merita, Guadagnino si dimostra una persona molto interessante e di vasta cultura; per rinfrescarti la memoria sul finale,

      SPOILER

      Susie dopo il sabba va a casa del dottor Klemperer, gli rivela la sorte della moglie e poi gli cancella la memoria dicendogli una frase del tipo: "Noi abbiamo bisogno del senso di colpa e della vergogna, ma non dei tuoi"

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    6. ah, vero!

      caspita, completamente dimenticato

      questa è la riprova che a me le vicende del dottore proprio non hanno toccato, le ho dimenticate poche ore dopo

      mannaggia, mi dispiace un sacco

      prometto che ci provo ;)

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  9. Ciao Giuse,
    premetto che mi sto ancora riprendendo dalla visione, sono uscito dalla sala due giorni fa ma è come se fossi ancora lì, tra il velluto rosso della poltrona, il buio e la magia che ci ha regalato Guadagnino. Sto ancora vibrando.

    Se ne possono dire tante, ma come questo film mi ha affascinato, disturbato, incantato, ipnotizzato e appassionato, pochi altri, ultimamente.
    Mi ha sollevato molti dubbi, parallelismi di cui ancora devo capirne senso e intersezioni, mi sembra comunque che si parli della relazione tra Potere, Morte e Amore, sicuramente in maniera non lineare, ma dove sta scritto che un'opera del genere debba esserlo? Magari è un difetto di sceneggiatura, ma io da profano della tecnica ne ho goduto di questa misteriosa stratificazione, mi ha affascinato questa articolata possibilità di letture.
    Ben venga un film quasi esplorativo, senza un sentiero predefinito ma pieno di spunti su cui fermarsi a riflettere.
    Il clima di mistero e sospensione, il climax di tensione, l'ambientazione, la densità di tematiche, la, pazzesca, devastante resa visiva mi ha fatto uscire dal cinema con la sensazione di aver vissuto un'esperienza onirica unica che non dimenticherò

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    1. ah, davide, contentissimo che ti abbia dato dato queste sensazioni :)

      anche a me a livello viscerale l'ha date, poi per colpa della scrittura ho storto un pò il naso (anche se qua sopra stefano e mister blonde un pò mi fanno ricredere)

      come al solito in poche righe sei stato perfetto

      ma sai, è vero, a me i film lineari piacciono meno dei non lineari e non ho mai detto che la scrittura del plot o dei sottoplot sia importante, anzi, per me un film può essere magnifico anche senza scrittura

      il problema di Suspiria è che si scrittura ce n'è tanta, esplicita, e a me non ha convinto

      è innegabile ad esempio che la sottostoria dello psicologo e di sua moglie alla fine venga prepotentemente fuori (addirittura il finale..) e dovrebbe creare persino empatia

      ecco, al di là delle splendide metafore lette qua sopra però per me quella empatia non c'è, quella storia mi ha distratto da quella principale ed è molto più debole ;)

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  10. Visto ieri sera, sono venuta a cercare la tua recensione perché ricordavo che ne avevi parlato, e concordo con il tuo giudizio. Visivamente superbo, inquadrature, montaggio, tutto, ma script ed eventuale metafora storico-politica (evidente nelle intenzioni) per niente riuscita. Lavora per accumulo di dettagli, ma non riesce a farli funzionare drammaturgicamente.

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    1. 5 righe perfette rita, non si può fare riassunto migliore

      in ogni caso per me gran film e sopra le aspettative :)

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  11. Dopo aver rivisto l'originale, qualche mese fa (non senza confermare i limiti che ricordavo), finalmente mi approccio a questo controverso remake. Fin da subito la sorpresa di trovarmi di fronte ad un'opera prima, autonoma e in gran parte svincolata dall'originale mi ha favorevolmente impressionato. Guadagnino, apprezzato solo (fino ad ora) nell'ultimo "Chiamami con il tuo nome", si dimostra davvero coraggioso e "manico" allo stesso tempo. Omaggia Argento sullo stesso campo, senza scimiottarlo, con un occhio attento al cinema attuale (penso a Refn "The Neon Demon" o Aronofsky "Cigno Nero"), dimostrando grandissime capacità tecniche di messa in scena. Abbandona il "colore" pop, marchio di fabbrica dell'originaria Suspiria per voltare su colori concreti, reali, terreni a ben inquadrare il periodo storico (fine anni '70 in una Berlino dove convivono terrorismo, ultimi bagliori del regime nazista e la necessità di cambiamento). Abbandona l'ipnotica è invasiva musica dei Goblin, per un'altrettanto ipnotica ma sottile colonna sonora made T.Yorke/ Radiohead (tra l'altro bellissima), il tutto per esaltare la tensione reale di certe sequenze, grazie ad un montaggio serrato (quasi maniacale) e movimenti di camera di gran classe (piani sequenza, carrellate dall'alto, ecc....). Non c'è che da rimanere sorpresi, anche perchè il risultato è visivamente eccellente e disturbante. A tratti l l'horror esibito è più "fastidioso" da sostenere, che in molte altre acclamate pellicole di genere (fantastica la sequenza provino/morte della prima ballerina, tra l'altro sequenza con un montaggio strepitoso). Sono molti gli aspetti che mi hanno convinto ed affascinato, forse al punto da farmi perdere la bussola delle sotto trame, della denuncia sociale. I riferimenti storici, sono troppo contestualizzati per essere "denunciati"; solitamente attraverso delle metafore, si racconta una dittatura, un momento politico, un problema sociale, ma se ci si focalizzo in un'epoca superata e ben definita, qual'è il senso? Così tutte le sequenza di "vita reale" (fuori dalla scuola di danza) risultano frammenti come i sogni (bellissimi ed impressionanti) della protagonista, sequenze senza una vero fine, che al più appesantiscono la visione, distraggono e disperdono l'attenzione. Come l'originale, la sceneggiatura è il punto debole, così come spesso accade con Refn e Aronosfy (mica per niente li ho citati), anche se forse incomincio (molto lentamente) ad apprezzare questo stile (vedi "Madre!"). Il cinema è arte visiva e non solo una trasposizione di un romanzo, così per una volta preferisco farmi travolgere dalle emozioni e non dalla razionalità. Quindi promuovo a pieni voti il lavoro di Guadagnino, ben coadiuvato da un ottimo cast tutto al femminile (ho capito il travestimento delle Tilda solo nell'ultima scena in cui nel letto il prof, per un attimo, sorride).

    VOTO ****

    p.s. peccato che sbrodoli un po' troppo, mezz'ora in meno, qualche trashata in meno e meno sotto trame e BOOM avevamo un capolavoro.

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    1. arrivo dopo 8 giorni!

      allora, intanto dico che io l'originale l'ho visto solo 30 anni fa, ne ho un ricordo stupendo (ma ero bambino-ragazzino), devo sicuro rivederlo

      di certo è considerato uno dei capolavori dell'horror europeo moderno

      hai scritto opera prima, ma credo ho capito che intendi, si capisce dagli aggettivi dopo

      per me era il primo guadagnino e non so se mi interessa recuperare altro del passato del regista
      questo qui però non potevo perdermelo

      la regia è superba, la resa visiva impressionante

      per non parlare di location e costumi.
      Sulla ricostruzione invece del contesto storico secondo me è deboluccio

      di certo le musiche dei goblin (non ricordavo fossero anche in suspiria) erano veri e propri personaggi, togli quelle in alcune sequenze di argento e cambia tutto

      qui direi che c'è una grandissima colonna sonora che accompagna il film ma definirei questa colonna meno "personaggio" di quella dei goblin

      la sequenza in montaggio parallelo del provino potrebbe restare una delle 3-4 più grandi dell'anno, sicuro in ambito horror

      secondo me no ti sei perso le sottotrame, è solo che son deboli ;)

      e son d'accordo anche sui sogni (mi sembra di averlo scritto in rece come difetto anche io)

      ricordo che feci un post "c'era una volta la trama" in cui raccontavo come nel mondo moderno alla fine i plot contino a volte pochissimo ma si possano raggiungere comunque livelli incredibili

      certo, in un thriller magari l'incastro deve essere perfetto ma in film così estetizzanti e perturbanti conta meno

      e più invecchio più amo sto tipo di cinema, forse anche perchè uno educa il proprio occhio e le proprie visioni

      comunque d'accordo su tutto

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  12. con "opera prima" intendevo che è un film che potrebbe benissimo "vivere" senza avere un originale come riferimento. Spesso i remake hanno ragione di essere solo come rivisitazione dell'originale, qui no. Suspiria/Guadagnino poteva benissimo esistere senza Suspiria/Argento, o per lo meno è un film diverso.
    Voleva essere un complimento :-)

    per il resto sono d'accordo, anche se raccontando a mio figlio il film, alla fine anche le sottotrame hanno un senso

    Ciao

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    1. sì sì, ma infatti, come ho scritto, poi si capiva benissimo da quello che scrivevi dopo :)

      anzi, mi piace anche come denominazione

      forse abbiamo trovato il metodo per dare senso alla trame, raccontarle ai propri figli, bisogna renderle così facili che per forza hanno senso ;)

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