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11.4.19

Oltre l'Immagine, viaggio nel significato nascosto dei film (7) - Inland Empire - di Edoardo Romanella

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Settimo appuntamento con Edoardo che ci analizza in modo autoptico, praticamente scena per scena, uno dei film più difficili, complessi e simbolici degli anni 2000, Inland Empire di Lynch, probabilmente il film più estremo del grande regista.
Per l'occasione viene anche battuto di gran lunga il record di immagini inserite in una recensione (15, record precedente 6)


Dunque, come già scritto nell’articolo di Enemy, quando guardo un film appartenente al cosiddetto genere “weird” ci metto molta attenzione, sia per quanto riguarda i dialoghi, sia per quanto riguarda le immagini. Quindi, solitamente, non necessito di più visioni della stessa pellicola per comprenderne il significato.
Detto ciò, vi elenco le cinque fasi che ho attraversato nel vedere l’opera in questione: 1) ho visto il film; 2) ero completamente disorientato e carico d’odio verso l’umanità; 3) ho maledetto David Lynch; 4) il giorno dopo l’ho rivisto; 5) gli elementi chiarificatori c’erano tutti, e mi sono reso conto del capolavoro che aveva realizzato.
In questa pellicola la destrutturazione è qualcosa di ABOMINEVOLE, tocchiamo davvero livelli record, e la durata non aiuta certo a mantenere la concentrazione. 

In rete non c’è praticamente nulla riguardo una spiegazione, eccezion fatta per un testo comico trovato qualche anno fa, che vi incollo qua sotto. Chi dovesse riconoscersi in queste poche righe è pregato di scriverlo, perché l’ho trovata davvero una genialata. 


Finalmente un film piuttosto lineare di David Lynch, direi quasi piatto, con la storia che si dipana senza sbalzi dall’inizio alla fine. Non c’è quasi bisogno di spiegazione, ma la scrivo lo stesso per i più disattenti. Ci sono 4 piani paralleli nella storia, che possono essere così identificati:


• lettura immediata: la protagonista Susan/Nikki/Laura Dern è la rappresentazione del subconscio del cacciavite, risvegliata dallo psicanalista che in realtà è un trafficante di armi che tenta di riciclarsi nei teatrini OFF di Braodway con una coreografia di YMCA realizzata insieme ad un gruppo di 47 prostitute figlie della vecchia dal volto rugoso, che altri non è se non una ex attrice polacca scampata a Birkenau e sposata con la scimmia con una gamba di legno

• lettura sociopolitica: il film è chiaramente un manifesto antiabortista ed a favore della fine dell’embargo a Cuba, schierandosi apertamente per la candidatura di Mitt Romney alle presidenziali del 2008

• lettura cinefila: basta con le riprese in digitale, basta con l’abuso della steadycam, basta con le immagini a fuoco, basta con lo stop-motion, basta con questi flashback pseudo-tarantiniani. il film va girato seguendo prima le pagine dispari e poi quelle pari della sceneggiatura. Basta con il montaggio


• lettura lynchiana: il film è mio e ci metto tutti i conigli che voglio



Battute a parte, prima di analizzarlo parlerò della regia e del cast: è interamente girato in digitale, il che forse gli fa perdere un po’ nella potenza onirica delle immagini rispetto a Mulholland Drive, anche se siamo ugualmente a un livello altissimo. Ci sono spezzoni del film in cui i dialoghi sono davvero dei cult, destinati a rimanere nella storia, e gli attori che recitano danno tutti il meglio di se: Laura Dern, Jeremy Irons, Harry Dean Stanton, Justin Theroux, Grace Zabriskie, Julia Ormond, Terry Crews, ecc… 


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Il film si apre con una ripresa in bianco e nero di un grammofono che suona Axxon N, «la più longeva trasmissione radiofonica della storia». La scena seguente, sempre ripresa in bianco e nero, mostra un uomo e una donna, entrambi col volto censurato, entrare in una lussuosa stanza di un albergo. I due parlano in polacco. La donna è confusa e spaventata mentre l’uomo sembra avere il controllo della situazione e sottomettere la donna (probabilmente una prostituta). Nella scena successiva vediamo una ragazza seduta su un letto che piange guardando alla televisione una sitcom interpretata da tre conigli antropomorfi (la sitcom è la prima puntata della serie Rabbits dello stesso David Lynch). A un certo punto uno di questi esce dalla stanza. 

L’inquadratura si sposta su una grande sala, lussuosa e buia, in cui entra il coniglio, che subito dopo scompare. A questo punto nella stanza, che ora è illuminata, ci sono due uomini che iniziano a parlare in polacco. L’ambientazione cambia di nuovo e si sposta su Los Angeles. Qui un’attrice locale di nome Nikki Grace non sa ancora se avrà la parte come protagonista in un film intitolato On High in Blue Tomorrows (Il buio cielo del domani). Il giorno prima dell’audizione è visitata dalla sua nuova vicina, un’enigmatica signora anziana che afferma di essere certa che il ruolo del film è affidato a Nikki. Poi le racconta due storie. La prima parla di un bambino che, essendo passato attraverso la porta di casa sua per uscire a giocare, ha causato «la nascita del male». La seconda è un’altra versione della prima e parla di una bambina che, andando fuori a giocare, si perse nel vicolo dietro “la piazza del mercato”, che la donna dice essere “la via che conduce al palazzo”. Dopo queste premesse inizia il film vero e proprio che è un susseguirsi complesso di scene in bilico fra sogno e realtà, secondo lo stile tipico del regista. Fine trama.

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Bene, è arrivato il momento della spiegazione: per comprenderlo appieno dovete stare attenti al titolo, INLAND EMPIRE, una nota via di Los Angeles (come lo è Mulholland Drive), piena di prostitute (indizio fondamentale). Poi dovete distinguere quattro diversi spazi temporali: quello in cui Luara Dern è un’attrice (Nikki) che sta per girare un film, quello del film che la nostra attrice sta girando (Il buio cielo di domani), quello del film originale polacco (47), e quello di Rabbits (la mini-serie televisiva dello stesso Lynch).
Detto ciò, ora vi rivelerò un trucco che vi aiuterà a comprendere tutte le opere weird del regista: David Lynch utilizza sempre due “piani paralleli” (chiamateli “dimensioni” se serve a semplificarvi le cose, anche se non è proprio il termine corretto). Uno di essi rappresenta la realtà; l’altro è rappresentato dalla mente di un solo e unico personaggio del film, che filtra la realtà. Il trucco sta nell’individuare quale sia il personaggio, che in questo caso non è Nikki/Susan (Laura Dern), ma  la ragazza che all’inizio del film guarda la televisione. Attraverso la televisione filtra la propria esperienza personale, ed ecco che arriviamo al quinto spazio temporale del film: la realtà.

Come avrete capito, gli altri quattro elencati sopra non sono reali, sono solo il frutto della sua mente. Questa volta non siamo in presenza di un sogno, come lo era per Eraserhead, Strade Perdute o Mulholland Drive, lei è sveglia, guarda, pensa, associa la sua storia a ciò che sta guardando in televisione.

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La “dimensione” in cui Nikki è un’attrice che deve girare un film è quella in cui c’è lei che è sposata, la vicina di casa che la va a trovare e le parla in metafore (ci tornerò più avanti su queste metafore). Sul set conosce Devon (Justin Theroux) e tradisce il marito (Peter J. Lucas) con lui. Nikki è un alter ego della ragazza che guarda la Tv nella stanza d’albergo, la chiameremo Lost Girl, come nei titoli di coda (e anche qui il nome è un grosso indizio sul suo ruolo).
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La “dimensione” del film che si sta girando (Il buio cielo di domani) è quella in cui Nikki impersona Susan, sposata, che tradisce il marito (Peter J. Lucas) con Billy (Justin Theroux). Rimane incinta, suo marito scopre il tradimento (dal momento che lui non può avere figli) e la aggredisce. Lei abortisce, poi lui parte con un gruppo di zingari del Baltico in giro per l’Europa. Lei, distrutta, si mette a fare la prostituta (su Inland Empire). Un giorno entra in un locale e parla della sua storia con uno pseudo-analista. Quando esce sul marciapiede viene aggredita dalla moglie di Billy con un cacciavite (che è ipnotizzata), si accascia vicino a un gruppo di barboni e muore. Nikki in questa fase non riesce più a distinguere tra se stessa e Susan, il personaggio che interpreta.
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La “dimensione” del film polacco 47, numero che porta sfortuna (i due attori protagonisti del film sono morti), di cui “Il buio cielo di domani” è il remake. E’ la dimensione ambientata nella Polonia degli anni 50, in cui non c’è Laura Dern. C’è la Lost Girl, il cui ruolo spiegherò tra poco.
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La “dimensione” di Rabbits è la più facile da capire, e non credo vi serva aiuto per distinguerla dalle altre.
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Ciò che avviene in realtà è questo: la ragazza che guarda la televisione è una prostituta polacca (la scena precedente dell’uomo che va con una prostituta, entrambi col volto oscurato, è emblematica, parlano anche in polacco), lei si è innamorata di un uomo (in 47 è interpretato da Peter J. Lucas), ed è rimasta incinta, mentre la moglie di quest’ultimo non può avere figli. Vuole che lasci la moglie, probabilmente lui non ha intenzione di farlo, così lei va nel suo appartamento (numero 47) armata di cacciavite, ne nasce una colluttazione con la moglie, che rimane uccisa, probabilmente contro le sue intenzioni.

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Il suo protettore però, avendo scoperto la relazione e la sua volontà di lasciare la strada, fa uccidere l’uomo da dei sicari (i vecchi polacchi, probabilmente agganciati alla mafia). Lei, sconvolta e distrutta dal dolore, abortisce. Poi scappa, va in America, ma anche lì è costretta a fare la prostituta, su Inland Empire. Una notte, mentre guarda la Tv in lacrime, dalle immagini gli sembra di vedere la sua storia. Così deduciamo che Nikki è un alter ego di lei (un dialogo sul finale de “Il buoi cielo di domani” dice tutto: “mia cugina…..fa la prostituta…..indossa una parrucca bionda e sembra una star”), e tutti i personaggi e i dialoghi sono da ricondursi alla sua storia: i due omicidi di cui parla la vicina (nipote di un attore del cast di 47) a Nikki (uno alle 9.45, che è quello dell’uomo amato dalla Lost Girl in 47, e un altro a mezzanotte, che è l’omicidio della moglie di quest’ultimo, ad opera della Lost Girl); le prostitute (come già detto lei è una prostituta, e qui capiamo anche l’importanza del titolo del film, poiché Inland Empire è una via piena di prostitute); i vari tradimenti di Nikki/Susan al marito (segno che rimarca la sua poca dignità matrimoniale e morale); la moglie di Billy che ipnotizzata uccide con un cacciavite Susan (segno che si è pentita di aver ucciso la moglie del suo amato, e in ciò che vede è proprio quest’ultima che ammazza Susan, come se uccidesse lei, essendo il suo alter ego).

Il protettore poi è una figura molto importante, che viene richiamata sia in 47, sia ne “Il buio cielo di domani”, sia nella “realtà” di Nikki, e rappresenta il male: fa uccidere l’uomo che la Lost Girl ama, fa parte del gruppo di zingari con cui parte il marito di Susan, e viene chiamato il Fantasma, o Crumpy, e ipnotizza la moglie di Devon per far uccidere Susan con un cacciavite (nella realtà la Lost Girl ha ucciso la moglie dell’amato con un cacciavite).


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Nella “realtà di Nikki” si vede alla fine, quasi come uno spettro, al quale poi lei spara. Dopo lo sparo, lui scompare, ma prima di farlo gli mostra il suo stesso volto ghignante, come riflesso a uno specchio (segno che, si, lui è una persona malvagia, e è chiaro dalle sue azioni, ma nessuno è esente dal male, è stata pur sempre lei ad uccidere la moglie dell’uomo che amava).
Una piccola critica riguardo la rappresentazione del male va fatta: il mostro dietro al muro in Mulholland Drive era molto più efficace.

 

Axxon N è una trasmissione radiofonica, la si vede all’inizio del film, e ogni volta che la vediamo scritta, Nikki subisce lo sdoppiamento di personalità, e non riesce più a distinguere la “sua realtà” dalla “realtà del film che sta girando”.

 


Rabbits è una miniserie web di otto puntate, realizzata dallo stesso regista, e fondamentale per il suo  intento: collega tutti i personaggi del film, poiché Rabbits non è altro che una rappresentazione della reincarnazione dopo la morte, oltre che una ferocissima e inquietante critica nei confronti del pubblico televisivo (a tal proposito, vi invito a guardarla, perché è straordinaria). Chiunque (ogni creatura vivente) abbia compiuto il male in vita, deve reincarnarsi, e nel frattempo “sostare” in una specie di limbo, sotto forma di conigli antropomorfi.
MI DOMANDO CHI SARO’.

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Straordinaria è anche la metafora sul male che la vicina narra a Nikki: il bambino che per la prima volta esce dalla porta di casa per andare a giocare, e appena esce, il male nasce. Il bene e il male sono figure frequenti nei film di Lynch (vedi Mulholland Drive e Strade Perdute), ed esistono per tutti, al di sopra dello spazio e del tempo.

Non perdete di vista la linea principale comunque, non importa se finora non siete riusciti a seguirmi nella ricostruzione, perchè tutto ciò che ho appena descritto NON E’ REALE, è solo frutto della mente della ragazza che guarda la televisione, per associazione di immagini e collegamenti alla sua vita. Il suo nome (Lost Girl, ragazza perduta), il fatto che sta piangendo, tutti dettagli che denotano il suo stato d’animo, è disperata, probabilmente vuole farla finita, e c’è una sola via d’uscita: deve perdonarsi, altrimenti si suicida. Così, alla fine del film, vede il suo alter ego Nikki, che guarda verso di lei dalla Tv, si materializza nella stanza, la bacia, per poi scomparire. Di lì a poco la Lost Girl immagina di riabbracciare il suo amato, insieme al figlio che non hanno mai avuto. Cosa accadrà nel suo futuro non ci è dato saperlo.

C’è tutto in questo film, è troppo bello: l’analisi delle condizioni di vita che si trovano ad affrontare le persone che emigrano dal proprio Paese; il controllo che la Tv e il cinema esercitano sulla mente della gente; il degrado; la religione; il bene e il male. E straordinario è l’omaggio che Lynch fa a Ingmar Bergman, in particolare al suo capolavoro: Persona. Lo omaggia nel modo di girare, nei continui cambi di scena “vita/set”, nel bianco e nero onirico del film 47.


In questo film David Lynch riversa tutto il suo amore, e al contempo il suo odio, per la settima arte, e a tal proposito qualche giorno fa ho visto un servizio al telegiornale in cui il nuovo film di Tarantino, Once upon a time in Hollywood, veniva definito probabilmente come il più grande omaggio a Hollywood mai realizzato. Beh, sono curioso di vedere se sia effettivamente così, perché, ad oggi, posso dirvi con certezza che il più grande omaggio che sia mai stato fatto a Hollywood e al cinema è INLAND EMPIRE.

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E in questo straordinario omaggio, oltre ai temi del bene e del male, c’è anche la morte, la costante paura che caratterizza ogni essere vivente. E’ TUTTO OK, STAI SOLO MORENDO. E’ la frase alla fine de Il buio cielo di domani, e denota il cosiddetto “compito dell’artista” che caratterizza Lynch, quello di trovare un senso all’esistenza, di dire allo spettatore che non deve avere paura, attraverso parole e immagini.
Eppure, dopo la frase seguita dalla morte di Susan/Laura Dern vediamo le telecamere che zoomano indietro, riprendendo quella che è la scena finale di un film, le quali ci ricordano che, appunto, ciò che stiamo guardando rimane un film.

16 commenti:

  1. ... intanto possiamo dire che jordan peele ha fatto propria le "lettura" lynchiana ... ;)

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    1. anche se il post non è mio approfitto per salutarti elena

      spero stai meglio, un abbraccio

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    2. ciao giuseppe, non so bene come sto. mi sembra meglio. poi arriva il gocciare perpetuo di un rimando e non c'è nessuna guarnizione in grado di stringere il rubinetto e fermare il flusso dei ricordi. va così. un abbraccio.
      come è andato il miniraduno?

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    3. edoardo ... una decostruzione/ricostruzione analitica del film davvero pazzesca!
      qui la mia rece "percettiva" e non critica ... persa davvero nella notte dei tempi dei blog ...
      http://caterpillar.iobloggo.com/archive.php?y=2007&m=02
      (17/02/2007)

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    4. L'ho letta. Bella, scrivi molto bene.

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    5. molto più piccolo degli altri (ma forse alla fine poi manco tanto, circa 15 in meno) ma sempre tanto bello

      ormai non è tanto il divertimento ma l'aver creato delle amicizie davvero reali :)

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  2. non l'ho ancora letta, dico solo che lo vidi al cinema e non ho più avuto il coraggio di rivederlo. Ma mi è piaciuto "molto"

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  3. oh mamma, sono più confuso di prima
    l'idea che non c'era una chiave di lettura, mi tranquillizzava di più

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  4. Contea Sergej: 12 Aprile , Anno Domini 2019; (...Oltre le immagini...Lo spiegone di Edoardo...)

    "Il film è MIO e ci metto tutti i conigli che Voglio"...hahahaha...esatto!...questo è il codice sorgente di Lynch...una cultura hacker con matrioske e labirinti dove spazio e tempo sono categorie che non esistono e dove qualsiasi cosa accade diventa qualcosa di nuovo....con il fottuto Lynch l'asticella si alza e il gioco si fa duro....mettere in dubbio la propria mente significa dubitare dei nostri sensi e, forse, quello che percepiamo non è affatto il mondo reale, ma semplicemente un’ipotesi creata dalla nostra mente, un codice malevole annidato nel genoma umano che il pazzoide-cineasta affronta da oltre trenta anni con la tecnica della meditazione trascendentale lontana anni luce dalla spiritualità fatta di namastè salottiera, strafatta di valium, dove tutti si vogliono bene con il sorrisetto ebete...Lynch è un kamizake, un Arjuna, un Jesus Cristh che prende a calci il tempio (tutta gente che meditava ;)..... il suo esempio di meditazione è il suo Cinema....

    Appunti a margine:

    ° I fotogrammi di Lynch debordano di tensione erotica, mai appagata....una sensazione incomprensibile che ritrovo soltanto nei film di Gaspar Noè

    P.S: Davvero Edoardo....ho divorato i tuoi monologhi ;)

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    1. Felice che l'articolo ti sia piaciuto.

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    2. Ps: il realtà quest'articolo risale al 2012 (o 2013, non ricordo), compariva come prima voce su google se digitavi "inland empire spiegazione"....sto inserendo tutti articoli che scrissi in passato sul blog che avevo, dal momento che l'ho chiuso (riguardo quest'articolo, c'ho aggiunto solo 3-4 righe, a proposito del nuovo film di Tarantino)

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    3. La meditazione trascendentale non sarà salottiera ma impararla costa almeno quanto un divano ikea ;-)

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  5. INLAND EMPIRE è forse l'ultimo, immenso capolavoro di David Lynch

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    1. Tra i film, forse si...ma il perché credo di averlo capito, lo spiego nell'articolo su Twin Peaks che scrissi l'anno scorso, e che presto pubblicheremo qui

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  6. ehy, grazie, mi hai salvato con questa tua spiegazione.
    Posso dire così di non aver sprecato inutilmente 3 ore della mia vita a guardare un film che per me non aveva nè capo nè coda, o meglio, ce l'aveva ma non intendevo riguardarmelo un'altra volta per trovarne un senso.
    Credo che ci sia ancora di più nel suo film, tutti quei simboli, lampada, luci, orologio sigaretta buco, però l'essenziale l'hai colto e sei riuscito a spiegarlo molto bene, e il mio cervello finalmente può riposare in pace, mi hai evitato sdoppiamenti e piani paralleli eheh

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    1. L'autore del pezzo è un mio amico. Curava questa rubrica esterna. Se non lo chiamavo io difficilmente veniva a controllare i commenti ;)


      quindi al 90% non leggerà questo tuo, mi sembrava giusto avvertirti

      in ogni caso contento che ti sia servito il pezzo...

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

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3 ciao