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4.4.19

Recensione: "Border - Creature di confine"

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Un film bellissimo che mi ha emozionato meno di quanto pensassi ma che, paradossalmente, è ancora più importante di quanto potessi sperare.
Border è una favola nera, un genere fantastico che si nasconde nel nostro mondo, quello degli umani, in maniera perfetta.
(Del resto viene dallo stesso autore di Lasciami Entrare)
La storia di due creature ibride, Troll ma ormai quasi umani nelle abitudini.
Ma specialmente la storia di lei, Tina, della scoperta della sua identità, della sua origine, dei suoi istinti, dei suoi bisogni.
Forse un film metafora di come pochi di noi, alla fine, vivono per quello che sono

presenti spoiler


Quando per sbaglio vidi - al cinema - il trailer di Border ero sicuro che mi sarei ritrovato davanti uno dei miei film dell'anno, in un anno poi che anche se finisse qua non sarebbe già da buttare.
Dopo che l'ho visto è successa una cosa strana perchè mi ha sorpreso due volte.
La prima per non essermi emozionato quanto mi sarei aspettato.
La seconda, di converso, per averlo trovato ancora più complesso, autoriale e importante di quanto sperassi.
Certo, di solito quando metto le due speranze sulla bilancia spero sempre che ci sia un bilanciamento, e con parecchi kg su ogni piatto poi.
Invece quando accade che la parte interessante sia più forte di quella emotiva posso amare comunque un film, ma non farlo mio completamente.
E questo è accaduto con Border, splendido film svedese con cui, però, non è scattala la scintilla definitiva, quella che mi porta, sovente, a parlare di piccoli capolavori.

E' molto interessante che questo film sia tratto da un libro dello stesso autore di Lasciami Entrare (inutile vi dica quanto sia bello anche il film) perchè è bello notare questa particolare ossessione di Lindqvist per le creature di "confine" (per stare al titolo), questi esseri metà umano e metà no che però si confondono in mezzo a noi, nelle nostre vite.
(e di conseguenza come un genere fantastico possa mimetizzarsi nel drammatico)
Come avemmo l'indimenticabile vampirella dell'altro film (libro), in Border ci sono invece dei Troll, creature con corporature umane ma visi abbastanza ripugnanti e minacciosi.
Ma non è questa l'unica differenza con "noi", anzi...
I Troll nascono con delle code (che poi vengono tagliate), hanno un olfatto straordinario e istinti e bisogni molto più vicini agli animali che a quelli degli uomini.
Proprio per le loro capacità, nella solita concezione antropocentrica, a volte vengono "usati" da noi, come accade alla splendida protagonista del film, Tina, che lavora al porto per individuare, grazie al suo straordinario olfatto, chi porta con sè cose che non dovrebbe portare (droga, etc...).
Ma, e qui si nasconde una delle cose più belle del soggetto, Tina non sente tanto gli odori delle "cose", quelli reali, ma quelli delle emozioni, degli stati d'animo.
La rabbia, la paura, la vergogna, il senso di colpa e tanti altri.
Non è un caso che durante il film scopra anche una coppia di pedofili, proprio attraverso questa sua capacità di fiutare il "male" negli stati d'animo della gente.
Sta di fatto che un giorno incontra Vore, un troll, come lei.
Niente sarà più come prima.


Ad individuare ed analizzare tutte le tematiche dentro Border c'è da scriverci un saggio.
Tematiche etiche, umane, sociali, di tutto.
E' anche difficile individuare quale, tra tutte, sia quella principale tanto che potremmo vedere questo metter dentro tante cose come un piccolo difetto.
Magari vediamone qualcuna.
Prima tra tutte c'è una metafora che potrebbe tranquillamente prescindere dal discorso umano-mostro ma che grazie a questo espediente risulta sicuramente più forte.
Ed è quella di scoprire chi si è.
Ogni persona dovrebbe avere il privilegio di scoprire, o capire, chi sia.
Spesso viviamo in luoghi, abitudini sociali o rapporti umani che sono lontanissimi dalla nostra vera essenza, sono soltanto il nostro adattamento a tutto quello che abbiamo intorno.
Per Tina questo adattamento è totale, lei non è un vero umano, lei non vivrebbe dove vive, lei non avrebbe i rapporti che ha, lei non farebbe quel lavoro, lei non mangerebbe quelle cose e potrei andare avanti non so quanto.
Vore, anche lui Troll, anche lui comunque essere vivente "ibrido" (perchè, seppur meno di Tina partecipa alla vita umana) le farà scoprire il suo lato più nascosto, quello più primordiale, quello più vero.
In questo senso ci sono due scene straordinarie.
La prima, quella più pendant col truffaldino trailer, è quella corsa nudi nei boschi e il bagno nel lago.
Due gesti semplici, paradossalmente "umani", ma che sono invece simbolo di una libertà, un bisogno e una predisposizione molto più naturale ed istintuale della nostra.
La seconda scena, forse la più forte, importante ed emblematica del film, è quella del sesso.
A tal proposito mi piace ricordare anche la celeberrima scena della "non-vagina" in Lasciami Entrare, a ricordare quanto questo sia un autore (parlo dello scrittore) capace di creare profonde riflessioni, anche scioccanti, sul tema dell'identità sessuale e su come sia stupido e limitativo definire degli esseri viventi in base a quello che hanno in mezzo alle gambe.
La scena di sesso è fortissima, abbastanza disturbante, tanto che uno se ne è andato anche via dal cinema (è uscito e rientrato 4 volte sto demente).
Ma in mezzo a quel fastidio, in quel minipene che esce fuori dalla vagina (tipo in The Shape of Water, ma qui con ermafroditismo), in quelle urla belluine, in quei corpi pelosi e in brutti visacci c'è dentro quanto di più bello ci possa essere, ovvero la definitiva scoperta di sè stessi, della gioia, del sesso, di un qualcosa mai provato prima, di un istinto mai conosciuto in precedenza.
Era la prima volta che quel pene usciva da Tina, la prima volta in 30 anni di vita.
Attenzione, non la prima volta che lo usava con piacere, ma la prima volta addirittura che lo vedeva.
La potenza della scena e della metafora è grandiosa.
Già prima, in quei baci sguaiati (che mi hanno ricordato tantissimo quelli di Attenberg) avevamo avuto prodromi di questo ma in quel "preliminare" c'era comunque una "volontà", uno scoprire qualcosa e provare a gestirlo, mentre in quel pene che esce c'è proprio la debordante e incontrollabile uscita al di fuori di qualcosa che si è, che si ha, ma di cui non si sapeva assolutamente nulla.
Quell'incontro di sesso è una epifania esistenziale.


Tra l'altro, sempre restando a quello che dicevo prima, ovvero all'attenzione di Lindqvist per la questione sesso-identità-genere, impossibile non ricordare la precedente scena del parto di lui, con quelle urla veramente strazianti.
Lo spettatore è straniato, quelli meno vogliosi di riflettere col cinema anche schifati forse.
Eppure credo che qua dentro si nasconda il lato più bello del film.
Ovviamente, in questa metafora della scoperta di sè, si affianca e spesso si identifica anche quella della differenza tra umano ed animale, strutturato ed istintivo, sociale e naturale.
E' evidente come il film racconti tutti questi binomi e, attenzione, quello che ci vuole dire, oppure quello che dovremmo far nostro, non è tanto vedere la differenza tra le cose ma il capire quanto sarebbe bello e doveroso far coesistere tutto.
Non lo vedrei quindi come un inno tout court alla nostra parte animale e non sovrastrutturata ma come il cercar di far capire quanto tutti noi dovremmo cercare di essere un pochino meno ossessivamente dentro il mondo sociale delle convenzioni per vivere di più il nostro mondo di dentro e delle cose naturali.
Ma andiamo avanti.
Tina adora gli animali, salva anche i grilli.
Ci sono bellissime scene (quella dell'alce, quelle con le volpi) in cui vediamo questa meravigliosa comunione tra lei e tutti gli altri esseri viventi.
Poi, paradossalmente, conoscendo Vore e quindi scoprendo più di sè stessa, inizia a mangiare vermi e ad avere minori attenzioni in quel punto.
Io qui più che una manichea e abbastanza didascalica divisione umani-animali - con i primi distruttori di tutto il creato e i secondi strenui difensori della natura - ci vedo più un discorso di sensibilità, delicatezza, animo.
Tina è una creatura magnifica, buona, fedele, che si fida di tutti, vuole bene a tutti e non riesce, per l'appunto, a far male ad una mosca.
Non è che dopo cambi, assolutamente, ma lo scoprire di essere un Troll, che il padre gliel'abbia sempre nascosto, che i suoi genitori siano stati cavie e altro, la porta ad affrontare la vita con più forza e meno accondiscendenza, mandando per esempio via di casa quel parassita del biondo (lui sì vero Troll del film). Ma in questa scoperta e affermazione di sè lei capisce anche che ci sono istinti troppo forti che ha represso troppo a lungo.
E non è un caso che mangi i vermi oppure dia il grillo in bocca al piccolo.
Tina rimane sempre splendida, sempre delicata, ma tutte quelle nuove scoperte la portano ad un atteggiamento meno rigido. Ripeto, in questo caso io non parlerei di divisione umani-animali, ma solo di sensibilità ed istinti.
Di sicuro gli umani fanno una pessima figura in un altro aspetto, ovvero quello di "padroni" del pianeta, razza superiore abituata ad eliminare le altre oppure ad usarle ai suoi scopi.
In questo aspetto si infila la "seconda trama" di Border, ovvero quella dello scambio di feti, atta sia a vendicarsi degli uomini sia a calmierare piano piano il loro predominio numerico.
(seconda trama affascinante e anche geniale che però, non so, si lega non benissimo al resto. Tra l'altro che in tutta la città Tina avesse individuato proprio dei pedofili "serviti" da Vore è strano)
Il discorso che fa Vore verso i bambini umani è molto forte, di certo non bello, paradossalmente tanto cattivo proprio perchè Vore per tanti tratti è ormai un umano come noi.
Mentre Tina cerca di convivere nel nostro mondo Vore ci odia, vorrebbe che subissimo quello che i Troll hanno subito e sogna un futuro di predominio sugli uomini.
Molto importante questo aspetto altrimenti il film sarebbe andato in una, francamente eccessiva, direzione di accusa verso l'umanità ed esaltazione della purezza delle altre creature.
No, sta proprio nell'analizzare questo confine (vedi titolo) tra umani ed animali, in questo ibrido che Border è più potente, perchè suscita grandissime riflessioni senza crocifiggere definitivamente nessuno (anche se è ovvia l'accusa al nostro genere).
Ma non finisce qua.
In quello che loro chiamano "difetto genetico" potremmo anche individuare il tema della malattia, specie quelle, come la sindrome di down, che producono evidenti differenze somatiche.
E di come persone quindi diverse, malate, differenti da noi, con una evidente malattia che "deturpa" i rassicuranti e canonici tratti umani, debbano vivere un'esistenza sempre ai margini o costretta a scansare continuamente gli sguardi altrui.
Ma ci sono anche forte letture sociali, che vanno dal racconto del convivere civile alla struttura della società, dall'isolamento al concetto di "famiglia".
Il finale, in questo senso, oltre ad essere veramente bello, può essere visto da più punti.
Secondo me se qualcuno ci vede una Tina che ritorna completamente dentro le dinamiche umane sbaglia perchè l'avere un bambino, l'accudirlo, l'essere famiglia, è una delle poche condizioni che non cambia in nessuno dei due mondi, animale ed umano.
Se poi pensiamo che quello è il figlio di due Troll e che da un Troll le è stato mandato, ecco, questo finale apparentemente manifesto di un essere totalmente nel nostro mondo è forse addirittura il contrario, iniziare a scoprire - come fu per il sesso - un istinto primordiale che appartiene anche alla sua razza.
Tra l'altro poco prima bellissima la scena del cimitero dei Troll, con quelle semplici pietre buttate nel prato.
No, Tina non sarà diventata come Vore ma è comunque una creatura nuova, adesso sì un vero e proprio ibrido, di certo non più quella che provava ad essere completamente umana.
Tina sa chi è, sa da dove viene, sa dei delitti che sono stati perpetrati alla sua gente (in questo senso ovvio anche il richiamo a barbarie umane, specie del ventesimo secolo) e quindi, da ora, sarà una persona completamente diversa.
Per ultimo, ma non per importanza, c'è forte anche il discorso ecologico, tanto mai sentito come in questi nostri giorni tra l'altro.


Ma Border è anche cinema e anche gran bel cinema.
Intanto il trucco dei due protagonisti è straordinario, c'è poco da dire.
Io, paradossalmente, ho amato ancora di più la figura di lui, così inquietante, dal sorriso bestiale sempre pronto a diventar ringhio, bellissimo.
Il regista, Abbasi, è davvero bravo e ci regala un film benissimo girato e fotografato splendidamente.
Non so se il non premere molto sul lato emozionale sia stato deciso a tavolino oppure sia un problema del film.
Ad esempio, ma potrei sbagliarmi, la colonna sonora arriva a più di metà film, proprio sulla scena di loro nudi nel bosco.
Ecco, di queste scene liriche ce ne sono giusto un paio, Border preferisce uno stile molto sobrio e il cercare di raccontare tutte le tematiche che, con difficoltà e confusione, ho provato a scrivere sopra.
Resta un film davvero bello, da parlarci tanto e che probabilmente resta in memoria più di film ancora più belli ma meno originali e caratterizza(n)ti.
E voglio chiudere la recensione con loro due lì, sotto al tavolo, impauriti dai tuoni.
Altra meravigliosa scena di come certi istinti, certi bisogni, certe paure, facciano irrimediabilmente parte di noi

7.5/8

10 commenti:

  1. Recensione PERFETTA.
    Abbasi si è dimostrato molto abile: come un equilibrista sul filo, riesce a rendere credibile una storia piuttosto bizzarra senza cadere nel grottesco, offrendoci una miriade di spunti di riflessione e momenti di forte impatto. Ma anche per me, che mi aspettavo il capolavoro, qualcosa non ha funzionato del tutto: credo sia proprio la moltitudine di temi che rimangono solo abbozzati ad avermi lasciata un po' disorientata e poco coinvolta emotivamente.
    E poi ... Non ho capito: i bambini "gommosi", una volta sostituiti, cosa sarebbero diventati ? 😱

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    1. vero, il riuscire a presentarci questa storia come "normale" credo sia uno dei meriti maggiori

      sin dall'inizio vediamo questi esseri umani diversi da noi ma in mezzo a noi, e quindi la componete prettamente fantastica e irreale si perde

      sì, credo che ci siano troppi temi e una parte poliziesca poco convincente...

      se non ricordo male Vore dice che muoiono poco dopo...

      grazie!

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  2. Interessanti i tuoi commenti, utilissimi per farmi mettere ordine.
    Hai gia' detto molto sulle scene piu' forti ed incisive del film.

    Quando viveva nella bugia di essere umana, sfruttava il suo olfatto per scovare l'odore dei sentimenti e viveva in stato di equilibrio solo in dogana e ricaricandosi a piedi nudi nel bosco.

    Le scene che mi hanno colpito sono quelle delle cene, la prima svogliata di Tina con Roland e poi la cena a tre con Vore, dove finalmente si gusta il 'suo cibo', sceglie cosa le piace davvero senza sentirsi condizionata. Ho trovato in questo suo piccolo gesto la volonta' di definirsi, il via per la sua presa di coscienza. Non sentirsi piu' brutta, un mostro solo perche' si guardava con gli occhi umani, ma finalmente normale e bella per il suo nuovo sguardo.
    Francesca Basile

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    1. nella bugia di essere umana è molto bello...

      non so se metterei insieme le scene della dogana e quelle nel bosco perchè se è vero che sono due ambienti dove comunque lei è "naturale" nel primo abbiamo proprio il non plus ultra dello sfruttamento umano e dell'uso sociale, nell'altro la naturalità pura

      sì sì, quella della cena è una delle 3,4 scene di questa presa di coscienza e di questo volersi riappropriare della propria natura

      e sì, il discorso estetico alla fine non viene mai preso in considerazione, lei si vede dentro più bella e sta meglio per questo

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    2. Hiii ho trovato solo oggi e per caso, la tua risposta :) grazie!
      La dogana e' il luogo dove Tina si sente utile e quindi integrata, si sente parte della sua comunita', e' appagata perche' ancora ignora la verita' di trovarsi in una sorta di trappola sociale. Mentre Vore sa' chi e' e rifiuta quella situazione.
      Francesca Basile

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    3. esattamente, tutto il film è giocato sulla differenza tra noi umani (creature non più istintive), Tina (istintiva ma umanizzata) e Vore (quasi "animale)

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  3. Rece bella bella Giusè…Il film l’ho trovato stupendo, tra i top di questo inizio 2019! Film difficile, potentissimo, molto profondo, zeppo di metafore, di una poetica straziante… Una riflessione, per lo più amara, sull'umanità vista con gli occhi di chi umano non è …e che come hai detto bene te tocca talmente tante tematiche che a volte è difficile stare dietro a tutte: la riscoperta di sé e del proprio mondo (lei che riconosce così bene le emozioni degli altri ma che ancora non ha compreso il proprio “essere”), la questione delle manipolazioni genetiche (da brividi la scena del “feto” nel frigo), la pedofilia, la sessualità, la difficoltà d’integrazione (tema caro al regista che è di origini iraniane e svedese di adozione…), la solitudine, l’approccio con la natura, ecc.
    Ne ho apprezzato molto la messa in scena: oltre alla fotografia e al montaggio (con efficaci alternanze di primi piani e campi lunghi ad aumentare la drammaticità delle situazioni) che ho trovato splendidi, mi è piaciuto il modo in cui è stata mostrata la costruzione/decostruzione di quel sottile confine tra umano e disumano, uomo e donna, selvaggi e civilizzati ….Inoltre, Il regista ha reso molto bene quel senso di mistero che mi ha sempre affascinato del genere fantasy (ma il film è anche un po’ noir scandinavo con accenni anche all'esistenzialismo di Von Trier). Colonna sonora secondo me volutamente “minimalista” a sottolineare l’angoscia di fondo che pervade la pellicola che è costellata da alcune scene per me indimenticabili (direi tutte già citate da te….il finale poi per me meraviglioso) con attori in stato di grazia…lei l’ho trovata straordinaria…nella sua “purezza” mi ha ricordato tanto il protagonista di Lazzaro felice…E poi la ciliegina sulla torta della citazione (non so se voluta, ma visto il Paese di produzione credo di sì) all'orologio senza lancette del Posto delle fragole di Bergman….

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    1. non lo so se è una riflessione sull'umanità vista da chi umano non è perchè per gran parte del film direi quasi il contrario, ovvero che si racconta di un non umano che ragiona solo come gli umani

      insomma, non una che ci vede diversi e ci regala il suo sguardo ma una che sin da piccina è cresciuta come noi, tanto da non sapere nemmeno di essere un troll

      ah, bella cosa stefano, non ci avevo pensato

      lei fiuta tutti gli stati d'animo e "come sono" gli altri ma non riesce a capire chi sia sè stessa e cosa prova...

      tutti gli altri temi li hai riassunti perfettamente, io come dicevo da qualche parte ho completamente cannato e non parlato di quello dell'immigrazione...

      vero, film molto denso, misterioso, molto giocato sul togliere e sulle suggestioni. Anche la componente sessuale, molto "fastidiosa", è inserita senza essere spiegata, tanto da rendere tutto molto weird

      la colonna sonora, se non sbaglio, fino a metà film non esiste e anche dopo sì, resta molto sullo sfondo

      i due attori ce li porteremo dietro fino a fine anno come migliori interpretazioni...

      ah, citazione che io non avrei mai potuto cogliere

      grazie!

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  4. Contea Sergej: 19 Aprile , Anno Domini 2019; (processi di osmosi e ricerca della consapevolezza...)

    Uomini-Mostri contro Troll-colpiti dai fulmini, filmati nel loro ambiente naturale...praticamente un documentario di inizio puntata di "Superquark"...film trash-chic?...no...non è così!...Creature al Confine è un film Scandinavo dove la fiaba si coniuga con temi sociali-politici....emarginazione e integrazione, umani cattivi ed esseri arrabbiati, bene e male, razionale ed irrazionale e lo stesso corpo femminile-maschile è rappresentato come luogo problematico o embrionalmente eversivo ...Border è una leggenda nordica d'altri tempi eppure così moderna che si mangia in un secondo i thriller-horror mainstream...epico, brutale, commovente, violento, emozionante...crudele e vincente nello stesso momento...esplicito... con un climax di ansia che cresce gradualmente fino allo showdown, quando si resta appesi a una sensazione che ha qualcosa di speciale....elegante esperimento cinematografico di Ali Abbasi (38 anni !) senza gli infiniti spiegoni per lo spettatore che non vuole pensare....

    Ciao Caden :).....solo sette e mezzo...Oh my God...dai, come nel Medioevo....una piccola indulgenza per Border...otto e mezzo ;)

    P.S.1...Se siete intrigati dalle Creature dei Boschi.....
    TrollHunter di A. Øvredal è consigliatissimo......

    P.S.2...Se siete intrigati dalla magia dello svedese Lindqvist (autore della storia)...Lasciami Entrare di T.Alfredsson è una
    esperienza imperdibile.....

    ;)

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    1. ma che bel commento sergej :9

      un fiume in piena su cui inutile commentare, complimenti

      vero, sono stato basso di voto. Ma è 7.5/8 eh, 0.70 dall'8 e mezzo, ahah

      Ciò è dovuto al fatto che mi ha emozionato meno di quanto pensassi. Però mi ha fatto pensare più di quanto pensassi

      poi, tra l'altro,eravamo tipo in 5 e piaciuto solo a me, non mi far sentire in colpa per un 8 - -, ahah

      troll hunter e lasciami entrare stupendi

      e ovredal per me confermatissimo con the autopsy of jane doe

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

2 metti la spunta qui sotto su "inviami notifiche", almeno non stai a controllare ogni volta se ci sono state risposte

3 ciao