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15.5.19

Recensione "5 cm al secondo" - Anime e Core, un ragazzo e la sua grande passione per l'animazione giapponese - 1 - di Enrico G.



Enrico è un ragazzo di appena vent'anni, il primo ad aver risposto al post dove vi invitavo a scrivere di serie tv per il blog.
Enrico in realtà è appassionato di Storia e studia quella all'Università.
Ma, come tantissimi giovani, ha una passione insana per le anime giapponesi, mondo che io ho sempre poco frequentato (lungometraggi a parte) ma che ho sempre tanto stimato.
In realtà aveva già scritto (e mi aveva mandato) la recensione di una serie ma visto che proprio questi giorni c'era questo film - 5 cm al secondo - al cinema abbiamo pensato ad una recensione lampo, anche se oggi, ahimè, è ufficialmente l'ultimo giorno di programmazione.
Un film di Makoto Shintai, uno dei più acclamati animatori e registi giapponesi (Your Name, Il Giardino delle Parole).
In ogni caso se qualcuno di voi è appassionato di anime potrà seguire questo giovane ragazzo, credo se lo meriti.
Vi lascio a lui

Io odio i film romantici. Quelli dove l'amore è causa e fine di tutto, dove sembra l'unica cosa importante, dove la scrittura si tesse attorno alle relazioni.
Per questo dovrei essere l'ultimo a difendere un cinema parecchio odiato da molti, quello di Makoto Shinkai, ma lo farò. 
Per un paio di giorni, in onore del passaggio dei diritti da Kaze a Dynit, avremo un suo film al cinema, 5 centimetri al secondo. Siccome non succede abbastanza spesso, direi che non c'è occasione migliore per difenderlo. 
Qualche anno fa, tanto per cominciare, non c'era nemmeno bisogno di farlo, pochi appassionati di anime lo seguivano, alcuni suoi lavori c’erano addirittura integrali su youtube. Io ci sono inciampato addosso senza nemmeno accorgermene, lui che sarebbe diventato uno dei miei preferiti. Vedo questo corto animato, sarà stato cinque minuti, chiamato Lei e il suo gatto. Ecco, penso che quest'opera dovrebbero vederla tutti coloro che liquidano Shinkai come regista commerciale, e i suoi film come opere dalla bellezza gonfiata dai soldi. La verità è che parliamo di un self made man, un signor nessuno venuto dalla strada, lo conferma anche il suo primo (credo) lungometraggio, La voce delle stelle, recensito anche qui su Il Buio in Sala. 
Lei e il suo gatto è ancora più basilare, bianco e nero, qualche schizzo a matita animato, una sola voce che narra (quella del regista stesso). Eppure ti tiene il cuore in mano e te lo scalda, in un modo che non potrà mai fare tutta la computer grafica di questo mondo. Controllo chi è questo tipo, trovo pochissime informazioni, Oltre le nuvole non aveva ancora nemmeno un titolo italiano all'epoca. 
Come passa il tempo…


Torno su youtube, adocchio il video di un altro film, questo. Sarà la prima delle mie tre visioni, contando anche quest'ultima. Per i miei standard sono poche, forse perché 5 cm al secondo è difficile da metabolizzare, di sicuro lo metterei tra quelli che meno preferisco del sensei, assieme a Viaggio verso Agartha. Eppure amo anche quest'ultimi a modo loro, come tessere piccole e imperfette di un mosaico più grande, curato con Amore, questo sì dalla A maiuscola, Amore per l'arte, per la bellezza, per un lavoro meraviglioso costruito negli anni in silenzio, da vero artigiano. 
E di questo parla 5 centimetri al secondo, come tutte le opere di Shinkai alla fine, del Vero Amore. 
E ne parla con rispetto verso il pubblico, sfidandoci ad emozionarci ancora per le sbandature giovanili che abbiamo visto in milioni di salse, spesso insipide. E la sfida la vince ogni volta per quel che mi riguarda, con le semplici armi dell'uomo di cinema: le immagini e i suoni. Non dirò che Shinkai è il narratore più inventivo e capace che ci sia, questi sono commenti superficiali di chi lo paragona a Miyazaki senza nemmeno pensare quale abisso, non tanto qualitativo, quanto di stile, tematiche e formazione esista tra i due; dirò però che il nostro Makoto è forse il regista più viscerale che esista. Probabilmente è per questo che a molti non vanno giù i suoi film, o lo odi o lo ami, non c'è via di mezzo perché è lui in primis a non cercarla: prendiamo 5 cm al secondo, così parliamo anche un pó del film, non solo dell'uomo che gli sta dietro. In un’ora e dieci scarsa di durata troviamo un compendio di tutte le sue ossessioni e stilemi. La struttura è quella di due episodi e un epilogo, ma scanditi non dal tempo, che non scorre logicamente, attraversato com'è da un flusso continuo di passato e presente, quanto dal tumulto di emozioni. La vita è l'unico orologio di 5 cm al secondo, con i suoi cambi di prospettiva, mentalità e luoghi. Quest'ultima visione me l'ha confermato, grazie alla solita straordinaria colonna sonora di Tenmon, che cambia in base all'episodio, e ai cicli stagionali. Questo trovo sia un vero colpo di genio: Shinkai ama palesemente la natura, lo vediamo nei suoi cieli e mari, di un blu da volercisi perdere dentro per sempre, nelle tinte della neve, nelle sequenze oniriche con pianeti più grandi del Sole, nelle città attraversate dai fiori di ciliegio, quelli che cadono cinque centimetri al secondo. E allora perché non piegare la vicenda al susseguirsi delle stagioni? Anni passano, vediamo Akari e Takaki, i nostri protagonisti, passare da bambini a ragazzi ad adulti, ma la natura mantiene i suoi ritmi, anche davanti all'amore più puro che lotta contro il tempo. E allora nel primo episodio, Racconti dei fiori di ciliegio, è ovviamente primavera, nel secondo estate, nell'epilogo inverno.
Già, perché poi ci sarebbero i personaggi, i famosi “adolescenti depressi” di Makoto Shinkai. Non trovo niente di male in due protagonisti adolescenti, tanto più che è palesemente a loro che questo film è rivolto (pur rimanendo accessibile a tutti), anzi la trovo una scelta coraggiosa in un tempo in cui la formula del film animato standard è tono infantile con ammiccamenti adulti per i genitori. Per il “depressi”, credo sia un fraintendimento dovuto al fatto che il marchio di fabbrica di questo regista sembrano essere i giovani amanti separati da tempo o spazio. Si può concedere che se c'è un film dove questo stona un pó, è proprio questo. Ok, Romeo e Giulietta insegna che il sale di una relazione tormentata sono i continui ostacoli, ma dettagli come la lettera smarrita e la ex di Takaki sul finale sembrano effettivamente messi lì per creare un dramma che sfocia nell'accanimento dell'autore sui suoi personaggi. Esiste pure un libro su questo film (non deve sorprendere, metà della sua filmografia è basata sui suoi stessi manga), scritto dallo stesso Shinkai, dove questi dettagli vengono elaborati meglio, e anche se non è una scusante per il film me la sento di consigliarvelo.
A proposito di drammi, parliamo di dove vengono sviluppati al meglio, ovvero nel secondo episodio, quando prende la parola il personaggio di Kanae. Se dico “prende la parola”, è perché l'intero film è narrato dai tre ragazzi, a turno. Questo potrebbe alienare qualcuno, ma personalmente non ho mai trovato fastidiosa la narrazione, che spesso si trasforma in monologhi di struggente bellezza, rendendo i silenzi ancora più forti.
Dicevamo, Kanae…


Lei è apparentemente la terza incomoda, quella che sta in mezzo nella coppia di protagonisti. Non ci volevo credere, quello del triangolo amoroso è uno degli escamotage più odiosi della storia della narrazione sentimentale, non può esserci cascato pure Shinkai. Però c'è qualcosa di particolare qui, in questa ragazza insicura e impaziente, che sfoga nel surf i suoi sentimenti repressi per questo ragazzo, sempre preso da qualcun altro. Noi lo sappiamo, Takaki pensa solo alla sua innamorata d'infanzia, Akari, da cui è separato. Con queste premesse, sembra che la vicenda finirà senza guizzi, ma poi arriva quel finale grandioso. Prima quel razzo che spacca in due il cielo, buio da una parte e luce dall'altra. 
Poi la realizzazione. 
La lontananza della vita è troppo forte, Akari è ormai un razzo trasportato verso l'ignoto, un Cosmonauta (titolo dell’episodio), e quei messaggi non arriveranno mai al destinatario. Capiamo fino in fondo quel sottotitolo, “Una collana di storie brevi sulla loro distanza". Non c'è mai stato un triangolo, solo dei punti disgiunti vaganti nello spazio immenso. Anche Kanae può solo guardare quel razzo da cui Takaki non staccherà mai lo sguardo, che vola molto più in alto del suo fragile aeroplano di carta. 
Non resta che piangere calde lacrime.


Questa attenzione ai dettagli, ai sentimenti, alla scrittura, non può essere liquidata con indifferenza. So che andare al cinema in giorni e orari che riservano agli eventi anime (ovvero vergognosi) a pagare un biglietto maggiorato non è il massimo, ma se volete supportare questo tipo di arte, io vi consiglierei di vederlo. Le immagini di 11 anni fa sono ancora una meraviglia da godere sul grande schermo, il doppiaggio è, per una volta, impeccabile (la ragazza che fa Akari da piccola fa venire i brividi tanto è brava), c'è addirittura un bellissimo corto inedito prima del lungometraggio.
È un film che credo vada visto, perché ci dice la verità sulla vita, che è tanto bella quanto dura. 
E comunque, ci dice quel sorriso sul finale, rimane sempre la speranza.


20 commenti:

  1. Davvero una gran bella analisi di tutto ciò che sta dietro alle opere del buon shinkai.
    5 cm al secondo è una delle opere che a distanza di diverso tempo mi è rimasta più impressa, nonchè la prima ad avermi avvicinato a questo mondo da cui mi ero sempre tenuto lontano a causa di un mio scettiscismo generale, che solo adesso mi rendo conto essere totalmente ingiustificato.

    Prima di poco tempo fa infatti, il mondo degli anime mi era totalmente sconosciuto (se non per dragonball, l'unico che mi ero rivisto di tanto in tanto, più per nostalgia d'infanzia che per altro), ma a seguito di vari consigli, mi decisi a vedere un paio di film (questo e il giardino delle parole) e nonostante mi piacquero molto, non mi venne voglia di approfondire...fino a qualche settimana fa.

    Dopo essermi finalmente guardato death note, divorato in meno di una settimana, ho compreso quanto per tutto questo tempo non avessi capito un cazzo del mondo degli anime.

    Inutile dire che in un mese o poco più mi son fatto fuori almeno altre 4 serie e vari film, tra cui anche Your Name, che reputo un capolavoro senza se e senza ma...pur comprendendo chi lo critica poichè, come tu stesso hai detto, probabilmente lo stile di shinkai o lo si ama o lo si odia...

    Purtroppo non posso nemmeno argomentare più di tanto ciò che già hai scritto, essendo fondamentalmente ancora profondamente ignorante riguardo a questa realtà, anche se d'ora in avanti terrò molto più in considerazione il mondo degli anime.

    Non ho molto altro da aggiungere, concludo dicendo che fa piacere vedere qui sul blog anche recensioni di roba considarata dai più (ed ero appunto uno di quelli) una nicchia solo per appassionati, poichè da qualunque lato lo si guardi il cinema e le emozioni che regala, vanno al di là di ogni forma e cultura e i capolavori sono sempre dietro l'angolo ;)

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  2. Ti sono grato per le parole gentili, e ne approfitto per estendere i ringraziamenti anche a Giuseppe, che ha avuto fiducia fin da subito in questa idea di recensire gli anime.
    La dura verità è che di animazione (giapponese, ma anche europea) si parla poco, specie in Italia, e spesso a sproposito. Quindi non ti crucciare se per lungo tempo hai snobbato gli anime, non è colpa tua. Io ho avuto chi mi ha insegnato a guardare con i giusti occhi questo mondo, ma non fosse stato così sarei rimasto incosciente di tutto ciò che di meraviglioso mi sarei perso. In fondo, cosa dovremmo aspettarci con gli esempi che riceviamo? Ricordo ancora qualche anno fa come rimasi scottato da una cerimonia degli Oscar, con The Rock a presentare il miglior film animato. Egli lo definì come un “genere", non un medium, quale è. Come a dire che l'animazione è implicitamente qualcosa di inferiore, non trasversale. Per pochi. È una triste bugia che noi appassionati (e parte dell'industria) lasciamo correre o addirittura appoggiamo, vanificando gli sforzi di chi vorrebbe smentirla. È uno dei motivi per cui voglio parlare d'animazione, dando il mio minuscolo contributo a questo blog, che è davvero uno spazio prezioso per gli amanti di questa Arte chiamata Cinema. Per fortuna ci sono anime famosissimi come Death Note che hanno fatto entrare in testa a molti che puoi indirizzare l'animazione a qualsiasi pubblico, anche quello adulto, se hai la maturità per farlo.
    Sugli anime che hai citato, non potevi cominciare meglio in mia opinione, continua così e se vuoi suggerirmene altri sono tutt'orecchi. Anche se neofita potresti darmi una prospettiva nuova, io d'altronde ho fatto il percorso inverso al tuo, ovvero ho sempre mal sopportato le serie infinite come dragonball (per mille motivi) preferendo sin da subito i lungometraggi. E a proposito, magari tratterò gli altri lavori di Shinkai in attesa del suo Weather Child, che attendo con un'ansia immane ;) Sicuramente prima o poi farò un’autopsia completa di Your Name, e sarà un lavorone perché per influenza è sicuramente La Città Incantata del nostro tempo (anche Myazaki è nel mirino a proposito).
    Per ora, ti ringrazio ancora sentitamente di aver letto questo pezzo.
    Enrico

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    1. Come darti torto, purtroppo qui in Italia, seguendo anche di pari passo la cultura occidentale e le influenze d'oltre oceano spesso controproducenti (l'esempio di The Rock calza a pennello), tendiamo a relegare l'intera categoria a roba per ragazzi e, a meno che non sia Disney a tirare fuori qualche filmone, spesso l'attenzione si focalizza solo ed esclusivamente sui quei prodotti che possano abbracciare più utenza possibile...ignorando completamente quei capolavori che non arrivano necessariamente dai colossi americani...ormai dobbiamo quasi esultare se film come 5 cm al secondo riescono ad arrivare anche solo per qualche giorno in sala e pure dopo anni; qua da me ricordo che Your Name venne proiettato solo per 2 giorni con solo uno spettacolo delle 17:00...davvero incredibile.

      Per quanto riguarda i consigli, credo proprio di poterti aiutare ben poco...sarebbe come Chiellini che dà lezioni di calcio a Messi ahah.
      In ogni caso son partito da roba credo nemmeno troppo scontata (Violet Evergarden, Kiznaiver che mi son piaciuti ma non li consiglierei a chi già ne mastica).
      Uno che probabilmente conoscerai, ma che nel caso mi sento di citarci è Psycho Pass; a parte l'inizio un po' anonimo mi è veramente piaciuto tanto; Fa riflettere e non poco sul mondo che sta venendo su al giorno d'oggi, dove il confine tra giusto e sbagliato è più labile che mai e che, puntata dopo puntata, una realtà distopica come quella narrata nell'anime non ci sembra nemmeno così scellerata e folle come all'inizio poteva sembrarci.
      Si rifà molto ai grandi classici del genere letterario analogo, ad autori come Orwell e Huxley...sono curioso di vedere come si evolverà poichè ancora è in produzione.

      A questo punto sono io a chiederti qualche dritta, specialmente a livello di film, poichè oltre ai vari myazaki e Shinkai non saprei da dove cominciare.
      Sicuramente faccio prima a chiedere a te che ne sa già qualcosina.
      Anche io non ho assolutamente intenzione di infognarmi a guardare roba infinita, Ho citato DragonBall solo perché è stato la mia infanzia e avrà sempre una menzione d'onore, ma chiaro che non regge il confronto con nulla ahaha.

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    2. Io non ci capisco niente di calcio quindi non bado a questi paragoni hahaha. Come immaginavo invece mi hai fatto scoprire due anime nuovi, ho dato una veloce occhiata e potrebbero essere molto interessanti. Sono sempre aperto ai suggerimenti di chi segue serie contemporanee, proprio perché io sono più esperto di prodotti dai primi anni 2000/fine ’90 in giù. A memoria le ultime serie che ho guardato poco dopo la loro uscita sono One Punch Man e Assassination Classroom, ma sono eccezioni, che hanno già qualche anno tra l'altro. Sui film invece faccio molta meno fatica a tenermi aggiornato, e visto che me l'hai chiesto ti sparo un paio di nomi. Ovviamente c'è lo Studio Ghibli, che sembra scontato ma non c'è mica solo Miyazaki, anche Takahata, Kondo, Hiromasa Yonebayashi. Quest'ultimo poi ha fondato uno studio suo (il Ponoc) siccome al Ghibli era tutto fermo (per i recenti bassi incassi), ha fatto un nuovo film, Mary e il fiore della strega, che è arrivato 1/2 anni in ritardo in Occidente, l'hanno mandato al cinema per grazia di dio, e cosa è successo ovviamente? Bassi incassi, e qualcuno della critica l'ha pure demolito, anche se in realtà è una meravigliosa avventura per ragazzi. Io cerco sempre di andare al cinema e comprare i dvd, perché solo così potrebbe cambiare questa distribuzione vergognosa. Your Name da me col passaparola ha fatto il pienone, e visti i buoni incassi l'hanno rimandato in sala qualche giorno, ma finché i cinema (anche d'essai eh, non solo le grandi catene) non prendono sul serio i film d'animazione non cambierà mai nulla.
      Tornando a noi, ti consiglierei di partire dalle basi e poi scavare più a fondo in base a ciò che ti ispira (animazione, storia, tematiche etc). Quindi buttati su ciò che ha diretto Katsuhiro Otomo (Akira, Steamboy), ma anche prodotto o scritto. Poi Satoshi Kon: Tokyo Godfathers è più intimista, Paprika più innovativo, e Perfect Blue, beh…deviato e fuori come un balcone :) guarda Ghost in the Shell (un classico) e se ti piace il resto della filmografia di quel geniaccio di Mamoru Oshii. Per qualcosa di più moderno infine un altro Mamoru, Hosoda. A me non fa impazzire (anche se ho visto solo La ragazza che saltava nel tempo) però è un signor regista, molto originale.
      Spero di esserti stato d'aiuto
      Enrico

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    3. Effettivamente ho cominciato da roba abbastanza recente, anche se di fatto non è stata una scelta voluta, sicuramente non avrò problemi a recuperarmi anche roba più vecchia, dato che molta di essa son convinto sia totalmente fruibile anche oggi...difficile che roba d'animazione invecchi male (pensiero personale).

      Ti ringrazio per tutte le dritte, sei stato fin troppo utile ed esaustivo, ma più carne metto sul fuoco e meglio è ;)
      Sicuramente piano piano (ma neanche troppo) darò un occhio a tutto quello che mi hai citato, son sicuro che ne apprezzerò la maggior parte.

      Alla prossima allora, sarò molto curioso di leggere altre tue analisi, specialmente quella su Your Name.

      Saluti.

      Gianluca.

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    4. Di niente :) hai ragione, l'animazione tradizionale non invecchia praticamente mai, potrai goderti quei film oggi come domani, con calma. Ci vediamo alle prossime analisi, prometto di aumentare ancora la qualità.
      Saluti.
      Enrico

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  3. Ciao Enrico entro in punta di piedi e ne approfitto per farti i miei complimenti per la bella recensione.
    Se posso permettermi un appunto, ma la colpa è sicuramente mia e dei miei trent’anni d’età di differenza con te ..ho dovuto leggere la trama su Wikipedia del film per capire a pieno la tua recensione.
    Ma forse era tua intenzione non spoilerare troppo.

    Detto questo mi permetto di chiederti se i tuoi gusti a proposito di anime comprendono anche il genere mecha-fantascientifico?
    Inutile dirti che data l’età per me gli anime sono Go Nagai e i suoi robot.
    O i romantici e malinconici personaggi di Matsumoto.
    Volevo sapere se ne parlerai prima o dopo.
    Mi rendo conto che la tua l’età non gioca a mio vantaggio ma so di serie uscite dopo il 2000 che sono di fatto dei sequel/remake con protagonisti i miei cari personaggi robotici .
    Penso a Mazinger Edition Z: The Impact del 2009 di Imagawa o a Shin Jeeg robot d’acciaio del 2007 trasmesso in tv nel 2016 sequel della serie originale del 1978.
    Per non parlare del lungometraggio su Mazinga Z INFINITY di Shimizu dell 2017.
    A casa c’ho tutta la serie in DVD di Harlock partendo dalla prima del 1978 passando per SSX fino a Cosmowarrior Zero del 2001.
    Mi manca il film di Aramaki in CGI del 2013.
    Poi lasciando da parte robot e spazio e tornando un po’ con i piedi per terra a temi più “adulti” son curioso di chiederti se conosci il lungometraggio di
    Una tomba per le lucciole ‪ di Takahata ‬
    ‪del 1988 a mio avviso molto emozionante, se ne parlerai?‬
    ‪La cosa che mi spiace se non ho capito male è che scriverai solo di animazioni giapponese.‬
    ‪Se deciderai di fare uno strappo a questa regola ti consiglio due ottimi ( per me) film europei.‬
    Le stagioni di Louise di Laguionie del 2016
    francese e lo spagnolo Rughe .
    Sul tema dei ricordi , della perdita di memoria...due film molto delicati e molto belli.
    Ciao



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    1. Ciao, grazie per aver commentato, apprezzo sempre le critiche costruttive visto che sto cercando di migliorare una scrittura ancora acerba.
      Forse la comprensione limitata della trama è dovuta a questo, ma in effetti non è stata la mia priorità fin da subito. Ci sono diversi modi di spiegare un film, io ho semplicemente scelto quello rapsodico, perché pensavo si adattasse bene allo stile della pellicola, ovvero preferire la narrazione emozionale rispetto a quella degli eventi in sé. Non si tratta nemmeno di evitare o meno gli spoiler, quanto di far venire una curiosità matta al lettore ;) Insomma, voglio spingere chi legge ad andarsi a vedere ciò di cui parlo, per poi tornare e pensare: "Ah, ecco di cosa stava parlando...".
      Farò sicuramente recensioni legate alla narrativa, adoro l'analisi, lo sviscerare simbologie e dietrologie per diritto e per rovescio. Giocoforza ci saranno spoiler, quindi sarà di prodotti più conosciuti, non tanto film come 5 cm al secondo che non hanno minimamente la fama o l'affluenza in sala che meriterebbero.
      Un buon esempio per quest'ultimo trattamento sarebbe Una tomba per le lucciole, anch'esso film drammatico, ma dove le emozioni sono molto più legate alla successione degli eventi. Pensa, ho avuto la fortuna di vedere alcuni film del Ghibli riproposti in sala, e vorrei dedicare un'intera serie a questo meraviglioso studio d'animazione. Si vedrà.
      Ti devo deludere invece per gli altri anime che mi hai citato, per tutta una serie di motivi. Mentre per i film apprezzo generalmente qualsiasi periodo, faccio molta fatica con quelle serie (o i lungometraggi basati su di esse), poiché tendono sempre ad essere molto lunghe, ricadere nei due generi fantascienza/slice of life (o Mazinga o Heidi, per capirci), essere difficili da reperire in dvd, avere uno schema fisso per quasi ogni episodio, etc. Insomma, tutti quei motivi per cui hanno fatto (giustamente) la storia e che me le rendono indigeste. La mia idea di come un anime dovrebbe essere è completamente opposta, per questo eviterò anche vari popolarissimi shonen come Dragonball, Naruto, One Piece...
      Ti dirò, mi ispira moltissimo il tratto delicato di Galaxy Express 999 di Leiji Matsumoto, di cui ho comprato l'intero manga, ma per il cartone non prometto niente.

      L'animazione europea in realtà mi ispira moltissimo, ma sono il primo ad ammettere di avere molte lacune nel campo. Inoltre, è già una gentile concessione di Giuseppe che io possa parlare anche di film, visto che all'inizio si cercava esclusivamente per le serie tv. Vediamo come va la rubrica anime, almeno per un annetto, intanto vedrò anche ciò che hai consigliato. E poi, chi lo sa? :)
      Enrico

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    2. arrugas (rughe) interessa molto anche me

      anzi, l'avevo pure preso due annetti fa per vederlo ma poi la serata andò storta

      di Miyazaki invece credo di averne visti tantissimi, 5-6 e tutti bellissimi

      ma il 90% ante blog (2009), l'unico dopo il 2009 ( e anche quindi l'unico che ho recensito) è si alza il vento

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    3. Miyazaki credo abbia fatto buoni film solo quando gli andava male, in generale sono tutti capolavori. A parte Ponyo, che mi da delle sensazioni così sgradevoli che non credo riuscirò mai a guardarlo. Se mai parlerò del Ghibli lo lascerò volentieri fuori, oltre a Si alza il vento di cui hai già parlato tu (ma che merita, o se merita).

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    4. ma che strano

      ho trovato Ponyo bellissimo ma forse capisco a che ti riferisci, quel pesciolino con volto umano, in effetti, è un'immagine al tempo stesso dolcissima ma anche perturbante

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  4. Contea Sergej: 27 Maggio , Anno Domini 2019; (...Anime...La Grande Muraglia Idea di Cinema...)

    Metti un Orientale a costruire Storie e vedi un po' cosa ne esce.....il risultato?

    Death Note....(****.......quattro stelle.....:)

    Your Name....(gentile, misterioso e multiforme)

    Studio Ghibli e Miyazaki....(da dipendenza, esige di essere visto e rivisto)

    Ciao Enrico ;) , se mai dovesse capitarti l'occasione, stai però attento.....

    - dopo avere assistito ad una ragazza che si accascia in mezzo alla neve (Tag - di Sion Sono)
    - dopo avere assistito ad un gioco, in tutto e per tutto, diverso da tutto (As the Gods Will - di Takashi Miike)
    - dopo avere assistito ad una storia d'amore senza stancarsi un attimo (Love Exposure - di Sion Sono)

    P.S. Dannato Caden, questa è la cosa che più apprezzo.....un neo-romantico che scrive di Cinema alla John Keats e....che odia i
    film romantici.........;)

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    1. Ciao ;) non ho mai sentito descrivere così Your Name, ma con tre aggettivi hai colto l'intera essenza di uno dei film più discussi degli ultimi tempi. A forza di ricevere commenti a riguardo mi sta venendo una voglia matta di rivederlo e scomporlo fotogramma per fotogramma hahaha.
      Per i film che consigli starò in guardia, ma so cosa aspettarmi da Miike... Sion Sono lo aspetto al varco da qualche annetto, magari comincerò proprio da qui. Comunque sbaglio, o gli elementi comuni alle tre pellicole sono l'ambiente scolastico e la violenza? Ho visto solo qualche immagine, non guardo mai trailer se posso, ma l'impressione era quella. In caso ricambio il favore...ma stai attento ;)
      -Battle Royale (per vedere giovani violenti contro la società e la società violenta contro i giovani; con il mitico Takeshi, si va sul sicuro)
      -Confessions (esaltato ma mai abbastanza, dove la forma e la sostanza fanno a gara a chi arriva più in alto)
      -un Seijun Suzuki, facciamo The Woman Sharper, ma anche tutti gli altri (adrenalinico, confuso, pop, cult in tutto e per tutto, Tarantino in Giappone, trent'anni prima di Tarantino)

      Per citarti, metti un orientale a costruire storie...potrebbe stupirti ;) Saluti.
      Enrico

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  5. Ho visto questo film due volte, una prima volta sul web, anni fa, e la seconda volta poco tempo fa al Romics dove è stato trasmesso su schermo cinematografico.
    Personalmente l'ho apprezzato molto, così come anche altre cose che ho visto di Shintai (Il giardino delle parole e un paio di cortometraggi).
    Trovo l'analisi molto azzeccata, essendo anch'io uno che non sopporta i film sentimentali troppo melensi e attaccati ai cliché nel senso più fastidioso del termine. Mi pare che in questo film non si possa proprio parlare di convenzionalità stilistica, né tanto meno di eccessi di melensaggine.

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    1. Sono d'accordo, Shinkai è tutto ciò che si vuole ma non banale, la sensibilità che traspare dalle sue storie, dai suoi personaggi dagli occhioni spesso tristi, è qualcosa di trascendente (passami l'iperbole), che evade dalla banale rappresentazione dei sentimenti per raggiungere qualcosa di più.
      Per questo ho parlato di visceralità, i suoi film ti entrano dentro prendendo storie che in mano alla persona sbagliata sarebbero melodrammatiche soap opere, trasformandole in trattati esistenziali capaci di parlare a tutti, amanti del romanticismo o meno.
      Ps: se hai apprezzato i cortometraggi e non l'hai ancora visto, cercati Cross Road su youtube, il corto che al cinema hanno abbinato a 5 centimetri al secondo. È la prova condensata di ciò di cui si parlava, davvero bellissimo. L'unico svantaggio è che in sala sembrava quasi un trailer per un lungometraggio che non vedremo mai, ci sono rimasto malissimo quando ho scoperto la verità. :,D

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  6. Mi trovo d’accordo soprattutto sulla tua chiosa finale .
    Ciao Enrico , ho visto 5 cm al secondo , riletto la tua rece , stavolta con più attenzione ...che dirti?
    La fortuna di aver visto Your name prima di questo mi ha sicuramente aiutato a metabolizzarlo meglio.
    Di sicuro ci sono molti punti in comune tra i due film e non solo il regista.
    Gli amori impossibili divisi da distanza e tempo ( quest’ultimo molto più accentuato in Your name).
    Ho trovato 5cm molto più “intimo” , raccolto.
    Te scrivi nella tua rece che il film viene raccontato dai tre protagonisti.
    Sai che non mi ci trovo.
    Ci vedo soprattutto il percorso di Takaki più che quello di Akari.
    Ma forse ho visto un altro film io.
    Sottolineo che su Netflix non ho visto titoli a separare i vari episodi , almeno non in Italiano , spiace ma non penso siano determinanti a capire la storia.
    Sicuramente aggiungono ancora di più un valore poetico alla storia dei due ragazzi.
    Un amore impossibile, scrivevo un incontro di anime fino ai loro tredici anni di età e poi queste anime si son perse in un rapporto epistolare ...diventato sterile nel secondo episodio.
    Nonostante la volontà di Takaki di tenerlo vivo.
    Impressionante la tenacia e la costanza dei due nel volersi ritrovare per l’ultima volta a quella stazione dei treni , che sembra dimenticata da Dio.
    Nonostante l’avversità delle condizioni climatiche.
    Ripeto , mi sembra di aver visto nel film solo lo struggimento di Takaki , la sua esperienza negli anni a subire quel gli sentimento e alla fine di decidere di chiudere definitivamente il capitolo scoprendo di non essere più innamorato di Akari.
    Non so se lo stesso struggimento l’ha vissuto anche la ragazza ...però o almeno il regista non c’è lo mostra.
    Anzi nelle scene finali Akari adulta sembra ricordare il “fantasma” di un amore adolescenziale-la sua storia con Takaki-quando rivede la lettera che aveva scritto.
    A differenza di Your name qui non c’è la volontà di ritrovarsi di far continuare quell’amore nato sui banchi di scuola.
    5 cm è l’incontro di due anime pure destinate però a consumarsi con il trascorrere degli anni quasi fisiologicamente.
    La scena iniziale e finale , quella del passaggio del treno a separare il loro incontro ( i treni sono una costante , metafora del trascorrere del tempo) ricorda molto pure la scena finale di Your name.
    Solo che qua non c’e più tempo per niente è tardi.
    E il sorriso finale del protagonista sembra farci capire di volere mettere una pietra sopra a qualcosa , sancendo di fatto la fine della loro storia e la voglia di ricominciare a vivere.

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    1. Ciao Max.

      Sì, partire da Your Name certamente aiuta, non a caso è il film più popolare di Shinkai, per individuare un filo partito già negli esordi. Che ovviamente, meritano altrettanto ;)

      Strana questa cosa dei titoli mancanti... ovviamente non sono essenziali per la comprensione della storia, ma aiutano molto nell'inquadrarla. Non a caso il sottotitolo è "una collana di storie brevi sulla loro distanza": quindi continuo a credere sia una storia di tutti e tre, più che quella di Taki. In particolare quando è estate, la protagonista assoluta è Kanae (almeno così ricordo, è dalla visione al cinema che non rivedo 5cm al secondo).
      Credo che più che altro Taki non abbia mai smesso di amare Akari (lei sì, è andata avanti tanto tempo prima), semplicemente la vita alle volte ti allontana, ed è troppo dura combattere, anche con tutto l'amore del mondo.
      Amore che come hai detto si vede nell'intimità della regia, specie in quella stazione dove c'è il loro ultimo vero incontro, almeno fino a quel sorriso finale. Io l'ho interpretato come speranza, non tanto di rivederla e rivivere quell'amore, ma sapere che non è mai scomparso, e quella è la spinta che spingerà Takaki a ricominciare a vivere senza rimpianti.

      Ottimo commento, sono contento che tu sia tornato a leggermi.
      Ps: mi avevi chiesto una cosa nella rece di Lupin, prometto che oggi ti rispondo ;)

      - Enrico

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  7. Davvero ...sai che non ricordo cosa?😀
    Forse ti sbagli.
    Comunque ti dico che ho empatizzato molto con la surfista ...soprattutto perché ho riconosciuto in lei certe mie insicurezze.
    Quel tentennare tipico dell’adolescenza ...me lo son ritrovato addosso anche se c’ho cinquant’anni.
    Ad esempio ti capita , non so te , di trovarti davanti a situazione che trovi ingiuste ( non legate per forza alla sfera sentimentale ) che potresti risolvere solo parlando , mettendo in chiaro la tua posizione e invece c’hai qualcosa che ti blocca ( forse ti manca il coraggio) e lasci perdere , lasci passare.
    E poi ci ripensi....senza piangere per l’eternità😂 come fa lei...ma pensi , che coglione che sono, perché sto zitto quando invece dovrei parlare!!
    Come la surfista.
    Ciao

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    1. Mi avevi chiesto se i fumetti di Monkey Punch erano arrivati anche in Italia... e la risposta non solo è sì, ma sono stati abbastanza amati e popolari da spingere degli emiliani, i Kappa Boys, a convincere MP in persona ad approvare tutta una serie di storie di Lupin scritte e disegnate da nostrani. E questo dagli anni 90 fino al 2011, accanto ovviamente alle storie originali, distribuite sempre dalla Kappa edizioni. Insomma, Lupin non campa solo di rendita, ha proprio cambiato la vita di molti artisti, anche in Italia. Fine capitolo su Lupin haha.

      Quoto tutto quello che hai detto sulla piccola surfista. Prova, se ce ne fosse ancora bisogno, che Shinkai arriva al cuore universalmente, attraverso età ed esperienze diverse, non è certo "quello che fa robe da adolescenti". :) sono molto contento che ti siano piaciuti diversi aspetti dei suoi film, diversamente ma con la stessa intensità (ne sono sicuro) di quanto piacciono a me ;)
      Ciao Max

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  8. Ciao Enrico divertiti a Venezia😀

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