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11.5.20

Recensione:"I am a Ghost"


Un film fatto col niente (un'idea, un'attrice, una casa) che dimostra come ci voglia veramente poco a creare prodotti interessanti anche senza avere una lira (non c'è alcun effetto speciale ad esempio).
Una ragazza si aggira per casa.
Compie sempre gli stessi gesti, identici.
Sembra imprigionata in una routine "infernale".
In effetti è un fantasma (tranquilli, nessuno spoiler, basta il titolo...) e non potrà uscire da quel loop finchè non accetterà di esser morta e, soprattutto, come è morta.
Una sola attrice (diciamo due va), una voce - quella della Medium -  che la guida, per un film che non si inventa niente di nuovo ma riesce ad esser unico per come porta all'estremo idee già viste.
Un possibile cult

spoiler dopo immagine di lei al tavolo

Siccome dentro ognuno di noi che ama il cinema c'è sempre quel latente desiderio (leggasi sogno infranto) di realizzare o scrivere un film, ogni volta che mi capita davanti un'opera realizzata con una piccola idea, un attore e un luogo mi dico "Ma allora è possibile!".
Tra l'altro, spesso, quando questi film, che io chiamerei "da camera" o "garage movie", funzionano, sono meglio della stragrande maggioranza di pellicole a più alto budget.
Quindi, fino alla morte, difenderò sempre questa categoria.
Ora, intendiamoci, l'idea (anzi, le idee) alla base di "I am a ghost" non sono nuove, nessuna.
Ma il film è "bravissimo" a portarle all'estremo, ad attaccarsi come una cozza a loro senza aggiungere altra carne al fuoco.
E' come se 10 minuti canonici di altri film horror presi a caso qui siano satti espansi a 75 minuti.
E' come se degli aspetti generali qui siano stati visti al microscopio o con la lente di ingrandimento.



Emily è una ragazza, d'abito bianco anni 50 vestita, che si aggira per la sua casa.
Cucina uova al tegamino, si sveglia, va davanti lo specchio e dice "Oh god", si reca continuamente a fare spesa comprando sempre le stesse cose (anche se noi non vediamo niente del fuori) e alcune volte finisce nella camera della madre.
Così, la sua vita è un continuo ripetersi, tanto che uno spettatore impaziente nei primi 15 minuti rischia di sfracellarsi le palle.
Poi però scopriamo il segreto de Pulcinella.

Il titolo è "I am a ghost."
Questa è vestita in quella maniera.
La prima volta che la vediamo è eterea.
Quando esce de casa vediamo solo una porta dall'esterno che se chiude (bellissima scena), senza che esca anima...viva.

Insomma, sorbole, è un fantasma, incredibile!

Diciamocelo, un pochino la paura che quello dovesse essere il colpo di scena finale c'era, ma se fosse stato così sarebbe stato un disastro.
No, Emily è un fantasma, nessuna rivelazione finale.
Questo glielo fa capire una voce, una voce che sente solo nella stanza della madre.

Perchè la sente solo lì?
E chi è quella voce?

Tranquilli, anche qua il film non gioca con lo spettatore, sappiamo tutto subito.
Quella è la stanza dove Emily fu uccisa.

E la voce è quella di una medium chiamata dalla nuova famiglia della casa, magari trasferitasi lì addirittura 50 anni dopo quando ci viveva la ragazza (vado a sensazione).
Non vedremo mai il presente, la nuova casa o la medium, ci limiteremo a sentire soltanto la sua voce e vedere l'abitazione com'era all'epoca di Emily, perchè tutto quello che abbiamo davanti agli occhi non è altro che la reificazione di tutti i suoi ricordi in vita.
Questo è uno degli aspetti che rende "I am a ghost" abbastanza unico, ovvero il togliere completamente i vivi per focalizzarsi soltanto nel fantasma.
Prima di analizzare meglio il film è giusto dire che questo forse non è un grandissimo film perchè è indubbio che il ritmo a volte sia davvero basso e che tutte le idee che vediamo, in qualche modo, non siano originali.
Però resta un film "unico", e nessuno può contestare la cosa.

I temi sono tanti.
Per primo c'è quello della ripetitività,.
Quasi sempre l'inferno, o comunque i mondi "di mezzo", sono stati rappresentati come una coazione a ripetere le stesse cose (sin dalla Divina Commedia se ci pensate).
Anche in questo film il loop dell'aldilà non manca quindi.
Scusate la battuta ma ogni volta che Emily cucinava le uova io esclamavo

"Di n'uovo???"

Come può Emily uscire da tutto questo?
Grazie ad un'altra tematica che conosciamo già, ovvero quella per cui il fantasma (o l'anima) deve accettare quello che è successo, deve accettare di esser morto (ci sono grandi film a riguardo).
La Medium serve a questo, ad aiutarla ad accettare.
Per farlo però Emily deve rivivere la propria morte e questo può avvenire solo o entrando nel corpo della Medium o andando sopra il tappeto dove fu uccisa.
Emily rifiuta sempre quest'ultimo passaggio, scappa e torna nel suo loop.
Poi, finalmente, affronterà la cosa.
Questo ci farà scoprire molto di più del suo passato (elettroshock, genitori mostri e altro) e le permetterà di uscire da quella stanza senza più rientrare nel loop.
Solo che facendo così inizierà a vedere comunque sè stessa che gira per casa, la sè stessa ancora imprigionata nell'inferno della ripetitività.
Ne nasceranno scene di paradossi temporali (tipo A Ghost Story) in cui il fantasma vede sè stesso fantasma.
Insomma, non è ancora libera.
Questo perchè se è vero che ha accettato la propria morte non ha ancora metabolizzato COME è morta.




La realtà è che la ragazza si è suicidata.
Però lei, essendo una ragazzina trattata per schizofrenica e distrutta dalle cure, cure talmente forti da averla fatta impazzire veramente, aveva creato una parte di sè mostruosa, un suo doppione, un demone cattivo che le faceva fare cose terribili.
Questo demone è, come sempre, un Babadook ed Emily invece che in cantina (come in quel film) lo aveva messo in soffitta.
Poi il demone esce, il film diventa un vero horror, finalmente quella parte che aveva sempre nascosto è tornata fuori, per affrontarsi definitivamente con lei.
E sta qui un'altra delle novità di questo film, ovvero l'idea che ci possa essere un demone anche per i fantasmi, una trascendenza della trascendenza.
Il film diventa doloroso e la cosa più interessante è forse quella per cui quel mostruoso demone si sente in qualche modo vittima di Emily, accusandola di averlo creato per dover badare a una persona così insulsa.
Tanto che quando finalmente Emily accetterà il proprio suicidio anche quel mostro vedrà sè stesso ed avrà paura, una scena terrificante e commovente che racconta di come anche alcuni mostri odino o abbiano paura di quello che sono.

In definitiva un film fatto con nulla, con una bravissima attrice, con qualche scena veramente azzeccata (lei che vede il vuoto assoluto fuori dalla porta su tutte), con le sequenze di dialogo davvero coinvolgenti (forse più di quelle dinamiche), con quell'idea molto funzionale di vedere le stesse scene sempre da inquadrature diverse e capirle sempre di più.
Un film sul dolore, sui demoni che si creano quando si odia sè stessi, sulle stanze della mente (alla fine tutta la casa è come se fosse il cervello della ragazza, compreso il mostro in soffitta), sul grandissimo attaccamento alla vita anche quando in vita non si è più.

Forse solo per appassionati, ma uno di quei film che ha tutto per diventare un piccolo cult di nicchia.



17 commenti:

  1. E ci hai pure pensato se portarlo o no nel guardaroba?!
    Visto stasera, ovviamente piaciuto davvero un sacco.
    Era veramente tanto che un film non mi teneva così in tensione come ha fatto questo negli ultimi 15 minuti.
    Alcune chicche sono da applausi; come il riutilizzare le stesse identiche scene per amplificare il senso di "condanna" o quella, già citata da te, di far rivivere quelle stesse scene via via con sempre più dettagli.

    Mi ha ricordato molto un'altro film fatto con 2 euro che ha praticamente la stessa identica filosofia di questo, tanto che per un attimo ho pensato che fossero dello stesso regista.

    They Look Like People

    Dato che ti lamenti che metti pochi horror non sia mai che fossi a corto di consigli ;)

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    1. dio caro Gianluca, io ero entusiasta ieri me per colpa dei 3 compagni de visione (che comunque possono esse "il pubblico") m'ero fatto venì dubbi (non miei, sai che il mio giudizio è inattaccabile).

      Ma come hai visto oggi ci ho pensato e appena ho dovuto decidere non ho avuto dubbi ;)

      via, mandame sto film su

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  2. I film strani mi solleticano parecchio.
    Per dire, mi sono guardato Bibliotheque Pascal e mi è pure piaciuto, come anche Tokyo! e potrei citarne parecchi altri di film misconosciuti, ma che hanno un loro fascino.
    Questo lo metto in lista senza dubbio😀.

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    1. questi "nostri" sono anche più sconosciuti forse, lo dimostra il fatto che sono tutti sottotitolati da noi, ahah

      bene! non ti ho mai letto qua e quindi non conosco i tuoi gusti, nel caso speriamo bene :)

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    2. Infatti anche quelli che ti ho citato sono tutti sottotitolati😀

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    3. Beh, Tokyo! almeno in dvd (anche blue ray) è uscito in Italia

      ma, insomma, alla regia c'è Bong, Carax e Gondry, non pincopallino

      ma era per dire che sono talmente sconosciuti che non solo non sono stati distribuiti ma non avendo nemmeno sub ita ce li facciamo da soli ;)

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    4. Esiste Tokyo! doppiato in italiano? Io l'avevo visto sottotitolato.

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    5. sì sì :)

      beh, che l'hai visto in lingua è solo meglio, sta contento ;)

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  3. Che bel film. L'ho visto ieri sera. Mi è piaciuto tantissimo. Soprattutto nella seconda parte, dopo un avvio "necessariamente" lento. Direi che il film trova una sintesi perfetta nei versi di Emily Dickinson che appaiono in apertura: "Non bisogna essere una camera per essere infestati, non bisogna essere una casa. Il cervello ha corridoi che vanno al di là di un luogo materiale". (E forse non è un caso che la protagonista si chiami proprio Emily).
    Anzi, dirò di più: secondo me l'intera poesia - che ho sempre amato molto, a mio avviso una delle più suggestive e tra le più belle mai composte dalla Dickinson - racchiude il senso ultimo di I Am a Ghost. Potrebbe davvero esserne il "soggetto".
    A ogni modo, mi ha affascinato moltissimo la storia di questo fantasma, la sua progressiva presa di coscienza, il nulla assoluto, il demone e il suo sentirsi vittima, quella che tu hai chiamato "trascendenza della trascendenza", il tema dell'identità, dell'abitare (un corpo, una casa), dell'essere, della precarietà esistenziale. Insomma, davvero un film molto intrigante, che inquieta, spaventa, addirittura commuove, e - malgrado ogni possibile difetto - decisamente da premiare :)

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    1. Ricordo che quando la vidi eravamo in 4 (o 3) e solo a me piacque tanto (te dirai "tanto per cambià...")

      sì, non conosco la poesia della Dickinson (dico "poesia" in senso lato) ma ricordo benissimo quelle parole iniziali che, come dici, hanno dentro quasi tutto il film

      è dai tempi di The Others che mi hanno sempre appassionato i film dove i fantasmi sono in realtà i personaggi più umani della pellicola. Ovviamente impossibile non citare A ghost story in questo senso

      Ed è sempre bello anche vedere questi personaggi che in teoria devono incutere paura quando, in realtà, sono loro ad averne (penso anche al ragazzo albino di Limbo)

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  4. Ciao, leggo spesso il blog dal quale traggo spunto per vedere molti film che riempiono le mie serate, vorrei vedere anche questo, ma non riesco a trovarlo da nessuna parte, non avresti info a riguardo sul dove poterlo vedere? grazie, e complimenti per il blog...

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    1. grazie infinite massimo...

      eh, sì, questo era un film del guardaroba (se non sai che è te lo spiego n'altra volta), sottotitolato addirittura da noi

      guarda, mo ripreso l'hard disk proprio ieri a cena fuori (è un mese che me l'avevano preso), te lo ricarico appena posso

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  5. ciao, si so di cosa si tratta, ne ho letto in altri commenti e sulla pagina facebook, seguo il blog da diverso tempo anche se sotto traccia solitamente, questioni di carattere...
    Ti ringrazio infinitamente, attenderò con ansia :-)

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    1. se tra 3-4 giorni me so scordato per favore ricommenta qui!

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  6. eccolo!


    https://www.filemail.com/d/hmyhfqpdrlnwrpe

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