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5.9.20

Recensione: "Sto pensando di finirla qui" - Su Netflix


A volte noi uomini siamo così stupidi, illusi, egocentrici ed irrazionali da pensare che le cose che accadono nel mondo accadono per noi.
Al tempo stesso, però, possiamo considerare questa cosa come tenera, romantica, magica.
Kaufman è il mio punto di riferimento nel cinema, da sempre.
E ha girato il film della mia vita, Synecdoche New York, film che tenni fermo per 4 anni e poi decisi in un particolare giorno del 2012 di vedere.
Fui io a cercare lui quel giorno.
E adesso mi ritrovo l'incredibile coincidenza che l'ultimo film di Kaufman, tra l'altro praticamente un Synecdoche parte 2, esca nello stesso identico giorno, nè un giorno prima nè uno dopo, che ho definitivamente capito di aver perso la ragazza che amo così tanto.
E, tornando a sopra, a quell'illusione, a quella stupidità, ma anche a quel romanticismo e magia, trovo questa coincidenza incredibile (ma quante coincidenze incredibili ci sono capitate in un anno e mezzo? pazzesco).
Tutto diventa ancora più impressionante se pensiamo che questo film, "Sto pensando di finirla qui", racconta di una ragazza che vuole lasciare il proprio fidanzato.
Non so con che forza sono riuscito a vederlo, ma sono convinto che i mostri e le paure debbano essere affrontate, anche perchè, altrimenti, resteranno sempre 10 volte più grandi di quello che sono in realtà (avere la forza di andare a vederli è l'unica strada).

"Sto pensando di finirla qui" è l'ennesimo monumentale script del più grande genio cinematografico moderno.
In realtà lo spunto iniziale (lei che deve lasciar lui) alla fine resta, appunto, solo uno spunto per parlare di molto altro.
Riguardo la fine di una coppia il capolavoro di Kaufman resta ancora Eternal Sunshine of spotless mind, non ci sono dubbi (se sarà destino ci vedremo a Montauk, Ali).
Perchè più il film va avanti più ci accorgeremo che, come dicevo, siamo quasi davanti ad un secondo capitolo di Synecdoche (e non è un caso che Kaufman abbia scelto un attore identico a Seymour Hoffman).
Un film enorme che racconta della Vita in un modo molto complesso, apparentemente molto cupo e malinconico ma che, come in tutte le opere di Kaufman, ha dietro un cuore gigantesco, un amore per l'esistenza, per la bellezza.
Apparentemente la prima parte ci racconta di un film sì ostico (stupende le riflessioni sul "pensiero che non si può fingere") ma tutto sommato abbastanza lineare.
Una coppia sta andando a conoscere i genitori di lui.
Lei sta bene con lui ma sente qualcosa dentro che non va, sente che non c'è futuro, che c'è qualcosa di sbagliato.
Il suo pensiero è costantemente sul "finirla qui".
Ho ripensato alla bellissima canzone dei Bluevertigo, a quel "finchè sarò in vita la mia morte sarà sempre un sovrappensiero".
Un pensiero fisso che coscientemente non affiora in superficie ma che al tempo stesso non se ne va mai via da lì.
Ci sono momenti meravigliosi, come lei che declama quella poesia (e guarda in camera perchè anche noi siamo là dentro, perchè tutto in questo film è un tutt'uno) ed altri che iniziano a sembrarci inquietanti, come quel telefono in cui lei riceve chiamate a suo stesso nome (scopriremo poi perchè lei è lui e viceversa).
La morte in qualche modo la fa da padrone, specialmente all'arrivo alla fattoria, in cui viene anche citato il pensiero leopardiano (tra gli altri) per cui solo l'uomo tra gli esseri umani è consapevole della propria futura morte, tutti gli altri animali vivono in un eterno presente.
Ma è proprio qui il paradosso secondo me, perchè questo film, come Synecdoche, racconta proprio di un tempo fermo, unico, in cui tutto converge.
I due entrano in casa, aspettano millenni che i genitori scendano, e poi cominciano almeno 20 minuti surreali, quasi inquietanti.
I due genitori sono stranissimi, complessati, grotteschi. C'è tantissimo cibo ma nessuno mangia mai nulla. Ci sono dialoghi incredibili come quello dei quadri, dell'impossibilità di provare emozione per un quadro in cui non c'è raffigurato un uomo che prova emozioni (Kaufman e il suo giocare con i meta- ).
C'è un cane anche (grassooooooo), che sta sempre a scuotersi perchè bagnato (lui è forse la rappresentazione migliore di questo tempo eterno, come del resto la tormenta di fuori che non finisce mai).
Lei, partita pensando di finirla lì, paradossalmente in quell'assurda cena si trova a suo agio, è deliziosa, riesce con una forza sovrumana a reggere quella tensione e quella difficoltà (come te).
Altri dialoghi magistrali, come quello sul Trivial.
Poi, però, ecco il turning point.
C'è una foto di qualcuno da piccolo.
"Sono io da piccolo" dice lui.
"No, sono io da piccola" dice lei.
E il film si trasforma e, come dicevo, diventa un secondo Synecdoche, stesse tematiche, stesso messaggio.
Tutti siamo tutti, Jake è Lucy, Lucy è Jack (ripensate ad esempio a quando lui le racconta di aver sparecchiato mentre in realtà era stata lei) ma in realtà, anche qui come in Synecdoche, scopriremo che forse tutti questi personaggi sono in realtà un unico uomo, un uomo delle pulizie (pazzesco, anche qui come in Synecdoche).
Non a caso quando lei andrà nel seminterrato troverà tutte divise da uomo delle pulizie, quelle che vedremo nel finale.
E il vocale che sente della sua amica somiglia tanto alla voce guida del precedente film, la voce di un uomo che sta vivendo e dirigendo il film della sua vita.
Ma questo senso di tutt'uno non riguarderà solo le persone, ma ogni cosa.
Il passato, il presente e il futuro si mischiano, senza soluzione di continuità.
Gli stessi oggetti sembrano fondersi con le persone (il vestito di lei quasi identico alla carta da parati).
I disegni di lei diventano quelli di lui, la poesia che scrisse è in un libro sotto altro nome, i quadri stessi sono stati disegnati da altri.
Ci si confonde tra 50imo compleanno e 20imo, tra realtà e finzione (loro ad un certo punto dicono di essersi conosciuti come abbiamo visto conoscersi quei due nel "film nel film" diretto da Zemeckis) e tante altre cose.
Questo è il magico mondo di Kaufman, quello in cui tutti siamo tutti, tutti i tempi sono un unico tempo, c'è soltanto un'unica persona, l'Umanità, e un unico percorso, il tempo del mondo.
Femminile e maschile ancora una volta si mischiano tra loro (l'omosessualità, o meglio, la compresenza di entrambi i sessi, è raccontata da Kaufman sempre in modo struggente), ogni cosa che vediamo può essere la vita di uno o dell'altro, non importa, c'è un'unica grande anima.
Certo, i dialoghi son tantissimi, solo le scene in macchina prendono un'ora, il rischio di essere travolti ed anestetizzati è alto.
Ma qui c'è dietro un autore immenso che più ci mostra decadimento, fallimento, difficoltà, isolamento, ossessione, emarginazione più ci sembra avere una voglia di vita pazzesca, più ci sembra che lanci grida d'aiuto perchè crede alla bellezza dell'esistenza.

"E' solo nelle misteriose equazioni dell'amore che si trova un senso logico"

Kaufman ricerca sempre l'Amore universale, probabilmente a causa di una vita in cui ne ha ricevuto così poco.
Lo fa in modi complessi, devastanti, malinconici.
Ma lo fa.
E' come essere nello stesso battito o nella stessa lacrima.
In un tempo immobile in cui un cane grasso e bagnato si scrolla.


Ad Alice
alla sua dolcezza
alla sua forza
alla sua scelta

28 commenti:

  1. Su questo ci sarà bisogno di pensarci un po'. Purtroppo con Kaufman sono sempre più interessato ai suoi personaggi che alle sue strutture labirintiche e i suoi coltissimi riferimenti letterari e culturali, e qui per gran parte del tempo ho avuto quello che desideravo con un personaggio femminile che ho trovato estremamente interessante (che brava che è lei, una scoperta per me). Poi è chiaro che la complessità è parte del gioco e il suo ambire all'universalità metafisica è una parte essenziale della scrittura di kaufman, e in questo il film sembra davvero come dici tu un Synecdoche 2.0. Però in qualche modo che ancora non so come esprimere a parole mi sembra che il discorso diventi meno centrato così, per quanto ambizioso, e fra le 10000 interessantissime tematiche ci fosse bisogno di un editor che, per quanto dolorosamente, aiutasse a discernere, altrimenti il rischio è di far scivolare la simpatia che provi per i personaggi ad ammirazione della maestria dell'autore e basta. A scanso di equivoci mi è piaciuto molto, e penso che Kaufman stia anche notevolmente migliorando a livello di messinscena (questo film in molte parti è un capolavoro di disorientamento, grazie anche all'uso del sonoro particolarmente azzeccato).
    Piccola nota a parte, vorrei chiedere cosa ne hai pensato dei lunghissimi dialoghi citazionisti e colti; io posso anche riconoscere che Louis/Lucy ad un certo punto diventa letteralmente Pauline Kael nella sua recensione di A Woman Under the influence, (e si vede pure un libro di Pauline Kael in camera di Jake) ma chi non coglie cosa ne ricava esattamente secondo te?

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    1. eccezionale lei (già vista in Chernobyl)

      bellissimo commento enrico, interessantissimo

      guarda, per me è veramente un piccolo synecdoche, ci sono dinamiche, tematiche, messaggi e addirittura personaggi (l'uomo/donna delle pulizie che sembra alla fine la matrioska principale) identici

      non arriva a quei livelli, anche perchè synecdoche aveva mille situazioni diverse, lì la complessità era data molto più dai significanti, centinaia, qui siamo molto più lineari, meno carne al fuoco

      ho scritto la recensione in una specie di trance, nemmeno 20 minuti, solo pensando a chi hai letto dentro. E per questo non sono riuscito a soffermarmi su dei difetti che ci sono, primi tra tutti i dialoghi troppo lunghi su aspetti troppo specifici, come l'esempio che citi

      è un film con venti citazioni ma io le amo più quando sono immediate, quando non vengono spiegate. Altrimenti non diventano più citazioni ma argomenti di conversazione

      e secondo me il film poteva asciugarli

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  2. Dopo una settimana lavorativa faticosa non vedevo l'ora di mettermi in poltrona e guardare il nuovo film di Kaufman, perché uno che esordisce con Essere Jonh Malkovich ha una visione del mondo cinematografico superiore..
    E come sempre crea un film unico e particolare, ho amato lo scorrere del tempo non lineare ma come se fosse un cerchio (a proposito di tempo con Tenet!) e con ogni cosa collegata tra loro, i genitori sono veramente fenomenali e la mezz'ora in quella casa è inquietante e molto, molto triste..
    A mio parere Kaufman ha messo tutte le sue idee come non mai in un film, la sua visione dell'amore, la morte e la vita, delle persone e delle relazioni, che possano piacere o meno sta allo spettatore..
    Il film ha una sola pecca a mio parere, i troppi dialoghi che spesso distraggono dal senso del film..
    Se hai voglia di seguirmi ho una teoria sul significato di questo film, senza dubbio dai tratti "lynchiani", parto ok? Jake è a mio parere il bidello, e il film racconta la sua vita, i suoi ricordi. Ragazzo triste ed emarginato, deriso dalle donne e senza capacità di relazionarsi con esse, una sera stupra Lucy (e forse la uccide anche e la seppellisce nella fattoria in quella zona nera del fienile), e la scena della scuola e del balletto per me sono il palese significato dei suoi rimorsi e ricordi verso quella ragazza, non per nulla 2minuti prima c'è il dialogo (cazzo se mi ha ricordato il dialogo stratosferico de Le Iene all'inizio film) del significato recondito della canzone.. magari sto palesemente dicendo una cacata, ma a mio parere il film è questo, la vita di una mente triste ed emarginata, sola e piena di solitudine (lui che guarda il film "finti" in classe è triste davvero) con un rimorso enorme per quello che ha fatto, ci sono troppe scene inquietanti per non pensare che sia un thriller "emozionale" a mio parere, troppe frasi e dettagli che spingono da quella parte..
    Mi dirai cosa ne pensi, e se pensi che io veda cosa inesistenti,ma il titolo del film a mio parere dice tutto, che lui voglia farla finita perché non ne può più della sua vita, e che il fatto che sia sempre lei a parlarne è un espediente geniale come solo Kaufman sa fare!
    Ho adorato la scena della poesia in auto, straziante "una moglie vestita da solitudine" mi ha ucciso quasi, e ho notato (magari sono io a essere scemo eh) che all'inizio del film quando lei sta aspettando lui in strada, c'è per 3secondi questo uomo girato di spalle che è identico!!!!a Philip Seymour Hoffman da dietro, come se volesse fare un omaggio a lui (erano molto amici) e dargli il suo saluto..
    Un'ultima cosa e prometto di finirla, sei stato coraggioso a mettere il tuo "cuore" dentro la recensione, e mi dispiace della tua perdita (perché si, la fine di un grande amore è un lutto e nessuno mi convincerà mai del contrario) che ahimè conosco fin troppo bene..
    E come sempre, ottima recensione!

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    1. bellissimo commento

      continuo a pensare che Synecdoche fosse ancora più completo, complesso, ricco e "definitivo"

      in realtà più ci penso più i due film sono quasi identici, pazzesco che entrambi ci raccontino di tanti personaggi e poi scopriamo forse che sono tutti "interni" ad un'unica persona, e in tutte e due i casi è un addetto alle pulizie

      a me sembra che Kaufman credi nell'amore, specie quello universale. Sa che c'è, lo cerca, ma semmai è l'uomo a non raggiungerlo. L'abbraccio finale di Synecdoche sulla panchina è puro amore, anche se troncato.E anche il finale qua (devo rivederlo) mi sembra un inno al sentimento

      il film ha le sue parti più belle nei dialoghi ma anche... le sue parti più deboli, a volte sì estenuanti

      stupenda la tua ricostruzione. Anche se cozza con la mia e,in generale, con i temi cari a kaufman, ovvero la compresenza di maschile e femminile dentro ognuno di noi e l'interscambiabilità dei personaggi

      per me quei due sono entrambi il bidello,troppe volte si scambiano di ruolo
      ma ci penso...

      però quando lei dice che vuole farla finita in realtà scopriremo che poi lo pensa Jake, se ci pensi il fatto che sul cellulare appaia il nome di lei lo suggerisce

      in realtà,come dicevo, mi sembra un gioco di matrioske in cui la principale è il bidello, una specie di uomo simbolo di tutta l'umanità, come la donna anziana di synecdoche

      ad esempio qaundo lei sente il vocale credo che la voce sia del bidello, come se manovrasse i suoi alter ego

      se io ho visto bene l'uomo di spalle è proprio il bidello e la sua casa è lastessa della fattoria, lo vedi dalla carta da parati

      a confermare l'impressione che lui sia dietro tutto

      ah, ma ora finendo di leggere vedo che non ti riferisci all'uomo di spalle sulla finestra, ahah

      beh, ma lo stesso attore principale è identico a Philip...

      il lutto lo ha passato prima lei e più grande del mio, l'unica cosa da fare è rispettare le scelte e non smettere mai di provare quello che si prova. O almeno io la testa sopra il cuore fatico sempre a metterla

      grazie amico :)

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    2. Metti il cuore sempre, e cmq, anche se fa male..

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  3. Bellissimo come spesso anche un "semplice" film riesca a colpirci così tanto proprio perché all'interno possiamo ritrovare noi stessi o parte delle nostre vite. E quelli sono i film più riusciti quantomeno dal punto di vista emotivo, che è un elemento importantissimo. Poi Kaufman, come sempre, è una garanzia, quindi anche questo lo segno per uno dei miei prossimi recuperi.

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    1. beh, in Kaufman ci ritrovi quasi sempre tutto :)

      ma bisogna avere la lucidità e il "coraggio" di affrontarli,entrarci dentro

      dentro ci siamo noi tutti

      grazie :)

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    2. L'ho visto oggi e niente, per certi versi è devastante, ma anche ricco di vita.

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  4. Ho letto con attenzione le vostre ipotesi,le vostre emozioni per l'ennesimo Kaufman stratosferico e grazie a Netflix abbiamo potuto vederlo (nessuna sala credo avrebbe avuto l'ardire di proporlo).
    Citazioni alte, la poesia di Wordsworth e DFW, che dacchito lasciano basiti, andando a riprenderle danno una chiave di lettura che faccio mia.
    Il protagonista è il bidello, vecchio signore malinconico che ripercorre ciò che è stato, la sua vita, la sua gioventù dove, conosciuta una ragazza splendida non ha il coraggio di approcciarla, e diventa il suo "incubo" e il suo ideale, compagna di un viaggio che scoprirà le debolezze e i limiti, i conflitti con i genitori, con le ragazze, con il mondo esterno. La chiusa finale con il musicall riassume il proprio suicidio simbolico, la sua fine che sarà destinato ad avere in quella scuola coperta da una coltre di neve candida.
    LucaRufi

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    1. gran bella interpretazione anche questa

      ne ho lette diverse, tutte possibili e belle

      io, forse condizionato da synecdoche, continuo a pensare che sì il protagonista principale sia il bidello, ma che poi quasi tutto il resto rappresenti parti di sè

      anche perchè altrimenti non mi spiego l'intercambiabilità tra lei e lui

      ma, insomma, faccio mia questa tua. O meglio, la metto tra quelle che mi piacciono :)

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  5. Mi chiamo Antonio e vorrei dire la mia su questa splendida opera. Non sono d'accordo sul fatto che i dialoghi siano il punto debole del film. Anzi, li ho trovati bellissimi e profondissimi con tutti quei riferimenti letterari e cinematografici, ed è raro trovare un film con una qualità di scrittura così elevata. Verrebbe voglia di leggersi la sceneggiatura e analizzare frase per frase. Del resto sappiamo che il mestiere di Kaufman è soprattutto quello di sceneggiatore. Per quanto riguarda il significato complessivo, è abbastanza evidente che il film si sviluppa su due piani narrativi: la vita reale rappresentata dalle scene con il bidello della scuola e la vita ricordata/immaginata dal medesimo bidello rappresentata dalle scene con i due fidanzatini, più una parte in cui i due piani si intersecano. Sul significato specifico delle singole scene (il fluire del tempo, l'identificazione lui/lei, il balletto, il discorso finale, ecc. ecc.) potrei forse azzardare qualche ipotesi ma credo che ognuno di noi possa avere la sua. In ogni caso, un film che mi ha toccato profondamente non solo dal punto di vista intellettuale ma anche sul piano emozionale.

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    1. l'incipit "mi chiamo Antonio" sembrava da Anonimi Alcolisti :)

      Antonio, credo che ci sia stato un franintendimento. Secondo me, e credo un pò secondo tutti, i dialoghi di questo film sono magnifici, forse la cosa più bella dell'intero film. Dicevo(amo) solo che son talmente tanti e talmente lunghi che a volte (un paio?) c'è il rischio di essere anestetizzati dalle parole oppure "rimanere fuori" da dialoghi di cui non si conosce la materia

      assolutamente, se lo rivedrò me li gusterò ancora di più

      per il resto perfetta la tua disamina, sia nell'evidenziare i punti "certi" sia nel dire che ognuno di noi potrà trovare cose diverse

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  6. C'è pure discorso finale di Russell Crowe in “A Beautiful Mind".

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  7. Piaciuto davvero molto, cosa inevitabile visto l'autore. Senza contare che il libro l'ho trovato na mezza ciofeca, quindi assume un valore ancora più alto!

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    1. ero sicuro che fosse quasi tutta farina del sacco di Kaufman <3

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  8. Straordinario ma io es Elisabetta abbiamo visto qualcos’altro che vorremmo condividere

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  9. Non ci dilunghiamo sulla straordinaria opera, della quale avete già detto ampiamente. Aggiungiamo solo un paio di osservazioni sulla lettura di alcune scene. Partendo dal presupposto che il bidello / protagonista sia contemporaneamente jack e lucy, e che il film rappresenti il dramma della sua vita siamo stato colpiti dalla ragazza che serve i gelati visibilmente ferita alle braccia. Manifestamente cerca di mettere in guardia Lucy (latonfemminile di lui con cui lei meglio soera di entrare in sintoni) Ipotizziamo che ella sia stata vittima di violenza da paorte del bidello. In effetti se prendiamo in esame la scena in cui il bidello si spoglia ( e quindi si mette a nudo con la sia coscienza) e si inoltra nel corridoio della scuola, diventando praticamente tutt’uno con il maiale possiamo trovare conferma. Uomo e porco sono una sola cosa, una sorta di maiale antropocefalo. Il maiale stesso sappiamo in scene precedenti che muore divorato dai vermi dall’interno, proprio come succede al bidello. Iniltre questa scena si svolge proprio nel corridoio in cui lui incontra lo sguardo intimorito della ragazza. Lui, emarginato da giovane, ormai vecchio aggradisce a sua volta la nuova giovane emarginata in un ciclo di perpetua violenza sugli ultimi. Nella scena del balletto si inscena lo stupro che però assume connotati diversi dalla realtà. Infatti alla cerimonia lui viene premiato davanti a tutti coloro con i quali ha interagito ( si riconoscono dal brutto trucco che rappresenta la sofferenza patita) e che lo assolvono, tutti, accompagnandolo nell’azzurro della scena finale in una generale assoluzione. Però alla fine fine del film troviamo l’unico raggio di sole: il sereno torna in realtà solo quando lui è morto, quando temina cioè la sua lettura del mondo.
    Elisabetta & Antonio

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    1. grandissimo Antonio (ed Elisabetta)

      molte cose mi tornano, altre preferisco ora "verificarle" alla seconda visione, alla luce di quello che hai scritto

      sai che quella ragazza del gelato mi è "rimasta qui", dicono "io l'ho già vista" ma io non ricordo assolutamente che compare in altre scene. Quindi magari è solo come dici te, l'ho già vista è da riferirsi alla coscienza dell'uomo delle pulizie "traslata" attraverso Lucy

      (oh, la maglietta ce l'ha nencioni eh)

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  10. Film poesia, in quanto si lascia andare a mille interpretazioni e credo ognuna valida.. rileggendo i commenti precedenti ho colto in ognuno un dettaglio non considerato, una sfumatura sfuggita.. ma forse è proprio questo l'intento di Kaufman: disseminare un percorso di appigli, suoni, frasi, parole, odori, paure, dettagli, riletture, volti e atteggiamenti, di modo che ognuno prenda a volontà da questo incredibile cesto di cinema, di immagini, di interpretazioni fantastiche (Toni Collette meravigliosa!) e lo assembli come meglio crede, sperticandosi in interrogativi davanti un cane che si scrolla o un bidone ripieno di involucri di gelato.. cercando comunque un denominatore comune che c'è, esiste, fin dal titolo, dove un po' tutti stiamo pensando di finirla qui, e non la finiamo mai, perché siamo curiosi, perché aspettiamo il prossimo di Kaufman (ed anche il prossimo di Zemeckis, a ben guardare...).
    Al contrario di Favolacce, che mi ha solo infastidito, Kaufman riesce ad affascinare, e creare curiosità, e ti senti a casa, con le ciabatte offerte dal regista, per metterti a tuo agio, anche se fuori la tempesta non ne vuol sapere di smettere.
    Tranquilli, abbiamo le catene. Aspettiamo solo un raggio di sole..

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    1. a parte la critica a favolacce mi hai commosso Franco

      credo che sia il commento definitivo, quello che non dice niente di nuovo ma dice tutto quello che bisogna dire, ovvero che qua dentro puoi trovare tutto, e ogni cosa che ognuno di noi trova ha diritto e bellezza di esistere

      grazie amico

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  11. Amo i film che mi costringono a tirare le fila, quelli che post visione mi fanno riflettere, quelli che poi posso ricostruire ed andare orgoglioso nel raccontare la mia visione. Ho, però, i piedi per terra e quando ci sono troppe interpretazioni, tutte plausibili, quando la poesia e la filosofia sovrastano l'evoluzione dei fatti, un po' mi perdo. Avevo chiaro quello che avevo visto (a volte anche oggettivamente "bello"), ma l'insieme l'ho perso. Mi sarebbe servita una visione con mia moglie, lei mi completa (anche cinematograficamente) e assieme è più facile tirare le fila e sbrogliare la matassa; invece ho dovuto affidarmi al web e non ho più una mia "interpretazione" ma la somma delle infinite letture degli altri. Kaufman non fa ancora per me, avevo già sbagliato approccio con "Synecdoche NY" (devo rivederlo, ora che ho basi più solide), ma anche questa volta ... mi sono perso. Amo (come non potrei) i film verbosi, ma i temi qui trattati mi hanno fatto sentire "ignorante". Film indiscutibilmente interessante, lo rivedrò; ad oggi rimane un punto interrogativo con molti pregi, ma senza emozione.

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    1. eh, ti conosco, so che sta cosa delle troppe interpretazioni plausibili ti avrebbe fatto innervosire

      te ami i film difficili ma quelli che poi, ragionandoci, ti portano a una soluzione quasi "ufficiale"

      io invece amo quelli che possono voler dire tutto, quelli che rimangono sfumati e quasi inafferrabili, anche se devo arrivare a questa sensazione con piacere e interesse, se il film mi annoia, lo trovo arrogante oppure semplicemente un casino senza capo nè cosa sticazzi ;)

      che buffo! anzi, incredibile

      guarda come ti ho risposto su Tenet e guarda che mi dici ora di Synecdoche, ahah, assurdo...

      rivedilo con la moglie, tanto le donne sono l'unica salvezza del mondo, in tutti i campi

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    2. eh si ... tutto giusto e condivisibile

      Tenet <---> Synecdoche :-D

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    3. che poi, oltre a simbolo di uguaglianza, pare anche un possibile simbolo del tempi di Tenet :)

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  12. Salve, ho iniziato a vedere il film ieri notte e devo ammettere che, verso la prima metà, esattamente alla prima scena nella quale si vede il padre invecchiato e con un primo principio di malattia, ho dovuto spegnere perché davvero troppo inquietata da ciò che succedeva.
    Ho ripreso questa mattina, con la luce del giorno, e mi sono goduta l'ultima seconda parte. Scivolando nell'assurdo più folle.
    Ed ora sono in cerca di recensioni. Mi ha colpito moltissimo quella scritta sul dal ragazzo di prima, che azzarda un possibile stupro ai danni della donna, proprio lì dove c'era terra bruciata nella stalla dei maiali.
    Credo sia, anche per me, la più convincente. Ho rivisto più volte, nei discorsi di lei, degli appigli che andavano in quella direzione.
    Il suo non saper dire di no, la spiegazione dell'incontro con il ragazzo come "una zanzare che mi ha punta quarant'anni fa", il discorso della molesta alla quale sperava di fuggire avendo accanto un fidanzato.
    Del resto, il carattere del ragazzo, apparentemente così tranquillo, mostra spesso dei tratti palesemente aggressivi, come ricorda anche sua madre, facendo riferimento ad un carattere profondamente controllatore, manipolatore, sempre accontentato nei suoi capricci.
    Mi resta il dubbio sul ruolo della soffitta e della donna della gelateria, quella proprio non me la spiego. A meno che non fosse stata, anche lei, una vittima di lui.

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    1. ho letto di tante persone che hanno interrotto al visione per inquietudine o "fastidio"

      io l'ho visto nel periodo peggiore in cui potevo vederlo ma proprio per questo sono andato avanti, credo che le paure debbano sempre essere affrontate

      hai fatto benissimo a riprenderlo

      guarda, quando lo rivedrò terrò questa vostra lettura come la più interessante, la userò un pò come linea guida

      anche alla luce delle cose che aggiungi te

      beh, sì, in questa luce la ragazza dei gelati è abbastanza emblematica, gli dice proprio di stare attenta perchè succederà qualcosa di brutto

      è che in questa lettura la "mia" si perde un pò, non riesco a capire come lei possa essere parte dell'uomo delle pulizie, come i due fidanzati siano intercambiabili

      ma forse sono solo giochi dei sensi di colpa ;)

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

2 metti la spunta qui sotto su "inviami notifiche", almeno non stai a controllare ogni volta se ci sono state risposte

3 ciao