E' veramente strano. Chi mi ha letto anche soltanto una volta sa che cado spesso, forse anche troppo spesso, nelle debolezze delle emozioni suscitate dai film che vedo. A volte forse mi faccio anche "fregare" dalla pellicola, ipnotizzare dalla sua retorica.
In Oltre le regole invece, un film che aveva tutte le caratteristiche per essere una vera bomba emotiva non solo nello script, ma addirittura nello stesso soggetto, non ho provato quasi niente. Probabilmente non c'è spiegazione, è questione di empatia o no. Il film è buono, forse ottimo ed ha la grande qualità di raccontare la guerra da una prospettiva particolarissima, quella degli ufficiali dell'esercito Usa addetti a notificare ai parenti la scomparsa in guerra dei loro cari. E' normale che in una trama del genere la richiesta di forte coinvolgimento emotivo da parte dello spettatore sia quasi obbligatoria, in mancanza di questo qualcosa rimane, ma non troppo.
Will è a 3 mesi dal congedo, è un eroe di guerra che ha rischiato di perdere la vita per salvare i suoi compagni. Come ultimo impegno viene affidato a Tony (un sempre grande Harrelson) per svolgere il ruolo, appunto, di Messenger, addetto alla notificazione vittime. Si innamorerà di una delle vedove di guerra da lui "avvertite".
Sapete cos'è? Non sono riuscito affatto a provar simpatia per Will, il protagonista interpretato da Ben Foster. Ho trovato il suo tentativo di approccio ad Olivia (Samantha Morton, praticamente Jodie Foster ingrassata e un pò imbruttita) insopportabile, fintamente rispettoso. La scena nella cucina di Olivia mi ha dato terribilmente fastidio. Lei, appena perso il marito in guerra, non se la sente di iniziare una nuova storia, lui accetta e dice di capirla ma gli sta per 10 minuti con la bocca a 1 cm aspettando chissache.
Anche la scena del matrimonio l'ho trovata troppo forzata, quasi irreale e ancora fastidioso il comportamento di Will. Insomma, malgrado il regista mi abbia offerto tutte le carte per capire il profilo psicologico del protagonista, non ho mai trovato i suoi comportamenti plausibili, condivisibili, lineari. Eppure Will è senz'altro l'eroe della pellicola in tutto per tutto.
Per il resto film abbastanza verboso, troppe e troppo lunghe le parti di dialogo tra i due militari. Non mancano le scene riuscite (a mio parere quella della notifica con interprete su tutte) e sono senza dubbio forti le riflessioni a cui il film può portare. Nel cinema abbiamo sempre visto le morti in guerra, qui, fuori dal teatro bellico, possiamo apprezzare l'effetto devastante che la notizia di tali morti può suscitare in chi, vanamente, aspettava il ritorno a casa dei propri cari. Credo che sia davvero una vita frustrante, non saper nulla di quello che accade a tuo marito, a tuo figlio, e avere il terrore di vedersi presentare davanti casa due ufficiali dell'esercito. E' vero, il tutto è da mettere in conto, ma una cosa è temere per la morte di un proprio caro, un'altra, perdipiù attraverso un gelido discorso di circostanza, venirne a conoscenza.
Anche fosse solo per questo, il film merita una visione.
( voto 6,5 )