"Digli che sei gay, non possiamo più
nasconderlo"
"Non ce la faccio"
"Devi trovare la forza, o ora o mai
più"
"Va bene. Mamma sono... mamma sono
... mamma sono... GAY !!!!!!!!!!!!!!!!! "
La madre arriva dalla cucina. Faccia
grigia, occhi fuori dalle orbite, saliva alla bocca. Ma il motivo non è l'
outing del figlio...
Basterebbe questa scena capolavoro per
fare di Zombie of mass destruction un cult imperdibile. In realtà il film
diretto da Kevin Hamedani (e il cognome è importante vista le tematiche
che il film affronta) è molto di più perchè pur essendo l'ennesimo horror
comedy zombesco, sulla scia degli strepitosi Shaun of the dead o Zombieland, ha
il coraggio di metterci qualcosa di più, ovvero una satira sferzante e
abbastanza esplicita che senz'altro gli avrà causato qualche problema sulla
terra che prende il nome da Amerigo Vespucci.
Il razzismo verso i mediorentiali,
le coppie gay, il bigottismo della chiesa, l'uso massiccio delle armi,
sono tanti i temi che nemmeno tanto sottotraccia il film affronta. Per farlo
Hamedani ambienta il suo delirio in una piccola cittadina americana, circoscrivendo
così l'epidemia e potendo analizzare tutte le dinamiche che si vengono a
creare nella provincia, tanto da rendere il suo film quasi un American Beauty
in salsa di zombie. La scrittura è formidabile, Hamedani lascia quasi più
spazio al brio dei dialoghi e delle situation comedy che agli ammazzamenti dei
morti viventi.
Il dialogo in macchina del classico ragazzotto americano che per
prendere in giro la ragazza di origini iraniane fa battute usando gli
stati mediorentali (Siriausly - sinceramente- o kuWait - aspetta- tra gli
altri) è formidabile. Per non parlare dell'entrata in Chiesa dei due ragazzi
che si scambiano di posto per via della maglietta (vedere per capire). La
qualità video è ottima, la stessa cosa dicasi per il make-up dei morti viventi.
Tutte cose già viste comunque. La novità, lo ripeto, è la satira di Hamedani.
Certo il regista non è Romero, non si affida tanto a metafore quanto a vere e
proprie scene dimostrative, molto esplicite. E così l'americano (in realtà
canadese...) che tortura la ragazza di origini iraniane accompagnando tali
torture con un test di "americanità" è una scena molto meno banale di
quello che sembra. Come non lo è l'altra tortura, quella del prete al ragazzo
gay. Sembra di assistere a un film intelligente, ad una operazione
comica di un regista che in realtà vorrebbe essere molto meno divertente
di quello che è. Più di una volta, anche grazie alle musiche, si avverte anche
un'aria malinconica che sfiora il cuore dello spettatore. Hamedani, forse per
caso, forse per un chiaro scopo, distrugge anche completamente il senso di
famiglia, o meglio quello genitoriale, visto che in tutti e tre
i nuclei familiari presenti nel film i figli alla fine uccideranno i genitori
(ragazzo gay/madre, iraniana/padre, simil nerd/padre e madre).
E così si arriva al finale in cui è forte
il richiamo all' 11 settembre.
Divertentissimo, ben fatto e intelligente.
E coraggioso, molto coraggioso.
( voto 7 )
Molto molto interessante, segnato!
RispondiEliminaStesso voto mio ;) Me lo ricordo particolarmente divertente all'inizio ma deludente nel finale troppo positivo...insomma quando il film vuole fare la morale è diventanto all'improvviso troppo serio...
RispondiEliminaSembra molto gustoso, e con le horror comedy sbavo sempre parecchio. Mio!
RispondiEliminaSimone e Der: credo che rimarrete soddisfatti.
RispondiEliminaAntomio: hai ragione sul finale. Verrò a leggerti quanto prima allora. Ciao!