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1.3.12

Recensione: "La Morte e la Fanciulla"


presenti leggeri spoiler del finale

Se c'è un terribile periodo oscuro mai venuto completamente alla luce nella nostra storia recente questo è sicuramente quello delle dittature cilene ed argentine degli anni 70 e dei primi anni 80, anni di terrore contraddistinti dal terribile fenomeno dei Desaparecidos, ovvero quelle persone rapite per motivi (o presunti tali) politici dalle forze governative e poi letteralmente scomparse. Si scoprirà poi che dietro queste sparizioni si nascondevano campi di concentramento, torture e nella maggior parte dei casi la morte. Memorabile fu lo scandaloso Mondiale di calcio del 1978 in Argentina quando tutto il mondo si divertiva e festeggiava tra le strade del paese malgrado si sapesse benissimo quali orrori e torture si perpetrassero nelle stesse strade. Il Governo usò il Mondiale (tra l'altro vinto "rubando", ma non poteva non essere così) per nascondere la verità e far apparire l'Argentina come un gioioso e tranquillo paese in democrazia.
Tutto questo cappello perchè credo che qualsiasi film tratti tali argomenti abbia questo come merito principale, ossia far conoscere, a chi non ne avesse mai sentito parlare, una pagina di storia terribile che soltanto i numeri e le motivazioni (non definitive come la celebre soluzione finale) possono far apparire come tragedia minore rispetto, ad esempio, alla Shoah.



E se qualcuno nel Cinema ha preso il tema di petto, in modo molto drammatico come nello splendido Garage Olimpo ed altri in modo quasi paranormale come in Immagini, ecco che Polanski affronta la tragedia con un'evocativa (nel senso che mostra nulla) trasposizione cinematografica di una piece teatrale di pochi anni precedente (curioso come sia dello stesso impianto il suo ultimo film, Carnage, e come anche il titolo, letteralmente "massacro" possa essere abbinato per motivi diversi ad entrambi i film) .
La qualità maggiore del film è proprio la coerenza di Polanski perchè sarebbe stato facilissimo inserire nel film terribili flash back, inserti atti a mostrare tutto quello che nella pellicola viene soltanto raccontato. Sarebbe stato facile far presa sul pubblico e realizzare un film shock di denuncia pieno zeppo di immagini nude e crude (si parla di elettroshock, sodomia a ragazzine, torture devastanti, umiliazioni disumane) ma il grande regista polacco mantiene fino alla fine la sua impronta teatrale, la sua unità di luogo (una casa sperduta), tempo (una nottata) e azione (una coppia che tiene segregato un presunto ex torturatore del regime).
E così la storia di Paulina, la donna che riconosce in quel dottore-piombato quasi per caso in casa sua- il torturatore che da ragazzina la martoriò fisicamente e psicologicamente, è semplicemente la storia del tentativo di far venire a galla la verità storica, una storia sì di vendetta, perchè altro non può essere, ma di una vendetta più etica, morale che fisica. Paulina rappresenta tutte le vittime innocenti di quella tragedia, il dottor Miranda tutti i carnefici e l'avvocato Gerardo, il marito di Paulina, quello Stato che in teoria vorrebbe sì far venir fuori tutto quello che successe ma in realtà sembra essere soltanto spettatore passivo, entità che più che indagare e condannare sembrerebbe preferire soltanto dimenticare. E non è un caso che durante gli stupri subiti da Paulina il medico usasse ascoltare La Morte e La Fanciulla di Schubert, archetipi perfetti per simboleggiare il regime dittatoriale dell'epoca (la morte) e l'innocenza della maggior parte delle loro vittime (la fanciulla).



Ad una prima parte un pochino lenta e ingarbugliata segue un'ora serratissima, in cui più di una volta lo spettatore è disorientato e arso dal dubbio se quel dottore sia stato veramente il torturatore che ricorda Paulina (tecnica simile a quella di Hard Candy e Il Dubbio). La Weaver è perfetta, Kingley, con quell'aria luciferina, sempre grande.
Il finale è gestito in maniera perfetta. Il pathos della telefonata a Barcellona mentre contemporaneamente Paulina porta Miranda alla scogliera, la confessione di Miranda (tutta in primo piano senza nessuno stacco sul piano d'ascolto nè di Paulina nè di Gerardo, davvero notevole ed inusuale), l'umiliante perdono, forse peggiore della morte, che Paulina concede al medico, il concerto finale sulle stesse note di Schubert con quello scambio di sguardi.
Davvero grande cinema.
Ed utile, se mai fosse possibile, per non dimenticare.

( voto 8 )

12 commenti:

  1. Completamente d'accordo, Dae. Dalla questione terribile dei Desaparecidos - Garage olimpo stupendo - al tocco di Polanski.
    Bellissimo film.

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    1. aneddoto: secoli fa ero a casa di mia zia che, per un motivo che nn ricordo, dovette uscire e mi disse: se vuoi mettiti su un film. iniziando a sgarfare tra le videocassette ne intravidi, nascosta in un angolino, una porno. indecisa, alla fine optai per la morte e la fanciulla. non c'è niente da fare. polanski non riesco a farmelo piacere. forse avrei fatto meglio a sceglier l'altra.

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    2. Ovviamente d'accordo James.

      Ciku: ma non è che hai proprio visto l'altra? Prova a ripensarci, in quello di Polanski non c'è nemmeno una scena di sesso, se ne hai vista almeno uno era l'altro.

      Vatte a vedè Quasi Amici al cinema, mi ha letteralemnte conquistato.
      Piacerebbe anche a te, sferzante e al tempo stesso molto profondo.

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  2. è sempre un piacere sentirti parlare così bene di un regista a cui sono tanto affezzionato. Grazie Dae!

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    1. Ah ah, grazie di che... Se un film è bello c'è poco da far marchette per i registi :)

      Non ho capito se l'hai visto però.

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  3. si, non ho aggiunto nulla alla tua rece perchè non lo ricordo bene, anzi, non lo ricordo quasi per niente. È passato troppo tempo da quanto l'ho visto e ora sono qui con i ricordi annebbiati. Vedendo tanti film si finisce così, con la mia memoria si intende :D. Quello che mi infastidisce è che la mia mente ha ancora conservato il posto ad alcuni che a dir poco fanno schifo! vorrei mandarli via per lasciare spazio ad altri film come questo. Sono fuori è? XD Dai, me lo rivedrò così la smetto di tirarti matto XD

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  4. Bella ed interessante recensione per uno dei film più grandi di Polanski!
    L'ambientazione claustrofobica all'interno di un appartamento o comunque in un ambiente che si restringe progressivamente intorno ai personaggi è un po' il segno distintivo del suo cinema: Repulsion, Cul de sac, Il coltello nell'acqua, L'inquilino del terzo piano, Carnage, ma anche Luna di fiele... in alcuni di questi ci sono scene girate anche in esterni, ma le tragedie (reali, concrete, o soltanto dell'anima) si consumano sempre all'interno. Gli spazi chiusi ed angusti credo che nel suo cinema rappresentino i confini della mente, l'impossibilità di evadere dalla propria ristrettezza mentale che la cultura (in primis quella borghese) ha plasmato e definito.
    L'idea alla base de La Morte e la Fanciulla, ossia della vittima che incontra il suo aguzzino è, direi, universale, non nuovo nel cinema, basti pensare a Il portiere di Notte. Quel che Polanski rende originale è appunto il riuscire ad apporvi il suo marchio stilistico e a farne un'opera che, pur prendendo spunto da un reale fatto storico (appunto il regime dittatoriale argentino), diventa parabola della condizione umana.

    Concordo con te: oltre alla Shoah, ci sono state tante altre tragedie nella Storia dell'umanità, eppure vengono narrate poco nel cinema, forse perché sono state limitate geograficamente.

    Un saluto. :-)

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    1. Mamma mia Biancaneve, dovresti scrivere l'autobiografia di Polanski!
      Grazie del commento, davvero interessantissimo.
      Guarda, la vicenda dei Desaparecidos mi ha preso sempre moltissimo, la trovo incredibile perchè non credevo che in un paese civile e negli anni 70, 80 si potessero ancora commettere tali errori, aberrazioni simili.
      Voglio ancora approfondire di più, magari con qualche lettura.
      Ciao!

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  5. Uno dei miei Polanski preferiti, forse quello a cui sono più legata emotivamente.
    E la tua analisi è davvero bellissima...

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    1. Bellissima de che...
      Troppo buona...
      Sì, gran film, davvero strano che venga considerato così minore nella carriera di Polanski.
      Forse più che per la qualità è colpa del taglio del film, una piccola opera con 3 attori ed una stanza.

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due cose

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3 ciao