Pagine

31.12.14

Classifiche 2014 Il Buio In Sala: I Migliori film 2014 - La Top Ten


Io credo che anche quest'anno sia stato un grande anno cinematografico.
In realtà chi ama il cinema come me, senza farsi tanti problemi e puzze sotto il naso, crede che ogni anno sia un grande anno.
Perchè di film bellissimi ne escono sempre e se ci sono mesi o stagioni più buone sono solo coincidenze.
Forse è mancato il capolavoro massimo (sempre personale) da poter inserire tra l'Olimpo, ma ho visto, tra sala e non, almeno una trentina di film veramente bellissimi.
Questa la mia top ten.

Solito discorso:

- non ho visto almeno una decina di film importanti, trovate la lista qui
- sono tutti film visti in sala quest'anno, a prescindere da un'eventuale distribuzione precedente, ad esempio fine 2013
- la classifica NON VA LETTA in maniera classica, singola e crescente, ma quest'anno ho fatto una divisione A GRUPPI, credo sia più giusta ed equa.

Posso dire che sono quasi sicuro che 7 film siano superiori agli altri, poi tutti questi 7 possono praticamente mescolarsi tutti tra loro, dal primo al settimo posto.

Se farò un podio (ci penserò in fieri) sarà quindi solo un podio di adesso, mattina del 31 Dicembre 2014 :)

30.12.14

Classifiche Il Buio in Sala 2014: I Migliori film del 2014 Parte 1 (posizione 22-11)


Eccoci finalmente a quella considerata da tutti la classifica principe, quella dei migliori film gioiellini degli anni passati  tengo ancora di più.
dell'anno. In realtà per me vale assolutamente come le altre, anzi, probabilmente a quella dei
Allora, le due cose più importanti da sapere sono:

- I FILM SONO TUTTE VISIONI IN SALA DEL 2014 (CIRCA 42)
- NON SARA' UNA CLASSIFICA SINGOLA POSIZIONE PER POSIZIONE MA UNA DIVISIONE A GRUPPI, TENETENE CONTO

L'altra cosa importante è dire da subito quello che NON ho visto:

dallas buyers club
the wolf of wall street
lo sciacallo
le meraviglie
ida (soprattutto)
a spasso con davis
12 anni schiavo
il giovane favoloso
il capitale umano
frank
vari ed eventuali

partiamo

IL TITOLO RIMANDA ALLA RECENSIONE

29.12.14

Classifiche Il Buio in Sala 2014 (3/5): Le Migliori interpretazioni dell'anno


Ero tentato di metter subito la classifica dei migliori film e lasciare quelle delle interpretazioni e delle scene (sempre che la faccia) per dopo.
Il fatto è che c'è sempre il rischio di "spoiler", di far capire già con gli attori quali saranno i film preferiti.
Esticazzinoncelometti?
Sì, ce lo metto, e infatti faccio prima gli attori, che tanto non fa capire una fava del poi.
Mentre le classifiche che riguardano solo film bene o male sono fedeli (nel senso che dentro difficilmente mancano pellicole importantissime che mi sono dimenticato), per quanto riguarda intepretazioni e scene è veramente un casino, impossibile ripensare ad ogni attore, ad ogni scena.
Probabilmente nelle prime 15 interpretazioni potrebbe mancare quella che in realtà mi era piaciuta di più, figuriamoci nelle scene. Semmai aiutatemi voi.
Così da questo nuovo anno mi riprometto di utilizzare un blocchetto dove appuntarmi film per film attori e scene notevoli cavolo.
Via, proviamo.

28.12.14

Il dormiveglia


A volte crediamo che rappresenti una mancanza, un qualcosa di ibrido che non è nè carne nè pesce, due condizioni di mezzo, zoppe, mutilate, che fanno l'amore tra loro, si rincorrono e poi si lasciano definitivamente.
Io l'ho sempre visto invece come un arricchimento, un donarsi a vicenda, un completarsi, un migliorarsi.
Il dormiveglia non è un sonno che non riesce ad essere completamente sonno o una veglia che non riesce ad essere completamente veglia.
Il dormiveglia è un sonno che ha la possibilità di lambire la concretezza della veglia e una veglia che ha il privilegio di sfiorare l'etereo velluto del sogno.
E' una condizione superiore, quasi supereroistica, quasi magica.
Una condizione in cui non è vero che non siamo nè l'uno nè l'altro, e non è vero nemmeno che siamo l'uno e l'altro, no, siamo l'uno più l'altro.
Sono quelle condizioni di mezzo, come il bagnasciuga, quello strano mondo che sta per cessare di essere terra e sta cominciando ad essere mare, quella condizione in cui non è tanto vero che non siamo più nell'asciutto ma non ancora immersi nell'acqua, no, siamo bagnati dal mare senza esser nel mare. Siamo l'uno e l'altro, non nessuno dei due.
Possiamo sentire i granelli, possiamo sentire il concreto appoggio della terraferma e al tempo stesso essere già sfiorati da un lembo di quell'oceano infinito.
Se proviamo a farlo ad occhi chiusi poi la sensazione è ancora più forte e quel tempo quasi costante che intervalla un'onda dall'altra, quel momento di attesa brevissimo ma che ad occhi chiusi sembra infinito, è un tempo fermo in cui noi nella nostra testa ci sentiamo sia nella terra che nel mare.
Come il famoso gatto di Schrodinger.
Come il dormiveglia.
E bastano due passi indietro per tornare alla torrida sabbia asciutta.
E bastano tre passi in avanti, o un salto, per tuffarci nell'acqua.
Come il dormiveglia.
E chi l'ha detto poi che nel dormiveglia uno preferisca per forza voler tornare o restare nel sogno, chi l'ha detto che a volte la realtà che ci aspetta non sia migliore di quel sogno che si sta allontanando sempre di più, quel sogno che come un'elastico sembra tornare indietro da noi ma poi, come un'elastico, si allontana ancora di più e ancora più velocemente.
Io sono convinto che se un uomo potesse scrivere durante il dormiveglia l'umanità avrebbe una nuova letteratura talmente bella e potente che distruggerebbe tutta quella che la precede. Perchè è in una condizione magica, superiore.
A me succede una cosa incredibile nel dormiveglia.
Se cambio lato, se mi giro, tutto scompare. In un secondo. Completamente.
Non resta niente.
"Cosa stavo sognando un secondo fa?" si chiede la mia mente ibrida.
E' come se quel sogno che faticavo a trattenere fosse stata la zavorra di una mongolfiera.
Mi giro di là e la zavorra cade del tutto.
Solo se mi giro.
Poi magari ne carico dentro una nuova.
Mi giro di nuovo dall'altra parte e cade di nuovo.
Non è un tornare nella veglia no, sono sempre in quella terra di mezzo, ma il mondo onirico scompare e riappare ogni volta che mi giro. E sempre con facce diverse.
Ma cerco di restare là, in questo mondo magico e doppio.
Non voglio nè tornare nel sonno nè svegliarmi.
Perchè niente come il dormiveglia rappresenta la potenza della mente umana.
E la condizione ideale della nostra esistenza.
Quel riuscire a sognare mantendendo però almeno un piede per terra.
O quel vivere la vita credendo, ogni tanto, di trovarsi in un sogno.

27.12.14

Classifiche Il Buio in Sala 2014: 17 gioielli da non perdere

Risultati immagini per the fall movie

Io amo le classifiche.
Da anni riempio quaderni di dati, graduatorie, numeri, soprattutto per quanto riguarda lo sport.
Però con i film no, non mi piace, il giudizio cinematografico è una cosa così plastica, malleabile, eterea che trovo assurdo mettere numerini.
Ma è un gioco, e quindi lo faccio.
Però quest'anno ho deciso di fare una via di mezzo, ossia dividere film "a gruppi", operazione che mi dà la sola "certezza" che in ogni gruppo ci siano film che mi siano piaciuti più (o meno) di un altro gruppo.
Comincio con i film USCITI PRIMA DEL 2014 ma che io ho visto PER LA PRIMA VOLTA quest'anno.
Elimino dalla scelta film troppo datati che in una classifica del genere stonerebbero un pò.
Insomma, ecco 17 "gioiellini" perlopiù molto recenti e poco conosciuti che mi sono visto quest'anno.

CLICCANDO IL TITOLO ANDATE ALLA RECE

26.12.14

Classifiche Il Buio in Sala 2014: Premi Speciali e altre cose


Dico la verità, l'anno 2014 è stato forse il peggiore della mia luminosa e meravigliosa esistenza.
E non è un caso che l'anno peggiore in vita sia equivalso con quello migliore nel blog.
Perchè questo è il mio rifugio giornaliero e più lo aggiorno più vuol dire che ne ho bisogno.
Ho pubblicato tantissimi post, enormemente di più degli altri anni.
Di conseguenza anche i numeri sono aumentati, visto che i blog fanno della fidelizzazione e dell'aggiornamento costante il loro punto di forza.
Se poi ci si anche qualità meglio, ma questo certo non posso dirlo io.
Userò questa prima "classifica" per scrivere qualsiasi cosa non poteva entrare nelle altre, quelle più "ufficiali".
Uno Zibaldone senza alcun senso e ordine insomma.

Classifiche 2014: si comincia (forse)


E così arriva l'esaltante tortura delle classifiche di fine anno, tributo che chiunque abbia un blog
sembra dover rispettare.
In realtà a me catalogare in comode guide il meglio e il peggio di un intero anno piace molto. Quello che non mi piace è la classifica in sè, i numerini e le posizioni, dato che ogni giorno potrei scriverne una diversa a seconda dell'umore. Senza dimenticare poi che di un film recente ho giocoforza sensazioni dentro di me più intense di uno visto a gennaio/febbrario.
Insomma, impossibile avere anche la minima pretesa di oggettività (anche se soggettiva) in questo tipo di operazioni.

Comunque quest'anno ho deciso di fare queste 5:

1 Premi Speciali vari e Riepilogo di un anno di blog


2 I migliori 15 film con uscita antecedente al 2014 visti quest'anno



3 I migliori 20 film che ho visto in sala quest'anno, quindi, per quanto mi riguarda, di distribuzione 2014 (checchè ne dicano i nazisti malati di date di uscita)


(in realtà poi servirebbe una classifica combinata tra il punto 1 e quello 2, ma la eviterò)


4 Le migliori interpretazioni. Forse quest'anno la metto per ultime perchè altrimenti diventa sempre un mezzo spoiler dei migliori film...



5 (forse) Una carrellata di scene indimenticabili


Ad occhio, nella migliore delle ipotesi, potrei andare da stasera al 31

A che serviva sto post? A nulla, solo ad evitare un lungo cappello nella prima classifica.


25.12.14

Recensione "Gone Girl"



presenti spoiler pesanti

Era da 6 anni che non incrociavo Fincher avendo saltato (non per scelta, anzi, mi ispirano entrambi) i suoi due ultimi, The Social Network e il primo capitolo di Millennium.
Mi fiondo a ritrovare il buon David (autore in passato di 2,3 film enormi) proprio il giorno di Natale, ispirato dal magnifico titolo, Gone Girl, da moltissime critiche positive (che non ho letto nel dettaglio ma insomma, quando si creano consensi te ne accorgi) e dal desiderio di vedere se questo film si poteva fiondare nella classifica dei migliori dell'anno proprio all'ultimo momento.
Beh, che dire, grande film ma sono rimasto forse un filo deluso.
Si vede lontano un miglio che Gone Girl ha matrice letteraria, e si intuisce persino la presenza dell'autore del libro nella stesura della sceneggiatura. Lo si capisce principalmente dai reiterati (ed eccessivi) estratti presi dal diario di Amy, dalla struttura granitica ed eccessivamente architettate da thriller (tutti o quasi i più grandi thriller sono derivati) e da un passo lungo (forse troppo) tipico delle riduzioni cinematografiche (già, si chiamano riduzioni, ma se a farle è lo stesso autore del libro tanto riduzioni non sono...).
Intendiamoci, Gone Girl è un ottimo film, ambiguo,  teso, ricco di spunti persino.

24.12.14

I Tesori di Jolly Roger (N°10): Quattro Horror natalizi per tutti i gusti

Tanti auguri da Giuseppe e da questo piccolo blog.
Non sono il più grande amante del Natale del mondo ma, beh, auguri davvero di cuore per tutto.
Il giorno di Natale ho fatto faticare un altro, il mio amico Marco :)
Anche perchè mi aspettano 4,5 giorni di classifiche e sarà na fatica mica da niente...
Ancora auguri a tutti i lettori
 -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


Natale è da sempre il periodo dell’anno che preferisco.
Forse perché l’atmosfera natalizia è carica di una certa gioia che ti riporta indietro agli anni dell’infanzia, quando guardavi affascinato il presepe e passeggiando per le strade mano nella mano coi nonni restavi incantato di fronte agli alberi di Natale, alle decorazioni colorate delle vetrine, le stelline, i pupazzi di neve, gli improbabili Babbi Natale che distribuivano caramelle a destra e a manca.

23.12.14

Recensione "Mommy"


presenti spoiler

Due folgorazioni in un giorno solo non sono poche.
Questo era il mio primo Dolan.
E questa era la mia prima volta in un nuovo -ma vecchio per spirito e stile- cinema di Perugia (che avendo ben 3 sale porta a 6 il numero totale di sale che trasmettono bel cinema cittadine).
Meraviglioso il primo, meraviglioso il secondo.
Dolan ha 25 anni, un'età in cui film del genere non solo sono una rarità, ma una chimera.
E questo qua è il suo quinto film.
A 25 anni.
Quinto film.
Chè è sempre meglio ripeterle le cose.
Ci sarà già, me lo immagino, una certa fetta di critica che questo non lo sopporterà, che quelli ritenuti bravi o troppo bravi deve massacrarli quasi per sport. Pace. Io uno che a 25 anni mi tira fuori un film come Mommy, un film che per scrittura, regia, stile, maturità e senso della misura sembra quasi l'opera definitiva di un regista acclamato, io uno così lo chiamo genio.
Mommy mi ha ricordato uno strano connubio tra i Dardenne e Sorrentino, la capacità di raccontare la vita "dal di dentro" dei primi unita allo stile cinematografico del secondo.

Recensione "Legend" (grazie al quale ho almeno capito da dove è uscito Il Cigno Nero) - Yesterday, i film del (mio) passato - 5 -



Questa, rispetto agli altri Yesterday, è stata un'operazione un pò diversa...

Mentre nelle prime 4 puntate infatti mi ero rivisto film che avevo amato moltissimo nella mia adolescenza (cercando di capire poi se avevano retto al tempo, sia quello tout court che quello mio personale ed emozionale) stavolta ho semplicemente voluto rivedere un film di cui non ricordavo praticamente nulla, col quale non avevo nessun particolare legame e, semplicemente, mi sono ritrovato davanti in tv.
Se ricordavo poco un motivo c'era...
A parte gli scherzi, siamo a metà anni 80 e, quasi all'improvviso,esplode il fenomeno fantasy.
In soli 3 anni e mezzo escono La Storia Fantastica, Legend, La Storia Infinita e Labyrinth, ovvero tutti i film culto di questo genere.
Tre anni e mezzo...
Ora, lo ammetto, tutti e 4 sono un pò confusi e persi nella mia memoria visto che si somigliano molto in effetti.

21.12.14

Recensione: "Cani di paglia" (2011)


Dico la verità, la tentazione di rivedermi l'originale era fortissima (mi
riferisco all'enorme film di Peckinpah) ma si sa, io sono uno che rivede poco volentieri gli stessi film e nel cinema vive molto nel presente, cercando di stare aggiornato il più possibile e provando a ricercare anche nella nostra epoca opere che non sfigurino al confronto dei capolavori passati.
Ricordo che il Cane di Paglia originale mi piacque da morire specie per il suo significato, ossia il constatare come qualsiasi essere umano portato agli estremi possa tirar fuori la sua parte più animale e violenta.
Facendolo poi, non essendone abituato, in maniera brutale, inarrestabile.

20.12.14

Recensione: "Vittima degli eventi" - Ap-Punti, autopsie di recensioni - 3- di Pietro

Terzo appuntamento anche con il nostro Pietro che ci recensisce a modo suo un film particolarissimo, a suo modo "miracoloso" nella sua realizzazione




Passato un pò di tempo, calmate le acque, rilassati gli animi, posso finalmente parlarne (dopo averne comunque discusso qui con tanti altri). Stavolta più che di un film vero e proprio parlo di un mediometraggio, che vorrebbe essere il pilota di una serieTV (ma prodotta da chi?) sul celebre personaggio di Tiziano Sclavi, edito dalla Bonelli. Il film l'ho visto alle 10 del mattino, nel Coro di notte del monastero dei Benedettini a Catania, con accanto il regista, il quale ha poi risposto alle domande dei presenti.


18.12.14

Recensione: "4 mosche di velluto grigio" - D(i)ario Argento, la mia storia d'amore con il re del Giallo - 3 - di Miriam


Quattro del mattino, mezz’ora di sonno alle spalle, gli occhi sbarrati al soffitto che rimirano le increspature create dalla luce della tv. L’insonnia è stata, per anni, una fedele e fastidiosa compagna quando ancora abitavo dai miei (qualunque psicospicciolo tenterebbe ora di stabilire una correlazione di natura freudiana tra i due eventi, ma non è questo il caso) e l’ho odiata come Zenigata odiava Lupin, che però poi se una notte dormivo più di tre ore mi sentivo stordita e pure un po’ indispettita. Ecco. Una di quelle notti, zappingando e guardando le rispettive increspature luminose, ho incontrato Quattro Mosche di Velluto Grigio. Era la prima volta che vedevo un film di Dario Argento per intero e per davvero (di suo conoscevo solo gli esperimenti del rapitore che si spaccia per lui/l’alieno che lo ha rimpiazzato, scegliete voi). E non ho più smesso.

17.12.14

Recensione "Stand by me" - Yesterday, i film del (mio) passato - 4 -




Chi ama il cinema, ma forse chiunque abbia la passione per qualcosa, è come se avesse due vite parallele.
Una è quella che conoscono tutti, quella della sveglia alla mattina, del lavoro (se c'è), del tentativo di star bene e del costruire affetti importanti.
L'altra è quella più nascosta che ti vede crescere insieme alla tua passione, ti costruisce mattoncino dopo mattoncino, in questo caso film dopo film.
A volte le due vite, quella evidente e quella latente, si incontrano là fuori, alla luce del sole, e camminano insieme per mano.
Altre volte invece continui la vita che ti sei costruito e il tuo io appassionato rimane nascosto.
Nel Giuseppe parallelo, quello che è cresciuto negli anni con i film ce n'è uno che nella vita reale equivarrebbe a qualcosa di grande ed importante, qualcosa che in qualche modo ti cambia.
Quel film è Stand by me, e in quell'immaginaria costruzione di mattoni e mattoni che sei te e la tua passione quel film rappresenta buona parte delle fondamenta.

16.12.14

Caden in Wildwood (N°2) : This is the End, il nuovo cinema e l'Apocalisse

Secodo contributo al sito di amici Wildwood.
A proposito, se siete appassionati di musica troverete molte classifiche questo periodo.


Ci sono epoche nella nostra storia in cui la Fine la si è sentita più vicina, non dico prossima, ma possibile, probabile.
Ora, senza scomodare la paura dell’anno 1000 o altri periodi lontanissimi nel tempo, qui di cinema si parla e il cinema esiste da poco più di un secolo.
Se devo pensare quindi a un periodo di estremo terrore che l’umanità ha avuto per la propria fine penso a quello successivo alla Seconda Grande Guerra, con quel mondo uscito malconcio da una santabarbara terribile e piombato in anni di solo apparente tranquillità e forzata ricostruzione.
Guerra Fredda la chiamavano, ma gli animi delle persone erano invece caldi come non mai, e impauriti, forse, come non mai.
E anche il cinema iniziò così a raccontare l’Apocalisse depurandola, nella maggior parte dei casi, dal suo significato originale religioso per renderla molto più umana, molto meno trascendentale. Sì, è vero, magari si nascondeva la paura della bomba atomica travestendola da attacco alieno o da qualcos’altro, ma l’uomo non aveva tanto paura di perdere la propria anima ma un’altra cosa, magari meno profonda e importante per qualcuno ma certamente più concreta, la propria vita.

15.12.14

Recensione: "I ragazzi stanno bene" - Diversamente, storie di ordinaria anormalità - 3 - di Federica Pace

Terzo appuntamento con le "diversità" di Federica. Dopo le ragazze borderline de Ragazze Interrotte e il disturbo intellettivo di Gabrielle e La teoria del volo adesso un film che affronta in maniera molto brillante l'omosessualità e il caldissimo tema delle famiglie non convenzionali.

Risultati immagini per i ragazzi stanno bene locandina

Mi piace la normalità. Certo questo lascerebbe pensare che ho scelto l’argomento sbagliato per questa rubrica, normalità e diversità collimano, la diversità per antonomasia non è normalità, non è regolarità. Se ci pensate la vita è fatta di dossi e buche, di regolare è rimasto solo il calendario. Perfino la malvagità è diventata normalità. Quello che non dovrebbe essere normale lo è diventato, e tutto quello che dovrebbe essere considerato normalità non lo è.  Lo so, comprendo la noia, forse sono stata stata un po’ ridonante con tutta questa normalità, normalità, normalità. Comprendo che non state capendo dove voglio andare a parare, ve lo scrivo subito. Voglio arrivare a “I ragazzi stanno bene”, un film del 2010 di Lisa Cholodenko.

13.12.14

Recensione "Si alza il vento"


Tutte le cose prima o poi finiscono, anche quelle belle, forse soprattutto quelle belle.
E se finiscono così, lievemente, senza tragedie, con una scelta decisa e ponderata, allora è una buona fine, anche se nessuna fine è mai buona quando è fine di qualcosa che si voleva non finisse mai.
Il Maestro -che a volte le maiuscole una ragion d'essere ce l'hanno- ha detto basta, gli anni e gli inverni sulle spalle son 73, mica bruscolini, e la sua è un'arte che sfianca, che affatica, che ci stai ore e ore sopra per arrivare a quei 100 minuti finali.
Già, perchè questo è ancora il disegno tradizionale, queste son persone che hanno ancora la presunzione e la poesia di andare in giro con i due bicchierini del telefono senza fili al posto dell'I-Phone.
E' una fine strana quella di Miyazaki, con un film suo e non suo allo stesso tempo, la storia vera di un giovane ragazzo e del suo sogno.
Magari Hayao in quel ragazzo si è rivisto, giovane, geniale, talentuoso, e ostinato nel volere in tutti i modi far diventare realtà i propri sogni.

12.12.14

Recensione: "Non aprite quell'armadio" - L'Avvocata del Diavolo, perchè nessun film può far schifo a tutti - 3 - di La Marti

Terzo appuntamento con La Marti, la simpaticissima recensora che tenta in tutti i modi di salvare film sulla carta insalvabili.

C'è da ride.

Risultati immagini per non aprite quell'armadio film


Questa volta, lo ammetto, l'impresa è stata ardua. D'altro canto - come sempre - la pellicola si è scelta da sola, palesandosi spontaneamente grazie a qualche strambo meccanismo del destino che non so spiegarmi; insomma: ciò che è venuto ho pigliato.
"Non aprite quell'armadio" è un film che avrei scartato senza badarci se avessi letto sin da subito il titolo originale, "Monster in the closet". Basta monster movies, basta!
E invece no: me lo sono guardata tutto senza anteprime, con la sola consapevolezza che si trattava di puro trash, osannato solo dagli amanti ossessivo-compulsivi dello stesso. 
Ottimo punto di partenza, direi.

Uscito nelle sale americane nel 1987, questo horror-grottesco (io propendo di più per "demenziale") è opera del regista Bob Dahlin, che deve averci evidentemente riflettuto molto su ciò che faceva. A-ha.
Siamo a Chestnut Hills, cittadina dove si susseguono vari omicidi accomunati dal fatto che si svolgono all'interno di cabine armadio (gli sgabuzzini per vestiti che ogni serio americano sembra possedere).

11.12.14

Recensione: "Dolls" (2002)




presenti spoiler

Le marionette in una struggente cantilena parlano d'amore, di un amore funesto che rischia di distruggerle.
Si aggrappano l'un l'altra, si guardano.
Poi guardano in camera.
E comincia così Dolls, storia di umane marionette mosse dai fili dell'amore, un amore folle e distruttivo.
Non sono un fan di Kitano, ho visto pochissimo di suo, ma credo che il tutto sia dovuto ad un mio leggero problema col cinema giapponese.
Con una semplificazione talmente puerile e molto probabilmente sbagliata ho sempre considerato il cinema giapponese troppo legato alle sue tradizioni. E questo legame con la tradizione nel cinema ha portato a due filoni, quello della Yakuza e quello dei samurai, che per soggetto non mi fanno impazzire. Ho sempre trovato invece il cinema coreano molto più universale, non dico occidentale, ma universale.

10.12.14

Recensione "Les Revenants" - Le Serie Tv de Il Buio in Sala

(uscito il mio secondo articolo per WildWood, sul rapporto tra il nuovo cinema e l'Apocalisse, lo trovate qui)


Piccolissimi spoiler qua e là, abbastanza grandi nelle ultime 20 righe

Una farfalla rompe il vetro della teca dove stava rinchiusa, una teca di farfalle morte ovviamente, e vola per la casa di un vecchio uomo.
Comincia così Les Revenants, serie culto francese che racconta di esseri viventi che tornano in vita, come quella farfalla, usciti dalla loro teca per riunirsi nuovamente a noi.
I Ritornati tradurremmo noi, o Ritornanti, che forse è ancora più bello perchè regala quel pizzico di sfumature in più, e non solo per il flusso continuo di ritorni, ma anche per il fatto che il ritorno di una stessa persona può avvenire anche più di una volta.
Siamo in un paesino di montagna francese, paesino travolto e sconvolto 35 anni prima dal crollo di una diga che l'ha devastato, un oceano d'acqua che ha sepolto case e vite umane, un Vajont insomma.
E quella non è l'unica grande tragedia che ha martoriato quella comunità. Accanto ad altre personali e più piccole infatti ce n'è stata una grande e terribile circa 30 anni dopo la diga (e quindi 5 anni prima dell'oggi) quando un autobus scolastico è caduto nel burrone.
Tutti morti, quasi tutti bambini,
Tra loro anche una ragazzina che si chiamava Camille.
Solo che Camille, oggi, è tornata.

8.12.14

Recensione: "Quatre nuits d'un etranger (2013)" - In Search of Visions, Sublimazioni di Realtà - 2 - di Romina Bracchi

Seconda puntata della rubrica di Romina su quei film dalle realtà sfuggenti, inafferrabili, perse nel tempo


Come ha dichiarato lo stesso regista in un' intervista, questo è un film nato per produrre immagini, per negare quelle stesse immagini e farne produrre delle altre. Prendete e visionarizzatevi tutti!

L'altra notte ho fatto un sogno singolare. La mia reflex è caduta inavvertitamente in acqua, appena me ne sono accorta l'ho tirata subito fuori sperando non si fosse definitivamente ridotta a fermacarte. Ho cercato con poche speranze di accenderla mentre con mia sorpresa ho visto che non solo si accendeva, ma, con un meccanismo che arrancava, riusciva anche a scattare foto. Il punto è che le foto che venivano fuori non erano più foto normali. La breve immersione nell'acqua le aveva regalato una spece di dono della medianità evidentemente, perchè ciò che vedevo sullo schermo lcd era un paesaggio che rivelava presenze spettrali invisibili agli occhi. Il tutto virato a colori acidi e saturatissimi. Visioni dentro lo schermo.

Recensione: "Kill List"

Risultati immagini per kill list poster

presenti spoiler, più che altro mie interpretazioni

Appena ieri parlando di Womb si diceva come a volte alcuni film rimangano incomprensibili.
In realtà nel film con Eva Green quello che a me risultava incomprensibile era il legame che univa la prima parte alla seconda, una forzatura che proprio non riuscivo a capire.
Con Kill List è diverso, questo è un film che nel finale diventa un mostro di cui non riesci a vedere o capire le fattezze, lo vedi lì nell'ombra, terribile e famelico, e cerchi di immaginarti quanto sia grosso, quello che vuole e, cosa più importante, cosa sia.
Film inglese (ancora una volta) quasi impossibile da catalogare, capace com'è di scivolare tra più generi e che probabilmente il genere principale di appartenenza ce l'ha nell'interpretazione del finale, a seconda della lettura che gli si vuole dare.
Parte come un drammatico, prosegue come un thriller e un violentissimo crime, finisce come un horror a tinte nere, nerissime.

7.12.14

Recensione: "Womb"


presenti spoiler

Ci sono film che non capisco.
Non che sia qualcosa di strano, intendiamoci, ma una cosa è non capire il messaggio di un film, una cosa è non capirne le dinamiche, un'altra invece è non capire proprio i presupposti, il perchè.
E questo è il caso di Womb.
Grande soggetto, ottima idea, perversa sì, ma ottima.
Ma mi è sembrato un grattacielo di sceneggiatura costruito su fondamenta che non ci sono. Roba che arrivi anche a costruire l'ultimo piano ma poi non fai in tempo a dire "guarda che bello" che cade tutto giù.
Film colto, complesso, psicologico e psicanalitico.
Ma, per capirsi, è come se in "Non è un paese per vecchi" Chigur, i messicani e Harrelson avessero fatto tutto quel casino perchè Brolin aveva rubato un pacchetto di Mentos.

5.12.14

Il Mio Wolf Creek - Scritti da voi - 13 - di Marco Peveri


Stavolta Jolly Roger diventa Marco Peveri e ci racconta il suo magnifico e affascinante viaggio in uno dei posti più inaccessibili e misteriosi dell'Australia.
E luogo di culto per gli amanti dell'horror...
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Oggi lasciamo perdere “i Tesori di Jolly Roger”, gli horror sconosciuti che fan più ridere che paura :)
Voglio infatti raccontare una storia più normale, meno affascinante, più comune ma molto più personale. E' la storia di una persona anonima, con una vita piatta e monotona, una vita di ufficio, sepolto sotto moli gigantesche di numeri e numeri e ancora numeri (che alla fine son come mostri che mangiano tutti i sogni).
Questa persona ha una passione però, quella del cinema; quello in generale sì, ma in particolare il cinema horror.
Non so poi perché proprio l’horror. Anzi, sì, lo so.
Perché l’horror è qualcosa di ignoto, di pauroso ma anche emozionante, che ti fa evadere da tutto, che ti porta in un mondo dove non valgono le solite regole, dove qualsiasi cosa può succedere. Un genere solitamente privo di profondi contenuti, ma stra-carico di mistero, che poi è proprio la componente che più manca in una vita grigia come quella di cui raccontavo. :)

4.12.14

Caden in Wildwood (N°1): Il terribile e magnifico mestiere del crescere

Come detto una decina di giorni fa ho iniziato una piccolissima collaborazione (circa due pezzi al mese) con un nuovo e giovane sito gestito da amici, WILDWOOD. Ho deciso che per ringraziare loro della cosa (e anche per avere tutto in archivio anche qua) userò questo metodo per linkarli, ossia riproporre anche qua nel blog, dopo circa due settimane, il pezzo.
Chi mai volesse commentare se proprio non ha niente di meglio da fare può farlo benissimo anche da loro.


La domanda da farsi potrebbe essere cosa significa crescere.
Un’altra se poi, alla fine, crescere convenga.
Cosa ci può far crescere, quanto tempo ci serve, fino a che punto è bello maturare senza perdere tutte le meraviglie del bambino che è in noi?

3.12.14

Tipi da Videoteca (N°4): Il Fruttivendolo Gomorriano - 2 - Esseri grotteschi e cassette di frutta


In realtà Il Divo è più calzante.
Gomorra è scontatissimo, lui è napoletano, è mezzo colluso co roba brutta, troppo facile.
In realtà Il Divo è più calzante.
Per una volta che Garrone batteva Sorrentino il buon Paolo con un colpo di coda si prende mezzo personaggio.
Sì perchè i personaggi gomorriani sembravano così veri, autentici.
Questo fruttivendolo invece è tipo una cosa grottesca, più da Sorrentino insomma, specie ne Il Divo.
Viscido, subdolo.
Ora voi penserete che anche il Messo del Diavolo e gente come lui fosse viscida.
No.
Quelli ti dicono le cose in faccia, sono semplicemente insopportabili.
I viscidi sono quelli che ti ammazzano col sorriso, quelli amiconi che intanto ti fottono.
Come il fruttivendolo gomorriano/diviano.

2.12.14

Recensione: "Cheap thrills" - Ap-Punti, autopsie di recensioni - 2 - di Pietro

Seconda puntata della rubrica diPietro Dongaetc.... Film mai sentito, mi ispira molto.


Questa rubrica ha due caratteristiche: le recensioni per punti e la possibilità di visionare i film, in maniera legale sul tubo. Per questo secondo episodio ho scelto un film consigliatomi da uno dei pochi di cui mi fidi cinematograficamente, che mi ha anche "accompagnato" durante la visione (chiedendomi alla fine se mi fosse piaciuto, e quando avessi pubblicato la recensione, quasi fosse una sua creazione)

1.12.14

Tipi da Videoteca (N°4): Il fruttivendolo Gomorriano - 1 - A Beautiful Mind e, ancora, poco altro



Molto grasso.
Entra ed io sono subito "Giusè", prima ancora che gli dica il mio nome, si sarà informato.
"Giusè, come va?"
"Bene, ci conosciamo?"
"Come? (detto nella maniera napoletana, quel "come" che è quasi intercalare per loro), sono un grande cliente ah (detto nella maniera napoletana", quell' "ah" che è quasi intercalare per loro).
"Non mi ricordo di te, scusami, sono entrato l'altro ieri"
Sono in negozio infatti da 2,3 giorni, non è mai entrato, sono sicuro, me ne ricorderei.
Flashforward.
Che poi sempre flashback si tratta visto che tutti i ricordi, inevitabilmente, sono flashback.
Ma qui passiamo velocemente dai mie primi 2,3 giorni di negozio all'intera esperienza.
"Ma non mi ricordo di te, scusami", dicevamo.

30.11.14

Recensione: "These Final Hours"


presenti spoiler

Ancora una volta l'Apocalisse è raccontata in maniera umana, introspettiva, esistenziale. Come in Carriers, in The Road, in Monsters, film tra loro diversissimi ma accomunati dalla voglia di raccontare la fine dell'umanità, o perlomeno il rischio di questa fine, attraverso gli occhi, le vicende, le emozioni e le interazioni di pochi personaggi.
La tematica è molto affascinante e, ahimè, sempre più frequente nel cinema, e quell'ahimè non è altro che la constatazione di come l'uomo abbia sempre più paura della propria fine, sempre più timore di aver imboccato una strada che lo porterà alla distruzione, e se tale ditruzione avverrà tramite fenomeni naturali, alieni, un'epidemia zombesca o a causa di mostri giganti poco cambia, sono solo metafore diverse della stessa cosa.

28.11.14

Recensioni: "Gabrielle" e "La teoria del Volo" - Diversamente, storie di ordinaria anormalità - 2 - di Federica Pace

Per questa seconda puntata della rubrica ho bisogno di un sottotitolo “Diversamente: non puoi fare l’amore”, capirete il perchè. Tratterò due film: Gabrielle - un amore fuori dal coro, regia e sceneggiatura di Louise Archembault, e La Teoria Del Volo di Paul Greengrass.



Il giorno in cui vidi Gabrielle lo scelsi appositamente tra i film del Giffoni Film Festival, e lo  trovai  tra le pellicole della sezione fuori concorso Parent Control. 
Gabrielle (Marion Rivard) ha vent’anni ed è affetta dalla Sindrome di Williams (esattamente come l’attrice che la interpreta), una malattia genetica rara che procura un ritardo mentale, quindi una difficoltà nell’apprendimento che però cambia da soggetto a soggetto, dipende dalle aree del cervello interessate. Chi è affetto dalla SW ha un carattere estremamente socievole ed estroverso e anche un udito sensibilissimo, non a caso sono molto portati per il canto. Gabrielle vive in un centro per ragazzi affetti da diverse sindromi. Segue delle lezioni di canto e con il coro di cui fa parte dovrà partecipare a un concorso. Con lei c’è Martin, anche lui affetto da un deficit dell’apprendimento. Si amano immensamente, con una purezza assoluta, ma la madre di Martin comincia a non essere più d’accordo con il loro rapporto quando si rende conto che i due ragazzi vogliono fare l’amore. Ma loro sono diversi.

27.11.14

Recensione "Due giorni, una notte"


presenti spoiler

Sandra viene svegliata da una telefonata.
Risponde, è turbata, va al piano di sotto.
La telecamera la segue mentre si alza, scende e poi risale ancora.
Sì, sono i Dardenne, bastano 3 minuti per capirlo.
Serve un pochino di più invece, forse vedere l'intero film, o forse parlarne anche dopo, per capire che Due giorni, una notte non è un film sulla crisi lavorativa europea o mondiale, non è un film sulla precarietà, non è nemmeno un film sulla depressione susseguente a tutto questo, no, Due giorni, una notte è un film sulla depressione.
Punto e basta.
Sandra non sta bene, è in uno di quei momenti in cui la vita l'avvolge col suo mantello nero, momenti che a volte durano pochissimo e altre volte sono invece lunghi come la vita stessa.

24.11.14

Nasce WildWood. Ed io in piccolissimissima parte contribuisco


In questi 5 anni e mezzo ho ricevuto tra le 5 e le 7 richieste di scrivere in altri "siti" (che poi la differenza tra blog e siti a volte è molto labile).
Intendiamoci, ricevere richieste così è all'ordine del giorno, non conta nulla esser bravi o no, anzi...
Ho sempre detto di no.
Alcune volte l'ho fatto perchè non mi ritrovavo per niente nei contenuti del sito richiedente, altre perchè magari non me la sentivo o non avevo voglia e altre ancora perchè le richieste del sito andavano contro il mio modo di essere e scrivere.
Di questa ultima tipologia ricordo almeno 3 casi.
- Un sito mi richiedeva di abbandonare il mio stile personale e di fare recensioni più informative e classiche

23.11.14

Recensione: "Il Gatto a Nove Code" - D(i)ario Argento, la mia storia d'amore con il re del Giallo - 2 - di Miriam

Seconda puntata del viaggio nella filmografia argentiana di Miriam (qui il suo blog)




Vi piacerebbe stare contemporaneamente a Roma e a Torino? Nel (magico) mondo di Dario Argento questo è possibile – ora avete un altro motivo per amarlo. Il Gatto a Nove Code (1971) è uno dei tre film torineschi (torinesi e romaneschi) di Argento: girati a Torino e ambientati a Roma.
Con quest’opera Dario Argento lascia il caso in mano a uno dei protagonisti più brillanti e geniali della sua filmografia. Chi meglio di un enigmista può risolvere un enigma? Franco Arnò, affettuosamente chiamato “Biscottino” dalla nipote, un enigmista cieco, è testimone di un crimine. Inoltre, con questo micetto, Dario ci fa le fusa regalandoci una serie di morti spettacolari (dico solo: garrota, sbattimento di faccia compulsivo, ASCENSORE) e di momenti di grande suspence (cimitero).
Tutta la trama ruota attorno a un istituto di ricerca in cui ci si occupa di genetica. L’istituto è avvolto dal mistero, sono tutti omertosi e nessuno vuole rivelare di cosa si occupino.

22.11.14

Recensione: "You're next"


Un pò di tempo fa il nostro caro Jolly Roger fece un'interessante (e molto personale) rassegna dei migliori Home Invasion moderni, dategli un'occhiata.
Mise al primo posto un titolo che conoscevo sì, ma non avevo ancora visto.
Sto parlando, l'avrete capito, di questo You're Next.
Questi giorni passava per sky, impossibile perdere l'occasione.
-------------------------------------------
C'ha talmente tanto di tremendamente buono e altrettanto di tremendamente sbagliato sto film che mi è praticamente impossibile fare una rece discorsiva senza citare scene su scene, momenti su momenti.
Quindi vuoi per una testa che in questo momento può solo far elenchi, vuoi perchè è da tanto che non facevo rece schematiche (cosa che per gli horror in passato ho fatto più volte), vuoi per fare promozione indiretta alla rubrica Ap-Punti di Pietro, userò questo simpatico (?) metodo stavolta.
Ah, son praticamente solo spoiler, astenersi chi vuole vederlo