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22.9.15

Recensione "Non essere cattivo"


Il film testamento di un regista che ci ha potuto dare toppo poco.
Bellissimo e vero come solo le opere genuine sanno esserlo.

"Non essere cattivo" può essere un ammonimento, una richiesta, una speranza.
Un film.
Ed è l'ultima frase, l'ultimo lascito, di un regista dall'incredibile storia, 3 film in 32 anni, forse perchè scomodo, forse mal consigliato, forse incapace di imporsi, forse mille altre cose di cui siti, giornali e blog mille volte più informati ed importanti del mio hanno parlato e parlato.
Qui, lo sapete, di informazioni non ne avrete.
Qui ci sono soltanto io, quello che vedo, quello che sento e quello che so. 
Di mio.
E quello che vedo, sento e so è che con un regista così non doveva andarsene così.
Ricordo ancora la visione di Amore Tossico, quasi casuale, inaspettata. Un documentario travestito, malamente, da film tanto era la verità che aveva dentro, non solo in cosa raccontava ma anche attraverso chi lo faceva, quel gruppetto di veri "tossici" (che orrenda parola) in cerca soltanto di dosi e morte.

E mi ritrovo adesso lo stesso nome di uno dei protagonisti di allora, Cesare, mi ritrovo la stessa corsa ripresa dall'alto, e poi lo stesso muretto, e poi il gelato, che non sarà lo stesso ma lo stesso alla fine è. Che in questa strana, meravigliosa e triste storia che è Caligari, i suoi film, la sua vita e la vita dentro i suoi film, di corti circuiti ce ne sono tanti e questo ripetere la stessa scena è qualcosa che trascende il film, i film, qualcosa di potente, un'affermazione di sè, un chiudere un cerchio, un gridare chi si è e chi si era.
O chi si poteva essere.


Non siamo più nei primi anni 80 ma nella metà dei 90.
E ci si veste di merda lo stesso, e ci si sballa lo stesso, non saranno più le siringhe è vero, anzi, adesso le siringhe si odiano pure (in una scena emblematica lo si capisce), adesso ci sono le pasticche.
Ma Ostia è sempre Ostia e i ragazzi dei due film sempre ragazzi persi, zombie senza vita che stavolta, forse, all'abulia sostituiscono l'effetto psichedelico di ecstasy e musica.
Ed ai veri tossici si allora si sostuituiscono degli attori, ma mica la differenza la vedi tanto eh, che Luca Marinelli e Alessandro Borghi sfiorano il paradiso dell'arte attoriale con quegli occhi a tratti spenti ed altri spalancati, con una cura dei dettagli, sia da sballati sopra le righe che in quelli quasi impercettibili delle fasi down, di impressionante livello.
E le scene dove si incontrano e si scontrano sono bellissime, vere, come quella della scazzottata nel bar (che fotografia..), come tutte quelle in cui non c'è bisogno di spiegarsi perchè, noi ci capiamo.
Magari, anche qua, il merito è di Caligari.

Lo è senz'altro nel raccontarci una storia che pare quasi ferma, solo uno squarcio come tanti nella vita di queste anime perse, e invece la sceneggiatura senza che te ne accorgi va avanti, e ancora avanti, e porterà ad una morte struggente e ad un'altra preannunciata, che poi vai a capire qual è quella struggente e quale quella preannunciata, che entrambe, alla fine, son tutte e due le cose, porterà ad un tentativo di uscire dalla morsa del mostro, ad una timida ma al contempo fortissima voglia di essere famiglia, pulita, nella merda come tutte le famiglie povere sì, ma pulita.
E come avvenne col sorprendente sogno di Amore Tossico anche stavolta Caligari sa uscire fuori dalla realtà, sa immaginare, vedere o sognare altro che non il solito e lucido pasto nudo che i ragazzi vivono giornalmente.
E sa farci ridere Caligari, con decine di frasi che diventano già citazioni nell'attimo stesso in cui si pronunciano, con quel "alla posta ce mettono de meno" e quel "non te la magnà eh" detti dentro quell'automobile, con quel doversi concentrare su sto cazzo de pasta e con la scena felliniana del delirio circense, comica sì ma talmente raggelante per il suo protagonista che il giorno dopo sarà il primo nuovo giorno di una nuova vita.
Se Vittorio ce la fa la stessa cosa sembra non poter accadere per Cesare, una vita di eccessi e disgrazie alle spalle, un'esistenza ormai segnata che prova a non raccontarsi tale.


"Non essere cattivo" c'è scritto in quel peluche e chissà se lei l'ha scritto al peluche stesso o allo zio, non certo a Dio che, se esistesse, cattivo con lei lo è stato di certo.
Lui legge quella scritta e fa una cosa che non avrebbe dovuto fare, un atto criminale disperato che non rispetta il tenero ammonimento scritto in un peluche.
E se non rispetti i veri dei - i bambini- poi sarai punito.
E non importa se quelle canne mozze son vuote, se davvero non saresti mai stato cattivo.
Non importa.
Ma l'ultima immagine che ci lascia in vita questo regista è un volto felice, è una nuova vita.
Un regalo finale, la vita prima della morte imminente, un segno di speranza e felicità in un film, in una vita, che di felicità e speranza sembra averne avuta tanto poca.
E sarà anche retorico e di maniera usare i nomi propri ma stavolta, almeno stavolta, occorre farlo.
Grazie Claudio.

20 commenti:

  1. Caligari... un grande che, purtroppo, non è mai stato apprezzato come avrebbe meritato.

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    1. Purtroppo ho letto pochissimi approfondimenti, ma capire il perchè è davvero incredibile...
      Meglio non pensarci

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  2. questo è un film che resterà e fra un po' di anni tutti diranno che che Claudio Caligari ha girato troppi pochi film.
    così va il mondo (e non va troppo bene, magari sta anche peggiorando)

    per me un film da non perdere:
    http://markx7.blogspot.it/2015/09/non-essere-cattivo-claudio-caligari.html

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    1. Perchè tra un pò di anni? lo si dice già da parecchi giorni ;)

      vengo

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  3. me l'hanno consigliato caldamente, mi sa che lo recupero

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  4. Bellissimo film - sei li` con loro e stop, non ci pensi che e` recitato. L'attore che interpreta Cesare e` un genio.
    Grandissimo
    Ovviamente commuove ma in un modo onesto e sincero e spietato, mica come (so che adesso mi odieranno tutti) Inarritu. Mi e` piaciuto moltissimo il fatto che del dramma si rispetti anche il fatto che e` costellato di piccoli momenti leggeri, anche quando la tragedia e` schiacciante.

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  5. Pensa che è il ragazzo insangunato de La Grande Bellezza ;)

    portentoso

    è vero, commuove senza mai calcare la mano, pensa alla morte di lei, solo raccontata, con mestizia e verità

    per il resto io su fb ho come immagine profilo il Bardem di Biutiful, quindi non dico niente ;)

    i momenti ironici o comici sono spettacolari

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    1. Bardem e` un discorso a parte - lui e` molto sincero nella sua interpretazione! Solo che sono prevenuta su Inarritu (dopo averne visti 4). Colpa mia!

      hai ragione! il ragazzo depresso. Che anche quella sottotrama li` della Grande Bellezza (che ho adorato) era bellissima.
      Grazie!!!

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    2. Ognuno ha i suoi registi da lista nera ;)

      Vedi, io con West son partito malissimo ma poi tra The Sacrament e THOD mi sono ricreduto alla grande

      te ormai con Inarritu credo che sia irrecuperabile come rapporto ;)

      esatto, quello!

      (arrivata la mail, grande)

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  6. Eccomi qua , in questo film che ti ha fatto impazzire ...ohhh ...anche a me è piaciuto davvero tanto eh...magari qualche piccola riserva ce l'ho ma poca roba che non vale nemmeno la pena di discuterne .
    Invece vorrei dirti quello che proprio mi ha fatto venire il magone , oltre al fatto naturalmente di avere apprezzato i due protagonisti , diciamo il 70% del valore del film :
    ...quando Cesare parla con la nipotina , ogni frase , ogni gesto , ogni sguardo ti spezzano il cuore ; talmente sinceri e sentiti che perdi la cognizione della realtà , nel senso che questo è quello che io considero "recitare", credere a quello che stai vedendo come non fosse finzione ..
    ....quando Cesare porta la ragazza in quella " casa " ..., l'entusiasmo di lui ma molto molto più ancora quello di lei davanti a quel rudere , con gli occhi sognanti come fosse davanti ad una reggia , ma quello è il loro nido , hanno la stessa percezione di questo valore ...è stato per me talmente struggente che avrei voluto essere lì ed abbracciarla ...
    ...poi purtroppo allo stesso tempo il suo voler credere assolutamente in lui tanto da fare un figlio ; e qui naturalmente entra in gioco quel discorso che facevamo sulla percezione del tempo , la giovinezza , il peso delle esperienze , il disincanto...ecco non posso non pensare da madre e guardare oltre , quindi va bene tentare il tutto per tutto per quest'uomo che ami , fare tesoro di ogni piccolissima scheggia di luce , ma una creatura che ancora deve nascere , è al primo posto e il pensiero di iniziare la sua vita nello stesso modo , ossia senza appoggio, così leggermente , è quasi criminale più ancora che incoscienza , e così alla fine , finito il film , andavo avanti con la storia ed ho fatto fatica a non immaginare il piccolo sulla strada a combattere con quegli sciacalli che si appofittano di lui ....perchè debole e privo degli strumenti giusti per difendersi.
    ...Linda , al contrario , che con Vittorio pare addirittura accoglierlo troppo facilmente secondo me , portandolo in casa col figlio , affrontando gli alti e bassi della risalita, poi se ne esce con quella frase " percè questo ti basta ? .." , ma porca zozza , ti senti , ti vedi ? come sarebbe a dire , metti pressione a d uno che già stare in casa e iniziare un piccolo lavoro è tanto , diobono , fai un passo alla volta !!
    ...spero che Viviana mantenga sempre lo spirito che ha avuto con Cesare !!! almeno saprà dar manforte al piccolo .
    Alla fine non so se, in quel contesto, sia più credibile Vittorio che riesce a dire no alle continue offerte da parte della mala e Cesare che proprio non regge , nonostante , secondo me , dovrebbe essere più motivato avendo la piccola nipotina cui pensare ( intendendo prima della sua morte di lei ovviamente ..dopo la sua mente già pracaria capitola di fornte alla perdita ..)
    Visto tutto dal di fuori , pare irrimediabile .

    Un saluto dalla Dolly

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    1. ...ho fatto un casino di errori ortografici ...fai finta di niente vero ?

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    2. Lo ammetto, l'emozione che ho provato nel vedere questo film non è scindibile dalla faccenda Caligari.
      Sarei ipocrita a dire il contrario.
      Continuamente pensavo alla sua morte, a questi suoi film in 30 anni, al cuore che ci ha messo dentro, a quello che avrebbe potuto tirar fuori se l'avessero aiutato, a questo suo bisogno di raccontare questi mondi.

      1 Cesare e la nipotina sono sequenza di imbarazzante verità e dolore

      2 altra scena bellissima. E sì, credo anche io che sia assolutamente verosimile, anzi, vera.

      3 molto profondo quello che dici. E allo stesso tempo "pragmatico". Però io la penso diversamente Dolly. Se ragionassimo così molte vite non avrebbero dovuto nascere. E invece queste nuove vite possono essere comunque felici, comunque il coronamento di un amore. Quel figlio può farcela, altrochè. E non è giusto che per paura una persona si privi a vita della gioia infinita e impareggiabile di avere un figlio. E' una lotta che vale sempre la candela

      4 ricordo la cosa che dici di Linda ma non ricordo le mie sensazioni a riguardo. Però così, a mente fredda, ti dò assolutamente ragione. Già togliere un tossico dalla droga è una cosa grande, poi vederlo lavorare e provarci DAVVERO è grandissima. Quindi rispetto per lui. E rispetto per i tempi

      5 sono credibili entrambi
      perchè, e lo sai, ogni uomo è diverso da un altro. E ci sono quelli deboli e quelli più forti. Quelli che dovrebbero far le cose ma proprio non ce la fanno e quelli che anche se non sono costretti a farle trovano la forza per farle

      a proposito del non farcela di Cesare ho scritto

      ""Non essere cattivo" c'è scritto in quel peluche e chissà se lei l'ha scritto al peluche stesso o allo zio, non certo a Dio che, se esistesse, cattivo con lei lo è stato di certo.
      Lui legge quella scritta e fa una cosa che non avrebbe dovuto fare, un atto criminale disperato che non rispetta il tenero ammonimento scritto in un peluche.
      E se non rispetti i veri dei, i bambini, poi sarai punito."

      sarà duro ma è così

      lui doveva farcela

      ma è stato troppo debole. E ha pagato con il bene più prezioso, la vita

      peccato, era un buono




      incredibile, siamo in pari con i tuoi commenti, no?

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  7. .si ...perchè poi sono io in ritardo ora ...da diversi giorni penso di fare un giro su Revenant e l'ultimo Tarantino ..ma arrivo eh ...
    A presto...intanto ti anticipo che sul mio Quentin ho esordito dicendo ...Confusa e Soddisfatta ...è tutto dire ;)

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  8. .. ahh un momento ...mi ero persa una cosa ...tornando su Non essere cattivo ...ovvio che tutte le mie riserve su quel figlio sono dettate come dicevo dal mio essere madre e ...adulta ;) ....ma sono d'accordo per principio con quello che dici tu , inoltre , più ancora il mio ragionamento parte anche da presupposto che ( sogno irrealizzabile ? chimera ? utopia ?? ...) è il contesto che spinge ad agire male , lasciarsi andare , andrebbe sanato ripulito dalla feccia davvero cattiva altrimenti è un cortocircuito , un serpente che si morde la coda ...non se ne esce e altrochè forza di volontà servirebbe !!

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    1. No, vabbeh, dicevo in pari con le cose pubblicate, con le intenzioni non posso saperlo ;)

      sì sì, ci sta confusa e soddisfatta, bene o male mi ci ritrovo

      ah, che il contesto forma l'uomo te lo appoggio del tutto
      chi dice il contrario sbaglia, son sicuro

      possiamo anche allargare il discorso parlando ad esempio delle nostre nuove generazioni
      sono loro ad aver formato questa "società" o la società ad aver formato loro?

      mi riferisco a tanti problemi che hanno

      beh, tra le due io opto per la seconda. Probabilmente anche noi ragazzi "semplici" di un tempo oggi saremmo identici a loro, con gli stessi problemi, gli stessi difetti e gli stessi (non) valori

      è il contesto che conta, sia quello più stretto dove abiti ( città, quartiere, compagnie, per non parlare della famiglia) sia quello più grande dell'epoca che vivi

      tutti quelli che sono diversi dal contesto in cui si trovano vuol dire che hanno la forza di volontà di cui parli

      ma se vogliamo far finta che conta solo ciò che sei, il tuo carattere e che cosa hai intorno, chi hai intorno, dove vivi e le cose che fai non contano, beh, facciamo finta che sia così

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  9. Riguardo Caligari: E' probabilmente il vero regista punk del cinema italiano, che non si è mai cagato nessuno.

    Riguardo il film: È un film che non si può non apprezzare ma che in fondo non si può e non si potrà mai amare, perché è un film che colpisce troppo l’anima, stringe troppo lo stomaco in una morsa dolorosa e fa scendere sulle guance delle lacrime amare come poche altre pellicole riescono a fare.
    La rinascita del cinema italiano passa, e deve passare, anche da questi film tosti e crudi come questo qui che raccontano il lato oscuro del nostro paese.

    P.S. Qui c'è il link della mia recensione completa: http://mgrexperience.blogspot.it/2016/05/non-essere-cattivo-di-claudio-caligari.html

    Se volete datele un'occhiata :)

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    1. Vedi Giovanni, sono costretto a scriverti quello che scrissi anche ad un altro lettore un annetto fa.

      Mettere le proprie recensioni qua dentro non solo non mi dà alcun fastidio ma, per me, lo puoi fare sempre, molto volentieri.
      Quello che secondo me sbagli(ate) è dare l'idea che mettiate le recensioni qua e là, un pò dapertutto, senza nemmeno leggere quella del blog in cui le mettete.
      Ho trovato questo tuo commento in altri due blog di miei amici. Sempre uguale, identico.
      Questo dimostra che volevi solo far conoscere la tua, senza aver letto le altre e magari "collegare" le tue idee a quelle altrui.
      Così' ti vendi male Giovà e, se ci pensi, ha anche poco senso. Tipo "vieni a leggere la mia tanto io manco ho letto la tua", capisci?

      detto questo è molto interessante quello che dici, e affatto banale.
      E ho salvato la tua rece, verrò a leggerla appena posso

      in bocca al lupo per il blog nato da così poco tempo ;)

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  10. Non riesco a mettere insieme i pensieri dopo la visione del film.
    Non lo so perchè.
    Non me la sento di giudicare le vite di Vittorio e Cesare ( due attori strepitosi), la loro caduta nel baratro, la voglia di risalire di uno e il non riuscirci dell'altro.
    Il farsi di cocaina e pasticche, perchè è brutto, bruttissimo dirlo o anche solo pensarlo, ma certi contesti sociali, la mancanza di una famiglia solida alle spalle, ti portano inevitabilmente a quello, se non sei una persona forte.
    La droga è quasi il modo per sfuggire a quella vita di merda, vita fatta di povertà, rabbia, disperazione.
    E per me, chi come Vittorio guardandosi in quello specchio, dietro quello sputo, riesce a vedere ancora l'uomo che è, o che potrebbe essere e abbandonare quella vita, è un eroe.
    E l'eroe non è solo chi salva gli altri, ma anche chi salva se stesso.

    Cesare, invece, la disperazione se l'e portata fino alla fine, forse non era forte come Vittorio, forse quella forza dentro di se non l'ha nemmeno cercata e, quell'ultimo gesto della rapina, quell'ultimo gesto da vero cattivo...
    Che poi cattivo Cesare non è mai stato, non solo per quella doppietta senza pallottole, ma per come scherzava con la nipotina, per come voleva prendersi cura di lei e della madre, anche se nel modo sbagliato; per quel rapporto con Vittorio. Fratelli, non amici; quell'entusiasmo per quella casa che cadeva a pezzi, la voglia di ricominciare proprio in quella casa, a pezzi come la sua vita; l'amore per una donna, Viviana, dal quale è nato quel bambino. La speranza.

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    1. No no, certo, quasi la totalità dei tossici viene da un degrado talmente impressionante che non poteva non portarli che a quello (certo, c'è sempre il libero arbitrio, ma dipende tanto da dove nasci, che amici hai, che famiglia hai, che gruppo hai intorno, vizioso o virtuoso).
      Insomma, impossibile giudicare certe vite (invece altre sì, non dobbiamo nemmeno esagerare in assoluzione)

      e sono d'accordo anche col fatto che Vittorio, in questo senso, sia una persona notevolissima. Più forte di Cesare? probabilmente sì, ma forse solo più fortunata nel trovare intorno ambienti e persone migliori

      Cesare è un grandissimo personaggio, tragico, umano, debolissimo. Però sbaglia troppe volte e alla fine se sbagli troppe volte paghi.
      La cattiveria non sa nemmeno cosa sia ma io penso che davanti all'ultimo desiderio di una piccola vita morente lui avrebbe dovuto tentare in tutti i modi di farcela, non ci poteva essere spinta migliore

      invece nemmeno ci prova, anzi

      ma è impossibile giudicarlo, possiamo solo piangere per lui

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

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3 ciao