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2.5.16

Recensione "Hush" (Il terrore del silenzio) - Su Netflix


Un home invasion quasi da definizione, identico nel suo incedere a tutto quello che puoi aspettarti da qualsiasi film di questo sottogenere.
Eppure Hush ha una sua personalità e più di un paio di idee davvero buone.
E una regia che ci sa fare.
E una protagonista che vale


presenti spoiler, ma potrebbero anche fregarvi positivamente


Che bell'incipit Hush...
Incipit che, tra l'altro, si "unisce" addirittura alle clip iniziali delle case di distribuzione.
Vedi le due clip in completo silenzio e poi ti ritrovi, bum, col titolo del film che appare e deflagra nel cielo.
E poi questa inquadratura che plana verso la casa. Senti il fruscio degli alberi, le cicale, ogni minima cosa.
Poi entri in casa e anche qua, ogni rumore è sovraesposto, netto e nitido, in un montaggio sonoro e visivo perfetto.
E poi andiamo su di lei, il silenzio assoluto. Vedi le stesse cose di prima, vedi compiersi gli stessi gesti ma adesso non c'è più alcun rumore.

Lei è sorda.
E ripensiamo adesso alle due clip iniziali, a questo gioco rumore/silenzio.
L'ho trovato un incipit bellissimo.
Certo, per restare ai piccoli thriller recenti quello di It Follows li batte davvero tutti, ma ce ne fossero comunque....


Hush è un home invasion. Per antonomasia proprio eh, quasi da definizione del sottogenere.
E, ve lo dico da subito, nella nello scheletro di trama non troverete assolutamente nulla di innovativo, tutto va come va sempre in questi film, tutto è dannatamente prevedibile.
Tra l'altro Hush mette dentro una sequela di errori (o comportamenti inspiegabili) quasi da guinnes.
Eppure questo è un bel film.
Perchè, pur restando in questi binari così scontati, riesce a metter dentro 3,4 cose veramente notevoli, che lo elevano dai soliti home invasion da catena di montaggio.
Intanto lei l'ho trovata formidabile.
Deliziosa, letteralmente deliziosa nel primo quarto d'ora. Un viso dolcissimo, una spiccatissima espressività, una verosimiglianza col suo ruolo (difficilissimo) da sordomuta veramente notevole.
Kate Siegel si chiama, e anche nel resto del film dimostrerà che è una che ci sa fare.
Tra l'altro dovrebbe essere la moglie del regista, quel Flanagan autore del cult Absentia e di quell'horror molto elegante ma per me anche molto sopravvalutato che è stato Oculus.
Flanagan, già che ci siamo, dimostra ancora una volta di avere stile, occhio, eleganza.
Pochissimi i virtuosismi, è vero, ma la padronanza del mezzo è notevole. Tra l'altro notevole è anche l'atmosfera che questo tipo di regia riesce a creare, quasi "estetica".
Tra gli altri pregi troviamo un cattivo che secondo me non ha nessun appeal fisico ma che psicologicamente è disturbato forte eh. E, attenzione, più nel film riuscite a credere quanto sia disturbato più potrete giustificare dei comportamenti altrimenti senza alcun senso. Voglio dire, questo dopo 20 minuti di film era dentro casa, non c'è una sola ragione per cui doveva tornarsene fuori.



Nella vita reale (dove, ahimè, i killer psicopatici esistono davvero) una cosa del genere non potrebbe mai accadere, nemmeno accettando di trovarsi davanti ad assassini desiderosi di "giocare" con le proprie vittime.
Tra l'altro Flanagan è furbo, fa dire al suo killer che: "Ancora non ho voglia di entrare", una frase che a conti fatti si rivelerà senza alcun senso se non quello di poter giustificare mezzo film senza farlo crollare. Anche se pure nel finale, quando ormai quello è abbastanza incazzato da voler entrare davvero, c'è una scena, quella della mano schiacciata (ottima tra l'altro), in cui ancora una volta invece di entrare preferisce starsene fuori, così, solo per mandare avanti il film.
In ogni caso, per tornare ai pregi, questo è un killer cattivissimo, inumano, spietato, una specie di Mick di Wolf Creek per capirsi. Ma senza manco il 10% del suo carisma.
Il suo muovere l'amica di lei come un manichino facendola bussare alla finestra è l'emblema della sua assoluta mancanza di empatia col genere umano.
Ma Hush è buono anche per altri aspetti. Innanzitutto quella che sta alla base del film, ovvero il gioco silenzio/rumore. La trovata dell'allarme funziona, non solo acusticamente ma anche visivamente (vedi il finale).
Ma è anche interessante (anche se svolto in maniera un pò banalotta) il discorso della "voce di dentro" di lei, quella che l'aiuta a scrivere i suoi romanzi (è scrittrice) e che in questo caso le fa "vedere" tutti i possibili finali di questa terribile storia, così reale, che sta vivendo. Più interessante che ben costruita c'è da dire.


Ho trovato due momenti molto intensi, quello dell'ultimo messaggio lasciato al pc e quello di quelle istantanee di vita che appaiono poco prima di morire.
Insomma, un film che ha tante cose buone dentro, anche gli omicidi, molto efferati (ma che strano che si sia copiata l'idea delle frecce di un altro home invasion, You're Next).
Il problema di base è che la storia regge pochissimo, che le giustificazioni per mandarla avanti scricchiolano da morire, che in più di una scena ci ritroviamo con un "ma che davero?" perso nelle labbra.
Per certi versi potremmo anche considerarlo un film "sbagliato", criticabile fin dal suo assunto di partenza.
Non si può aver tutto.
Accontentiamoci.


17 commenti:

  1. Oh, Giusè, ma che fai? Stai vedendo tutti film nuovi,ahahah
    Ho letto solo quell'accontentiamoci, penso possa bastare. In fondo sono settimane che leggo sta frase "life is too short for bad film". Giustissimo.

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    1. Come non detto.
      Si trova su netflix questo.

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    2. E' vero, è un film nuovo, ma è un horror...
      E per esperienza gli horror di questo tipo poi distribuiti da noi sono tipo il 10%

      Non vedrei mai un film 2016 che o esce in sala da noi o ho la sensazione che posso farlo.
      Certo, posso sbagliarmi. Con Babadook infatti ci speravo ed ho aspettato più di un anno. Facendo benissimo.

      Vediamo se avrò sbagliato con The Witch o questo.
      Anche se, nel primo caso, forse tornerei pure in sala...

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  2. Per cancellare il commento doppio di XIBALBA mi si sono cancellati entrambi. Probabilmente perchè ha scritto il secondo in risposta al primo. E se cancelli l'originario si cancellano poi tutte le risposte che vi sono attaccate.
    Per fortuna l'ho recuperato in mail

    "Visto anche io grazie a Netflix (l'hanno intitolato Il terrore del silenzio) sinceramente non mi è dispiaciuto, è da guardare senza troppe pretese e son sincero mi ha ricordato film come Secret Window e Wait until dark (Gli occhi della notte)concordo con il serial killer non troppo "carismatico" come figura ma sinceramente almeno per me si è fatto odiare abbastanza.

    sinceramente dello stesso "filone" ovvero horror che non gli daresti una lira, ma alla fine si lasciano guardare, ti consiglio Kristy


    ---Spoiler---

    molto carine anche le scene quando lei si immagini il possibile scenario/conseguenza almeno all'inizio ci son cascato di brutto XD"


    rispondo domani a tutti ;)

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    1. azz. scusa per l'inconveniente!

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    2. No, mi sono spiegato malissimo!

      se cancellate voi non succede nulla.
      e' solo brutto vedere quel messaggio cancellato, ma è come se "esistesse" comunque. Io invece posso eliminarli del tutto per far "pulizia". Ma non mi sono accorto che il messaggio che ho eliminato era quello tuo "principale" e che il secondo, mi pare identico, era attaccato a questo. E, insomma, cancellando il primo definitivamente si cancellano poi anche tutte le ramificazioni ;)

      Siamo perfettamente d'accordo, il killer non è carismatico ma molto ben costruito e funzionale, cattivo e odioso.
      Sì sì, non sei il primo che mi consiglia Kristy, credo che una sera stavo pure per vederlo...

      spoiler

      sì sì, infatti anche questo l'ho citato in rete. L'ho trovata una cosa molto buona anche se poi, alla lunga, risulta mal costruita e un pò ridondante. Ma sulla prima c'ero cascato alla grande anche io...

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  3. Nonostante il killer forse più coglione dell'universo, avrebbe potuto farla fuori in due secondi secchi, un film che alla fine scorre benissimo con qualche trovata carina. Brava lei.

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    1. Perfettamente d'accordo, ho impostato mezza rece proprio su quello.
      Eh, ma Flanagan è stato furbo, gli ha fatto dire che entrava quando gli pare e la uccideva quando gli pare e così tutto è giustificato...

      anche su come scorre e su di lei, l'avrai visto, d'accordo del tutto ;)

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  4. un home invasion? Me lo segno per il futuro. Ma credo un futuro non prossimo ;-) perchè risento ancora della maratona di dieci home invasion che feci un paio d'anni fa, ho come una crisi di rigetto.
    Piuttosto, attendo con trepidazione le classifiche degli ultimi gironi (un appuntamento che per me è ancora più gustoso di quello della mezzanotte del venerdì)

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    1. Eheh, già sono passati due anni da quel post???

      a me pare nemmeno uno, assurdo

      poi controllo

      l'ho fatte adesso, dai, forse stanotte le metto ;)

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  5. Pierluigi Tronchetti6 maggio 2016 alle ore 10:36

    "Ancora non ho voglia di entrare". Sinceramente questa frase non l'ho percepita come l'attenuante volta a giustificare la mancata intrusione domestica dello psicopatico di turno, in quanto , a mio mio avviso, il fulcro del film non ruota sul fatto che lui vorrebbe(o dovrebbe) entrare, quanto piuttosto su di lei che non riesce ad uscire. Mi e' sembrata la metafora della vita di Maddie: l'handicap che come si evince, e dal rifiuto dell'invito della vicina prima(-Devo lavorare-), e dalla conversazione on -line inerente l'allontanamento dalla precedente vita ,palesata con l'amica dopo , l'ha condotta ad un isolamento volontario. La casa, come luogo di segregazione, ovattato e lontano da tutto e da tutti; il sadico, come l'handicap che psicologicamente ti martorizza riducendoti ad un' esistenza da recluso e ad un rifiuto pressoché totale di una vita che esuli dal mero racconto letterario. Insomma, ho trovato questo "Hush" alla stregua di un'analisi psicologica sulle coercizioni che la disabilità infligge sulla vita sociale delle persone. Persone che si costringono alla sola interazione con sé stesse, capaci di ideare una moltitudini di diramazioni nella propria fantasia, ma incapaci di trovare anche una sola soluzione nella realtà che differisca da "nascondersi", " non uscire" e "aspettare". Ma l'essere umano ,per quanto afflitto, per quanto assediato dall'intrusione nella propria esistenza di una limitazione , o handicap , per natura, non si arrenderà mai, combattendo interiormente per insorgere contro il mosto a cui ha permesso di lasciarsi barricare nella solitudine , uccidendo persino i rapporti con le poche persone vicine(i vicini che vengono a trovarla vengono uccisi). Quel " Sono morta combattendo", diviene sì un testamento per coloro a cui gli ultimi fotogrammi emozionali sono dedicati e a cui ci rammarichiamo per non aver saputo regalare di più(alla fine sono sempre i nostri genitori), ma anche un monito per tutti coloro che come Maddie hanno lottato contro il proprio io per convivere con la propria condizione in un esacerbato tour de force tra il desiderio di resa e la necessità vitale di non arrendersi. Una lotta estenuante, destabilizzante, disumana. Alla fine Maddie ce l'ha fatta. E' riuscita a uscire e a sentire la voce del mondo esterno.

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    1. Straordinario!!

      cioè, sei riuscito in quello che con me è praticamente impossibile riuscire, farmi cambiare idea

      fila tutto. Non so se davvero il regista ha pensato a tutto questo popò di roba ma cavolo se ci sta

      beh, ripeto, straordinario, io non c'ero arrivato per niente. Invece più ti leggevo più mi convincevo.
      Se poi questa illuminazione è solo tua e non del regista sti cazzi, è una lettura incredibile

      numero 1

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  6. Pierluigi Tronchetti6 maggio 2016 alle ore 14:15

    "una moltitudini" e' una chiara citazione macciana..
    Be' sul "mosto" come posso discolparmi? son pure astemio...!! Vabbè svarioni a parte , ciò che ho scritto e' ciò che ho cominciato a pensare dopo non molto dall'inizio dell'assedio. Flanagan non poteva aver fatto un film vuoto! Oculus non lo e' , e anzi, io che adoro la psicologia Oculus l'ho amato particolarmente. "Perché la realtà che crediamo di vivere ,altro non e' che un'immagine speculare distorta di quello che sono i nostri ricordi."
    Grazie, come sempre, per le tue belle parole, la tua gentilezza e soprattutto il tuo tempo.

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    1. AHah, ma scrivi romanzi, vai a vedere i minimi errori...

      ah, addirittura hai pensato sta cosa già quasi all'inizio? complimenti. Quindi hai vissuto il film già con questa idea.
      Guarda, con Flanagan ho avuto problemi sia qua che là.
      Ma questo mi è piaciuto di più.
      Devo guardare Absentia

      grazie a te ;)

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  7. Absentia niente male, questo me lo segno ;-)

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    1. Per me, anche se il più piccolo, il migliore dei 3 Flanagan che ho visto ;)

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