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14.8.16

Recensione: "The Canal"



Un horror irlandese che per almeno mezz'ora ho trovato bellissimo.
Poi comincia a somigliare troppo a tante cose già viste, perde un pò di originalità e di carattere. Ma rimane buono, forse molto buono. Al solito, avercene così


presenti pesanti spoiler dopo l'ultima foto


Arriva dall'Irlanda questo interessantissimo horror che, almeno per un tempo, aveva tutte le carte in regola per essere considerato tra i migliori di questi ultimi 3,4 anni.
Perchè se è vero che The Canal è un horror tremendamente derivativo, è anche vero che pur nei clichè e nei rimandi aveva manifestato un proprio"carattere" e un proprio stile veramente formidabili.
Ma, come accennavo prima, questo avviene specialmente nella prima parte.
David è un archivista di filmati antichi, una specie di bibliotecario che sostituisce vecchie pellicole ai libri.
Ha una moglie splendida e giovane.
Vanno (ma dai!!!) in una nuova casa. Hanno un bambino.

David è geloso di sua moglie e scopre che, effettivamente, alla ragazza piace divertirsi in altri lidi. David segue la moglie e la vede trombare a bestia con uno (mentre con lui il sesso, ovviamente, era sempre stanco e monotono). Vorrebbe ucciderli, ma non lo fa.
Sta di fatto che la moglie quella notte muore davvero, affogata. La ritroveranno nel canale vicino casa loro.
David impazzisce.


La prima mezz'ora di The Canal è perfetta. Sfumature di horror, altre lynchiane, altre visionarie, c'è di tutto. La gelosia di David è raccontata benissimo. Quei dettagli che tornano alla mente, quelle immagini di lei che lo tormentano sono assolutamente verosimili come dinamica.
Tra l'altro David ha appena scoperto in un vecchio filmato, visionato al suo lavoro, che in quella casa (ma dai!!!) era stato commesso un omicidio nei primi del 1900. L'assassino aveva ucciso (ma dai!!!!) la moglie, i figli e la tata (e una tata, strano, sarà protagonista anche qua).
Insomma, tra la gelosia e questa macabra scoperta David sta veramente male. Le immagini del filmato si mischiano alla vita reale, la pazzia è ad un passo.
E arriviamo alla scena clou. David segue la moglie, la vede entrare in una casa con un aitante cliente, li vede far sesso, prende un martello ma desiste dai propositi omicidi. Esce, butta il martello nel canale e, in preda ad una crisi, entra in dei bagni pubblici luridi e mefistofelici. E qui ha delle visioni, impazzisce del tutto.
Una decina di minuti di grandissimo cinema della follia, anche a livello visivo e fotografico.
The Canal da questo momento in poi poteva diventare qualsiasi cosa.
Però, c'è da ammetterlo, a questo punto ci si aspettava di più.
Non che il film diventi banale o bruttino, tutt'altro, siamo sempre su livelli eccellenti, però tutto diventa tremendamente prevedibile e "fermo" (avete presente quei ghost movie dove alla fine siamo sempre là? cioè, succede una cosa, poi un'altra, poi un'altra, magari tutto in climax. Ma è tutto un salire scalini prevedibili, nessuno scatto geniale, nessun cambio di rotta, semplicemente un accompagnare il film sappiamo noi dove. Ecco, questo).


Direi che The Canal è la perfetta simbiosi tra Shining (il luogo dove fu commesso un omicidio che, attraverso i fantasmi di allora, vuole portarti a compiere lo stesso gesto anni e anni dopo), Babadook (il reificarsi in visioni e fantasmi di qualche nostro trauma o paura), Sinister (per i filmati, e non solo) e The Ring (vedrete voi quando).
Tutto molto interessante, anche ben localizzato (il canale che torna più volte con i suoi misteri e le sue morti), ben recitato e con una tensione che almeno in un paio di scene fa davvero capolino.
Eppure, e lo dico per l'ultima volta, tutto troppo troppo derivativo.
The Canal è un film sulla follia, e in questo senso compie benissimo il suo dovere.
David ama(va) sua moglie (se non fosse stato così sicuramente tra la collega del lavoro o la bay sitter in sceneggiatura qualche suo cedimento ce l'avrebbero messo) e ama moltissimo suo figlio.
Ma se l'amore per la prima è stato devastato dal demone della gelosia, quello per il secondo è messo in pericolo da tanti altri demoni che affollano la testa di David. Il suo personaggio è assolutamente assimilabile al Jack Torrance di Shining se non fosse che in The Canal tutti i gesti di David, anche i più insensati, sono compiuti per proteggere il figlio, non minacciarlo.
Molto bella, anche se vista e rivista anch'essa, la scena della videochat e della disperata corsa (fotografata benissimo...) di David per andare a salvare suo figlio.


E così tra sviluppi un filo prevedibili arriviamo al finale che, invece, è assolutamente buono.
Finalmente scendiamo nelle fogne sotto al canale e assistiamo alla scena più horror del film, davvero suggestiva. I ricordi cominciano a riaffiorare, tutti. Non credo che il regista avesse voluto creare un colpo di scena perchè, davvero, tutto quello che era successo era abbastanza scontato.
Ma non lo è la scena finale.
Quella famiglia che è stata così sgretolata avrà modo, il peggior modo possibile, di tornare finalmente unita

8 commenti:

  1. Mi era sfuggito, ma segno. Col tempo così così, il tempo non manca. Tu però guarda Baskin, horror turco affascinante ma confusissimo (o l'hai già visto?).
    Attendo una tua interpretazione. Perché spunti e sangue ci sono, sì, e la regia è elaboratissima, ma troppo è buttato lì.

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    1. horror
      turco
      affascinante
      confusissimo

      dio bono, 4 elementi così sono un cocktail micidiale per me, devo vederlo per forza

      mai sentito (anche se su fb mi pare più di una volta di averne visto la locandina, forse recensito da qualche amico)

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  2. Davvero, concordo con te, anche io ho scritto la stessa cosa nella mia recensione. La prima mezz'ora è fantastica e la scena di lui nel cesso pubblico incredibile.
    Dopo si perde, "muore male" come dico di solito :-)

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    1. Volendo muore anche benino. Ma prima di morire benino si avvicina alla morte un pò male ;)

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  3. Dinci quel finalissimo.
    Povera vecchia.

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    1. non me l'aspettavo proprio...

      (c'è ancora un posto sulla famosa macchina di torino...)

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    2. (ssshh... sto aspettando l'ultimo momento, così non ci sarà più posto in auto e non avrò responsabilità nel scegliere se/come/quando spostare gli impegni di sabato)

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    3. sei un gran bel bastardo

      ma io farei come te

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

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3 ciao