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2.1.17

Recensione: "Love Exposure"




Questo è il 14imo su 14 film visto de La Promessa.
Incredibilmente mi sono salvato da Moccia.
Film visto, ci sono prove su fb, il pomeriggio del 31 (anzi, finito di vedere quel pomeriggio...)
Son salvo

Ancora un grande Sion Sono, il quarto su quattro per me.
Film fiume (4 ore) che pecca senz'altro di ripetitività e presenta al suo interno più di un problemino.
Ma sempre grande cinema rimane, vorticoso, pieno di grandi personaggi, tematiche e stili.
Forse, malgrado tutti i fuochi d'artificio, rimane comunque il Sono più verosimile, quello più umano, quello che in mezzo a plagi, educazioni spersonalizzanti, perversioni e morte riesce ancora a credere nella forza dell'amore.
La più forte, nonostante tutto

Mannaggia...
Vi giuro che per una volta ero quasi tentato di saltare la recensione. Il fatto è che l'esperienza con questo film è stata un pò particolare, come mai mi era capitata prima.
Visto in 2 giorni e mezzo, in 3 diverse circostanze, e iniziato a scriverne adesso, a più di due giorni dalla (fine) visione.
Una gestazione di più di 4 giorni che per uno come me che scrive d'impeto e sull'onda dell'emozione e del fresco ricordo possono rappresentare davvero un problema.
Però, insomma, il film faceva pure parte della Promessa, non potevo tirarmi indietro.
Ne verrà una recensione più traballante del solito probabilmente ma tant'è.

Risultati immagini per love exposure

Diciamocelo subito, Love Exposure è l'ennesimo grande Sion Sono che ho visto.
Siamo a 4 su 4 per quanto mi riguarda.
Eppure è indubbio che la durata un pò m'ha messo a dura prova.
Ho sempre pensato che se uno ha il coraggio o l'incoscienza di tentare il film-fiume ci sono solo due strade possibili per non restarne affogato.

La prima è realizzare un film che riesce a diventare sempre diverso da sè stesso, a trasformarsi, ad essere pieno di cose, avvenimenti, cambiamenti di rotta.
Un film jazz insomma.
Il primo che mi viene in mente di questo tipo è Nymphomaniac del mio amato Von Trier.
L'altra strada, invece, è opposta.
Ed è una strada radicale, quella che del tempo fermo, inesistente, quella che della narrazione può farne a meno, quella sospesa, ipnotica.
Penso, specialmente, a Bela Tarr.
Ecco, o te ne freghi del tempo e realizzi film non convenzionali, antinarrativi e fermi come Bela Tarr oppure me li devi fare talmente pieni di cose e diversi da sè stessi da non farmi accorgere del tempo passato.
Love Exposure, in tutto questo, ha un pò il difetto di avere troppe parti che si ripetono più e più volte con la sensazione, assassina in questi casi, che il film potesse essere scorciato di una buona ora.
Rimane un film pieno di cose, a tratti vorticoso, debordante, ma tende a somigliarsi troppo.
E 4 ore, secondo me, si sentono.
Ecco, ho scritto vorticoso e debordante.
Sion Sono no?
Eppure, incredibile, quello che io, sulla carta, avrei pensato come film di Sono più esagerato mi si è presentato invece come il più misurato, verosimile, umano.
Certo, le parti spatapam non mancano, ce ne sono decine (in 4 ore poi...).
Ma rispetto a Cold Fish, Strange Circus e Tag questo è secondo me il suo film più controllato, quello più legato alle dinamiche umane, quello più, attenzione che la sparo, "classico".
Perchè alla fine, ripensandoci, la forza di questo film sta nella caratterizzazione dei propri personaggi. E questa caratterizzazione, al di là di qualche fuoco d'artificio sionsoniano, è tristemente e disperatamente umana.

Come tristemente e disperatamente umani sono i rapporti che si instaurano tra tutti questi personaggi, che siano rapporti famigliari, di amicizia, d'amore o d'ossessione.
Love Exposure è un classico filmone drammatico, ma in salsa pop.
Di cosa parla?
Di mille cose, ovvio, ma è innegabile che la tematica principale che viene fuori è quella del controllo mentale, del plagio, dell'educazione spersonalizzante.
Le tre infanzie dei nostri 3 giovani sono terribili.
Yu, quello a cui alla fine va meglio, vive sotto il manto di un'educazione cattolica talmente forte e pressante da svuotarlo di ogni possibile emozione o passione.
La mancanza di erezione fino a 18 anni è quasi da leggere come metafora "fisica" di tutto l'indottrinamento ricevuto fino a quel momento dal padre.
Yoko è una ragazza che non ha avuto mai una famiglia invece.
O meglio, ne ha avute tantissime, ma nessuna funzionale.
Questo l'ha portata a delle teorie sui rapporti e sugli uomini quasi impossibili da modificare e a distruggere, anche "fisicamente", tutti i simboli che ad una famiglia possono rimandare (le case degli altri).
E Koike Aya?
Storia molto simile. Continuamente umiliata e dileggiata dal padre è diventata una ragazza completamente squilibrata, incapace di vivere o concepire l'amore (non a caso uccide l'amichetto di cui è innamorata).
Una ragazza, come le dice il padre, senz'anima.
("Dammela", "Dammela")
In tutti e 3 i casi questi nemmeno ventenni sono ragazzi plagiati, spersonalizzati e distrutti da un'educazione disastrosa e inumana.
Qualcuno è imploso, come Yu, qualcun altro fa una vita abbastanza regolare ma piena di tare mentali, come Yoko, qualcun altro è letteralmente esploso, come Koike, diventata un'assassina, una gangster, una senza più un cuore.

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Ma di plagio e controllo mentale si continuerà a parlare anche in senso più macroscopico, con la Chiesa Cattolica, la setta della Chiesa Zero e anche con altri piccoli personaggi, come il Santone della Fregna.
Insomma, Love Exposure è un film essenzialmente sull'indottrinamento e sulle educazioni assassine.
Ma chi c'è dietro questi indottrinamenti ed educazioni sbagliate?
L'uomo.
Non l'Uomo, l'uomo.
Perchè, e dopo Tag ne abbiamo tremenda conferma, Sono considera l'uomo, il genere maschile, come portatore sano di cattiveria, perversione, potere, malvagità.
In tutti e 3 i casi elencati sopra è il padre quello che ha distrutto i propri figli. Ma questa sfiducia nel maschio, questo metterne alla berlina la malvagità e la perversione, sarà una costante di tutto il film.
Certo, se su Tag l'avevo visto come vera e propria chiave di lettura qua è solo una delle tante tematiche presenti.
E continuando a passare di tematica a tematica in questo modo così a spin off,qual è una delle aberrazioni principali del maschio?
La perversione, come detto.
E Love Exposure diventa così un film simbolo di un paese tremendamente feticista, "disturbato", incapace di vivere il sesso in maniera canonica e pura.
L'ossessione per le mutandine, i rapporti semi incestuosi, la produzione di filmini hard, le confessioni terribili dei deviati sessuali, la continua ripetizione della parola "pervertito" (Sono esagera in questo, perde il senso della misura e fa sì che alla fine una parola ripetuta così a lungo perda di potenza), il mondo che il grande regista giapponese racconta è un mondo che col sesso ha problemi immensi.
E il paradosso diventa invece che la cosa più trash del film, l'erezione di Yu -da un certo momento in poi onnipresente-  (anche questa una delle tante, troppe, ripetizioni inutili) diventi invece simbolo dell'amore, ma dell'amore più puro e vero, quello esclusivo (nel senso che esclude tutte le altre) e addirittura legato a qualcosa di ancora più alto, trascendentale, la Vergine Maria.


Certo che se l'amore è legato ad un cazzo che si alza non siamo messi benissimo.
In realtà il messaggio non è questo. Yu è stato cresciuto in una maniera aberrante, timorato di Dio, costretto a credersi sempre e comunque un peccatore.
E in questo caso l'erezione, che, si sa, è quasi del tutto incontrollabile come cosa, è l'unico modo per cui almeno il suo corpo può ribellarsi al plagio avuto dalla sua mente e dal suo carattere.
Insomma, quasi una rivoluzione, un'ammutinamento, rispetto a quello che lo hanno fatto diventare.
Che poi, l'amore, in Love Exposure -che già dal titolo ne è la mostra- compare qua e là in tutto il film.
Probabilmente anche Koike ne è travolta ma lei non sa controllarlo, non riesce a vederne le connotazioni positive, ma solo quelle distruttive.
Come uccise il compagno di classe che amava così sarà lei stessa ad uccidersi, commettendo harakiri, una volta che Yu gli sarà portato via per sempre.
E Yoko?
Beh, Yoko, in una delle scene più belle del film, cita un passo biblico sull'Amore di una potenza (anche aiutato da location e dal momento) davvero impressionante.
Del resto lei, innamorata, lo sarà per tutto il film, dalla prima volta che vide Sasori alla fine.
Se non bastasse tutto quanto detto finora Sono ci regalerà l'ultimo quarto d'ora, bellissimo, che è in tutto e per tutto un inno all'amore come raramente se ne vede al cinema.
Sì, o.k, tante parole, tante tematiche, ma il film?
Beh, il film è un grande spettacolo. Montato benissimo con continui avanti e indietro nel tempo e, nel presente, alternanza tra i vari protagonisti, Love Exposure ha dentro tutto quello che eravamo abituati ad avere con Sono.
Scene splatter devastanti (il taglio del pene; il solito, immancabile, massacro a scuola; l'uccisione del capo della Chiesa Zero), sequenze di arti marziali, grandissima attenzione ai costumi (con il bianco candido dei cattivi della setta contrapposto al nero corvino del buono Yu), regia sempre una spanna sopra, personaggi sovraesposti ma quasi mai unidimensionali (penso a Saori ad esempio, ma quasi nessuno lo è), colonna sonora fantastica in cui, godendo, ho ritrovato le tracce del prologo di The Fall e quelle di Allegro non troppo di Bozzetto.

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Eppure ci sono anche tanti errori, alcuni d'accumulo (la Chiesa Zero viene gestita male, all'inizio sembra un'associazione di gangster, poi una finta di carità a scopo di lucro, poi una sul controllo della mente, poi ancora, nella base, una specie di organizzazione scientifica che fa esperimenti, troppa roba senza darci mai un'identità precisa), altri concettuali (incredibile che Koike non abbia alcuna ripercussione, che non ci venga mostrato nulla, dopo l'omicidio del suo compagno di classe) e altri di montaggio (due davvero pacchiani su degli inseguimenti, uno dentro la Base, l'altro nella fuga dal manicomio, 20 persone dietro a lui, cambio inquadratura non c'è più nessuno...).
Per non parlare dell'ultimo frame, davvero malfatto e quasi distruttore di una parte finale bellissima.
Rimane un film monstre, uno di quelli oggettivamente grandi, forse grandissimi.
C'è chi lo considera il capolavoro di Sono.
Forse non io.
 Ma non faccio fatica a capirlo

8

33 commenti:

  1. Ora toccherà a -Why Don't You Play in Hell?- per fare cinque su cinque. Poi...
    ;)

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    1. Suicide Club son quasi sicuro che ti piacerà molto, ho dubbi su Noriko perché ci sono cose che odi ahahah

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    2. Per Himizu adesso gira una versione hd, abbastanza pesantuccia intorno ai 5giga, magari se trovi qualcuno che te la rimedia te lo vedi in alta definizione. I sottotitoli comunque usa quelli che ti ho dato io, perché quelli di asianworld sono un po' scarsini, penso di averne modificato almeno 50 battute.

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    3. eh sì, ricordavo che non era male, dopo avevo trovato quella in hd e non ci ho più guardato.
      Per Suicide Club purtroppo ho controllato diverse versioni e quella è la migliore, un film dei primi 2000 senza ristampe recenti è difficile che abbia buona qualità.

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  2. é un peccato non ti sia piaciuto di più...per me rimane uno delle visioni-esperienze più belle e totali che abbia mai fatto, anche se oramai ricordo non molto del film dato che l'ho visto credo un tre annetti fa circa. Ho letto la rece e ci sta tutto quello che dici, lo capisco, però l'unica cosa secondo me è che film del genere non si devono spezzare. Certo capisco che la durata non è proprio una passeggiata però io ricordo che non feci manco uno sforzo per arrivare alla fine, anzi te lo dico sinceramente avrei desiderato durasse di più ;) ma questi son discorsi personali

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    1. Ovviamente la visione in 3 pezzi non è stata voluta...
      La odio.
      Credo mi sarà capitato 3,4 volte in vita mia
      Il problema è che dovevo vederlo entro il 31 e allora dal 29 ogni momento libero c'ho provato

      c'è da dire che pur trovando anche ogni parte bellissima non ce n'è mai stata nessuna che ho letteralmente adorato

      le prime due ore, ad esempio, le ho viste di fila e sono la durata di un film parecchio lungo

      e niente, bello, bellissimo, ma non diventava uno dei "miei" film

      probabilmente col tempo, però, lo considererò anche io il Sono migliore, pensa te ;)

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    2. Sono d'accordo con Pietro (e Claudio): quando lo vidi al cinema alla fine non mi era sembrato che fossero passate quattro ore!

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    3. Però è buffo che tutti e 3 vi siete soffermati solo sulla faccenda che ho un pò faticato per la durata ;)

      secondo me avete letto solo le prime 5 righe

      e avete fatto bene!

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    4. @Pietro: sì, 5 anni fa, grazie alla retrospettiva organizzata durante il Torino Film Festival!

      @Caden: era la cosa più "facile"! poi, considera che io il film l'ho visto ormai 5 anni fa e ho la memoria di un pesce rosso...

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    5. Guarda, secondo me per come è strutturato il film è abbastanza importante la visione globale. Muovendosi su questi territori è tutto un gioco di equilibrismo e di specchi. Alla fine mica hai detto stronzate in recensione, magari ti modificava un po' l' impatto :)

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    6. ma pensa se gli ho dato 8 così e ho scritto che forse, a lungo andare, lo considererò il capolavoro di Sono quando poteva esseme piaciuto se l'avevo vissuto più come voi

      no, però era buffo che tutti e 3 avevate esordito con la faccenda della lunghezza

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    7. In effetti da come scriviamo sembra che tu il film l' abbia schifato (che sarebbe anche legittimo oh). Siamo molto pop in questo.

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  3. Mi accodo al commento di Pietro eheh. Purtroppo questo film andrebbe visto tutto in una botta e non sempre è possibile, specialmente se bisogna evitare Moccia :)
    Come effetti non so cosa cambi perché io non l' ho mai spezzato, forse ti sarebbe parso più omogeneo il discorso della setta: quelle cose che descrivi come discontinue, sommate ti danno proprio una setta, quella di Aum in particolare, ma puoi pensare a Scientology, amplificando il discorso "gruppi che chiedono la carità" con "ricconi coglioni come Tommaso Crociera che ti sganciano i soldi" :D
    Su Koike in realtà lei quando trova il padre con la bandiera alzata era tornata dal riformatorio, non viene mostrato certo, ma d' altronde è una sequenza flashback, ci sono salti temporali, anche l' omicidio dovrebbe avvenire intorno ai 14-15 anni per come son vestiti, non è che si capisca bene perché l' attrice c' ha quella faccia lì, non proprio adatta a sembrare piccola (altrimenti lei è bravissima, l' ho vista in un altro paio di film).

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    1. Esatto, il problema è stato quello, Moccia che me correva dietro e che io a saltelli cercavo di evitare ;)

      Riguardo la setta ti dò ragione in parte.
      Nel senso che sì, è vero, le sette sono tutte quelle cose, hanno mille facce, quelle più o meno ufficiali e quelle più o meno "alte" (nel senso che quelli che stanno sotto non conoscono)

      ma io contestavo il fatto che finisci il film e non capisci assolutamente sta setta che sia.

      E un'altra cosa. Se le varie facce della setta le avessimo scoperte insieme al nostro personaggio o.k, bellissimo.
      Ma la setta ce la presente Koike quando presenta sè stessa.
      E ci dice i "dietro" le quinte, la droga e tutto il resto.
      Mentre alla fine c'è quella base.
      Perchè allora lei non ne fa menzione?
      Ecco, m'è sembrato un tradimento di sceneggiatura e una cosa poc verosimile

      riguardo la cosa del post omicidio devo rivederla allora

      a me è sembrato che si passi da lei che uccide a lei tranquilla e beata da un'inquadratura all'altra

      ma forse mi sbaglio

      assolutamente, faccia particolarissima che non dimostra per niente l'età che dovrebbe avere nel film

      ma sì, bravissima

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    2. Mi sono andato a vedere le colonne sonore che hai citato: se passa un bacchettone di musica te se magna coi panni addosso per non aver nominato i legittimi proprietari. Vabbè che per questi, è pure sacrilegio usarle nei film a piacimento, quindi ce ne possiamo fregare altamente :)

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    3. No, ma la mia frase non era riferita alla bellezza o alla fama dei brani.
      Ho solo scritto che ascoltandoli mi sojo venuti alla mente il prologo di The Fall e quel capolavoro di Allegro non troppo.
      E l'emozione è derivata da questo, brani a parte

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    4. Hai fatto bene, così mi son appuntato The Fall.

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  4. Secondo me il Sono più "misurato" è quello di The Land of Hope, però, se posso consigliare, io affronterei Guilty of Romance (Koi no tsumi) che a me era piaciuto tantissimo, molto kafkiano (del resto si ispira a Il castello...)

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    1. Cazzo, e perchè non me l'avevate mai detto che c'era un film di Sono ispirato a Il Castello?

      marrani!

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    2. mah? perché tu non ce l'hai mai chiesto? ah ah ah :)

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    3. C'è Sono per tutti ahah
      Il riferimento è al valore simbolico del Castello, non so poi narrativamente quanto lo rispecchi, non avendo letto il libro dato il mio analfabetismo. Ah, è anche il più sessualmente spinto dei non pink movie/porno.

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    4. no no, narrarivamente secondo me c'entrerà poco o nulla.
      Anche perchè narrativamente Il Castello di Kafka è davvero poca cosa. Non conta tanto quello che accade ma l'incredibile atmosfera che ne scaturisce

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    5. secondo me invece è abbastanza "kafkiano"...
      comunque ho appena scoperto che uscirà Shinjuku Swan 2!

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    6. Io onestamente sono più interessato a quella cosa che è apparsa, credo non molti giorni fa, su imdb sempre per il 2017: "Untitled Sono Sion Project (filming) " :D

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  5. E’ il mio primo Sono (regista jap di culto), ma anche uno dei 5 film “all time” che mi sono promesso di recuperare nel 2019. Vero anche che, con il cinema orientale, non sempre sono in sintonia e ….. e questa volta, a fine film, mai prima (nonostante 4 ore di visione), ho detto “non mi è piaciuto”.
    Per tutta la lunga, troppo lunga durata del film (tra ripetizioni, passaggi non significativi e altri mal riusciti, probabilmente si poteva ridurre il minutaggio di oltre 1 ora), mi aspettavo un qualcosa che avesse giustificato e/o riscattato il resto. Invece, la prima parte è quasi debolmente demenziale, la seconda (la migliore) copia di “kill Bill”, la terza quasi noiosa e così fino alla fine. La storia d’amore l’ho subita, i personaggi ben caratterizzati sempre troppo “esagerati”, esibiti, cartoonizzati ops manganizzati. Avevo riposto molto sullo sviluppo del controllo, della Setta, ma proprio la “White Church” risulta uno dei punti più deboli del film. Non fa paura, non si capisce cosa sia, o meglio racchiude troppe cose appena o mal accennate. Male anche alcune sequenze, non credibili, mal gestite pure nel montaggio.
    Davvero mi ha deluso e “a freddo”, mi è rimasto ancora meno. Certo Sion Sono alla regia ha molte qualità e in genere il montaggio è valido, così come alcune sequenze sono memorabili, ma troppo poco per un prodotto così trasbordante, così esibito. Ci sono temi di denuncia, di critica, soprattutto Sono sembra aver poco riguardo per le dottrine, le regole imposte, poca fiducia negli esseri umani, negli uomini, ma in 4 ore tutto si perde. Un tale mi disse: “vuoi far capire qualcosa ad un pubblico, a tuo figlio? … digli solo UNA cosa!” Sono fa il contrario, dice troppo e troppe volte.
    Figa la colonna sonora

    VOTO ***

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    1. oh santa peppa, ho messo 8 a sto film e non ricordo nulla...

      ma era talmente lungo e con così tante cose che una sola visione, tra l'altro meno entusiasta del previsto, non basta

      mi sono letto di gusto il tuo commento (tra l'altro in due anni mi sembra che scrivi e analizzi sempre meglio) ma davvero non c'è un singolo punto dove adesso riesco a replicare

      comunque c'è la recensione (che so non leggi prima) per fare tutti i confronti, a occhio secondo me in molti punti ci ritroviamo

      prova Cold Fish!!

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

2 metti la spunta qui sotto su "inviami notifiche", almeno non stai a controllare ogni volta se ci sono state risposte

3 ciao