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21.3.19

Oltre l'immagine, viaggio nel significato nascosto dei film ( 6 ) - Lost - di Edoardo Romanella

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Lost è la cosa più grande che abbia mai visto, cinema, tv o qualsiasi cosa audiovisiva mai esistita.
Non è tanto una questione di qualità (immensa) ma di un'esperienza vissuta anni e anni, indimenticabile, e non più ripetibile in vita mia.
Edoardo nella sua rubrica ce ne parla, come al solito cercando di svelare qualche punto oscuro o interpretabile.
Certo, sono 10 anni che si parla di Lost e dei suoi segreti, sono usciti anche libri, ma magari può essere un piacevole ripasso o uno sprone per chi non l'ha ancora visto

Prima di iniziare quest’articolo è doveroso fare una premessa: Lost, e tutta la sua tipologia di genere, si ispira nella modalità di realizzazione alla serie televisiva Twin Peaks, per questo non è affatto rivoluzionario.
Una volta chiarito questo importante concetto possiamo anche inchinarci di fronte a quella che considero essere LA PIU’ GRANDE SERIE TELEVISIVA DI TUTTI I TEMPI.

Trama: Jack Shephard è su un aereo diretto da Sydney a Los Angeles: beve un cocktail, flirta un po’ con la hostess, e improvvisamente l’aereo cade, si schianta su un’isola, 48 sopravvissuti (72 in realtà)…è l’inizio.


Durante l’arco della sua carriera, J.J.Abrams non si è rivelato un grande regista, nè a livello di idee, nè a livello tecnico. Eppure questa serie l’ha davvero azzeccata.
Nelle prime due stagioni è tutto suggerito, lo spettatore non sa mai di preciso cosa sta accadendo; poi arriva la terza, alcuni arcani vengono svelati, la serie “cala” un po’ sia di suspance, sia di idee, e così anche nella quarta e nella quinta stagione, per poi riprendersi appieno nell’ultima, con un finale eclatante, che in molti però non hanno ben compreso. I personaggi sono splendidi nelle loro complessità e in come tutte le loro personalità cambieranno con le esperienze che mano a mano si troveranno a vivere: Jack Shephard, un medico, il “protagonista”, e il personaggio che comunque funziona meno, poichè ricalca in un certo senso la tipologia dell’eroe americano, incorruttibile, sempre misericordioso con chiunque, nonostante le azioni altrui; James “Sawyer” Ford, un truffatore dal lato comico disposto a tutto pur di ottenere quello che vuole, ma che col tempo cambierà; Kate Austen, una fuggitiva bellissima dall’animo nobile; Charlie Pace, ex rockstar e tossicodipendente prima dello schianto, anche lui cambierà; Sayid Jarrah, ex torturatore iracheno; Hugo Reyes, strano ragazzo vincitore della lotteria; John Locke, interpretato da Terry O’Quinn, il personaggio che preferisco, una delle migliori performance attoriali della storia delle serie Tv, il personaggio più misterioso tra i sopravvissuti, prima dello schianto paralizzato, ora ha riacquistato la mobilità.


E oltre a loro molti altri, tutti costruiti con una cura maniacale a renderli unici nel loro genere, e a rendere Lost una droga, con lo spettatore un ignaro tossicodipendente in crisi d’astinenza.
La serie tuttavia non è priva di difetti, come del resto non lo era Twin Peaks, uno su tutti è la rappresentazione del Male come un fumo nero, immagine che non è affatto efficace. Questo è dovuto in parte al pubblico al quale è destinata (come per Twin Peaks), ovvero di tutte le età (tant’è che l’hanno trasmessa in prima serata sia su Fox che sulla Rai).
Non importa comunque, perché più che sulle immagini vere e proprie, questa serie è basata sul loro simbolismo, ed è proprio questo il punto forte: la simbologia. Frequenti sono le citazioni alla Bibbia e filosofi, e a indicarlo sono i nomi dei personaggi stessi: da Jack Shephard (Shepherd nella Bibbia è il pastore), a John Locke (Locke era un noto filosofo), a Desmond Hume (altro noto filosofo, David Hume), a Mr Eko (chiaro omaggio al teologo Meister Eckhart e al grande Umberto Eco) e così è per tutti gli altri.
Ogni azione di per se non è importante in quanto tale, ma in quello che rappresenta, come già detto per il fumo nero ( il Male), che anche se non è un’immagine potente, è fondamentale per l’intento del regista, ovvero il messaggio su cui si basa l’intera serie: il dualismo tra Fede e Ragione.

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Tutti gli eventi che lo spettatore vedrà si basano su questo dualismo, venendo dapprima mostrata una cosa apparentemente inspiegabile, e poi, dopo qualche tempo, taac, arriva la spiegazione logica e razionale: il fumo inizialmente verrà creduto un’allucinazione, l’isola fornita di una inspiegabile “forza” attribuita a un eccessivo magnetismo, i misteriosi individui che risultano essere scienziati (alcuni nati lì) che ricercano relazioni tra l’isola e le persone, gli sbalzi temporali dovuti a una esplosione nucleare, immagini di ispirazione biblica di due fratelli (dei quali uno ucciderà l’altro per “salvarlo” dal male del mondo), eccetera, eccetera, eccetera.
Perfino nell’ultima stagione, quando lo spettatore si trova a pensare che ciò che sta vedendo è tutto ad di fuori della logica e soprannaturale, ecco che il regista mostra, parallelamente agli eventi lineari, un’altra linea temporale, dove Jack, evidentemente addormentato, viene svegliato dalla voce del pilota, che comunica che l’aereo sta per atterrare a New York. Tutti i personaggi sono presenti sul quel volo, e alcuni a New York a svolgere comuni lavori come professori, musicisti, fisici.
Anche in questo caso arriva la spiegazione: tutta l’esperienza, le immagini, gli eventi, tutto è scaturito dalla mente di Jack, per associazione di immagini, nel frangente in cui era addormentato…ma non è così, è stato tutto realmente vissuto, gli eventi e i rapporti, e quella che si crede essere la vera linea temporale che spiega tutto è in realtà una specie di purgatorio, dove tutti sono finiti, perché, anche se deceduti in anni diversi, dopo la morte il tempo non ha più importanza. Coloro che hanno instaurato dei legami si ritrovano, e presa coscienza di ciò, possono finalmente passare nell’aldilà.
Non mi dilungherò oltre, questo è solo un brevissimo riassunto, ci sarebbe troppo da parlare, e non basterebbe un mese per tutte le citazioni alle quali fa riferimento, tutti i personaggi, tutte le esperienze mostrate, per cui finisco qui, ricordando il messaggio: alla fine sulla ragione vince la fede. La fine non è la fine.
“Scacco matto, Mr Eko” Hugo Reyes

4 commenti:

  1. Spero in una puntata su Carnivale

    https://www.youtube.com/watch?v=yF9Cdb9Hjxg

    La prima stagiona per me è veramente ottima,su tutti i fronti specialmente a livello tecnico:regia,fotografia,costumi,attori....

    Lost molto bella ma io faccio parte dei delusi a me l'ultima stagione non ha convinto.L' ho trovata frettolosa e non esauriente del tutto

    N.C.

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    1. Tutti i miei articoli che vedi li ho già scritti da tempo...arriverà anche Twin Peaks, ma Carnivale non l'ho mai vista, prima dovrei vederla...da ciò che so comunque, riprende il concetto di fondo di Lost, che a sua volta riprende da Twin Peaks: il simbolismo per rappresentare il dualismo tra bene e male

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    2. io azzardo dicendo che a chi ama Lynch non puo non piacere sta serie(poi son solo 2 stagioni purtroppo)

      E si ,se clicchi sul link ci sono i primi 20 secondi preceduti da una delle piu belle sigle mai viste ,dove si, questo dualismo fra bene è male è spiegato subito(troverai un volto familiare...)

      Quello che fa la differenza rispetto a Lost ed a molte altre serie è l' altissima qualità(ne causò addirittura la chiusura perchè costava troppo)

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  2. Ad un certo punto mi sono perso e ciao...personalmente bella ma non eccezionale.

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