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12.5.23

Recensione: "The Menu" - Quattro horror in quattro giorni - 3 - Su Disney Plus

 

Terzo film di questa "quattro giorni" di horror in climax ascendente di valore.
The Menu è un film che è stato criticatissimo e io fatico a capire perchè (in realtà lo sospetto, è stato talmente pubblicizzato che poi è finito nelle fauci del pubblico che non sopporta i film di cui parlano tutti).
Io l'ho trovato divertente, originalissimo, ben girato, cinico, perfettamente riuscito.

Un ristorante di altissimo livello in un'isola sperduta.
"Un'ultima cena" per lo chef Slowik.
Una serata che diventerà sempre più terribile per tutti gli invitati.
Un altro film, come Il Cigno Nero, come Whiplash, sulla ricerca della Perfezione.
Che poi un film con Fiennes e Anya è bello in partenza su.

PRESENTI SPOILER

Ma che vi ha fatto The Menu?
No, ditemelo.
Sono come al solito arrivato alla visione senza leggere commenti, recensioni, trama, niente.
Eppure ero reduce da mesi in cui mi comparivano davanti "quanto è brutto", "ridicolo" etc...
Ora... capisco che un film di cui tutti parlano e che vi compare 50 volte in home page lo odiate a prescindere ma, veramente, questo sarebbe un pessimo film?
The Menu è originale, "divertente", cattivo, nuovo, affascinantissimo per location e sviluppi.
Suvvia, come direbbero i saggi.

Una decina di ricconi e/o personaggi famosi vanno in una piccola isola dove ha un ristorante (e vive persino) Julian Slowik, straordinario chef, molto eccentrico.
Pensano di andare a godersi una straordinaria serata (del costo di migliaia di dollari) e mangiare cibo eccezionale.
Si sbaglieranno, per Slowik e il suo staff questa cena è molto di più che un semplice servizio.
E' LA cena.

The Menu (che ho visto ben due volte sia perchè lo ricordavo poco che per piacere personale) è uno dei film mainstream più originali che mi sia capitato di vedere questi ultimi anni.
Una commedia nera, un horror pieno di umorismo, un film satirico, tante cose insieme.
Una geniale declinazione di uno dei sottogeneri che più amo, quello delle sette.
Tutto poggia sullo straordinario personaggio di Fiennes, chef stellato, anticonformista e geniale arrivato ad un tale punto di consapevolezza (o, guardando la cosa dalll'altro lato della madaglia, ad una tale pazzia) da decidere che quella cena sia L'ULTIMA cena.
L'ultima cena sua, di tutto il suo staff (una ventina di ragazzi che lo idolatra e che, proprio come una setta, è contento di morire per lui quella sera) e di tutti gli invitati alla cena, accuratamente selezionati dallo stesso Slowik.
Ci sono persone che lo hanno rovinato nel lavoro come la critica Bloom (forse uno de 2/3 personaggi più riusciti) accompagnata dal suo leccaculissimo amico (i loro dialoghi sono tra i migliori del film), alcuni che invece quel suo lavoro non lo apprezzano come dovrebbero come la coppia di miliardari che è venuta 10 volte in quel ristorante senza ricordarsi un solo piatto, ci sono 3 giovani arrivisti legati al proprietario del ristorante e persino un attore che ha la sola colpa di essere il personaggio principale di un orribile film che Slowik ha visto nel suo unico giorno libero dal lavoro.
E poi c'è la nostra coppia protagonista, che differisce dagli altri.
Perchè lui, Tyler (personaggio insopportabile e apparentemente non credibile ma in realtà, come si svela nel finale, un vero malato di mente che addirittura sapeva di andare a morire) adora Slowik con tutto sè stesso (l'unico là dentro) e lei, Margot, è l'unica che non doveva essere presente (ha sostituito l'ultima ragazza di Tyler).
Ma anche Tyler, per Slowik, è uno che merita di morire perchè perfetto esempio di quelle marionette idolatranti e saccenti che poi, in realtà, di cucina capiscono nulla.
In questo senso la scena in cui Slowik lo costringe a cucinare, umiliandolo, è una delle più belle del film (ma sono tante).

Slowik quindi, ossessionato da sempre dalla ricerca di perfezione (questo film si inserisce in un filone molto interessante sul tema, come Il Cigno Nero, Whiplash o The Perfection) crea questa serata finale che, in qualche modo, quella perfezione dovrà raggiungere.


Lo farà nei piatti (ah, meravigliosi, di altissima cucina e fotografati da Dio, non come accadeva purtroppo in quel gran film che è Boiling Point dove, forse per colpa del piano sequenza, questa sensazione di altissima cucina non c'era), lo farà metaforicamente, lo farà esistenzialmente.
Una specie di Canto del Cigno straordinario in cui sublimare tutta la sua Arte (un'Arte "sull'orlo dell'Abisso) e la sua vita.
Una "morte concettuale".
Con lui morirà tutto il suo staff che, come nel lavoro l'ha sempre considerato come un Dio, così adesso farà anche riguardo alle proprie esistenze.
"Siamo una famiglia", del resto dice la folle Elsa all'inizio del film.
Perfetta, in questo senso, la scena del piatto "Massacro", dove l'allievo migliore, quello che per anni ha aspirato a prendere il posto di Slowik, si uccide, consapevole che quel posto non l'avrebbe mai preso e che tutta questa ossessione l'ha invece portato ad una "vita non vita", un vero e proprio massacro appunto (scena bellissima, sia turning point del film - perchè solo da qui tutti capiranno la gravità di quello che sta accadendo - sia perfetta metafora della consunzione che un lavoro come quello, quando diventa ossessionante, può far raggiungere).

Il film, secondo me, non ha praticamente difetti.
L'aria assurda e grottesca che lo contraddistinguono rendono infatti non solo accettabili, ma addirittura riusciti alcuni personaggi o passaggi che, in un film più realistico e serio, sarebbero risultati davvero deboli.
Tantissime le cose da ricordare (oltre a quelle già menzionate).
Il primo discorso di Slowik che, a rivederlo poi, sa tanto di commiato esistenziale, di addio al mondo, di viversi quell'ultima esperienza con tutti sè stessi.
Il primo piatto, quello "dell'isola", che ci porta ancora di più in una dimensione extra-umana per cui le nostre esistenze diventano niente rispetto alla Natura.
Il "pane senza pane", provocatorio e forse primo indizio di una Vendetta che si sta compiendo.
Il piatto della Memoria, forse il più geniale del film, sia perchè ripercorre un trauma di Slowik (le forbici nella coscia del padre che stava uccidendo la madre che qui si "trasformano" in una forbice in una coscia di pollo) sia perchè riguarda la "memoria" di tutti gli invitati visto che ognuno, stampata nella propria tortilla, potrà vedere l'immagine di un qualcosa del loro passato che, in qualche modo, li ha portati ad essere le vittime di Slowik.
E poi il padrone del ristorante fatto affogare vestito d'Angelo (sentite il "silenzio", dice Slowik, quel silenzio simbolo di perfezione), la sous chef che accoltella Slowik perchè in passato reo di averla voluta violentare (nel film c'è sempre questo concetto di vendetta e di "pareggio dei conti" prima di morire), la "caccia" agli uomini (che richiama Battle Royale), la sopracitata scena dell'umiliazione di Tyler (che bello che anche quel suo piatto ci venga presentato in "food photography" come gli altri), la sequenza in cui la Taylor-Joy (mamma mia, sempre più mia Dea personale) scova la stanza segreta di Slowik, una stanza dove ritrova il "vero" Julian, quello ormai perso dietro ossessioni, ricerca della perfezione e fama, l'arrivo del barcarolo e tutto quello che succederà con lui (bellissimo quando con la pistola accende la candela e poi semplicemente va a rimettere la divisa da cuoco) e il finale, con Anya che chiede a Fiennes di cucinarle un hamburger, sperando - riuscendoci - di colpire l'unico suo nervo debole, quello della malinconia per una vita che non gli appartiene più (concettualmente siamo molto vicini alla ratatouille di Ego).


Bello bello bello, tutto.
Questo, a differenza ad esempio de La Casa - Il Risveglio del Male, è anche uno di quei film in cui le minime parti umoristiche non sono mai fuori luogo perchè lo spettatore percepisce che quello è il mood dell'intero film, e non delle sfumature posticce e pasticciate che lo depotenziano.
Anya si salverà perchè essere umano "puro", che ha sempre trattato Slowik senza ipocrisie, sia nel male (offendendolo a più riprese) che nel bene (regalandogli una malinconia autentica e ricordandogli cosa vuol dire cucinare con amore, senza ossessione).
Il suo salvarsi sembra quindi perfettamente coerente con tutta l'impalcatura del film (del resto lei era l'unica a non essere stata scelta per morire) e non il solito clichè della survival girl.
Film che, sono sicuro, rivedrò anche per la terza e quarta volta

7.5

21 commenti:

  1. Lo vidi al cinema appena uscì; non fui particolarmente entusiasta a fine visione, non per particolari difetti del film ma per i toni forse troppo macchiettistici di alcuni personaggi, uniti a comportamenti di altri forse un po' poco coerenti al contesto in cui si ritrovano, ma tutto assolutamente voluto, quindi poco contestabile...
    Ricordo però che non capí il senso della parte in cui gli invitati venivano liberati per poi essere ricatturati tutti poco dopo...forse per togliergli anche l'ultimo barlume di speranza? Un po' forzato, ma magari é una svista mia.
    Per il resto, un film non per me, ma che tutto sommato ha ottimi spunti, intrattiene e funziona; può non piacere ma son d'accordo che non meriti tutte le critiche che ha ricevuto.

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    1. Io l'ho visto due volte e i difetti che notai la prima volta sono stati completamente annullati la seconda (a volte accade il contrario)

      Capisco perfettamente ogni cosa che dici, super sensata

      La cosa della "caccia" è per umiliarli, fargli credere di poter scappare senza poterlo fare, fargli capire quanto ormai siano tutti nelle sue mani

      per chiudere "film per me" questo, ahah, quindi torna tutto

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  2. Sono un frequentatore di ristoranti stellati, ne conosco alcune follie e l'ambiente che vi regna, ma soprattutto la (dis)umanità che li anima; pertanto ero molto curioso alla visione. Film decisamente intrigante, curioso e a tratti sorprendente. Tra esagerazioni e vere e proprie esasperazioni, il risultato, nonostante alcuni piatti non siano del tutto riusciti, soddisfa il palato e, benchè lontano dall'essere sazio, mi ha divertito. Cast discretamente assortito, ma sotto tono, invece funzionano il sarcasmo, il grottesco e la critica a certa società. Visione consigliata anche a chi si può aspettare tutt'altro sviluppo, ma non fatevi spoilerare nulla

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    1. Io mai stato anche se da proprio un anno è arrivata la prima stella qui a Perugia, a un ristorante a 1 minuto e mezzo da casa mia (non ci andrò, non amo l'alta cucina)

      quindi molto interessante sapere la tua

      il cast secondo me passa da debole a eccellente (almeno 4.5 personaggi e relativi attori per me sono ad alto alto livello)

      d'accordo su tutto il resto ;)

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    2. amo l'alta cucina, mi stimola, mi diverte assaggiare, sono un curioso ...
      di certo, la forma e la precisione sono limiti per il relax e il piacere

      .... capitolo a parte il "portafoglio".

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    3. ma io vivo per la cucina eh, è la mia più grande passione (anzi, tra una settimana anche lavoro)

      ma non l'alta cucina, zero

      la figlia invece la adora, l'alta dico ;)

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    4. Sarebbe interessante come 4° film mettessi il nuovo di Brandon Cronenberg .
      The menù , visto , apprezzato , cazzaro , grottesco , eccessivo , scarso ,stupido.
      Alla fin fine la sufficienza la strappa

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    5. No, Infinity Pool mi dò qualche mese sperando esca in piattaforma legalmente

      No no, il quarto è un "classico", o comunque un cult contemporaneo

      sempre se riesco a scriverlo, ahah, sti giorni devo fare mille cose e ho anche altri due film da scrivere

      mal che vada sarà una "quattro horror in quattro giorni" che si ferma a 3, mi ci riconosco!

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  3. Dimenticavo ,se cerchi una stracazzo di bomba sull'alta cucina c'è il film Thai "Hunger" su Netflix.

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    1. Me l'ha fortemente consigliato un'amica, messo in watchlist un mesetto fa

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  4. Mi stava piacendo molto, mi è solo preso il cribbio per l'americanata del cisburghe. Quella diamine di porta mi affascinava poi a un certo punto mi son detto, sta a vedere che dietro quella porta c'è quello che mangia il cuoco e in realtà lui ama il McDonald. Quasi. ARCHHHH col formaggio americano. sì. che non si scioglie. Achhhhhrhchchghgh lo preparo con cura sorridendo.

    "quello della malinconia per una vita che non gli appartiene più (concettualmente siamo molto vicini alla ratatouille di Ego)." Sì, bello, ma il -come- fa incazzare qui. Piaciuto comunque. Credo.

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    1. Ahah, ci sta!

      Americanata, vero, però in un film così sopra le righe e assurdo a me è piaciuta la cosa, l'avrei gradita meno in un film verosimile

      sta cosa del formaggio americano non la sapevo...

      sì, ti è piaciuto dai, non rompere i coglioni

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  5. Lo hanno stroncato quasi tutti ma io concordo con te, è davvero un film interessante ed originale, in più c'è tantissima bella roba a livello di recitazione. Devo ancora riguardarmelo in v.o. e non vedo l'ora!

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    1. Ma io boh infatti...

      Io visto due volte ma sempre doppiato :(

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  6. Decreta chiaramente la fine del cibo in quanto viene criticato come una recensione, deriso, discusso da chi vuole portarlo agli albori delle origini combinate alla moda di ritornare in cucina tutti quanti, visto che il gregge segue ciò che attira. Nel film si da fuoco a tutto ciò che è davvero il problema: esseri disposti a spendere uno stipendio per provare questa moda, sputando in faccia alla fame, alla povertà, al cibo...e in un finale dove vince un semplicissimo panino, hanno ciò che meritano, purificati dal fuoco, elemento fondamentale sin dalle origini lontane per poter VERAMENTE cucinare. Un gioiello, altro che ridicolo.....

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    1. Assolutamente, lo chef dà fuoco a tutti gli "approcci" sbagliati che si possono avere con l'alta cucina ma resta il fatto che anche lui ci ha messo del suo coltivando un'ossessione che, come capiamo dal finale col panino, l'aveva portato lontanissimo dalla passione e dell'amore

      ripeto, per me un film bellissimo

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  7. In effetti, leggendo la tua recensione, ammetto di non avergli riconosciuto (alla prima visione) un originalità e una freschezza oggi assai rara. Forse la cosa che mi ha meno convinto è stata la componente "horror" che avrei gradito un pelo più marcata magari rinunciando alle sfumature di grottesco che purtroppo sono il mio punto debole. Insomma, restando un tema, ottimo piatto ma avrei aggiunto un po' di sale e pepe!

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    1. Ciao!

      Sì sì, ci sta alla grande quello che dici

      Ma per tanti è esattamente l'opposto, hanno amato The Menu per quel suo andare enormemente sopra le righe e metterci quella cattiveria e sfumatura horror senza però mai diventare un vero film di genere

      bel nick!

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  8. Ma sai che anche a me ha dato fastidio da morire questa cosa del cheeseburger? Che poi mi è sembrato un po' un controsenso il fatto che il film sembra perculare certe schifezze della tradizione americana (tipo la distruzione finale con il fuoco ispirata allo 'smore - mai sentito prima... un biscotto con dentro un marshmallow sciolto e cioccolato... bleah che orrore!) però poi basta un cheesburger per far sciogliere Slowik e a Margot per salvarsi.

    Ma questo è il mio voler cercare difetti a ogni costo, il film è divertente, intrattiene che è una meraviglia, critica sociale e sottotesti condivisibili e anzi che danno anche un po' fastidio al nostro lato edonista e esibizionista alimentato dai social... segno che ha centrato il punto.

    Solo io ci ho visto una critica anche a un certo tipo di approccio al cinema? Anche noi come spettatori possiamo scegliere se essere come i critici che si crogiolano nel loro ego e nella loro autoreferenzialità fino a tirare le cuoia (o come i finti intenditori-guru da social alla Tyler) o se goderci i film per quello che sono- principalmente intrattenimento senza troppe seghe mentali.

    D'ora in poi ogni volta che guarderò un film d'autore taiwanese o cecoslovacco mi sentirò toccato nel profondo per colpa di questo film ahahah.

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  9. A me invece Fabio sembra funzioni tutto sai?
    Rispondo intanto al tuo primo paragrafo (senza sapere se nel secondo specifichi meglio)

    Il Cheeseburger ricorda a Slowik che significa cucinare per amore e con amore, e non la ricerca della perfezione e del concetto che ha caratterizzato tutti i suoi anni da chef famoso. Quel cheesebuger è una madeleine del ricordo e anche concettualmente secondo me è perfetto.
    E no, il Cheeseburger ben fatto è un cibo molto buono, quasi sano, niente a che vedere coi marshmellow che proprio Slowik descrive come (vado a memoria) il più grande attentato al gusto umano

    insomma, non paragonerei i due piatti e non vedo attinenza

    Ah, ottimo, poi ne parlavi molto bene, ahah

    mai pensato a sta analogia col mondo del cinema, ma ora che la leggo mi pare perfetta

    forse, già che ci siamo, possiamo estenderla a tante altre cose, non solo cibo e cinema

    ma più che certe cinematografie, semmai l'analogia è quello di voler esser troppo sofisticati, "finti", perdendo l'amore per il cinema

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

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3 ciao