L'ultimo film di Sean Baker è, se possibile, il suo migliore (anche se io che ho come sfondo del blog The Florida Project sono combattuto).
L'ennesimo suo film con protagonista femminile.
L'ennesimo suo film sul mondo del sesso o della prostituzione.
L'ennesimo suo film con una protagonista "sbagliata", immatura, piena di contraddizioni, moralmente discutibile eppure, e qui sta gran parte della magia dei personaggi di Baker, amabile, umana, vera.
I suoi film pur raccontando spesso tematiche serie e importanti sono "leggeri", dolci, ironici, eppur non meno emozionanti.
Anora, se possibile, vira proprio nel comico tout court per gran parte della sua durata.
La storia di una spogliarellista che si innamora (finge di innamorarsi) del ricchissimo (e immaturissimo e superficialissimo) figlio di un oligarca russo.
Feste, sesso, soldi, un matrimonio a Las Vegas.
Un matrimonio che non s'ha da fare però, dicono i russi.
Si ride, tanto.
Eppure negli ultimi minuti il film diventa altro.
E lo fa attraverso un personaggio sempre rimasto sullo sfondo ma, in realtà, l'unico che c'è sempre stato.
Igor è la personificazione dell'amore, dell'affetto, della presenza, della protezione, dell'esserci.
E un finale da pelle d'oca ci darà le chiavi per raccogliere tutti i pezzi.
Stupendo.
L'ennesimo suo film con protagonista femminile.
L'ennesimo suo film sul mondo del sesso o della prostituzione.
L'ennesimo suo film con una protagonista "sbagliata", immatura, piena di contraddizioni, moralmente discutibile eppure, e qui sta gran parte della magia dei personaggi di Baker, amabile, umana, vera.
I suoi film pur raccontando spesso tematiche serie e importanti sono "leggeri", dolci, ironici, eppur non meno emozionanti.
Anora, se possibile, vira proprio nel comico tout court per gran parte della sua durata.
La storia di una spogliarellista che si innamora (finge di innamorarsi) del ricchissimo (e immaturissimo e superficialissimo) figlio di un oligarca russo.
Feste, sesso, soldi, un matrimonio a Las Vegas.
Un matrimonio che non s'ha da fare però, dicono i russi.
Si ride, tanto.
Eppure negli ultimi minuti il film diventa altro.
E lo fa attraverso un personaggio sempre rimasto sullo sfondo ma, in realtà, l'unico che c'è sempre stato.
Igor è la personificazione dell'amore, dell'affetto, della presenza, della protezione, dell'esserci.
E un finale da pelle d'oca ci darà le chiavi per raccogliere tutti i pezzi.
Stupendo.
A volte nel cinema ci sono dei finali non solo bellissimi, ma anche capaci, in pochi secondi, di far "rileggere" un film.
O dargli infinita più profondità.
O dargli infinita più profondità.
O fargli quasi cambiare genere.
Ecco, tutto questo accade nel meraviglioso finale di Anora, ennesima perla di Sean Baker, qui FORSE al suo film migliore (e che lo dica uno che ha come sfondo del blog The Florida Project è tutto dire).
Baker è un regista unico, quasi una mosca bianca.
Baker è un regista unico, quasi una mosca bianca.
Perchè fa un "non genere" quasi solo suo, ovvero quello di film dolcissimi, teneri, a tratti anche divertenti (Anora in questo senso per buona parte è addirittura un film comico) ma che affrontano comunque temi molto drammatici, importanti, in un modo tutto loro però, senza mai sfociare nel drammatico tout court ma dandoti le stesse emozioni e la stessa efficacia.
E, ormai dopo la visione di 4 suoi film, possiamo notare due "ossessioni" di Baker, o comunque due suoi punti fermi quasi insostituibili.
Il primo è che i suoi personaggi, in qualche modo, sono sempre nel mondo del sesso.
Le prostitute trans di Tangerine.
Starlet che fa la pornostar.
Halley che in The Florida Project faceva la ballerina sexy per poi cominciare a prostituirsi in casa.
Anora che fa la spogliarellista (e poi pure la escort).
E per curiosità sono andato a vedere anche il soggetto di Red Rocket (che non ho visto) e, bingo, anche lì siamo dentro al mondo del sesso.
E questo rende anche più magico Baker, perchè i suoi film sono SEMPRE dentro contesti promiscui, laidi, di sfruttamento sessuale o di sesso visto come unica possibile fonte di guadagno.
Eppure è incredibile come riesca sempre a "mantenerli" dolci, leggeri, emozionanti, umani, con quei degradi di vita e di ambienti che diventano invece color pastello, ma non un pastello "finto" e macchiettistico come Wes Anderson ma realistico.
Come se quella di Baker più che una cifra stilistica sia piuttosto esistenziale, ovvero saper sempre descrivere e accogliere la vita col sorriso e la leggerezza, senza mai per questo sottovalutarne le brutture o sminuendone le difficoltà, anzi.
E il secondo must di Baker è che le sue protagoniste, oltre che sempre ragazze, sono anche esseri umani "tutti sbagliati", spessissimo immaturi, quasi sempre con pochi valori, arroganti, superficiali, maldestri, furbi, un disastro.
Ma anche qua abbiamo la magia, perchè in questo loro essere sbagliati e pieni di qualità negative noi li amiamo tutti, li "capiamo" tutti, riusciamo sempre a percepirne la bellezza che c'è sotto e un amore che hanno bisogno di scoprire, o di ricevere, o di dare.
E Anora, in questo, è un mezzo capolavoro.
E Anora, in questo, è un mezzo capolavoro.
Sì perchè - e finalmente arriviamo al film - Anora è il racconto di una ragazza di cui non conosciamo alcun passato (genitori assenti, solo un piccolo accenno alla nonna riguardo il nome russo) e che scopriamo essere arrivata a 23 anni senza alcun valore, immatura, sfrontata, arrogante, superficiale, una bellissima ragazza che sfrutta il proprio corpo (stupendo) e la sua bellezza per raggiungere tutti i suoi obiettivi.
E se nel lavoro Anora "deve" fare così (circuire chiunque sessualmente per guadagnare) sembra applicare la stessa forma mentis anche di fuori, cominciando una storia con il giovane rampollo figlio di oligarca russo Ivan.
Anora conosce solo questo format, io sono bella, io flirto, io conquisto, io faccio sesso, io guadagno e l'occasione di diventare la "cliente fissa" di Ivan è troppo grande, il ragazzo ha miliardi su miliardi.
Eppure accade un piccolo "click" nella testa di Anora, ovvero quello di iniziare - forse - a credere che dietro questo rapporto, stavolta, ci sia qualcosa in più.
Non è un innamoramento eh, chè Anora - ci torneremo - l'amore non sa nemmeno cosa sia, ma è la "sensazione" che ci sia qualcosa di diverso. Come se nella sua testa fosse stata inserita un'informazione nuova che rimane sottotraccia.
Ma l'innesto c'è stato.
Per questo è difficile per lo spettatore capire se tutto quello che sta facendo Anora sia puro opportunismo o, ad un certo punto, frutto di un sentimento verso Ivan.
La verità, e ne sono abbastanza sicuro, sta nel mezzo, ovvero che lei compia sì tutte le sue azioni sempre con finalità strumentali (mi sposo con lui e lotto per non annullare il matrimonio perchè questa vita folle e miliardaria mi piace) ma, al tempo stesso, come un bambino che impara le cose piano piano, scoprire nuove sensazioni, anche molto belle, come quelle di appoggiare la testa nel petto del tuo ragazzo.
Sono informazioni gigantesche che Anora sta scoprendo ma che non riguardano lei e Ivan, no, riguardano solo lei (non è un caso che in queste scene potenzialmente così tenere lui giochi alla play).
Ivan, senza alcun merito se non quello di essere ricco (ma spesso capita che le persone sbagliate, anche involontariamente, ti portano a scoprire le cose belle) rappresenterà l'inizio del suo cambiamento, l'imboccatura del suo turning point che poi avverrà, però, e in maniera bella, intensa, "vera", profonda, solo con Igor.
Ivan è un ragazzino viziato, immaturo e strafottente, tremendamente superficiale, che ha permesso però ad Anora di avvertire quel click di cui sopra, ovvero il percepire che oltre ad ammaliare gli uomini, scopare e guadagnare ci possa essere dell'altro.
E adesso in quella fessura che si è aperta può entrare piano piano un altro essere umano meraviglioso, Igor, che quella fessura, in un magnifico finale - abbacinante per bellezza - senza fare quasi niente ma in realtà facendo una cosa gigantesca, ovvero "esserci", dicevo quella fessura la farà diventare una frana, una frana travolgente sulla quale torneremo dopo.
Ho faticato all'inizio, nella prima mezz'ora.
O meglio, più che faticato non riuscivo a trovare niente di così bello in Anora.
Non voglio dire che fosse una commedia come se ne vedono tante, ma poco ci manca.
Le tante scene al night (tra The Substance e Anora ho fatto il pieno per un anno di nudi femminili al cinema), loro che si conoscono, le mega feste, il sesso ogni 5 minuti, fatto in qualsiasi momento e in tutte le posizioni, il mega lusso della casa e delle vacanze e poi il matrimonio a Las Vegas.
Ivan, senza alcun merito se non quello di essere ricco (ma spesso capita che le persone sbagliate, anche involontariamente, ti portano a scoprire le cose belle) rappresenterà l'inizio del suo cambiamento, l'imboccatura del suo turning point che poi avverrà, però, e in maniera bella, intensa, "vera", profonda, solo con Igor.
Ivan è un ragazzino viziato, immaturo e strafottente, tremendamente superficiale, che ha permesso però ad Anora di avvertire quel click di cui sopra, ovvero il percepire che oltre ad ammaliare gli uomini, scopare e guadagnare ci possa essere dell'altro.
E adesso in quella fessura che si è aperta può entrare piano piano un altro essere umano meraviglioso, Igor, che quella fessura, in un magnifico finale - abbacinante per bellezza - senza fare quasi niente ma in realtà facendo una cosa gigantesca, ovvero "esserci", dicevo quella fessura la farà diventare una frana, una frana travolgente sulla quale torneremo dopo.
Ho faticato all'inizio, nella prima mezz'ora.
O meglio, più che faticato non riuscivo a trovare niente di così bello in Anora.
Non voglio dire che fosse una commedia come se ne vedono tante, ma poco ci manca.
Le tante scene al night (tra The Substance e Anora ho fatto il pieno per un anno di nudi femminili al cinema), loro che si conoscono, le mega feste, il sesso ogni 5 minuti, fatto in qualsiasi momento e in tutte le posizioni, il mega lusso della casa e delle vacanze e poi il matrimonio a Las Vegas.