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31.1.22

Recensione: "Black Mirror - Stagione 4" - Le Serie Tv de Il Buio in Sala

 


Ecco che piano piano anche io sto completando il viaggio in questo franchise che, volendo o nolendo, ha fatto la storia recente del mondo seriale.
E' innegabile come le prime due stagioni (che io vidi insieme e che confondo tra loro) restin le due stagioni migliori.
E' anche vero che non me la sento di dire che Black Mirror sia andato poi in vacca (tra l'altro San Junipero, forse il top di sempre, è nella terza stagione) ma è innegabile che, vuoi per una piccola ripetizione di idee, vuoi perchè l'effetto wow ad un certo punto sparisce, vuoi per tante altre cose un calo c'è stato.
Dicono che la quinta stagione - lei sì - rappresenti invece una caduta abbastanza fragorosa e, di conseguenza, anche la fine del progetto (che è bello abbia una fine).
Tornando a questa quarta stagione devo dire che non c'è un singolo episodio veramente brutto o bruttino, sono tutti buoni (alcuni eccezionali nei soggetti, vero punto di forza, da sempre, del franchise) ma, ecco, di veri e propri grandissimi episodi per me ce n'è solo uno.
Ricordo che quando recensivo Black Mirror mi piaceva fare sempre anche analisi generali, cercando di dire cose interessanti e dare una visione d'insieme.
Ma stavolta arrivo dopo tanti anni, tutti hanno letto tutto, il mio contributo sarebbe inutile.
In più alla fine le tematiche son sempre quelle, l'esasperazione di una tecnologia che solo apparentemente sembra migliorarci la vita quando, quasi sempre, ci disumanizzerà.
E in più son passati troppi giorni dalla visione, quindi sticazzi del discorso serio e generale, vado direttamente agli episodi, poche righe l'uno.

USS CALLISTER


Intanto che bello rivedere il Jesse Plemons di "Sto pensando di finirla qui". Attore notevolissimo, mezzo clone di Seymour Hoffman, da seguire.
Ecco, questo è uno di quegli episodi che stacca veramente dagli altri, un applauso.
Un genio, creatore e programmatore di giochi di realtà virtuale, è continuamente bullizzato nel suo ambiente di lavoro (malgrado sia addirittura lui il capo di tutto).
Per vendetta, però, trasferisce un avatar di tutti i suoi colleghi in un gioco di realtà alternativa alla Star Trek, dove lui è Comandante assoluto e tutti devono venerarlo.
Episodio psicologicamente davvero interessante, con quest'uomo con il quale provi prima notevole empatia per poi, piano piano, cominciare ad odiarlo sempre di più.
Molto interessante l'uso della realtà alternativa (vittima nel mondo reale, imperatore in quello virtuale) già visto anche in Ben X (dove, però, lo splendido protagonista è semplicemente un campione di un gioco online, non c'è nessuna vendetta virtuale. La vendetta avverrà, come giusto, nel mondo reale).
Episodio da nerd (anche abbastanza tecnico nel lessico) che racconta di un nerd.
Il problema principale è uno. Si fa davvero fatica ad entrare in empatia con i colleghi di Robert perchè lo spettatore non dimentica mai che quelli, alla fine, sono solo avatar, che se gli anche gli succede qualcosa in quel mondo spaziale non c'è alcuna ripercussione nella vita reale. 
Anzi, quella morte per cui dovremmo soffrire in realtà ci pare una loro salvezza, ci si chiede perchè non siano contenti di "morire".
Ho trovato le parti più belle proprio quelle di raccordo tra vita vera e virtuale (la pizza che arriva a casa di Robert, i messaggi che lei stessa si invia).
Episodio anche molto ironico (tra i più ironici della storia di BM) USS Callister ha sicuramente un momento molto forte quando Robert trasforma la collega in mostro.
Il tema c'è, ed è anche parecchio importante e delicato.
Coraggioso sicuramente che una vicenda di bullismo venga raccontata facendo diventare la stessa vittima un vero mostro.
Finale arzigogolato, meno emozionante di come vorrebbe essere ma intelligente (la sua coscienza rimane per sempre intrappolata lì).
Più che discreto

ARKANGEL


Grande episodio sul controllo o, più specificatamente, su quei genitori che non sanno vivere un solo secondo della vita dei loro figli con serenità (una vera croce, sia per i genitori che per i figli, per fortuna io sono all'opposto).
In un futuro non so quanto lontano c'è la possibilità di inserire una specie di GPS nella corteccia cerebrale dei figli. Non solo puoi controllare in ogni istante dove siano, non solo puoi addirittura vedere con i loro stessi occhi ma puoi anche "modificare" il loro mondo, oscurando e pixellando tutte le cose che potrebbero dare loro turbamento.
Una madre iper apprensiva si affida a questa tecnologia. Ovviamente alcune conseguenze saranno nefaste.
In Arkangel non sembra esserci qualcosa di completamente "nuovo", anche le stesse tecnologie sembrano un mix di altre cose viste nella serie. Diventa quindi più importante il tema, il contenuto. Non c'è niente di geniale nello svilupparsi della trama, tutto è molto prevedibile e lineare. Ma l'episodio aveva un obiettivo e quell'obiettivo lo persegue, senza fronzoli.
Finale non incisivissimo ma che si lega perfettamente con l'incipit, con questa madre che sperduta cerca sua figlia per strada.
Una figlia che, però, non è più una bambina che si è persa ma una ragazza che vuole andarsene via da quel mondo

    CROCODILE


Vedere la Riseborough è sempre un piacere... (Nancy, Possessor).
Chissà se Cronenberg jr per il suo piccolo capolavoro (Possessor, appunto) aveva visto questo episodio di BM.
Dico così perchè il personaggio interpretato dall'attrice è per molti versi simile (una killer costretta dalle circostanze) e c'è anche una certa affinità sulla tecnologia usata.
Forse dei sei episodi è con Hang the DJ quello più strutturato come trama, quello più "scritto".
Anche qui la tecnologia usata sa di già visto, proprio nello stesso franchise (pensiamo a Ricordi pericolosi, stupendo) ma l'uso che ne viene fatto è molto molto interessante (viene usata dalle assicurazioni per ricostruire omicidi e sinistri).
L'episodio racconta di una donna che si ritrova coinvolta suo malgrado (ma nemmeno tanto...) in 4 omicidi.
Credo che la parte più interessante stia nel concetto di come sia impossibile controllare i propri ricordi. Nel momento stesso in cui decidiamo e ci convinciamo di non ricordare una particolare cosa (che può fregarci) ci stiamo in realtà fregando già da soli, visto che immaginare di non ricordare una cosa è già ricordarla di per sè.
L'intreccio è molto interessante, l'escalation convincente, anche se resta una certa prevedibilità del tutto.
Non l'ho fatto prima ma è giusto ricordare come Black Mirror si contraddistingua sempre per ottime prove attoriali e regie di una certa classe. Anche qui visivamente raggiungiamo vertici molto alti.
Buffo che un film su un senso di colpa portato avanti 15 anni porti poi invece a 3 omicidi ravvicinatissimi che non hanno nemmeno poche ore per maturarne uno.
Come tutti gli altri godibile, senza gridare a niente di più

HANG THE DJ


Secondo me l'episodio migliore, e con pochi dubbi.
Quello più complesso, quello più umano, quello più profondo, l'unico che riesce ad inserirsi nella ristretta cerchia degli "episodi perla" di tutta la storia di Black Mirror.
Come già per la stagione 3 (San Junipero) anche nella 4 a trionfare è quindi l'episodio sull'amore.
In un futuro gli appuntamenti sentimentali vengono decisi da un Sistema, un computerone che decide chi devi incontrare e quanto tempo devi passarci insieme.
Il Sistema acquisisce sempre più informazioni fino a quando non ti organizza l'incontro finale, quello con la tua anima gemella, la persona che al 99,8% delle possibilità sarà la tua compagna per tutto il resto della tua vita.
I nostri due protagonisti hanno un incontro, probabilmente si innamorano ma poi dovranno vivere, costretti dal Sistema, tante altre storie.
Ma l'amore non è quello che decide un computer per te...
Episodio che vola alto, altissimo, che regala riflessioni esistenziali che riguardano ognuno di noi.
Chi continua ad avere relazioni una dietro l'altra che non lasciano niente, solo sesso, chi resta lì ad aspettare un'intera vita la persona che ama, chi si fa male a portare avanti anni rapporti che la uccidono, chi vive i propri amori al massimo sapendo che ci può essere una scadenza o chi invece quella scadenza vorrebbe raggiungerla ma non ha il coraggio di chiudere.
Nel plot di Hang the DJ possiamo davvero ritrovare qualsiasi tipo di relazione e tutte le sfumature dell'amore (fantastico ad esempio quel tempo che da tanti anni diventa poche ore quando lui "tradisce" la fiducia di lei).
Tra l'altro questa sequenza porta a quell'incredibile situazione di quando, anche nella vita reale, uno dei due della coppia sa che è finita e l'altro no, di come sarà quindi diversa la percezione dei due da quel momento in poi.
Ma è il finale che rende l'episodio immenso.
Scopriamo che tutto era una specie di Truman Show, che tutto il mondo che vedevamo esisteva solo per quella coppia, tutto il resto non era reale.
E che il vero amore è quello quando decidi, come Truman, di uscire da quel mondo (quasi identico al finale del film di Weir).
Quando su 100 mondi artificiali che vengono creati appositamente per quella coppia 98 volte la stessa coppia decide di fuggire, di scavalcare quel muro, ecco, allora sono destinati a stare insieme.
E' quello il famoso 99,8%, ovvero la percentuale delle volte che ti ribelli al sistema, che dimostri che il tuo amore è più forte di tutto.
E un pò come nel magnifico film spagnolo "Il Buco" scopri che questa organizzazione apparentemente così terribile in realtà sta dando una possibilità, un modo, per far scoprire agli uomini dei valori altissimi.
Stupendo

METALHEAD


Questo, a parer mio, doveva essere l'ultimo episodio di Black Mirror, in assoluto.
In effetti lo sarebbe anche, c'è solo poi Black Museum che è episodio particolare, a sè stante.
Poi, però, verrà anche la quinta stagione...
Doveva essere l'ultimo perchè siamo alla Fine, c'è stata l'Apocalisse, il genere umano, forse proprio per colpa di tutte le tecnologie raccontate in tutti gli altri episodi, è stato quasi del tutto annientato.
In più il bianco e nero è emblematico.
Metalhead poteva essere un grandissimo episodio finale, la deriva di tutto.
Resta visivamente un mediometraggio impressionante, con una fotografia da urlo, delle inquadrature superbe e delle location favolose.
Purtroppo però è scritto male.
E' scritto male perchè il plot è quasi imbarazzante per costruzione.
Una grande idea, un gran bell'incipit, un finale metaforico non salvano però del tutto un episodio che per gran parte della sua durata si limita ad essere una caccia all'uomo abbastanza scontata e senza guizzi.
Tra l'altro ci sono parecchie incoerenze, alcune veramente grandissime.
Ma, detto questo, Metalhead voleva e doveva essere qualcosa di più, e non basta lo splendido finale con quei peluches nascosti nel cartone a renderlo esistenzialmente riuscito (anzi, è talmente poco convincente tutto quello che viene prima che quell'immagine finale risulta persino esagerata).
Se poi lo prendiamo per il suo lato thriller/action, una specie di Predator su una terra deserta, è davvero godibile ma, insomma, io questo soggetto e questo insegnamento finale lo avrei gestito in maniera diversa.
Peccato

BLACK MUSEUM


Episodio molto sui generis, un chiaro compendio di tutte le stagioni (non solo per gli Easter Eggs nascosti ovunque).
E' come se le quattro stagioni fossero ormai Storia e tutto quello che abbiamo vissuto e visto questi anni fosse diventato un Museo. A maggior ragione, dopo Metalhead (che già era un finale) e dopo Black Museum faccio davvero fatica a capire il senso della stagione 5.
Però, ecco, devo ammettere che questo episodio così strano e diverso alla fine funziona.
Funziona perchè lo spettatore si diverte sia a sbirciare gli oggetti del museo sia a sentire 3 storie brevi invece che una.
Certo la struttura rende tutto una specie di divertissement ma pensavo molto molto peggio.
L'episodio del medico che si prende le malattie e i dolori di tutti per poter far diagnosi è abbastanza inquietante, come atmosfera una delle cose più "horror" viste nel franchise.
Certo accade tutto troppo in fretta ma l'attore funziona, l'idea è buona e anche la deriva finale (assuefarsi al dolore tanto da desiderarlo).
Il secondo ha un difetto. Un'ottima idea (brividi quando viene citata San Junipero) ma gestita in un modo secondo me troppo ironico che fa a cazzotti con un soggetto tutt'altro che divertente (si parla di morte, di coscienza che sopravvive, di affetti). Il mio amico Rocco ha pensato ad un certo punto che il peluche si rifacesse al finale di Metalhead (avrebbe reso quel finale davvero grande e il legame sarebbe stato perfetto) ma no, non è così, non ci sono altri elementi per poterlo dirlo (anche gli stessi peluche, in un caso orsetti, nell'altro scimmia, sono diversi). Un'occasione sprecata di splendido crossover (in un episodio che lo è quasi sempre).
Ecco, il terzo frammento però (che poi non è un racconto ma la stessa cornice) è davvero tanta roba, forse la cosa migliore vista in Black Mirror 4 dopo Hang the DJ.
Davvero umanamente terribile, perfetto per come si "mischia" con le due tecnologie raccontate nei primi due episodi, dolorosissimo, eticamente al limite e coraggioso.
Ed è bello come quest'ultimo episodio (19imo) un pochino si ricolleghi anche al primo in assoluto di Black Mirror, Orso Bianco (non dico perchè e percome).
Dei gran bei 10 minuti finali per una stagione buona, non indimenticabile ma che non fa rimpiangere d'esser stata vista

12 commenti:

  1. USS Callister S4e1 - ***+ (forse il BM più divertente di sempre)
    Arkangel S4e2 - ***+ (da genitore, conoscendo i genitori ho apprezzato molto l'idea di base)
    Crocodile S4e3 - ***+ (le regole di BM applicate al Thriller, non male)
    Hang the DJ S4e4 - ***+ (intrigante, con un buon finale)
    Metalhead S4e5 - **+ (non un vero BM, un survivor di fantascienza, ben girato, ma senza appeal - il peggior BM all time)
    Black Museum - S4e6 - **** (bello, il giusto cattivo - iconico BM, tra i migliori di sempre, di certo il migliore della stagione)

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    1. Direi che siamo perfettamente in linea, una serie tutta sul 7 +, con tutti episodi simili nella valutazione

      io, lo hai visto, credo che Hang the DJ si stacchi dagli altri, per te il più bello è Black Museum che, mi pare di averlo detto, è forse il secondo anche per me

      e sì, Metalhead, ahimè, è il peggiore

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  2. Sì purtroppo la quinta stagione brutta, questa quarta non male, e condivido abbastanza con te. I tre migliori Museum, Callister ed Hang.

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    1. direi che anche con te siamo perfettamente in linea qua ;)

      la quinta la vedrò, prorpio perchè brutta

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  3. Questa l’ho trovata una delle serie più interessanti. E’ impossibile non parlarne. Perché questo non è uno dei tanti temi, questo è il tema; sono tutti i nodi che vengono al pettine.
    Le precedenti stagioni ci sbattono in faccia - a ragion veduta - la disumanizzazione accettata come valore e praticata attraverso la tecnologia (la cui valutazione del vantaggio è sempre prerogativa di un’autorità, mentre la sua imposizione è affidata al proprio stesso effetto compulsivo). Ma più che una perdita di umanità prodotta da una tecnologia esasperata, l’accusa è proprio quella di una disperata disumanità che dilaga nella potenza del mezzo tecnologico (e il primo episodio, messaggio al primo ministro, già lo chiarisce). Perché gli intenti individuali e collettivi sono già in partenza disumani e la tecnologia che producono rientra proprio fra quelli, realizzandoli con raffinata brutalità.
    Nelle stagioni precedenti il finale di ogni episodio è un (inquietante) j’accuse al “regresso antropologico” cui ci stiamo avviando, non già letto in filigrana dall'intellettuale e profeticamente annunciato ma quasi ormai al suo epilogo (ed è quel “quasi” che si dilata in questa serie concedendo un sussulto all’umanità).
    La quarta serie mi pare che – piacciano o meno i modi, ma sulle valutazioni estetiche condivido tutto – differisca dalle precedenti proprio nel merito: tornare a coltivare quell’ironia e visione critica che attraverso la “cecità” tecnologica abbiamo abiurato (perché la tecnologia incarna semplicemente il modello antropologico che l’ha prodotta: anche quando pare esser sfuggita di mano, a esser sfuggita è solo la capacità di “vedere” con i propri occhi). La realtà che ci circonda, proprio come i nostri pensieri più intimi, è per noi imprevedibile proprio come i mezzi concepiti per esercitare un tale controllo (Arkangel, Crocodile): essi sono il medesimo prodotto dello stesso autore: la tecnologia è una protesi al problema e non la sua soluzione; in quanto protesi compie necessariamente lo stesso gesto ma con un’efficienza implacabile. Risponde alla stessa intenzione.
    In tutta la stagione la linea è condotta senza abbandonare i fendenti di un monito spietato (Metalhead) ma, di controcampo a quello, vuol ricordarci che siamo ancora capaci di spaventarci di fronte alla cecità di un algoritmo e dei suoi spietati mezzi di applicazione, di ribaltarne l’esito grazie a quel bug chiamato umanità che lotta invece di calcolare. La salvezza risiede nel problema stesso: l’imprevedibilità, l’imperfezione: elementi incalcolabili, perché sempre "diversi". Quindi niente è definitivamente perduto.
    Come dire: ok, il futuro allunga ombre minacciose che lambiscono il presente, ma umani lo siamo finché un mondo diverso rappresenta ancora un lieto fine, (magari sorridendo di ciò che stiamo diventando). Possiamo ripartire da qui. Quindi non smettiamo proprio ora!

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    1. altro tuo commento maestoso Nicola...

      ma ascolta, vuoi scrivere per il blog?

      questa analisi devo leggermela e rileggermela per quanto è bella

      e magari, come hai fatto te, vedere se davvero rispetto alle precedenti stagioni lo "scarto" (o evoluzione) è quelle che hai notato

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    2. beh... faccio una precisazione: per me si tratta di un cambio di prospettiva (complementare e necessaria). nella IV serie si afferma un'umanità che decide di esserci nel lieto fine come nel fallimento (crocodile); e quell'appassionata consapevolezza della propria volontà è tutto (hang the dj è il punto più alto di quest'assioma: la tecnologia è agita dalla necessità di amare e dall'intenzione dichiarata di vivere: proprio il ribaltamento a cui alludo; l'essere umani si impone come unica realtà possibile in quello che è l'episodio chiave). solo una storia (metalhead) assume toni pseudo apocalittici, invertendo così il rapporto delle prime tre stagioni. comunque fammi sapere!
      per quanto riguarda il tuo invito, sono certo che ci "sentiremo" ancora...

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    3. davvero molto interessante...

      per capire quanto questo cambio di prospettiva che esponi sia pertinente (non se sia pertinente,quanto lo sia) dovrei ripensare a tutte le precedenti stagioni, mettere insieme gli episodi e trovare un "colore" comune, colore che, come dici, è leggermente diverso in questa quarta stagione

      io son qua, e il blog è libero per proporre post

      e te saresti uno di quelli che manco controllo che scrivono o che vogliono fare, è sì a prescinde

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  4. l'autore della recensione è un laffone

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    1. non so che vol dì ma secondo me è giusto!!!

      più fosse negativo più hai ragione, sicuro

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  5. U.S.S. Callister mi è piaciuto un sacco anche perché c'è Cristin Milioti per la quale ho un debole e in divisa da Star Trek fasullo sta benissimo 😉. Plemons è da Breaking Bad che porta in scena un personaggio con problemi a relazionarsi, e se gli viene bene perché non continuare così? Addirittura non lo immagino in un altro ruolo. Il resto degli episodi gira bene, poi quello finale ti fa pensare come ad una chiusura di un capitolo, di un'era. E infatti nella prossima e nell'episodio interattivo, troverai molte differenze,

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    1. Ahah, davvero Plemons sempre sti ruoli? E' vero, ha proprio il phisique du role ;)

      l'ultimo è assolutamente la fine di tutto e, secondo me, doveva esserlo anche in pratica...

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