Leggermente spoileroso, neanche tanto però.
E' il solito discorso. Nel cinema è sempre più difficile cercare e trovare originalità. Quando trovi il nome Shyamalan tra i crediti (che sia in regia o come in questo caso solo come autore del racconto ispiratore) sei sicuro quantomeno di non vedere qualcosa di già visto o banale. Il problema però è che spesso il voler mettere troppe cose, cercar per forza di stupire, l'ostinata ricerca di un finale che spiazzi, manda il cinema del regista indiano in overdose facendo perdere coesione, credibilità e verosimiglianza alle sue opere. Le sue idee in mani più "sobrie" e (forse) più mature potrebbero far scaturire autentiche perle cinematografiche. E' per questo che forse Il Sesto Senso rimane ahimè la sua opera migliore. C'era più controllo, meno esaltazione, più umiltà.
Devil non è affatto da buttare come non lo sono tutti quei film che seppur presentando una marea di difetti riescono comunque ad interessare lo spettatore e immergerlo in una atmosfera abbastanza convincente. Molto buono il prologo tra l'altro con la città rovesciata simbolo del demonio visto come entità di negazione e di contrario.
Il luogo chiuso, la telecamera, il gioco a eliminazione, il climax ascendente, il tempo reale, sono tutti topoi del nuovo cinema horror, ma in Devil hanno una rilettura abbastanza nuova e piacevole. Cinque persone si trovano chiuse dentro un'ascensore. Accadono strani avvenimenti, uno dopo l'altro (al buio) iniziano a venire uccisi. Tutti sospettano di tutti ma non sanno che uno di loro è nientemeno che il Diavolo in persona (in tutti i sensi...).
I 5 personaggi sono quasi tutti un pò troppo caricati e la vicenda, apparentemente semplice e lineare, lascia più di un dubbio di comprensione, forse fugabile in una seconda visione. La vicenda "esterna" del poliziotto si mischierà a quella di uno dei "prigionieri" in un modo un pò gratuito e forzato di cui forse non c'era bisogno. Sappiamo tutti che il Diavolo porta con sè le anime non pure, ma il tutto ci viene detto in un modo immaturo, semplicistico, da "scuola elementare", come gli articoli di giornale nel finale di The Village dai quali sembrava che nel mondo esterno ci fossero soltanto tragedie e malvagità. Rimane il fatto di esser stato abbastanza preso dalla vicenda, interessato alla visione e desideroso di vederne la fine (frase da prendere in senso positivo ovviamente...). La considerazione finale su Dio è la solita, evitabile, amara ciliegi(o)na finale sulla torta già troppo carica tipica di Shyamalan. Premio comunque il film perchè chi cerca nel cinema di sviluppare un'idea originale con me è sempre il benvenuto. Poi, come in fotografia, ci sono sviluppi buoni ed altri sbagliati. Mai dimenticarsi il soggetto però.
( voto 6,5 )
mi aspetto perlomeno una ripresa del mio preferito shyamalan (sebbene qui non sia alla regia) dopo l'orrendo "l'ultimo dominatore dell'aria".. la tua recensione mi dà qualche speranza, ma non troppe
RispondiEliminaRispetto al dominatore c'è senz'altro ripresa, ma poi come in tutti gli Shyamalan il film o lo si prende dalla parte giusta o da quella sbagliata. Io preferisco essere un pò equidistante nel giudizio. In tutti i suoi film precedenti ho visto potenziali filmoni e contemporaneamente in (quasi) tutti scelte che mi hanno fatto cadere le braccia. Vado a naso, non ti piacerà. Felice di sbagliarmi. Ciao!
RispondiEliminaa me è piaciuto, ma sono un pò malata per tutto ciò che è mistico.. ;)
RispondiEliminaSinceramente è piaciuto a tanti, senza esagerare ovviamente. E premiamole ogni tanto le idee originali!
RispondiEliminaCiao!!
P.S: sto organizzando il frigo meglio che posso